L’attività di Rifondazione al Parlamento Ue Un anno di lavoro per l’altrenativa
Cosa abbiamo fatto Cosa vogliamo fare
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a copertina del primo numero di Rifondazione Europa dello scorso anno era dedicata al trattato costituzionale, nel pieno della mobilitazione referendaria che poi risulterà vincente. Simboleggiava il rapporto tra Movimenti, cittadini e “palazzo”; il contrasto alla volontà di costituzionalizzare il mercato come principale, se non unico valore fondante, rispetto al quale tutti gli altri divenivano se non aleatori e inesigibili, sicuramente dipendenti; la possibilità di uno nuovo europeismo di sinistra e popolare capace anche di una sfida di alternativa. Non a caso tante lotte nostre e del Movimento sono state veramente costituenti, come quelle per la cittadinanza europea, i diritti, la pace, contro i cpt o l’omofobia. La copertina di questo nostro secondo numero di Rifondazione Europa, una sorta di bilancio/racconto di ciò che abbiamo fatto e di riflessione/impegno su ciò che vogliamo fare è dedicata alla Bolkestein, ma non solo. Quella contro la Bolchestein è stata una grande lotta. Se ne parliamo in apertura è perché siamo convinti che occorra continuare a riflettere su di essa e, soprattutto occorra continuare a farla. L’idea della mercificazione dei servizi è una di quelle che più pesano sul presente e sul futuro del modello europa. L’Europa dei servizi è quella segnata da un modello sociale progressivo frutto di una civiltà antica e delle lotte di più di un secolo. La mercificazione dei servizi è una delle esemplificazioni più brutali delle contraddizioni della strategia di Lisbona, quella delle tre gambe: mercato, società ed ambiente, dove è però quella del mercato a dare il passo. Meno brutale delle Fmi e della Banca Mondiale (prima il mercato e lo sviluppo, tutto il resto seguirà poi), più tesa ad una contemporaneità dei tre obiettivi. Ma in realtà si considera il mercato l’unico capace di incarnare le prospettive sociale ed ambientali. Per di più subendo di fatto la divisione del lavoro prodotta dalla globalizzazione liberista, la mercificazione dei servizi viene assunta per una sorta di vocazione per l’Europa e per il ruolo dell’Europa nel mondo. Da qui la richiesta al Gatts di privatizzare i servizi dei Paesi degli altri continenti. A fronte di ciò, la lotta contro la Bolkestein è stata straordinaria, coinvolgendo tutta l’Europa, compresi i Paesi dell’Est, collegandosi ad analoghe lotte mondiali dall’America Latina, all’Africa, all’India (si pensi all’acqua), risultando capace di unificare lavoratori, cittadini, istituzioni locali. Anche per questo, abbiamo detto, il compromesso raggiunto è cattivo. Per-
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ché lascia tutto lo spazio al continuare del dispiegarsi di questa strategia e non raccoglie la spinta al cambiamento di scenario iscritta nel Movimento. Ma il cattivo compromesso sulla Bolkestein ha un soggetto preciso che lo ha determinato e che si chiama grande coalizione tedesca. E’ questa opzione che
RifondazionEuropa è un anno di lavoro della delegazione di Rifondazione Comunista al Parlamento Europeo insieme al gruppo Sinistra Unita Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL). Queste otto pagine sono un modo per dare contro della nostra attività, informare le lettrici e i lettori sul lavoro che ci impegna ogni giorno all’interno nelle istituzioni comunitarie, un luogo che consideriamo privilegiato per condurre l’unica battaglia il cui nome ci seduce: la battaglia di civiltà per la pace e i diritti delle persone dalla Germania si protende sul Parlamento europeo e qualcuno vorrebbe propagare in altri Paesi a partire dall’Italia, per tentare una gestione moderata e continuista delle vecchie politiche liberiste che peraltro mostrano la corda. E qui è il punto infatti che andiamo ripetendo da tempo: se qualcuno a pensato all’Europa come strumento asservito a realizzare il corso della globalizzazione liberista, stravolgendone i “vecchi” assetti socio culturali, ora questo qualcuno è alle prese con l’emergere di un dato che clamorosamente falsifica questa tesi: il liberismo sta impedendo la realizzazione dell’Europa. Tutto ce lo dice. L’Europa non cresce economicamente. La sua coesione sociale subisce continui strappi. I governi traballano. Il consenso democratico è incerto e manca su temi decisivi come la costituzione. La politica estera è quasi nulla. Il bilancio tagliato e striminzito mentre fatica l’allargamento. A fronte di tutto ciò la grande coalizione non è una soluzione ma parte del problema. Diversamente, ma analogamente a ciò che è stato il blairismo. Impedisce, o vorrebbe impedire, il dispiegarsi di un’alternativa che comincia ad essere matura oltre che necessaria. Un’alternativa cui possono contribuire anche tante forze non radicali ma impegnate su un fronte di alternanza e che possono essere spinte dalla crescita di un nuovo punto di vista sostenuto da tante lotte. Contro la Bolkestein è cresciuta e si è affermata l’idea dei beni comuni, un’altra idea di economia, di società, di ambiente, di relazioni internazionali fondate sulla cooperazione e non sulla competizione, fondate sulla pace. Una bella idea Europea. Per questo la nostra copertina non parla solo di ciò che è stato ma di ciò che vogliamo fare. La delegazione di Rifondazione Comunista al Parlamento Europeo
della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
ambiente
2 Una lunga battaglia (che contiamo di vincere) con la società e i movimenti
Perché vogliamo che l’acqua sia un diritto di tutti
L
a storia dei pronunciamenti del Parlamento europeo sull’acqua è relativamente lunga. Grazie ai Movimenti, al lavoro di Riccardo Petrella e del Contratto Mondiale per l’Acqua da lui animato insieme a personalità importanti come Danielle Mittertand, Mario Soares e, in Italia, Alex Zanotelli, e grazie alla passione europeista di Petrella, più volte si è coinvolta Bruxelles in tema di diritto all’acqua come bene comune dell’umanità. Il Gue/Ngl e Rifondazione, in particolare per l’iniziativa del capodelegazione, Roberto Musacchio, ha favorito nelle varie legislature audizioni e momenti di ascolto dei Movimenti, ed ha partecipato a tutti gli appuntamenti dei vari Social Forum. Non a caso in questa legislatura abbiamo contribuito anche ad un coordinamento di parlamentari per l’acqua all’interno del gruppo globalizzazione. Proprio l’acqua segna la schizofrenia, ma anche i contrasti aperti nell’operare di questa Europa. Da un lato infatti l’acqua rientra tra quei servizi per i quali l’Europa pensa e prova a ricorrere alle privatizzazioni e alle liberalizzazioni, sia sul versante interno con la direttiva Bolkestein, sia sullo scenario mondiale di inserirla nei Gatts. D’altro canto l’eco e la pressione dei movimenti riesce a influenzare eccome le elaborazioni del Parlamento, come avvenuto da ultimo con la risoluzione del 15 marzo 2006 proposta ed approvata in aula in seduta plenaria in funzione del IV Vertice mondiale per l’acqua di Città del Messico. Ma andiamo per ordine ripercorrendo alcune tappe salienti. Un primo pronunciamento positivo lo si ha già il 4 settembre 2003 nella precedente legislatura in un rapporto relativo alla cooperazione internazionale sulle risorse idriche. In quel testo si pone l’acqua come centrale nelle politiche di cooperazione, an-
