SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 19 al 31 luglio 2015 •
da BRESCIA OGGI
•
dal GIORNALE DI BRESCIA
•
da L’ARENA
•
da L’ADIGE
•
dal TRENTINO
•
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
•
dal CORRIERE DELLA SERA
•
ALTRE FONTI
da BRESCIA OGGI venerdì 31 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 29 Il lago di Garda può tirare un sospiro di sollievo. Il lago di Garda può tirare un sospiro di sollievo. Non tanto dopo il primo acquazzone estivo di mercoledì sera che in ogni caso, oltre ad abbassare di qualche grado la temperatura, ha contribuito a rallentare la discesa del livello delle acque (ieri il livello è sceso di un solo centimetro, da 67 a 66, anziché dei due abituali giornalieri dell´ultima settimana). Quanto piuttosto per gli esiti confortanti giunti ieri pomeriggio dalla riunione, a Parma, dell´Autorità di Bacino.IL
Rassegna stampa gardesana
VERTICE ha spazzato via, si spera definitivamente, i timori di un aumento della portata defluente dalla diga di Salionze: «Anche l´Autorità di Bacino - commenta il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa - ha condiviso le nostre preoccupazioni scegliendo di lasciare inalterato il deflusso delle acque del lago».Una decisione quasi inaspettata, dopo che l´Autorità di Bacino aveva ipotizzato in una missiva spedita anche alla Comunità del Garda esattamente 24 ore prima, di incrementare gli attuali 80 metri cubi al secondo di altri 25 fino alla data del 7 agosto, e quindi di 10 fino al successivo 16 agosto. Tutto questo per far aumentare la portata del fiume Po nel tratto terminale in corrispondenza dei rami del delta, in questi giorni interessati dal fenomeno di risalita del cuneo salino, che sta compromettendo i prelievi a uso irriguo e potabile.La ferma e immediata opposizione della Comunità del Garda alla richiesta di aumento di deflusso dalla diga di Salionze, ha probabilmente contribuito al ripensamento di ieri pomeriggio.«Non solo eravamo contrari all´aumento - commenta Ceresa - ma avevamo addirittura chiesto di ridurre il deflusso portandolo dagli attuali 80 metri cubi al secondo a non oltre 60, proprio per evitare di compromettere la stagione turistica e agricola».Per ora in questa prima partita estiva giocata su flussi e deflussi acquei, il lago di Garda «batte» il fiume Po uno a zero. L´augurio di tutti ovviamente è che il meteo, vero arbitro della contesa, metta la parola fine portando sulla zona una buona serie di precipitazioni temporalesche. giovedì 30 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 19 IL CASO. I temporali di ieri sera non hanno migliorato la situazione Guerra dell´acqua Garda e Sebino Luciano ScarpettaGiancarlo ChiariUn delicatissimo equilibrio giocato sul filo dei flussi di emissari ed immissari che rischia di andare in tilt da un momento all´altro, danneggiando gli ecosistemi dei laghi e, più a valle, compromettendo il raccolto delle coltivazioni intensive della Bassa.Su questi due legittimi interessi contrapposti (garantire il minimo vitale dei bacini e assicurare l´irrigazione), si gioca la guerra dell´acqua. Il Po è in agonia e l´Autorità di bacino sta pensando di attingere dal serbatoio del Garda. Aumentando la portata degli emissari si punta a contrastare il fenomeno dell´ingressione dell´acqua marina che sta minacciando già da ora l´acquedotto di Ferrara, che si approvvigiona al Po. Stamattina, in un vertice in Veneto, si deciderà se applicare il «salasso» al Benaco innalzando il deflusso da 80 a 88 metri cubi al secondo. Aprire ulteriormente i rubinetti di un Garda provato dalla siccità (i violenti temporali di ieri non hanno apportato benefici sostanziali), secondo gli esperti, avrebbe effetti incontrollati e incontrollabili.«Autorizzare un surplus di prelievo - osserva il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa - non risolverebbe le criticità del Po e rischierebbe di compromettere non solo la stagione turistica, ma anche quella irrigua». Il disciplinare consente di aumentare le uscite fino a 88 metri cubi al secondo, «ma il documento è datato 1965 - precisa Ceresa -, ben mezzo secolo fa, quando esigenze turistiche e agricole erano ben diverse da quelle attuali».IL LIVELLO del Garda sta calando di due centimetri al giorno, il doppio rispetto alla scorsa settimana. Ieri, prima dell´acquazzone sull´alto Garda, le acque si attestavano a 67 centimetri sopra lo zero idrometrico. «Di questo passo - ammonisce Ceresa - senza perturbazioni serie e non sporadici e locali temporali, si rischia di andare a più 30 centimetri, la soglia di allarme, a ferragosto. Noi vorremmo agire per tempo, diminuendo le uscite dalle dighe di Salionze da 80 a 60 metri cubi al secondo». Altro insomma che aumentare i deflussi. «Non riesco ad immaginare le conseguenze di un aumento dei deflussi verso il Po - conclude Ceresa -: se bisogna fare dei sacrifici, è necessario che li facciano tutti».LE PROSPETTIVE del Sebino sono anche peggiori. Il livello dell´Oglio alla diga di Sarnico oscilla sullo zero: i 38 millimetri di pioggia caduti, non hanno frenato la discesa quotidiana di 2,5 centimetri per garantire il deflusso minimo vitale del fiume, tagliando del 40% l´acqua per la campagna. Massimo Buizza, direttore generale del consorzio dell´Oglio, getta uno sguardo alla diga e l´altro al cielo in attesa della pioggia.«In queste ore è convocato in Regione un incontro dei responsabili dei bacini per mettere a punto una strategia comune - spiega Buizza -. Fra un
Rassegna stampa gardesana
paio di giorni il livello del lago sarà a meno 30 centimetri, quantità d´acqua minima per irrigare e insufficiente per la navigazione nel basso lago». Il Consiglio di amministrazione del consorzio dell´Oglio, guidato dal presidente Angelo Bergomi, ha chiesto alla Regione una deroga sul rilascio di deflusso minimo vitale. «Il Consorzio - si legge nel documento - si farà carico di regolare i deflussi e le derivazioni irrigue in modo da rispettare le prescrizioni previste dall´eventuale deroga». L´ente, responsabile dell´irrigazione di 150 mila ettari, ha chiesto in sostanza di custodire nel lago l´acqua sufficiente a garantire l´irrigazione e la navigazione nel basso lago. La Regione ha condiviso analisi e preoccupazioni del consorzio, ma ha girato la richiesta ai ministeri di Ambiente, Territorio e Mare, che dovranno valutare la fattibilità dell´operazione anti-siccità. Chissà se da Roma la risposta arriverà prima delle piogge martedì 28 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 20 Ci sono i Santi «nativi», come Sant´Angela Merici da Desenzano e San Daniele Comboni da Li Luciano Scarpetta Ci sono i Santi «nativi», come Sant´Angela Merici da Desenzano e San Daniele Comboni da Limone. Poi ci sono quelli «di passaggio», ma sicuramente non meno importanti: basti pensare a San Francesco D´Assisi, il Patrono d´Italia, che secondo la leggenda sul Garda trascorse un periodo della sua vita terrena, lasciando tracce importanti da Gargnano all´isola Borghese.Il lago di Garda ha insomma dei Santi in Paradiso, e ha deciso di giocarsi anche queste carte, anzi questi «santini», sul tavolo della promozione turistica, proponendo percorsi ad hoc sia ai fedeli più devoti sia ai viaggiatori più affamati di storia e ci cultura. Tanto più che l´8 dicembre scatterà l´anno Giubilare proclamato da Papa Francesco, e il flusso di pellegrini in tutta Italia si annuncia molto significativo nei numeri. L´OBBIETTIVO è destagionalizzare e riscoprire grazie ad alcuni itinerari dedicati al sacro, anche le mete secondarie. Partendo dal presupposto che il 43 per cento dei turisti sceglie le località italiane anche per la ricchezza del patrimonio artistico.L´iniziativa è del Consorzio di promozione turistica Lago di Garda Lombardia, che intende abbinare da Sirmione a Limone, delle «tappe» religiose e culturali che ciascun turista potrà personalizzare.SARÀ POSSIBILE ripercorre la vita e visitare luoghi sacri legati ad esempio alla vita di S. Francesco d´Assisi sull´isola di Garda e a Gargnano con il suo chiostro francescano e l´ antichissima chiesetta di San Giacomo; oppure a Limone al centro missionario comboniano, luogo che in origine diede i natali di San Daniele Comboni, o lo splendido Santuario di Montecastello a Tignale; o ancora ripercorrere le orme di Sant´ Ercolano a Toscolano, San Carlo a Salò, Don Giuseppe Baldo a Puegnago e Sant´ Angela Merici a Desenzano.«QUESTA IDEA - commenta il presidente del Consorzio di promozione, Franco Cerini - nasce con l´intento di offrire in occasione del Giubileo che inizierà l´8 dicembre prossimo, una proposta turistica qualificata che non sia solo legata alle tradizionali offerte, ma anche agli aspetti religiosi della fede cristiana. A questo proposito è in fase di elaborazione una guida particolareggiata con ciascuna delle località del territorio del Consorzio (da distribuire agli associati e le pro loco della sponda bresciana del lago) dove sono presentati i principali luoghi di culto attraverso un itinerario in più tappe alla scoperta dei luoghi che fin dai tempi più remoti hanno segnato il culto e la devozione delle nostre zone». «A breve - annuncia il presidente Franco Cerini - saranno disponibili anche sul portale del nostro sito web tutti gli itinerari e i luoghi da visitare, posti che hanno una forte connotazione religiosa e spirituale, ma anche motivazioni culturali molto interessanti». domenica 26 luglio 2015 – CRONACA – Pagina 11 L´INTERVISTA. La giovane presidente degli Artigiani e della società di promozione turistica detta la nuova linea «rosa»
Rassegna stampa gardesana
Rigotti: «Cna e Bresciatourism La mia sfida per il territorio » Eleonora Rigotti, classe 1976, nominata in Cna è anche il nuovo presidente di Bresciatourism Imprenditrice classe 1976, già leader della Cna di Brescia, Eleonora Rigotti è il nuovo presidente di Bresciatourism, l´ente chiamato a programmare lo sviluppo turistico del territorio bresciano. Una sfida difficile, alla quale la Rigotti si approccia con entusiasmo e una buona dose di pragmatismo.Presidente, dopo la nomina alla guida della CNA ora arriva anche quella di Bresciatourism: come si sente?«Queste ultime settimane sono state abbastanza intense come del resto lo sono stati gli ultimi 5 mesi: se la presidenza di CNA è arrivata dopo anni di impegno associativo, però, l´incarico in Bresciatourism è stato assolutamente inaspettato. Eppure c´è un filo conduttore che li lega: quello del senso di appartenenza. Sono orgogliosa di poter investire tempo ed energie per il nostro territorio, promuovendone le eccellenze e declinandole in ogni modo». Il suo mandato giunge dopo le dimissioni, non senza polemica, del suo predecessore Alessio Merigo, dal quale eredita una situazione per certi aspetti non tra le più semplici. Come intende gestirla?«Dopo una iniziale valutazione dello stato dell´arte e dei programmi in essere, credo sia prioritario guardare al futuro di Bresciatourism per programmare e sostenere interventi mirati condivisi che portino al nostro territorio valore aggiunto. La vera criticità ora sta nella riduzione dei fondi, determinata dal generale contesto di difficoltà economiche. Per questo penso che sia importante superare questo impasse puntando sullo sviluppo di progetti condivisi con Regione Lombardia e con il territorio. Di risorse, ancora oggi, a Brescia se ne investono molte, ma forse in modo troppo parcellizzato. La collaborazione è la chiave vincente».Quali saranno le priorità per il rilancio di Bresciatourism e quali, se ci saranno, i cambi di rotta rispetto alla passata gestione?«Dobbiamo porci in modo nuovo rispetto ai consorzi di promozione turistica. Abbiamo competenze, risorse ed energie per essere il loro interlocutore privilegiato e per ricercare finanziamenti regionali e nazionali, definire e co-gestire progetti di più alto valore aggiunto, Brescia ha operatori professionali preparati, dagli albergatori alle società di servizi, i numeri del turismo bresciano sono importantissimi: quasi 9 mln di presenze nel 2014, e 22 milioni di presenze sul Garda (sommando le sue tre regioni) sono la prova provata della qualità e capacità dei nostri albergatori».Ritiene che il fatto di non essere all´interno di quelli che qualcuno definisce come «i soliti giri del turismo» sarà per lei un valore aggiunto o un tallone di Achille?«Nè uno nè l´altro; il vero valore aggiunto non sarò io ma la pluralità di un consiglio di amministrazione che porterà all´interno di Bresciatourism varietà di pensiero e di competenze».Crede nell´effetto Expo o come altri pensa che nel bresciano sia stato un grande flop?«Expo si avvia a entrare nel quarto mese ma abbiamo davanti ancora tre mesi importanti per promuovere la nostra realtà in Italia e nel mondo. Dobbiamo pensare già al dopo Expo, a quando si saranno spente le luci di questa grande manifestazione. I workshop e le iniziative che abbiamo in programma per il prossimo autunno e inverno guardano già ai cataloghi ricettività del 2016 e alle nuove sfide che ci attendono. Di nuovo ci sarà una attenzione, ad esempio, a grandi eventi come il Giubileo del 2015-2016 o agli Open d´Italia di Golf di Monza, a settembre: siamo già all´opera per cogliere (insieme a consorzi, associazioni, comune, provincia e ovviamente, alla Regione Lombardia) le opportunità che si presenteranno».Finalmente una giovane donna alla guida di una, o meglio di due, realtà importanti del nostro territorio: può essere considerato di buon auspicio per il gentil sesso? E cosa si sente di consigliare alle sue colleghe imprenditrici?«Negli ultimi anni abbiamo vissuto una inversione di tendenza nella partecipazione delle donne alla vita economica e politica ad ogni livello e questo è il frutto di un lavoro importante che è stato portato avanti grazie a interventi legislativi, ma anche grazie a un cambio culturale a cui tutte abbiamo contribuito con il nostro impegno. In Lombardia CNA ha 5 presidenti provinciali donne. Ho avuto la fortuna di trovare in CNA un ambiente aperto e non discriminante e farò il possibile per continuare a fare in modo che si mantenga tale e portare contaminazione positiva ovunque» giovedì 23 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 27
