A.S.L. CASERTA
Comitato Tecnico Aziendale per il Controllo e la Sorveglianza delle Infezioni Ospedaliere [C.I.O.]
Procedura N. 01/CIO “Prevenzione delle Infezioni del Sito Chirurgico [ISC]”
Elaborata il:
03/03/2010
Edizione:
Rev. 0
Redatta da:
C.I.O.
PREMESSA In termini di frequenza, le ISC rappresentano la seconda o terza localizzazione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria e interessano mediamente il 2-5 % dei pazienti operati. La loro incidenza varia da 0,5 a 15 % delle infezioni nosocomiali, in relazione al tipo di intervento e di paziente. E’ facile intuire, dunque, l’impatto sui costi ospedalieri e sulla durata della degenza. In termini generali, il rischio di sviluppare una ISC dipende da diversi fattori, quali: età e comorbosità del paziente, caratteristiche dell’intervento (durata, sede e tecnica), durata della degenza preoperatoria, adozione o meno di misure preventive, ecc. 1. Scopo e campo di applicazione: Con la Deliberazione n. 1715 del 28/09/2007 la Giunta Regionale della Campania ha approvato il Piano Regionale di Prevenzione e Controllo delle Infezioni associate all’assistenza sanitaria. Lo scopo della presente procedura è quello di migliorare la qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate a pazienti ricoverati presso una struttura dell’A.S.L. Caserta e sottoposti ad una qualsiasi tipologia di intervento chirurgico. Essa è applicabile ad ogni branca chirurgica dell’assistenza sanitaria. Le raccomandazioni di seguito descritte devono essere considerate come misure di carattere comportamentale e assistenziale, che potrebbero avere un ruolo determinante nella prevenzione dell’infezione della ferita chirurgica. 2. Praticabilità della procedura: Previa idonea formazione e/o informazione del personale sanitario coinvolto, la procedura appare di facile approccio da parte di tutti gli operatori sanitari. 3. Criteri di validazione interna: Sono stati considerati in via prioritaria i seguenti riferimenti bibliografici nazionali ed internazionali: - Mangram AJ, Horan TC, Pearson ML, Silver LC, Jarvis WR, The Hospital Infection Control Practices Advisory Committee. Guideline for Prevention of Surgical Site Infection, 1999. Infect Control Hosp Epidemiol 1999;20.250-280. - Sistema Nazionale per le Linee Guida. Antibioticoprofilassi perioperatoria nell’adulto. Documento 17, 2008. - CDC - Center for Disease Control. Linee guida per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico, 1999. Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere, 6 (4), ottobre- dicembre 1999 - SFHH. Conference de consensus “Gestion pre-operatorie du risqué infectieux”, Paris, 2004. - NHS-NICE. Surgical site infection prevention and treatment of surgical site infection. National Institute for Clinical Excellence (NICE); 2008. - Regione Piemonte: “Linee guida per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico”, 1999. - CDC (Center for Disease Control) di Atlanta, 2002; 4. Destinatari: Tutti gli operatori che praticano assistenza e cura ai pazienti da sottoporre o già sottoposti ad intervento chirurgico. 5. Funzioni interessate e livelli di responsabilità: Direzione Sanitaria Aziendale; Direzione Sanitaria di Presidio Ospedaliero;
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Dipartimenti clinico-assistenziali; UU.OO. / Servizi. La Direzione Sanitaria Aziendale provvede alla validazione e alla divulgazione della presente Procedura a tutti i Presidi Ospedalieri e, tramite il C.I.O. aziendale, valuterà i reports che periodicamente perverranno. Le Direzioni Sanitarie di Presidio Ospedaliero e le UU.OO. assicurano, per il tramite dei rispettivi Direttori/Responsabili e Coordinatori Infermieristici, la divulgazione della procedura a tutto il personale sanitario assegnato alle proprie dipendenze, monitorandone l’esecuzione, e attuando le fasi procedurali di diretta responsabilità. Il Direttore Sanitario di P.O., direttamente o tramite il Gruppo Operativo Presidiale per le Infezioni Ospedaliere, avrà cura di effettuare un monitoraggio periodico dell’adesione alla presente procedura, con indagini ad hoc ed attraverso studi di incidenza e/o prevalenza delle infezioni correlate a ferita chirurgica. 