che per la situazione realmente drammatica che si vive per l’accesso cattivo o negato a questa risorsa vitale. Nel farlo si sottolinea l’esigenza che tale accesso sia considerato un diritto e ci si sofferma sui rischi connessi alle forme di partenariato pubblico/privato che possono aprire la strada alla mercificazione, impedire l’affermazione del diritto. D’altronde il tema del rapporto tra diritti e mercato è assolutamente elemento chiave delle contraddizioni europee. Per passare dallíacqua all’aria, nella direttiva per la riduzione di alcuni gas serra, i florocarburi, in ottemperanza di Kyoto, avendo preso a base giuridica non solo le norme del trattato sulla protezione ambientale ma anche quelle sul mercato interno (le tre gambe di Lisbona), le buone pratiche di alcuni Paesi che andavano oltre, in meglio, ai limiti di emissione posti, arrivando a proibire e a sostituire quei gas, sono state, invece che premiate accusate di perturbazione del mercato. Ma torniamo all’acqua. Un nuovo pronunciamento lo si ha il l’11 marzo í04 (ancora precedente legislatura) in occasione di un rapporto dedicato al mercato interno. Arrivano Petrella e Zanotelli ad agitare il Parlamento infilando una zeppa in un dispositivo tutto filoliberalizzazioni e privatizzazioni. Per l’acqua, così si legge bisogna invece considerare che liberalizzazioni e privatizzazioni, partenariato pubblico e privato, possono danneggiare il diritto. Ma questa ambivalenza europea si riflette non poco nei consessi internazionali e infatti alla terza conferenza sullíacqua di Johanesburg (2004) lungi dall’affermarsi il diritto all’acqua, si parla di acqua come bisogno. Non è certo un caso che queste conferenze mondiali per l’acqua abbiano l’egida dell’Onu, ma siano affidate ad organismi monetari. Proprio per questo e, vista anche l’esperienza della lotta sulla Bolkestein dove è tutt’altro che chiara nel testo di compromesso l’esternità del-
l’acqua al campo di applicazione della direttiva, abbiamo preso per tempo la IV conferenza di Città del Messico e costruita una discussione in aula e una risoluzione. Questa volta il testo è molto preciso ed univoco. Nettissima la definizione di acqua come diritto e bene comune. Innovativi i riferimenti alla centralità dei poteri locali nel garantire le esigibilità del diritto e come partner di cooperazione pubblica. Entra la partecipazione, non si parla di pubblico/privato perché non si esplicitano le forme di gestione ma l’affermazione dei principi, diritto e bene comune e dei soggetti, locali e partecipati, è propedeutica ad un orizzonte del tutto nuovo. Che naturalmente va concretato. Togliendo l’acqua con chiarezza dalla Bolkestein sia con una nuova direttiva sui servizi di valore generale, sia con gli elenchi dei servizi che i vari Paesi devono fare per dichiararli fuori dalla Bolkestein stessa. Togliendo l’acqua dai Gatts: tema decisivo anche per avere un rapporto positivo con gli altri continenti. L’America Latina chiede che l’acqua sia Bene comune e a Città del Messico ha assunto e sostenuto la risoluzione del Parlamento Europeo più di quanto ha fatto la conferenza stessa (e infatti la dichiarazione finale è del tutto insoddisfacente). Bolivia, Uruguay, Venezuela e Cuba lanciano la campagna mondiale per il diritto all’acqua e chiedono cooperazione, come l’Asia e l’Africa. Una cooperazione nuova, pubblica, partecipata, alimentata da fondi adeguati e che superi le contraddizioni dell’attuale cooperazione che emergono dallo studio della commissione europea del 2006 che mostra una cooperazione sull’acqua imbrigliata dal connubbio diritto/mercato. Il nostro lavoro continua e già stiamo preparando, con il Contratto mondiale per l’acqua, una grande assemblea nell’aula magna di Bruxelles per l’inizio 2007 con eletti e Movimenti di tutto il mondo.
Si riapre lo scontro sul Reach
Fondi strutturali
Con gli ambientalisti sulle sostanze chimiche
Prospettive finanziarie
Il Reach,il regolamento per le sostanze chimiche,dopo il voto combattuto in prima lettura torna ora al dibattito parlamentare,già con un documento di lavoro che sarà presentato alla prossima commissione ambiente dal relatore Guido Sacconi.Il Consiglio ha trovato un accordo e presto sarà noto:il timore che venga limitato ulteriorme è reale e con esso il rischio che le autorizzazioni per talune sostanze pericolose continuino ad essere tollerate.«Il pacchetto dei criteri autorizzativi approvato dal PE va mantenuto», chiedono le associazioni ambientaliste che temono una proposta riduttiva degli Stati Membri con l’appoggio della Commissione Europea.Proprio in questi giorni que-
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st’ultima si è infatti lamentata di essere “impropriamente”al centro delle critiche per la sua eccessiva difesa degli interessi delle piccole imprese chimiche,costituite a suo dire per la loro maggioranza da imprese con non più di 100 dipendenti.Ecco che quindi il “duty of care”a cui ogni impresa si dovrebbe attenere nelle sue produzioni e lo scambio continuo in piena trasparenza delle informazioni sulla composizione dei prodotti e sui loro eventuali componenti pericolosi si trasforma in un “lamentoso”aggravio di costi verso cui il Pe nella sua seconda lettura dovrebbe essere comprensivo. Vedremo di riuscire a difendere dei contenuti positivi tanto faticosamente raggiunti.
L’ultimo anno è stato determinante per la definizione della nuova politica di coesione per il periodo 2007 - 2013,per la quantificazione delle risorse economiche e per l’approvazione dei nuovi regolamenti per i fondi strutturali.L’accordo sulle prospettive finanziarie è stato particolarmente deludente e saranno tagliate le risorse per la politica di coesione con grave danno alle aree deboli del Paese.Nel gennaio 2007 partirà la nuova ondata di progettazione e il compito di programmazione spetterà prioritariamente alle Regioni.
della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
La Commissione che indaga sui sequestri Cia Il Parlamento Europeo ha istituito una Commissione speciale che sta indagando sui voli e sull’utilizzo degli aeroporti e sui rapimenti effettuati dalla Cia e dai servizi segreti americani in Europa.Per il gruppo della Sinistra Unitaria Europea ne fanno parte della Commissione il deputato italiano Giusto Catania (coordinatore);la tedesca Silvia Kauffmann,lo spagnoloWilly Meyer e lo svedese Jonas Sijosted. Nella relazione intermedia approvata a Strasburgo il 12 giugno (24 voti a favore,14 contrari e 7 astenuti) si sostiene che sono stati oltre mille i voli che sono transitati nel territorio europeo,si afferma che i rapimenti di Abu Omar,avvenuto a Milano,del cittadino tedesco Khaled Al Masri,del canadese di origine siriana Maher Arar siano avvenuti col beneplacito dei servizi di intelligence europei e con l’avallo dei governi del vecchio continente.La commissione concluderà i lavori alla fine dell’anno.
L’elezione di Evo Morales in Bolivia In occasione della campagna elettorale per l’elezione del presidente della repubblica della Bolivia il gruppo della Sinistra Unitaria Europea ha organizzato una delegazione composta dal deputato Giusto Catania e dai funzionari Paul Emile Dupret e Alessio Bellin per sostenere la candidatura di Evo Morales. La delegazione ha partecipato a numerose iniziative in particolare sul tema della redistribuzione della terra ai contadini e sulla legalizzazione della produzione della foglia di coca.Questa ultima proposta, avanzata da Evo Morales,è anche contenuta nella relazione approvata dal Parlamento Europeo nel dicembre 2004 e per questo motivo la presenza di Giusto Catania,relatore della proposta,ha suscitato grande interesse dagli organi di stampa.
Il nostro No al ponte sullo Stretto Il primo aprile a Messina il gruppo della Sinistra Unitaria Europea ha organizzato un convegno contro il ponte sullo stretto. Hanno partecipato:Roberto Musacchio, Giusto Catania e Erik Meijer,deputato olandese del gruppo.Il convegno ha contribuito ad affinare la proposta complessiva contro questa opera inutile per il miglioramento del sistema dei trasporti siciliano e calabrese;dannosa per il grave impatto ambientale e pericolosa per la quantità di risorse che rischiano di finire nelle mani della criminalità organizzata.
Salvare il vino di qualità In vista della discussione sulla riforma dell’Ocm vino,che comincerà a Giugno con una proposta della Commissione Europea,il tema del vino è stata una delle questioni più dibattute dalla commissione agricoltura. Giusto Catania è intervenuto in aula contro l’accordo stipulato tra Unione Europea e Stati Uniti che rischia di produrre danni enormi a tutta la produzione vitivinicola italiana;e anche contro líinvecchiamento attraverso l’utilizzo dei trucioli nelle botti.