Rassegna stampa gardesana
SALÒ. Intensa partecipazione per il 150esimo del Corpo Onori alla Guardia costiera Un presidio vitale per il lago Con una sobria ma intensa e sentita cerimonia, i marinai della Guardia costiera di Salò hanno festeggiato i 150 anni del Corpo, che da un quindicennio è una presenza vitale anche sul lago di Garda.Martedì mattina l´incontro dei marinai con le autorità locali politiche e militari è stato salutato anche da un buon numero di cittadini, che hanno voluto ringraziare di persona gli uomini che ogni giorno si prodigano nei soccorsi di chi è in difficoltà in acqua.Sul Benàco la sezione della Guardia costiera è stata istituita nel 1999, inizialmente con base a Bogliaco di Gargnano, dopo un tragico fatto che riportò in prima pagina i pericoli del lago e la necessità di un presidio di soccorso: un´intera famiglia scozzese era stata tragicamente spazzata via da una tempesta, durante un´escursione in barca. Da allora la Guardia costiera compie centinaia di interventi ogni anno.Dal 2007 la base è stata stabilita a Salò, dove sono di stanza i 23 marinai in servizio, coordinati dal Capitano di fregata Sergio Colombo e dal maresciallo Pasquale Angelillo. Il numero da comporre in caso di emergenza in acqua è sempre il 1530.oF.MO. mercoledì 22 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 20 LAGHI IN AFFANNO/1. La Comunità rispedisce al mittente con un rifiuto la richiesta di aumentare il deflusso dall´impianto di gestione del Mincio a Salionze Dissetare il Po? Il «no» del Garda fa rumore Ormai è ufficiale: da una trentina di giorni la scena non è occupata dal solito luogo comune sul caldo estivo, ma, dicono esperti e dati storici, da un´ondata di clima africano come non si vedeva da decenni. E a questo punto emerge il problema degli effetti collaterali; a partire dalla rapida contrazione delle riserve idriche.IL PICCO TERMICO inizia infatti, insieme ovviamente all´assenza totale di precipitazioni che in alcune zone del Nord si protrae dall´inizio di giugno, a pesare sulla tenuta dell´intero bacino del fiume Po; e ci sono prospettive preoccupanti anche per il lago di Garda. Senza mezzi termini si profila infatti una «guerra dell´acqua» animata dalle richieste di rimediare la clamorosa secca del grande fiume, passato in pochi mesi da piene significative in molti tratti alle magre di questi ultimi giorni. A lanciare l´allarme è il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa che ieri ha rispedito con un «no» al mittente la richiesta dell´Aipo, l´Agenzia interregionale per il fiume Po, di aumentare la quantità dello scarico delle acque del Benaco dall´edificio regolatore di Salionze, sul Mincio.«A fronte delle esigenze dell´Aipo per la siccità del fiume Po - spiega Ceresa - ho ribadito che la richiesta di aumentare gli attuali 80 metri cubi di acqua al secondo di uscita è improponibile in una situazione come quella attuale: il livello del lago oggi è a 80 centimetri sullo zero idrometrico, e di questo passo, se dovesse perdurare la siccità potremmo trovarci in agosto soltanto a più 30 sopra il livello minimo». SULLO SFONDO c´è un problema che si potrebbe definire anche politico, ma che dal punto di vista dei curatori degli interessi benacensi è soprattutto tecnico: «Rispetto all´anno precedente - ricorda sempre Ceresa - ci sono ben quattro fattori che condizionano il mancato aumento dei deflussi di acqua. Per prima cosa rispetto al 2014 in questo momento mancano all´appello la bellezza di cinquanta centimetri di livello; in seconda battuta il periodo dell´anno non consente più apporti idrici dai manti nevosi. Se poi aggiungiamo che il caldo torrido sta aumentando l´evaporazione del bacino gardesano e che non è prevista pioggia nei prossimi giorni, va da se che gli 80 metri cubi di uscita al secondo sono già un buon numero, e stanno a testimoniare che il Benaco sta già facendo importanti sacrifici anche per la rete fluviale a valle».
Rassegna stampa gardesana
mercoledì 22 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 25 TIGNALE. Rovente assemblea sul traffico ostaggio dei tre angusti tunnel fra Gargnano e Limone C´è ancora molta strada da fare per risolvere le problematiche della viabilità sulla Gardesana. Ma il tunnel che dovrebbe accendere...la luce non è mai stato cosi vicino. Almeno stando alla partecipata tavola rotonda ospitata l´altra sera nell´auditorium di Tignale. Sotto la lente la maxi opera da 70 milioni di euro per il raddoppio della 45 bis nel tratto delle tre gallerie che collegano Gargnano a Tignale. «UN PROGETTO condiviso da tutti - ha rimarcato il deputato del Pd Miriam Cominelli - inserito fra le priorità del Governo e dell´ Anas». Parole che suonano come un impegno dopo che l´interrogazione parlamentare sull´emergenza viabilità gardesana presentata al ministero delle Infrastrutture dalla deputata del Pd è rimasta inevasa. Il nodo più nevralgico sono le tre anguste gallerie della gardesana occidentale, come sottolineato dall´assessore regionale al Turismo Mauro Parolini. «Si tratta di un tema vitale per un´area a vocazione turistica - ha osservato -, per questo nessuno ha gettato la spugna nonostante i risultati insoddisfacenti del passato». Ma a differenza del passato ora c´è un´agenda condivisa. Il primo punto è lo studio di prefattibilità ambientale e la redazione del progetto preliminare. I due adempimenti consentirebbero all´Anas di inserire l´opera fra quelle strategiche come già accaduto per le varianti della Valcamonica. Servono quasi 2 milioni per lo studio di progettazione, risorse che potrebbero arrivare entro fine mese grazie ai fondi per i Comuni di Confine. «Gli studi preliminari - ha precisato Parolini -, sono la condizione essenziale per inserire l´opera nella convenzione con l´Anas. A quel punto sarà più facile reperire i finanziamenti». IL PROGETTO INCLUDERÀ anche nuovi sottopassi a Toscolano e i tratti di tunnel compresi tra i Comuni di Tremosine e Limone. Dalla platea non sono mancati i mugugni. «A pagare dazio alla situazione sono più i residenti che i turisti - è stato ribadito -: basta pensare ai lavoratori pendolari e ai disagi dei mezzi di soccorso spesso bloccati in galleria». Il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli ha ammesso a questo proposito che situazioni simili non sono più tollerabili, e proprio per questo «ci stiamo muovendo con la Comunità Montana Parco Alto Garda per far fronte agli impegni e raggiungere gli obiettivi in tempi ragionevole». Torna all’elenco dei quotidiani
Rassegna stampa gardesana
dal GIORNALE DI BRESCIA
Rassegna stampa gardesana
Rassegna stampa gardesana
Torna all’elenco dei quotidiani
Rassegna stampa gardesana
da L’ARENA giovedì 30 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 35 LA CORSA DI MALCESINE. Dal comitato a una società organizzatrice, medesimo percorso con quattro opzioni e l'obiettivo di crescere ancor a Garda Marathon, nove di solidarietà Paolo Mozzo I l direttore: «Sport e promozione del lago senza confini e sostegno alla ricerca genomica» Otto edizioni alle spalle. E alla vigilia della nona l'International Lake Garda Marathon, in calendario il 18 ottobre da Malcesine a Torbole (discesa a Brenzone, risalita sulla Gardesana, «anello» su Arco prima del traguardo) sostituisce il «motore» ma non la formula che l'ha resa famosa in Italia, in Europa e oltre. E fa definitivamente propria la «missione» solidale affidatale dal Comitato Scientifico dell'Associazione Trentina per la Medicina Genomica (collaboratrice della Fondazione Veronesi) con un progetto di raccolta fondi i cui protagonisti saranno proprio i «runner». «Anni di fatica e soddisfazioni», spiega Stefano Chelodi, presidente da sempre del comitato organizzatore, «ma il cambiamento di passo era necessario».A dirigere la macchina organizzativa è ora la società Garda SuperSport srls. L'obiettivo resta quello «storico»: «La promozione del Grande Lago, oltre le appartenenze amministrative». Nella Garda SuperSport Srls entrano Stefano Chelodi (direttore generale), Francesco Gamba (per anni a capo di Confcommercio Alto Garda) e Vittorio Dapretto (Lago di Garda Veneto), ma si aggiunge Andrea Carpentari contitolare con la moglie di una delle maggiori realtà alto gardesane nel noleggio e vendita di biciclette: buon dilettante ha sviluppato poi un ottimo talento imprenditoriale con il «grandissimo mercato delle bike» sviluppatosi sul Garda.«L'obiettivo», spiega Chelodi, «è sviluppare una vera attività nell'organizzazione di eventi sportivi promozionali per il territorio e attività collaterali come eventi fieristici, basandosi sulla disponibilità della ottima struttura di Riva Fiere e Congressi e un'attività legata al marketing territoriale». La «LGM» (acronimo della maratona noto agli appassionati) era nata per questo motivo e «così continua, forse ora con una marcia in più».Sono riconfermate le distanze di 15 chilometri («Lake Garda Run»), 30 chilometri («Lake Garda Long Run») e della distanza olimpica (42,195 km) mentre si aggiunge una nuova gara in notturna il sabato sera precedente la gara con partenza da Torbole verso il sentiero panoramico delle Busatte con ritorno alla partenza. La caratteristica è di un'«alta via» panoramica (filmato sul sito www. lakegardamarathon.it) che avrà probabilmente una classifica combinata con la «15 chilometri» come «Torbole Night Run»: la partenza sarà sul lungolago, dove arriverà il giorno dopo la maratona, durante il pasta party che accoglierà i runner provenienti da tutto il mondo. «Una gara suggestiva che nelle intenzioni di Garda SuperSport potrà anche evolvere in futuro verso una propria autonomia», annuncia Stefano Chelodi.Cambiamento radicale anche per il sito web, completamente ristrutturato, vetrina che ha avuto una media di 5 milioni di visite l'anno; vi sono inserite ora anche un gruppo di attività «amiche» dell'evento, per sanare uno dei limiti più evidenti della precedente organizzazione. «La "LGM" è sempre stata un evento non solo trentino, non solo veneto e non solo lombardo: così nel recente passato», ammette con una certa amarezza Chelodi, «l'esito finale era che la Maratona pur facendo un servizio al Lago non avesse "padre" né "madre": una figlia di nessuno...». A dispetto delle decine di migliaia di sportivi e accompagnatori che negli ultimi otto anni hanno affollato alberghi e ristoranti nei giorni a ridosso della corsa.Corposo il programma promozionale per il 2015, con la presenza nelle maratone estere in particolare in Germania e Polonia, ma soprattutto nel mondo dei social media. Cambio anche alla direzione tecnica e di gara con l'ingresso di Loris Tagliapietra noto organizzatore di competizioni internazionali ciclistiche e direttore di squadre professionistiche del ciclismo.Il progetto di promozione a tutto campo del comprensorio nord-gardesano mira
Rassegna stampa gardesana