6. Criteri di definizione dell’Infezione del Sito Chirurgico Il sistema NNIS (National Nosocomial Infection Surveillance) del CDC (Center for Disease Control and Prevention ) ha sviluppato criteri di sorveglianza standardizzati per quanto riguarda la definizione delle Infezioni del Sito Chirurgico (ISC o Surgical Site Infection). Secondo questi criteri, le infezioni vengono classificate in: A) “infezioni dell’incisione”, ulteriormente suddivise tra quelle che interessano solamente la pelle e il tessuto sub cutaneo (infezione superficiale dell’incisione) e quelle che interessano i tessuti molli profondi (infezione profonda dell’incisione); B) “infezioni di organo/spazio”, che interessano qualsiasi parte anatomica oltre gli strati di parete incisa. A-1) Infezione superficiale dell’incisione chirurgica L’infezione si manifesta entro 30 giorni dall’intervento chirurgico, interessa soltanto la pelle o il tessuto sottocutaneo e deve avere almeno una delle seguenti caratteristiche: 1. Secrezione purulenta dell’incisione superficiale, con o senza conferma del laboratorio. 2. Isolamento di batteri da una coltura di fluido o tessuto proveniente dal distretto dell’incisione, raccolta in modo asettico. 3. Presenza di almeno uno dei seguenti segni o sintomi di infezione: dolore o tensione, gonfiore localizzato, arrossamento o calore (riapertura intenzionale della ferita da parte del chirurgo per revisione). 4. Diagnosi di ISC fatta direttamente dal chirurgo o dal medico di medicina generale. Non sono da considerare ISC: 1. Ascesso in un punto di sutura. 2. Infezione dell’episiotomia. A-2) Infezione profonda dell’incisione chirurgica L’infezione si manifesta entro 30 giorni dall’intervento chirurgico in assenza di impianto protesico, oppure entro un anno in presenza di impianto protesico, può essere messa in relazione all’intervento, coinvolge i tessuti molli profondi dell’incisione e deve avere almeno una delle seguenti caratteristiche: 1. Secrezione purulenta dell’incisione profonda, ma non dei componenti organo/spazio del sito chirurgico. 2. Deiscenza spontanea di una incisione profonda o revisione chirurgica in presenza di almeno uno dei seguenti segni o sintomi: febbre (>38°), dolori localizzati o tensione, coltura positiva. 3. Presenza di ascesso che interessa la sede di incisione profonda, rilevato mediante esame diretto, reintervento o esame radiologico o istopatologico. 4. Diagnosi di ISC profonda fatta direttamente dal chirurgo o dal medico di medicina generale.
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B) Infezione del sito chirurgico a livello di organo/spazio L’infezione si manifesta entro 30 giorni dall’intervento chirurgico se non viene inserito in loco alcun impianto o entro un anno in presenza di impianto, è correlata all’intervento e coinvolge, oltre la sede dell’incisione, un qualsiasi distretto anatomico (organo o spazio) che sia stato aperto o manipolato nel corso dell’intervento; deve, inoltre, possedere almeno una delle seguenti caratteristiche: 1. Secrezione purulenta proveniente da un drenaggio posto attraverso la ferita in corrispondenza dell’organo/spazio. 2. Isolamento batterico da un prelievo asettico di fluido o tessuto proveniente dalla zona organo/spazio. 3. Presenza di un ascesso che interessa l’organo/spazio rilevato mediante esame radiologico o reintervento. 4. Diagnosi di ISC profonda fatta direttamente dal chirurgico o dal medico di medicina generale.
