SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 27 febbraio al 4 marzo 2016 •
da BRESCIA OGGI
•
dal GIORNALE DI BRESCIA
•
da L’ARENA
•
da L’ADIGE
•
dal TRENTINO
•
dal CORRIERE DELLA SERA
da BRESCIA OGGI giovedì 03 marzo 2016 – PROVINCIA – Pagina 17 IL PROGETTO. Gli occhi elettronici dell'Europa saranno puntati per quattro anni sul lago Inquinamento delle acque: i droni vigileranno sul Garda Luciano Scarpetta Le fonti di contaminazione da metalli e da idrocarburi saranno geolocalizzate per trovare contromisure Per quattro anni gli occhi... elettronici dell'Europa saranno puntati sul Garda. Dal primo giugno di quest'anno al 31 gennaio 2020, il lago saranno scrutate dalla piccola flotta di droni di «IntCatch». I risultati del monitoraggio dello stato di salute delle acque oltre a dare risposte incisive ai problemi di inquinamento, serviranno a stendere dei protocolli di interventi replicabili in altri bacini idrici europei. Il Garda insomma farà da «cavia». IL PROGRAMMA nasce dalla collaborazione tra l'Università di Verona, il laboratorio di ingegneria chimica dell'ambiente e dei bioprocessi (Lablcab)
Rassegna stampa gardesana
e Ags, l'Azienda Gardesana Servizi. Equipaggiati con una serie di sensori che permettono la misura di parametri fondamentali per monitorare lo stato di salute del bacino idrico, come ossigeno disciolto, ph, conducibilità, metalli e idrocarburi, i cinque droni consentiranno nei prossimi anni di geo-localizzare i dati acquisiti, riportando cioè la posizione in cui sono stati misurati. Trasmesse sulla rete e immagazzinate in un sistema cloud, le rilevazioni offriranno poi al personale tecnico di creare una mappa, densa di letture, immediatamente disponibile. Il progetto da 8.770.935 euro è finanziato da Horizon 2020, programma europeo per la ricerca e l'innovazione. Oltre al Garda sono coinvolti a livello scientifico Londra, Vienna, Gottinga, Atene e Barcellona. I droini saranno impiegati anche sul corso del fiume Tamigi e i risultati delle ricerche nei due siti, saranno utilizzati sul lago greco di Yliki e sul fiume Ter che rifornisce d'acqua Barcellona. «I lavori - spiega Francesco Fatone coordinatore delle attività di Ingegneria ambientale dell'Università di Verona e responsabile del progetto IntCatch -, consisteranno in un significativo numero di campagne di acquisizione dati con i droni acquatici in vari punti del lago di Garda in diversi periodi dell'anno, anche a seguito di significativi eventi meteorologici e consentiranno di monitorare in maniera puntuale tutto il bacino benacense». LabIcab validerà anche i sistemi di trattamento avanzati delle acque meteoriche collettate in fognatura mista con l'obiettivo di approfondire la rimozione degli inquinanti convenzionali (solidi sospesi, sostanza organica, organismi patogeni), dei metalli pesanti e dei contaminanti organici (idrocarburi policiclici aromatici, diossine, pesticidi) presenti nel lago. Si cercherà in sostanza di prevenire l'inquinamento immediato ma anche quello cronico: «Dai risultati del progetto IntCatch - conclude Francesco Fatone -, si contribuirà a determinare quale lago stiamo lasciando alle generazioni future»
sabato 27 febbraio 2016 – PROVINCIA – Pagina 24 IL CASO. Il tracciato dell'Alta velocità ferroviaria appoggiato dal Governo fa insorgere enti, associazioni e viticoltori Tav, sfreccia solo lo scetticismo «Progetto ancora in alto mare» Alessandro Gatta Cantieri meno invasivi? «Ci sono tante altre zone minacciate dai treni» Indennità per spostare i vigneti? «Ma cambierebbe la qualità del vino» Non è ancora finita. La battaglia no Tav, quella istituzionale, rimane aggrappata al filo di una speranza che ancora non si arrende: il parere ultimo, decisivo, del ministero delle Infrastrutture. Fino ad allora tutto è possibile, e anche il progetto definitivo licenziato dal dicastero dell'Ambiente il 22 febbraio è definitivo solo sulla carta. MA IL TEMPO stringe. «Vero, il ministero dell'Ambiente ha dato parere positivo - spiega Maurizio Tira, assessore all'urbanistica a Desenzano - ma non ha valutato tutto il progetto, ha verificato solo alcune modifiche rispetto al progetto preliminare. Adesso tocca al ministero dei Trasporti, che deve ancora valutare le osservazioni presentate il 6 novembre 2014, in conferenza dei servizi». La linea da allora non è cambiata: Desenzano è capofila del «consorzio» di Comuni (Pozzolengo, Peschiera, Castelnuovo, Sona, Sommacampagna, Ponti sul Mincio) che si oppone alla Tav proponendo il potenziamento della tratta storica. Troppe le criticità: la durata dei lavori, calcolata in 87 mesi, interventi invasivi come la nuova galleria tra Desenzano e Lonato, i cantieri, l'esproprio centinaia di ettari di aree agricole. Tra le modifiche proposte da Cepav2 ci sarebbe in realtà una prima riduzione dell'impatto dei cantieri, ad esempio comprimendo le aree di Lonato e Desenzano, evitando che vadano così ad occupare parte dell'area archeologica del Lavagnone. «Ma anche così i problemi non si risolvono - continua Tira - perché il tracciato e il cantiere interessano zone delicate, come la cascina Serraglio: o il progetto cambia, o l'azienda, aperta dal 1951, chiude». Altri punti critici: cascina Caporale e cascina Armea, la strada comunale di Centenaro e Vaccarolo, la fascia boscata di Montelungo. Ma anche la zona della Roveglia di Pozzolengo, o il laghetto del Frassino a Peschiera. «Il ministero dell'Ambiente ha voluto suonare i tamburi
Rassegna stampa gardesana
prima del tempo - incalza Gabriele Lovisetto del Comitato Colline Moreniche - Sappiamo che la procedura è tutt'altro che chiusa, e che le osservazioni devono ancora essere analizzate. Speriamo che questo Governo lo capisca, che riesca ad accorgersi in tempo degli effetti devastanti della Tav in un territorio che ha davvero troppe eccellenze». Tra queste, i vigneti: ne saranno espropriati 70 ettari, di cui 57 vitati a Lugana. L'ultima proposta: incentivi alla ripiantumazione dei vigneti persi in altri terreni adesso incolti. «Per loro è tutto semplice - continua Lovisetto - ma per spostare un vigneto ci sarebbe da spostare un territorio che porta con sè 1 milione di anni di storia». La voce dei produttori: «Mi pare la solita soluzione all'italiana - commenta Fabio Contato, vicepresidente del Consorzio Lugana - Così non basta. I terreni che andranno persi son quelli che costeggiano l'autostrada, la zona morenica più argillosa. Le vigne si possono piantare da un'altra parte, ma il vino perderebbe tutte le sue caratteristiche». Torna all’elenco dei quotidiani
dal GIORNALE DI BRESCIA
Rassegna stampa gardesana
Rassegna stampa gardesana
Rassegna stampa gardesana