comunque anche ad altro: la Garda SuperSport srls ha messo in cantiere infatti una gran fondo di ciclismo in apertura di stagione (2016) e «su questa proposta i sono registrati consensi da parte delle strutture alberghiere dell'Alto Garda», conferma Chelodi. Tra gli obiettivi di Garda SuperSport c'è anche la possibilità di entrare in un circuito internazionale organizzatore di un evento «multisport».La maratona «figlia di nessuno» è infine cresciuta e sembra decisa a non cedere nulla della fama e del prestigio conquistati, con sudore, nell'olimpo delle «classiche» europee della corsa su lunga distanza. Con il valore aggiunto dalla «responsabilità sociale» sabato 25 luglio 2015 – SPORT – Pagina 46 CANOA. Si parte alle 15, arrivo a Torbole con imbarcazioni Ocean Race Tutto pronto per il Garda lake paddlers A Malcesine sfida per sessanta atleti Ieri sera l'apprezzato spettacolo di fontane danzanti e la consegna dei premi "Wind and Water". A Malcesine la macchina organizzativa della Garda Lake Paddlers Challenge è già partita con grande slancio. Oggi però è la giornata che tutti stanno aspettando. Alle ore 15 dalla località Paina di Malcesine avrà inizio la vera competizione. La Garda Lake Paddlers Challenge quest'anno ospiterà circa una sessantina di iscritti, che dovranno coprire il tratto che separa Malcesine da Torbole con le imbarcazioni tipiche dell'Ocean Race. Un anno fa fu uno straordinario successo, con numerosi passaggi televisivi anche sulle reti Sky Sport. Surfsky, OutRigger e Sup saranno le imbarcazioni protagoniste di un pomeriggio magico. Per chi non le conoscesse sono tutti scafi leggerissimi, che necessitano di vento e onde per migliorare le proprie prestazioni. Il Lago di Garda, in tal senso, è un luogo adatto per la disciplina, grazie alla termica dell'Ora che sicuramente oggi permetterà a questi scafi di planare e di surfare ad alta velocità sulle onde. La manifestazione, organizzata dall'Associazione Terradeiforti Sport con Canoa Repubblic, servirà anche per selezionare la nazionale italiana di Canoe Ocean Racing che parteciperà ai prossimi Giochi del Mediteranneo sulla spiaggia di Pescara. Il menù quindi è abbondantemente completo. In acqua parecchi campioni di spessore della specialità. Tutto è pronto venerdì 24 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 34 GARDA. Il sindaco vuole uscire dal Consorzio Nessuna decisione «Lago di Garda è» resta ancora in bilico In Consiglio è mancato il numero legale per approvare la revoca Molti se lo aspettavano. Per altri è stato un colpo di scena. In consiglio è mancato il numero legale per approvare il punto più atteso, la revoca dell'accordo tra il «Consorzio Lago di Garda è...» e i comuni di Affi, Bardolino, Brenzone, Bussolengo, Castelnuovo, Garda, Costermano, Lazise, Malcesine, Peschiera del Garda, Rivoli, San Zeno di Montagna, Torri e Valeggio. Il punto, che vede pareri diversi tra sindaco Antonio Pasotti a favore della revoca, e, ad esempio, capogruppo di maggioranza Davide Bendinelli, unico a prendere la parola sul tema durante e dopo la seduta, sarà riconsiderato nel prossimo Consiglio in data da definirsi. Suscita grande interesse perché l'eventuale revoca della delibera equivarrebbe alla revoca del finanziamento al Consorzio di promozione da parte di Garda, ipotesi che ha già fatto sobbalzare i 13 sindaci che, con Garda, del 2014, hanno sottoscritto la convenzione che contemplava la realizzazione del Piano di promozione che prevede un finanziamento di 1 milione 300mila circa euro, di cui il 50% coperto dalla Regione Veneto e il resto, appunto, dai Comuni. Contributo di oltre 48mila euro per Garda, soldi pubblici che il sindaco Pasotti si chiede se sia legittimo dare a un ente privato con fini di lucro. Infatti l'amministrazione, qualche mese fa, ha chiesto un parere a un legale. Già nei mesi scorsi il progetto del Consorzio aveva sollevato
Rassegna stampa gardesana
perplessità di natura giuridica su cui ancora si discute. In base all'ultima legge regionale sul turismo, il Consorzio, il 22 ottobre, ha modificato lo statuto diventando ente privato a scopo di lucro ed era sorto il dubbio sulla legittimità del finanziamento da parte di un'amministrazione pubblica. Nei giorni scorsi la possibile revoca aveva fatto insorgere Federalberghi Garda Veneto, Confcommercio Verona e Assogardacamping. In Consiglio, oltre al sindaco di Brenzone Tommaso Bertoncelli, c'era il presidente del Consorzio Paolo Artelio che ha ricordato il parere della Corte di Conti che solleverebbe ogni dubbio. Ma il punto non è stato chiuso. Sono usciti in 5: Davide Bendinelli, Clemente Ferri, Federico Manzalini, Michela Pinamonte e Paolo Salier. Erano assenti Giordano Monese e Maria Luisa Brunelli. Sono rimasti al tavolo in 6: Pasotti, Mario Bendinelli e Ivan Ferri per la maggioranza; Anna Codognola e Donato Pellegrini (Nuova Garda) e Michela Bertamè (Lega Nord) venerdì 24 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 34 SICCITÀ. Rispetto a inizio mese l'acqua è calata di 20 centimetri, valore record degli ultimi 8 anni Il livello del lago si abbassa di un centimetro al giorno Spiegano all'Aipo: «Ma per ora la situazione non è preoccupante» Livello del lago in costante abbassamento, ma non c'è emergenza. Da inizio luglio il livello del lago di Garda scende in media di un centimetro al giorno, ma per ora la situazione non preoccupa. Anzi, la parola «criticità» è bandita da Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), ente deputato alla gestione dei livelli del Garda e di tutto il sistema idrico collegato al fiume più lungo d'Italia. Ieri il livello era di 79 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera, venti centimetri in meno rispetto a inizio mese, valore record degli ultimi otto anni. Bisogna infatti andare al 2007, 2006, 2005 e 2003 per trovare numeri più bassi nello stesso periodo di riferimento. Luglio 2007, ad esempio, si chiuse a 18 centimetri, arrivando a 8 a settembre. «C'è crisi quando si arriva a settembre a 10 centimetri, quest'anno non corriamo questo rischio», assicurano da Aipo, «non prevediamo di arrivare nemmeno a 40, livello che comincia a preoccupare anche per la navigazione. Basta che piova un po' e sarà un anno normale».L'abbassamento del livello dipende sia da caldo e siccità, sia dallo scarico della diga di Salionze che regola l'immissione dell'acqua del lago nel fiume Mincio. Scarico prezioso soprattutto in estate, perché è dal Mincio che i consorzi di bonifica attingono per irrigare le campagne mantovane e non solo. Negli ultimi dieci giorni la portata di scarico si è attestata a 80 metri cubi al secondo. «Il massimo», sottolineano da Aipo, «e non intendiamo incrementare. La manterremo ancora per qualche giorno per far fronte alle richieste dell'Autorità di bacino del Po, che ha chiesto ai laghi del nord un maggior rilascio per favorire l'apporto al Po che è in condizioni critiche». È di ieri l'allarme lanciato da Coldiretti: l'abbassamento del Po (-3,32 metri) starebbe compromettendo l'irrigazione di prodotti di punta del settore agroalimentare italiano, con danni che solo in questo mese sono stati stimati in 200 milioni di euro. Limitando lo sguardo alla realtà gardesana la situazione per ora non preoccupa.«Non abbiamo ricevuto segnalazioni», dice il sindaco di Peschiera Orietta Gaiulli, «l'unico fastidio è che affiorano le alghe». Tranquilli anche i sindaci di Lazise e Brenzone: «Nessun problema, ma è importante che il lago rimanga in equilibrio», chiarisce Luca Sebastiano, mentre per Tommaso Bertoncelli, in prima linea l'anno scorso contro l'alto livello che erodeva le spiagge, «questa è una situazione ottimale che non crea danni». Situazione sotto controllo anche per Navigarda, nonostante da oggi sia sospeso il servizio trasporto autoveicoli da Desenzano a Riva e viceversa. «I pontili per l'imbarco, non pensati appositamente per i veicoli, sono troppo alti rispetto al livello del lago», spiegano dall'azienda. sabato 18 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 46
Rassegna stampa gardesana
PERSCHIERA. Secondo la Lipu l'ipotesi più plausibile è che ad uccidere i volatili siano stati i bocconi lanciati dai turisti Moria di germani reali. L'indiziato è il pane Ilaria Noro Casati: «Il lievito contenuto fermentando rompe i gozzi facendoli scoppiare, ma non escludiamo altre piste» A Peschiera, le guardie della Lipu, Lega italiana protezione uccelli, hanno scoperto una vera e propria morìa di germani reali. L'ultimo, un maschio adulto, è stato ritrovato morto l'altro pomeriggio, in acqua, vicino a una barca a un chilometro circa dal paese, in località Fornaci. E un albergatore della zona ha confermato che si tratta di una scena che si ripete a cadenza quasi giornaliera da un paio di settimane.La pattuglia delle guardie volontarie Lipu che, sotto la supervisione della Provincia, presidiano le attività venatorie e zoofile, occupandosi anche della pesca, ha scoperto il corpo dell'uccello durante una normale uscita di controllo. Lo ha raccolto e lo ha spedito a un centro specializzato in Regione per essere esaminato. Subirà una sorta di autopsia per capire che cos'abbia provocato il decesso. Sul corpo dell'animale, raccontano le due guardie, non ci sono segni di ferite o percosse e dunque non sembra essere stato investito da un'imbarcazione o rimasto vittima di un episodio di violenza gratuita. Tuttavia, se una morte può essere accidentale, una decina di esemplari ritrovati senza vita in pochi giorni fanno pensare. E preoccupare. L'ipotesi più plausibile, secondo le guardie Lipu, è che possa trattarsi di scorretta alimentazione, il cui effetto è amplificato e aggravato dal caldo anomalo.In pochi lo sanno ma il pane che piccoli e meno piccoli, turisti e non, lanciano in acqua ad anatre, cigni e germani è in realtà per questo esemplari un boccone amaro. «E pericoloso al punto che può ucciderli», spiega Paolo Casati, una delle due guardie Lipu che hanno ritrovato il volatile morto. «Il pane non va assolutamente bene. Il lievito contenuto, fermentando, rompe loro il gozzo: lo scoppiare», avverte Casati.«Comunque, non escludiamo alcuna pista e rimaniamo vigili», aggiungono le guardie Lipu. Del resto, è capitato ancora, negli anni scorsi, che alcune persone venissero sorprese a compiere atti di violenza su alcuni uccelli acquatici del Garda. Intanto la Lipu si è già attivata scrivendo al Comune di Peschiera affinchè venga ripristinata lungo quel tratto di riva la segnaletica che informa circa i divieti di dar da mangiare ad anatre ed altri uccelli. «I cartelli c'erano ma ora sono stati rimossi o sono illegibili e seminascosti: è necessario invece che siano ben visibili a tutti», puntualizzano i volontari sabato 18 luglio 2015 – PROVINCIA – Pagina 43 LAZISE. Su venti primi cittadini invitati se ne sono presentati solo sette Nuovo collettore Pochi sindaci e tante proteste Katia Ferraro Agguerriti gli attivisti del M5S, convinti che l'opera non risolverà i problemi del lago. Deluso Tomei Una serata dedicata al progetto del nuovo collettore del Garda, rivolta agli amministratori locali e aperta al pubblico, alla fine monopolizzata da contestatori e scettici il cui numero ha battuto quello di sindaci e rappresentanti regionali. Organizzato in Dogana Veneta dal Comune di Lazise e da Azienda gardesana servizi (Ags), l'incontro ha visto la partecipazione di sette Comuni (Castelnuovo, Bardolino, Lazise, Malcesine, Costermano e San Zeno di Montagna) sui venti invitati, mentre per la Regione Veneto hanno risposto all'appello i consiglieri veronesi Andrea Bassi e Alessandro Montagnoli. In sala anche i presidenti di Legambiente Verona Lorenzo Albi e di Federalberghi Garda Veneto Marco Lucchini, oltre ai vertici di Ags e di Ato-Consiglio di bacino veronese. L'apertura al pubblico è stata voluta dal sindaco di Lazise Luca Sebastiano «per trasparenza e per fugare il dubbio che si voglia tener nascosto il progetto». Riferimento esplicito alle perplessità mosse dagli attivisti gardesani del Movimento 5 Stelle, che stanno portando avanti una linea contraria a quella promossa da Ags e sviluppata da Technital, società che si è aggiudicata la gara per la redazione del
Rassegna stampa gardesana