7. Fattori di rischio che influenzano l’incidenza di ISC - Classe d’intervento Gli interventi possono essere suddivisi in 4 classi, a seconda del grado di contaminazione batterica e della conseguente incidenza d’infezione postoperatoria. Classe Puliti Puliti-contaminati Contaminati Sporchi
Definizione Interventi nel corso dei quali non si riscontra alcun processo flogistico, la continuità della mucosa respiratoria, intestinale, genito-urinaria non viene violata e in cui non si verifica alcuna violazione delle regole di asepsi in sala operatoria. Interventi nei quali la continuità della mucosa respiratoria, intestinale o genito-urinaria viene violata, ma senza perdita di materiale verso l’esterno Interventi in cui sono presenti segni di flogosi acuta (senza pus), o dove esiste una visibile contaminazione della ferita, come ad esempio perdite di materiale da un viscere cavo durante l’intervento o ferite composte/aperte verificatesi meno di 4 ore prima dell’intervento. Interventi effettuati in presenza di pus o su un viscere cavo precedentemente perforato o su ferite composte/aperte verificatesi oltre 4 ore prima dell’intervento.
Per gli interventi di elezione la profilassi antibiotica è raccomandata nella chirurgia pulita e nella chirurgia pulita-contaminata. Nel caso di chirurgia contaminata, la scelta di eseguire la profilassi andrà valutata separatamente per ogni tipologia d’intervento e/o situazione. Per quanto riguarda la chirurgia sporca, viene raccomandato d’iniziare una terapia antibiotica al più presto possibile. Per gli interventi eseguiti in urgenza e classificati come contaminati o sporchi, è raccomandata una terapia antibiotica piuttosto che una profilassi. - Impianto di materiale protesico L’impianto di materiale protesico aumenta il rischio di infezione chirurgica, in quanto riduce le difese dell’ospite. In presenza di materiale protesico è, infatti, sufficiente una carica batterica più bassa per causare infezione. - Durata della degenza prima dell’intervento Nelle 48 ore successive all’ingresso in ospedale, soprattutto se durante la degenza viene somministrato antibiotico, la cute del paziente viene progressivamente colonizzata da germi di origine nosocomiale. Per tale motivo, è importante limitare i tempi di degenza preoperatoria. - Durata dell’intervento Il rischio d’infezione della ferita chirurgica è direttamente correlato con la durata dell’intervento e questo rischio si somma a quello della classe dell’intervento.
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- Malattie concomitanti L’American Society of Anestesiologists (ASA) ha ideato un punteggio di rischio preoperatorio basato sulla presenza di malattie concomitanti al momento dell’intervento chirurgico. La presenza di un punteggio ASA > 2 si associa ad un aumentato rischio d’infezione della ferita; tale rischio si somma a quello della classe d’intervento e della sua durata. Punteggio ASA 1 2 3 4 5
Condizione fisica Paziente sano Paziente con lieve malattia sistemica Paziente con grave malattia sistemica che ne limita le attività ma non è invalidante Paziente con malattia sistemica invalidante che causa continua minaccia di morte Paziente moribondo con attesa di vita inferiore alle 24 ore con o senza intervento
8. Le misure di prevenzione dell’ISC Si intendono tutte quelle misure di carattere comportamentale e assistenziale determinanti nella prevenzione dell’infezione del sito chirurgico. Per il contenimento delle complicanze infettive post-operatorie, come standard di riferimento sono state selezionate le Linee Guida per la prevenzione dell’infezione del sito chirurgico, emanate nel 1999 dal Center for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi ed adattate in molti Paesi del mondo. Tali Linee guida rappresentano la base irrinunciabile. E’ importante sottolineare che la profilassi antibiotica si affianca e completa le misure di prevenzione, ma non si sostituisce ad esse. Le misure preventive possono essere suddivise in: a) misure preventive pre-operatorie; b) misure preventive intra-operatorie; c) misure preventive post-operatorie. 8-a) Misure preoperatorie Preparazione del paziente 1. Fornire ai pazienti informazioni e raccomandazioni chiare e coerenti, durante tutte le fasi assistenziali, con rispetto delle competenze di ogni figura professionale coinvolta. Queste devono comprendere il rischio di infezione del sito chirurgico, cosa viene fatto per ridurlo e come viene gestito. (NICE 2008). 