SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 16 al 22 gennaio 2016 •
da BRESCIA OGGI
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dal GIORNALE DI BRESCIA
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da L’ARENA
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da L’ADIGE
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dal TRENTINO
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dalla GAZZETTA DI MANTOVA
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dal CORRIERE DELLA SERA
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ALTRE FONTI
da BRESCIA OGGI venerdì 22 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 24 COMUNITÀ DEL GARDA. Domani in assemblea le nomine dell'Ast per il depuratore La Comunità riprende quota Saranno ratificate domani mattina in occasione dell'assemblea generale della Comunità del Garda, la prima presieduta dalla neo eletta deputata di Forza Italia Mariastella Gelmini, le nomine del direttivo dell'Associazione temporanea di scopo (Ats) istituita nello scorso settembre per ottenere i finanziamenti governativi necessari alla realizzazione del nuovo collettore fognario gardesano. Candidato presidente è il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti in un direttivo
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composto da quattro componenti, i sindaci veronesi di Peschiera Maria Orietta Gaiulli e di Brenzone Tommaso Bertoncelli, e per quella bresciana i sindaci di Padenghe, Patrizia Avanzini, e di Salò, Gianpiero Cipani. All'ordine del giorno anche l'elezione di un nuovo componente del consiglio direttivo (sarà il sindaco di Affi, Roberto Bonometti) a seguito delle dimissioni di Alberto Varolo, decaduto dalla carica di sindaco di Pastrengo. Com'è noto, per compensare la nomina bresciana di Mariastella Gelmini alla presidenza della Comunità del Garda era stato concordato che quella della neonata Ats dovesse essere di espressione veronese. E quella di Peretti è vista di buon grado anche dall'area Pd che in questi mesi ha reclamato più o meno velatamente un ruolo non marginale nell'Associazione temporanea di scopo. A questo proposito, il Governo nei giorni scorsi ha accolto un ordine del giorno del deputato pd veronese Vincenzo D'Arienzo contestualmente all'approvazione della Legge di stabilità, impegnandolo a valutare, con Veneto, Lombardia e i rappresentanti dei Comuni, la costituzione di un tavolo di confronto per individuare soluzioni progettuali ed economiche sul nuovo collettore, a partire dai 220 milioni di euro necessari per la sua costruzione. Sarà proprio questo il compito della nuova Ats: trovare i soldi per risanare un'opera vecchia di 40 anni. «Per fare questo però commenta il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa - è necessaria l'unità d'intenti di tutti i Comuni». A questo proposito, sono annunciati nell'assemblea alcuni rientri importanti nell'ente comprensorial come Lonato, Peschiera, Sirmione e Padenghe. venerdì 22 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 24 DESENZANO. All'incontro promosso dal Rotary sulla valorizzazione del patrimonio L'Unesco è il sogno del lago Lago di Garda: una risorsa che costituisce da sola ben il 40 per cento di tutte le acque dolci d'Italia. È questo uno dei tanti dati che Massimo Tedeschi, giornalista del Corriere della Sera di Brescia ha riportato nel corso di un incontro del Rotary Club di Desenzano, presieduto da Renata Stradiotti e alla quale hanno partecipato soci, ma anche personaggi istituzionali come Rosa Leso, sindaco di Desenzano, di Maurizio Tira, assessore all'urbanistica e di Pierlucio Ceresa, segretario del Rotary, ma anche segretario della Comunità del Garda.L'occasione era quella di rilanciare con forza un'idea vincente: proporre la candidatura del Lago di Garda come patrimonio dell'Unesco, lanciata sulla stampa bresciana proprio da Massimo Tedeschi tre anni fa e che ha poi raccolto un sempre maggiore numero di consensi, tanto che oggi si ripropone con sempre maggiore urgenza l'esigenza di riunire intorno a un tavolo i responsabili istituzionali dei comuni lacustri per affrontare un argomento tanto importante.Perché il Lago di Garda è una realtà che riunisce attorno a sé una serie di eccellenze che ne fanno un unicum nazionale, da San Martino della Battaglia al Vittoriale di Gardone Riviera, dalle Grotte di Catullo di Sirmione e ai siti termali che da soli meriterebbero l'attenzione dell'Unesco, fino ai tesori artistici di Salò e a quelli di Gargnano. Senza dimenticare naturalmente la sponda veronese: perché il Lago di Garda, il più grande d'Italia, è una vera e propria cerniera fra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige.Com'è facile immaginare, mettere d'accordo tante realtà, dai comuni delle diverse province, se non le regioni, è cosa estremamente complessa, come ha ricordato Massimo Tedeschi. Ma non è impossibile, in Italia è già avvenuto ed è estremamente auspicabile in questo caso: anche perché la salvaguardia delle acque del Lago di Garda, del paesaggio, è un scelta che può avere delle ricadute economiche significative, come dimostrano del resto le statistiche che vedono aumentare sensibilmente gli introiti turistici conseguenti al riconoscimento di un sito come patrimonio dell'Unesco. giovedì 21 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 15
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IL CASO. Con grande anticipo rispetto alla stagione estiva si ripropone il delicato gioco di equilibri fra le necessità di dissetare la campagna e tutelare il turismo Il rischio siccità «agita» le acque del Garda Luciano Scarpetta Confagricoltura sostiene la Regione «Subito le deroghe al minimo vitale» La Comunità però blinda i livelli: «Forzare la mano è prematuro» Tutelare il turismo, o «dissetare» le campagne? L'estate è lontanissima eppure l'amletico interrogativo che aleggia ad ogni bella stagione su tutti laghi bresciani sta già guastando il sonno alle istituzioni chiamate a gestire il patrimonio idrico. Tra rilasci di acqua, chiusura dei rubinetti lacustri e centellinate aperture delle dighe, è questione di equilibrio. Anche diplomatico. «Condividiamo le preoccupazioni degli agricoltori - afferma il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa provando a scongiurare l'ennesimo braccio di ferro tra il Benaco e il comparto rurale -, anche se in una situazione come questa non si fanno miracoli». Quello che allarma è l'assenza di manto nevoso sui rilievi dell'arco alpino. «PIÙ CHE CONTINUARE a mantenere le uscite alla diga di Salionze regolate a 14 metri cubi al secondo non è possibile fare - rimarca Ceresa -, sperando, nonostante le previsioni non inducano all'ottimismo, nell'arrivo delle piogge». Nelle ultime tre settimane, il livello delle acque del lago si è mantenuto stabile: ieri era a 56 centimetri sopra lo zero idrometrico rispetto ai 57 rilevati al primo gennaio. «Ma con mezzo metro di acqua in meno rispetto alla media del periodo - rileva Ceresa - non c'è da stare allegri». PER INTENDERCI, un centimetro corrisponde a poco più di 3.900.000 metri cubi di acqua e questo la dice lunga sugli allarmanti scenari che si profilano all'orizzonte. In occasione del Tavolo di coordinamento convocato al Pirellone dall'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi con gli omologhi all'Ambiente Claudia Terzi e all'Agricoltura Gianni Fava, è stata ventilata l'ipotesi di richieste al Governo per lavorare in deroga alle norme sui rilasci di acqua dai bacini idroelettrici. Soluzione auspicata dal presidente di Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna per evitare danni alle aziende agricole. «Prendiamo atto che la deroga al deflusso minimo vitale è praticabile solo a fronte di una dichiarazione dello stato di emergenza affermano Lasagna e il presidente provinciale di Brescia Francesco Martinoni -. Ma chiediamo alla Regione di verificare se già oggi a fronte di un invaso praticamente dimezzato rispetto ai valori medi degli ultimi anni, non sussistano le condizioni per una simile dichiarazione». giovedì 21 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 15 IL «NODO» NORMATIVOPer il Garda che sta soffrendo meno rispetto agli altri laghi IL «NODO» NORMATIVO Per il Garda che sta soffrendo meno rispetto agli altri laghi, aumentare gli invasi non sarebbe determinante: eventuali rilasci della diga di Valvestino, dal Molveno e dal bacino di Santa Massenza in territorio trentino, non cambierebbero l'attuale quadro. Lo sostiene Pierluicio Ceresa che sposta la questione sull'annosa e irrisolta querelle della regolamentazione dei livelli delle acque del lago disciplinata da norme del 1965. «Se le prospettive sono quelle di annate sempre più anomale sotto il profilo meteo con risorse idriche in costante diminuzione - è la tesi di Ceresa -, diventa inderogabile l'adozione di una normativa definitiva che disciplini in maniera idonea la regolazione dei livelli dei laghi e, in particolare del Garda» giovedì 21 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 15 Il Benaco «dimezzato» rispetto a un anno fa
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L'effetto combinato della scarsità di piogge e delle escursioni termiche con anomali picchi al rialzo, sta «stressando» i laghi bresciani. I livelli di Eridio, Sebino e Garda, sono inferiori rispetto al 2007 (considerato il più critico del decennio) e del 60 per cento rispetto alla media del 2006-2014. La portata delle riserve idriche è ancora più preoccupante con una forbice che varia fra il - 32% del lago d'Idro al -44% di quello di Iseo.Il Sebino è più basso di 26 centimetri e il Garda di oltre 60 rispetto allo stesso periodo del 2015. Le responsabilità di una situazione potenzialmente esplosiva non sono soltanto di un 2015 mai così avaro di precipitazioni visto che dal cielo è scesa una media compresa fra i 630 e 670 millimetri di pioggia, quasi la metà rispetto al 2014. A MINARE I SERBATOI idrici c'è anche il caldo irrituale che se non ci saranno variazioni farà sciogliere la neve, anche quella in alta quota, in primavera e non in estate. Ad essere penalizzato sarà soprattutto il lago di Iseo che ha limitate capacità di immagazzinamento di acque: contiene al massimo 85milioni di metri cubi. L'equivalente, grosso modo della capacità dalle rete delle dighe idroelettiche in alta Valcamonica, che formano una sorta di lago satellite. SE NON PIOVERÀ, come prevede il meteo, a fine mese, il forziere idrico del Sebino custodirà 24,5 milioni di metri cubi di «oro azzurro», 600 mila metri cubi ogni centimetro d'altezza.La convocazione del Tavolo di coordinamento della Regione insomma è stata tempestiva quanto opportuna soprattutto per organizzare una serie di misure di salvaguardia delle risorse idriche comprensoriali. giovedì 21 gennaio 2016 – CULTURA – Pagina 38 BENI CULTURALI. Il ministro Franceschini ha presentato la riforma per gli enti che presiedono alla tutela del patrimonio RIVOLUZIONE SOPRINTENDENZE Ente unico per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ma più presìdi sul territorio: «Taglio alla