La pesca a Mazara del Vallo A seguito di una interrogazione presentata da Giusto Catania sui fondi per il fermo biologico 2004 e 2005 per i pescatori della marineria di Mazara delVallo,il commissario alla pesca,il maltese Joe Borg,ha sottolineato che la regione siciliana ha redatto in modo inadeguato il piano per il fermo biologico e pertanto le ragioni della crisi della marineria siciliana sono ascrivibili alle responsabilità del governo di centrodestra della regione siciliana.
Chiudere i Cpt. Una campagna lanciata da Giusto Catania. E un sito: www. no-fortress-europe. eu
Apriamo una breccia nella fortezza Europa
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A seguito della Risoluzione del Parlamento Europeo sulla condizione dei migranti a Lampedusa adottata nell’aprile 2005, nella quale si condannava il governo italiano per le sue pratiche di respingimento, e della visita nel centro di permanenza temporanea effettuata dal Gruppo della Sinistra Unitaria Europea nel giugno dello stesso anno la Commissione parlamentare per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) ha deciso di organizzare una serie di visite nei Centri di permanenza temporanea d’Europa (Cpt). I Cpt in Europa sono 174 e rappresentano il culmine delle politiche repressive degli stati europei in materia d’immigrazione. Il principale obiettivo delle visite è verificare le condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti asilo, assicurare che i loro diritti non siano violati e controllare la corretta attuazione delle politiche di immigrazione e di asilo da parte degli Stati membri. Giusto Catania, nella sua qualità di coordinatore del gruppo della Sinistra Unitaria Europea in Commissione Giustizia e Affari Interni, è stato in prima linea nel sostenere l’importanza di questo argomento lottando in difesa dei diritti dei migranti. In stretta connessione con questa azione conoscitiva, il gruppo della Sinistra Unitaria Europea, su proposta di Giusto Catania, ha lanciato la campagna “No Fortress Europe” (No alla Fortezza Europa) il cui obiettivo è la chiusura dei centri di detenzione per migranti e, allo stesso tempo, l’affermazione di un nuovo concetto di migrazione. Cuore della campagna è il sito internet www. no-fortress-europe. eu, www. nofortress-europe. org, dove è possibile firmare la petizione per chiedere ai governi dell’Unione Europea la chiusura di tutti i centri di detenzione per migranti. Il sito, nato per essere un forum aperto ai contributi di singoli e associazioni della società civile, comprende delle sezioni interattive dedicate ai centri di detenzione
per migranti, ed è possibile accedere a informazioni dettagliate su ogni stato dell’Ue e a svariata documentazioni sul tema dell’immigrazione. La campagna parte dal presupposto che bisogna bandire dalle priorità dell’Unione Europa il concetto di detenzione amministrativa poiché giuridicamente inaccettabile: per una violazione amministrativa (ingresso irregolare in un Paese o la scadenza di un permesso di soggiorno) è prevista una sanzione carceraria che alcune volte, come nel caso di Malta, è di gran lunga peggiore del normale regime carcerario. Nei prossimi mesi, il Parlamento europeo dovrà legiferare sulla direttiva per il rimpatrio dei migranti illegali. La proposta di direttiva presentata dalla Commissione Europea intende disciplinare il “fenomeno immigrazione” esclusivamente sotto il profilo repressivo, ovvero, come lotta agli irregolari. In particolare, tale proposta prevede l’istituzionalizzazione a livello europeo della detenzione amministrativa in centri di permanenza temporanea per la durata massima di sei mesi. Il Gruppo della Sinistra Unitaria Europa su questa direttiva darà battaglia per impedirne l’approvazione.A seguito della Risoluzione del Parlamento Europeo sulla condizione dei migranti a Lampedusa adottata nell’aprile 2005, nella quale si condannava il governo italiano per le sue pratiche di respingimento, e della visita nel centro di permanenza temporanea effettuata dal Gruppo della Sinistra Unitaria Europea nel giugno dello stesso anno la Commissione parlamentare per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) ha deciso di organizzare una serie di visite nei Centri di permanenza temporanea d’Europa (Cpt). I Cpt in Europa sono 174 e rappresentano il culmine delle politiche repressive degli stati europei in materia d’immigrazione. Il principale obiettivo delle visite è verificare le condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti asilo, assicurare che i loro diritti non siano violati e controllare la corretta attuazione delle politiche di immigrazione e di asilo da parte degli Stati membri.
Per lo sviluppo sostenibile
Una discriminante chiamata ambiente I temi ambientali si confermano come i più controversi in ogni votazione e comunque quelli su cui la nostra delegazione si è maggiormente spesa ottenendo anche dei risultati significativi sul risparmio energetico,sui commenti al Libro verde della Commissione sull’energia alla battaglia su Reach e quella sui profili nutrizionali.Tutte le partite si sono giocate soprattutto nel rivendicare come unica base legislativa quella del Trattato a tutela dell’ambiente e della salute in contrasto con quella che dando priorità al mercato e alle esigenze di equità commerciale non autorizzerebbe un adeguato rafforzamento delle tutele ambientali anche in quei paesi dell’Ue disponibili ad adottare standard più elevati.Spesso come nel voto su direttiva e regolamento che riguardava la nuova regolamentazione sui gas fluorurati, sul loro uso negli impianti di condizionamento,da una buona versio-
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diritti
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Il Cpt di Malta, probabilmente il peggiore d’Europa Giusto Catania, nella sua qualità di coordinatore del gruppo della Sinistra Unitaria Europea in Commissione Giustizia e Affari Interni, è stato in prima linea nel sostenere l’importanza di questo argomento lottando in difesa dei diritti dei migranti. In stretta connessione con questa azione conoscitiva, il gruppo della Sinistra Unitaria Europea, su proposta di Giusto Catania, ha lanciato la campagna “No Fortress Europe” (No alla Fortezza Europa) il cui obiettivo è la chiusura dei centri di detenzione per migranti e, allo stesso tempo, l’affermazione di un nuovo concetto di migrazione. Cuore della campagna è il sito internet www. no-fortress-europe. eu, www. nofortress-europe. org, dove è possibile firmare la petizione per chiedere ai governi dell’Unione Europea la chiusura di tutti i centri di detenzione per migranti. Il sito, nato per essere un forum aperto ai contributi di singoli e associazioni della società civile, comprende delle sezioni interattive dedicate ai centri di detenzione per migranti, ed è possibile accedere a informazioni dettagliate su ogni stato
ne spuntata in commissione ambiente si è dovuta accettare nostro malgrado una versione di compromesso in cui ambedue le basi legislative sono considerate,pur salvaguardando nel lungo compromesso con il Consiglio alcuni dei contenuti essenziali della commissione ambiente.Arriveranno infine a compimento prima dell’estate nuove direttive sulla qualità dell’aria e sulle etichettature dei prodotti biologici mentre già positiva è stata la risoluzione per ridurre l’impatto del trasporto aereo sui cambiamenti climatici.In quest’ultima,nonostante fosse escluso dagli impegni del Protocollo di Kyoto,il trasporto aereo è chiamato a contribuire significativamente alla riduzione non solo delle emissioni C02 ma anche degli altri gas ad effetto serra. Viene previsto un sistema chiuso riservato al solo settore aereo per lo scambio di emissioni partendo nella assegnazione di quote dalla loro vendita all’asta rispettando il principio di “chi inquina paga”e compensando le migliori prestazioni ambientali degli operatori aerei già impegnati su questo fronte.
dell’Ue e a svariata documentazioni sul tema dell’immigrazione. La campagna parte dal presupposto che bisogna bandire dalle priorità dell’Unione Europa il concetto di detenzione amministrativa poiché giuridicamente inaccettabile: per una violazione amministrativa (ingresso irregolare in un Paese o la scadenza di un permesso di soggiorno) è prevista una sanzione carceraria che alcune volte, come nel caso di Malta, è di gran lunga peggiore del normale regime carcerario. Nei prossimi mesi, il Parlamento europeo dovrà legiferare sulla direttiva per il rimpatrio dei migranti illegali. La proposta di direttiva presentata dalla Commissione Europea intende disciplinare il “fenomeno immigrazione” esclusivamente sotto il profilo repressivo, ovvero, come lotta agli irregolari. In particolare, tale proposta prevede l’istituzionalizzazione a livello europeo della detenzione amministrativa in centri di permanenza temporanea per la durata massima di sei mesi. Il Gruppo della Sinistra Unitaria Europa su questa direttiva darà battaglia per impedirne l’approvazione.