2. Prima di interventi in elezione, quando possibile, identificare e trattare tutte le infezioni non localizzate al sito chirurgico e rinviare tutti gli interventi elettivi in pazienti infetti sino a che l’infezione non si sia risolta. (CDC 1999, IA; SFHH 2004, A2). 3. Se l’intervento contribuisce parzialmente o totalmente al trattamento della predetta infezione, esso deve essere preceduto da terapia antibiotica, tranne quando l’intervento abbia come obiettivo la diagnosi microbiologica (SFH 2004, A2) 4. Nella fase preoperatoria non è raccomandata la ricerca sistematica di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina a livello nasale (SFHH 2004, E2). 5. Non eseguire di routine la decontaminazione nasale con agenti antimicrobici mirati ad eliminare lo Staphylococcus aureus per ridurre il rischio di ISC (SFHH 2004, E2; NICE 2008, 1+). Al riguardo, è bene precisare che una recente revisione “Cochrane” evidenzia come la mupirocina sia efficace a ridurre il rischio di infezioni da S.aureus, ma riporta anche nei pazienti trattati un aumento del tasso di incidenza delle infezioni sostenute da altri microrganismi (Van Rijen, Rev. Cochrane, 2008). 6. Non praticare la tricotomia nel preoperatorio, a meno che i peli, in corrispondenza o attorno al sito chirurgico, interferiscano con l’intervento (CDC 1999, IA; SFHH 2004, B1; NICE 2008). 7. Se si effettua la tricotomia, praticarla il giorno dell’intervento, preferibilmente con clipper (CDC 1999, IA; SFHH 2004, B1; NICE2008).
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8. Non effettuare la tricotomia con rasoio il giorno prima dell’intervento (SFHH 2004, E1; NICE2008). 9. Far effettuare ai pazienti (o aiutarli ad effettuare) la doccia o il bagno la sera prima o il giorno dell’intervento utilizzando sapone (CDC 1999, IB; SFHH 2004, A; NICE 2008). Si ricorda che una recente revisione Cochrane non sostiene l’efficacia della doccia con clorexidina, ma sostiene l’efficacia della doccia con detergente (Webster, Rev. Cochrane, 2007). 10. Incoraggiare i pazienti ad astenersi, per almeno 30 giorni prima di interventi in elezione, dal fumo o da qualsiasi altra forma di consumo di tabacco (es. masticare o succhiare tabacco) (CDC 1999, IB). 11. Lavare a fondo e pulire l’area dell’incisione chirurgica ed intorno ad essa, per rimuovere la contaminazione grossolana, prima di eseguire la preparazione antisettica della cute (CDC 1999, IB; SFHH 2004, A). 12. Non eseguire di routine la preparazione meccanica dell’intestino per ridurre il rischio di ISC (NICE 2008). 13. Usare un appropriato agente antisettico per la preparazione della cute (CDC 1999, IB; SFHH 2004, B;NICE 2008, 1+). E’ opportuno sapere che non esistono studi sufficienti utili a dimostrare quale sia il tipo di antisettico (iodofori o clorexidina) da preferire per la preparazione preoperatoria della cute (Edwards, Rev. Cochrane, 2004). Antisepsi di mani/braccia del team chirurgico 14. Tenere le unghie corte e non indossare unghie artificiali (CDC 1999, IB; NICE 2008). 15. Effettuare la preparazione chirurgica delle mani previo lavaggio della durata di almeno 2‐5 minuti, utilizzando un antisettico appropriato (sapone antisettico o soluzione alcolica con attività residua). Sfregare mani e avambracci fino ai gomiti (CDC 1999, IB; NICE 2008). 16. Dopo aver eseguito la preparazione chirurgica delle mani, tenere le mani sollevate e distanti dal corpo (i gomiti in posizione flessa), così che l’acqua scorra via dalla punta delle dita verso i gomiti. Asciugare le mani con un asciugamano sterile e indossare sovracamice e guanti sterili (CDC 1999, IB). 17. Effettuare il lavaggio delle mani per il primo intervento. Prima di interventi successivi, le mani devono essere igienizzate frizionando una soluzione alcolica o ricorrendo al lavaggio con una soluzione antisettica. Se le mani sono sporche, devono essere lavate nuovamente con una soluzione antisettica (NICE 2008). 18. Educare ed incoraggiare il personale dell’equipe chirurgica, che presenti segni o sintomi di un’infezione trasmissibile, a riferire tempestivamente il proprio stato di salute al proprio responsabile ed al servizio di medicina preventiva (CDC 1999, IB). 