SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 7 al 13 marzo 2015 •
da BRESCIA OGGI
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dal GIORNALE DI BRESCIA
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da L’ARENA
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da L’ADIGE
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dal TRENTINO
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dalla GAZZETTA DI MANTOVA
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dal CORRIERE DELLA SERA
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ALTRE FONTI
da BRESCIA OGGI sabato 07 marzo 2015 – CULTURA – Pagina 50 SALÒ. Nella sala dei Provveditori il convegno I cambiamenti di clima nelle scelte ecologiche All´interno delle manifestazioni per il 450° anniversario della fondazione dell´Ateneo di Salò si inserisce il convegno dal titolo «´L´umanità esisterà ancora per il 600° dell´Ateneo?» ospitato nella sala dei Provveditori. Il titolo, volutamente provocatorio, rimanda agli scenari del cambiamento climatico in corso e soprattutto alle sue ricadute sul territorio
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gardesano. Per questo, al convegno sono stati invitatiti esperti di differenti discipline (fisica, economia, geologia e pedagogia dell´ambiente) per tracciare un quadro d´insieme con contributi che espongano vari punti di vista. In tutto, contribuiscono con i loro interventi al convegno tre diverse Università (Cattolica di Brescia, Politecnico di Milano e Università di Pisa). Non è ancora possibile fare una previsione attendibile sul cambiamento climatico in 150 anni, ma è possibile fin da ora, raccogliendo competenze scientifiche ad ampio spettro, valutare le conseguenze dei possibili scenari a livello globale nello specifico del nostro territorio. Già il progetto Eulakes, che ha visto la Comunità del Garda, in qualità di capofila, ha affrontato tali tematiche concentrandole su quattro laghi europei, evidenziando come già da ora è necessario adottare comportamenti e intraprendere scelte e globale tutela del lago. E non è un caso che le nuove e urgenti opere di tutela ecologica del Garda, collettazione e depurazione, siano avvertite come prioritarie da tutte le istituzioni, in particolare dai Comuni gardesani rappresentati dalla Comunità del Garda, Ente che nel corrente anno ricorda il 60° anniversario di fondazione e che collabora nell´organizzazione delle celebrazioni del 450° dell´Ateneo. La partecipazione al Convegno e al concerto che segue è libera. sabato 07 marzo 2015 – SPETTACOLI – Pagina 56 ANTCIPAZIONI. La rassegna Tener-a-mente diretto da Viola Costa e ospitato nell´anfiteatro dannunziano ha svelato l´intero programma. Inizierà il 27 giugno Vittoriale, il festival apre schierando Paolo Conte Claudio Andrizzi Un´offerta ricca e interessante: ci sono Morgan (anche attore) poi Counting Crows, Mario Biondi Bregovic, Battiato e Patti Smith Dopo il successo dello scorso anno, ritorna al Vittoriale Paolo Conte|Franco Battiato sarà a Gardone Riviera il 21 luglio Una lunga estate densa di suggestioni per riscoprire l´importanza della parola: quella di D´Annunzio, va da sé, ma anche quella dei più grandi cantautori italiani, o quella in generale della musica che ha davvero qualcosa di autentico e importante da raccontare. Sarà questa la formula destinata a caratterizzare la quinta edizione del festival Tener-AMente, che con l´arrivo dei primi caldi tornerà ad aprire al pubblico l´impagabile scenario dell´anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera per una lunga stagione densa di appuntamenti prestigiosi. Qualche anticipazione sul cartellone 2015 è già filtrata nelle scorse settimane, ma ieri il direttore artistico Viola Costa ha svelato finalmente tutte le carte, anticipando il programma completo della rassegna e annunciando contestualmente, l´apertura ufficiale delle prevendite, a partire da oggi, per tutti gli appuntamenti. Il tutto prenderà il via il 27 giugno sotto il segno di una replica a grande richiesta: come lo scorso anno infatti ad inaugurare il Festival sarà Paolo Conte, che sulla scorta dei numeri del 2014 (sold out in poche settimane e lista d´attesa di oltre 900 persone) gli organizzatori definiscono senza timore di smentita l´artista in assoluto più amato dal pubblico estivo del Vittoriale. E subito, la sera successiva, ecco il doveroso omaggio al padrone di casa Gabriele D´Annunzio, che questa volta sarà celebrato da un attore molto amato dal grande pubblico televisivo come Alessandro Preziosi, alle prese con una selezione di testi inediti reperiti negli archivi della Fondazione che verranno rappresentati al Laghetto delle Danze. «Apriamo con due icone – racconta Viola Costa -. Da una parte il Vate, sofisticato e avveniristico, dall´altra un vero signore d´altri tempi elegante ed ironico». LA CONTAMINAZIONE dei generi, a «Tener-A-Mente 2015», sarà comunque totale: D´Annunzio era del resto un artista che amava la modernità e che con ogni probabilità avrebbe trovato motivi d´interesse anche nel roots-rock degli americani Counting Crows, il cui concerto è in agenda per il 1 luglio. E poi, la sera del 4, ecco il ciclone Marco Castoldi, in arte Morgan, con un nuovo show caldamente consigliato dal direttore artistico: uno spettacolo teatral-musicale in
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cui il pirotecnico musicista e personaggio televisivo si racconta senza filtri, seguendo la traccia del suo recente libro. Ma il contributo del leader dei Bluvertigo alla manifestazione non si esaurirà con questa serata: Morgan, racconta la Costa, «sarà una specie di testimonial del festival e del Vittoriale per tutto il corso dell´estate». Di questo aspetto si saprà qualcosa in più fra qualche settimana, mentre è già certo che il 12 e 16 luglio torneranno Mario Biondi e Goran Bregovic. E´ invece al suo debutto sul palco dell´anfiteatro dannunziano Franco Battiato, che però era già stato catturato dal festival per un´anteprima invernale nel gennaio 2013: il suo concerto è programmato per la sera del 21 luglio. Altra novità è il recital di Ascanio Celestini, che il 26 planerà sulle sponde bresciane del Garda con i suoi «Racconti d´estate», una collezione di «fiabe per adulti che volevano essere bambini cattivi». Di Patti Smith già si è saputo qualche giorno fa: per il suo recital del 28 luglio, dedicato ai 40 anni dell´album di debutto «Horses», sono già stati venduti 300 biglietti. Non mancheranno le sorprese nemmeno nel mini-calendario di «Tener-A-Mente Oltre», rassegna nella rassegna che punta ad oltrepassare i confini del consueto, esplorando territori musicali dove sperimentazione e ricerca la fanno da padrone: si partirà con il duo Skùli Sverrisson e Oskar GudJónsson, fra i più acclamati musicisti della scena contemporanea islandese, seguiti il primo agosto dal tedesco Huschka, maestro del piano preparato, per finire in grande stile il 2 con Arto Lindsay, un nome che sicuramente porterà questa proposta parallela al di fuori della sua quasi naturale dimensione di nicchia. Il 5 gli austrialiani John Butler Trio, e l´8 chiusura in grande stile con il Sofia Ballet. Le premesse sono per un grande successo di pubblico. E quest´anno, per la prima volta si potranno acquistare online insieme i biglietti dello spettacolo e delle visite del sito museale. Torna all’elenco dei quotidiani