Torna all’elenco dei quotidiani da L’ARENA venerdì 04 marzo 2016 – PROVINCIA – Pagina 29 PESCHIERA. Raffiche a 110 chilometri l'ora Forte lagheggiata e le alghe invadono il litorale Il sindaco Gaiulli: «Regione già coinvolta per chiedere una compartecipazione per rimuovere l'accumulo» Vento a 60 nodi: onde e correnti riportano a Peschiera l'accumulo di alghe. Segnalata la caduta di due alberi Questa notte è stata caratterizzata dal maltempo anche sul lago di Garda, dove il vento «è arrivato a toccare i 60 nodi, pari a 110 chilometri orari», riferisce il sindaco di Peschiera Maria Orietta Gaiulli. Per fortuna non ci sono stati incidenti o danni di rilievo. Gli effetti maggiori si sono registrati nel basso lago: sul litorale che ricade in territorio di Castelnuovo le onde hanno trascinato a riva una piccola imbarcazione, mentre a Peschiera le correnti hanno portato a un nuovo accumulo di alghe nella zona del porto e dei canali che circondano le mura della fortezza veneziana. All'altezza del
Rassegna stampa gardesana
porto Bergamini, tra Peschiera e la frazione di San Benedetto di Lugana, sono caduti due pini marittimi, ma anche in questo caso non ci sono stati danni a persone o cose. «Gli operai del Comune hanno già messo in sicurezza gli alberi», riferisce la prima cittadina, mentre annuncia che come è stato fatto a fine estate è stata interessata la Regione Veneto nella persona dell'assessore Elisa De Berti per chiedere una compartecipazione alle spese per la rimozione dell'ingente accumulo di alghe, fenomeno che interessa spesso Peschiera. «Speriamo che la Regione ci aiuti come ha fatto anche l'anno scorso», conclude Gaiulli.K.F. mercoledì 02 marzo 2016 – PROVINCIA – Pagina 31 VOGA ALLA VENETA. Righettini di Gardone succede alla dimissionaria Barbazeni di Lazise Lega Bisse, cambio al timone per la «Bandiera» del 2016 Luca Belligoli In giugno il via alle regate del tradizionale campionato remiero Il campionato per la Bandiera del Lago 2016, che inizierà a giugno, sarà il primo gestito da Marco Righettini di Gardone Riviera il nuovo presidente della Lega Bisse del Garda che è succeduto alla dimissionaria lacisiense Luisa Barbazeni presidente del gruppo bisse Lacisium di Lazise.L'incarico di vice presidente della Lega Bisse del Garda è stato assegnato a Pierfrancesco Maffezzoli presidente della Scuola del remo di Garda. Garda è Comune fondatore della Lega Bisse come Lazise, che è rappresentato nel consiglio direttivo da Luisa Barbazeni. Fa parte del direttivo anche Luca Castellini presidente del gruppo bisse Villanella di Gargnano, altro Comune fondatore della Lega Bisse. Assieme a Righettini, Maffezzoli, Barbazeni e Castellini sono nel consiglio direttivo anche Stefano Merigo della Remiera di Gardone Riviera e Francesco Bosio del gruppo bisse Clusanina di Clusane d'Iseo.Le competizioni di voga alla veneta, cioè in piedi, furono ammesse agli Agonali del Remo le competizioni di canottaggio nazionali organizzate negli anni Venti da Gabriele D'Annunzio a Salò dove nel 1891 è stata fondata la Società Canottieri del Garda che ha avuto sezioni anche a Bardolino, Peschiera e Desenzano. Proprio a Salò ma nel 1548 si ha notizia che venne organizzata una regata remiera a premi per rendere omaggio all'insediamento del Provveditore Generale Stefano Tiepolo.Sino alla fine degli anni '30 sul Garda gareggiavano due tipi di imbarcazioni. C'erano le barche pescherecce, con due o quattro rematori e con un peso minimo di 280 chilogrammi. L'altra categoria era quella delle bisse da competizione con quattro vogatori e il peso di 120 chilogrammi. Entrambe le categorie dovevano percorrere un tragitto di almeno mille e cinquecento metri con giro di boa. Nel 1931 a Gargnano si costituì l'Unione dei Comuni del Garda per gestire le regate sia delle bisse da competizione sia delle barche pescherecce. Poi le vicende belliche interruppero questa tradizione che riprese nel pieno del boom economico.L'attuale Lega bisse del Garda è stata fondata a Lazise nel 1967. L'atto costitutivo fu ufficializzato in municipio per iniziativa dei lacisiensi Gaetano Rossetti, suo fratello Umberto e Alfonsino Pachera. Parteciparono all'iniziativa in qualità di fondatori del sodalizio anche Andrea Castellani e Gianni Badinelli di Gargnano, il conte Carlo Degli Albertini di Garda e il comandante Cesare Maria Coccoli di Bardolino.Proprio in quell'anno sono state costruite le prime bisse moderne che sono uscite dalle abili mani di Domenico «Menek» Capelli di Villa di Gargnano. Sempre a Gargnano, ma nel cantiere dei fratelli Patucelli, sono state apportate successive modifiche nella costruzione delle attuali bisse, che hanno portato a definire il regolamento di stazza ora in vigore. martedì 01 marzo 2016 – PROVINCIA – Pagina 32 STRATEGIE PER IL LAGO. Un incontro giovedì per la Dmo del lago Sindaci e operatori mettono a punto le linee per la promozione del Garda
Rassegna stampa gardesana
Le linee strategiche della promozione turistica del Garda per il triennio 2016-2018 al vaglio dei sindaci e del tavolo tecnico della DMO lacustre.L'appuntamento è per giovedì nella sede della Camera di Commercio dove il presidente, Giuseppe Riello, ha invitato tutti i sindaci, il Consorzio Lago di Garda è, Federalberghi e tutti gli altri soggetti che fanno parte del tavolo istituzionale della così detta Destination Management Organization, voluta dalla Regione Veneto. Diversi e importanti i temi all'ordine del giorno tra cui, oltre alle linee strategiche, anche e soprattutto l'esame del regolamento di funzionamento del tavolo tecnico di confronto della DMO. Su questo punto, in passato si erano create tensioni per esclusioni eccellenti, quali quella di Federalberghi, poi ammessa nella stanza dei bottoni, e anche qualche mugugno, più o meno velato, da parte di alcuni sindaci. Con calma e pazienza però, nel corso dei mesi, le tensioni sembrerebbero allentate e ora la prospettiva è quella di guardare avanti verso una promozione turistica concertata, in modo da impiegare al meglio le risorse disponibili. Che, secondo quanto stabilito negli ultimi mesi, dovrebbero arrivare da una parte degli introiti della tassa di soggiorno incamerata dai Comuni gardesani e poi da Regione e Camera di Commercio in parti ancora da definire.A fine gennaio già si era iniziato a discutere del piano marketing in fase di ultimazione. La neonata Dmo del Garda, di cui fanno parte Camera di Commercio, Provincia di Verona, Aeroporto Catullo, Verona Fiere, Comuni, Fondazione Arena, associazioni di categoria, dovrebbe sovrintendere infatti al lavoro del «braccio operativo», che è il Consorzio «Lago di Garda è». Il Consorzio aveva infatti proposto un investimento di circa 3 milioni di euro, un milione per ogni anno di attività fino al 2018. L'investimento avrebbe il compito di promuovere l'attrattività gardesana nei mercati di Germania, Paesi Bassi, Austria, Svizzera Regno Unito e Italia valorizzando i punti di forza come l'enogastronomia, gli sport acquatici, le piste ciclabili. martedì 01 marzo 2016 – PROVINCIA – Pagina 33 TORRI. Dubbi di un ex geometra del Comune sulle prime scoperte Faglia con mistero «I grandi blocchi furono inabissati» Emanuele Zanini Giacometti: «Alla fine dei Settanta venne scaricato il materiale di una fallita sistemazione del molo» Ma i sub della Fias: «Massi troppo grandi e al largo» Si infittisce il mistero della faglia di Torri. Dopo la missione dell'altra settimana