burocrazia» E sono in arrivo anche dieci nuovi musei autonomi Non solo Uffizi, Brera, Capodimonte. Da Ostia Antica a Ercolano, dai Campi Flegrei al Castello di Miramare di Trieste, arrivano dieci nuovi musei e nuovi parchi archeologici che come i 20 più grandi saranno dotati di autonomia e avranno un direttore manager scelto con un bando internazionale. Il ministro della Cultura Franceschini ha presentato alle Camere la seconda parte della sua riforma con ulteriori novità per i musei, ma anche una rivoluzione nell'organizzazione della tutela, con l'arrivo di una Soprintendenza unificata per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Servirà a «rafforzare i presidi di tutela, che diventeranno molti di più sul territorio, e a semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione», assicura il ministro, che torna a battere su un tasto molto sentito dal presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Le nuove soprintendenze parleranno con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici».Tant'è, presentata ai sindacati e al Consiglio Superiore dei Beni Culturali, la seconda parte della riforma è tutta in un decreto ministeriale che entrerà in vigore a giorni, forse già nell'arco di una settimana. E proprio i sindacati criticano il provvedimento, nel metodo e nel merito: «L'accorpamento rischia di abbattersi sulle Soprintendenze come una mannaia sulle loro già esauste capacità operative. Significa disarticolare e disperdere le professionalità di tanti funzionari e tecnici. C'è il rischio di consegnare i territori agli speculatori». Certo ci vorrà qualche tempo per gestire la prima fase «un po' complicata» con gli spostamenti del personale, ha spiegato il ministro a parlamentari e senatori convocati a Palazzo Madama, ma entro febbraio si dovrebbero concludere le procedure di mobilità volontaria per poi mettere a punto le nuove piante organiche. Con l'accorpamento, sottolinea Franceschini, le soprintendenze diventeranno di più, e si potrà garantire un rapporto «più equilibrato» con il territorio. Il ministro cita l'esempio dell'archeologia, che dispone ora di 17 soprintendenze per tutta Italia: «Con la riforma diventano 39 alle quali si aggiungono le due soprintendenze speciali di Roma e Pompei». Più uffici, quindi, secondo una nuova mappa che tiene conto della grandezza del territorio, del numero degli abitanti e della consistenza del patrimonio culturale. La Lombardia, per esempio, passerà da due a quattro, il Lazio da due a tre, la Campania da una a due. Certo il soprintendente sarà uno solo per tutto il macro settore. Ma ogni soprintendenza verrà articolata in sette aree funzionali (archeologia, belle arti, architettura, demoetnoantropologia, paesaggio, educazione e ricerca,
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organizzazione e funzionamento) affidate ad altrettanti funzionari responsabili. Al soprintendente «il compito della sintesi», fa notare il ministro, anche con un «parere unico» alle richieste di cittadini, enti locali, imprese. Alla direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio, poi, il compito di garantire il coordinamento. Procedimento analogo per le Soprintendenze Archivistiche che diventeranno Soprintendenze archivistiche e bibliografiche, risponderanno alla Direzione Generale Biblioteche e potranno avvalersi del personale delle biblioteche statali. Per i nuovi musei autonomi, invece, la strada è quella già segnata dalla prima tranche di istituti, sganciati dai poli museali. Anche i nuovi avranno un direttore manager, un cda e un bilancio autonomo come i primi 20 al top. Nella nuova lista entrano alcuni degli esclusi della prima ora, come il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia o il Museo Nazionale Romano o il Grande Complesso Monumentale della Pilotta di Parma (che raccoglie Biblioteca palatina, Galleria Nazionale e Museo Archeologico Nazionale) nonché emblematici come quello di Miramare con Castello e Parco. E ancora, Villa Adriana e Villa D'Este, che avranno un direttore condiviso. Ma ci sono anche novità come il Museo della Civiltà a Roma, che unifica all'Eur il Museo nazionale Preistorico ed etnografico Pigorini, il Museo dell'Alto Medioevo e il Museo delle Tradizioni Popolari sulle cronache di questi giorni per le vicende di assenteismo. E poi nuovi parchi archeologici per Ostia, Ercolano, Appia Antica e Campi Flegrei, che include Bagnoli, Baia e Bacoli. Tra le novità anche il Complesso dei Gerolamini che entra a far parte del Polo Museale di Napoli. «Per noi un ulteriore passo sulla strada avviata qualche mese fa», conclude Franceschini, «più efficienza e burocrazia più facile, ma anche più impegno per valorizzare il patrimonio». giovedì 21 gennaio 2016 – ALTRA – Pagina 37 VELA. L'iniziativa ha trovato il consenso della federazione europea L'Accademia della vela trova casa sul lago di Garda Una struttura di prestigio che sarà la «porta» per gli atleti migliori verso i college americani Un'Accademia della vela sul lago di Garda, per avviare ai college Usa. Riservata a giovani italiani di età compresa tra i 13 e i 18 anni, verrà creata a Brenzone, sulla riviera veronese del lago. L'iniziativa, sostenuta dalla XIV zona Fiv, ha ricevuto il consenso della Federazione europea; e il progetto è stato illustrato a Gardone Riviera, nella sede della Comunità, presenti i responsabili di numerosi circoli.Portando il saluto di Maria Stella Gelmini, il direttore Pierlucio Ceresa ha detto a sua volta che, nel caso in cui le Olimpiadi del 2024 fossero assegnate a Roma, la Comunità chiederà l'effettuazione delle regate sul Garda.Claudio Brighenti, referente tecnico, ha spiegato che la Junior Sailing Academy intende accompagnare gli atleti nella ricerca di università americane, anche attraverso borse di studio messe a disposizioni dalle principali classi veliche. La scelta deve avvenire al terzo anno della scuola superiore. Le iscrizioni si apriranno il 15 febbraio, compilando i moduli sul sito www.ijsa.eu. In marzo, giugno, luglio e settembre verranno effettuati test, colloqui, incontri, gare, con valutazioni dal punto di vista agonistico e scolastico. I ragazzi vivranno al Garda Family House, la struttura alberghiere di Brenzone delle piccole suore della Sacra Famiglia.Il team degli istruttori, coordinato da Brighenti, è composto da Giovanni Canazza, responsabile amministrativo, Luca Bursic, campione del Mondo Optimist e attuale allenatore squadra olimpica austriaca 49er, Federica Salvà, vice campionessa mondiale 470, nonché olimpionica 470, Santiago Lopez, preparatore atletico, tecnico della Fraglia Vela Riva, e Veronica Maccari, che cura i rapporti con Università statunitensi. La Cambridge School Verona si occuperà del corso di lingua inglese.«Metteremo a disposizione alcune borse di studio affinchè gli atleti maggiormente meritevoli possano accedere ai College Usa - commenta Marco Predieri, presidente della Federazione europea - sfruttando l'opportunità offerta dall'Accademia. E tutto questo dimostra una volta in più come il lago di Garda si confermi come una delle basi migliori per formare velisti di valore». sabato 16 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 29
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L'ASSEMBLEA. L'elezione del presidente dell'Associazione di scopo La Comunità del Garda vota «mister depuratore» È prevista sabato prossimo alle 10 nella sede della Comunità del Garda, a Villa Mirabella di Gardone Riviera, la prima assemblea generale dell'ente presieduta dalla neo-presidente, l'onorevole Mariastella Gelmini.L'assemblea designerà inoltre il presidente del comitato di gestione dell'Ast «Garda ambiente», costituita per gestire la realizzazione del nuovo sistema di depuratori e collettori del Garda, una partita da 220 milioni di euro che prevede il raddoppio dei deputratori e la dismissione delle condotte sublacuali.Come da accordi, la guida del comitato di gestione composto da cinque membri, spetterà ad un rappresentante della sponda veneta, dopo la nomina bresciana di Mariastella Gelmini alla presidenza della Comunità.«Dopo le incomprensioni dei mesi scorsi - dichiara il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa - anche tutti i Comuni della sponda veneta stanno deliberando l'adesione all'associazione temporanea di scopo. Proprio in nome dell'unità, la presidente Gelmini ha invitato in assemblea anche i Comuni non aderenti alla Comunità». Torna all’elenco dei quotidiani
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da L’ARENA giovedì 21 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 36 L'AMBIENTE E IL LAGO. Sabato la ratifica delle nomine: il sindaco di Castelnuovo presiederà l'associazione che dovrà gestire il rinnovo della rete Collettore, Peretti alla guida dell'Ats Katia Ferraro Nel direttivo saranno nominati altri due colleghi veronesi: Tommaso Bertoncelli (Brenzone) e Orietta Gaiulli di Peschiera Lavori di posa di tubazioni della rete del collettore del Garda|Giovanni Peretti|Maria Orietta Gaiulli|Tommaso Bertoncelli È il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti il candidato presidente della neonata Associazione temporanea di scopo (Ats) a cui hanno aderito i Comuni gardesani sia della sponda veronese che di quella bresciana, per andare a reperire nelle sedi istituzionali (Roma in primis) i fondi necessari alla realizzazione del nuovo collettore fognario del lago, il cui costo preventivato è di 220 milioni di euro.La carica gli sarà riconosciuta ufficialmente sabato mattina a Gardone Riviera, durante l'assemblea generale della Comunità del Garda, ente promotore dell'Ats.La presidente della Comunità (e deputata di Forza Italia) Marisatella Gelmini dovrà solo ratificare le decisioni già espresse dai territori, che oltre alla presidenza hanno individuato i quattro componenti del consiglio direttivo dell'Ats: per la riviera veronese saranno i sindaci di Peschiera Maria Orietta Gaiulli e di Brenzone Tommaso Bertoncelli, per quella bresciana i sindaci di Padenghe, Patrizia Avanzini, e di Salò, Gianpiero Cipani.Nelle ultime settimane si sono rincorsi i nomi del papabile presidente dell'Ats, che in base agli accordi stabiliti in precedenza si sapeva dovesse essere espressione veronese, per compensare la presidenza bresciana della Comunità. Nella rosa dei candidati c'era anche Peretti che ieri pomeriggio, a margine dell'incontro a Garda in cui i sindaci veronesi hanno designato i loro rappresentanti, si è detto sorpreso dell'incarico.«Non me l'aspettavo, negli ultimi giorni ci sono state molte tensioni», ha ammesso, «non sono partito pensando di arrivare a fare il presidente: mi faceva piacere entrare nell'Ats perché Castelnuovo è il Comune più popoloso del lago e volevo che il basso lago fosse rappresentato». Ad aver contribuito all'elezione di Peretti potrebbero essere state anche le mosse politiche del Pd, che nelle scorse settimane aveva rivendicato un ruolo di primo piano nell'Ats.Primo cittadino in una coalizione che unisce varie forze politiche tra cui il Pd, Peretti rivendica la sua appartenenza centrista, caratteristica che può aver contribuito a far convergere sul suo nome: «Ho ribadito che sono un uomo di centro, di collegamento e di cerniera», ha ricordato Peretti, «mi sono sempre messo a disposizione per creare cuciture quando c'erano tensioni e questo è stato apprezzato. Bisognava arrivare all'equilibrio e forse è stato più facile trovarlo su di me».ALL'ORDINE DEL GIORNO nella riunione di ieri, organizzata dalla vicepresidente della Comunità del Garda (e vicesindaco di Torri) Donatella Bertelli: oltre alla designazione dei candidati dell'Ats, è stato deciso che sarà il sindaco di Affi, Roberto Bonometti, a subentrare come consigliere della Comunità del Garda al dimissionario Alberto Varolo, decaduto dalla carica di sindaco di Pastrengo. «Lavoreremo affinché l'Ats possa operare, perché dopo 40 anni il collettore ha davvero bisogno di essere risanato», ha commentato Bertelli, «per farlo è necessario che il governo intervenga mettendoci a disposizione i fondi».Se la finalità dell'Ats è chiara (fare lobby e massa critica per reperire le risorse economiche), più nebulosa è la definizione delle competenze operative che le saranno attribuite e in particolare se potrà gestire gli eventuali soldi in arrivo. «Bisogna aspettare la costituzione effettiva e che inizi a lavorare per stabilirne le funzioni concrete», aveva spiegato qualche settimana fa il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa. Tutto in divenire, insomma.LE REAZIONI. «Sono contenta dell'esito di questo tavolo», dichiara Orietta Gaiulli, che si era candidata alla presidenza, «Peschiera ha il diritto di