Torna la direttiva dopo l’accordo Ppe-Pse
Autunno caldo (contro la Bolkestien) E’ufficiale.Il testo dell’intesa politica raggiunta il mese scorso al Consiglio sulla nuova Bolkestein è noto e verrà votato il prossimo 24 luglio per poi approdare per l’iter di seconda lettura al Parlamento Europeo (Pe) non prima del prossimo autunno.Il Consiglio e la Commissione sono sulla medesima lunghezza d’onda nel difendere il cattivo compromesso scaturito dalla prima lettura del Pe dello scorso febbraio.Rifondazione,insieme alla Sinistra Unita Europea/Sinistra Verde Nordica (Gue/Ngl),ha sempre assicurato il massimo di opposizione e partecipazione dei movimenti al processo decisionale.A partire dallo scorso gennaio,quando si è dato seguito al successo della prima assemblea del 18 marzo 2005 con una nuova iniziativa di protesta all’assemblea dell’Unione,quindi intessendo la stessa rete di opposizione sindacale,che a Strasburgo ha manifestato con decine di mi-
della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
gliaia di persone contro i contenuti più radicali del compromesso poi raggiunto dall’improvvisata alleanza tra socialisti (Pse) e popolari (Ppe) intesa a salvare la controversa direttiva. Il problema che continua a determinare l’opposizione alla direttiva da parte della sinistra è che già dai testi del Consiglio e della Commissione la Bolkestein continua ad ispirarsi ai principi della necessarietà,proporzionalità e non discriminazione,propri delle regole commerciali dell’Omc,cui si atterranno i potenziali prestatori di servizi,cui non va lesa la libertà di insediamento nel Paese di sua scelta.Il richiamo a rispettare la legislazione sul lavoro resta quindi subordinato ad un esame di compatibilità con le regole del mercato interno ed è giustificato solo da esigenze di sicurezza pubblica,tutela della salute e dell’ambiente decise dal singolo Stato membro.
solidarietà
4 Iniziative
2006, l’anno dedicato alla lotta contro l’amianto Il 2006 è l’anno dell’iniziativa globale contro l’amianto.Nella Conferenza Europea organizzata dal Gue il 22 e 23 settembre a Bruxelles,rappresentanti di associazioni,movimenti,sindacati,esperti di 25 paesi hanno discusso su come in Europa e nel mondo l’amianto sia un’emergenza sanitaria ed ambientale.SecondoVittorio Agnoletto,relatore alla conferenza,una delle proposte più importanti tra quelle elaborate al summit riguarda la richiesta dell’istituzione da parte dell’Ue di un fondo per assicurare assistenza a tutte le vittime dell’esposizione all’amianto,finanziato per metà dagli enti pubblici e per l’altro cinquanta per cento dalle multinazionali produttrici della sostanza cancerogena,ree di aver taciuto per oltre vent’anni sui suoi effetti.Il 28 aprile un primo obiettivo è stato raggiunto:è stata celebrata in tutta Europa la prima giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto.
Il dibattito sull’energia atomica
Nucleare, chi dimentica Chernobyl Venti anni fa la nube tossica sprigionata da un reattore della centrale nucleare di Chernobyl,in Ucraina (allora Unione Sovietica) mieteva vittime in mezza Europa.Oggi,i rischi per le popolazioni locali sono ancora elevatissimi.Nonostante questo c’è ancora chi “tifa”per l’energia nucleare.Vittorio Agnoletto, nel corso della sua visita in Ucraina con la delegazione di Legambiente, ha constatato le condizioni in cui si trova il “sarcofago”contenente il reattore dell’ex centrale:ci sono 100
metri quadri di buchi dai quali escono radiazioni e polveri,nonostante i tentativi di eliminarle.Al suo ritorno ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sull’incidente dell’86 e sulla politica europea di promozione della sicurezza delle centrali nucleari in Ucraina,nella quale ha chiesto anche delucidazioni su un prestito che l’Ue avrebbe fornito all’Ucraina per contribuire alla costruzione di due nuove centrali nucleari in quel paese.
Prevedere finanziamenti adeguati per la ricerca e la cura delle malattie dimenticate;garantire la disponibilità di farmaci essenziali a prezzi accessibili;affermare la responsabilità dei governi nello stabilire le priorità di salute pubblica.Questi sono gli obiettivi della risoluzione presentata da Kenya e Brasile e approvata dalla 59°assemblea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità,svoltasi a Ginevra dal 21 al 28 maggio 2006.Un ottimo risultato ottenuto anche grazie all’appello lanciato da Giovanni Berlinguer,Vittorio Agnoletto,Umberto Guidoni,Luisa Morgantini eVittorio Prodi,firmato da oltre 60 deputati europei,che invitava la Commissione,il Consiglio e i governi nazionali a sostenere tale risoluzione e dar vita ad un programma globale per il diritto alla salute nel Sud del mondo.
A Doha il solito summit di ricchi e privatizzazioni Alta velocità
Repressione e disinformazione La vicenda Tav Una valle militarizzata,un rapporto che escludeva la presenza di amianto rivelatosi inattendibile,una vasta opera di disinformazione,un’intera comunità inascoltata.Questi gli “ingredienti” della vicenda Tav.Vittorio Agnoletto ha presentato una prima interrogazione il
Droghe e proibizionismo
Giusto o sbagliato non è un reato
Il mercato di morte
Per un codice di condotta sull’export di armamenti L’Europa contro la guerra.Un passo avanti,a questo proposito,è stato fatto il 17 novembre 2005,con l’approvazione della relazione sul codice di condotta dell’Unione Europeo sull’esportazione delle armi. Il problema sollevato dall’eurodeputatoVittorio Agnoletto è però «che se questo codice di condotta, su cui discutiamo ogni anno,non verrà adottato dalla Commissione e dal Consiglio,esso rischia di rimanere semplicemente una dichirazione di buoni intenti». inserzione pubblicitaria
Attualmente per curare i bambini si ricorre spesso a dosi ridotte di medicinali concepiti per gli adulti,mentre l'organismo dei più piccoli li assorbe o li elimina in maniera diversa o sviluppa effetti secondari particolari.L’approvazione di un regolamento Ue in materia rappresenta un grosso passo avanti.Tuttavia,come sostenuto daVittorio Agnoletto nella propria dichiarazione di voto,«l'efficacia dello stesso dipenderà dal funzionamento del Comitato pediatrico che,istituito all’interno dell’Agenzia europea per i medicinali,dovrà garantire la propria autonomia dall'industria farmaceutica».Il prolungamento di sei mesi dei brevetti già in essere per incentivare le ricerche a fini pediatrici è un ennesimo regalo alle multinazionali di settore che negli ultimi anni hanno distribuito i dividendi più alti ai propri azionisti.
OMS e malattie dimenticate
Il round Wto
Altro che round per lo sviluppo. Vittorio Agnoletto,intervenendo il 3 aprile alla discussione in plenaria sul rapporto relativo all’Organizzazione mondiale del commercio, ha definito il ciclo negoziale di Doha «un classico negoziato per aumentare le liberalizzazioni in favore dei grandi gruppi economici e,in quanto tale,rappresenta un fallimento».A farne le spese,secondo l’eurodeputato che ha preso parte anche alla sesta conferenza delWto,a Hong Kong nel dicembre 2005,saranno i paesi in via di sviluppo,che «risulteranno i principali perdenti».Inoltre «il permanere,fino al 2013,dei sussidi europei e statunitensi all'esportazione dei prodotti agricoli,provocherà un ulteriore disastro sociale nei paesi poveri.Per non parlare della revisione degli accordi Trips sulla proprietà intellettuale,che renderà ancora più difficile l’accesso ai farmaci per tutto il Sud del mondo».