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da L’ARENA giovedì 12 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 34 PESCHIERA. I sei punti esistenti garantiscono tariffe unificate, con il patrocinio del Comune Il consorzio dei noleggiatori punta alla sicurezza in acqua Pronto un depliant con tutte le regole da seguire per la navigazione Barche ormeggiate a Peschiera: in paese ci sono sei noleggiatori Non più concorrenti, ma collaboratori. Con questo spirito i noleggiatori di imbarcazioni di Peschiera hanno iniziato un percorso di dialogo e condivisione, culminato l'anno scorso con la nascita del Consorzio Peschiera del Garda noleggio barche, che oggi riunisce i sei operatori del settore attivi in paese: Benaco Charter, Il Pentagono, Belvedere Group, Peschiera boat rent, Lepanto Yachting e Navicharters. Obiettivi comuni la promozione della sicurezza in acqua, la proposta di tariffe unitarie, un regolamento condiviso così come uno stesso contratto di noleggio per gli utenti. L'idea è piaciuta al Comune, che da quest'anno ha deciso di arricchire il consorzio con il suo patrocinio, garanzia di qualità e affidabilità degli operatori. L'iniziativa è stata presentata ieri dal consigliere con deleghe a turismo, manifestazioni e portualità Filippo Gavazzoni e dal presidente del consorzio Gianantonio Fratucello, alla presenza dei rappresentanti delle società di noleggiatori e delle forze dell'ordine, tra cui i comandanti della compagnia carabinieri di Peschiera Francesco Milardi e della polizia municipale Mirko Bendazzoli. «Si tratta di una collaborazione tra pubblico e privato», ha sottolineato Gavazzoni, «che deve portare alla promozione del corretto svolgimento dell'attività di noleggio e al rispetto delle regole di navigazione». «Gli operatori sono una risorsa», ha aggiunto, «un punto di riferimento per controllare in modo capillare il lago e offrire un braccio in più alle forze dell'ordine». Il consorzio ha redatto anche un volantino che riassume le regole a cui deve attenersi chi prende a noleggio le barche (una cinquantina tra tutti i noleggiatori, per la maggior parte delle quali non serve avere la patente nautica, avendo una potenza inferiore ai 40 cavalli), come la velocità massima, la distanza minima dalle coste, i comportamenti da tenere a bordo. Volantini che verranno controllati dalle forze dell'ordine e, una volta pronti, distribuiti in modo capillare sul territorio. Nato per tutelare gli interessi della categoria, il consorzio ha portato anche vantaggi economici per gli utenti: «Aver adottato un'assicurazione unica ci ha fatto risparmiare, consentendoci di confermare le tariffe dell'anno scorso», ha spiegato Fratucello. Vale a dire, per un'imbarcazione media da sette posti, 40 euro l'ora, 70 per due ore, 120 per quattro e 190 per l'intera giornata (benzina esclusa). «Sul lago siamo stati i primi a consorziarci, sarebbe bello che anche altri paesi seguissero questo esempio. Il nostro traguardo», conclude Fratucello, «è arrivare a un unico noleggio a Peschiera, che consenta di dimezzare i costi e avere un solo punto di prenotazione». La sicurezza sul Garda, va ricordato, è oggi affidata alla Guardia costiera (di stanza a Salò e dall'anno scorso con una sede staccata a Garda), ai Carabinieri – con la motovedetta ormeggiata a Torri – e alla squadra nautica della Polizia di Stato con base a Peschiera, dotata di una motovedetta e due acquascooter. Nonostante i timori suscitati negli ultimi mesi dai tagli previsti dal dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, che hanno fatto parlare della possibile chiusura (poi convertita in «rimodulazione») delle squadre
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nautiche, almeno per quest'anno sul lago il pericolo è stato scongiurato: il servizio della squadra arilicense sarà assicurato con le stesse modalità degli anni scorsi, così come rimane invariato il numero degli agenti, otto. K.F. giovedì 12 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 35 PESCHIERA. Prende corpo l'ipotesi di creare un solo ambito territoriale che si occupi della gestione del sistema delle acque per l'intero lago Servizio idrico gardesano, i sindaci veronesi dicono sì Per il collettore si sta valutando la creazione di un'associazione di scopo ma ci sono molti dubbi La proposta di creare un'area ad hoc, definita come ambito territoriale, per la gestione del servizio idrico sul lago di Garda piace anche ai Comuni della sponda veronese. Ieri, durante l'assemblea dei sindaci convocata nella sede di Azienda gardesana servizi (Ags) a Peschiera, il punto è stato votato all'unanimità dai sindaci (o loro rappresentanti) presenti: 13 in tutto (su un totale di 20 enti locali che aderiscono ad Ags) tra cui Lazise, Peschiera, Castelnuovo, Bardolino, Brenzone, Costermano, Garda, Torri e Valeggio. Un esito quasi scontato, dal momento che da tempo si sente l'esigenza di dare vita a una gestione più specifica e unificata per un bacino «tripartito» qual'è il lago di Garda diviso tra Veneto, Lombardia e Trentino. Nei mesi scorsi la stessa proposta è stata avallata anche nell'assemblea dei sindaci di Garda Uno (l'azienda per i Comuni della sponda bresciana) mentre la prossima settimana arriverà il parere di Sisam, la società dell'Alto mantovano. Temporeggia invece il gestore dell'Alto Garda, che aspetta di avere in mano qualcosa di più concreto su cui decidere. Quello di ieri è stato comunque il primo passo per arrivare alla creazione dell'ambito interregionale del Garda: «Ora avvieremo le procedure per analizzare questa possibilità anche dal punto di vista tecnico», spiega il direttore di Ags Alberto Ardieli. Perché l'iniziativa vada a buon fine è necessaria l'approvazione delle Regioni a cui compete la modifica o l'integrazione degli Ato (Ambiti regionali ottimali, di norma corrispondenti con i confini provinciali). Ciò significa che Ags si staccherebbe dall'Ato veronese (di cui fa parte anche il gestore Acque veronesi) per far parte di quello del Garda, con probabile fusione con gli altri gestori gardesani. Per il presidente di Ags Alberto Tomei l'Ato del Garda è una necessità «per salvaguardare l'ecosistema del lago e garantire l'interesse pubblico. Di fatto», sottolinea, «già oggi c'è una gestione condivisa tra parte veronese e bresciana del depuratore di Peschiera e del sistema di collettamento, legame che sarà mantenuto anche quando verrà realizzato il nuovo collettore». Tornando al collettore e alla proposta avanzata dalla Comunità del Garda con sede Brescia di dare vita a un'associazione temporanea di scopo con il compito di presentare il progetto al ministero dell'Ambiente e di gestire i finanziamenti necessari per realizzare l'opera del costo previsto di 220 milioni di euro, i vertici di Ags, però, non nascondono qualche perplessità: «Siamo favorevoli», dicono Ardieli e Tomei, «purché al suo interno ci sia equilibrio politico e rappresentanza equa tra parte veronese e bresciana». Nulla vieta, sostengono, che siano Ags e Garda Uno a presentare il progetto a Roma in corso di preparazione alla Technital «e costituire in un secondo momento la società, quando avremo le idee più chiare». K.F. mercoledì 11 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 MALCESINE. I passaggi sull'impianto sono stati settemila in meno dell'inverno scorso, causa chiusura delle piste da sci. Funivia, una stagione in calo ma è già nei piani la riscossa Emanuele Zanini Il presidente Polato: «Il bilancio ha retto, riapriremo le discese l'inverno prossimo e in più ci sarà una pista di pattinaggio»