19. Sviluppare politiche chiare sulle responsabilità nei confronti dei pazienti assistiti, nel caso in cui un operatore sanitario sia affetto da una infezione potenzialmente trasmissibile. 20. Effettuare appropriate colture microbiologiche ed escludere dal lavoro il personale chirurgico che presenti lesioni cutanee essudative, fino a quando l’infezione sia scomparsa o, a seguito di adeguata terapia, l’infezione sia risolta (CDC 1999, IB). 21. Non escludere dal lavoro di routine il personale chirurgico colonizzato con microrganismi, quali Staphylococcus aureus (naso, mani, o altre parti del corpo) o Streptococco di gruppo A, a meno che non sia stata dimostrata su base epidemiologica l’associazione tra questo personale e la diffusione del microrganismo nell’ambiente sanitario (CDC 1999, IB). Profilassi antimicrobica 22. La profilassi antibiotica è raccomandata negli interventi indicati di seguito (SNLG 2008, A): ● Inserzione di pacemaker/defibrillatore cardiaco, chirurgia a cuore aperto, inclusi i bypass aortocoronarici e l’impianto di protesi valvolari; ● Resezione polmonare; ● Chirurgia della testa e del collo (pulita‐contaminata e contaminata); ● Chirurgia colo-rettale (fortemente raccomandata); ● Chirurgia oncologica della mammella, mammoplastica riduttiva, mammoplastica additiva; ● Gastrostomia endoscopica, chirurgia dello stomaco e del duodeno; ● Appendicectomia, chirurgia biliare aperta, chirurgia epatica resettiva, chirurgia pancreatica;
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● Craniotomia, derivazione interna del liquido cerebrospinale; ● Aborto indotto; ● Isterectomia addominale, isterectomia vaginale; ● Parto cesareo; ● Impianto di protesi d’anca, impianto di protesi di ginocchio; ● Fissazione di frattura chiusa, inserimento di dispositivo protesico quando non è disponibile una prova diretta, riparazione di frattura dell’anca; ● Chirurgia del rachide; ● Resezione trans-uretrale della prostata; ● Biopsia prostatica trans-rettale; ● Litotripsia con onda d’urto; ● Amputazione di arto inferiore, chirurgia vascolare arteriosa in sede addominale e dell’arto inferiore 23. Nella maggior parte dei casi la profilassi antibiotica deve essere iniziata immediatamente prima delle manovre anestesiologiche e comunque nei 30‐60 minuti che precedono l’incisione della cute (SNLG 2008, A). 24. La profilassi antibiotica deve essere limitata al periodo peri-operatorio e la somministrazione deve avvenire immediatamente prima dell’inizio dell’intervento. Non esistono prove a supporto di una maggiore efficacia della profilassi prolungata; nella maggioranza dei casi è sufficiente la somministrazione di un’unica dose di antibiotico (quella, appunto, somministrata entro 30‐60 minuti precedenti l’incisione della cute). La scelta di continuare la profilassi oltre le prime 24 ore del postoperatorio non è comunque giustificata (SNLG 2008, A). 25. Riportare un minimo set di dati nella cartella clinica e nel foglio della terapia può facilitare l’esecuzione di audit per valutare l’appropriatezza della profilassi antibiotica perioperatoria. (SNLG 2008, A). 8-b) Misure intra-operatorie Ventilazione della Sala Operatoria 26. Mantenere in sala operatoria una ventilazione a pressione positiva rispetto ai corridoi ed alle aree adiacenti (CDC 1999, IB). 27. Mantenere come minimo 15 ricambi d’aria all’ora, di cui almeno 3 dovrebbero essere d’aria fresca (CDC 1999, IB). 28. Filtrare tutta l’aria, ricircolata e fresca, attraverso filtri appropriati (CDC 1999, IB). 29. Introdurre tutta l’aria dal soffitto ed aspirarla a livello del pavimento (CDC 1999, IB). 30. Le radiazioni UV in sala operatoria non sono efficaci per prevenire le infezioni del sito chirurgico; pertanto, non è opportuno il loro utilizzo (CDC 1999, IB). 31. Tenere chiuse le porte della sala operatoria, fatta salva l’apertura per il passaggio di attrezzature, personale e pazienti (CDC 1999, IB). Gestione del Paziente 32. Non somministrare di routine insulina ai pazienti non diabetici allo scopo di ottimizzare la glicemia post-operatoria (NICE 2008) 33. Controllare adeguatamente i livelli sierici di glucosio ematico in tutti i pazienti diabetici ed in particolare evitare l’iperglicemia perioperatoria (CDC 1999, IB; SFHH 2004, A). 34. Evitare l’ipotermia del paziente (NICE 2008). 35. Mantenere un livello ottimale di ossigenazione durante l’intervento. In particolare, durante gli interventi di chirurgia maggiore e nell’immediato post-operatorio, somministrare al paziente sufficiente ossigeno, in modo da assicurare che la saturazione di emoglobina sia mantenuta sopra il 95% (NICE 2008). 36. Non utilizzare la diatermia per l’incisione chirurgica allo scopo di ridurre il rischio di ISC (NICE 2008). 37. Non eseguire l’irrigazione della ferita per ridurre il rischio di ISC (NICE 2008). 38. Non effettuare lavaggi intracavitari per ridurre il rischio di ISC (NICE 2008).