Medicinali a misura di bambino
«Giusto o sbagliato,comunque non è reato».Questo lo slogan scelto daVittorio Agnoletto per concludere il suo intervento al seminario Global drugs, svoltosi al Social Forum europeo di Atene.Incontro dal quale è nata una proposta concreta:depenalizzare la foglia di coca.Un prodotto ricco di proprietà nutritive e fondamentale per l’economia latinamericana,da non confondere con uno dei suoi derivati,la cocaina. Sarebbe una soluzione per i campesinos,come ha spiegato Agnoletto,in linea con la lotta alle tossicodipendenze declinata secondo la logica del movimento altermondialista:riduzione del danno,depenalizzazione del consumo, pene severe per il narcotraffico e informazione.Gli stessi principi-guida della controconferenza nazionale sulle droghe,tenutasi il 5 dicembre a Palermo,e delle manifestazioni di piazza contro la Fini-Giovanardi.
30 novembre,sui pestaggi subiti dai manifestanti no Tav e il trattamento riservato alla delegazione del Parlamento europeo giunta inVal Susa.Poi una seconda richiesta:le dimissioni di Loyola De Palacio,responsabile del Corridoio 5,che ha accreditato il dossier dell’Arpa,scientificamente non valido e parziale,in quanto esito di sondaggi fatti seguendo le indicazioni della società che dovrebbe realizzare la linea ferroviaria.«Anziché essere neutrale, come richiederebbe il suo ruolo - dichiara Agnoletto – ha avvalorato uno studio che non rispetta le garanzie normalmente previste dall’Ue».
Razzismo
Donne rom in Romania Il Rapporto Jàròka,approvato il 31 maggio,nell’ambito della commissione per i Diritti della donna e l’uguaglianza di genere,si occupa di una particolare forma di razzismo ai danni dei rom:quella contro le donne.La situazione delle rom in Romania è drammatica, come è stato anche ampiamente documentato da delegazioni rom invitate a Bruxelles da Vittorio Agnoletto e da parlamentari di altre nazioni:segregazione razziale, negli ospedali e nelle scuole,salute riproduttiva non garantita e sterilizzazione forzata,disoccupazione.I deputati europei hanno chiesto che gli Stati membri garantiscano l'accesso alle cure sanitarie di base,di urgenza e preventive, nonché la parità di trattamento in materia di occupazione e inclusione sociale.Sarà adottato l’«obbligo positivo»:gli enti statali e non statali dovranno assumere un numero di donne rom proporzionato alla loro presenza nella società.
della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
Accesso ai farmaci In data 1 dicembre 2005 il Parlamento Europeo,recependo la decisione del Consiglio generale delWto del 30 agosto 2003,ha adottato in prima lettura il regolamento sulle “licenze obbligatorie per l’esportazione di medicinali generici verso i Paesi in via di sviluppo con problemi di sanità pubblica”. Nonostante le 8.500 morti al giorno per il mancato accesso alle cure,il regolamento giace mentre scriviamo - ancora in Consiglio europeo in attesa della seconda lettura. Tempi inaccettabili,secondoVittorio Agnoletto,per un provvedimento che si è comunque rivelato assolutamente inefficace.Secondo le maggiori associazioni e Ong di lotta all’Aids,infatti,dal 2003 il numero di segnalazioni giunte dagli Stati membri alla stessaWto sulle licenze per l’export concesse è pari a zero!
Diritto alla Salute Con una Dichiarazione scritta «sull’estensione a tutti i residenti in Europa, anche non in regola con i permessi di soggiorno,dell'assistenza sanitaria di base»,Vittorio Agnoletto ha portato all'attenzione del Parlamento Europeo il delicato tema della situazione sanitaria in Europa.Infatti,dimostrare la condizione di residente legale per ottenere l'assistenza sanitaria gratuita,vuol dire privare,di fatto,del diritto alla salute e alle cure mediche essenziali quella fascia della popolazione che ne è sprovvista.La proposta di Agnoletto,che é stata accolta con grande consenso dai firmatari,ha l'obiettivo di garantire il rispetto dei diritti umani per tutti,di assicurare una piena realizzazione del diritto alla salute per ogni individuo all'interno dell'Unione Europea,e di garantire la tutela della salute collettiva.Il lavoro ora prosegue per portare l'argomento in discussione in aula.
La clausola promossa da Agnoletto. E ora si punta alla direttiva
Prima i diritti umani Poi gli accordi commerciali
libertà
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C’
è una clausola, approvata il 14 febbraio 2006, che andrebbe inserita in tutti gli accordi commerciali tra Ue e Paesi terzi per vincolare entrambi i contraenti al rispetto dei diritti umani, pena la graduale rescissione dell’accordo. E’ stata votata ad ampissima maggioranza dal Parlamento Europeo che, approvandola, si è dichiarato «non più disposto a dare il proprio parere conforme a nuovi accordi internazionali che non contengano una clausola relativa ai diritti dell’uomo e alla democrazia». Per il prossimo anno l’obiettivo del suo relatore, Vittorio Agnoletto, è quello di consolidare la trattativa con il Consiglio e la Commissione per trasformare la risoluzione in direttiva, cioè in un “obbligo” generalizzato. A questo proposito, ci sono già stati alcuni incontri tra il deputato Gue e la commissaria Benita FerreroWaldner, responsabile delle relazioni esterne. Il percorso sarà difficile, soprattutto per quanto concerne il Consiglio Europeo. Fondamentale, perciò, è la sperimentazione concreta che già può essere praticata dalle associazioni che si occupano di diritti umani, creando dei casus belli: la loro pressione può aiutare il Parlamento europeo nel chiedere alla Commissione di elaborare l’attesa direttiva. Considerato poi che il Wto nell’ultima conferenza interministeriale svoltasi ad Hong Kong nel dicembre 2005 si è rifiutato di inserire qualunque «clausola sociale» all’interno dei suoi accordi, l’Europa avrebbe nelle sue mani un importante strumento per opporsi almeno agli aspetti più feroci del neoliberismo. Prima dell’auspicata direttiva, dunque, la clausola potrebbe già fare la differenza, poiché le associazioni possono chiedere il suo inserimento negli accordi commerciali. Terre des Hommes, ad esempio, ha richiamato l’attenzione sulla drammatica situazione del Nepal, Paese nel quale opera attraverso alcuni progetti sociali. L’Ue intrattiene importanti relazioni economiche con il governo nepalese: Terre des Hommes sta valutando in questi mesi qual è il miglior percorso per chiedere e ottenere, con l’appoggio del Parlamento Europeo, che la clausola sui diritti e la democrazia venga inserita negli accordi commerciali Ue-Nepal. Quanto ai casi specifici da segnalare, ove l’applicazione della clausola sarebbe in grado di modificare in profondità la realtà odierna, si potrebbe iniziare dalle comunità di pace colombiane che si oppongono alla violenza dei paramilitari e del narcotraffico, vittime di innumerevoli massacri tuttora impuniti. L’Ue, primo partner commerciale della Colombia, si limita a qualche nota diplomatica di protesta. Certo, non sempre il Parlamento Europeo é ricettivo di fronte alle segnalazioni della società civile. «Il comportamento apparentemente schizofrenico di Strasburgo», come lo chiama Agnoletto, mette in luce le contraddizioni delle scelte degli eurodeputati che, spesso, da una parte palesano la loro attenzione per i diritti delle persone e, dall’altra, siglano accordi che negano la possibilità di vivere dignitosamente a migliaia, o milioni, di esseri umani. Gli interessi forti, nemmeno a dirlo, prevalgono sull’etica e sui diritti. È successo per l’accordo tra Ue e Marocco sulla pesca: a fronte di una contropartita economica, i pescatori comunitari potranno pescare nelle acque maroc-
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chine. Peccato che siano state incluse anche quelle porzioni di mare che dovrebbero dare da vivere al popolo saharawi. Per loro, nessun vantaggio é previsto dall’accordo con Rabat. Questo popolo è sistematicamente privato, proprio dal Marocco, della libertà di autodeterminarsi. C’è poi un altro popolo che viene, se possibile, ancora di più perseguitato, annichilito. I curdi in Turchia sono oggetto di rappresaglie, torture e continue violazioni dei diritti fondamentali. Eppure, nel processo che potrebbe condurre all’entrata della Turchia nell’Ue nel 2014, le prese di posizione di Strasburgo e Bruxelles affinché Ankara garantisca al più presto i diritti ai curdi appaiono per lo più inascoltate senza che questo comportamento provochi alcuna reazione da parte dell’Ue.