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esserci, perché avendo sul suo territorio il depuratore subisce i disagi maggiori. Sarò contenta di collaborare con Mariastella Gelmini» (con cui c'è affinità politica, ndr). Nessuna amarezza palese per la mancata presidenza: «Il contraddittorio è andato così, ma sono contenta perché c'è collaborazione con gli altri colleghi».Soddisfatto il sindaco di Lazise Luca Sebastiano, che ammette di aver votato per la terna vincente ma, ricorda: «adesso siamo solo all'inizio del percorso». martedì 19 gennaio 2016 – SPORT – Pagina 40 VELA. Una struttura nata da un'idea di Brighenti che si ispira al modello dei college Usa e propedeutica all'università L'Accademia della vela diventa realtà Inizierà ad operare a marzo Si rivolge a studenti dai 13 ai 18 anni e avrà sede a Castelletto di Brenzone Presentazione in grande stile per l'Accademia della vela, ideata dal veronese Claudio Brighenti, a Gardone Riviera a Villa Mirabella sede della Comunità del Garda, «la casa di tutti i gardesani» ha sottolineato il segretario della Cdg Pierlucio Ceresa dando il benevenuto agli ospiti. L'International Junior Sailing Academy, che ha sede a Castelletto di Brenzone e inizierà ad operare a marzo, è un'Accademia internazionale della vela, sul modello dei college anglosassoni e propedeutica all'università, rivolta a studenti dai 13 ai 18 anni.«Questo nuovo progetto vuole mettere a disposizione dei giovani velisti italiani e stranieri un'organizzazione professionale che abbina la crescita tecnica in alcune classi veliche giovanili e il possibile accesso ai circuiti di college americani», spiega Brighenti, «oltre ad offrire nuove opportunità ai giovani velisti, con l'ausilio anche di borse di studio».Entusiasta anche Marco Predieri presidente della Federazione Europea della vela (Eurosaf). «Come Eurosaf dobbiamo cercare di informare e agevolare i giovani velisti europei affinché possano coltivare la passione per la vela proseguendo con lo studio nelle migliori università del mondo: Eurosaf metterà a disposizione delle borse di studio affinché i più meritevoli possano accedere ai college, sfruttando l'opportunità offerta dalla International Junior Sailing Academy.La campionessa di Castelletto Federica Salvà, che nell'International Junior Sailing Academy è responsabile degli equipaggi di doppio, è intervenuta alla presentazione portando la sua illustre esperienza. «Ho potuto constatare che i velisti di altri Paesi come ad esempio Gran Bretagna, Australia, Usa, Francia, Nuova Zelanda, Canada, impegnati agonisticamente ad alto livello possono tranquillamente allenarsi e gareggiare, continuando a seguire il proprio percorso universitario senza essere penalizzati. A differenza dei nostri atleti azzurri, che si trovano spesso di fronte ad un bivio. Cioè scegliere se continuare ad impegnarsi agonisticamente ad alto livello o studiare. Per questo è nata l'International Junior Sailing Academy».La preparazione all'Ijsaè basata sui criteri di selezione sportiva e scolastica dei college Usa, individuando per ogni partecipante la scelta più adatta per livello sportivo e accademico. Per poi sviluppare un programma a lungo termine per raggiungere il livello sportivo e accademico necessario. Il tutto in accordo con la famiglia, il circolo velico e la Federazione di appartenenza dell'atleta. Per la parte sportiva la Ijsa verrà ospitata al Circolo Nautico Brenzone di Castelletto di Brenzone. Gli allievi soggiorneranno nella vicina Garda Family House. Della "squadra" IJSA oltre a Brighenti e Salvà fanno parte anche Luca Bursic,e Santiago Lopez. martedì 19 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 32 IL PROGETTO PER IL LAGO. Il «grande anello» intorno al Benaco piace anche ai trentini ma le realtà locali restano all'insegna della frammentazione Ciclabile del Garda, l'«incompiuta» Emanuele Zanini Mancano tratti anche brevi per unire i tracciati esistenti mentre la Provincia ha i fondi e non li può spendere
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Sulle piste ciclabili gardesane i progetti ci sono, ma rimangono in attesa del completamento di piccoli tratti e dello sblocco delle coperture finanziarie. Al riguardo non sono mancati di recente sviluppi positivi, anche se non si sono registrati reali e concreti passi avanti ma più discorsi basati sulle «intenzioni». È il caso dell'anello ciclabile, denominato «Garda by Bike», che dovrebbe permettere il periplo del lago Garda: il percorso è stato uno dei temi al centro dell'incontro tra il governatore del Trentino Ugo Rossi e il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio avvenuto pochi giorni fa. Rossi l'ha definita «un'idea straordinaria, un obiettivo raggiungibile», assieme a Veneto e Lombardia.Il percorso, presentato nel giugno 2014, unirebbe tre regioni e quattro provincie (Brescia, Trento, Verona e Mantova) per un totale di 190 chilometri. Sulla sua reale fattibilità non ci sono però notizie concrete. Uno dei nodi da sciogliere sarà il tratto veronese tra Brenzone e Malcesine: le due amministrazioni comunali si stanno attivando per far partire i lavori della ciclopista entro il prossimo agosto grazie a un finanziamento dell'ex fondo Odi per un totale di 17 milioni di euro. I due Comuni intanto sono riusciti a creare due stazioni appaltanti distinte per accelerare l'iter per realizzare l'opera.Ma nell'area gardesana ci sono altre aree con ciclabili addirittura già attive ma incomplete, spesso per una questione di metri o di poche migliaia di euro. È il caso dell'anello da 106 chilometri che, coinvolgendo 18 Comuni, dalla zona del Villafranchese arriva a Rivoli. Il percorso esisterebbe già: non servono nuove opere ma per completarlo mancano le indicazioni, la cartellonistica e i depliant per creare davvero una rete ciclabile efficiente per cicloamatori e turisti, ovvero circa 73mila euro, che la Provincia avrebbe a disposizione ma non può spendere in attesa venga chiarito il quadro normativo e i relativi vincoli imposti da Roma. Forse se ne saprà di più dopo la chiusura delle riforme, la definizione delle priorità del Governo e il destino delle Province.Un altro tratto di ciclabile, già inaugurato nel 2014 e funzionante è quello che unisce Rivoli e Brentino Belluno e che fa parte della ciclopista europea «del Sole». Per completare l'opera servirebbe unire il tragitto di confine tra la parte trentina e quella veronese, a Mama d'Avio. Una questione di 250-300 metri. Un collegamento non effettuato visto che andrà a realizzarlo l'Autostrada del Brennero che ha in progetto, in collaborazione con la Provincia stessa, l'allargamento del sovrappasso dell'A22 e il relativo allacciamento della pista.Per quanto riguarda sempre la ciclopista «del Sole», inserita nell'itinerario internazionale che dovrebbe unire Capo Nord con Malta, non mancano infine alcuni ambiziosi progetti, a partire dal collegamento di 19 chilometri tra Peschiera (nel punto in cui si trova la ciclabile del Mincio che porta a Mantova) e Pastrengo, passando per Lazise, per connettere direttamente le due direttrici e quindi il lago con la Valdadige. Il progetto preliminare della Provincia prevedeva un finanziamento da 10,2 milioni di euro, suddiviso in tre stralci, con un crono programma che ipotizzava la fine dei lavori addirittura entro il 2011. Sulla carta però appare ancora distante la partenza dell'opera. Come quasi sempre accade, il problema principale è la mancanza di fondi.Tuttavia creare un'efficiente rete di piste ciclabili nella zona del Garda-Baldo non è un libro dei sogni ma una concreta possibilità. Ne è convinto il presidente della Provincia Antonio Pastorello che si sente «bloccato» per non poter spendere soldi in realtà disponibili. «Basterebbe che ci lasciassero lavorare senza freno a mano tirato. La Provincia ha i progetti nel cassetto, ma le manca la possibilità di utilizzare le risorse», sottolinea Pastorello. «Ci sono due velocità: quella della progettualità sulle cose che servono al territorio e quella della disponibilità finanziaria. Per realizzare l'anello del Garda è tutto pronto, così come il progetto preliminare per il completamento della pista ciclabile che da Pastrengo porta a Peschiera», conclude. «Sono due interventi che arricchirebbero l'attrattiva turistica del lago, attirando anche il turismo sulle due ruote che in Europa mostra numeri elevati di flussi. Mi auguro che si possano aprire presto prospettive concrete anche su questi temi. Noi siamo pronti ad accelerare» domenica 17 gennaio 2016 – PROVINCIA – Pagina 38 BILANCIO. Molti gli eventi organizzati in tutti i Comuni nel periodo natalizio ma incapaci di aumentare i pernottamenti
