Rapporto f o r m a z i o n e
cosa chiedono le banche È sempre più sentita l’esigenza di una formazione operativa che possa dare un contributo concreto allo sviluppo professionale degli operatori. E gli argomenti... A cura di Luca Silvestrini
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ati precisi non ce ne sono. Le sensazioni, invece, abbondano. La prima è che l’investimento in formazione delle banche italiane nel 2009 (e il 2010 non dovrebbe andare diversamente) sia diminuito. Lo testimonia il ricorso alla formazione finanziata per pagare i piani formativi che gli istituti di credito non possono (o non vogliono) più permettersi. L’anno scorso Fondir (il fondo paritetico interprofessionale per la formazione dei dirigenti) ha messo a disposizione delle banche 10 milioni di euro per i corsi dei manager del settore finanziario. Altro indizio del calo della domanda è il proliferare di offerta di formazione low cost, a prezzi scontati e bassa qualità, mentre gli istituti sono
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obbligati, magari dall’Isvap, a formare il proprio personale. «Certamente, la crisi ha avuto ripercussioni sulla domanda di formazione da parte delle banche. Mediamente, nell’ultimo anno, i budget destinati a questa attività, per ovvie esigenze legate al contenimento dei costi, si sono ridotti», sostiene Francesco Gatto, responsabile Cuoa Finance. «È aumentato, inoltre, il coinvolgimento, di personale della banca per attività di docenza. L’utilizzo di docenti interni si spiega sia con una necessità di razionalizzazione dei costi della formazione (molte attività ritenute non particolarmente strategiche sono spesso svolte da docenti interni), sia con una volontà di un maggior allinea-
mento dei contenuti didattici ai modelli e agli strumenti operativi delle singole banche. Detto questo, però, resta il fatto che le banche si rivelano sempre attente al tema della formazione ed emerge una volontà, sempre più decisa, di progettare una formazione operativa che possa dare un contributo concreto per lo sviluppo professionale degli operatori del settore. Non è semplice ricostruire dei trend chiari e definiti sull’evoluzione della domanda di formazione da parte delle banche». Continua Gatto: «Sicuramente una maggiore attenzione è destinata ai temi dei prestiti, della valutazione del merito e dell’analisi dei piani previsionali, della gestione del credito anomalo e della relazione con le imprese.
calo episodico Secondo il Cuoa (qui, un’aula della società), il calo della formazione è del tutto episodico. Del resto, quello bancario è un settore quasi a formazione continua, se è vero, come rivela l’Abi, che oltre l’80% dei dipendenti degli istituti è stato interessato a un’attività formativa (nel 2006 era però il 90%).
RISK MANAGEMENT Anche le tematiche legate al risk management e alla gestione dei rischi finanziari riscuotono un crescente interesse; soprattutto le piccole e medie banche e le Bcc sono particolarmente interessate a un confronto sia per acquisire una maggiore consapevolezza e conoscenza dei vari contenuti del risk management e delle sue più recenti evoluzioni (basti pensare alle conseguenze legate al rischio di liquidità), sia per innovare i propri modelli di gestione dei rischi finanziari. Infine, sembra emergere un più forte interesse per la costruzione di adeguati percorsi professionali per le diverse figure dei capi (dai capi intermedi, i direttori di filiale, ai dirigenti di sede) chiamati nei prossimi anni ad avere
un ruolo di primo piano nelle sfide di mercato delle banche». Gatto, che opera in una delle più importanti scuole di formazione italiane, il Cuoa, non sembra, in fondo, essere pessimista: il calo della formazione è un fatto episodico. Del resto, quello bancario è un settore quasi a formazione continua, se è vero, come rivela l’Abi, che oltre l’80% dei dipendenti degli istituti è stato interessato ad attività formativa (nel 2006 era però il 90%). Sempre a livello di sensazione, sembra che il mondo degli Mb sia un mercato anticiclico e che, a causa della crisi, siano aumentate le iscrizioni per le maggiori business school italiane come Sda Bocconi, Luiss, il Mip del Politecnico di Milano. Perché in tempi di congiuntura negativa il mercato del lavoro diventa meno vivace, e, chi se lo può permettere pensa alla propria formazione, in attesa che la situazione cambi. E non sono rari i casi di manager che hanno perso il posto di lavoro (o sono precari o pensano di esserlo a breve) che hanno deciso di investire su se stessi e frequentano percorsi di formazione individuali. ●
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DUE PERCORSI FORMATIVI Nel campo dell’offerta formativa interaziendale per le banche, il Cuoa (a fianco la sede) segue due direttrici: la proposizione di percorsi formativi per le figure chiave dell’organizzazione bancaria e lo sviluppo di network e community professionali per gli operatori del settore.