Che dire del grande “buco nero” della Cina? La destra continua giustamente a puntare il dito contro le violazioni dei diritti umani in questo Paese. Ma quando si è discusso della vendita di armi alla potenza asiatica, quegli stessi partiti hanno votato, in nome di inconfessabili interessi economici, contro il mantenimento dell’embargo per la vendita di armi alla Cina (fortunatamente, l’embargo è rimasto, perché il Consiglio Europeo ha deciso diversamente da quanto proposto dal Parlamento). Ma la strumentalizzazione politica dei diritti è evidente. Riguardo la libertà di stampa, nell’ambito della relazione Howitt sui diritti umani, la destra ha voluto inserire un emendamento relativo alla mancanza di libertà d“informazione in Corea del Nord, Cina e Cu-
Libertà violate
Omofobia, una questione di dignità Violare le libertà di un omosessuale equivale a negare i diritti umani ad una persona,anzitutto.Questo il fil rouge di numerose attività contro l’omofobia,realizzate dal Parlamento europeo.Vittorio Agnoletto ha presentato due interrogazioni,una sul caso di un gay milanese al quale è stata negata la possibilità di donare il sangue perché,in quanto omosessuale,è stato considerato“soggetto a rischio”,l’altra sulle violenze ai danni dei manifestanti verificatesi in occasione del gay pride in Polonia.I deputati hanno approvato il 18 gennaio una risoluzione contro l’omofobia,che prevede l’avvio di procedure di infrazione contro i paesi che non rispettano l’orientamento sessuale di ciascuno.Perché,come ha conclusoVittorio Agnoletto nel suo intervento prima del voto,non si tratta di un problema che tocca soltanto un gruppo di persone ma di un problema che riguarda la dignità di tutta l’Unione europea.
ba. Vittorio Agnoletto ha quindi chiesto di aggiungere, attraverso un ulteriore emendamento, i casi di Colombia, Tunisia e Turchia, Paesi nei quali nessuno può sostenere che sia garantita la libertà di stampa. Ebbene, la destra è riuscita ad impedirne l’approvazione: non erano certo i diritti umani ad essere al centro delle sue preoccupazioni. Da episodi di questo tipo emerge il principale scopo della clausola democratica “targata” Agnoletto: i diritti umani, individuali ma anche sociali (come l”accesso all'acqua, ai farmaci...) come priorità assoluta dalla quale devono dipendere tutte le scelte economico-politiche, indipendentemente dal colore del governo in carica in quel momento in uno specifico Paese.
Lettera aperta a Frattini
Ritirare la bozza sul No profit Su iniziativa di Vittorio Agnoletto 23 eurodeputati dell’Unione hanno sottoscritto una lettera aperta a Franco Frattini,per chiedere al Commissario di ritirare la sua bozza di codice di condotta per le organizzazioni no profit.La bozza prevede un organo di supervisione che risponde direttamente ai governi nazionali.Ovvero una minaccia per l’autonomia delle organizzazioni no profit e il rischio che le uniche autorizzate siano quelle filo-governative.E’inaccettabile che le organizzazioni no profit facciano le spese della lotta al terrorismo in Europa e vengano blindate e sottoposte a controlli inauditi in nome di presunte “infiltrazioni”terroristiche che la Commissione Europea non è in grado di dimostrare.Il confronto col mondo associativo è ancora in corso:Agnoletto spera che Frattini mantenga la promessa di dialogare e riscriva il codice ascoltando i diretti interessati.
della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
Contro la tratta delle persone
Prostituzione e discriminazione Il Parlamento europeo ha votato il 15 marzo una risoluzione contro la prostituzione coatta,nell’ambito di una campagna per la lotta alla tratta delle persone.Franco Frattini ha proposto un visto a termine durante i mondiali di calcio per i cittadini provenienti da Paesi considerati “a rischio”.Vittorio Agnoletto l’ha definita come una soluzione discriminatoria verso le donne,un limite alla loro libertà di movimento,che avrebbe criminalizzato ancora di più chi si prostituisce,anziché affrontare il problema nella sua globalità.Per farlo,occorre anche distinguere chi si prostituisce perché costretta da chi per libera scelta.A questo proposito,l’eurodeputato Gue ha incontrato la rappresentanza del Comitato Internazionale per i diritti delle lavoratrici e lavoratori del sesso in Europa,che ha proposto una Carta dei diritti e una Dichiarazione di principi per la categoria professionale.
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pace
Per la pace in Medio Oriente
Se si mettono insieme le donne Luisa Morgantini (Pres.Comm. Sviluppo al Pe) è tra le fondatrici dell’International Women’s Commission,la prima Commissione di donne (20 palestinesi,20 israeliane e 20 personalità internazionali) nata dalla risoluzione Onu 1.325 (Ottobre,2000),per un miglioramento del ruolo delle donne nei negoziati.Il 7 e 8 dicembre scorsi,su iniziativa di Luisa Morgantini,l’Iwc è stata lanciata al Pe e una sua delegazione,tra cui l’israeliana Naomi Chazan (Deputata alla Knesset) e la palestinese Zaheera Kamal (ex-Ministro per le donne dell’Anp) ha incontrato il Presidente Borrell e rappresentanti di Gruppi Politici e della Commissione Ue.L’Iwc,è stata lanciata ufficialmente a Gerusalemme Est e nella Knesset nel novembre 2005.Il suo scopo è di garantire alle donne la piena partecipazione nei negoziati tra Israele e Palestina,per una pace giusta e sostenibile.
Gerusalemme e dintorni
E si uniscono gli ex combattenti «Non si può essere filo-israeliani senza essere filo-palestinesi e non si può essere filo-palestinesi senza essere filo-israeliani».Lo sostengono i “Combatants for peace”,ex-militari israeliani ed ex-attivisti palestinesi, invitati al Parlamento Europeo da Luisa Morgantini,lo scorso 22 febbraio.Elik e Zohar,israeliani,Bassam e Sulaiman,palestinesi,incontrando rappresentanti di vari Gruppi politici,hanno espresso il loro «rifiuto di essere nemici».Dopo aver combattuto per anni su fronti opposti,nel 2005 hanno detto “addio alle armi”,continuando a «combattere per la pace» e contro l’occupazione israeliana.Il loro scopo è scuotere le opinioni pubbliche e avviare un dialogo che porti a «uno stato palestinese con capitale Gerusalemme Est accanto a Israele».Al lancio ufficiale dei Combatants (10 Aprile Gerusalemme) hanno partecipato 9 Eurodeputati,in Israele e Palestina con una delegazione coordinata da Luisa Morgantini.
Una delegazione in Palestina
Un viaggio per rompere l’assedio Sono stati i primi a rompere l’isolamento creatosi dopo la vittoria di Hamas,i nove Eurodeputati di diversi Paesi e gruppi politici (Pse, Sinistra Unitaria,Verdi,LiberalDemocratici),in Israele e Palestina con una Delegazione coordinata da Luisa Morgantini.A Ramallah e Gaza hanno incontrato, membri del Plc,fra cui il Presidente,Aziz Dweik,(“Change and reform list”,Hamas).La Delegazione «ha espresso con molta nettezza la necessità di aprire i canali diplomatici»,sottolineando che i rappresentanti di Hamas,incontrati hanno ribadito di aver rispettato il cessate il fuoco da 18 mesi e che continueranno a farlo,
ma che è necessaria la piena reciprocità e la fine dell’occupazione. Al suo rientro a Bruxelles,la Delegazione si è incontrata con l’Alto Rappresentante Ue,Solana,con il Commissario Ue agli Affari Esteri, Ferrero Waldner,e con il Responsabile per il Medio Oriente,Marc Otte,chiedendo di riconsiderare il blocco dei fondi europei all’Anp, «una vera e propria punizione collettiva»,e ribadendo che l’emergenza umanitaria nei Territori richiede soluzione politica.La delegazione,inoltre,ha chiesto un incontro con il Governo Prodi per capire in quale direzione intenda procedere rispetto alla crisi palestinese.