in cui esperti e sommozzatori si sono immersi tra i fondali del lago di Garda per analizzare da vicino la frattura individuata ad una cinquantina di metri di profondità, emergono nuove ipotesi sull'origine, o meglio, la provenienza dei grossi macigni di pietra, molto simili a blocchi di marmo appena tagliati e usciti da una cava, rinvenuti vicino alla spaccatura. Secondo Gian Pietro Giacometti, già geometra del Comune di Torri, quei massi potrebbero davvero provenire da una cava. L'ex dipendente comunale ritorna sulla vicenda raccontando come tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta la zona nordoccidentale del molo De' Paoli di Torri, delimitata tra l'altro da una serie di pali, aveva ceduto di netto sprofondando nelle acque del Benaco. «Il Genio civile», ricorda Giacometti, «al quale spettava la manutenzione, aveva immediatamente provveduto alla sua ricostruzione e a rinforzare la scogliera a protezione del molo su lato nord dove il fondale è di pochi metri, tentando poi di realizzarla anche verso l'angolo ricostruito dove si notava l'evidente scoscendimento. Questi lavori», prosegue Giacometti, «vennero realizzati da una apposita ditta, che scaricò l'equivalente di un centinaio di autocarri di blocchi di pietra provenienti da cave dell'entroterra gardesano per volumi di circa mille metri cubi. Tuttavia i massi si inabissarono nelle profondità delle acque del Garda. Anche per questo gli addetti ai lavori decisero di non proseguire nell'operazione», rivela l'ex tecnico comunale. «Per questo motivo», precisa Giacometti, «mi viene da pensare che i massi individuati nel corso dell'ultima immersione durante l'esplorazione della faglia potrebbero essere proprio quelli scaricati nel lago quarant'anni fa». Nelle acque vicino al molo, infatti, è presente una scarpata di una cinquantina di metri, che si inabissa nelle profondità del lago. In sostanza
Rassegna stampa gardesana
secondo Giacometti quei massi depositati sul fondale del molo potrebbero essere rotolati per almeno un centinaio di metri fino nel punto dove è stata individuata la faglia e grosse pietre. L'ipotesi avanzata dall'ex geometra del Comune di Torri, tuttavia, viene scartata da Massimo Codognola, presidente della Fias, Protezione civile di Verona, intervenuta nella spedizione di febbraio assieme al gruppo Subevent by Supersubmania con il supporto del nucleo di Protezione civile di Torri. «Escluderei questa possibilità», spiega Codognola, che rivela di aver già visto sui fondali le grosse pietre citate da Giacometti. «Durante le perlustrazioni subacquee effettuate nei mesi scorsi avevamo già individuato vicino al molo i massi e i pali di cui parla l'ex dipendente comunale, compresi i pali di legno». «Ma i massi che abbiamo trovato a fianco della faglia», aggiunge, «sono di dimensioni molto maggiori. Quelli nei pressi del molo sono lunghi circa un metro e mezzo, mentre quelli vicini alla fenditura raggiungono i sette-otto metri di lunghezza. Ma soprattutto il sito dove è stata individuata la frattura è almeno 200 metri più a sud e più al largo rispetto ai massi scivolati presumibilmente dal molo sui fondali. Le sculture geologiche che si trovano a fianco della faglia si sono staccati dalla limitrofa parete rocciosa. Non credo ci siano dubbi», afferma sicuro Codognola.Rimane tuttavia ancora da capire con precisione come quei massi possano essere tagliati così di netto, come «se fossero dei blocchi di marmo appena usciti da una cava», come erano stati definiti dallo stesso responsabile della Fias. Una risposta potrebbe arrivare durante le prossime missioni di ricerca del sito subacqueo previste nelle prossime settimane. martedì 01 marzo 2016 – PROVINCIA – Pagina 33 TURISMO. Intesa tra Consorzio Lago di Garda Veneto e Federalberghi Prenotazioni sul web C'è un servizio per due Sistema integrato per maggiore visibilità all'estero Il Consorzio Lago di Garda Veneto e Federalberghi si accordano per l'uso condiviso della piattaforma GardaPass Booking Lago di Garda Veneto, piattaforma di prenotazione turistica on line delle strutture della Riviera degli Olivi.A Costermano, è stato presentato ai soci del Consorzio il piano di marketing 2016 - 2018. Novità rilevante è l'accordo raggiunto tra Consorzio e Federalberghi per l'uso condiviso di tale piattaforma di prenotazione on line che Federalberghi ha nella propria disponibilità dal 2002, attiva su www.gardapass.com. L'accordo prevede che il Consorzio la «adotti» ufficialmente, divenendo partner di Federalberghi nella commercializzazione on line delle imprese ricettive, offrendo quindi, tramite il portale www.lagodigardaveneto.com, il servizio di «booking on line» anche alle proprie strutture ricettive associate. Pure le strategie di promozione e web marketing saranno condivise. Il Consorzio investirà nella promo-informazione all'utente mentre Federalberghi sulla commercializzazione della destinazione. Il sistema di prenotazione integrato moltiplicherà la visibilità delle strutture associate. Commenta il presidente del Consorzio Paolo Artelio: «La cooperazione e la condivisione di intenti sono fondamentali per raggiungere buoni risultati nella promozione e commercializzazione della nostra bella destinazione. Sono lieto che Federalberghi ci sia partner verso tale obiettivo». Marco Lucchini presidente di Federlaberghi: «L'accordo testimonia il dialogo instaurato tra noi e Consorzio in una nuova ottica di collaborazione volta a promuovere tutto il nostro territorio. La condivisione della piattaforma GardaPass Booking lascerà alle nostre aziende, quindi alla comunità, più risorse economiche che, altrimenti, andrebbero ai colossi internazionali della prenotazione». lunedì 29 febbraio 2016 – PROVINCIA – Pagina 21 L'AMBIENTE DEL LAGO. Piano ministeriale Anguille e diossina La Regione Veneto avvierà i controlli
Rassegna stampa gardesana
Gerardo Musuraca Via alla valutazione su campioni per verificare l'uso alimentare La Regione Veneto ha recepito il piano ministeriale per il controllo di diossine e Pcb nelle anguille del lago di Garda. A cinque anni di distanza dalla prima ordinanza ministeriale, datata 17 maggio 2011 e voluta dall'allora sottosegretario alla salute, Francesca Martini, il Veneto ha recepito le modalità di controllo di queste sostanze tossico-nocive e cancerogene nei lunghi pesci lacustri.Il 13 giugno del 2015 era scattata la quarta proroga consecutiva al divieto, tutt'ora vigente, di pescare, commerciare e consumare le anguille.Le conclusioni dell'Istituto zooprofilattico di Teramo non lasciavano dubbi: «Alla luce dei risultati ottenuti e, in particolare, degli elevati livelli di diossine e Pcb (policlorobifenili) rilevati, si suggerisce di mantenere in vigore le misure di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda». Di qui la ordinanza che proroga il divieto sulle anguille fino a giugno 2016. Ora la delibera della giunta veneta è andata a modificarne una precedente di fine 2014, anno in cui la Regione Veneto non aveva fatto alcun campionamento sulle anguille, a differenza