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Calo dei passaggi sugli impianti per la funivia di Malcesine nella stagione invernale appena conclusa ma «il bilancio è comunque positivo». A sostenerlo è il presidente di Atf, Azienda trasporti funicolari di Malcesine, Daniele Polato che commenta i risultati dell'azienda nel periodo invernale, iniziato il 20 dicembre scorso e concluso domenica 8 marzo. Rispetto all'inverno 2013-2014 mancano all'appello settemila ingressi: dagli oltre 21mila della scorsa annata si è passati a 14.200. Di quest'ultimi 2.200 sono stati registrati a dicembre, 5.500 a gennaio, 3.100 a febbraio, 3.300 a marzo. «Il motivo del calo delle presenze è stata la chiusura forzata delle piste di sci», sottolinea Polato. Le mancate autorizzazioni della Provincia per aprirle – con la sola eccezione della «Paperino» e della «Pozza della Stella» - hanno quindi inciso sui numeri. «Tuttavia», precisa il presidente di Atf, «con i conseguenti minori costi di gestione le perdite sono state contenute per 200mila euro. È stato almeno mantenuto lo “status quo”. Siamo comunque riusciti a supplire alla diminuzione dei passaggi con una serie di iniziative di buon successo», aggiunge Polato. «Per esempio nella sola giornata dell'8 marzo, festa della donna e giornata nella quale il pubblico femminile poteva salire a bordo gratuitamente, abbiamo registrato oltre duemila passaggi». Archiviata la stagione invernale si pensa già alla riapertura estiva, prevista per sabato 28 marzo, e all'inverno 20152016. «Per l'anno prossimo in programma abbiamo una maggiore promozione della stagione invernale su cui intendiamo puntare ulteriormente», dichiara Polato che annuncia: «Per dicembre siamo convinti di poter ottenere le autorizzazioni che ci mancano per riaprire tutte le piste da sci. Le richieste sono già state inviate a Provincia e Regione che le hanno già vagliate. Siamo ottimisti. Inoltre per il prossimo inverno puntiamo ad aprire una pista di pattinaggio fra la stazione di arrivo a Tratto Spino e la pista Paperino. Stiamo già predisponendo la progettazione per realizzare l'opera. A questa novità si aggiungerà la ristrutturazione delle varie strutture esistenti, dalla stazione di partenza e arrivo a quella di San Michele». Durante le tre settimane in cui la funivia rimarrà chiusa in preparazione per il periodo estivo, annuncia il numero uno di Atf, verranno riqualificati i servizi igienici della struttura a Tratto Spino e creato un negozio per la vendita di oggetti ricordo legati al Baldo e alla «sua» funivia. «Nei prossimi mesi verranno sperimentati servizi digitali per rendere pienamente operativo dalla prossima stagione invernale l'acquisto on line dei biglietti della funivia». Per il 28 marzo, annuncia inoltre Polato, tutti gli impianti saranno cardioprotetti: le strutture di Atf saranno dotate infatti di defibrillatori. Sono stati inoltre già inseriti in calendario diversi eventi tra cui un concerto del coro dell'Arena di Verona e una mostra itinerante con le immagini del festival areniano, inserito in un accordo con la Fondazione Arena, fissati per il 26 luglio o in alternativa il 2 agosto. «Atf sta inoltre chiudendo un accordo con Agsm per utilizzare energia pulita attraverso anche l'impianto eolico di Rivoli con l'obiettivo futuro di ottenere un impatto zero sull'ambiente», aggiunge Polato. «Positivi inoltre i riscontri ottenuti dalla partecipazione della funivia ad una serie di fiere tra cui Sport Expo e Motor Bike Expo. Stiamo trattando anche con Bike Expo, manifestazione importante per il nostro settore, molto legato al mondo della bici, che nella prossima edizione potrebbe trasferirsi da Padova e Verona». mercoledì 11 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 Salita dal lago al Baldo: è qui il nono impianto più suggestivo al mondo La funivia di Malcesine entra nella top ten degli impianti funicolari più spettacolari del mondo da cui godere alcuni dei più suggestivi ed emozionanti panorami. A stabilirlo è il sito web Siviaggia.it che in una speciale classifica delle cabinovie più affascinanti ed emozionanti presenti sul nostro pianeta ha inserito l'impianto del Garda-Baldo al nono posto.
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Per il portale internet la struttura che dal centro di Malcesine sale fino a Tratto Spino merita un posto nelle prime dieci posizioni grazie ad un'escursione «che in pochi minuti e per mezzo di un'innovativa funzione rotante regala ai passeggeri panorami mozzafiato a 360 gradi», dal Baldo al lago di Garda con vedute mozzafiato. Per il sito al primo posto c'è la funivia del «Pan di Zucchero» di Rio de Janeiro, in Brasile, dalla quale è possibile avere una panoramica completa di tutta la metropoli, dalla famosa e imponente installazione del Cristo Redentore alla suggestiva spiaggia di Copacabana. Il podio è completato dall'impianto alpino dell''Aguille du Midi, a Chamonix in Francia, su cui da poco è stata inaugurata una terrazza panoramica da brivido, a strapiombo, e la cabinovia «cabrio» dello Stanserhorn, a Lucerna, in Svizzera, che consente ai passeggeri di godersi il panorama en plein air.EM.ZAN. martedì 10 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 30 IL LAGO DI TRE REGIONI. Domani un incontro dei sindaci della sponda veronese aderenti all'Azienda Gardesana Servizi. Sistema idrico unico del Garda. Comincia la grande manovra Katia Ferraro La recente normativa nazionale aprirebbe spazi alla creazione di un nuovo Ambito territoriale: primi entusiasmi e alcuni dubbi Creare un ambito territoriale interregionale del Garda per arrivare a una gestione unitaria del servizio idrico integrato, cioè prelievo e distribuzione dell'acqua (acquedotto), condotte fognarie e depurazione. Questa la proposta su cui domani saranno chiamati a esprimersi i sindaci dei 20 Comuni soci di Azienda gardesana servizi (Ags), società che gestisce il servizio per i paesi rivieraschi della sponda veronese, oltre che per alcuni dell'entroterra e della Val d'Adige. La spinta arriva anche dalla recente normativa nazionale in materia, contenuta nel decreto «Sblocca Italia» e nella legge di conversione 164/2014, che prevede la nascita di un gestore unico del servizio idrico in ciascun ambito territoriale (Ato, in genere corrispondente con i confini delle province) attraverso l'accorpamento dei singoli gestori. Nell'Ato veronese ciò significherebbe un'ipotetica fusione tra Acque Veronesi e Ags, entrambe società di capitali interamente pubblici ed entrambe affidatarie del servizio fino al 2031, anche se con la nuova legge l'arco temporale pare uno scoglio facilmente aggirabile. Se la fusione ci deve essere, dice chi sostiene la necessità dell'Ato del Garda, è opportuno che per l'area gardesana questo avvenga andando al di là dei confini regionali, accorpando eventualmente i gestori gardesani del servizio idrico: vale a dire Ags per la sponda veronese, Garda Uno per quella bresciana-lombarda, Gruppo Alto Garda Servizi per quella trentina e comprendendo anche Sisam, il gestore dell'alto mantovano. «L'Ato del Garda avrebbe una maggiore sensibilità», spiega il presidente di Ags Alberto Tomei, «anche col nuovo collettore saremo sempre connessi alla sponda bresciana, perché Sirmione e Desenzano continueranno ad usufruire del depuratore di Peschiera. La scelta spetta comunque all'assemblea dei sindaci in programma mercoledì». Il presidente di Garda Uno (e sindaco di Lonato) Mario Bocchio ha già incassato oltre un anno fa il parere positivo dei 26 Comuni che fanno capo alla società, mentre la proposta deve ancora essere vagliata dagli enti locali aderenti a Sisam. Discorso a parte per la società dell'alto Garda, che per ora temporeggia e attende qualcosa di più concreto su cui esprimersi. Se l'atto di indirizzo sarà unanime, la strada sarà comunque in salita. «Si dovrà verificare l'opportunità tecnico-operativa della proposta», spiega il direttore di Ags Alberto Ardieli, e dopo l'eventuale via libera anche da parte di Ags e Sisam dovrà essere redatto uno schema di accordo «che verrà discusso e votato in una successiva assemblea dei sindaci. Quindi», prosegue Ardieli, «dovrà essere fatta richiesta ai rispettivi Ato e alle Regioni di appartenenza, perché solo le Regioni possono modificare i confini degli Ato». In attesa dell'assemblea di domani, intanto, alcuni primi cittadini gardesani anticipano la loro opinione in merito. Per il sindaco di Lazise Luca Sebastiano l'Ato del Garda «è una necessità di cui si parla da tempo e a cui sono sempre stato