quali sono i metodi più efficaci È meglio l’apprendimento tradizionale o quello multimediale? Oppure puntare a sviluppare le capacità umane per applicarle al business? Rispondono gli esponenti di alcune scuole.
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i va forse verso una formazione olistica, che prende in considerazione tutta la personalità di un dirigente, non le singole doti tecniche, puntando sulla crescita di capacità umane da sfruttare poi anche nel business? O invece si gioca tutto sulla multimedialità, sulla velocità dell’e-learning per imparare a gestire i mutamenti sempre più rapidi? O invece i sistemi tradizionali, le lezioni in aula, non hanno perso nulla della loro validità? Difficile rispondere: l’offerta formativa per gli istituti di credito segue strade talvolta divergenti, ma sempre stimolanti. Come dimostrano gli esempi di queste pagine. Cuoa I mercati finanziari non hanno recuperato stabilità e anche quelli valutari, messi sotto pressione dalla speculazione internazionale e dai deficit dei bilanci statali, cominciano ad avere qualche problema. In questa situazione ricca di rischi, altamente instabile, qual è il ruolo di una scuola di formazione? Su che cosa deve puntare? Come preparare e formare i manager del settore finanziario? BancaFinanza ne ha discusso con Francesco Gatto, responsabile Cuoa Finance e direttore scientifico del master in banca & finanza presso la Fondazione Cuoa (Centro universitario organizzazione aziendale), uno
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dei più quotati centri italiani di formazione, che collabora attivamente con università e business school straniere. Domanda. Quali sono le novità principali dell’offerta formativa Cuoa per le banche? Sono previsti percorsi specifici per i manager degli istituti bancari? Risposta. Il Cuoa nel campo dell’offerta formativa interaziendale per le banche
segue, in sintesi, due specifiche direttrici: 1. la proposizione di percorsi formativi di elevata qualificazione professionale per le figure professionali chiave dell’organizzazione bancaria; 2. lo sviluppo di network e community professionali per gli operatori del mondo bancario e finanziario. Con riferimento al primo punto, tra le varie iniziative, citiamo il Progetto crescita manageriale in banca (il percorso di sviluppo professionale per responsabili e gestori di team sia di rete, sia di sede centrale, finalizzato a fornire una visione interdisciplinare della gestione bancaria e a irrobustire le competenze e abilità manageriali, anche attraverso il ricorso alle metodologie dell’outdoor management e del team building), il Percorso Risk & Capital management, finalizzato a fornire una visione ad ampio raggio (tecnica, organizzativa, strategica) della mappa e della gestione dei rischi finanziari, il percorso Il financial planner: la gestione globale famiglia, patrimonio, impresa, finalizzato sia a supportare le competenze di promotori e private banker in una dimensione legata alla pianificazione finanziaria, giuridica e fiscale del patrimonio, sia a fornire una preparazione propedeutica per il superamento della prova d’esame di livello Efp (European financial planner, rilasciata da €fpa Italia). In particolare, la mission del Cuoa è quella di accreditarsi come luogo di confronto e scambio di esperienze e conoscenze tra gli attori della finanza. Partendo da tale volontà, è nato (e si sta progressivamente affermando) il Club Finance, il network sui temi della finanza d’impresa, aperto a banche, imprese e professionisti. Il Club propone diverse luogo di confronto «La mission del Cuoa è quella di accreditarsi come luogo di confronto e scambio di esperienze e conoscenze tra gli attori della finanza», dice Francesco Gatto, responsabile Cuoa Finance e direttore scientifico del master in banca & finanza presso la Fondazione Cuoa.