della Lombardia e del Trentino. Il divieto del 2015, cioè, era scaturito solo grazie ai campionamenti effettuati dagli altri territori che si affacciano sul Garda. Il nuovo «Piano di monitoraggio per l'inverno 2015-2016» è stato elaborato dal Ministero della Salute. Scopo: fare un «rilievo complessivo dei livelli di contaminazione delle anguille del Garda per una valutazione della possibilità di utilizzo alimentare per l'uomo». In pratica, dal Ministero vogliono rivalutare cosa stia accadendo nei grassi pesci dei fondali gardesani per capire se si possa riprenderne il consumo.Insomma: così com'è congegnato il monitoraggio sembra voler capire se c'è reale pericolo per il consumo umano di anguille in base a quanto di questo pesce ciascun individuo può mangiare, non solo in base a quanto il pesce è inquinato. I campioni di anguille dovranno essere pescati entro la fine di febbraio e inviati all'Izs individuato dal Ministero. domenica 28 febbraio 2016 – PROVINCIA – Pagina 32 BRENZONE. Gli speleologi del Gasv hanno individuato il «covolo» Scoperta la grotta che fu l'eremo dei santi del Baldo Barbara Bertasi Hosking: «Benigno e Caro furono raggiunti per traslare le spoglie di San Zeno lungo il vaio dei Molini, in un riparo ancora visibile» È sicuro di aver trovato e individuato la «grotta a grande altezza», il romitorio di quell'uomo «che viveva da solo" nutrendosi «di erbe, di acqua e di poco pane». Di quell'uomo «che si chiamava Benigno» il quale abitava sul Benaco col discepolo Caro, ai quali è dedicato appunto l'Eremo dei Santi Benigno e Caro.Una grotta vicina a una fonte non molto distante di qui. Queste combinazioni hanno ha suggerito ai volontari del Gasv (Gruppo attività speleologica veronese), di Verona, in particolare al geologo e archeologo David Hosking, che cita «Il culto di San Zeno nel Veronese», di Giampaolo Marchi, Angelo Orlandi e Maurizio Brenzoni (Verona, Banca Mutua Popolare di Verona, 1972 Prima Edizione), un collegamento tra la storia dei due santi e la cavità. «E' infatti l'unica individuata vicino alla chiesa che», precisa, «si trova a quota 830 metri circa sopra Cassone e si raggiunge da Brenzone percorrendo la mulattiera numero 1 o da Malcesine facendo un percorso più lungo ma meno ripido. E' una chiesa di origini medievali, un tempo dedicata a San Zeno, con successivi ritocchi e un coro costruito a metà dell'800, con un rustico annesso. Per capirne la storia», prosegue, «va ricordata la forte venerazione di Verona per San Zeno, del quale nel 807 il vescovo Ratoldo decise di traslare le reliquie. Per la tanta santità il compito andava assolto da un religioso. Dall'originale racconto della traslazione leggiamo che "giunse ... la fama di un uomo che viveva" sul Benaco, per cui "si scelsero messi" che, "attraverso un sentiero stretto e pericoloso, si accostarono al romitorio che si trovava in una grotta situata a grande
Rassegna stampa gardesana
altezza"», cita Hosking. Ed evidenzia: «La descrizione del sentiero verso la grotta, corrisponde, probabilmente, alla profonda forra del vaio dei Molini, spaccatura impressionate che sale da Cassone. Noi abbiamo cercato la grotta e l'unico riparo trovato, non immediatamente vicino alla chiesa, è un "covolo" nella parte più chiusa della gola. Nella cartografia è segnalata anche una sorgente: infatti al monaco non mancava acqua. Sembra dunque plausibile che l'originale romitorio fosse questa grotta, poco lontana a questa unica fonte d'acqua viva da noi vista semi nascosta dalla vegetazione».Poi torna alla storia dei Benigno e Caro: "Furono raggiunti e felici accettarono di traslare le reliquie di San Zeno. La chiesa a lui dedicata fu invece costruita su un pianoro a sud della grotta. Non si conosce quando precisamente ma esisteva nel 1320 come attesta un codice della Capitolare. Nel periodo napoleonico, dal 1797 in poi, fu chiusa ma, con la riapertura, fu dedicata al culto dei due santi: di qui la nuova intitolazione a loro, che, traslate le reliquie, tornarono lassù. Missione che, con la vita di preghiera condotta, valse loro la santificazione mentre i loro resti furono portati alla chiesa di Santo Stefano a Malcesine».Per avvalorare la tesi del ritrovamento dell'originario rifugio aggiunge: «Appoggiato alla chiesa c'è un fabbricato domestico, descritto come 'casa colonica' nel catasto austriaco, abitazione per gli eremiti degli ultimi secoli. Non certo per Benigno e Caro, come ricorda una placca. Il fabbricato è tipico della architettura rustica della zona e non può risalire al IX secolo vista la muratura di mattoni di un modulo moderno prodotto dopo il mille. Benigno e Caro, dovevano vivere nel covolo individuato. Sono i primi anacoreti noti sul Baldo», afferma. «Sul Baldo nel secolo XI c'erano eremiti benedettini provenienti dalla abbazia di San Zeno. Il luogo preferito pare fosse la parete est: ripari alti sopra la Val D'Adige, come Madonna della Corona e Castel Presina». Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE Addio «Ledrobus», ora bici elettriche Il 2016 pieno di iniziative Già 1.600 per la palafitta LEDRO - Il «Ledrobus» costretto a scomparire dopo soli tre anni dalla sua attivazione, il «Bike sharing» invece destinato ad essere implementato. Sono queste le novità più significative emerse nel corso dell'annuale assemblea dei soci del Consorzio per il turismo tenutasi martedì sera a Pieve, alla quale hanno preso parte pure gli operatori economici, il sindaco e i rappresentanti dell'amministrazione comunale, dedicata all'illustrazione del bilancio consuntivo 2015 e della programmazione prevista per l'anno in corso. Dopo neanche tre anni dall'avvio, il servizio estivo di bus-navetta interno messo a disposizione dal Consorzio a favore di turisti e residenti per gli spostamenti lungo la valle ma soprattutto verso Tremalzo (con più corse giornaliere, e partenza anche da Storo), dalla Provincia e da Trentino trasporti è arrivato nelle settimane scorse un secco niet!, causando non pochi malumori tra gli operatori ledrensi, che fin dall'inizio avevano accolto con entusiasmo l'iniziativa. «Considerato però che si tratta di un servizio molto richiesto ed apprezzato dagli utenti - ha spiegato la presidente Maria Demadonna dopo aver illustrato i dati statistici di arrivi e presenze che collocano Ledro al 10° posto tra i territori trentini più frequentati dai turisti - stiamo valutando in questi giorni assieme ad InGarda, all'Apt di Comano e al Consorzio della valle del Chiese, la messa in rete di un "bici-bus allargato"». Destino diametralmente opposto invece quello del «Bike-sharing» elettrico, già attivato l'estate scorsa con l'installazione presso la sede del Consorzio a Pieve di una pensilina dotata di impianto fotovoltaico per la ricarica e il noleggio di biciclette a pedalata assistita, che verrà implementato con altri due punti d'accesso: a Molina, accanto al Museo delle palafitte, e in Ampola, al biotopo. Sull'onda del consenso raccolto nel 2015, nei prossimi mesi verrà poi riproposto «Ledro comics», il fine settimana dedicato al magico mondo dei fumetti. «In collaborazione con l'associazione culturale "Bergomix" - ha spiegato la direttrice Stefania Oradini - la primavera scorsa abbiamo organizzato una prima edizione, durante la quale in valle