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favorevole, non solo perché tanti progetti non possono viaggiare autonomamente, ma anche perché questo organismo riuscirebbe meglio a perseguire due scopi fondamentali: garantire il servizio e salvaguardare la salute del lago». Da dicembre Sebastiano è anche nel Consiglio di amministrazione dell'Ato veronese, ma il suo giudizio non cambia: «Penso che l'Ato non avrebbe nulla in contrario, perché manterrebbe la sua territorialità continuando a controllare il 90 per cento della provincia. Il problema maggiore», nota, «potrebbe arrivare dalla Regione, bisogna vedere se questo progetto è realizzabile». Favorevole anche il sindaco di Peschiera Orietta Gaiulli: «Capirò meglio la questione domani, ma credo dirò di sì: l'ambito unico del Garda ci darebbe più forza anche per ottenere i finanziamenti per il nuovo collettore». Sulla stessa lunghezza d'onda il primo cittadino di Castelnuovo Giovanni Peretti, referente della zona gardesana all'interno dell'Ato veronese: «Lavorare su un ambito territoriale specifico è positivo», dice, ma ammette che un freno potrebbe essere «la mancata adesione della parte trentina» martedì 10 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 30 Il Benaco per la sete di Brescia Il lago di Garda potrebbe divenire una risorsa per portare acqua potabile a Brescia, o almeno è tale l'allarme di alcuni sindaci gardesani della sponda lombarda. Nel Bresciano si sta accelerando per arrivare al gestore unico del servizio idrico integrato e sembra che il ruolo di capofila in questo passaggio sarà giocato da A2A, multiutility quotata in Borsa e partecipata per circa il 50% dai Comuni di Brescia e Milano, che sotto l'egida della Provincia e dell'Ato di Brescia sta stringendo accordi con gli altri gestori. Ad oggi però al tavolo di confronto non si è ancora seduta Garda Uno, che insieme con Ags controlla tutte le prese a lago esistenti in Lombardia e Veneto (rispettivamente 7 e 3) e i cui sindaci hanno già espresso la loro preferenza per la creazione dell'Ato del Garda. Il timore è che A2A possa arrivare al Garda per rifornire la città di Brescia, che «ha bisogno di acqua pulita», riportava il quotidiano Bresciaoggi riferendo di un incontro promosso dai primi cittadini lombardi. Secondo il presidente di Garda Uno Mario Bocchio si tratterebbe però di una «preoccupazione che è stata amplificata e ha preso il carattere della notizia». Tuttavia, conclude, «se ci fosse un problema di natura potabile a Brescia o a Verona, non credo che i sindaci gardesani potrebbero opporsi».K.F. martedì 10 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 30 LA COMUNITÀ Collettore: «Associamoci per rifarlo insieme» Un'associazione temporanea di scopo (ats) tra Comunità del Garda, Comuni della sponda veronese e lombarda, Ags (Azienda gardesana servizi) spa di Peschiera e Garda Uno spa di Padenghe (Brescia) che elabori, realizzi e trovi finanziamenti per il «Piano di salvaguardia del territorio e delle acque del lago di Garda». Ciò sulla base di un progetto unitario di collettamento che accorpi quelli delle due società, per un totale di 210 milioni. Ha lanciato la proposta il presidente onorario della Comunità del Garda Aventino Frau, ieri, in un incontro a Garda cui erano invitati i sindaci della riviera veronese. Partecipazione scarsa, ha notato il sindaco «padrone di casa», Antonio Pasotti, che ha accolto comunque la proposta. Accanto lui i colleghi di Brenzone Tommaso Bertoncelli, di Castelnuovo Giovanni Peretti, di San Zeno di Montagna Maurizio Castellani, l'assessore all'ambiente di Bardolino Lauro Sabaini, il presidente del Comitato di vigilanza della Società depurazione benacensi Angelo Cresco e di Ags spa Alberto Tomei. Frau: «Si prevede la rimozione delle condotte sublacuali,un collettore di 39,07 km da Malcesine a Torri, Uno di 65,85
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km da Torri a Peschiera dove si potenzierebbe il depuratore per il Veronese», «Il Ministero ci ha chiesto di individuare un soggetto unitario con cui interloquire e che trovi finanziamenti. Siamo qui a proporre l'idea senza oneri per i Comuni».B.B. sabato 07 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 41 LA TRADIZIONE. Al via domani da Pai di Torri Staffetta con le bisse per la bandiera della «Serenissima» Tappe sul lago e in terraferma fino a Venezia in piazza S. Marco Domani alle 8.30 da Pai di sotto, frazione di Torri del Benaco, provenendo da Pai di sopra (dov'è la parrocchiale di San Marco), partirà la staffetta delle bisse che porteranno il gonfalone di San Marco a Peschiera alla basilica della Madonna del Frassino. L'iniziativa, cui ha aderito la Lega Bisse del Garda, rientra nella manifestazione «Da San Marco a San Marco» organizzata dall'associazione culturale «San Marco Evangelista», con l'associazione Veneto Nostro-Raixe Venete, il patrocinio della Regione, il sostegno dell'associazione Veneti nel mondo Onlus e della Diocesi di Verona. Il cammino del vessillo della Serenissima proseguirà poi sulla terraferma partendo, sabato 14 marzo alle 9 da Borghetto e attraversando Valeggio, Custoza, Sommacampagna, Lugagnano arriverà a Verona nella basilica di San Zeno alle 17. Dopo tappe nel Vicentino e Padovano la staffetta arriverà domenica 22 a Venezia, in piazza San Marco. Domani i «bissaioli» gardesani si alterneranno brandendo la bandiera di Venezia con tappe in ogni porto. Alle 9.15 l'arrivo a Torri, alle 10.30 a Garda. Poi Bardolino alle 11.20; alle 12 sosta a Cisano per la benedizione delle imbarcazioni e la preghiera del lago. Alle 13 scalo a Lazise, poi Ronchi di Castelnuovo, Peschiera e arrivo al santuario della Madonna del Frassino alle 16.30. Per gli equipaggi un prologo in chiave storica del torneo per la «Bandiera del lago», al via il 13 giugno a Garda.L.B. Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE Nasce ostello & hotel in riva al Sarca La Provincia ha approvato anche la ciclabile a sbalzo roberto vivaldelli La giunta provinciale ha deliberato alcune modifiche inerenti il piano attuativo di recupero dell'area «ex Macello» di via della Cinta ad Arco. Il progetto è noto e riguarda la costruzione di un ostello della gioventù al posto del vecchio oratorio; a questo si aggiunge la nuova ciclabile a sbalzo che dovrebbe sorgere proprio su via della Cinta e per la quale è stato votato dalla Provincia autonoma di Trento (Pat) un adeguamento di carattere urbanistico. Come riporta la delibera della Pat, infatti, «l'adozione del nuovo piano di recupero dell'area "ex macello" è finalizzata a perseguire una maggiore integrazione del percorso ciclabile previsto all'interno dell'area rispetto ai principali flussi ciclabili cittadini, nonché ad assicurare un miglior grado di sicurezza del percorso pedonale previsto all'interno dell'area». Inoltre, nell'area «ex Macello», è ora prevista la possibilità di insediare attività ricettive funzionali e integrative rispetto a quelle dell'ostello.