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tipologie di attività (workshop, incontri serali a cena, pubblicazioni e indagini) per un maggior dialogo nel rapporto bancaimpresa e nella comprensione reciproca dei relativi processi decisionali. Per le imprese si pone l’esigenza di una maggiore consapevolezza dei processi e dei singoli fattori che le banche prendono in considerazione per la concessione del credito; per le banche si pone, al contrario, la necessità di una più approfondita conoscenza del business dell’impresa, con un focus specifico sui business plan che le aziende presentano a supporto delle richieste di finanziamento. Peraltro, è interessante segnalare come la domanda di formazione da parte delle imprese sui temi della finanza sia cresciuta sensibilmente negli ultimi tempi; la recente crisi dei mercati ha senz’altro determinato una maggiore attenzione da parte delle imprese sui temi della gestione finanziaria e l’area amministrazione, finanza e controllo tende pertanto ad acquisire un peso sempre più rilevante nelle scelte decisionali d’impresa. Un altro network recentemente avviato è il Centro studi risk management e valore, costituito in collaborazione con il gruppo Engineering. Il progetto intende attivare un centro di riferimento, qualificato e accreditato, sui temi del risk management, con un orizzonte pluriennale, che possa favorire: - la creazione di una comunità professionale aperta ai manager del settore bancario e finanziario (risk manager, responsabili area finanza, responsabili area crediti, responsabili auditing e via dicendo), interessati a un confronto su quelle tematiche; - una maggiore sensibilità verso le ricadute strategiche e organizzative, in un’ottica di creazione di valore, delle tecniche e degli strumenti del risk management. Prevede diverse attività (workshop, incontri serali, a cena, papers, indagini e survey tra le quali una recentissima legata al tema di Basilea 3) anche grazie
percorsi individuali Non sono rari i casi di manager che hanno perso il posto di lavoro (o sono precari o pensano di esserlo a breve) che hanno deciso di investire su loro stessi frequentando percorsi di formazione individuali.
al contributo di un comitato scientifico composto da qualificati manager dell’area risk management di banca. D. Quali sono le aree formative dove occorrerebbe un maggior interesse da parte delle banche? R. In prospettiva, mi sentirei di segnalare due aree di interesse per una maggiore efficacia della formazione in banca: - da un lato, un approccio più trasversale e orizzontale rispetto alle varie tematiche, con una visione interdisciplinare (non solo finanziaria, ma anche giuridica e fiscale) dei vari temi affrontati. L’esigenza di un simile approccio è particolarmente avvertita soprattutto alla luce delle evoluzioni legislative e normative degli ultimi anni, che hanno modificato sensibilmente le scelte di convenienza degli operatori finanziari; - dall’altro, una progettazione sempre più integrata, specialistica e manageriale, per uno sviluppo parallelo sia delle competenze tecniche, sia delle abilità comportamentali. Nell’attuale fase evolutiva delle banche, non si può prescindere sia da un profilo tecnico-professionale più robusto e allargato, sia da un profilo manageriale più forte. Pensiamo, infatti, alla complessità del rapporto e della negoziazione con i clienti (privati o imprese) e alle abilità che un manager bancario deve sempre più affinare per affermare un sua credibilità e reputazione. P&S Dovete affrontare una trattativa per una fusione aziendale, la negoziazione di mutuo, il contratto per la vendita di prodotti finanziari. Immaginate di capire (leggendo il corpo, gli atteggiamenti, gli
sguardi) se il vostro interlocutore è una persona aggressiva, ansiosa o rilassata, se vuole mille e una spiegazione o le bastano poche indicazioni. Immaginate ancora di sapere con esattezza in che modo comunicare, come entrare in relazione con l’altro, non perché l’avete mandato a memoria la sera prima, ma perché avete introiettato modelli e schemi precisi, che sono diventati per voi naturali, un vostro modo di essere. Non è difficile capire che possedere queste capacità, questa consapevolezza, costituisce un grande vantaggio, non solo per il business. Certo non si tratta di abilità che si imparano dall’oggi al domani. Occorre un buon allenamento. E un buon allenatore. Come Paola M. R. Malandra e Sebastiano Mangiameli dello studio P&S di Milano. Da 20 anni operano nell’ambito dell’orientamento - formazione - conduzione. «La nostra formazione oltre ai classici percorsi scolastici, comprende studi, ricerche e sperimentazioni sulla comunicazione verbale e non verbale con approfondimenti nella medicina orientale, nella morfopsicologia e nella fisica quantistica», spiegano Mangiameli e Malandra. «Da anni applichiamo protocolli esclusivi di solving strategico nelle organizzazioni, dopo aver conseguito un master e un diploma in coaching rilasciati dal Mental research Institute Palo Alto (California), a suo tempo diretta da Paul Watzlawick
comunicazione verbale e non verbale Da 20 anni Paola M. R. Malandra e Sebastiano Mangiameli (a fianco), dello studio P&S di Milano, operano nell’ambito dell’orientamento - formazione conduzione. «La nostra formazione oltre ai classici percorsi scolastici, comprende studi, ricerche e sperimentazioni sulla comunicazione verbale e non verbale con approfondimenti nella medicina orientale, nella morfopsicologia e nella fisica quantistica», affermano.