Rassegna stampa gardesana
hanno fatto il loro arrivo molti disegnatori di fumetti, anche noti, e cosplayer. Quest'anno l'evento verrà spostato a giugno, ma aumenterà il numero dei partecipanti; durante i quattro giorni di "Ledro comics", che con l'occasione del 150° anniversario della battaglia di Bezzecca sarà dedicato a Garibaldi, ci sarà pure l'intervento di Fabio Vettori, disegnatore trentino noto per le sue simpatiche formiche, un torneo di magia, dei laboratori per bambini e un concorso». E ancora. Tra le novità 2016, un evento legato al mondo della Protezione civile che contribuirà a promuovere la valle come destinazione «animal friendly»: in collaborazione con i corpi dei Vigili del fuoco, in primavera verrà ospitato un week-end di addestramento di cani di salvataggio, che grazie alla presenza della spiaggia attrezzata di Pur potranno esercitarsi sia in manovre di soccorso in acqua che fuori acqua. Riconfermato invece il concorso «Una notte in palafitta», giunto alla 4a edizione e quest'anno aperto anche a turisti tedeschi e olandesi, iniziativa che a un solo mese dall'apertura conta già il consenso di circa 1.600 aspiranti palafitticoli. Quindi, tra gli altri, i tre appuntamenti con «Menù Ledro», con le «Albe in malga», le tappe di «Adac Classic», il ritiro del Rugby Viadana. «Rimanendo in ambito sportivo - ha concluso Demadonna, salutando così il suo triennio di presidenza, giunto al termine - siamo attendendo la risposta da parte di Trentino marketing relativa al ritiro estivo della squadra Under19 del Bayern Monaco». In queste settimane le singole Pro loco ledrensi provvederanno ad eleggere i nuovi direttivi e, poco dopo, il cda del Consorzio per il turismo: non si esclude però che la guida dell'ente venga riconsegnata nelle mani della presidente uscente. 04/03/16 «Ex Cattoi strategica per tutto l'Alto Garda» Le categorie economiche: «Va comprata» Quasi un coro all'unisono. Operatori turistici, commercianti, imprenditori, in altre parole categorie economiche. Che lanciano un appello alla politica ma che sono anche pronte a diventare «parte attiva» della partita. «L'area ex Cattoi è troppo importante per tutto il sistema dell'Alto Garda. E l'ente pubblico deve fare ogni sforzo possibile affinché diventi di proprietà pubblica». Con l'eccezione di Roberto De Laurentis, presidente dell'Associazione Artigiani: «Basta acquisizioni pubbliche per poi lasciare aree abbandonate a sé stesse». Il dibattito sul futuro dell'area ex Cattoi si accende. Proprio ieri il presidente di Confcommercio dell'Alto Garda e Ledro Enzo Bassetti ha mandato alle stampe per il prossimo numero di «L'Unione informa» un editoriale che affronta proprio il tema dell'acquisto dell'area a ridosso di viale Rovereto. Un editoriale dal titolo eloquente: «Area ex Cattoi: compriamo!». «Non serve essere urbanisti per capire quanto l'area conosciuta come area Ex Cattoi sia importante per il futuro di Riva e probabilmente dell'intero Alto Garda - scrive Bassetti - Non serve. E' evidente a chiunque abbia un po' di visione di sviluppo. Quell'area è al centro di ogni ipotesi di ridisegno del lungo lago e in definitiva di progettazione della Riva del futuro. Con il confinante compendio Miralago e l'attigua area sportiva ad est e la proprietà Lido ad ovest, alla quale segue il centro storico, oggi l'area Cattoi interrompe una vasta proprietà pubblica. Poterla ascrivere fra le disponibilità comunali - prosegue il presidente di Confcommercio Alto Garda - permetterebbe una continuità di proprietà che favorirebbe uno sviluppo urbanistico dettato e realizzato da un'unica regia: pubblica». Bassetti rispolvera anche la storia e fa un parallelismo col passato: «Era il settembre 1954. Il consiglio comunale, all'unanimità, su spinta di numerosi cittadini, dopo la condivisione del progetto con l'Azienda per il Turismo, con l'Amsea, deliberò l'acquisto della Società Anonima Alberghi Atesini. La società era all'epoca proprietaria di un'area in riva al lago di circa 50 mila metri quadri, sulla quale insistevano volumi come l'Hotel Lido Palace, la dependance, i bagni (l'attuale gelateria) e altri volumi minori. Si vedeva la possibilità, oltre di incrementare, salvando l'albergo, l'attività turistica, di aprire parte del terreno a uso pubblico. Si spesero ben 110 milioni di lire per compiere l'operazione. Cifra che attualizzata potremmo indicare in circa 1,7 milioni di euro. Non fu facile nemmeno allora trovare i soldi, reperiti quasi interamente con mutui, ma fu fatto. Nacque così l'Alberghi Atesini pubblica, quella che poi diede in disponibilità l'area per realizzare i pubblici passaggi a Punta Lido, alla successiva spiaggia, che mise a disposizione l'area per la realizzazione del Palazzo dei Congressi, per realizzare i giardini e le passeggiate - ricorda
Rassegna stampa gardesana
ancora Bassetti - Una situazione analoga a quella che ci troviamo oggi a discutere e che vorremmo vedere conclusa con lo stesso entusiasmo e prontezza che fu già degli amministratori di questa città. L'area ex Cattoi deve diventare pubblica». Dello stesso tenore è l'intervento del presidente del Coordinamento Imprenditori dell'Alto Garda e Ledro Bruno Lunelli : «L'ex Cattoi è un'area troppo importante per tutto il sistema dell'Alto Garda, non solo per Riva. Non bisogna farsi scappare quest'opportunità e mettere a disposizione di tutta la comunità questo bene. Per i turisti e per i residenti». Fuori dal coro Roberto De Laurentis , presidente dell'associazione Artigiani: «La destinazione di quell'area è e dev'essere ricettivo-alberghiera, di altissimo livello. Sono assolutamente contrario ad un'acquisizione pubblica, considerato tra l'altro che prima bisognerebbe avere un'idea precisa di cosa farne e quest'idea non mi pare vi sia. Una struttura ricettiva stile Hotel Imperiale di Limone sarebbe l'ideale, senza problemi di disturbo e concorrenza con il vicino Lido Palace». 