progetto preliminare. Alla relazione tecnica curata dall'ingegner Simone Venturini, direttore di Technital, è seguita una raffica di domande che ha portato alla luce i dubbi sollevati in questi mesi dai Cinquestelle ma mai affrontati in un confronto pubblico con Ags. Tra le criticità sollevate c'è la preoccupazione che la nuova opera, qualora trovi i finanziamenti per essere realizzata (circa 220 milioni di euro tra sponda veronese e bresciana) non risolva problemi importanti come la separazione dei reflui dalle acque bianche e l'inquinamento del lago causato dagli scarichi abusivi. Premettendo di essere a favore del progetto, Albi ha rimarcato che «alle foci dei corsi d'acqua che confluiscono nel lago c'è un inquinamento esagerato, se queste situazioni non vengono risolte annulliamo il valore del nuovo collettore». E poi domande su tempi di realizzazione, possibilità di creare più depuratori per ridurre i costi energetici del trasporto dei reflui e la carenza documentale sollevata dall'ex candidato regionale del M5S Claudio Olivetti, secondo cui «il progetto non ha i requisiti per essere definito preliminare». Tra il pubblico Paolo Biondani, giornalista dell'Espresso presente in qualità di cittadino di Lazise, che ha chiesto come sia possibile affidare la progettazione a Technital, «citata nei verbali del Mose e di cui non si conosce la proprietà perché schermata da società fiduciarie». «La separazione totale delle acque è una chimera», ha ammesso Venturini, «ma il collettore punta a questo obiettivo». I tempi di lavoro «dipendono dai finanziamenti: se arrivassero in blocco avremmo l'opera in tre anni». Bocciata la proposta di più depuratori: «Si cambierebbe lo schema idraulico del Garda, senza contare che per vent'anni si è investito sul potenziamento del depuratore di Peschiera». «Deluso» per l'impostazione della serata il presidente di Ags Alberto Tomei: «Non voglio essere accusato di aver omesso qualcosa o non aver fatto partecipare qualcuno, la disponibilità al dialogo c'è, purché sia costruttivo. Il progetto manca di alcuni elaborati perché abbiamo voluto risparmiare, ma è una base di partenza per cercare i finanziamenti». E mentre il sindaco di Malcesine Nicola Marchesini ha espresso disappunto per non aver riservato l'incontro agli amministratori, il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti è soddisfatto: «Serata utile proprio perché pubblica». A grandi linee per la sponda veronese il progetto prevede il rifacimento del collettore dell'alto lago (Malcesine-Brancolino), che verrà spostato sotto la Gardesana, mentre le tubazioni attuali - una volta realizzata la separazione - saranno convertite al trasporto delle acque bianche. Da Brancolino partirà una nuova condotta che convoglierà i reflui direttamente al depuratore di Peschiera, liberando spazio nel collettore del basso lago che verrà riqualificato togliendo i tratti sub-lacuali Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE Cani in spiaggia, vincono i sì È in arrivo la spiaggia per i cani anche a Riva del Garda. Questo stando al risultato del sondaggio online si è concluso alcuni giorni fa attraverso la pagina «Dimmi Riva». E al quale in sindaco Adalberto Mosaner(Pd) vorrebbe rifarsi per decidere in materia. Una maggioranza di cittadini, dei 286 che hanno votato attraverso il sistema digitale, si è espressa a favore della possibilità di realizzare uno spazio riservato a cani e padroni, da qualche parte, lungo la costa di Riva del Garda. Sono 211 a essersi dichiarati favorevoli mentre 73 sono contrari. Il sindaco Mosaner si è rivolto ai concittadini per sapere se volessero o meno uno spazio dedicato ai cani lungo il litorale gardesano e il 19 giugno era comparsa sul sito del comune di Riva una pagina sondaggio simile a quella utilizzata mesi fa per proporre idee sull'ex colonia Miralago. E il tema, popolarissimo, ha scaldato la passione per il voto e in tantissimi si sono connessi sia per dare il proprio assenso o diniego sia per commentare. Ecco il dettaglio. I dati sono quelli fissati alla data del 6 luglio 2015 Totale interazioni: 213 commenti (0 commenti non appropriati e 0 commenti censurati dai moderatori), di cui: «Sei a
Rassegna stampa gardesana
favore di un area di balneazione per i cani?»: ha avuto 153 commenti, 211 like; «Sei contrario ad un area di balneazione per i cani?» 33 commenti, 73 like; «Se sei a favore, hai delle proposte?»:27 commenti, 30 like. Ci sono state 314 condivisioni di pareri altrui. I cittadini che si sono registrati sono stati 266 e 68.681 le visite totali al sito di cui: 8.846 visite a «Dimmi Riva» ossia il 12,88% del totale (è la quarta pagina più visitata del sito) e 13675 visite all'homepage del comune. I dispositivi usati per connettersi a «Dimmi Riva» sono stati da computer classico il 66,79%, da mobile il 25,44 % e da tablet 7,77 %. Considerando che, come sempre accade, solo una parte di chi visita e si connette, poi decide di registrarsi e di lasciare un messaggio, significa in ogni caso che l'esperimento ha coinvolto migliaia di persone spingendole ad informarsi sull'iniziativa e, appunto, spesso ad esporsi, esprimersi o formulare anche ipotesi alternative. L'apertura di una spiaggia riservata ai cani (le cosiddette «bau beach» adesso) dovrebbe avvenire in una zona area immediatamente a oriente di Punta Lido, vicina quindi al centro città ma anche alla grande spiaggia che poi porta ai Sabbioni. Il sindaco Mosaner si era impegnato a tenere in forte considerazione l'esito del sondaggio e sicuramente anche delle numerose indicazioni pratiche arrivate dai cittadini. «Abbiamo chiesto il parere all'Azienda sanitaria - ha confermato l'assessore al turismo Mauro Malfer - aspettiamo questa verifica, per capire se la cosa può avere autorizzazione e poi procederemo». Il comune di Riva ha utilizzato il progetto «Dimmi 2.0» studiato per le amministrazioni comunali per avviare un percorso di confronto con la cittadinanza per intercettare in tempi brevi l'opinione e le preferenze dei cittadini su tematiche identificate dagli amministratori. Il sistema può servire anche per allestire nuovi spazi e canali pubblici ufficiali (on-line) per poter consentire ai cittadini di formulare proposte strutturate da sottoporre all'attenzione dell'amministrazione; gestire il dialogo ed i commenti pubblicati dai cittadini; valutare in tempo reale l'andamento della consultazione; alimentare costantemente la relazione tra amministrazione e cittadino. In piena estate il rifugio più bello rimane chiuso Il «Marchetti» non riapre, lo Stivo senza presidio roberto vivaldelli La stagione turistica estiva per i rifugi del Trentino si è aperta lo scorso 20 giugno. O almeno dovrebbe essere così. Già, perché quando mancano pochi giorni ad agosto, il rifugio «Marchetti» del Monte Stivo, una delle mete più suggestive e paesaggisticamente affascinanti della catena montuosa che sovrasta Arco e la piana dell'Alto Garda, è tuttora chiuso. Pochissime le chance per gli escursionisti di vederlo aperto nel prossimo futuro. Se da parte della Sat di Trento tutto tace, gli amanti della montagna cominciano a protestare animosamente, anche per mezzo dei social network , dove chiedono legittime spiegazioni di questa chiusura forzata. «Come è possibile che il rifugio sia chiuso a luglio?» si domanda la maggior parte degli utenti ed escursionisti. «E' in forse anche la stagione invernale?» un'altra domanda ricorrente a cui nessuno, fino a questo momento, ha voluto dare una risposta concreta. Dopo che la protesta ha cominciato a dilagare sul web, arriva ora anche un'interrogazione del consigliere provinciale Claudio Civettini («Civica Trentina»), che pone grosso modo i medesimi quesiti: «In tempi di crisi - scrive Civettini ogni colposa omissione, dal punto di vista turistico/operativo, è considerabile un attentato alla tenuta occupazionale e al corretto esercizio delle funzioni che anche un rifugio, può generare e dare alla collettività trentina. Il riferimento è allo storico rifugio "Marchetti" del Monte Stivo, che oggi ci è segnalato ingloriosamente chiuso ai servizi di ospitalità, ristoro e sicurezza. Inutile rincorrere le beghe che possono aver portato a questa situazione, poiché in un momento positivo per tali strutture di alta montagna, dopo la crisi del 2014 per l'alta piovosità, è inaccettabile che sia in atto una chiusura imposta, per ragioni di gestione, in piena stagione estiva. Infatti, crediamo opportuno che se dovessero perdurare tali situazioni, Trentino Sviluppo o la Provincia abbiano il diritto di intervenire per assicurare a tutti la possibilità di avere ristoro, soccorso o quant'altro in quota, anche sul Monte Stivo». La storia è nota. Dopo che lo scorso anno la Sat Centrale inviò la disdetta a Matteo Calzà, gestore del rifugio per
Rassegna stampa gardesana
cinque anni, ci fu un bando vinto dalla coppia lagarina formata da Renzo Vicentini e Chiara Locatelli, i quali, tuttavia, decisero di rinunciare alla gestione della struttura. Le motivazioni che si celano dietro a tutto questo sono ovviamente di carattere economico. «Un peccato mortale - osserva il sindaco di Arco Alessandro Betta - ci domandiamo quali siano gli scenari futuri. Per quanto riguarda l'amministrazione comunale, in realtà ad oggi non ci è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale». Tenno, il laghetto come l'acquapark Una situazione insostenibile Il sindaco: «Il lago è stanco» TENNO - Una ventina d'anni fa la «Fondazione Agnelli» aveva stilato una classifica dei laghi alpini più belli e puliti. Il lago di Tenno era risultato primo assoluto. Chissà cosa direbbero oggi i ricercatori vedendo il piccolo specchio d'acqua tennese assediato dalle auto, dai bagnanti, animato da gommoni, caone, kayak, pedalò, materassini ma anche da windsurf, biciclette, ombrelloni e addirittura cavi lunghi decine di metri per le performance di curiosi funamboli in esercizio domenicale. Questo è quanto proponeva il lago di Tenno domenica scorsa. Una metamorfosi dolorosa per quanti amano il laghetto tra Canale e Ballino. Da gioiello ambientale a acquapark del divertimento senza alcun controllo. Il sopralluogo comincia malissimo. Auto in sosta vietata lungo la provinciale da Pranzo, sulla ciclabile, sul ciglio della strada. Addirittura sul sedime della grande frana caduta quattordici anni fa. Decine di auto in fila sui ghiaioni, dove dovrebbe ricrescere la vegetazione. E poi ancora auto ovunque attorno al «Club Hotel», al parcheggio dei Mattoni, finanché sulla stradina sterrata e acciottolata che da Canale porta al lago. Qui la fantasia umana non scherza: due furgoni bianchi, col persmesso in deroga ma valido solo a Sirmione. Una «Mini» nascosta dietro un campo di mais. Altri furgoni, auto, suv parcheggiati anche sotto i divieti e senza mostrare alcun tagliando autorizzativo. La Polizia locale fa quel che può. Un solo agente in servizio, da mattina a sera, che anche domenica ha staccato molte multe, limitandosi peraltro a quelle inevitabili. Nella conca lacustre si respira poi un'analoga anarchia. Il traffico "nautico" è assurdo per un lago già basso, in sofferenza, che sente il peso del carico antropico con migliaia di persone che vi si bagnano. Le bici non potrebbero accedere ma sono parcheggiata in spiaggia tra gli asciugamani. Anche per i cani ci sarebbero limitazioni che non vengono in alcun modo rispettate. Ignorato anche il divieto di campeggio presente su tutto il territorio, come dimostrano le tende (non quelle parasole) che domenica erano saldamente piantate sull'isolotto. E proprio dall'isola (ora penisola per la mancanza d'acqua) domenica partivano lunghi cavi a scavalcare l'acqua al servizio di una curiosa compagnia di funamboli. Autorizzati da chi? Gianluca Frizzi, sindaco di Tenno, reagisce con la sincerità che gli è nota: «Sono contento che ne scriviate - dice commentando la situazione al laghetto - la verità sta bene dapperttutto. Il vigile domenica ha fatto il possibile, ma è vero che c'è un serio problema di controlli, anche dal lato verso Canale. Con il nuovo comandante della Polizia intercomunale, e intanto con il vice facente funzioni, vedremo di fare subito il punto della situazione. Poi a fine estate proporrò un tavolo con tutti coloro che possono aiutare: tecnici, operatori, amministratori. Il lago è un volano per tutto il Garda trentino, ma è evidentemente stanco. Troppa gente, troppe cose...». Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO Tassa di soggiorno, anche il ristoratore Biondo lamenta il mancato coinvolgimento di alcune categorie I gestori dei campeggi: «Esclusi da Ingarda»
Rassegna stampa gardesana