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Pochi turisti hanno scelto il lago «Le vacanze sono state un flop» Valeria Zanetti Lucchini: «Hanno pesato le troppe strutture ricettive chiuse e la scarsa promozione di pacchetti con gli elementi attrattori del territorio» Troppe strutture ricettive chiuse. Poca promozione anticipata delle manifestazioni messe in cartellone dai Comuni. Praticamente inesistenti i pacchetti di offerte riguardanti la sponda veronese del Garda. Così in un periodo di vacanze natalizie che, complice l'allarme terrorismo nelle capitali europee e in Nord Africa, ha portato visitatori nelle località montane non ancora spruzzate di neve e alle terme euganee, gli operatori della riva scaligera del Benaco restano a bocca asciutta o quasi. A lanciare l'allarme sul trend di arrivi e presenze da Natale alla Befana, Federalbeghi Garda Veneto che traccia il bilancio del periodo di ferie appena concluso.«Durante le festività sono rimasti aperti circa il 10% degli hotel veronesi del lago. Si tratta soprattutto delle strutture più ampie e meglio organizzate per quanto riguarda l'offerta di servizi come wellness e piscine coperte», quantificano dall'associazione, che rappresenta 386 strutture (27mila posti letto, 4mila addetti, 600 milioni di fatturato annuo). «Nonostante tutti i Comuni organizzino mercatini e degustazioni, predispongano piste da pattinaggio, presepi all'aperto e in acqua, mettano in cartellone spettacoli di fuochi d'artificio, e completino con addobbi e luci per rendere il paesaggio pieno di atmosfera, il Garda a Natale non è considerato meta privilegiata, ma viene scelto solo dagli ospiti affezionati. Mentre sono tantissimi i visitatori provenienti dall'entroterra o dalle città limitrofe, che non necessitano di pernottamento», rileva Marco Lucchini, presidente di Federalberghi Garda Veneto. Eppure gli hotel aperti hanno riempito le stanze.«Hanno registrato un buon numero di prenotazioni, soprattutto per il Capodanno con medie che hanno superato anche le tre notti. Le maggiori presenze hanno riguardato i tedeschi e gli italiani», sottolineano dall'associazione. «Si poteva comunque fare meglio in un periodo in cui i turisti sono alla ricerca di località sicure. Invece è mancata la promozione programmata e mirata che una Dmo già operativa avrebbe potuto assicurare, predisponendo pacchetti turistici capaci di mettere insieme gli elementi attrattori del territorio: visite a borghi, castelli, ingressi a terme, parchi a tema, accesso alla panoramica funivia del Monte Baldo», prosegue Lucchini. «Se vogliamo sfruttare al meglio il periodo delle festività sono necessari dialogo, coordinamento tra gli operatori turistici e amministrazioni. I Comuni si devono coordinare anche per programmazione e informazione, predisponendo un calendario a lungo termine in modo che i turisti affezionati possano ritrovare di anno in anno gli eventi che hanno suscitato il loro interesse e siano stimolati a spostarsi nelle varie località. Auspicabile, infine», conclude, «una collaborazione con Verona che nel periodo natalizio ospita migliaia di visitatori per i suoi mercatini e i presepi in Arena. Tutto ciò per prolungare il periodo di permanenza anche nelle stagioni meno affollate»
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da L’ADIGE Fusione Dro-Drena, primi passi Il 29 gennaio protocollo, dettagli e caratteristiche DRO-DRENA - Continua il processo di fusione tra i comuni altogardesani di Dro e Drena. È in programma per venerdì 29 gennaio la doppia seduta del consiglio comunale, alle 18.30 a Drena e alle 20.30 a Dro, per esaminare e approvare il protocollo d'intesa e il disegno di legge regionale che conterrà i dettagli e le caratteristiche della nuova realtà
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amministrativa (circa 5.490 residenti, di cui 550 di Drena e 4.944 a Dro, su un superficie di 36,4 chilometri quadrati). All'attenzione dei due consigli comunali i documenti e le delibere fondamentali che saranno poste alla base dell'intesa tra le due amministrazioni del Basso Sarca, elaborate e definite dai competenti uffici regionali, dopo che lo scorso 6 novembre prima i consiglieri di Drena e quindi quelli di Dro avevano approvato all'unanimità le linee d'indirizzo, documento base fondamentale dell'iter di fusione. All'attenzione dei due consigli le delibere che fisseranno tempi, caratteristiche (nome, sede e rappresentanza in consiglio) e coinvolgimento delle due comunità verso il nuovo comune. Tra i passi fondamentali verso la fusione di Dro e Drena è infatti previsto il referendum popolare (che dovrà ottenere la maggioranza dei consensi in entrambi le comunità) che potrebbe essere previsto, su indicazione della Regione, nella prima decade di giugno. In discussione anche la continuazione, sino alla data effettiva fusione, delle gestioni associate sull'ufficio tecnico, anagrafe e stato civile tra i due comuni (avviate già nel 1998). «Si tratta di delibere storiche che segneranno l'assetto e le prospettive future delle due comunità vicine - spiega il sindaco senatore Vittorio Fravezzi - documenti su cui già esiste un accordo di massima nei due consigli comunali, ma che richiedono la condivisione dell'intera popolazione, illustrando al meglio i vari dettagli e passaggi futuri». Anche per questo il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi e di Drena Tarcisio Michelotti, incontreranno lunedì gli organi di stampa per illustrare tutti i dettagli e le fasi del processo di fusione verso il comune unico, il cui nome dovrebbe conservare gli antichi e storici toponimi. 22/01/16 Bastoni tra le ruote dei bikers sui sentieri del Bosco Caproni ARCO - Se un modo di dire come "mettere i bastoni tra le ruote" esce dalla metafora e diventa realtà si entra nel campo del diritto penale. Da qualche tempo sul sentiero che dalla Moletta sale nel «Bosco Caproni» si possono incontrare ostacoli fisici barriere di sassi, pali e bastoni sospesi - posati da qualche malintenzionato che non ha trovato soluzione migliore per esprimere il proprio disagio nei confronti dei bikers. Le "trappole" per i ciclisti sono piazzate ad intervalli più o meno regolari, lungo i rettilinei tra il bosco o perfino dietro le curve: non si conosce l'identità dell'autore o degli autori, certo è che non si arrendono di fronte ai volenterosi che ciclicamente passano e smontano le opere, monumenti all'inciviltà potenzialmente criminali. La Sat di Arco è responsabile della manutenzione del sentiero, e il presidente Fabrizio Miori è a conoscenza del problema degli intralci, potenzialmente molto pericolosi. «La situazione ci è stata segnalata dai manutentori che sono incaricati del sentiero - conferma Miori - e di recente è stato effettuato un intervento, l'ultimo in ordine di tempo, per rimuovere gli impedimenti». L'anonimo antagonista ha però subito reinstallato i blocchi. La Sat, sebbene preoccupata per l'incolumità degli utenti dei sentieri, preme per chiarire le modalità di fruizione dei percorsi. «Non importa tanto scoprire chi ha messo gli ostacoli - continua il presidente Sat - ma va verificato il disagio che c'è dietro. È solo la punta dell'iceberg, e bisogna intervenire prima che questo fastidio si manifesti in modi più pericolosi». È chiaro, continuano da via Sant'Anna, che sui sentieri del «Bosco Caproni» c'è una «frequentazione impropria delle mountain bike», visibile in solchi, zolle sollevate e tracce inequivocabili. «Già anni fa avevamo segnalato fenomeni di "anti-turismo", che vanno a scapito del territorio e dei suoi ospiti. La presenza delle bici sui sentieri è uno di questi fenomeni, e la cosa va fatta presente agli amministratori». A fine 2015 il Comune ha finanziato alcuni lavori per sistemare la zona, ricca di testimonianze storiche come le cave di oolite e le trincee. Intorno al «Bosco Caproni» c'è una generale convergenza di opinioni in favore di un recupero e rilancio, ma secondo la Sat non bastano i cartelli con i divieti per le bici, i bivacchi e i fuochi per far rispettare l'area sopra San Martino. Il presidente Miori conclude il commento alla vicenda con un appello alle istituzioni: «C'è bisogno di più controlli per dare un segnale di presenza forte e salvaguardare il lavoro dei volontari manutentori, che sono una risorsa fondamentale». 19/01/16
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dal TRENTINO Presenze oltre i 3,2 milioni: mai così tante. A trainare la crescita sono gli italiani: sono aumentati in un anno del 16,6%. Garda Trentino scelto da 800mila turisti ALTO GARDA Agli italiani è tornato a piacere il Garda Trentino. Nel 2015 sono stati quasi 200mila (precisamente 197.595) i turisti del Bel Paese che hanno scelto Riva, Arco e il resto del territorio altogardesano quale meta delle loro vacanze. Le 638.755 presenze, registrate nel corso dei dodici mesi appena conclusi, rappresentano un nuovo primato ma soprattutto rilanciano questa fetta di mercato dopo il crollo del 2014 che si era chiuso con meno di 579 mila presenze. Un incremento del 10% che si unisce al più 16,6% di arrivi. Lombardia, Veneto e Emilia Romagna le regioni che hanno mostrato il gradimento maggiore per le sponde più a nord del Garda e l'immediato entroterra. «L'aumento delle presenze italiane – ha spiegato, ieri mattina, il presidente di Ingarda Marco Benedetti – si è avvertito in particolar modo nei mesi primaverili e invernali, con incrementi ben al di sopra del 20 per cento a marzo, aprile e dicembre. Sono mesi strategici per noi, perché significa destagionalizzare ovvero anticipare e allungare il periodo di lavoro». Ingarda ha voluto tirare le somme di un'annata che può essere definita da record con oltre 3 milioni e 230 mila presenze totali (+4,3% rispetto al 2014) e 790 mila arrivi (+8%). Se gli italiani hanno riscoperto l'Alto Garda, i tedeschi se lo sono tenuti ben stretto confermando, ancora una volta, la loro preferenza per il nostro territorio: ormai i tedeschi che vengono in vacanza sono vicini al milione e mezzo (1.489.762 di presenze, ovvero 2,9% in più rispetto al 2014). «Può sembrare un aumento contenuto – ha evidenziato il presidente Benedetti, affianco dalla direttrice Roberta Maraschin e da Silvio Rigatti e poi dall'assessora al turismo di Arco Marialuisa Tavernini – in realtà sono percentuali su numeri molto importanti e quindi incrementi consistenti. Per noi rappresentano una crescita cospicua che letta in un'ottica generale, ragionando sul totale degli arrivi e delle presenze, ci conforta degli sforzi compiuti e del lavoro svolto collegialmente. Ha certamente influito la questione sicurezza, che ha penalizzato le mete africane, così come ha avuto il suo peso il bel tempo che ha caratterizzato la nostra estate». In otto stagioni, dal 2008 al 2015, le presenze germaniche hanno compiuto un balzo in avanti di quasi il 40%. «Merito dell'attività di promozione svolta su quel mercato – ha spiegato la direttrice Maraschin – ma anche dei numerosi eventi e delle diverse partnership, come quella con il Bayern Moanco, e merito anche dell'innovazione tecnologica: trequarti dei nostri turisti effettuano le loro scelte utilizzando Internet. Anche il progetto di diffusione del wi-fi è risultato determinante perché la possibilità di accesso alla rete è ormai una delle richieste prioritarie». Nel confronto con l'anno precedente sono aumentati i turisti provenienti da Austria (+4%), Gran Bretagna (+4%), Svizzera (+2%), Repubblica Ceca (6%), Polonia (24%), Slovacchia (24%) e Danimarca (19%) mentre in calo sono soprattutto Olanda (-7,8%) e Belgio (- 6,9%). «Il mercato inglese è quello che può avere margini di miglioramento – ha commentato Marco Benedetti – ma è necessario ragionare con i vettori aerei e con i sistemi aeroportuali perché altrimenti diventa tutto più complicato. Il mio pallino, però, rimane il mercato svizzero per capacità di spesa, tipologia di vacanza e valore della moneta. Penso possa dare grandi soddisfazioni in futuro». le tendenze dell’outdoor. Non solo bike, vela e climbing: in forte ascesa il trekking ALTO GARDA Non solo bike, vela e arrampicata sportiva. Anche il trekking è fra le opportunità di svago che offre il Garda Trentino. Il riscontro di Ingarda, in tal senso, è positivo e consente all'azienda di promozione turistica di