03/03/16 Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO Parco fluviale del Sarca, finanziamento dei progetti DRO Il Parco fluviale del Sarca mette a disposizione della comunità ulteriori risorse per promuovere dei progetti finalizzati a far conoscere l'attività svolta dalla Rete delle riserve del Basso Sarca. Maniflu è il manifesto che mette insieme tutte le iniziative del Parco e stasera, alle 20.30, al centro culturale di Dro, è in programma un incontro pubblico che di fatto dà vita ad un tavolo di lavoro pensato per fornire ai diretti interessati tutte le informazioni necessarie all'ottenimento dei finanziamenti. Per concorrere all'approvazione della propria iniziativa, e quindi ottenere l'assegnazione del relativo contributo, occorre presentare le proposte ad almeno uno dei tre workshop territoriali partecipativi di coprogettazione in calendario da oggi a giovedì prossimo. Il primo incontro, come detto, si tiene stasera a Dro, il secondo domani sera al centro culturale di Pinzolo per poi finire giovedì 10 marzo nella sala dell'Apt di Comano. Gli incontri sono stati pensati per dare la possibilità ai vari soggetti interessati di compilare la scheda-progetto, che dovrà poi essere riconsegnata entro le 12 di domenica 20 marzo. Il manifesto Maniflu punta a promuovere la valorizzazione delle idee diffuse nel territorio e a favorire la creatività e l’innovazione nonché la costituzione di nuove reti di relazioni oppure il rafforzamento di reti esistenti che riguardano la promozione del territorio e in particolare la diffusione della conoscenza concernente il parco fluviale. Ovviamente queste attività vengono incentivate con un contributo economico. Il periodo di riferimento per attuare tali progetti va dal 15 aprile al 31 dicembre 2016. La partecipazione a tutti gli incontri è libera. (gl.m.) 03/03/16 Una fetta cospicua del bilancio sarà dedicata agli aiuti Malfer e Pedergnana: «Un segnale politico molto forte» La Comunità contro la crisi, nel sociale stanziati 11 milioni RIVA Una fetta cospicua del bilancio è dedicata agli aiuti nel campo delle attività sociali, perché la crisi economica continua a generare situazioni di forte difficoltà che purtroppo vanno a toccare moltissime famiglie che risiedono sul nostro territorio. La Comunità dell'Alto Garda e Ledro è sempre più impegnata nell'erogare servizi che diano supporto alla popolazione e lo fa mettendo a disposizione risorse importanti. Lo hanno confermato il presidente Mauro Malfer e i suoi assessori, in primis il vicepresidente Carlo Pedergnana che ha la delega specifica al bilancio, illustrando
Rassegna stampa gardesana
all'assemblea il nuovo documento previsionale che ha ottenuto il via libera definitivo dopo quello della Conferenza dei sindaci di qualche settimana fa. «Il bilancio della Comunità si assesta intorno ai 42 milioni di euro complessivi spiegano Mauro Malfer e Carlo Pedergnana - dei quali 11 milioni sono dedicati al sociale. Nonostante i tagli inevitabili riusciamo a mantenere un alto livello dei servizi offerti e a garantire gli specifici supporti alle famiglie, investendo 1,3 milioni di euro, e a chi è stato colpito dalla crisi occupazionale, con un altro mezzo milione di euro circa di risorse impiegate. Abbiamo voluto dare un segnale politico molto forte: la grande mole di lavoro, che viene svolta dalla Comunità in questo settore, è sempre più fondamentale». Entro un mese la Provincia dovrebbe ufficializzare le risorse da assegnare per gli investimenti strategici. «Puntiamo a mettere insieme un fondo di circa 8 milioni – sottolinea il presidente – ovvero i 4-5 della Provincia, i 3 dei Comuni e quelli che mettiamo noi come Comunità di valle. Risorse importanti da investire in opere strategiche per lo sviluppo locale che saranno frutto di un ragionamento da attuare assieme ai sindaci». La Comunità, poi, si farà carico di gestire il progetto tipo per quanto concerne il piano rifiuti e nel bilancio 2016 si trovano anche le risorse per proseguire nel processo che punta a disegnare il futuro urbanistico del nostro territorio. In tal senso vanno citati il Piano stralcio per la nuova mobilità, il Piano della qualità delle acque e il Piano energetico della Comunità. In stretta sinergia con l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi si sta portando avanti il progetto di bike sharing sovracomunale mentre con l'assessore Carlo Daldoss è in fase di elaborazione il progetto di videosorveglianza che prevede il controllo delle targhe di tutti i mezzi in entrata e in uscita sull'intero territorio, in collaborazione con le forze dell'ordine. «Un progetto che l'assessore vuole calare all'interno del sistema di sicurezza trentino – commenta soddisfatto il presidente Malfer – e che verrà adoperato come esempio da portare all'attenzione del Governo in un confronto Governo-Provincia-Comunità». Altro importante risultato è il riequilibrio degli stanziamenti sul sociale operato dalla Provincia e in particolare dall'assessore Luca Zeni. «Da un'analisi – sottolinea l'assessore Pedergnana – sono emersi degli scompensi nella ripartizione dei fondi sul sociale. Ad esempio la Comunità del Primiero riceveva 252 euro per abitante mentre noi 175 euro. L’assessore Zeni deciso di riequilibrare la distribuzione delle risorse agendo sui tagli già in programma: anziché ridurre i nostri trasferimenti di 155 mila euro, sugli 11 milioni a bilancio, si è limitata ad un taglio di 95 mila euro». 01/03/16 Presentata UlivaGis, piattaforma che permette il controllo da remoto delle coltivazioni L’olivicoltura adesso è a portata di clic ALTO GARDA «La magia della terra. Conoscere cosa può dare il territorio dell’Alto Garda al prodotto oliva, per aumentarne sempre di più la qualità». Enzo Gambin, direttore dell’Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, ha aperto così, ieri mattina, il convegno organizzato da Agraria che si è tenuto al centro congressi di Riva del Garda. Un incontro dedicato alla presentazione della piattaforma tecnologica UlivaGis. Un progetto di sviluppo integrato di tutto il territorio olivicolo alto gardesano, coordinato dalla stessa Agraria di Riva, presentato ad un centinaio di produttori e tecnici del settore. UlivaGis è una piattaforma telematica attraverso la quale ogni olivicoltore potrà accedere, tramite palmare o pc, a tutte le informazioni di ogni singola particella fondiaria coltivata ad olivo. Informazioni relative alle caratteristiche pedologiche e pedomorfologiche del terreno, oltre al microclima e, soprattutto, ai bisogni idrici e agronomici delle piante. Ciò consentirà al produttore di ricevere indicazioni corrette relativamente alle pratiche colturali, dall’irrigazione alla difesa dalle malattie, dal giusto periodo di raccolta alla concimazione di ogni singola pianta. «Lo studio, nelle intenzioni, si fa promotore dell’Alto Garda – ha affermato Giorgio Planchestainer, presidente di Agraria – Una conoscenza approfondita dei terreni permette all’olivicoltore di programmare attentamente ogni intervento, aumentando produzione e qualità dell’oliva, e, di conseguenza, dell’olio del territorio». L’Agraria, che esporta in una ventina di Paesi, è attiva da anni sul fronte di produzioni sempre più sostenibili. A riguardo, il presidente ha menzionato il progetto di irrigazione avviato qualche anno fa dal Consorzio di Miglioramento Fondiario
Rassegna stampa gardesana