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«È una modifica al Piano - spiega l'assessore all'urbanistica e alla cultura Stefano Miori - e riguarda l'adeguamento della ciclabile a quello che è l'attuale progetto "a sbalzo". L'altra novità, ancora più significativa per noi, riguarda l'area dell'ex Macello, che verrà adibita a servizi integrativi all'ostello. In sostanza sarà una struttura ricettiva con camere più costose e di qualità, le quali serviranno a sostenere l'intera attività dal punto di vista economico». Una modifica attuata in previsione di un investimento futuro da parte di privati, in un momento in cui l'amministrazione non è certo in grado di sobbarcarsi da sola i costi dell'operazione: «Tutto questo è utile nel caso arrivi un finanziamento pubblico e privato - commenta Miori - tramite project financing (la finanza di progetto che in genere consente al privato di costruire e poi ottenere in gestione il bene per un precisato numero di anni ndr). Per attrarre di più potenziali investitori si è predisposto qualcosa di potenzialmente redditizio». L'area ex macello e l'ostello sarebbero dunque da considerarsi un'unica struttura ricettiva, e non due attività distinte: «La parte dell' ex oratorio diventerà un ostello ?classico' - commenta l'assessore all'urbanistica - mentre nell'altro edificio saranno offerti standard più elevati, anche se l'attività sarà poi una sola». L'idea di attuare questa modifica al Piano regolatore generale è partita molti anni fa e, nonostante l'ostello al momento non sia una delle proprietà dell'amministrazione comunale, c'è sempre la speranza che l'operazione possa interessare a qualche investitore: «La modifica chiaramente rende il tutto più appetibile. Ovviamente in questo momento - spiega l'assessore Miori - non sappiamo se ci saranno i soldi o meno, anche perché non c'è un interesse di finanziamento vivo e concreto. Si potrebbe realizzare magari all'interno di operazioni più articolate. L'ostello va realizzato - commenta l'assessore - anche se tra i grandi volumi presenti sul nostro comune, in questo momento, non è una priorità». In previsione della ciclabile a sbalzo su via della Cinta, la variante urbanistica approvata dalla Provincia di Trento prevede inoltre delle modifiche alla perimetrazione dei comparti interni al piano di recupero e l'adeguamento della perimetrazione dell'area Ex Macello definita dal Piano regolatore. Questa modifica è un ulteriore passo verso la realizzazione della tanto attesa passerella a sbalzo, il tassello mancante della rete ciclabile che collega la Valle dei Laghi al Garda. 13/03/15 Ledro, a maggio si vota per i municipi Si eleggerà il consiglio ma anche i rappresentanti di paese PAOLA MALCOTTI LEDRO ? Il 10 maggio prossimo, in concomitanza con l'elezione del nuovo consiglio comunale, i ledrensi aventi diritto al voto potranno designare anche i rappresentanti dei municipi. Dopo cinque anni di attesa, nell'ultima assemblea di civico consesso della settimana scorsa è stato infatti approvato (con un solo voto contrario, di Fabio Fedrigotti) il «Regolamento per il funzionamento e l'elezione dei municipi», dando così via libera all'investitura dei pro-sindaci e dei consultori, figure che avranno il compito di rappresentare la popolazione dei territori dei sei ex Comuni. Ad essi il comune unico delegherà uno degli aspetti organizzativi più delicati e importanti del governo pubblico, quello della gestione dei beni di uso civico, chiamando questi organi ad esprimere dei pareri anche in materia di piani strategici, piani urbanistici e varianti, bilanci preventivi, consuntivi e pluriennali degli investimenti, provvedimenti di carattere generale relativi alla gestione dei servizi, proposte in materia di toponomastica, nonché sulle sei riserve di caccia. I municipi - che avrebbero dovuto essere istituiti ancora nella primavera del 2010 contestualmente all'elezione del consiglio comunale di allora - sono infatti legittimati dallo statuto di Ledro quali «organismi privi di personalità giuridica ma con funzioni consultive e partecipative», un po' sulla falsariga delle circoscrizioni presenti nelle città, composti da un pro-sindaco e da un comitato di gestione formato da quattro consultori per ogni ex municipalità, il cui compenso - per indennità e gettone di presenza - potrebbe però non essere concesso qualora l'assemblea pubblica decidesse in tal senso. Tra meno di due mesi - e nel caso si propongano dei candidati - potrebbero dunque essere due e non una soltanto le
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schede che gli elettori ledrensi troveranno ai seggi, per sancire così con il proprio voto anche la nascita di una nuova realtà pubblica, finora unica in tutto il Trentino. «Fin dalla nascita del progetto di fusione, all'inizio degli anni ?90, la figura dei municipi è stata sempre presente nel dibattito politico - l'osservazione del consigliere di maggioranza Rolando Mora, inserita in un ordine del giorno approvato dal civico consesso - come elemento di raccordo fra l'auspicato comune unico e le sei amministrazioni di origine. La motivazione stava nel fatto che dopo secoli di vita autonoma era necessario salvaguardare una rappresentanza dei territori nella vita del nuovo ente nonché nella gestione dei beni di uso civico, onde evitare uno scollamento fra la popolazione, abituata ad avere un contatto quotidiano con il sindaco, e l'amministrazione del nuovo comune. Il nostro percorso pilota di fusione non può dunque farci dimenticare gli impegni presi con la gente al momento del referendum del 2008 e della nostra elezione nel 2010, così come le ragioni sottese alla nascita dei municipi, oggi più che mai attuali considerato che in questi anni è stato toccato con mano nella realtà quotidiana il paventato distacco fra popolazione e amministrazione». 13/03/2015 Ex Pavese: 3,5 milioni in bilancio Torbole La prossima amministrazione dovrà concludere la ristrutturazione di un'opera tanto discussa chiara turrini NAGO-TORBOLE - Si sta discutendo in questi giorni in consiglio comunale, ma il bilancio di previsione per il 2015 di Nago Torbole è già stato approvato in bozza dalla giunta del sindaco Luca Civettini. Nonostante il drastico -20% sui contributi erogati dalla Provincia, cioè circa -165.000 euro rispetto allo scorso anno, il bilancio nago-torbolano mantiene l'andamento senza infamia e senza lode degli ultimi anni. É pareggio sostanziale: per un importo totale di 13.833.050 euro. Questo bilancio prevede inoltre l'estinzione anticipata (entro giugno) di tutti i mutui ancora accesi: ciò consentirà di abbassare le spese correnti e liberare nuove risorse per circa 500 mila euro, destinati a investimenti. Un tema caldo, la Pavese, di cui si parlerà molto anche nel corso dell'imminente campagna elettorale. Solo il piano terra della struttura infatti è utilizzato: da tempo ospita una succursale della bresciana Accademia di Belle Arti Laba, che proprio ieri ha rinnovato il contratto di affitto per meno di 50 mila euro annui, per altri tre anni, vincendo la gara indetta dal Comune (unica concorrente). Il destino del primo e del secondo livello dell'edificio sembrava essere deciso, dedicato a nuova sede municipale. Ma in questi anni l'amministrazione non ha potuto realizzare l'opera: «Un po' di rammarico per non essere riusciti a terminare tutto ? ha già confessato l'assessore Martinelli - la gente pensa che sia stata una nostra mancanza, ma non è così». L'ex Colonia Pavese non fu completata nella legislazione precedente perché i finanziamenti per la struttura furono dirottati all'antisismica, mentre l'era Civettini si è arenata in un fallimentare tentativo di project financing da parte di un privato. Dopo aver perso un anno e mezzo nell'includente dialogo privato-pubblico, strada intrapresa dal Comune su consiglio della Provincia, si decise di cambiare strada e di sobbarcarsi l'opera. Il bilancio 2015 tiene conto dei 3,5 milioni necessari a trasformare i due piani dell'ex Colonia in Municipio. Il progetto comprende il documento di programmazione economica richiesto dalla legge provinciale per garantire un piano di sostenibilità complessivo. «La prossima amministrazione deciderà se adottare questo documento, steso dall'ingegner Volpato, e quindi continuare l'iter con l'appalto dei lavori» spiega Martinelli, che però ammette la mancanza di idee per la destinazione dell'ultimo livello dell'edificio. «In realtà, una seconda opzione che proposi comprende la sistemazione dell'intera struttura esterna della Colonia»: con un'aggiunta di 750 mila euro, da recuperare con la vendita del municipio attuale, continua, si poteva ad esempio sigillare anche il tetto, concludendo tutti i lavori. La prossima legislatura sarà decisiva, anche se i pareri sono già divisi tra le fazioni in campagna elettorale. Mentre Civettini sindaco uscente porta avanti questa linea di pensiero, l'oppositore Morandi si batte invece per una destinazione altra, ancora da trovare, purché porti indotto e crei lavoro. Tutt'altro che semplice. «Speriamo che la prossima amministrazione riesca a concludere il progetto» augura l'assessore. 12/03/15