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39. Prima della sutura, non effettuare una re-disinfezione intraoperatoria della cute e non utilizzare antibiotico topico intraoperatorio nella chirurgia addominale per ridurre il rischio di ISC (NICE 2008). Pulizia e disinfezione delle superfici di lavoro 40. Quando, durante un intervento, le superfici ambientali o le attrezzature vengano visibilmente sporcate o contaminate con sangue o altri liquidi corporei, pulire le aree contaminate, prima di iniziare l’intervento successivo, utilizzando un disinfettante ospedaliero appropriato (CDC 1999, IB). 41. Non è necessario effettuare pulizie speciali o chiudere le sale operatorie dopo operazioni contaminate o sporche (CDC 1999, IB). 42. I tappetini adesivi all’entrata delle sale operatorie o degli ambienti circostanti non sono efficaci per prevenire le infezioni del sito chirurgico e quindi non devono essere utilizzati (CDC 1999, IB). Campionamento microbiologico 43. Non eseguire di routine campionamenti microbiologici della sala operatoria. Effettuare campionamenti microbiologici delle superfici ambientali della sala operatoria o dell’aria solo come parte di un’indagine epidemiologica (CDC 1999, IB). Sterilizzazione degli strumenti chirurgici 44. Sterilizzare tutti gli strumenti chirurgici in accordo con i requisiti enunciati, ove esistenti (CDC 1999, IB). 45. Eseguire la sterilizzazione “flash” solo per strumenti chirurgici che dovranno essere utilizzati immediatamente (per esempio, per la risterilizzazione di uno strumento inavvertitamente contaminato). Non utilizzare la sterilizzazione flash per ragioni di convenienza, come alternativa all’acquisto di set e di strumenti aggiuntivi o per risparmiare tempo (CDC 1999, IB). Abbigliamento e teli chirurgici 46. Quando si entra in sala operatoria, se un intervento sta per iniziare o è già in corso o se sono esposti strumenti sterili, indossare una mascherina chirurgica, che copra completamente la bocca e il naso. Indossare la mascherina per tutta la durata dell’operazione (CDC 1999, IB). Occorre ricordare che non sono disponibili studi controllati randomizzati sull’efficacia di indossare la mascherina chirurgica (Lipp, Rev. Cochrane, 2002). 47. Quando si entra in sala operatoria, indossare un copricapo o una cuffia per coprire completamente i capelli su testa e viso (CDC 1999, IB). 48. Non indossare copriscarpe come misura per prevenire le ISC (CDC 1999, IB). 49. Indossare guanti sterili dopo la preparazione chirurgica delle mani se si è membri del team chirurgico. Mettere i guanti dopo aver indossato il camice sterile (CDC 1999, IB). 50. Usare camici e telini chirurgici che costituiscano un’efficace barriera per i liquidi (CDC 1999, IB). 51. Cambiare la divisa chirurgica se visibilmente sporca, contaminata e/o intrisa di sangue o altro materiale potenzialmente infettivo (CDC 1999, IB). 52. E’ fortemente sconsigliato l’utilizzo di teleria completamente in cotone (SFHH 2004, E3). 53. Non usare di routine telini adesivi impregnati con un disinfettante diverso da uno iodoforo sull’incisione, poiché possono aumentare il rischio di ISC. Se è necessario un telo adesivo da incisione, utilizzare telini impregnati di iodoforo a meno che il paziente non sia allergico allo iodio (NICE 2008). 8-c) Misure post-operatorie 54. Coprire l’incisione chirurgica con un’appropriata medicazione traspirante alla fine dell’intervento (NICE 2008). 55. Informare i pazienti che possono effettuare una doccia a partire da 48 ore dopo l’intervento chirurgico (NICE 2008). 56. Non utilizzare antibiotici topici nelle ferite chirurgiche che si stanno rimarginando per prima intenzione (NICE 2008). 57. Non utilizzare Eusol e garza, oppure garza di cotone umida oppure soluzioni antisettiche a base di mercurio per gestire le ferite chirurgiche che si stanno rimarginando per seconda intenzione (NICE 2008).