di secondo grado dell’Alto Garda. Il consorzio, in particolare, ha approntato le tubazioni ed i collegamenti in campo sui 1200 ettari della piana da Riva a Ceniga, realizzando le condutture principali di servizio sui circa 300 ettari delle colline dell’olivaia della Busa, ma senza ultimare l’opera. «Auspichiamo che l’assessore Michele Dallapiccola trovi i fondi necessari al completamento dell’impianto» – ha dichiarato Planchestainer, un’opera considerata strategica per l’agricoltura locale, nella quale la Provincia ha già investito 30 milioni di euro e al cui completamento ne mancherebbero altri 6 milioni. Nel territorio alto gardesano, come ha ricordato Franco Michelotti, tecnico della Fondazione Mach, operano oltre 1500 addetti, con una superficie media di 0,33 ettari a testa. Ogni anno vengono prodotte circa 1500 tonnellate di olive, con una prevalenza della varietà Casaliva (per il 70%, a cui vanno aggiunti un 20-25% di Frantoio ed altre varietà in quantitativi minori), per una produzione di olio annua di circa 250 tonnellate. Agraria opera assieme alla Fondazione Mach, ad AIPO, a MPS Solutions e ad un folto gruppo di podologi e pedomorfologici, e il progetto si protrarrà fino al 2018. (s.bass.) 27/02/16 Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Giovedì 3 Marzo, 2016 CORRIERE DEL VENETO - VERONA Il Catullo torna a crescere «Ma il piano industriale dov’è?» I sindacati criticano i numeri forniti da Arena. Che replica: ci confronteremo VERONA A dicembre una crescita dei passeggeri del 5,9%, a gennaio del 3,5% e a febbraio, addirittura, del 18,6%. Nell’ultimo trimestre, l’aeroporto Catullo sembra aver invertito la rotta: passeggeri in crescita e bilancio 2015 che si preannuncia di nuovo in utile. Un risultato, per certi versi storico visti i conti da profondo rosso degli anni scorsi, che il presidente dello scalo Paolo Arena spiega così: «Ci siamo concentrati nello sviluppo di un nuovo modello di business, basato di meno sul charter. Abbiamo razionalizzato i costi e siamo diventati efficienti ed efficaci, i nostri benchmark di costo sono assolutamente in linea con quelli degli altri scali. E in più siamo riusciti a reagire in maniera rapida al cambiamento dei flussi di passeggeri che, ad esempio, non hanno più viaggiato verso il nord Africa dopo gli attentati». L’insieme di questi fattori, unito all’arrivo di nuove compagnie tra cui Volotea e il ritorno di Ryanair, ha prodotto questi risultati.Tutto bene, quindi? Bene, ma non tutto, a sentire i segretari generali di Verona, Lucia Perina della Uil, Massimo Castellani della Cisl e Michele Corso della Cgil, che presa carta e penna hanno analizzato i numeri forniti dal presidente Arena. Bene la crescita dei passeggeri, scrivono i tra leader sindacali, ma non ci si può fermare a quel dato. Ed, infatti, precisano: «L’aeroporto di Verona dal 2007 ad oggi ha perso circa il 27% del suo patrimonio di traffico passeggeri passando dai 3.5 milioni di passeggeri del 2007 ai 2.5 milioni del 2015, mentre il settore nello stesso periodo è cresciuto, a livello nazionale, del 16% e quindi rispetto alla media nazionale si è creato un “gap negativo” di quasi il 43% in termini di crescita. Se poi vogliamo prendere in considerazione il mese di febbraio, Verona ha fatto registrare un eccellente +18% contro una media nazionale di quasi il 7%, ma se andiamo a vedere gli ultimi 4 anni, sempre per il mese di febbraio, Verona ha perso il 37% rispetto ad una crescita media nazionale per lo stesso periodo del 6%». Quindi, la ripresa c’è, ma è fisiologica rispetto alle gravi perdite del passato. Per quanto riguarda il passato, Arena non mette in discussione i numeri: «Siamo ancora sotto rispetto ai numeri di quattro anni fa, ma si guardi al dato nuovo che è fondamentale: l’aeroporto non perde più ed è in ripresa. In questi anni è stata fortemente ridimensionata Meridiana, Airone è sparita e se n’era andata pure Ryanair, in più abbiamo cambiato il nostro modello di traffico di
Rassegna stampa gardesana
aeroporto basato sul charter. Ma i risultati ci sono». Anche dal punto di vista del bilancio che, infatti, torna positivo. «In merito al bilancio in attivo – scrivono i segretari – aspettiamo di vederlo per fare le nostre considerazioni, nel frattempo sarebbe utile capire quali sono state le perdite di gestione». Un risultato ottenuto, fanno notare «nonostante il -7% come traffico e con numerosi dipendenti essi in mobilità». Critica cui Arena risponde: «Preferisco aver chiuso il 2015 con 200mila passeggeri in meno, ma con una società che non realizza più perdite, rispetto al contrario. Però, sicuramente ci sarà modo di confrontarsi con i sindacati su questo bilancio». E, nonostante, i sindacati spingano per un reintegro, almeno parziale, dei 140 lavoratori dell’aeroporto che, nel tempo, hanno perso il lavoro, Arena non sembra lasciar spazio ad illusioni: «Quegli esuberi erano strutturali». Tutto finito? No perché, giustamente, i segretari chiedono lumi anche sul futuro dello scalo: «Stiamo ancora aspettando di vedere il Piano industriale che evidenzi una strategia di sviluppo legata alle esigenze del territorio: il master plan approvato è un atto dovuto e richiesto da Enac». Samuele Nottegar Martedì 1 Marzo, 2016 BRESCIA Tav, ora è più vicina la fermata in città Si allontana lo shunt verso Montichiari L’assessore Manzoni: «Deve essere rispettata la centralità di Brescia. Siamo fiduciosi» La scelta di Italo di investire su Brescia riapre l’annoso tema dell’opportunità di realizzare lo shunt, il collegamento ferroviario a sud della città (da Travagliato a Calcinato) con fermata vicino all’aeroporto di Montichiari, presente nel vecchio progetto in fase di revisione da parte del ministero delle Infrastrutture. Per Francesco Fiore, direttore della pianificazione strategica di Ntv -Italo, avrebbe poco senso «realizzare una fermata lontano dal centro cittadino. Per i treni Tav serve una facilità d’accesso alla stazione e quella di Brescia è ottimamente collegata. Noi non abbiamo certo il potere di interagire con Rfi e ministero — aggiunge — ma è chiaro che la vostra città va servita. E proprio in virtù della futura linea ad alta velocità Milano-Venezia abbiamo deciso di investire su Brescia». Una dichiarazione che pare fare l’eco a quanto detto ad inizio dicembre dal nuovo amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, il bresciano Renato Mazzoncini, che aveva bollato lo shunt come «diseconomico», rilanciando l’ipotesi di una fermata in città. La Loggia in passato ha più volte espresso la sua volontà di mantenere la centralità di Brescia, allineandosi poi alla linea di Provincia, Aib e di molti comuni della Bassa per i quali sarebbe economicamente strategica la realizzazione della fermata a Montichiari (comunque collegata alla città). Ma ieri, alla domanda chiara dell’ex direttore di Brescia Trasporti, Giorgio Schiffer, che ha chiesto se l’arrivo di Italo allontani ancor di più l’ipotesi shunt, l’assessore ai Trasporti Federico Manzoni risponde: «Siamo fiduciosi. È indicativo di una determinata volontà». Il sindaco Del Bono glissa: «Ci penserà il ministro, che prossimamente verrà in città, a dare una risposta». Per ora è certo che i lavori per realizzare gli 84 km di rotaie tra Brescia e Verona (costo 3,9 miliardi, di cui 2,2 disponibili) inizieranno nell’estate 2017. Si parte con i primi lotti, da Mazzano in poi. Lo shunt (se resisterà) è calendarizzato per ultimo, tra 7 anni. Martedì 1 Marzo, 2016 BRESCIA Italo, partenza sprint. Dal 2017 anche sulla Milano-Venezia Al via stamattina i due treni per Roma e Napoli. Fiore: «Prezzi dei biglietti più bassi, grazie a noi» Più che l’efficace campagna pubblicitaria (maxi cartelloni farciti con un furbesco «Pota») la carta vincente di Italo sta nei prezzi concorrenziali. Per questo le prenotazioni online per i due nuovi treni che da stamattina collegheranno