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Acqua del lago da bere Brescia rilancia l'idea La Comunità del Garda: «C'è una richiesta I Comuni trentini ne sono a conoscenza» PAOLO LISERRE La società per azioni «Garda Uno», che in provincia di Brescia ha la gestione delle acque captate dal lago di Garda, ha presentato formale richiesta corredata da un progetto per il «potenziamento del prelievo delle acque del lago» per incrementare l'approvvigionamento dell'acqua da bere a favore della città di Brescia e della provincia. L'acqua, una volta prelevata (e se verrà prelevata), verrebbe gestita direttamente dalla spa «A2A», società quotata in Borsa e nata nel 2008 dalla fusione delle ex aziende municipali di Milano (Aem e Amsa) e di Brescia (Asm). L'obiettivo è quello di incrementare l'utenza del 70%, portandola dalle attuali 400 mila a 680 mila persone che consumerebbero a fini potabili l'acqua del Garda. Ad alzare il velo su un progetto che chiama in causa anche la parte trentina del Garda, sono stati in queste ore i consiglieri comunali di opposizione Giovanni Rullo e Gabriella Santuliana (M5S), Andrea Ravagni (Arco Virtuosa), Bruna Todeschi (Arco Futura), Claudio Del Fabbro e Daniele Braus (SiamoArco) che hanno presentato un'interrogazione al sindaco Alessandro Betta per sapere, tra l'altro, se l'amministrazione comunale arcense è a conoscenza di questo progetto. Considerando che lo stesso sindaco Betta siede nel consiglio direttivo della Comunità del Garda, che il progetto lo conosce benissimo. Secondo le informazioni ribadite peraltro in due incontri pubblici svoltisi a febbraio nel bresciano (l'ultimo a Salò), la quantità di acqua che verrebbe prelevata dalla sponda bresciana del lago si aggirerebbe attorno ai 2.000 litri/secondo, «una quantità - affermano nell'interrogazione i consiglieri - che si traduce in circa 15 centimetri in meno del livello di altezza del lago». Il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa conferma la richiesta della società A2A e parla di un prelievo di 2/3.000 litri al secondo. «Il progetto c'è - ammette Ceresa - E di questo ne sono a conoscenza anche i Comuni trentini che aderiscono alla Comunità del Garda, Arco e Nago-Torbole in primis. La proposta peraltro era contenute nella cartella dell'ultima assemblea del 9 febbraio scorso e l'assessore arcense Maria Luisa Tavernini ha partecipato ad alcune riunioni che hanno affrontato anche questo tema. Non ricordo però se il 9 febbraio vi fosse o no». Il segretario Ceresa rimarca però la volontà del massimo coinvolgimento dei Comuni rivieraschi e della Comunità del Garda e il fatto che «ad oggi non vi sia ancora nulla di deciso». «Tanto è vero - fa sapere Ceresa - che proprio lunedì i Comuni bresciani del Garda hanno imposto un alt ribadendo che la decisione finale spetta a tutto il Garda. Non subiremo prevaricazioni. Stiamo monitorando la situazione». 07/03/2015 Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO 2015-03-09, LOMBARDI E TEDESCHI IN MASSA SUL NOSTRO LAGO di Matteo Cassol wALTO GARDA Il dato delle presenze turistiche (3.100.807) è stato da record per il 2014 altogardesano. Lo ha messo nero su bianco il bilancio stilato da Ingarda Trentino spa. Che spera di poter bissare, se non migliorare, questi dati. C'è da notare che un piccolo aiuto al +0,6% nei pernottamenti (a fronte di un +2,6% di arrivi, quindi la permanenza media è stata minore), può essere giunto dall'aumento di posti letto registrato in Busa
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rispetto al 2013: 29.878 (di cui 12.324 a Riva, 6.343 a Nago-Torbole, 7.400 ad Arco, 2.435 a Tenno, 1.195 a Dro e 181 a Drena) contro i 29.784 di dodici mesi prima. Tra gli italiani, il maggior numero di presenze nell'Alto Garda nel 2014 (il dato non comprende alloggi per uso turistico e seconde case) è stato garantito da lombardi (25% sul totale dei connazionali), veneti (16,1%) ed emiliano-romagnoli (13,5%), seguiti da laziali (6,1%), trentini (5,7%), altoatesini (5,5%), piemontesi (5,1%), toscani (4,6%), campani (2,8%) e pugliesi (2,7%). Nella top 10, i pernottamenti sono calati per tutti tranne che per gli altoatesini (+12,1%): -4,9% i lombardi, -2,1% i veneti, -1,4% gli emiliano-romagnoli, -6,8% i laziali, -3,0% i trentini, -8,9% i piemontesi, -6,9% i toscani, -10,3% i campani, -21,3% i pugliesi. In generale, le presenze italiane sono calate del 3,8%. Coloro che sono rimasti in media più giorni sono i trentini (4,2 giorni), seguiti da molisani (4,1), pugliesi (4), laziali (3,8), calabresi (3,4), siciliani (3,4), lucani (3,2), abruzzesi (3,1), sardi (3) e campani (2,9). A rimanere meno, gli altoatesini e i valdostani (2,2). La media è di 2,6 giorni; anche in questo caso i dati non comprendono gli alloggi per uso turistico e le seconde case: in realtà la permanenza media degli italiani, con l'aggiunta delle altre voci (non disponibili disaggregate per regioni), arriva a 5,9 giorni, contro i 5,5 degli stranieri. I più avvezzi a stare in albergo sono molisani (87,9% sui pernottamenti rilevabili), lucani (86,6%), toscani (73,2%), campani (72,6%) e siciliani (72,6%), mentre i più inclini all'extralberghiero sono stati trentini (56,9%), altoatesini (50,3%), umbri (36,2%), laziali (35,2%) ed emiliano-romagnoli (33,8%). La top 10 della nazioni vede al primo posto la Germania (1.447.167 presenze, il 46,7% del totale), Italia (18,7%), Regno Unito (7,2%), Austria (5,3%), Paesi Bassi (3,2%), Svizzera (2,3%), Repubblica Ceca (2,1%), Belgio (1,7%), Irlanda (1,6%) e Danimarca (1,2%). Tra questi, i più "albergofili" sono irlandesi (96% di pernottamenti) e britannici (92,3%), mentre i più legati all'extralberghiero sono olandesi (68,6%) e cechi (65,6%), con italiani a ruota (55,2%) e, più staccati, i germanici (42,9%). Dati significativi che dimostrano quanto sia importante investire sulla promozione e sulla capacità ricettiva dell’Alto Garda e Ledro. 2015-03-08, PROVINCE DEL GARDA, PROMOZIONE UNICA ALTO GARDA Il Trentino unisce sempre più le forze con Lombardia e Veneto per la valorizzazione del lago di Garda. Nell'ambito della fiera Itb di Berlino, infatti, l'assessore al turismo della Provincia di Trento Michele Dallapiccola ha firmato assieme agli omologhi della Regione Lombardia, Mauro Paolini, e della Regione Veneto, Marino Finozzi, una lettera di intenti per la promozione congiunta del Benaco sottoscritta poi anche dal Consorzio Garda Unico. Con questo documento le amministrazioni trentina, lombarda e veneta si impegnano a proseguire la collaborazione interregionale volta allo sviluppo di iniziative promozionali unitarie del lago di Garda in campo turistico, quali ad esempio le manifestazioni fieristiche di settore, le azioni di promozione attraverso gli strumenti legati alle tecnologie e a canali web, la costruzione e la commercializzazione dei prodotti turistici e delle eccellenze gardesane in una logica di sistema. L'accordo prevede anche di sviluppare un'attività di programmazione condivisa per il triennio 2016-2018, in raccordo con il Consorzio Garda Unico. Provincia di Trento, Regione Lombardia e Regione Veneto si impegnano anche, ancorché in forma non vincolante, a individuare risorse compatibili con le rispettive disponibilità di bilancio, mentre il Garda Unico si impegna a predisporre un progetto di sviluppo promozionale che verrà sottoposto al confronto delle amministrazioni. La considerazione di partenza per la lettera di intenti è il riconoscimento del fatto che il settore turistico rappresenta per i tre territori un asset strategico fondamentale per lo sviluppo del sistema economico locale, oggetto di specifiche iniziative e politiche di sostegno e valorizzazione sui mercati di riferimento. (m.cass.) Torna all’elenco dei quotidiani