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indirizzare al meglio i propri sforzi nell'immediato futuro. «Gli investimenti compiuti nel settore dell'outdoor hanno dato i loro frutti – ha spiegato, ieri, la direttrice Roberta Maraschin – così come è risultato strategico lavorare in un’ottica di sistema e in sinergia con i territori vicini mantenendo una forte internazionalizzazione. Anche quest'anno proseguiremo nella nostra politica degli eventi, ne avremo più di 50». Uno di questi non sarà la Strongmanrun. «Non ci sono stati sviluppi in tal senso – ha commentato Marco Benedetti – dopo che siamo stati contattati da Rcs quando c'erano problemi con Rovereto. Adesso credo che le difficoltà siano superate e dunque questa manifestazione rimarrà a Rovereto». È il mondo delle due ruote a pedali, però, quello su cui concentrano gli sforzi maggiori da parte di Ingarda e delle amministrazioni comunali anche come investimenti infrastrutturali. Sulla questione degli ostacoli “anti-biker” a bosco Caproni, di cui si è scritto in questi giorni, Benedetti è per la linea della discussione: «Con Sat il colloquio è aperto e credo che la questione possa essere risolvibile con il confronto. Ad ogni modo dove c'è del contrasto siamo pronti a trovare sentieri nuovi da inserire nella nostra offerta. Però qui si sta parlando di atti provocatori». Il presidente di Ingarda, nell'incontro di ieri, ha toccato anche il tema della viabilità («Ormai nessuno ha più nulla da ridire sul tipo di collegamento con Rovereto: basta che lo si faccia») e dell'ampliamento del Palafiere («Rispetto all'idea iniziale credo si stia andando verso una soluzione che metta mano all'esistente razionalizzando e trovando i modi e gli spazi per accontentare le diverse necessità»). (gl.m.) Importante intervento di manutenzione e sicurezza finanziato da Provincia, Ingarda, Riva e Ledro Ponale, lavori per 150mila euro RIVA Mai tanti fondi per la Ponale che a breve riceverà uno stanziamento tra i 100 e i 150 mila euro per rendere sicura e percorribile da chiunque voglia affrontare i suoi 9,5 km di lunghezza l’ex via di collegamento con la Val di Ledro, sponsor d’eccellenza per l’outdoor nel Garda Trentino. Un intervento atteso tanto dai rivani quanto da turisti e sportivi, specialmente dagli appassionati di Mtb che di anno in anno e con sempre maggiore frequenza decidono di affrontare il sentiero sterrato. Proprio questo incremento aveva portato alla ribalta della cronaca la necessità di una messa in sicurezza ottimale. Lo aveva annunciato già sul finire dell’estate il vicepresidente provinciale Alessandro Olivi che in risposta a un quesito del consigliere Nerio Giovanazzi aveva assicurato che la Provincia sarebbe stata pronta a concedere appositi contributi per il tracciato Giacomo Cis. Dalla Provincia è infatti attesa la parte più cospicua della somma, suddivisa tra l’assessorato al turismo, dell’assessore Michele Dallapiccola e quello allo Sviluppo economico e Lavoro di Olivi che, per mezzo del Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale, sarà tra i protagonisti di quello che si preannuncia essere il più importante degli interventi dalla sua riapertura. Lo stesso Dallapiccola aveva promesso in tempi non sospetti e dopo il diniego di febbraio, alcuni finanziamenti per realizzare nuove palizzate. Altri fondi saranno messi a disposizione da Ingarda, sollecitata sempre a inizio 2015 dall’assessore Dallapiccola a un qualche interessamento concreto alle spese da sostenere. In ultima, ma non meno importante, parteciperanno alla spesa anche i due comuni di competenza, Riva e Ledro. I lavori hanno preso il via proprio in questi giorni con i primi sopralluoghi dei tecnici provinciali che hanno avviato una serie di rilevamenti necessari per predisporre al meglio il progetto attuativo. L’importante cifra sarà così adoperata non solo per un migliorativo intervento di sicurezza del bordo esterno, con l’installazione delle apposite palizzate onde evitare gli spiacevoli incidenti che non di rado sono capitati anche nel corso della passata estate, ma verrà operata una manutenzione complessiva e di decoro dell’intero tracciato. La Ponale potrà così tornare ai vecchi fasti senza però abbandonare l’anima selvaggia che l’ha caratterizzata negli ultimi 30 anni. Grazie a questi importanti interventi si dovrebbe mettere fine alla pericolosità del sentiero garantendo una sicurezza ottimale. Torna all’elenco dei quotidiani
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dalla GAZZETTA DI MANTOVA Iniziativa di Terre dell’Alto Mantovano: la presentazione oggi allo Iat di Mantova La card consentirà ingressi gratis in alcuni musei e agevolazioni nelle strutture I colli chiamano il turismo Con una tessera e un’app CASTEL GOFFREDO È in serbo una grande ed importante novità nel distretto collinare morenico: grazie ad un’iniziativa promossa da “Terre dell’Alto Mantovano”, il 2016 sarà di sicuro un anno – più di altri – da trascorrere a stretto contatto in questo suggestivo territorio. Arrivano due novità per la promozione turistica dell’area, ovvero la Tourist Card e l’app (applicazione per telefonini) Terre dell’Alto Mantovano. Tali strumenti accompagneranno il visitatore attraverso questa splendida terra, ricca di storia, sapori e scorci mozzafiato, ottenendo sconti dal 15 al 50% in ben 58 attività convenzionate. Si tratta di un grande lavoro di squadra, che vede coinvolti i comuni di, Asola, Casalmoro, Castel Goffredo, Castiglione, Cavriana, Ceresara, Guidizzolo, Medole, Monzambano, Ponti, Solferino, Volta, Lonato (Brescia), così come le province di Mantova e Brescia. In questa card dal formato tascabile, oltre ad un’interessante cartina, sarà possibile studiare le varie proposte dell’area, dai ristoranti agli agriturismi, dalle locande alle trattorie, dai monumenti storici, come ad esempio i magnifici castelli ed i musei; sino ai parchi e alle esposizioni d’arte permanenti. Insomma, un incentivo da non lasciarsi scappare per concedersi un viaggio in un paesaggio unico, in cui le tradizioni arricchite da qualche tocco di contemporaneità - trovano spazio fra antiche mura, affascinanti costruzioni dei goderecci Gonzaga, la storia della Croce Rossa, la visita ad antichi manieri di concezione scaligera. E ancora percorsi ciclabili lungo il Mincio, sino ad addentrarsi in questo paradiso glorioso, dove le persone, incontrandosi, sorridono, con ritmi più gentili alla ricerca del benessere e a quel contatto fra uomo e natura che ahimè ad oggi sta scomparendo. Così, dopo l’anno di Expo, di cui si è già smesso di parlare, ora tocca a Mantova Capitale Italiana della Cultura, una grande opportunità non solo per la provincia virgiliana, ma anche per conoscere ciò che di fatto la circonda. La card è gratuita, valida per i non residenti dei comuni sopra citati; personale e valida per quattro persone oltre al possessore; mentre l’app permetterà di avere a portata di click tutto ciò che offre questo affascinante spazio di confine, sito tra tre province e due regioni, in cui i dialetti si mescolano e i folclori restano vivi per chi arriva e se ne va, e per chi resta. Per maggiori dettagli scrivere all’indirizzo:
[email protected]; oppure telefonare al numero, 0376-781218. 21/01/16 Tavolo in Regione. L’assessore Beccalossi: «Siamo pronti a misure urgenti» Coldiretti: «È peggio del 2007, alzare il livello lasciando più acqua negli invasi» Riserve dei laghi dimezzate Cresce l’allarme siccità «I dati sull'entità complessiva delle riserve idriche nei Laghi di Como, Idro, Iseo e Garda parlano chiaro: sono inferiori del 43,7% rispetto al 2007, già considerato come il più critico del decennio e del 59,7% rispetto alla media 2006-2014. Per questo oggi abbiamo riunito tutti i soggetti interessati dalla situazione, per condividere le criticità prima dell'arrivo della primavera, quando l'acqua sarà indispensabile per l'attività agricola e non solo». Lo ha detto l'assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, che, ieri, a Palazzo Pirelli, ha presieduto, assieme agli assessori Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile) e Gianni Fava (Agricoltura), il Tavolo regionale per il monitoraggio delle riserve idriche, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle Province, delle organizzazioni professionali agricole, dei consorzi di bonifica e irrigazione e gli operatori delle società
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energetiche. «A un terzo della stagione invernale – ha proseguito Viviana Beccalossi – la scarsità di piogge e soprattutto la mancanza di nevicate in montagna sta impedendo l'accumulo di acqua nei bacini naturali e artificiali. Le altezze di tutti i grandi laghi regolati sono inferiori alla media storica, con situazione molto critica per i Laghi Maggiore e di Como e solo leggermente migliore altrove. Questa situazione, che puo' migliorare solo con l'inizio delle precipitazioni, ci impone un monitoraggio continuo e, soprattutto, un coordinamento molto stretto». «La deroga al deflusso minimo vitale (Dmv) è già prevista nel piano di Tutela e uso delle acque della Lombardia ed è una deroga che può essere richiesta solo a condizione che ci sia la dichiarazione di uno stato di emergenza» ha spiegato l'assessore Claudia Maria Terzi. L’assessore Gianni Fava registra anche la preoccupazione del mondo agricolo: «Se persiste la situazione – ha detto Fava – sarà anche difficile trovare soluzioni adeguate. Registro la preoccupazione del mondo agricolo: la prossima stagione colturale si preannuncia difficile, già ad oggi, in alcuni casi, abbiamo assistito alla posticipazione delle semine e, dall'altro, registriamo che parte dei bacini montani sono stati utilizzati per finalità turistiche, con un tentativo anche velleitario. L'iniziativa di oggi va nella direzione di aprire il confronto su prospettive e iniziare a elaborare un'ipotesi condivisa». «E’ peggio che nel 2007, uno degli anni più neri per la carenza idrica in Lombardia. Bisogna alzare il livello dei laghi, lasciando più acqua negli invasi per avere più scorte per l’estate” ha sottolineato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia. Nei prossimi trenta giorni – ha spiegato l’Arpa – non sono previste precipitazioni significative e quindi la situazione è destinata a peggiorare. 20/01/16 Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Venerdì 22 Gennaio, 2016 BRESCIA Aeroporti, Riggio: «Orio con Brescia» Il presidente dell’Enac rilancia la necessità di una alleanza tra i due scali vicini Enac Il presidente Vito Riggio Vito Riggio, presidente dell’Enac rilancia la necessità di una alleanza vera tra Orio al Serio e Montichiari. Lo fa alla faccia dei ricorsi, delle guerre tra scali e dell’ipotesi ormai in avanzato stato di attuazione che vuole lo scalo bergamasco fondersi con quello di Milano. «Ma credete davvero che Bergamo si fonderà con Milano?» spiega Vito Riggio intervistato dal Corriere , edizione di Bergamo. «La fusione con Milano — continua — è un’ipotesi divertente e anche interessante, il mio amico Stefano Paleari (Fino a settembre rettore dell’università di Bergamo ed esperto di infrastrutture, ndr) ha fatto un bello studio, ma non credo che si farà mai, non ha senso. Li vedete i bergamaschi che vanno a Malpensa? Linate ormai è pieno. Il naturale sviluppo di Orio è a Est, a Brescia. Verona non crescerà mai tanto da averne bisogno. Io, insieme al ministro Delrio, ho fatto finire la guerra tra i bergamaschi e i veneti che rischiava di finire in Europa. Posso capire le difficoltà ma sono convinto che il vero sviluppo di Bergamo sia verso Brescia. Anzi, se non si troverà il modo di far volare su Bergamo dei nuovi aerei meno inquinanti, quelli in più previsti dallo sviluppo aeroportuale fino al 2030 potrebbero andare proprio su Brescia». Venerdì 22 Gennaio, 2016 CORRIERE DEL TRENTINO - TRENTO Faita e Fiavet, l’Unione cambia