La proposta di Chirac e Lula
E se una tassa sui biglietti aerei aiutasse i poveri? Sono 13 i Paesi cha hanno aderito alla proposta di Chirac e Lula per una tassa sui biglietti aerei il cui ricavo sarà destinato alla lotta contro l’Aids, la malaria e la tubercolosi nei Paesi in via di sviluppo.Brasile,Cile,Congo,Costa d’Avorio,Giordania,Madagascar,Isole Mauritius,Nicaragua, Norvegia,e,per l’Ue,Cipro,Lussemburgo e Gran Bretagna (che aveva già una tassa,ma ne verserà una parte al fondo per le vaccinazioni) potrebbero seguire l’esempio francese,che a partire dal primo luglio,aumenterà da uno a quattro euro il prezzo dei biglietti aerei per le tratte brevi e fino a 40 euro per la prima classe e business.Secondo le previsioni la tassa porterà circa 200 milioni di euro all'anno in più per i Pvs.Tra i grandi assenti a sostegno dell’iniziativa ci sono Italia, Stati Untiti e l’Associazione Internazionale per il trasporto aereo (Iata),contrari alla proposta di Chirac,sostenuta invece dalla Commissione Sviluppo del Pe (Presidente Luisa Morgantini) e discussa in plenaria nel febbraio 2005.
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della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
Nastri rossi a Bruxelles
Una Giornata mondiale contro l’Aids-Hiv «L’Europa deve farsi carico della sfida contro l’Aids»,lo ha dichiarato il Presidente del Parlamento Europeo,Borrell, raccogliendo l’invito della Commissione Sviluppo,presieduta da Luisa Morgantini,di dedicare l’apertura della sessione plenaria dello scorso dicembre alla lotta all’Aids.Il 1°Dicembre,nastri rossi simboli della giornata mondiale anti-Aids sono stati distribuiti nel Parlamento che ha anche ospitato rappresentanti di varie Ong attive nei Paesi in via di Sviluppo e ascoltato le testimonianze di una donna sieropositiva delle Filippine.In tutto il mondo sono 38,6 milioni le persone con l’Hiv,2,8 milioni i morti solo nel 2005 e più di 4 milioni i nuovi contagi (dati ONU 2006).L’Africa e le donne tra le più colpite. Tre i punti chiave nella lotta all’Aids:prevenzione,accesso ai medicinali,investimenti in ricerca per vaccini.
La nostra solidarietà
Malalai Joya, l’afghana che sfida i signori della guerra Un discorso acceso contro i Signori della Guerra,e la deputata afghana,Malalai Joya,27 anni,si è ritrovata ad essere aggredita nel pieno del Parlamento Afghano,lo scorso 7 maggio.Aveva accusato alcuni deputati di essere autori di migliaia di morti e delitti,e per questo meritori di essere giudicati da una corte per i crimini di guerra.L’episodio,che è costato a Malalai minacce di morte e insulti,è stato condannato da un gruppo di eurodeputati, firmatari dell’appello lanciato da Luisa Morgantini (Pres.Comm.Sviluppo) con cui si esprime solidarietà alla deputata e si condanna quella che è stata definita una «grave lesione dei diritti umani e della democrazia».Per Human RightWatch, nel Parlamento afghano,rinnovato a dicembre per la prima volta con elezioni libere da oltre 30 anni,siedono 40 comandanti di milizie,24 membri di gang criminali,17 trafficanti di droga,19 uomini accusati di violazioni dei diritti umani.
Control Arms
La due giorni contro il commercio di morte Ogni anno mezzo milione di persone muoiono per la violenza armata.Ci sono circa 639 milioni di armi leggere nel mondo,8 milioni quelle prodotte ogni anno.«Bisogna fermare questo commercio di morte»,ha detto Luisa Morgantini (Presidente della Commissione Sviluppo al Pe),in occasione della due-giorni di Campagna Control Arms,sul controllo del commercio delle armi.Un’iniziativa voluta dalla stessa Luisa Morgantini e dall’europarlamentare Romeva,relatore di un rapporto,per rafforzare il sostegno del Pe al trattato internazionale sul commercio delle armi,in vista della conferenza delle Nazioni Unite (NewYork,26 giugno-7 luglio).A supporto dell’iniziativa,120 deputati europei,tra cui 30 italiani,hanno prestato il loro volto,lasciandosi fotografare,e una delegazione ufficiale del Pe parteciperà alla Conferenza Onu di NewYork.
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lavoro
Gli obiettivi di Luisa Morgantini, presidente della Commissione Sviluppo
Con Ong e movimenti Make Poverty History
I
l 2005 è stato l’anno in cui si voleva segnare il rilancio della cooperazione allo sviluppo. Luisa Morgantini, Presidente della Commissione Sviluppo dell’E, uroparlamento ha collaborato strettamente con le Ong, riunite nella Global Call to Action against Poverty, con lo slogan “Make Poverty History” e il simbolo della banda bianca, portando avanti le richieste e sensibilizzando l’opinione pubblica internazionale sul tema della lotta alla povertà. E’ così che l’emiciclo del Parlamento di Strasburgo è stato avvolto da una “white band” lunga 220 metri, che è stata firmata da più di 300 Parlamentari europei e consegnata da Luisa Morgantini a Jack Straw - rappresentante della Presidenza inglese in carica nel luglio dello scorso anno - e a Louis Michel, Commissario Europeo per lo Sviluppo, perché fosse consegnata all’incontro dei G8 a Gleneagles. Il 2 luglio, Luisa Morgantini ha partecipato alla manifestazione di Edimburgo, dove 225mila persone hanno chiesto ai leader del mondo di agire concretamente contro la povertà e le guerre. Nonostante la grande mobilitazione, il bilancio delle Nazioni Unite con il Millennium +5 Summit sulla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati nel 2000 dai governi, impegnatesi a raggiungerli entro il 2015 è stato negativo. Parlamento, Commissione e Consiglio hanno adottato la dichiarazione politica sulla cooperazione allo sviluppo, ridefinendo priorità, obiettivi e strategie. Luisa Morgantini alla riunione dei Ministri per lo Sviluppo dell’Unione Europea di Leeds a Ottobre, ha sostenuto la necessità di una maggiore efficacia degli aiuti e di un maggiore coordinamento, che però sono vani se non si eliminano le contraddizioni tra una politica del commercio o agricola che invece di sanare il divario tra paesi poveri e ricchi lo accresce bruciando la strada allo sviluppo. Nella stessa direzione il rapporto che Luisa Morgantini ha redatto in stretto contatto i movimenti europei e africani, sui nuovi accordi di partenariato economico (Epa) tra Europa e Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico. Il voto in plenaria ha modificato, pur non stravolgendo il testo, grazie all'alleanza tra popolari socialisti e liberali, alcuni punti importanti della critica alla liberalizzazione e sull’accesso ai beni comuni come l’acqua. Resta la forte critica al fallimento della liberalizzazione nella soluzione dei problemi per i Paesi in via di sviluppo, sostiene il principio di non reciprocità, la necessità di rivedere le regole del Wto e di trovare alternative agli Epa, ma soprattutto afferma una partnership reale dell’Ue con i Paesi Acp, contro la logica dei diktat e di nuove o vecchie forme di colonialismo. Innumerevoli poi le azioni della Commissione Sviluppo del Parlamento Europeo contro la riduzione dei finanziamenti del Fondo Europeo di Sviluppo, sul tema della qualità e della quantità dell’aiuto pubblico allo sviluppo, per proporre nuovi metodi alternativi per finanziare la lotta alla povertà e, non ultimo, per ridefinire gli strumenti finanziari dell’azione esterna ed in particolare
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Salute
Malaria, la strage che si può fermare
dello strumento per finanziare la cooperazione allo sviluppo. Qui la commissione sviluppo, ha respinto la proposta fatta dalla Commissione, perché toglie potere decisionale al Parlamento. Luisa Morgantini è ora impegnata nei negoziati con il Consiglio e la Commissione per riuscire a trovare una soluzione equa. Il supporto dei movimenti e Ong è stato fondamentale anche per il rapporto sul commercio equo, che ha sostenuto Luisa Morgantini contribuisce a realizzare gli impegni dell’Ue sulla riduzione della povertà e sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Per questo si chiede
all’Ue di promuovere il commercio equo nei Paesi un Via di Sviluppo, ma anche negli Stati dell’Ue, sensibilizzando il pubblico e sostenendo il ruolo delle Ong che operano in questo settore. Da quando Luisa Morgantini ha assunto il ruolo di Presidente della Commissione Sviluppo il rapporto con Ong è diventato stabile con incontri formali tra i loro rappresentanti. Passo importante soprattutto in questa fase in cui le scelte della Commissione e del Consiglio tendono ad escludere il confronto e la partecipazione della società civile.
