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Ciò che crea problemi, non è tanto la natura “tecnica” di Internet (una rete ecc…) bensì il fatto che Internet è un potente canale di comunicazione. Anomalo. Democratico Acefalo …
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Per un’analisi della storia dell’ICANN interessante il documento http://www.irpa.eu/wp-content/uploads/2011/10/Icann_Rtdp_bc.pdf --- > L’ICANN E LA GOVERNANCE DI INTERNET BRUNO CAROTTI* --- > a cui si rinvia per approfondimenti.
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Esistono rapporti anche tra la Wipo e le altre «organizzazioni» che si trovano dietro ad Internet, soprattutto con riferimento ad Icann. Un esempio è il caso in cui su richiesta della World Intellectual Property Organization (WIPO), nel 1999 l’ICANN ha adottato una Uniform Dispute Resolution Policy (UDRP) che stabilisce una procedura per la risoluzione delle controversiesulla titolarità di un particolare nome a dominio.
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Sul Icann v. http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=//EP//TEXT+WQ+E-2011-006906+0+DOC+XML+V0//IT 28 August 2009 Il Comitato di nomina (NomCom) fa parte dell’ICANN. Seleziona le (8) posizioni di responsabilità all'interno di ICANN. I criteri di base per la selezione sono che i convocati siano persone d'integrità, obiettive e di giudizio, in grado di aiutare il gruppo nel prendere decisioni, di lavorare efficacemente con la lingua inglese, comprendano la missione e il lavoro di ICANN, si impegnino per il suo successo, contribuiscano alla competenza culturale, professionale e geografica e siano in grado di lavorare duramente e sul lungo termine come volontari che operano nella fiducia pubblica globale. Com'è strutturato ICANN? ICANN è costituito da una serie di diversi gruppi, ognuno dei quali rappresenta un particolare interesse su Internet, e che contribuiscono tutti insieme ad ogni decisione presa da ICANN. Esistono tre "organizzazioni di supporto" che rappresentano: Le organizzazioni che si occupano degli indirizzi IP Le organizzazioni che si occupano dei nomi di dominio I gestori dei domini di primo livello di country code (un'eccezione speciale, vedi qui in fondo).
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Esistono quindi quattro "commissioni di consulenza" che forniscono consigli e segnalazioni ad ICANN. Essi rappresentano: I governi e le organizzazioni delle convenzioni internazionali Gli operatori dei server root Tutti coloro che hanno a che fare con la sicurezza di Internet La comunità "in generale", ovvero gli utenti di Internet. E infine, esiste un gruppo di collegamento tecnico che agisce insieme alle organizzazioni che progettano i protocolli base per le tecnologie di Internet. Le decisioni finali di ICANN vengono prese da un consiglio d'amministrazione. Il consiglio è costituito da 21 membri: 15 dei quali hanno diritto di voto, mentre sei sono semplicemente dei collegamenti senza diritto di voto. La maggioranza dei membri votanti (otto di essi) vengono scelti dal consiglio di nomina, un organismo indipendente, mentre il resto sono nominati dalle organizzazioni di supporto. Dal 12 gennaio del 2012, le aziende, o per lo meno quelle che se lo potranno permettere, potranno avere il suffisso con il proprio nome. L'Icann ha deciso di concedere alle aziende la possibilità di utilizzare il proprio brand al posto di .com o .net, lo ha stabilito l'ente internazionale preposto ai nomi a dominio Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), il cui consiglio di amministrazione si è riunito oggi a Singapore. Una delle ultime decisioni estensione dei dn .XXX
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Sui nuovi DN ICANN vedi: http://www.nextme.it/societa/nexteconomy/2219-domini-icann --- > Addio vecchi domini. Da oggi, 20 giugno, infatti le attuali 22 estensioni dei siti web, tra cui i classici .com, .it, .org., .net non saranno le uniche ma largo spazio sarà dato alla fantasia degli utenti per la creazione di nuovi domini. ( … ) . Le domande per i nuovi gTLD saranno accettate dal 12 gennaio 2012 al 12 aprile 2012. Unico neo, il costo elevato. Infatti, per poter avanzare la propria proposta bisognerà sborsare all’ente 185 mila dollari, e un versamento annuo di 25 mila dollari annui. Sicuramente più accessibile alle grandi aziende e alle istituzione pubbliche che potranno sostenere i costi.