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58. Discutere della vitalità del tessuto con personale sanitario che abbia esperienza specifica per decidere circa la medicazione appropriata di una ferita chirurgica che deve guarire per seconda intenzione (NICE 2008). Si tenga presente che la guarigione per seconda intenzione trova in Italia una applicazione marginale. 9. Tabella delle attività e delle responsabilità Abbreviazioni delle attività: - E: Esecuzione - C: Coordinamento - V: Verifica e Controllo Abbreviazioni degli attori coinvolti: - D.S.P.O.: Direttore Sanitario di Presidio Ospedaliero - R.Ch.: Responsabile dell’U.O. Chirurgica - R.An.: Responsabile dell’U.O. Anestesia e Rianimazione - Ch.: Chirurgo operatore - An.: Anestesista - C.I.U.O.: Coordinatore Infermieristico della U.O. chirurgica - C.I.S.O.: Coordinatore Infermieristico della Sala Operatoria - Inf.U.O.: Infermiere della U.O. chirurgica - Inf.S.O.: Infermiere della Sala Operatoria
Numero della microazione (Cap. 8)
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10. Indicatori per monitorare l’adesione CRITERIO INDICATORE Rispetto delle indicazioni nella Proporzione di casi in cui l’atb-profilassi è somministrazione di profilassi antibiotica stata eseguita sul totale degli interventi per i secondo le indicazioni del SNLG quali è raccomandata da SNLG Se la prescrizione della atb‐profilassi risulta difforme dalle indicazioni della LG, esiste una si / no giustificazione clinica per tale scelta. Tale giustificazione, è riportata in cartella Somministrazione della prima dose di atb Proporzione di volte in cui la secondo le indicazioni della LG (entro 30’ somministrazione della prima dose di atb è dall’inizio dell’intervento) avvenuta entro 30’ ‐ 60’ dall’inizio dell’intervento sul totale delle profilassi atb effettuate Indicazione della prescrizione di atb‐profilassi Proporzione di volte in cui la prescrizione di nella cartella clinica e/o in moduli dedicati atb‐profilassi è riportata in cartella e/o in moduli dedicati presenti in cartella sul totale presenti in cartella delle profilassi atb prescritte Durata della profilassi Proporzione di volte in cui la durata della profilassi è stata superiore alle 24h sul totale delle atb‐profilassi effettuate, mediante periodiche indagini ad hoc a campione Nei casi in cui la durata della profilassi superi le 24h, sono indicate le motivazioni della scelta Esiste un sistema di sorveglianza delle ISC, con quantificazione dei tassi di infezione del sito chirurgico I comportamenti in sala operatoria (numero di persone presenti, chiusura delle porte, lavaggio chirurgico delle mani, preparazione del campo operatorio) sono conformi a quelli raccomandati
si / no
sì / no Proporzione di comportamenti conformi (per ciascuno degli item di interesse) sul totale delle opportunità osservate. Da rilevare attraverso indagini ad hoc.
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