La malaria uccide un bambino ogni trenta secondi,ma è curabile.Entro il 2006 saranno disponibili cure basate sull’artemisina (Act) e derivati,prodotte a costi contenuti e al di fuori del sistema dei brevetti Trips sulla proprietà intellettuale. L’annuncio arriva da Drugs for Neglected Diseases initiatives (Dndi) intervenuta, con la Global Partnership Roll Back Malaria,alla celebrazione della Giornata mondiale contro la Malaria,voluta dalla Commissione Sviluppo del Pe (Pres.Luisa Morgantini),lo scorso 25 aprile.Dndi,iniziativa di partnership pubblico-privata per le malattie trascurate,ha annunciato l’accordo con Sanofi Aventis,compagnia farmaceutica francese,per una nuova terapia che riduce a tre il numero delle pillole antimalaria,abbassandone il costo ad un dollaro (50 centesimi per la cura pediatrica).Nel mondo sono 350 milioni le persone a rischio di contagio e ogni anno più di un milione di bambini muore,solo in Africa.Soltanto l’1% dei pazienti africani ha accesso alle nuove cure.Principali ostacoli:la mancanza di risorse e le carenze nella ricerca.Contro la malaria e per garantire un più ampio accesso alle cure sarebbero sufficienti 3 miliardi di dollari all’anno.
Italia fanalino di coda negli aiuti Ue
Il femminicidio in Messico e Guatemala
1600 Ong contro i trucchi contabili
Donne, giovani, povere. E vittime
Luisa Morgantini,Presidente Commissione Sviluppo al Pe ha presentato alla Commisione Ue e al Consiglio,la denuncia di Concord,confederazione di circa 1600 Ong europee,sui conti truccati dai Governi Ue per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo.Per il dossier di Concord (“Aiuto europeo: leadership genuina o bilanci ingannevoli? ”) i 13,5 miliardi assegnati dai Governi Ue,circa un terzo del totale previsto per il 2005,non hanno prodotto nessun vero aiuto.Si tratta di soldi conteggiati sui debiti cancellati (9 miliardi per Iraq e Nigeria) o su quelli spesi per i rifugiati (840 milioni) e studenti che fanno formazione in Europa (910 milioni),facendo figurare
come aiuto esterno i soldi spesi in casa o cancellati. L’Ue,dice il rapporto delle Ong,provvede per oltre la metà dell’aiuto pubblico allo sviluppo del pianeta.Nel 2005 era stato inoltre previsto di aumentare il suo portafoglio destinato allo sviluppo con l’impegno a portare ad un aumento di circa 30 miliardi di euro all’anno a partire dal 2010,ossia lo 0,39 del Pil entro il 2006,in previsione di un impegno dello 0,51% del Pil entro il 2010. Secondo i calcoli di Concord, l’Italia sarebbe il fanalino di coda,con uno 0,19 del Pil che la pone all'ultimo posto tra i donatori storici (i 15 membri anziani della Ue) e poco sopra al livello di Malta (0,18%).
della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
Iniziativa delle Commissioni Donne,Sviluppo e Diritti Umani del Pe.Sono 1.049 le donne assassinate in Guatemala tra il 2001 e il 2004; 1500 quelle ritrovate senza vita in Messico negli ultimi tre anni,400 nella sola Ciudad Juárez dal 1993.I dati mostrano che il femminicidio è in aumento.Sono quasi 600 le donne assassinate in Guatemala nel 2005,il doppio del 2001.Le vittime sono maquiladoras,studentesse,lavoratrici,giovani madri,donne povere e tra i 13 e i 30 anni.Cifre impressionanti
che delineano un quadro di crescente violenza e discriminazione.Le atrocità di tali crimini (violenze sessuali,commercio di organi, narco-traffico e violenze domestiche) sono state testimoniate al Pe da membri dei Governi dei due Paesi,di organizzazioni per i diritti umani e da familiari delle vittime,che vedono nel clima di corruzione e di impunità -che impediscono gran parte delle indagini - le ragioni chiave del femminicidio in Messico e Guatemala.
la delegazione
8 RifondazionEuropa Anno Secondo E’il secondo anno che i lettori di Carta trovano questo inserto chiamato RifondazionEuropa, dedicato al lavoro della delegazione di Rifondazione al Parlamento Europeo.E’ un inserto pubblicitario e lo abbiamo voluto perché riteniamo giusto,anzi doveroso,informare le persone,in particolare ma non solo quelle che ci hanno votato,sulle tante attività che ogni giorno impegnano a Bruxelles e Strasburgo le compagne e i compagni della delegazione di Rifondazione. L’ambiente,i diritti sociali,le donne,il lavoro, la pace,il rispetto degli altri e la battaglia per dare a tutte e tutti la possibilità di condurre una vita dignitosa sono le grandi priorità del nostro lavoro, nelle piazze come all’interno delle istituzioni.La salvaguardia del pianeta e lo sviluppo delle società umane tramite relazioni pacifiche come fondamenta della nostra agenda politico/strategica, l’alternativa di cooperazione Nord-Sud contro la geopolitica darwiniana del tutti contro tutti. La pace e non la guerra; la vita e non la morte
chi vuole saperne dipiù
La delegazione Prc al Parlamento europeo
Fausto Bertinotti L’attuale Presidente della Camera é stato parlamentare europeo fino al mese scorso, attivo come componente della Com. per i problemi economici e monetari e sostituto in Com.giuridica.Ha fatto anche parte della delegazione mista Ue-ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.Bertinotti è quindi il presidente del Partito della Sinistra Europea.
Roberto Musacchio
[email protected] Capodelegazione. Componente della Com.per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare;supplente in Com.per l'occupazione e gli affari sociali.Titolare nella delegazione per le relazioni con i paesi dell'Europa sud orientale. Sostituto nella delegazione per le relazioni con i paesi del Mashrek e in quella con l'Australia e la Nuova Zelanda.
Giusto Catania,
[email protected] Componente e coordinatore del gruppo Gue/Ngl nella Com.per le libertà civili,la giustizia e gli affari interni. Sostituto nella Com.per lo sviluppo regionale. Titolare nella Delegazione per le relazioni con l'Iran e sostituto nella Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo (compresa la Libia).
Luisa Morgantini
[email protected] Presidente della Com.per lo sviluppo. Sostituta nella Com.per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e nella Com. per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Titolare nella Sottocommissione per i diritti dell'uomo,nella Delegazione per le relazioni con il Consiglio legislativo palestinese e nella Delegazione all'Assemblea parlamentare Euromediterranea.Componente sostituto della Delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica Acp-Ue. Copresidente del gruppo per l'osservazione elettorale.
Rifondazione in Europa www. prc-europarlamento. org Il nostro gruppo al Parlamento Sinistra Unita Europa/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) www. guengl. org la Sinistra Europea sulla Rete www. european-left. org Chiudiamo i Cpt www. no-fortress-europe. eu Il portale dell’Unione Europea... www. europa. eu. int e quello del Parlamento Ue www. europarl. eu. int
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della delegazione di Rifondazione Comunista del gruppo GUE/NGL al Parlamento Europeo
Vittorio Agnoletto
[email protected] Componente della Com.per gli affari esteri e nella sottocommissione per i diritti umani. Sostituto in Com.per il commercio internazionale e nella Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti. E' titolare dell'Assemblea parlamentare paritetica Acp-Ue. Vicepresidente intergruppo globalizzazione,coordinatore del gruppo parlamentare di amicizia con il popolo Kurdo.