ALTO GARDA Fabio Poletti (rappresentante provinciale del settore) chiede di non escludere i gestori di campeggio dalle scelte relative al turismo sul Garda, mentre il consigliere comunale Luca Grazioli domanda di coinvolgere i turisti stessi e il ristoratore Flavio Biondo lamenta l'esclusione di molte altre categorie. Il tema principale è la tassa di soggiorno, con Ingarda che ha chiesto collaborazione agli operatori per individuare la destinazione migliore dei proventi. Non tutti però si sono sentiti pienamente chiamati in causa. I gestori di campeggio chiedono di essere coinvolti nelle riunioni e nel cda di Ingarda. Secondo Poletti non è corretto portare avanti ragionamenti e decisioni in merito alla promozione turistica gardesana senza coinvolgere chi contribuisce a creare una fetta importante di arrivi e presenze turistiche, soprattutto straniere. «Considerata la valenza – afferma Poletti – che la categoria del ricettivo open air esprime nel contesto turistico locale e dato anche il massiccio numero annuo di presenze nelle strutture all’aria aperta che contribuiranno non poco all’ammontare del “tesoretto” costituito dalla tassa di soggiorno, avremmo auspicato di essere perlomeno messi a conoscenza dell'incontro ed eventualmente di essere chiamati a presenziarvi con un nostro rappresentante. Nonostante le dichiarazioni di facciata, non siamo mai stati coinvolti. Mi dispiace far notare come per i vertici di Ingarda, il settore open air, nonostante le centinaia di migliaia di presenze, non meriti la dovuta attenzione. Asat e Unat rappresentano gli albergatori e non altri settori altrettanto importanti». E ancora: «In vista dell’entrata in vigore della tassa di soggiorno - sottolinea Poletti - sulla quale siamo assolutamente contrari, ritengo doveroso che Ingarda modifichi lo statuto per prevedere nel proprio cda almeno un rappresentante dei gestori di campeggio». Da parte sua Grazioli (Lega) si dice contrariato per la mancata convocazione dei consiglieri e poi aggiunge: «Ingarda ha pronto un bel questionario rivolto agli operatori del comparto ricettivo per coinvolgerli nelle future decisioni sulla destinazione delle risorse. Il questionario lo indirizzerei ai nostri turisti, il vero soggetto importante per il nostro territorio. Quindi per questo questionario cambierei innanzitutto destinatari. Chiediamo ai turisti dove si aspettano che vengano investite queste risorse». «Hanno dichiarato – il commento poi di Flavio Biondo di aver istituito un tavolo con tutti gli operatori turistici, peccato che "inavvertitamente" si sono dimenticati di chiamare i responsabili dei sette Comuni, il presidente dei ristoratori, il presidente dei campeggiatori, il presidente degli esercenti, i responsabili delle Pro Loco…». (m.cass.) 29.07.2015 l’atleta non vedente Alessandro Furioni tenta la traversata del lago di Garda RIVA Se Marco Calzà la sua impresa è già riuscito a portarla a casa, raggiungendo la cima dell'Ortles in compagnia della guida alpina Mauro Girardi e di altri amici, un altro atleta non vedente sta per mettersi duramente alla prova. Questo venerdì Alessandro Furioni, classe 1971, originario di Malcesine ma conosciuto anche in Busa, tenterà la traversata del lago di Garda da Riva a Peschiera, con partenza fissata alle 18 ed arrivo previsto dopo circa 22 ore, il sabato pomeriggio. Furioni non è nuovo ad iniziative di questo tipo: nel 2011 e nel 2012 si è già cimentato, con successo, in due traversate di 13 e 20 chilometri. Stavolta il percorso sarà molto più lungo, ovvero gli oltre 50 chilometri che intercorrono da un capo all'altro del lago. L'intento è molto chiaro: dimostrare che lo sport può abbattere qualsiasi barriera. Come sempre è successo in tutte le traversate gardesane, l'atleta nuoterà di notte per sfruttare le correnti del lago. Il tentativo è stato pianificato nei minimi dettagli, compresi i momenti in cui Alessandro si alimenterà, ovviamente senza uscire dall'acqua, assumendo la giusta dose di energie. Ovviamente sarà accompagnato da un staff tecnico e medico che lo seguirà su alcune imbarcazioni. Ad indicare la rotta giusta ci penserà un particolare sistema che emetterà un suono attraverso un apparecchio posizionato sulla barca che lo precederà. A rendere il tutto ancora più complicato, però, ci penseranno le temperature di questo periodo che faranno crescere ancor di più il dispendio energetico. A fare il tifo per Alessandro Furioni ci sarà anche tutto il gruppo Oltre le vette della Sat di Arco. (gl.m.) 29.07.15
Rassegna stampa gardesana
«Referendum» online per chiedere agli imprenditori come investire i soldi Ressegotti (Asat) e Bassetti (Unione) promuovono l’iniziativa Dalla tassa di soggiorno 2 milioni di euro a Ingarda di Gianluca Marcolini wALTO GARDA Supererà i due milioni di euro, l'ammontare della tassa di soggiorno che finirà nelle “tasche” di Ingarda a partire dal prossimo 1 novembre, quando la Provincia renderà operativa la propria decisione che ha scatenato non poche polemiche fra gli operatori turistici trentini. Per capire come spendere al meglio questa montagna di soldi (oggi Ingarda raccoglie circa 250 mila euro annui dai propri soci), l'azienda di promozione turistica di casa nostra ha deciso di chiedere l'opinione dei diretti interessati, ovvero degli imprenditori altogardesani. Nei prossimi giorni verrà loro recapitato “online” un questionario, molto semplice e anche veloce da compilare, che avrà come interrogativo principale il seguente: «Come è opportuno destinare le risorse economiche raccolte dalla tassa di soggiorno nel 2016?». Proprio l'avvio di questa mezza rivoluzione ha dato il là ad Ingarda per studiare un nuovo sistema di approccio e coinvolgimento rivolto agli operatori del settore. Le novità sono state illustrate ieri mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede di Ingarda, alla presenza dei rappresentanti delle categorie economiche coinvolge in questo progetto di ascolto. «Dall'anno prossimo i soci di Ingarda saranno tali solamente sulla carta – ha spiegato il presidente di Ingarda, Marco Benedetti – perché l'attività promozionale sarà dedicata a tutti gli operatori turistici in maniera indistinta. Diciamo che farà parte del pacchetto della tassa di soggiorno e in cambio alle aziende chiederemo di veicolare il messaggio relativo alle iniziative promosse, agli eventi, ai progetti e quindi di sostenere le strategie e le azioni dell'Apt. In altre parole, cercheremo di portare avanti una sorta di comarketing che si baserà sullo scambio di valore e non più di denaro». Le nuove regole per la partecipazione al sistema turistico da parte degli operatori del ricettivo del Garda Trentino sono frutto di un lavoro di alcuni mesi svolto da Ingarda assieme alle associazioni di categoria. «In passato non tutti gli operatori vedevano le Aziende di promozione turistica come delle alleate – ha spiegato il presidente di Unione Commercio e Turismo Enzo Benedetti – mentre questo percorso che mira al coinvolgimento maggiore degli operatori ricettivi vuole far capire che Ingarda è la loro casa». Soddisfatta della strada intrapresa anche Elisa Ressegotti, presidente di Asat: «In questo modo si punta a rendere gli operatori corresponsabili di quanto si va pianificando e diventa un modo, per loro, di prendere consapevolezza rispetto al ruolo che svolgono le Apt. Il questionario, in tal senso, è molto importante perché consente di capire se la direzione intrapresa è quella giusta. E' facile da compilare e porta via poco tempo». Bruno Lunelli, presente in rappresentanza dei dettaglianti, ha affermato la necessità di una “tassa di scopo” che comprenda anche la propria categoria: «Perché se il turismo cala, a rimetterci siamo tutti»,a ha sentenziato. I soldi della tassa di soggiorno verranno impiegati nell’implementazione dei servizi offerti dalla Card (trasporti, ingressi, eventi) e nella manutenzione di sentieri e percorsi. 28/07/15 L’azienda sanitaria: «Temperature senza precedenti, c’è il rischio di fioriture anticipate e abbondanti». Il record a Levico. Laghi mai così caldi, paura per le alghe di Andrea Selva wTRENTO Sono “bollenti” i laghi del Trentino, con temperature mai registrate a memoria d’uomo, tanto che il responsabile del controllo dell’acqua dell’azienda sanitaria - il dottor Franco Guizzardi - parla di un’estate eccezionale: «Già ai primi rilievi di giugno abbiamo registrato dati incredibili, con le temperature che sono cresciute costantemente nel corso dell’estate. Non avevano mai trovato l’acqua così calda». Benissimo, l’acqua calda - con il lago di Levico che sfiora i 30 gradi centigradi e il lago di Caldonazzo che segue da vicino - fa la gioia dei bagnanti. Ma questa situazione preoccupa gli addetti ai lavori che temono una fioritura delle alghe anticipata e soprattutto massiccia nei laghi dove questo fenomeno è più frequente: «Potrebbe verificarsi in alcune situazioni già nei prossimi
Rassegna stampa gardesana
giorni (mentre in genere avveniva in periodi più avanzati della stagione) e con possibili conseguenze per la balneazione» dice Guizzardi. I prelievi dell’azienda sanitaria (che riassumiamo nella tabella allegata) si riferiscono ai giorni a cavallo della metà di luglio. I laghi a rischio per il fenomeno delle alghe sono Terlago (dove il prelievo di luglio deve ancora essere effettuato), Idro, Canzolino, Levico, Caldonazzo e - in percentuale minore - anche Lavarone. La paura è che si verifichi la fioritura di alghe con possibili conseguenze per i bagnanti: irritazioni della pelle, ma anche problemi alle vie respiratorie, come era già successo in passato in alcuni laghi trentini. Anche la situazione del lago delle Piazze preoccupa, perché il pompaggio di acque dal lago di Serraia per compensare la cessione d’acqua alla valle di Cembra potrebbe estendere al secondo bacino (Piazze) il problema delle alghe. 23/07/15 Prezzi stabili dopo i tonfi degli scorsi anni. Soffrono molto di più le località lacustri del Veneto e della Lombardia Case sul Garda, il mercato rivano tiene di Matteo Cassol wRIVA Le quotazioni delle abitazioni nelle località del lago di Garda - secondo l'ufficio studi del gruppo Tecnocasa - nel secondo semestre del 2014 sono in diminuzione del 2,4%, a fronte di un -2,9% complessivo del comparto lacustre italiano (Bolsena -8,7%, Como -3,6%, Iseo -1,1%). La sponda trentina pare aver limitato i danni (1,7%, contro il -2,8% della sponda veronese e il -2,1% di quella bresciana), con le quotazioni per Riva che vengono date come sostanzialmente stabili rispetto al precedente rilevamento: in altri report però sempre Tecnocasa sottolinea che almeno dal 2008 i valori delle abitazioni nelle zone turistiche sono in progressivo calo e che nel solo 2013 la contrazione dei prezzi immobiliari per le località di lago è stata del 5,7%. Per il Benaco si guarda però con una qualche speranza - speranza che d'altra parte c'era anche l'anno scorso - all'interesse da Oltralpe: in particolare le abitazioni posizionate sul versante veronese registrerebbero un discreto interesse presso gli acquirenti tedeschi, che da un anno a questa parte sono ritornati ad acquistare in zona. Per quel che riguarda Riva, secondo l'ufficio studi di Tecnocasa il mercato sta dando segnali di miglioramento, la domanda è in aumento e si riscontra più movimento soprattutto in virtù dell'inizio della stagione estiva. Le compravendite di seconde case si dividono quasi equamente tra turisti italiani e stranieri e il bacino attinge da Austria, Germania, Svizzera e Francia, da un lato, e da Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia dall’altro. Il "taglio" più richiesto è il bilocale, preferibilmente il più possibile vicino al lago e al centro, su cui investire 150-180 mila euro. Nell’ultimo anno sta emergendo una domanda di diverso tipo rispetto a quella turistica, che si orienta su trilocali da 200-250 mila euro necessariamente dotati di box, cantina e balcone abitabile. Queste tipologie sono richieste anche da persone che effettuano un investimento in previsione futura, generalmente per abitare una volta andati in pensione, e che scelgono Riva soprattutto per la sua qualità di vita. Una delle zone preferite dai potenziali acquirenti secondo Tecnocasa è sempre Restel de Fer, area soleggiata che ha avuto il suo sviluppo edilizio tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 dove le abitazioni usate costano mediamente 2.400 euro al metro quadro, mentre quelle nuove toccano 2.600 euro. Confermato anche l'interesse per le soluzioni che si trovano intorno al centro storico (viale dei Tigli, via Vannetti, viale Carducci), dove l’età media di costruzione risale agli anni ’70-’90 e le quotazioni medie sono di 2.500-2.700 euro al metro quadro. Torna all’elenco dei quotidiani
dalla GAZZETTA DI MANTOVA provvedimento del consorzio di bonifica Garda Chiese: mille aziende coinvolte Le risorse del lago d’Idro si stanno esaurendo, l’orario irriguo viene dimezzato
Rassegna stampa gardesana