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e dal Centro di terapia strategica (Arezzo), diretta da Giorgio Nardone. Abbiamo orientato la nostra attività verso quattro tipologie operative: consulenza, coaching a imprenditori e manager, formazione a gruppi aziendali e formazione conduzione di organizzazioni». P&S ha svolto e svolge attività consulenziale indipendente per importanti aziende e strutture che operano a livello nazionale e internazionale. Con un progetto formativo fondato sulla comunicazione e il solving strategico: ovvero la capacità di utilizzare strategie non ordinarie per risol-
vere problemi complessi con il massimo dell’efficienza e dell’efficacia. «Per sintetizzare possiamo dire che diventa essenziale, proprio in quest’epoca di cambiamenti tumultuosi, saper utilizzare strategie che pluralizzino la percezione delle cose, differenziazione che genererà una diversa reazione emotiva, che a sua volta produrrà una più efficace e funzionale reazione comportamentale», sostengono Malandra e Mangiameli. «Ai professionisti è richiesto, in questi contesti mutanti, di trovare soluzioni specifiche e di produrre rapidi cambiamenti in un’ottica di riduzione dei costi energetici per la persona stessa e l’organizzazione di cui fa parte, grazie anche alla capacità di gestire correttamente i propri stati emotivi. Oltre a ciò si evidenzia anche la necessità di sviluppare nei propri collaboratori un forte senso di appartenenza all’azienda o al gruppo. Una comunicazione consapevole e strategica e la capacità di trovare soluzioni secondo logiche non ordinarie, cioè applicando i fondamentali del problem solving, risultano essere quindi gli strumenti imprescindibili per tutti coloro che sono chiamati a occupare ruoli di responsabilità. Ci rifacciamo a un vecchio proverbio cinese: “Dai un pesce a un
uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”. Ecco, noi non diamo pesce, diamo una canna per pescare in tutti i mari». Il modello P&S è centrato sulle persone rendendole protagoniste con azioni che innescano circoli virtuosi. «Noi siamo come falegnami che lucidano i talenti personali, perché non si può insegnare niente a un uomo, ma si può aiutarlo a trovare risposte dentro di sé», dicono Malandra e Mangiameli. AssiLearning Si arricchisce notevolmente l’offerta formativa di AssiLearning, la società di apprendimento a distanza, diventata un punto di riferimento per la formazione nel settore finanziario-assicurativo. Il piano di aggiornamento professionale 2010 in videoconferenza live e studio a distanza, valido per la formazione di 30 ore prevista dai regolamenti Isvap, permette di scegliere tra 31 corsi in catalogo di cui otto nell’area nuove soluzioni & networking, 17 nell’area tecnico-giuridica e sei nell’area comunicazione & management (in questo caso l’attestato rilasciato per la partecipazione ai corsi dell’area non è valido, al contrario degli altri, ai fini degli obblighi formativi Isvap)
#OMUNICAZIONE 3TRATEGICA 0ROBLEM 3OLVING
P&S 6IA 3AVONA -),!./ 4E L E MAIL 0AND3 FASTWEBNETIT W W W P E S C O M U N I C A Z I O N E I T
0AOLA -2-ALANDRA 3EBASTIANO -ANGIAMELI
0ER COLORO CHE FANNO DELLA COMUNICAZIONE UN USO PROFESSIONALE QUOTIDIANO
0ER COLORO CHE RIVESTONO RUOLI DI COORDINAMENTO IN UNORGANIZZAZIONE
0ERCORSI DI FORMAZIONE PER GRUPPI #OACHING STRATEGICO INDIVIDUALE