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Campeggiatori, Poletti lascia. Agenzie di viaggio, Bolgia cede il passo a Sontacchi TRENTO Nell’ambito del rinnovo delle cariche dell’Unione Confcommercio, si registra l’uscita di scena dei presidenti di due importanti associazioni. Fabio Poletti lascia la guida di Faita (campeggiatori) per aver raggiunto il limite dei due mandati. Laura Bolgia (Fiavet, agenzie di viaggio) invece passa il testimone dopo un mandato, al probabile successore Sebastiano Sontacchi. Intanto all’interno degli albergatori dell’Unat, Paola Mora diventa presidente di «Trentino appartamenti», subentrando a Maria Angela Nocher. Le agenzie di viaggio si riuniranno in assemblea il prossimo 26 gennaio. Per ora è arrivata solo una disponibilità, quella di Sontacchi (già in direttivo), ma non sono scaduti i termini. La presidente Bolgia avrebbe potuto continuare il suo impegno, ma ritiene che un mandato sia sufficiente. «Ringrazio chi mi ha sostenuta e soprattutto la vicepresidente Paola Speccher. Abbiamo rilanciato l’associazione rendendola più moderna. Gli impegni sono stati molti, sia in giunta nazionale che nell’ente bilaterale (dove c’è una staffetta con Asat, ndr ). Forse si poteva fare qualcosa di più sul fronte del proselitismo, per crescere di numero». I temi scottanti rimangono formazione, lotta all’abusivismo, tassa di soggiorno, sicurezza e incoming. Il passo indietro di Bolgia non è un comportamento diffuso in Via Solteri, come del resto quello di avere un limite ai mandati. «Noi l’abbiamo introdotto nel 2007 — ricorda Poletti —. Se un presidente deve fare qualcosa, dieci anni sono giusti. Ammetto che così usciamo un po’ dalle logiche di Confcommercio». C’è ancora incertezza sul successore di Poletti (assemblea prevista a fine febbraio) anche se il presidente si augura «che provenga dal direttivo uscente, nel segno della continuità». «In questi anni — riflette — abbiamo modificato la legge sui campeggi, introducendo le strutture a 5 stelle e abbattendo la burocrazia; abbiamo lavorato molto poi su pubbliche relazioni e formazione. Ringrazio tutta la struttura tecnica che ci ha supportato e il direttivo. Si è capito che la direzione da intraprendere è quella della qualità. In futuro serve più formazione». Ieri Trentino appartamenti, associazione che riunisce i proprietari di appartamenti ad uso turistico, ha affidato la sua presidenza a Paola Mora. Quanto al flusso turistico, si riscontra un buon andamento «in corrispondenza delle festività di fine anno», ma c’è «una flessione di prenotazioni nel periodo della settimana bianca, causa mancanza di neve». L’altra sera, infine, alla presidenza della sezione territoriale C5 è stato confermato presidente Massimo Piffer, primo fondamentale passo per essere riconfermato vicepresidente dell’Unione e di Seac, accanto al presidente Gianni Bort. Nel programma di Piffer grande spazio al Prg del comune di Trento: «Sarebbe un grave errore rompere l’equilibrio della rete commerciale esistente: l’apertura di grandi superfici di vendita comporterebbe la chiusura di molti negozi e avrebbe un impatto in tutta la provincia, dato il grande pendolarismo». Il direttivo del C5 vede presente i 7 candidati di Piffer, con 2 cooptazioni della lista alternativa che si è presentata. Enrico Orfano Giovedì 21 Gennaio, 2016 CORRIERE DEL VENETO - VERONA Lago, Peretti è il nuovo presidente di Ats D’Arienzo: «Un commissario per il collettore» Tre veronesi nel comitato. Il deputato Pd: l’associazione è una lobby, non gestisca i soldi GARDA Sarà il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti il nuovo presidente dell’Associazione temporanea di scopo (Ats), braccio operativo della Comunità del Garda, costituita per reperire almeno 220 milioni di euro per la costruzione del nuovo collettore fognario del lago. È la decisione presa ieri pomeriggio in municipio a Garda dai sindaci dei Comuni della sponda veronese. Ats sarà diretta anche da un comitato di gestione composto da cinque sindaci: il presidente e quattro consiglieri, suddivisi in due per la sponda lombarda (i sindaci di Salò Gianpiero Cipani e di Padenghe Patrizia Avanzini) e due della costa veneta: Tommaso Bertoncelli, (Brenzone) e Orietta Gaiulli, (Peschiera). La riva veronese, con la presidenza, avrà quindi la maggioranza in seno al direttivo. L’accordo sarà ratificato sabato mattina dall’assemblea generale della Comunità del Garda, presieduta dallo scorso
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ottobre da Mariastella Gelmini. «Abbiamo discusso a lungo – sottolinea al termine dell’incontro di ieri la vicepresidente della Comunità, la vicesindaco di Torri Donatella Bertelli – ma alla fine siamo usciti concordi e coesi nelle indicazioni dei tre nomi veronesi». Le appartenenze politiche hanno avuto un ruolo chiave nelle nomine, anche a seguito dell’intervento del deputato Vincenzo D’Arienzo che avrebbe voluto una guida targata Pd e che ora puntualizza: «Ats è una lobby istituzionale positiva e potrà perorare la causa del collettore a tutti i livelli, ma non è un soggetto giuridico, quindi la gestione di tutto quel denaro ritengo debba essere assegnata ad un commissario ad hoc indicato da governo e Regioni, o al limite da Aato, l’organismo che ha in capo la competenza per le fognature». Ma intanto il dado è tratto e il sindaco di Castelnuovo ha portato a casa la presidenza, in ragione anche di tre elementi: è il Comune più popoloso della sponda veneta, è rivierasco, Peretti è uomo di centro vicino all’Udc e quattro componenti della sua maggioranza sono del Pd, incluso il vicesindaco Tomezzoli. Tutti pesi che hanno fatto pendere la bilancia a suo favore, come ammette egli stesso, ma rimane ancora aperta la domanda di chi andrà a gestire il denaro. Annamaria Schiano Domenica 17 Gennaio, 2016 BRESCIA Il futuro della Provincia Chiedo spazio per intervenire sulle recenti dichiarazioni del Sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli che, lo scorso 9 gennaio, durante un Convegno ha proposto che la Valle Camonica si unisca alla Provincia di Sondrio e alla luce anche delle dichiarazioni di Maroni del 13 gennaio sui Cantoni, in luogo delle Province. Una dichiarazione, quella del sindaco, estemporanea che non tiene conto della storia e della cultura differenti tra le due Valli, con un naturale riferimento della Valle Camonica verso Brescia. Nella riforma, le Province, quali nuovi Enti di Area Vasta, garantiranno le funzioni fondamentali: edilizia scolastica, viabilità, ambiente e territorio, di concerto con i Comuni dei territori che rappresentano. Rispetto alle dichiarazioni del Sindaco di Aprica, sintomatiche di un dibattito che si intensificherà nelle prossime settimane credo che sia necessario non dimenticare che, anche se le due Valli hanno molto in comune come orografia e ricchezza d’acqua, i collegamenti per quanto concerne la viabilità tra la Valle Camonica e Brescia sono ottimi, mentre quelli con Sondrio creerebbero certamente diversi problemi concreti. Non è inutile ricordare che la proposta del Presidente Maroni, come ho avuto modo di ricordagli nell’incontro a Esine, per essere tale dovrà uniformare anche le Agenzie per il Trasporto Pubblico, i vari distretti e ambiti della legislazione regionale, oltre all’organizzazione dello Stato, come Prefetture e Questure, alla riforma delle Camere di Commercio e degli Uffici del Lavoro: mi sembra dunque improbabile che la Valle Camonica preferisca abbandonare la provincia più industriale d’Italia, dopo le città metropolitane di Milano e Torino, per confluire in una realtà simile, ma in cui sarebbe irrimediabile la minoranza. Peraltro, in questo momento di transizione, la Provincia di Brescia sta lavorando su progetti sovraprovinciali, insieme alle Province di Bergamo, Cremona e Mantova, in modo da poter rafforzare il proprio ruolo all’interno del Protocollo della Lombardia Orientale proprio per contare di più in Regione, alla luce della nascita della città metropolitana di Milano; la collaborazione con le Comunità Montante, un punto di riferimento per i piccoli Comuni, che Maroni vuole abolire, mentre noi rafforzare, si sta sviluppando. Si sta lavorando alla definizione delle aree omogenee nelle zone dove non esistono le Comunità Montane, azioni che, oltre che garantire le funzioni fondamentali, possono creare opportunità concrete di sviluppo economico e sociale attraverso la realizzazione in aggregazione di progetti di innovazione. Insomma, una sinergia sia a livello locale, sia a livello regionale, che consentirà di ottimizzare i servizi e le opportunità per territorio e collettività. A questo va aggiunta la richiesta avanzata a Regione Lombardia di garantire alla Provincia di Brescia, ricca di montagne e di Valli, le stesse attenzioni riservate alle Province montane. Da mesi il nostro impegno ha l’obiettivo di creare sinergie, collaborazioni e progetti con i Comuni, le Comunità Montane, le Province limitrofe, affinché si possa condividere il futuro. Mi sento di poter garantire il massimo impegno affinché la riforma della Costituzione vada in porto e, al suo interno, la piena applicazione della Legge Delrio, anticipatrice della riforma stessa. All’interno di questo dibattito, calza in modo appropriato il tema della maggior autonomia della Lombardia. Se il tema non sarà sterilizzato dalla pretestuosità