L’Alto Mantovano piange Acqua razionata nei campi MANTOVA Tempi duri per i coltivatori dell’Alto Mantovano, che rischiano di veder distrutti dalla siccità vigneti, frutteti e secondi raccolti. Da oggi è entrato in vigore il piano di razionamento dell’acqua del canale Arnò, che abbraccia un territorio di tremila ettari ed alimenta quattordici bacini, a cui attingono per irrigare i campi oltre un migliaio di aziende agricole di Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Solferino, Guidizzolo e Medole. Il provvedimento è stato preso dai vertici del consorzio di bonifica Garda Chiese, che stanno assistendo, impotenti, all’esaurirsi delle riserve del lago d’Idro, il cui bacino disseta le colture dell’alta pianura mantovana. «Da troppo tempo non piove né a monte, né a valle dell’Idro – spiega Gianluigi Zani, presidente del consorzio Garda Chiese – All’appello mancano 50 milioni di metri cubi d’acqua, perciò fino al 10 agosto potremo fornirne per l’irrigazione meno di duemila litri al secondo, anziché i consueti 3.700». Per gli agricoltori travolti dall’emergenza non resta che aprire la famigerata cartella rossa, contenente le istruzioni sul piano di dimezzamento dell’orario irriguo, e sperare che arrivi la pioggia. All’orizzonte, infatti, incombe lo spettro della chiusura totale dei rubinetti. «Se nei prossimi giorni non vi saranno precipitazioni piovose – annuncia l’ingegner Paolo Magri, direttore tecnico del consorzio Garda Chiese – non avremo più a disposizione neanche un goccio d’acqua e dovremo sospendere tutti i turni». Le uniche speranze sono riposte nella possibilità che la Regione disponga di far scendere oltre il livello minimo i laghi prealpini (come proposto dall’assessore al territorio, Viviana Beccalossi) oppure in un “prestito d’acqua” da Hydro Dolomiti Enel, il gestore dei bacini montani che alimentano l’Idro. «In passato con l’azienda abbiamo avuto forti divergenze – spiega Zani – perché non ci rilasciavano l’equo quantitativo d’acqua. Quest’anno, però, ci è stato dato tutto ciò che ci spettava. Dunque non possiamo dare la colpa ad alcuno, se non al destino che ci ha riservato questa terribile siccità. È già tanto essere arrivati a fine luglio in regime ordinario. I nostri ingegneri hanno fatto miracoli per riuscire a sfruttare al meglio ogni goccia d’acqua. Inoltre ci siamo avvalsi di alcuni pozzi di supporto, che ci costano in termini energetici, ma sono utili». In attesa del peggio, o di un provvidenziale acquazzone, gli agricoltori devono tenere presente che da oggi è vigore l’orario irriguo ridotto del quindicesimo turno per i dispensatori A-B-C-D-E-F-H-I-L-M-N, mentre la prossima settimana (16mo turno) scatterà per i dispensatori G-O-P (per info: 0376-321278). Dopo non resterà che provare la danza della pioggia. Rita Lafelli 31/07/15 Dalla collina della Tosina emerge uno dei villaggi dei primi agricoltori della valle Padana Gli abitanti allevavano, tessevano e commerciavano. Sinora indagato solo l’1% del sito Ecco la Pompei del Neolitico «Ora il parco archeologico» anni fa, in un paesaggio caratterizzato da immensi boschi e paludi, su un promontorio isolato dall’acqua, viveva una comunità pacifica di agricoltori e allevatori. Che lavoravano e commerciavano la selce, producevano stoviglie di terracotta e tessevano il lino. Quel villaggio rimasto sepolto sei millenni e scoperto casualmente 12 anni fa, oggi ha ritrovato la luce grazie ad uno scavo archeologico che potrebbe essere fra i più importanti dell’Alta Italia. Qui, preservati da una ricopertura di terra che li ha sigillati come in uno scrigno, stanno venendo alla luce migliaia e migliaia di reperti che, scavo dopo scavo, raccontano come in un viaggio nel tempo le radici della nostra civiltà. La scoperta casuale. E pensare che tutto è nato da un caso. L’agricoltore proprietario dei terreni, Bruno Arieti, che dovendo arare in modo più profondo, nell’autunno del 2003 si accorse che dal terreno spuntavano strani e bizzarri sassi che sembravano lavorati da mani umane. Si trattava di selce, roccia compatta e tagliente, che non si trova sulle colline moreniche e che doveva essere stata portata lì per forza. L’occhio esperto dell’archeologo Emilio Crosato riconobbe subito manufatti neolitici, della tarda età della pietra ed avvertì la Sovrintendenza. Preservato da 6mila
Rassegna stampa gardesana
anni. Tracce neolitiche sono abbastanza rare a sud delle Alpi. Ma quello che più colpiva era la forma della collina, un ovale quasi perfetto, ben riconoscibile dalle foto aeree e mantenuto dalle coltivazioni che ne rispettavano pendenza e confini. La cosa straordinaria e unica in Italia è che quell’area, si scoprì dopo, corrispondeva esattamente all’abitato di 6mila anni fa che al tempo era probabilmente un piccolo promontorio circondato dall’acqua e da una massicciata di pietre e forse una palizzata a costituire una sorta di difesa alta sulle paludi circostanti. Migliaia di reperti. Da subito sono iniziati i primi rilievi. Inizialmente solo con prospezioni di superficie. Campagne archeologiche preventive per verificare se poi valesse veramente la pena scavare il sottosuolo. Solo percorrendo a piedi le pendici di quella collina, in due anni sono stati raccolti oltre 11mila di reperti, la maggior parte costituite da selci scheggiate e lavorate, punte di freccia, sempre in pietra, pezzi di ceramica. Quanto basta per avere la certezza che sotto si nascondesse un vero e proprio tesoro archeologico. Le campagne di scavo. È bastata la prima campagna di scavi, nel 2006-2007, per avere la conferma dell’eccezionalità della scoperta. Dal terreno sono emersi migliaia di reperti: grattatoi, raschiatoi, selci lavorate e somigliavate, ma anche le buche dei pali delle capanne, silos nei quali venivano tenuti i cereali, gli scarichi dove venivano gettate le ossa degli animali uccisi. Agricoltori e cacciatori. Proprio l’analisi di quanto trovato porta a datare il ritrovamento fra il quinto e quarto millennio prima di Cristo. In una fase nella quale a sud del Garda sembrava quasi che le popolazioni fossero scomparse per oltre mille anni. Qui gli uomini che fino ad allora avevano vissuto di raccolta e caccia, iniziarono a coltivare seminando cereali e soprattutto allevando bestiame come vacche e maiali. L’85% delle ossa ritrovate è di allevamento e solo il 15% deriva dalla caccia a cervi, cinghiali, caprioli, Fra due culture. La Tosina fu abitata e crebbe nel periodi di passaggio fra due culture: quella definita dei Vasi a bocca quadrata, che da Oriente si diffuse sino in Liguria, e la seconda, successiva, della Cultura di Lagozza, che invece da Ovest arrivò sino in Veneto. Forse la Tosina, per la sua posizione strategica, beneficiò di questa situazione divenendo una sorta di collegamento fra le due culture e divenendo un emporio dove gli artigiani lavoravano la selce della vicina Lessinia, dove le più vicine cave sono a 30 km, per poi scambiarle con altri prodotti. Potenzialità enormi. «Il sito è di circa 50mila metri quadri – spiega Crosato – ma ne abbiamo indagati meno di 500, circa l’1%, trovando oltre 50mila reperti in due campagne di scavo. Dal 2009 l’area è tutelata e per questo siamo riusciti a far spostare il tracciato del metanodotto, che doveva passare proprio qui. Ma i fondi non bastano. La Regione ha finanziato con 26mila euro la campagna di scavo e studio che ne costa il doppio. Servono aiuti dalle istituzioni e da privati perché questo sito è un valore straordinario, non solo per Mantova, ma per l’Italia intera. Per questo pensiamo alla valorizzazione finale che potrebbe venire dalla creazione di un Parco Archeologico, come il Forcello, per far conoscere le nostre radici». 28/07/15 Una mattinata passata con gli esperti che ogni giorno rilevano il livello d’acqua L’alta temperatura ha asciugato molti punti. «Ma nessuno sottovaluti il fiume» Viaggio sul Po al minimo Misurando la grande sete Trenta chilometri di fiume da scandagliare ogni giorno. Nel tratto da Portiolo (via Alzaia San Giacomo) a Bonizzo (Borgofranco sul Po). Sono loro, in questo infuocato mese di luglio, gli occhi vigili dentro la grande secca del Po. Mauro e Luca, meatori (cioè addetti al controllo della profondità, delle condizioni e dei movimenti del fiume) alle prese con il fondale che scende, che cambia livello, con le pareti delle sponde erose dalle piene e da una manutenzione della vegetazione che forse andrebbe rivista perché ci sono alberi malati, secchi, invecchiati, ci sono i massi che franano insieme alle sabbie delle rive sempre più ripide e non più sinuose. E in questi giorni ci sono le isole Mafalda (a Serravalle a Po) e Boschina (a Ostiglia) attaccate alla terra ferma. Penisole di sabbia e verde. È il viaggio di una mattinata di lavoro che racconta la storia del fiume e di chi lo conosce metro su metro. Gli unici in servizio perché la loro imbarcazione pesca fino a 20 centimetri, un livello bassissimo, mentre sono ferme le draghe, ferme le motonavi
Rassegna stampa gardesana
da turismo. Un vero peccato. Perché nella stagione in cui il turismo sul fiume potrebbe essere rilevante, la crisi idrica compromette gite ed escursioni da Ferrara fino a Mantova, passando dal Po al Mincio. I colleghi chiamano e si confrontano sui livelli della mattinata: 60 cm nei pressi di Ferrara. La partenza per Luca e Mauro (alla guida) è alle 7.30 circa, dalla Nautica Canottieri di Ostiglia. Attivato il computer di bordo, direzione idrometro di Revere che segna 1,98 e poi foce Mincio che alle 9 di ieri segnava 2,50- sotto lo zero, sostanzialmente invariato rispetto al giorno precedente del 22 luglio. C'è un metro di acqua nel mandracchio della conca. Le variazioni del fondo del canale navigabile, invece, si leggono dallo schermo del computer: si può passare sopra un livello di 2 metri, ad uno di 16 nell'arco di pochi secondi e metri. Questo è il segreto, e anche il pericolo del grande fiume. E loro stessi avvertono: «Anche con questa siccità non si può sottovalutare il Po, non ci si deve avventurare facendo il bagno o pensare di poterlo attraversare a nuoto perché basso, i pericoli sono costanti». La barca costeggia le sponde di Pieve di Coriano, quelle più danneggiate dall'erosione dell'acqua delle piene, si controllano le boe messe il giorno precedente (rosse e bianche) rispetto al livello del fiume negli stessi punti e i cartelli sulle rive. Una segnaletica fluviale che le barche (e ci sono barche a motore di pescatori) e le canoe che si incrociano devono obbligatoriamente rispettare. I dati vengono trasmessi nel frattempo a Boretto. E intanto si viaggia verso Governolo per raggiungere Conca San Leone. Qui è un deserto. La nautica Canottieri è insabbiata. O meglio, non è proprio sabbia quella che costringe le barche al fermo, ma fango. Segno che la manutenzione e la pulizia del fiume è importante per prevenire sia i disastri ambientali che il restringimento progressivo dell'alveo. Basterebbe tornare a 50 anni fa, con la messa in sicurezza delle sponde utilizzando fascine di salice, ma oggi non si fa più. I salici sono protetti dalla politica ambientalista forse un po' troppo rigida, e allora si utilizzano pali e sassi, massi e reti. Reti che con il passare del tempo si rompono. Massi che producono peso ulteriore su sponde fragili. Che poi crollano. È lavoro, quello dei meatori, ma grande amore verso il fiume. Sono sempre loro a prestare servizio in caso di piena, e oggi, con la secca. Sono 9 i gruppi che operano da Piacenza e Volta Grimana. Due quelli di Revere, Luca e Mauro. Impegnati in un super lavoro di controllo e con un occhio anche al cielo, in caso arrivasse la pioggia. Paola Merighi 24/07/15 No alla richiesta di rimpinguare il Po. Il presidente regionale delle bonifiche: «L’alveo è stagnante perché non si draga». I consorzi: non caleremo le irrigazioni di Francesco Romani I consorzi di bonifica lombardi non diminuiranno le erogazioni agli agricoltori per mantenere più acqua nel Po. È questa la risposta dell’Unione Regionale Bonifiche alla richiesta inserita nel piano presentato dall’Autorità di bacino del Po, nel vertice di martedì a Parma. Un piano che prevede di restituire 100 metri cubi al secondo di acqua al fiume sia attraverso maggiori rilasci dai grandi laghi, sia attraverso un risparmio degli utilizzatori industriali e agricoli. Ma proprio da quest’ultimo fronte arriva per ora un secco no, giustificato dalla considerazione che le irrigazioni sono al momento già state ridotte e il mondo agricolo è fortemente in sofferenza al punto che non si può chiedere un ulteriore sacrificio. A spiegarlo Alessandro Folli, presidente dell’Urbim Lombardia. Che non si fa pregare nel difendere il mondo agricolo: «A noi si chiede di fare una parte che in realtà stiamo già facendo – spiega –. Basta andare a vedere i campi del Mantovano. Molti sono sofferenti perché già oggi c’è una riduzione delle irrigazioni. I nostri agricoltori i sacrifici li stanno facendo da tempo». Per Folli non si può pensare ai problemi della distribuzione dell’acqua sono quando ci si trova in emergenza. «I Consorzi di Bonifica per la maggior parte dei cittadini e delle istituzioni quasi non esistono – attacca il presidente –. Veniamo tirati in ballo quando ci sono da fare dei sacrifici. Ma io dico che a Roma ci sono dei dilettanti. Perché basta vedere la condizione del Po oggi. Fotografatelo dall’alto, e scoprirete che è tutta una serie di lanche e laghetti imprigionati da cordoni di sabbia. L’Autorità di bacino guarda solo il canale centrale e dice che siamo in una magra eccezionale. Ma in realtà l’acqua c’è. Solo che è imprigionata nelle
Rassegna stampa gardesana