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
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2015-03-11, PIROMANI IN AZIONE SUL MINCIO DISTRUTTI CENTO ETTARI DI CANNETI RODIGO (Rivalta) Cento ettari di canneti divorati dalle fiamme. Quattro imponenti incendi, di chiara origine dolosa, sono divampati ieri tra Rivalta, Grazie e Soave, nel cuore delle Valli del Mincio, distruggendo non solo le canne, ma anche i primi nidi delle specie di volatili, che popolano l’area, una delle zone umide più importanti e suggestive d’Europa. Per domare i roghi, irraggiungibili con i mezzi di terra, è stato necessario l’intervento di un elicottero antincendio della Protezione civile regionale, decollato da Curno. Solo dopo un’ora e mezza di lavoro e l’impiego di 23mila litri d’acqua, pescata dal fiume e gettata sulle fiamme con 45 lanci, gli incendi sono stati finalmente spenti. L’emergenza è scattata attorno alle 13, quando alcuni cittadini hanno avvistato le fiamme e dato l’allarme. Sul posto sono immediatamente accorsi i vigili del fuoco, che hanno presidiato la zona nord di Rivalta, dove il rogo era molto vicino ad alcune abitazioni. Poco dopo sono arrivati anche due funzionari del Parco del Mincio, un paio di guardie ecologiche volontarie ed una pattuglia del Corpo forestale dello Stato. I soccorritori mostrano un triangolo annerito, in mezzo alla desolazione del canneto andato in fumo, spiegando: «Il fuoco viene appiccato da persone che si spostano con le barche» dicono. Gli incendi selvaggi di ieri si sommano a quello divampato lunedì sera, quando le fiamme si sono pericolosamente avvicinate ad alcuni edifici, tra i quali la filiale di Mantovabanca ed il negozio Europoltrona. Per reagire alla ferita inferta alle Valli, sito d’importanza comunitaria, e scongiurare il rischio di ulteriori incendi selvaggi, il Parco ha emesso un’ordinanza, con cui vieta la navigazione di tutti i natanti (esclusi quelli degli operatori turistici) fino alla fine del mese, e ha predisposto l’attivazione di postazioni mobili di videosorveglianza. L’ente, inoltre, ha sporto denuncia in procura contro ignoti e l’ha trasmessa all’agenzia di assicurazioni. «L’habitat delle Valli e la sua avifauna protetta, che in questi giorni è in piena nidificazione, hanno subito un grave sfregio – commenta il presidente Maurizio Pellizzer – invochiamo la reazione dei cittadini per bene, perché stiamo pagando tutti, con i soldi della comunità, il comportamento incivile di pochi imbecilli, che vanno individuati ed isolati». Ma sono davvero pochi? Ascoltando le conversazioni per le strade di Rivalta e leggendo i commenti degli incendi su Facebook, qualche dubbio sorge. Diversi cittadini, alcuni dei quali dichiaratamente ambientalisti, sostengono che la bruciatura sia l’unico sistema valido per rigenerare i canneti. Ricordano anche che, finché una normativa europea non l’ha vietato, anche il Parco del Mincio promuoveva questo metodo. Dimenticano, però, che la bruciatura doveva essere effettuata rigorosamente prima del 25 febbraio, ed era autorizzata solo se effettuata a rotazione e preceduta da interventi preparatori. In questi giorni è già in corso la nidificazione e gli incendi potrebbero aver decimato gli aironi, i falchi, i cigni reali e le tante altre specie rare, che arricchiscono la fauna della zona. I piromani, dunque, oltre ad aver commesso un reato penale, hanno danneggiato l’ecosistema, provocando ripercussioni negative anche sul turismo. Rita Lafelli Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Venerdì 13 Marzo, 2015 - BRESCIA Turismo sostenibile La Regione premia il Basso Garda La Regione premia il dialogo. O, meglio, la capacità di lavorare insieme. E riconosce risorse a fondo perduto a sindaci che dimostrano di investire sul proprio territorio per renderlo più «attrattivo». Sono infatti 11 i comuni del Basso Garda che hanno deciso di collaborare per il miglioramento dell’offerta turistica. Il loro progetto – «Garda L@ke, un
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lago di opportunità» – è stato premiato con 385 mila euro. È vero, sono risorse a fondo perduto, ma il Pirellone – ieri rappresentato da Mauro Parolini – non ha lasciato nulla al caso. Quei fondi l’assessore regionale al Turismo li ha destinati a chi già l’anno scorso ha iniziato a investire sul territorio con una serie di opere pubbliche. Desenzano, ad esempio, riqualifica la Spiaggia d’oro di Rivoltella, Pozzolengo posa un nuovo arredo urbano, Bedizzole mette a nuovo il centro sportivo, Soiano installa un sistema digitale di informazione turistica, Padenghe abbatte diverse barriere architettoniche. Da Sirmione all’Unione dei comuni della Valtenesi, 11 amministrazioni investono un milione di euro. Sono risorse dei comuni. Una spesa che il Pirellone premia aggiungendo 385 mila euro. «Questi progetti – sostiene l’assessore Parolini – dimostrano che la mentalità giusta è quella di sfruttare ogni occasione». La strategia è quella di puntare sul turismo sostenibile, dare più visibilità ai comuni dell’entroterra e rendere il territorio più fruibile. E per far tutto questo il progetto prevede diversi step. Il primo è oltrepassare la frammentazione nella logiche di promozione. Il Garda è un tutt’uno, bisogna superare la logica che un percorso ciclabile si interrompe dove finisce un confine amministrativo. I turisti non lo capiscono. Fanno confusione. E rischiano pure di perdersi. Per evitare tutto ciò uno degli obiettivi è potenziare la copertura delle reti wi-fi (libere). Se comuni e Regione investono sulla potenza del segnale, ci sono vantaggi per tutti: i turisti visualizzano chiese da visitare, orari di apertura di parchi e musei, piste ciclabili. E decine tra ristoranti, bar, alberghi e B&B. In definitiva, il progetto coinvolge privati, associazioni di categoria e diversi comuni. A unire questi soggetti in un partenariato è stata Saef, società bresciana specializzata in bandi e finanza agevolata.
Mercoledì 11 Marzo, 2015 - CORRIERE DEL VENETO - VERONA Catullo in rosso ma senza debiti Arena: «Pronti per il rilancio» Il presidente: «Perdite da accantonamenti, società solida». Save sale al 40,3% NOTIZIE CORRELATE VERONA Il Catullo chiude il bilancio 2014 con un aumento delle perdite ma si libera del fardello storico del debito: «Mai successo negli ultimi dieci anni», tiene subito a sottolineare il presidente Paolo Arena. Il consiglio di amministrazione ha approvato ieri i primi conti della nuova epoca targata Save. Che, peraltro, sale alla quota del 40,3% della compagine azionaria, avvicinandosi ulteriormente al nocciolo duro dei soci pubblici raccolti in Aerogest (47%). Presidente, si sta compiendo la conquista del controllo da parte del gruppo di Enrico Marchi? «Si è compiuta semplicemente un’operazione di acquisto delle partecipazioni del Banco Popolare, della Camera di commercio di Brescia e della Provincia di Mantova, tutti soci che hanno scelto il diritto di recesso in seguito all’integrazione con Save. E il nuovo azionista ha esercitato il diritto a rilevarle. Ma non ci saranno ulteriori passi a breve: gli accordi sottoscritti fissano per i prossimi 5 anni una differenza di almeno cinque punti a favore di Aerogest nel confronto con le quote con Save». Come commenta i numeri del bilancio? «Li giudico interessanti, perché se si guarda oltre l’ultima riga che vede il risultato consolidato negativo, scopriamo fondamentali in miglioramento. Mi riferisco alla redditività (Ebitda in crescita del 27% a 8,2 milioni), al fatturato (36,8 milioni, +9% rispetto al 2013) e soprattutto al debito, che abbiamo azzerato. Anzi, la società ora mostra una posizione finanziaria netta positiva per 10,3 milioni». Questo è un effetto dell’aumento di capitale. «Certo. Però gli aumenti di capitale li facevamo anche negli anni precedenti, e l’indebitamento non calava». C’è poi, però, questo sensibile peggioramento del risultato netto: -8,8 milioni contro i -3,2 milioni dell’anno precedente. Frutto tra l’altro di 2,2 milioni per accantonamenti da eventuali contenziosi per la ristrutturazione del personale, e di un carico fiscale più elevato. «Oggi la società è liquida e ben patrimonializzata. Questo è ciò che conta davvero per farla ripartire». Ma l’utile si potrà rivedere nel 2015?