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politica di parte, saremo insieme protagonisti della più grande riforma della Pubblica Amministrazione della nostra storia repubblicana. Pier Luigi Mottinelli Presidente Provincia di Brescia Domenica 17 Gennaio, 2016 CORRIERE DEL VENETO - VERONA archeologia il museo di cavaion U n cameo del territorio gardesano: è il piccolo, ma unico e prezioso museo archeologico di Cavaion Veronese. Situato al piano interrato del municipio, al suo interno sono esposti reperti che raccontano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria sulle rive e colline del Lago di Garda. I pezzi esposti partono, infatti, dall’era palafitticola per arrivare fino al periodo romano e medioevale. Nelle vetrine soprattutto ritrovamenti in ceramica dei villaggi abitati in più zone del paese, ma anche oggetti di ornamento per la bellezza e manufatti in metallo e selce che datano l’abitato alle fasi iniziali dell’età del Bronzo (2000-1600 a.c.), con evidenti contatti culturali tra il villaggio palafitticolo scoperto a Cavaion al laghetto di Cà Nova nel 1980 e quelli del lago di Garda (noto il villaggio di Cisano, situato a cinque chilometri più a sud). Ieri mattina si è festeggiato il 25esimo anniversario della nascita nel 1990 del museo, ma anche il nuovo allestimento grafico e delle vetrine delle sale, in cui sono esposti in particolare reperti della necropoli di Bossema, ritrovata nel 1995: di effetto scenico, infatti, anche la sepoltura a inumazione di una donna risalente alla fine del III secolo, inizio del IV d.c. Alla celebrazione - dapprima tenutasi nella sala civica dedicata al grande geografo cavaionese Eugenio Turri nell’antica Corte Torcolo, conclusasi, poi, con il taglio del nastro del nuovo allestimento museale a poca distanza sono giunti i sindaci di molti paesi della provincia veronese, il presidente della Provincia Antonio Pastorello, la responsabile della sezione Beni Culturali della Regione Veneto Fausta Bressani, la soprintendente Archeologia del Veneto Simonetta Bonomi, la nuova direttrice del Polo museale del Veneto Federica Gonzato. A fare gli onori di casa il sindaco di Cavaion Sabrina Tramonte (a sua volta, da giovane, tra le volontarie fondatrici del museo), che ha ringraziato anche i suoi predecessori per l’impegno profuso nei decenni nel mantenere vivo questo gioiellino culturale del territorio, curato in tutti questi anni da Alessandra Aspes, in collaborazione con Brunella Bruno della soprintendenza di Verona che ha diretto tutte le ricerche e il direttore del museo Mario Parolotti: a lui si devono le scoperte archeologiche del territorio e per questo eletto anche Cavaliere della Repubblica, oltre che funzionario della soprintendenza. Non ultima la scoperta tra le più importanti della Bastia di San Michele, sito che nel 2014 è stato trasformato in parco archeologico, situato sulla sommità della collina cavaionese con vista su tutto il lago di Garda. Nel 2007, nel corso dei lavori di costruzione di una lottizzazione edilizia, è tornata alla luce anche l’antica villa romana delle Fontane. «Questa è una piccola storia esemplare che nasce dalla passione di un lavoro di squadra di tanti volontari e che è entrata a far parte del Museo civico di Storia Naturale di Verona», ha ricordato la soprintendente Bonomi. «Oggi sono molto colpita dalla grande partecipazione di gente alla celebrazione – ha sottolineato anche Gonzato – questo dimostra che la cultura non ha confini ed è patrimonio di tutti». Annamaria Schiano Sabato 16 Gennaio, 2016 BRESCIA Provincia, patto e collaborazione con le confinanti Più risparmi grazie ai servizi in comune
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La parola d’ordine è collaborazione, l’obiettivo il potenziamento dei servizi per i cittadini. Il patto è stato sottoscritto ieri all’Iseolago hotel, sul Sebino, tra i presidenti della provincia di Brescia Pierluigi Mottinelli e i colleghi di Bergamo (Matteo Rossi), di Mantova (Alessandro Pastacci) e di Cremona (Carlo Vezzini), per dare il via a forme di aggregazione tra comuni ed impegnarsi allo sviluppo di forme di collaborazione. Stesso colore politico — tutti e quattro di centrosinistra, uno soltanto eletto l’anno prima che la Provincia si trasformasse in Area vasta — i presidenti hanno deciso di fare fronte comune firmando un accordo per sinergie sull’esercizio delle funzioni di area vasta. E fare quadrato serve anche, sul piano politico, a sostenere il dialogo con la Regione Lombardia e il suo presidente Roberto Maroni che dalle tre aree omogenee che aveva immaginato è passato a proporre gli otto cantoni e a ipotizzare l’accorpamento della Valcamonica con Sondrio nel disegno delle nuove Aree, provocando la reazione negativa del presidente bresciano. Nel patto di collaborazione tra i quattro presidenti si cerca unità d’intenti sulla gestione ed il potenziamento dei servizi, sull’assistenza tecnico-amministrativa ai comuni, sull’erogazione di offerte formative, sulla gestione del servizio statistico con l’obiettivo di contenere la spesa e migliorare la qualità, sulla formazione professionale, sul potenziamento dei servizi, informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni comprese, sportelli al cittadino e telematici. Mottinelli ha anticipato che sarà formato un tavolo tecnico — con i presidenti ci saranno dirigenti e funzionari — per coordinare la gestione. Sinergia con le Province vicine e le aree omogenee: la scommessa per il presidente bresciano è «competere con la città metropolitana di Milano, dando un governo autorevole e partecipato alle aree vaste, perché i Comuni della Lombardia Orientale abbiano le stesse opportunità dei grandi centri urbani». Gestione associata, ha ricordato Alessandro Pastacci, presidente della Provincia di Mantova, significa sostenere il modello di erogazione dei servizi sui territori e «il protocollo ci consente di dialogare con i livelli superiori e accedere a risorse europee». Carlo Vezzini, presidente della provincia di Cremona, punta su uno sviluppo dell’aeroporto di Montichiari e per la Centropadane si pensa a una società in house tra Brescia, Mantova e Cremona. Matteo Rossi, presidente della Provincia di Bergamo, è convinto che «ci debba essere una forza intermedia tra Regioni e Comuni» e con questo obiettivo «con il presidente Maroni dobbiamo aprire un dialogo». Per il 20 gennaio è convocato un tavolo tra Anci, Regione e presidenti di Provincia, aperto anche alle forze politiche. «Faremo sentire la nostra voce” —ha assicurato Mottinelli — anche a nome dei colleghi». Italia Brontesi Sabato 16 Gennaio, 2016 CORRIERE DEL VENETO - VERONA Passeggeri al Catullo, continua l’emorragia 2,5 milioni nel 2015: mai così pochi da 12 anni L’esperto: «Verona vive una crisi senza precedenti». Enac approva il Master Plan VERONA L’aeroporto Catullo di Verona ha chiuso il 2015 con 2.591.255 passeggeri, in calo del 6,6% rispetto al 2014. Lo ha comunicato la stessa società di gestione con una nota. Se il traffico dei voli di linea rimane sostanzialmente stabile a 2,1 milioni (+0,1% il traffico nazionale e -0,7% traffico internazionale), a subire l’ennesimo tracollo è il settore dei charter, ridotto a 425 mila passeggeri, in calo del 29,5% a causa -spiegano dal Catullo - dell’«instabilità politica del Nord Africa e della svalutazione del rublo». A dicembre il traffico ha registrato, grazie ai nuovi collegamenti attivati, un incremento del 6%, ma è lo stesso aeroporto veronese che invita a guardare i dati con prudenza «considerando che gli analisti evidenziano la fragilità dei risultati del settore, in particolare alla luce dell’impatto sul traffico aereo dagli attacchi terroristici». Londra si conferma la prima destinazione da Verona, seguita da Roma e Catania. Restando sul dato complessivo dei passeggeri, quello del 2015 è il più basso dal 2003, quando i passeggeri erano stati 2.452.723. Da allora, il traffico sullo scalo veronese era cresciuto fino a toccare i 3.385.794 passeggeri nel 2011. Ma quel picco era «drogato» dai generosi contributi a Ryanair, che hanno aperto una voragine nei conti dell’aeroporto portandolo a un passo dal crac finanziario.
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Secondo Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti (Onlit), il Catullo vive «un momento di crisi senza precedenti», tanto più che a livello nazionale si registra una crescita media del 5%. . «Confrontando Verona con gli altri aeroporti del Nord Italia - aggiunge Balotta - vediamo che Bergamo fa registrare un +19%, Bologna+5%, Treviso +6% e Venezia +4%» . Ad suo di Balotta «il futuro della Catullo dall’ingresso di Save è di pesante ridimensionamento strutturale a vantaggio di Venezia». Da Verona proveranno a smentire queste previsioni e guardare al 2016 come l’anno della possibile svolta. Questo anche alla luce anche dell’approvazione, da parte di Enac, del nuovo Master Plan dell’aeroporto di Verona, che definisce il potenziamento e ampliamento dell’infrastruttura fino al 2030. Per allora, a fronte di investimenti stimati per sui 134 milioni di euro (cui si aggiungeranno quelli di Enac per la realizzazione della nuova torre di controllo), si puntano a raggiungere i 5,6 milioni di passeggeri. Un traguardo ambizioso perché, visti i volumi di oggi, si tratta di più del doppio. Tra gli interventi principali previsti, l’ampliamento del piazzale aeromobili, il completamento della riqualifica delle infrastrutture di volo, la realizzazione di edifici tecnici e di supporto, l’adeguamento della viabilità di accesso al terminal e - soprattutto - la sua riconfigurazione: sarà infatti dotato di tre «finger», quelle sorte di connettori mobili che collegano l’aeromobile al gate. L’ultimo ostacolo burocratico è adesso la procedura di compatibilità ambientale, avviata sempre attraverso l’Enac, che ha depositato, presso gli uffici del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e gli altri enti competenti, la documentazione tecnica relativa allo Studio di Impatto Ambientale (SIA) correlato al Master Plan dell’aeroporto di Verona. Torna all’elenco dei quotidiani
ALTRE FONTI NAUTICA REPORT
Lago di Garda - Dall’Accademia della vela all’International Junior Sailing Academy Gardone Riviera, 16 gennaio 2016
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La vela come opportunità per crescere non solo tecnicamente, ma anche a livello scolastico, con l’obiettivo di approdare nel circuito di college americani in cui sport e studio vengono messi nello stesso piano: questo l’obbiettivo dell’International Junior Sailing Academy - IJSA-, che sul lago di Garda, a Brenzone, lancia una nuova sfida dedicata ai giovani velisti italiani e stranieri dai 13 ai 18 anni; un progetto condiviso dall’Eurosaf (la Federazione Europea della Vela) e dalla XIV Zona FIV. Nasce un nuovo progetto che mette a disposizione per i giovani velisti italiani e stranieri un’organizzazione professionale che abbina una crescita tecnica in alcune classi veliche giovanili e il possibile accesso ai circuiti di college americani (ICSA o altri college prestigiosi): Claudio Brighenti, riferimento tecnico del lago di Garda da molti anni, presenta questa nuova idea, che vuole offrire nuove opportunità ai giovani velisti, con l’ausilio anche di borse di studio messe a disposizioni dalle principali classi veliche giovanili. L’Accademia, rivolta ai ragazzi dai 13 ai 18 anni, intende accompagnare gli atleti nella ricerca delle Università Americane, scelta che deve avvenire al terzo anno di scuola superiore e la cui richiesta di iscrizione per essere accettata, necessita di una preparazione scolastica e sportiva adeguata.