Rassegna stampa gardesana
Brescia a Roma e Napoli (via Verona, Bologna e Firenze Santa Maria Novella) «sono davvero molte più del previsto» dice il direttore della Pianificazione, Francesco Fiore. Basta dare un’occhiata al costo dei biglietti: 39 euro per un’andata e ritorno da Firenze, 60 per Roma Termini e 99 euro per Napoli (unico treno con collegamento diretto da Brescia, che ha riscosso una grande successo). La concorrenza, ovvero Trenitalia, si è già adeguata, offrendo sconti del 50 per cento per i prossimi mesi. A beneficiarne i viaggiatori: «dove arriviamo noi a fare concorrenza i prezzi sono sempre scesi». Una salutare competizione che da fine 2017 «verrà estesa anche alla tratta Milano-Venezia». Il manager di Italo sta anche pensando a sviluppare intorno a Brescia anche un servizio bus che coprirà un raggio di 70 chilometri dal capoluogo, ome fatto con successo in Emilia. Il primo treno sfida il canto del gallo, partendo da Brescia alle 5.46 e arrivando a Roma alle 9.45: «è stato pensato per clienti business che hanno necessità di trovarsi nella capitale in prima mattinata» aggiunge Fiori. Impiega dieci minuti in più del Freccia Rossa per via della fermata a Firenze Santa Maria Novella (con relativo cambio della direzione di marcia). Il secondo convoglio un’ora più tardi: partenza alle 6.46 e arriva a Napoli centrale alle 12.05. I due treni di ritorno (entrambi in partenza da Napoli) alle 13.55 e alle 17.55 arrivano in città rispettivamente alle 19.17 e alle 23.10 (poi dormiranno in una stazione dell’hinterland, ma chiedono di non dire il nome per paura dei writers). Fiori spiega che era stata chiesta da subito la possibilità di avere un’altra coppia di treni, con partenza in tarda mattinata «ma al momento non è possibile per cause tecniche: in quell’ora effettuano dei lavori sulla linea ferroviaria. Ma rimedieremo prestissimo». Altra novità: si stanno attrezzando i vagoni per poter trasportare anche biciclette. I commenti arrivati durante la presentazione ufficiale del servizio a Santa Giulia, sono più che entusiasti. L’assessore ai Trasporti Federico Manzoni difende la paternità dell’idea: «Quando ho saputo che a dicembre Italo arrivava a Verona ho chiesto che il servizio venisse esteso fino a Brescia ed è arrivata la risposta positiva in tempi record». Il sindaco Del Bono insiste sul fatto che Brescia «si sta dotando di una rete di infrastrutture mai vista prima: oggi Italo, poi da dicembre apre la linea Tav che permette di arrivare a Milano in 32 minuti e ci sarà il collegamento con Brebemi, che porta a tre il numero delle autostrade in città. Brescia diventerà sempre più attrattiva. Il sindaco di Bergamo, Gori, mi ha confessato che ci invidia non poco». ( p.gor. ) Domenica 28 Febbraio, 2016 BRESCIA Lago di Garda la stagione 2016 partirà già col segno più Ottimismo di fondo e una punta di polemica all’Ottava edizione della «Fiera Espositiva Garda Lombardia» tenutasi a Limone. Dopo alcune stagioni di buon livello e le ultime due addirittura eccellenti, il 2016 si presenta bene, afferma il presidente del Consorzio Garda Lombardia, Franco Cerini, che guida le 600 strutture del Garda bresciano, che accolgono il 75% delle presenze turistiche della nostra provincia e il 50% di quelle straniere in Lombardia (l’altro grosso richiamo è Milano). «Alla fiera di Monaco non c’era uno stand Italia, al contrario delle altre nazioni. Noi, però, ci siamo stati ed abbiamo raccolto buoni frutti. Se guardiamo le prenotazioni già arrivate negli alberghi siamo qualche punto percentuale sopra lo scorso anno». Tutti ammettono che l’ottimismo di casa nostra è almeno in parte rafforzato dalla scarsa sicurezza in altri Paesi del Mediterraneo, mette in diretta competizione con il Garda. Tante le novità e pure le conferme sul tavolo dei richiami: dalle strutture all’enogastronomia, con i punti di forza nei formaggi, nel vino e nell’olio di oliva, fino alla cultura con l’eccellente performance dell’Isola del Garda che ha toccato le 20.000 visite. Anche i servizi sono sulla strada buona, a partire dal nuovo servizio della Navigarda, che ha dotato di rastrelliere per le biciclette le navi in servizio sul lago. «Non su tutti i mezzi» ha specificato il direttore Davide Mandini, «dato che restano esclusi gli aliscafi e i catamarani e saranno limitate su altri mezzi. Però l’ingresso sarà illimitato su tutti i traghetti oltre che sulle navi: Italia, Zanardelli, Andromeda e Baldo». Una risposta immediata e concreta alle esigenze del turismo sportivo, in attesa della futuribile ciclabile gardesana da cento milioni di costo. Bruno Festa Torna all’elenco dei quotidiani
Rassegna stampa gardesana
ALTRE FONTI
TERRITORIO Piove, i livelli tornano a crescere Scritto da: redazione GardaPost 2016/02/29 2:52 PM Fiumi di inchiostro, toni allarmanti, titoloni, pagine e pagine di giornali che per settimane, se non mesi, hanno gridato alla catastrofe: il Garda è a secco, il mondo agricolo mantovano non avrà acqua per l’irrigazione, siamo al disastro! Invece, grazie alla decisione, sollecitata dalla Comunità del Garda, di chiudere i rubinetti del deflusso (dallo scorso 11 febbraio escono soltanto 9 metri cubi d’acqua al secondo) e alle piogge degli ultimi giorni, i livelli tornano a salire. Oggi, lunedì 29 febbraio, il lago segna più 73 cm sullo zero idrometrico (erano 53 cm il 1° febbraio, 58 cm il 10, 67 cm il 20). In un mese il Garda è cresciuto di ben 20 cm. Una quantità enorme di acqua, visto che un centimetro di lago equivale a 4 milioni di metri cubi di acqua. Certo, 73 cm sullo zero idrometrico è un livello piuttosto bassino per questo periodo, ma abbiamo davanti ancora tutto marzo e tutto aprile, mesi tradizionalmente piovosi, e in montagna è finalmente caduta l’attesa neve, che nella stagione del disgelo non farà mancare il suo prezioso apporto. Non si può dire neppure che sia una stagione eccezionale: a fine febbraio il lago misurava 74 cm nel 2012 così come nel 2008. Nel 2007 era a 68 cm e nel 2006 a 72. Nel 2002 la misura dei livelli registrata al 28 febbraio si assestava addirittura sui 45 cm. Nessun allarme, dunque. Anzi, visto che si apre ora la stagione piovosa si può dire che il lago è pronto ad accogliere gli apporti primaverili senza il rischio di ritrovarsi con livelli troppo alti, con il conseguente rischio di danni alle aree demaniali, alle passeggiate pubbliche, al collettore e al depuratore. Insomma, va bene così. Qui (www.lagodigarda.it/Misura-del-livello-del-Lagodi-Garda), sul sito della Comunità del Garda, trovi i dati giornalieri relativi alla misura dei livelli del lago al di sopra dello zero idrometrico (m 64,027 s.l.m.m.) e della quantità dello scarico dall’edificio regolatore di Salionze. Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025