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«Per quanto riguarda la business unit del Catullo, senz’altro. Resta la vicenda dello scalo di Montichiari, il cui rilancio dipende dall’intesa che stiamo cercando di finalizzare con Sacbo di Bergamo». A proposito: con molto ottimismo si era parlato di un accordo entro i primi mesi dell’anno... «La volontà, da parte di entrambi, è di fare il più velocemente possibile. Come sapete però in queste cose subentrano problematiche che richiedono tempi tecnici». A giugno c’è la sentenza del Consiglio di Stato sulla concessione di Montichiari. «Credo appunto che lo sforzo sia quello di arrivare in tempo utile per quella scadenza. Siamo in dirittura d’arrivo, anche se non me la sento di dare scadenze precise». E il piano industriale? Marchi ha parlato di 70 milioni di investimenti, di cui 42 nei prossimi quattro anni. «Il management sta lavorando intensamente per l’aggiornamento del business plan da sottoporre ai soci. Presto si potrà avere un quadro completo di obiettivi di bilancio e risorse finanziarie». Ma la famosa e tanto annunciata ripresa si intravede sulla pista di Villafranca? «I primi due mesi hanno risentito di alcune criticità come quelle relative al traffico charter dalla Russia, in sensibile calo per la crisi finanziaria di quel Paese. Se poi aggiungiamo che lo scorso anno ci è venuta a mancare Air One e che Meridiana continua ad avere difficoltà, la risalita non è certo facile. Però con il programma estivo che sancirà il ritorno di Ryanair e l’aumento dell’offerta di Volotea ci sono tutte le premesse per recuperare. La nostra attesa è di una crescita complessiva del traffico a fine anno». Claudio Trabona Mercoledì 11 Marzo, 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO – TRENTO Turismo, arriva Confesercenti Con Asat e Unat le associazioni sono tre. Libardi e Bort tranquilli. Coordina Zampiccoli TRENTO Nasce la terza associazione di albergatori in Trentino. L’iniziativa è di Confesercenti, che porta a livello locale Assoturismo, forte di 52.000 imprese iscritte in Italia. Coordinatore è Ettore Zampiccoli. Asat e Unat dicono di non essere preoccupate. Nell’ultimo numero del mensile di Confesercenti viene descritta l’iniziativa. Il turismo è un settore centrale in Trentino, ma anche se «la grande crisi che stiamo attraversando ha in parte risparmiato il settore, ci vorrebbe un’analisi seria dei cambiamenti dei mercati e del posizionamento del Trentino a livello internazionale e quindi, alla luce dei risultati, la concretizzazione di una serie di indirizzi e di provvedimenti legislativi utili per il comparto». Zampiccoli, esperto del settore, giornalista professionista ed ex coordinatore di Forza Italia, auspica che Assoturismo si faccia portavoce delle esigenze delle imprese, «con proposte e progettualità presso i livelli burocratici, istituzionali e politici preposti a gestire le risorse e le prospettive del Trentino». Bort, presidente dell’Unat e dell’Unione, oltre che della Camera di commercio, è sereno: «Assoturismo rientra nella libera iniziativa dell’associazione e chiaramente deriva dall’esperienza nazionale. Diciamo che Confesercenti Trento ha deciso di dare gambe a questa iniziativa. Da parte mia, per rispetto nei confronti delle altre realtà, non esprimo giudizi». «Forse — aggiunge però — già due associazioni erano abbastanza. Ma, come si dice, non c’è due senza tre. Di certo non mi affanno e non mi preoccupo. Se hanno deciso di prendere questa decisione bene, certo non sarà facile». L’associazione di Bort, lo ricorda lui stesso, nasce da una scissione: «Oltre 30 anni fa tutti gli albergatori erano all’interno dell’Ascom. Poi l’Asat ha scelto una strada autonoma e in seguito un gruppo di albergatori, tra cui c’ero io, ha aderito al progetto che avrebbe fatto evolvere l’Ascom in quella che è diventata l’Unione». Confesercenti, con il suo ormai past president Loris Lombardini, è stata protagonista della nascita di Rete imprese Italia a Trento, assieme a Unione e Artigiani. Cambierà qualcosa ora? «Non cambia nulla» assicura Bort. Ieri pomeriggio Luca Libardi, presidente dell’Asat, ha incontrato i rappresentanti della nuova realtà. «Assoturismo c’è a livello nazionale — sottolinea — per cui Confesercenti è stata sollecitata a ricreare a livello locale lo stesso schema. Oggi loro pensano di raggiungere quella fascia delle imprese turistiche che condividono con l’Unat. Il target insomma è quello degli esercizi complementari al comparto turistico. Non possiamo da parte nostra leggere questa iniziativa
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come la volontà di pestare i piedi ad Asat». «Sui temi che interessano tutte le categorie — aggiunge Libardi — spero che ci sia compattezza, evitando che vadano disperse le risorse pubbliche. Le sigle hanno un ruolo, ma gli uomini contano di più». «Dal canto nostro questa novità non è un problema in più — continua — potrà allargare le opportunità per gli imprenditori turistici. Sempre che gli obiettivi vengano realmente condivisi e non si coltivi ognuno il proprio orto. Noi con l’Unat ultimamente ci stiamo muovendo con molta sintonia». La speranza è che anche Assoturismo-Confesercenti faccia la sua parte. Enrico Orfano Sabato 7 Marzo, 2015 - BRESCIA Previsioni del (tempo) futuro A fine secolo la stagione invernale sarà più mite di quella attuale e il lago di Garda — dicono gli esperti del clima — potrebbe persino competere con la riviera ligure. Qualcuno penserà che sia una buona notizia, ma in realtà è l’opposto. Nel 2100, infatti, la temperatura dell’acqua del Benaco dovrebbe aumentare di quattro gradi. «E questo — spiega Antonio Ballarin Denti, professore di Fisica dell’ambiente all’Università Cattolica di Brescia — comporta ulteriore sviluppo di alghe e impatti negativi sulla biodiversità». Sì, perché nelle acque del Garda le alghe sono una criticità già oggi. Un eccesso può provocare problemi di balneabilità, ma in futuro anche di potabilità dell’acqua. A Brescia, per fortuna, non si chiudono gli occhi su questi scenari. Anzi, ne discuteranno questa mattina a Salò studiosi provenienti da tutta Italia. Organizzato dal professor Alfredo Marzocchi dell’Università Cattolica di Brescia e dall’Ateneo di Salò, il convegno prende terribilmente sul serio l’argomento. E non a caso si intitola così: «L’Umanità esisterà ancora per il 600esimo dell’Ateneo?». Ovvero, cosa succederà tra 150 anni al Benaco? Se la vita umana è nata dall’acqua, è logico pensare che anche il suo futuro sia legato a quello che succederà alle grandi fonti di «oro blu». E il Garda, che oggi è visto come un luogo suggestivo che attrae milioni di turisti, domani sarà la principale fonte idrica per il Nord d’Italia. Sono diversi gli studi internazionali, tra cui Eulakes, che lo confermano. Conservare potabile la sua acqua e ridurre i danni all’ecosistema costituiscono una sfida per tutta la comunità. I grandi laghi alpini come il Garda «diventeranno strategici», sostiene il professor Ballarin Denti. Che non a caso auspica «politiche più severe» per la gestione delle acque. Ad esempio, bisognerebbe impedire «i natanti a motore termico, favorire le funzioni ecologiche delle fasce riparie (i famosi canneti), regolare meglio la pesca». Sono solo alcune delle possibili soluzioni di cui si discuterà stamattina. L’idea del convegno, infatti, è cercare di offrire «strumenti di comprensione utili anche gli amministratori», racconta Alfredo Marzocchi. Agire per tempo è fondamentale, ma per farlo bisogna prima prendere consapevolezza dei problemi. Lo scenario è questo. Secondo l’Istituto intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) la temperatura della Terra nel 2100 registrerà un aumento tra gli 1,8 e i 4 gradi. Sul Garda, quindi, non c’è da stupirsi se aumenteranno «gli eventi estremi», ricorda Ballarin Denti. D’estate le precipitazioni potrebbero calare del 15 per cento e la temperatura aumentare di 4,5 gradi. D’inverno farà più caldo, ma le piogge dovrebbero intensificarsi (+20%) e questo potrebbe evitare che il Benaco scenda di livello. Tutti i ghiacciai dell’Adamello-Presanella subiranno riduzioni e «i più piccoli apparati — racconta Carlo Baroni dell’Università di Pisa — tenderanno a scomparire». Eppure il rilascio di acqua dolce dovuto alla fusione glaciale «non avrà impatti rilevanti sul Garda che — ricorda il docente — è regolato artificialmente». Insomma, i turisti non spariranno, ma è più facile immaginare che ci sarà un’inversione di tendenza. Con tanti tedeschi e olandesi che sceglieranno le rive del Benaco d’inverno, come a fine Ottocento. Di certo la salvaguardia del territorio rappresenta una sfida cruciale, che sarebbe sbagliato (e pericoloso) lasciare in eredità alle prossime generazioni. Già oggi esistono strumenti che hanno spinto regioni dell’Europa a intraprendere «comuni azioni di tutela ambientale e di sviluppo economico verde. E i comuni del Garda — sostiene Ballarin Denti — farebbero bene ad associarsi». Come dire, chi non si muove è perduto . Matteo Trebeschi Torna all’elenco dei quotidiani
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ALTRE FONTI L’espresso – 13/03/2015
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