lanche ed è indisponibile. Per questo da tempo sollecitiamo una regimazione del Po, il dragaggio, la sistemazione idraulica dell’alveo che consenta di rendere usufruibile più acqua». Non solo. Per Folli non si può pensare sempre in termini di emergenza. «Da venti anni noi sollecitiamo gli enti competenti affinché adottino soluzioni strategiche, di lungo periodo. E la soluzione individuata è quella della bacinizzazione del Po, ovvero la creazione di un regime controllato delle acque attraverso delle traverse. Lo studio è in corso, ma langue. Eppure dove è stata adottata, ha garantito la soluzione dei problemi irrigui». Come si ricorda, il piano presentato martedì dall’Autorità di bacino prevede un maggior afflusso di 100 metri cubi al secondo di acqua per contrastare la continua perdita di portata del Po dovuta alla mancanza di piogge. Il fiume è sceso sotto i 400 metri cubi al secondo, ma il limite minimo è stato fissato in 350 metri cubi, al di sotto dei quali la risalita dell’acqua salmastra dell’Adriatico crea problemi alle falde nel Ferrarese ed agli impianti acquedottistici che si approvvigionano dal fiume. Dei grandi laghi, solo Maggiore e Garda hanno dato la propria disponibilità, ma la quota (circa 15-20 metri cubi è ancora insufficiente. 23/07/15 Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Giovedì 30 Luglio, 2015 CORRIERE DEL VENETO - VERONA Catullo: conti e strategie non convincono «Save inefficace, il futuro ora è a rischio» Critiche anche da Pasetto (Lista Tosi). Il Pd: «E alla fine pagano i lavoratori» VERONA I ricavi ancora in calo, il rosso nel bilancio di 2 milioni di euro e il possibile licenziamento dei 49 lavoratori della Catullo hanno fatto addensare più di qualche nube sull’aeroporto di Verona e, soprattutto, sulla strategia messa in piedi assieme a Save per rilanciarlo. Se le critiche in passato non erano mancate, soprattutto sulla scelta del partner industriale, adesso sono i risultati negativi a far discutere. Durissima, ad esempio, la presa di posizione di Giorgio Pasetto, consigliere della Lista Tosi e, quindi, di maggioranza che ha sentenziato: «La situazione è molto seria: con l’ingresso di Save non è stata presentata una strategia di sviluppo coerente con le necessità del territorio. L’ingresso di Save doveva essere legato a un incremento del traffico aereo, ma pare invece evidente quanto Save stia gestendo il Catullo con inerzia e inefficacia». E se non fosse chiaro il consigliere Pasetto ribadisce: «L’errore è non essere andati in gara per l’assegnazione della gestione dell’aeroporto di Verona. L’essere finiti in mano a Save, per altro da sempre diretta concorrente del Catullo, sta lentamente ridimensionando la nostra struttura e ciò comporterà un impatto economico e occupazionale decisamente negativo per tutto il territorio». Un allarme che il parlamentare Pd Vincenzo D’Arienzo dimostra di condividere: «Finalmente anche nella maggioranza qualcuno capisce che le nostre preoccupazioni erano fondate: l’entrata di Save al Catullo avrà anche spostato gli equilibri societari, ma non ha saputo invertire la rotta e ora si rischia di inficiare il futuro del nostro scalo. Dobbiamo capire se vogliamo diventare il parcheggio dell’aeroporto di Venezia o lo scalo vitale dell’area del Garda». A livello istituzionale, nemmeno il presidente della Provincia, che è socio del Catullo attraverso Aerogest, Antonio Pastorello è soddisfatto dei numeri del bilancio semestrale che sono stati presentati e lo lascia intendere. «I risultati non sono lusinghieri – chiarisce – però sono fiducioso della professionalità di Save e spero che a breve migliorino. Certo, non posso essere contento di questi numeri e, nella prossima riunione di Aerogest, chiederò spiegazioni di un andamento così negativo. Spero che siano esaurienti, altrimenti ritorniamo al solito luogo comune dei tanti begli annunci, cui però non seguono mai i risultati». Tuttavia, secondo la minoranza democratica a Palazzo Barbieri, un risultato questa nuova gestione l’ha già portato a casa ed è quello dei licenziamenti: 74 dipendenti di Avio Handling, la società di gestione dei servizi, sono già stati
Rassegna stampa gardesana
realizzati, e si teme anche per i 49 della stessa Catullo. «Dopo tutti gli impegni solenni presi – attacca Michele Bertucco, capogruppo Pd in Comune – Palazzo Barbieri non ha posto in essere nessuna azione a tutela dei lavoratori Avio Handling. La mancanza di una piano industriale e di qualsivoglia prospettiva di sviluppo ora mette a rischio pure i 49 lavoratori della Catullo. Lo scalo intanto continua a perdere passeggeri». Proprio questa mattina si terrà un nuovo incontro tra azienda e sindacati: «I licenziamenti non sono una soluzione – ha ribadito Mario Lumastro, segretario Filt Cgil – parliamo di sviluppo e di piano industriale, visto che tutto è sotto silenzio». Giovedì 30 Luglio, 2015 CORRIERE DEL TRENTINO – TRENTO Tassa di soggiorno e promozione Asat e Unat incalzano Dallapiccola Domani il «tavolo azzurro». L’assessore: «Pronto il piano triennale» TRENTO Si riunirà domani il tavolo «azzurro» del turismo. Nonostante l’ordine del giorno indichi il piano strategico di Trentino Marketing e la conferenza sul turismo del prossimo autunno, per gli operatori del settore sarà l’occasione per confrontarsi faccia a faccia con l’assessore Michele Dallapiccola dopo il teso scambio epistolare dei giorni scorsi. Tra le principali preoccupazioni di Asat e Unat ci sono le modalità di applicazione della tassa di soggiorno, il futuro finanziamento pubblico delle Apt e una campagna promozionale che attiri in Trentino turisti con una maggiore capacità di spesa. «Sono due, in particolare, i piani su cui abbiamo bisogno di un riscontro da parte dell’assessore» premette il presidente di Asat, Luca Libardi. «Il primo riguarda Trentino Marketing, di cui discuteremo il piano strategico. Con 20 milioni di euro l’anno a disposizione, credo si possa istituire un osservatorio che monitori i nostri competitor e indichi quale sia il target migliore, in termini di promozione, su cui investire. Il “secondo mi” alla trentina non basta. Premesso che ogni ospite che voglia visitare il Trentino è benvenuto — continua il presidente di Asat —, non siamo una terra che si può permettere di competere solo pubblicizzandosi come economica. Non ce lo consentono i costi alti che abbiamo, oltre che un comprensibile orgoglio». La seconda questione che pone Libardi, su cui si concentrava la dura lettera inviata all’assessore Dallapiccola da Asat e Unat lo scorso 8 luglio, è l’applicazione della tassa di soggiorno. «Si dice che per novembre sarà tutto pronto, ma novembre è dopodomani. Si pensi solo all’aggiornamento dei gestionali aziendali che dovranno registrare la tassa. C’è poi il tema dell’incremento della tassa deciso da alcune Apt e della sostenibilità legale di non prevedere una gradualità tra una e cinque stelle». Le Apt di Val di Fiemme, Val di Non e Terme Comano vorrebbero portarla a due euro e farla pagare agli ospiti indifferentemente dalla struttura ricettiva scelta. «Al di là che la scelta stessa sia discutibile — premette Libardi — non vorremmo si scoprisse a dicembre che è pure illegittima. Ovunque, nel mondo, la tassa di soggiorno è progressiva. Per chiarire questo ed altri aspetti abbiamo scritto quella famosa lettera all’assessore». Infine, la considerazione generale. «Un settore centrale per il Trentino come il turismo ha bisogno di un’attenzione costante. I rapporti con l’assessore sono istituzionalmente corretti, ma ci aspettiamo qualcosa di più per il futuro». Enzo Bassetti (Unat) parte dai temi all’ordine del giorno. «Sul piano strategico siamo stati in qualche modo coinvolti, ma non capiamo perché dagli incontri di quest’inverno si sia dovuta attendere la fine di luglio per conoscerne i dettagli. Quanto alla conferenza sul turismo, sorrido all’idea che si parli di aggiornamento: non ne abbiamo mai parlato. La prima, quella di Riva del Garda, andò molto bene. Buona fu anche quella di Levico tenutasi due anni fa. Mi auguro lo possa essere anche questa di cui, al momento, non sappiamo nulla». Anche Bassetti torna sulla tassa di soggiorno. «Il fatto che venga aumentata a livello locale ci potrebbe anche andare bene, ma per fare cosa? Se è per lanciare nuovi progetti benissimo, se è per pagare la spesa corrente dell’Apt, no. Dallapiccola ha poi finalmente risposto alla nostra lettera, ma non ci ha rassicurati sul futuro finanziamento delle Apt». L’assessore, per parte sua, non chiude ad «approfondimenti», ma ricorda qual è l’ordine del giorno. «Non procederemo ad un confronto random. L’incontro è fissato per discutere del piano strategico triennale di Trentino Marketing e per condividere con gli imprenditori una conferenza sul turismo che vogliamo costruire partendo dai loro input. Poi, certo, nelle varie ed eventuali potremo anche approfondire le questioni che hanno sollevato nella loro
Rassegna stampa gardesana
lettera, che però fanno parte della normale dialettica con le strutture dell’assessorato». Centrale per il futuro della promozione turistica della provincia sarà il riassetto di Trentino Marketing. «Dopo lo scorporo da Trentino sviluppo deciso su sollecitazione degli operatori turistici — spiega Dallapiccola —, abbiamo già presentato le linee guida, che sono non un prodotto calato dall’assessorato, ma condiviso in una sorta di tavolo azzurro informale con i rappresentanti della categoria. Tra le scelte quella di lavorare alla promozione provinciale attraverso il meccanismo dei grandi eventi, un nuovo portale interattivo per Trentino Marketing, un layout unico per le Apt e l’obbligo di redigere un piano di attività validato da Trentino Marketing per evitare doppioni». Tristano Scarpetta Domenica 26 Luglio, 2015 BRESCIA Comunità del Garda e Consorzio «Legambiente fa sensazionalismo» Bordate della Comunità del Garda e del Consorzio turistico Garda-Lombardia contro Legambiente, la cui sezione locale è sotto accusa per l’allarme lanciato nei giorni scorsi sulla salute del lago. «Le affermazioni di Legambiente non sono mirate a migliorare la salute del lago, altrimenti parlerebbe prima con gli amministratori che con la stampa. Legambiente cerca visibilità mediatica, indipendentemente dalle pesanti ricadute negative che una comunicazione tendenziosa e priva di contraddittorio può provocare sul sistema turistico del Garda». Una azione, sostengono Comunità e Consorzio, dannosa per l’economia gardesana, con possibilità per le località turistiche concorrenti «di sfruttare strumentalmente dati non veritieri». La campagna della Goletta dei Laghi può essere migliorata «raccogliendo pubblicamente i campioni di acqua e anticipando i tempi delle analisi, consentendo di rimediare». La replica di Cristina Milani, di Legambiente: «Le responsabilità sono di chi evidenzia i punti da cui vengono immessi inquinanti organici oppure di chi inquina o di chi non vi pone rimedio? La colpa del danno di immagine è di chi denuncia o di chi amministra senza il dovuto rispetto per l’ambiente?». Bruno Festa 26/07/15 Venerdì 24 Luglio, 2015 CORRIERE DEL TRENTINO - TRENTO «Turismo, solo nodi tecnici» Dallapiccola: «Tassa di soggiorno, ritardata su richiesta degli albergatori» TRENTO Non è una sfiducia politica, solo un elenco di questioni tecniche di complessa soluzione. Così Michele Dallapiccola archivia la lettera inviatagli da Gianni Bort (Unat) e Luca Libardi (Asat) e inoltrata per conoscenza a Ugo Rossi (Corriere del Trentino di ieri, ndr ). «Si tratta di una lettera tecnica che contiene una serie di elementi di cui discuteremo al tavolo azzurro del turismo il 30 di luglio». Quanto al silenzio dell’assessorato sulle questioni non risolte, in particolare sulla tassa di soggiorno, «i presidenti Bort e Libardi si riferiscono ai funzionari, se no avrebbero citato me come assessore. Rispondendo alla loro lettera, ho ricordato tutte le volte che ci siamo incontrati». Insomma, secondo Dallapiccola non si respira una clima di sfiducia nei suoi confronti nel settore del turismo, anzi. «I rapporti sono buoni. Nei nostri incontri si parla con severità, ma anche con cordialità. Come assessore cerco di venire incontro ad ogni richiesta degli operatori, ma poi la devo calare in un contesto complessivo che deve fare i conti con le risorse a disposizione». Nel merito «il ritardo nell’applicazione della tassa di soggiorno è dovuto esclusivamente alla loro richiesta di rinviare. A novembre si partirà e tecnicamente saremo pronti. Si tratta, però, di questioni complesse: tra le decisioni, che sappiamo prendere, e gli effetti passa per forza del tempo». Quanto alle Apt, «non corrisponde al vero che sospenderemo i finanziamenti
Rassegna stampa gardesana