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«La governance instaurata con l’ICANN, infatti, è un tema di portata giuridica e politica globale. Quest’affermazione potrebbe apparire priva di fondamento, in quanto l’argomento sembrerebbe limitarsi a questioni di ordine tecnico. In realtà, il dibattito sollevato attorno all’ente è divenuto un «hot political issue»3. Vengono in luce questioni aperte legate alla crescente influenza dei poteri pubblici, al problema della legittimazione (l’ente svolge una funzione di portata mondiale, ma è stato creato in un ambito nazionale ed è sottoposto ad una supervisione unilaterale), alla opportunità di un livello di governo internazionale e alla predisposizione di meccanismi di partecipazione e controllo.» (…) «Inizialmente, il settore doveva essere lasciato alla self regulation dei privati: la presenza degli stati, sempre più interessati alla regolazione della rete, mette in luce come
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la forma di governo settoriale abbia acquisito una natura mista, pubblico-privata. Allo stesso tempo, solleva delicati problemi di legittimazione: molti governi nazionali, infatti, reclamano una forma di controllo multilaterale e sono arrivati a sollecitare l’intervento delle Nazioni Unite. Diversi stati reclamano una modifica dell’ente dall’alto (attraverso il ricorso al diritto internazionale), opponendosi alla riforma che origina dal basso (interna allo stesso ente). Tali tentativi, però, non hanno sortito i risultati sperati: l’adozione di un trattato multilaterale si fa ancora attendere.»
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bertola.eu/ Il sito di Vittorio Bertola, ingegnere, esperto di Internet, blogger, scrittore, politico, grillino e cittadino attivo di Torino.
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Perché si è sentito il bisogno di una Governance di Internet? A causa del ruolo predominante di ICANN che a causa del suo potere e del suo operato non limpido, ha finito con l’attirare su di sé l’attenzione della comunità internazionale (principalmente, dei Paesi in via di sviluppo) che contesta la gestione «unilaterale» del settore e richiede un controllo intergovernativo. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con risoluzione n. 183 del 200177, ha invitato l’ITU (che, come visto, ha avuto un ruolo importante nella vicenda dello IAHC) ad interessarsi della questione, promuovendola all’interno World Summit on Information Society (WSIS). Il Summit si è svolto in due fasi: a seguito della prima, tenutasi a Ginevra nel 2003, è stato creato un Working Group on Internet Governance (WGIG), con il compito di studiare i problemi legati al controllo della rete e di indicare possibili soluzioni alternative. Il comitato, al termine dei suoi lavori, ha presentato un rapporto, discusso nella seconda tappa del WSIS (Tunisi, novembre 2005): sono state indicate quattro ipotesi di riforma che, in maniera più o meno attenuata, sottopongono l’ente alla supervisione dell’ONU. in preparazione del World summit on information society (WSIS) è diventato un tema istituzionale in seno alla comunità delle nazioni, cioè all’Onu. Nel 2005 il Wsis che si è tenuto a Tunisi ha affrontato il tema della governance di Internet direttamente, a causa della richiesta da parte di alcuni grandi paesi di generalizzare le competenze della governance dell’indirizzamento dei nomi a dominio di Internet per sottrarle al monopolio di fatto
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dell’Icann americana controllata dalla FCC.
a Tunisi si optò per una soluzione diplomatica e si decise di discuterne in un ambito specifico, creando all’uopo l’Internet Governance Forum, una sorta di “parlamento di Internet” dove gli Stati avrebbero potuto confrontarsi fra di loro e con università, imprese, esperti e associazioni non profit (gli stakeholders), per individuare e praticare le soluzioni migliori utili a garantire crescita e stabilità dell’internet. Dal 2006 ci sono stati 6 incontri: Atene, Rio de Janeiro, Sharm-El sheik, Hyderabad , Vilnius (lituania, 2010) – Nairobi Kenya (2011) I temi trattati sono stati: , sicurezza, privacy, multilinguismo, multiculturalismo, sviluppo delle infrastrutture. A Vilnius il tema cloud computing. I Paesi che hanno partecipato sono stati 100. Consiglio d’Europa sta lavorando allo sviluppo di una Carta dei diritti degli utenti. Da quello che si conosce oggi, si tratta di un progetto molto simile a quello italiano dell’ Internet Bill of Rights che, dopo il lavoro preparatorio durante il WSIS di Tunisi del 2005, fu lanciato ufficialmente nel 2006, durante il primo IGF di Atene da Stefano Rodotà e dal governo italiano, per poi essere stato abbandonato dal nostro Paese e portato avanti, in forme diverse, dal Brasile (che nel 2009 ha adottato una serie di principi per la governance e l’uso della Rete) e da un gruppo di lavoro multistakeholder su questi temi, nato in ambito IGF. Il tema della governance da parte dell’opinione pubblica sollecitata dal mondo dell’associazionismo riunito nelle dynamic coalitions, che ha trovato una forte sponda nell’idea dell’Internet Bill of Rights – un insieme di principi generali come nella prima parte della Costituzione italiana, ma dedicati ad Internet, proposto proprio dal comitato governativo italiano capeggiato sin dal 2006 dal giurista Stefano Rodotà.
(**) Eurodig Organo che svolge la funzione di «dialogare» su problematiche che verranno trattate durante l’IGF, prevalentemente la tutela dei diritti umani e l’accesso universale ad Internet.
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