La conferenza stampa Se da una parte -soprattutto in Italia - c’è una difficoltà nel tenere in barca i ragazzi dopo i 14 anni per sistema scolastico e budget necessario per proseguire l’attività con eventuale successivo sbocco in una classe olimpica, dall’altra si vuole prospettare agli stessi ragazzi un futuro in cui gli atleti meritevoli proseguono la loro disciplina sportiva nei circuiti velici universitari, come ad esempio quelli americani, che mettono sullo stesso piano, sport e studio. Naturalmente base dell’Accademia è la presenza di istruttori che parlano 2-3 lingue, oltre ad un docente inglese che periodicamente verifica i progressi scolastici dei partecipanti. OBIETTIVO Formare i giovani velisti verso il raggiungimento di una carriera sportiva in prestigiose Università negli USA e nel mondo, attraverso una serie di consulenze e 4 checkup all’anno sul Garda per verificare il livello raggiunto dall’atleta sia didattico che sportivo. COME
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La preparazione è basata sui criteri di selezione sportiva e scolastica dei collage USA, individuando per ogni partecipante il college più adatto per livello sportivo e accademico. A seguire si sviluppa un programma a lungo termine per raggiungere il livello sportivo e accademico necessario in accordo con la famiglia, il Circolo/la Federazione di appartenenza dell’atleta. IJSA segue i contatti con i selezionatori, dando supporto totale nel rapporto con il college e nel processo di iscrizione con lo stesso. DOVE Ospite del Circolo Nautico Brenzone la Junior Sailing Academy svolge la sua attività di clinic sul lago di Garda, località dove si sono formati moltissimi atleti olimpici, protagonisti degli ultimi 20 anni. Garda Family House la struttura alberghiera che ospita i ragazzi in totale sicurezza in un ambiente confortevole di fronte alla sede del Circolo, con aule adeguate alle lezioni teoriche e ai test di lingua inglese previsti dal programma. CHI: IL TEAM IJSA Allenatori con provata esperienza tecnica e dai prestigiosi curricula agonistici garantiscono un apprendimento tecnico di alto livello, coaudiuvati da professionisti di specifici settori che ampliano la preparazione e la mentalità dei ragazzi (Ufficiali di Regata Internazionali, Nutrizionista, Velaio). Nel Team, coordinato dall’ideatore del progetto Claudio Brighenti, ci sono i seguenti tecnici collaboratori, responsabili di settore: Giovanni Canazza, Responsabile amministrativo, Istruttore vela laureato in economia in Italia e in USA Luca Bursic, responsabile singoli e skiff, già Campione del Mondo Optimist e attuale allenatore squadra olimpica austriaca 49er Federica Salvà, responsabile doppi, vice campionessa mondiale 470, olimpionica 470 e protagonista nell’ultima campagna olimpica nel Nacra 17 Santiago Lopez, responsabile preparazione atletica, laureato magistrale in scienze dello sport e della prestazione fisica. Allenatore optimist della Fraglia Vela Riva. Veronica Maccari, responsabile rapporti con Università americane; allenatrice all’Hampton Yacht Club, US Sailing Instructor Cambridge School Verona, responsabile lingua linglese in preparazione ai College americani Il commento di Marco Predieri, Presidente EUROSAF (Federazione Europea della Vela): "Come EUROSAF dobbiamo cercare di informare e agevolare i giovani velisti europei, affinchè possano coltivare la grande passione per la vela proseguendo con lo studio nelle migliori Università del Mondo: EUROSAF metterà a disposizione delle borse di studio affinchè i più meritevoli possano accedere a tali College, sfruttando l’opportunità offerta dalla International Junior Sailing Academy, che mette in luce una volta di più il Lago di Garda, come una delle migliori località per formare velisti di valore".
MariaStella Gelmini alla sua prima Assemblea Generale della Comunità del Garda 15/01/2016
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si terrà a Gardone Riviera, a Villa Mirabella, alle ore 10.00 di sabato 23 gennaio, l’Assemblea Generale della Comunità, la prima presieduta dalla neo eletta Presidente on. Mariastella Gelmini. Di grande importanza gli argomenti all’ordine del giorno, che saranno introdotti dalla relazione della Presidente che si concentreranno sulle prospettive e le linee guida politiche programmatiche dell’Ente gardesano. All’ordine del giorno, oltre alla relazione del Presidente sugli indirizzi e i programmi del mandato amministrativo, l’esame e l’approvazione dei documenti contabili: a) Bilancio Consuntivo 2014 (Delibera Consiglio Direttivo del 4 maggio 2015) b) Variazione Bilancio Preventivo 2015 (Delibera Consiglio Direttivo del 4 maggio 2015) c) Bilancio Preventivo 2016 (Delibera Consiglio Direttivo del 7 novembre 2015) e la designazione del Presidente del Comitato di Gestione dell’Associazione Temporanea di Scopo “Garda Ambiente” con le attribuzioni di cui all’art. 4 e all’art. 8 dello Statuto dell’Associazione stessa. Si ricorda che la costituzione della Associazione Temporanea di Scopo “Garda Ambiente”, che si dovrà occupare delle nuove e urgenti opere di depurazione e collettazione del lago con la dismissione delle condotte sublacuali, è avvenuta con atto notarile l’11 settembre 2015 nel quale viene attribuito alla Comunità il ruolo di soggetto capofila e mandatario dell’A.T.S.. Il suo statuto stabilisce che il soggetto capofila e mandatario assume la funzione di responsabile amministrativo e finanziario e che l’art. 8, 1° comma, stabilisce che l’A.T.S. è amministrata da un Comitato di Gestione composto di cinque membri, tra i quali il capofila amministrativo e finanziario che vi partecipa di diritto in qualità di Presidente. Sarà anche affrontato l’argomento delle quote associative e l’elezione di un componente del Consiglio Direttivo a seguito del venir meno delle condizioni di eleggibilità (dimissioni Sindaco di Pastrengo). L’Assemblea Generale è pubblica. TERRITORIO
Allarme siccità, il Garda è a secco 2016/01/21 5:17 PM
LAGO DI GARDA – Il Garda è a secco. Oggi i livelli misurano 55 cm, mezzo metro in meno rispetto a un anno fa. La Comunità del Garda: dobbiamo fare i conti con i cambiamenti climatici.
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La situazione dei laghi lombardi è critica, tanto che se persiste la situazione meteorologica sarà difficile trovare soluzioni adeguate. «A un terzo della stagione invernale – ha dichiarato l’assessore regionale al territorio Viviana Beccalossi, che a Palazzo Pirelli ha presieduto il Tavolo regionale per il monitoraggio delle riserve idriche – la scarsità di piogge e soprattutto la mancanza di nevicate in montagna sta impedendo l’accumulo di acqua nei bacini naturali e artificiali. Le altezze di tutti i grandi laghi regolati sono inferiori alla media storica». Sul Garda la misura del livello delle acque al di sopra dello zero idrometrico (m 64,027 s.l.m.m.) oggi si assesta a55 centimetri, quando negli anni scorsi, di questi tempi, la misura superava sempre il metro. Manca un’enorme quantità di acqua. Basti pensare che un cm di lago equivale a 4 milioni di metri cubi di acqua! «Più che continuare a mantenere le uscite alla diga di Salionze regolate a 14 metri cubi al secondo non è possibile fare – dice Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda -. E’ arrivato il momento di fare seriamente i conti con il cambiamento climatico». Cambiamento climatico che nel 2015 si è palesato in modo marcato: il 2015 è stato l’anno più caldo da quando esistono rilevamenti meteorologici affidabili, cioè da 136 anni. L’anno appena trascorso ha battuto il record precedente, che era stato stabilito appena l’anno prima: cioè nel 2014. In pratica, gli ultimi due anni sono stati i più caldi mai registrati. Lo dicono il Noaa (l’Agenzia americana per l’atmosfera e gli oceani) e il Met Office (l’Ufficio meteorologico britannico). La temperatura media globale del 2015 è stata infatti di 14,79 gradi centigradi, pari a 0,90° C in più della media del XX secolo e di 0,16° C in più rispetto al precedente record del 2014. Si tratta del più grande margine di incremento del nuovo primato rispetto a uno precedente. «Ma il 2015 – ha scritto il Corriere della Sera – è destinato a detenere il record per poco: secondo il Met Office il 2016 sarà a sua volta l’anno più caldo di sempre». Ripensare l’agricoltura e i sistemi di irrigazione. «È ora di mettere in pratica – aggiunge Ceresa – quello che la Comunità del Garda sostiene da tempo: non si può continuare a sostenere le colture “idrovore” attualmente presenti nel Mantovano. Vanno inoltre rivisti e ottimizzati i sistemi di irrigazione, così da evitare sprechi. Servono investimenti, è ovvio, ma la Comunità del Garda è pronta a farsi carico, dal punto di vista politico, del sostegno a queste inderogabili trasformazioni».
Garda e cambiamento climatico di Fabio Borghese Sabato prossimo a Salò un seminario organizzato dall’Università Cattolica di Brescia con la presentazione dei primi risultati di una ricerca sulle acque del Benaco Sabato prossimo, 16 gennaio, alle 10.30 nella Sala dei Provveditori del palazzo municipale che si affaccia sul Lungolago di Salò, avrà inizio il seminario dal titolo “Garda e cambiamento climatico. Primi risultati e prospettive future”. Il seminario, organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore col patrocinio del Comune di Salò e il supporto della Comunità del Garda, si prefigge di fare il punto sul progetto di modellizzazione fluidodinamica del Garda alla luce dei cambiamenti climatici. L’incontro è di presentazione e pertanto non specifico, aperto a tutti. L’incontro sarà aperto dal prof. Alfredo Marzocchi, preside della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università Cattolica di Brescia, cui seguirà l’illustrazione del progetto e dei risultati da parte del prof. Edie Miglio del Politecnico di Milano, del dott. Stefano Moré e della dott. Sara Tomasoni. Nel pomeriggio è previsto un incontro riservato ad amministratori locali dal titolo “Programmi europei e nazionali per finanziare la ricerca ambientale sul Garda” tenuto dal prof. Antonio Ballarin Denti dell’Università Cattolica.
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Chiuderà la giornata un concerto di musica classica del sestetto “Ensemble Emporté”. Tutta la cittadinanza è invitata. Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025