pubblici, tanto è vero che la programmazione triennale già li prevede». Infine, ma non per importanza, il nodo del possibile aumento della tassa di soggiorno in alcune valli: l’Apt e la Comunità di valle di Fiemme l’hanno già approvato, ma gli albergatori tradizionalmente meno vicini alle Apt chiedono un’applicazione uniforme e le categorie li sostengono. «Farò le verifiche del caso e poi deciderò». L’ultima parola spetta alla giunta. T. Sc. 24/07/15 Giovedì 23 Luglio, 2015 CORRIERE DEL TRENTINO - TRENTO Giunta, affondo degli albergatori su Dallapiccola Dure critiche in una lettera riservata. L’Upt insiste per il rimpasto, ma sul turismo il presidente non cede TRENTO «Novità? Certo, oggi è stata approvata una riforma importantissima, quella dell’urbanistica». Ugo Rossi non è ironico. Per lui la riforma Daldoss è davvero un traguardo importante, ma la giornata di ieri l’ha passata per lo più lontano dall’aula, incontrando capigruppo e assessori per capire come uscire dall’affaire Borgonovo Re contenendo i danni. La decisione di togliere le deleghe all’assessora del Pd sarebbe presa, ma il governatore si sta ancora interrogando su quale strada imboccare. Deve decidere se procedere oggi, evitando così la discussione sulla sfiducia in aula domani, o se attendere ancora qualche giorno e concedere al Pd uno strano onore delle armi. Intanto, però, l’Upt preme per un rimpasto generale. Nel mirino dell’Unione c’è, in particolare, l’assessorato al turismo di Michele Dallapiccola. Rossi ha già risposto «niet», ma chi lo giudica inadeguato indica come prova una lettera riservata scritta dai rappresentanti della categoria, Luca Libardi e Gianni Bort, in cui il giudizio sull’operato dell’assessore è severissimo. La missiva si conclude con un invito «a una seria e comune riflessione». In consiglio, nessuno pare dubitare del fatto che l’assessorato di Donata Borgonovo Re abbia le ore contate. Dopo aver palesato di non aver più fiducia nell’assessora, tornare indietro per Rossi non sarebbe facile. Eppure, la strada che il governatore imboccherà, non sarà indifferente. Su suggerimento in particolare di Giorgio Tonini, il Pd ha preteso che la mozione di sfiducia dell’opposizione (in realtà un invito a rivedere le deleghe dell’assessora, in modo da poter chiedere il voto segreto) venga respinta in aula domani per poi eventualmente aprire un confronto generale sulla distribuzione delle deleghe in giunta. C’è però chi si chiede, anche nel Pd, come Rossi possa difendere in aula l’assessora per poi toglierle le deleghe pochi giorni dopo. Per questo motivo, in molti scommettono sul fatto che la giornata di oggi sarà quella del redde rationem. Il governatore ieri le ha parlato, ma lei ha ribadito le sue ragioni e annunciato la volontà di intervenire in aula per spiegarle alla minoranza. Se vorrà, come pare, andare fino in fondo, Rossi dovrà scegliere tra due scenari: lasciare le deleghe inalterate e riconsegnare al Pd salute e sociale. In questo caso, il nome più papabile è quello di Luca Zeni. Oppure dare la salute a Tiziano Mellarini come chiede l’Upt in cambio di cultura e cooperazione al Pd. In questo caso, il nome è quello di Lucia Maestri. L’Unione, però, ha insistito anche ieri con l’idea di un rimpasto generale, dicendosi disposta a rimettere le proprie deleghe nelle mani del presidente. Il ragionamento è: se si mette mano alla giunta, vale la pena cogliere l’occasione per sistemare un altro settore che, a loro giudizio, non è gestito bene, il turismo. Il nome di Dallapiccola — insieme a quello di Tiziano Mellarini — era già stato fatto anche dal Pd. L’Upt sarebbe disposta a vedere il turismo nelle mani di Maestri, insieme alla cultura. Anche perché, se dal Pd non arrivano segnali di preferenza sui nomi, arriva però la richiesta, in caso Rossi volesse assegnare la salute all’Upt, di aggiungere a cultura e cooperazione il turismo, o l’istruzione. Rossi ha già risposto picche, ma l’assessore del Patt non è in una posizione di grande forza. Sta, infatti, rimbalzando in consiglio una lettera (protocollata l’8 luglio) inviata a Dallapiccola e per conoscenza a Rossi in cui il presidente dell’Unione commercio Gianni Bort e quello di Asat, Luca Libardi, esprimono critiche durissime, nel merito e nel metodo, all’assessore al turismo. In sostanza, lo accusano di evitare il confronto (alle lettere precedenti non ha risposto) e di non prendere decisioni. Il principale tema di scontro è la tassa di soggiorno, che inizialmente doveva essere operativa con il primo maggio, mentre «non si ha ancora informazione sulle modalità di applicazione e
Rassegna stampa gardesana
riscossione dell’imposta». «Non è pensabile — scrivono — che informazioni tecniche che incidono sulla operatività quotidiana delle aziende obbligate a riscuotere l’imposta siano ancora oggi sconosciute». Si accusa Dalapiccola di voler procedere «alla cancellazione delle risorse provenienti dal bilancio della Provincia» per il finanziamento della Apt, per farne ricadere tutto il peso sugli albergatori. Si stigmatizza il fatto che la tassa possa essere gestita in maniera diversa nelle varie località: «Una mancanza di coordinamento e di omogeneità che oltre a creare rivalità tra le diverse Apt, darà luogo a trattamenti diversi nei confronti degli ospiti del Trentino, che è facile prevedere fonte di disorientamento quando non di irritazione». Poi si entra nel tecnico chiedendo quale sia «la legittimità giuridica» di prevedere «la progressività decrescente dell’imposta al crescente livello di classifica alberghiera» prevedendo contenziosi. Infine, si chiede «per quale motivo si neghino informazioni tecniche fondamentali su come si intenda procedere« con l’imposta e si aggiunge che la guest carda «impoverirà di fatto l’immagine del Trentino». Rossi sa che se aprisse il vaso di Pandora delle competenze, potrebbe partire un pericoloso «liberi tutti». L’Upt critica Borgonovo Re e Dallapiccola. Il Pd Dallapiccola e Mellarini. Il Patt Borgonovo Re, «ma se vogliamo discutere di competenza discutiamo anche di Sara Ferrari» aggiunge qualche autonomista irritato dai rilievi mossi al proprio assessore. Tristano Scarpetta 23/07/15 Giovedì 23 Luglio, 2015 BRESCIA Campione, il paese muore fra crolli, sigilli giudiziari e rabbia dei commercianti Forse è dal 1807 che l’angoscia non è così palpabile a Campione. Quella volta il torrente travolse il paese, distruggendo le officine per la lavorazione del ferro e dei chiodi. Passò quasi un secolo per riprendersi, allorché, prima di darsi all’editoria, i Feltrinelli avviarono un cotonificio con centinaia di dipendenti. Poi, nel 1981, anche quello chiuse i battenti. Altra delusione. Fino a che, negli anni Novanta, la «Antonelliana Società Cooperativa» di Torino rilevò l’intero paese. Fallimento e di nuovo tutto a monte. Ma la vita, si sa, continua ed è la volta di uno strano miliardario lussemburghese che promette di costruire la nuova «Saint Tropez» del Garda, con hotel, porto, funivia, residenze esclusive: è accolto con festeggiamenti e dal sindaco in fascia tricolore. Tutto di nuovo a monte. Sopraggiunge Coop Sette e rilancia il progetto di trasformazione del paese-fabbrica in centro turistico. Otto anni fa iniziano i lavori: ruspe all’opera anche di notte, elicotteri nel cielo e martelli pneumatici a perforare la roccia. Rumore e polvere ovunque, come è naturale, e i campionesi a sopportare in nome di un futuro carico di promesse. Fin qui la storia. La cronaca del presente è, se possibile, addirittura peggiore: mezza amministrazione comunale precedente sotto processo, una parte del paese sotto sequestro, l’ingresso da nord chiuso e gli inderogabili lavori per la messa in sicurezza destinati a durare almeno fino a ottobre, parte del nuovo parcheggio finita ko poiché frantumata dalla frana, il porto fermo al palo, la struttura di Univela (costruita dove nessuno aveva mai posato un mattone) desolatamente circondata da erbacce e chiusa. C’è spazio per un’unica, confortante buona notizia: l’apertura del parcheggio vicino a palazzo Archetti, temporaneamente dissequestrato dal giudice. Tra i commercianti la parola «rassegnazione» pare avere lasciato il posto a «disperazione», con l’aggiunta che gli stessi turisti di passaggio, una vera manna, sono spariti creando un ulteriore buco nei bilanci di ristoranti e pizzerie. Quasi tutti sostengono che gli incassi sono ridotti del 50% rispetto all’anno scorso: da Livio Leonesio, gestore del minimarket e persona che pondera le parole una ad una, a Marco Rodella, edicolante e appassionato di storia: «Aggiungerei che non si vendono più giornali stranieri e per i tabacchi il crollo è del 90%». Un quadro disastroso per un paese che ormai vive solo di turismo. Orsolino Consolini, ristoratore, spara a zero, mentre la moglie Brigitte dice le stesse cose con toni più morbidi: «Per
Rassegna stampa gardesana
l’accesso da sud abbiamo richiesto il posizionamento di un semaforo per avere un senso unico alternato, oppure l’utilizzo di un paio di persone per la gestione del traffico. Inutilmente». Interviene a sua volta Sergio Botticini, mobiliere di Brescia: «Anche volendo venire qui, non si trovano indicazioni su come entrare in Campione arrivando dalla città. Andrebbe segnalata la necessità dell’inversione di marcia al Porto di Tremosine, perché chi viene da fuori non lo sa». Grazie al vento ed al sole, a non lagnarsi è Daniele Pesci, bresciano che da tre anni ha aperto una scuola di kite surf: «A Campione abbiamo uno dei più bei venti di Europa e gli sportivi non mancano. Fascia di età tra i 10 ai 60 anni, con massiccia presenza di trenta-quarantenni». Ma Pesci è l’unico su questa lunghezza d’onda, a concedersi un po’ d’ottimismo. Si vede tanta gente in spiaggia, ma sono le prospettive a mancare. E, nell’aria, assieme al bel vento, aleggiano pure rabbia e rassegnazione. Altro che Saint Tropez … Bruno Festa 23/07/15 Mercoledì 22 Luglio, 2015 BRESCIA Da Lampedusa al Garda gli «angeli dei profughi» Il sottocapo Valenza: «Quella donna siriana, incinta, salvata da noi»
Da Lampedusa al Garda. Dalla tuta arancione alla divisa bianca. Dal maestrale che spira nel canale di Sicilia, al pelèr che arriccia le onde del Benaco. Il sottocapo Mirko Valenza, 31 anni, originario di Pantelleria, è diventato padre da dieci giorni di una bellissima bambina che si chiama Vittoria. E’ uno dei ventitrè componenti del gruppo di marinai in servizio sul Garda con la Guardia costiera. Ma Mirko è anche uno degli otto selezionatissimi componenti di un progetto sperimentale avviato in questi mesi nel canale di Sicilia per il salvataggio dei profughi. Mirko è un rescue swimmer , una specie di superbagnino, scelto tra gli oltre diecimila marinai del corpo delle capitanerie di porto. Il suo compito? Lui e gli altri sono una sorta di avamposto con compiti di salvataggio soprattutto in acqua. Quando uno dei tanti barconi di disperati viene intercettato da una motovedetta della Guardia costiera, Mirko è uno di quelli — tuta arancione — che sale a bordo del barcone e vigila sul trasbordo (spesso estremamente difficoltoso) dal mezzo di fortuna all’imbarcazione più sicura. Pronto a gettarsi in mare in caso di necessità. Il sottocapo Valenza ha già effettuato il suo primo turno a Lampedusa nel febbraio scorso mentre il gruppo era ancora in fase di sperimentazione. Terminata la parentesi gardesana tornerà a novembre per un altro turno di un mese in acque siciliane. Cosa le è rimasto di quella prima esperienza? «Per fortuna non abbiamo fatto interventi davvero drammatici — spiega Mirko Valenza — per il maltempo sono arrivate poche imbarcazioni. Abbiamo avuto però il caso di una donna siriana incinta con complicazioni che abbiamo dovuto trasbordare e trasferire in ospedale. È stato complicato ma tutto è andato per il meglio». Mirko Valenza partecipa alla semplice cerimonia che si è svolta a Salò per celebrare i 150 anni del Corpo delle capitanerie di porto. Ci sono il sindaco Gianpiero Cipani, i rappresentanti dei carabinieri, della polizia locale. C’è il comandante del gruppo gardesano, il primo maresciallo Pasquale Angelillo (l’ufficiale responsabile è Sergio Colombo che si divide tra il Benaco e Venezia). Sulla divisa bianca il marinaio Valenza ha appuntata una medaglia al valore. Se l’è guadagnata proprio sul lago per un doppio salvataggio avvenuto il 29 luglio 2012. A Mirko deve la vita un bagnante caduto sugli scogli vicino a Garda. L’uomo, raggiungibile solo via lago, fu trasferito sul gommone a nuoto mentre era privo di conoscenza. Stesso giorno, di pomeriggio, a Barbarano: qui è la volta di un 61enne cingalese ripescato da otto metri di profondità e rianimato. Un giorno indimenticabile per chiunque. Ma tra i marinai c’è anche un altro «reduce» di Lampedusa, il secondo capo scelto Michele Trupia, una lunga esperienza alle spalle e quattro anni nello stretto di Sicilia negli anni Novanta: «Anche allora tanti profughi, tanti
Rassegna stampa gardesana
disperati — ricorda — certo oggi la situazione è molto più drammatica ma quante persone abbiamo salvato anche allora…». 22/07/15 Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025