Progetto didattico – TFA 2012, Università di Ferrara
Cesare: percorsi antologici tra lingua e letteratura di Paola Corradini M ATERIA
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Lingua e cultura latina (3 ore settimanali).
C LASSE
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Una seconda Liceo Scientifico di nuovo ordinamento.
N UMERO
DI STUDENTI
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28
P ERIODO
DI SVOLGIMENTO
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Ultima parte del secondo quadrimestre.
N UMERO
DI ORE
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1. P REMESSA
E BREVE DESCRIZIONE DELL ’U.D. SVOLTA
Per lo svolgimento del presente progetto è indispensabile una classe di profilo medio-alto e che il programma di morfosintassi sia stato già svolto nei suoi punti cardine; si può allora pensare di proporre un saggio del lavoro che gli allievi affronteranno al Triennio, attraverso la trattazione di Cesare, di cui gli studenti hanno già tradotto in precedenza diversi brani, attraverso i quali hanno potuto acquisire una certa familiarità con lessico e fraseologia militare. Hanno inoltre svolto un compito in classe di traduzione di un passo del De bello Gallico, coerente con il lessico studiato. Si tratta principalmente di contestualizzare i passi dal punto di vista letterario e stilistico, mostrando in particolare gli artifici retorici dissimulati all’interno dell’opera cesariana e lo stretto legame che intercorre tra lingua, stile e ideologia. Ricavando gli elementi e le regole morfosintattiche dal testo con un procedimento induttivo, si potranno anche affrontare alcuni argomenti nuovi, ad esempio la coniugazione di fero o la costruzione di alcuni verbi particolari. Poiché il lessico è ripetitivo, se ne incentiverà continuamente la memorizzazione. Purtroppo, ancora oggi, il lessico è considerato, nell’opinione comune degli studenti (e talora anche dei docenti!), «secondario» rispetto a morfologia e sintassi, in quanto, come è noto, spesso per il reperimento dei significati, quasi tutti si affidano esclusivamente alla consultazione del vocabolario, senza procedere per ipotesi e verifiche. Proprio queste considerazioni ci hanno indotto a progettare una verifica finale che prevedesse la consultazione del vocabolario solo nell’ultima fase e a inserire nella programmazione una «pre-verifica» sul lessico. Si reputa, infatti, che l’apprendimento del lessico sia fondamentale, sia perché le parole più significative consentono di comprendere fondamentali elementi di civiltà sia per arricchire il patrimonio lessicale Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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dell’italiano, un’esigenza sentita come particolarmente urgente. A questo proposito, si è potuto osservare che spesso la difficoltà di traduzione di parole latine rimaste pressoché uguali in italiano o la fatica nell’effettuare collegamenti tra le due lingue che potrebbero apparire immediati è dovuta proprio alla povertà lessicale, non tanto e non solo nel latino, ma prima ancora nell’italiano. Ad esempio, gli studenti non conoscono il significato di parole come infermità, cogente, angustie, repentino, quindi non sono in grado di dedurre i significati di infirmitas, cogo, angustiae, repentinus1. Ecco allora che lo studio del latino, se orientato in questa direzione, può diventare un’occasione irripetibile per arricchire il proprio bagaglio lessicale anche e soprattutto dell’italiano2. Sulla necessità di apprendere anche il lessico latino parallelamente alla morfosintassi è stato scritto molto: basti ricordare che già Traina, nel 1983, rimarcava la necessità di «restringere la parte della grammatica e […] privilegiare la morfologia e il lessico sulla sintassi»3, contrariamente all’orientamento dominante. Si vorrebbero anche affinare le metodologie di analisi testuale già messe in pratica nell’affrontare opere italiane (soprattutto I Promessi sposi) e presentare, laddove possibile, confronti intertestuali e diversi approcci al testo letterario. La LIM, presente in classe, risulta uno strumento utile e accattivante per un’efficace presentazione degli argomenti. 2. C OMPETENZE DI BASE DELL ’«A SSE DEI LINGUAGGI » E DELL ’«A SSE STORICO - SOCIALE » DELL ’ OBBLIGO DI ISTRUZIONE AL CUI RAGGIUNGIMENTO L ’U.D. PUÒ CONCORRERE • • • • •
Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti; Leggere, comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo; Produrre testi di vario tipo in relazione ai diversi scopi comunicativi; Utilizzare e produrre testi multimediali; Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto tra epoche.
3. P REREQUISITI •
A CONCLUSIONE
DELL ’U.D.
Abitudine all’analisi testuale, secondo diversi approcci, e al confronto intertestuale;
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È, in sostanza, quanto rimarca anche Anna Giordano Rampioni, quando afferma: «poniamo ad esempio di […] proporre un brano da decodificare in cui incontriamo la parola dolus-i; al (nostro) orecchio di lettori esperti ci sembra che non ci debbano essere problemi in quanto anche la lingua italiana presenta una parola uguale; ci accorgiamo subito però che la parola italiana ‘dolo’ non fa parte del lessico dei nostri studenti e quindi la parola latina non è collegabile con quella immediatamente derivata nella nostra lingua»; allora, la studiosa propone di agganciarsi all’espressione incendio doloso che i ragazzi avranno probabilmente più volte sentito ai telegiornali, facilitando loro il ricordo sia perché ci si collega a elementi già noti sia perché si abbina un concetto astratto a un elemento concreto, vd. GIORDANO RAMPIONI 2010, p. 31. 2 Molto utile, nello studio del latino, si rivela la prospettiva comparativo – contrastiva, che valorizza le caratteristiche comuni delle lingue, fornendo agli studenti, attraverso un sistematico raffronto interlinguistico, la capacità di intendere le strutture testuali del testo latino, vd. FLOCCHINI 1999, pp. 183-187. 3 TRAINA 1983, p. 436. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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Conoscenza delle linee generali della storia romana del periodo tardo-repubblicano, in particolare dell’età di Cesare, già affrontata l’anno precedente in Storia; Capacità di riproporre adeguatamente in italiano un testo latino non troppo complesso con l’aiuto del vocabolario; Conoscenze discrete della morfosintassi e del lessico latino, che permettano di affrontare serenamente l’analisi guidata di un testo letterario con l’aiuto dell’insegnante; Conoscenza del lessico e della fraseologia militare già studiati nel corso dell’anno scolastico.
4. F INALITÀ
E OBIETTIVI DELL ’U.D. IN TERMINI DI CONOSCENZE , ABILITÀ E COMPETENZE
CONOSCENZE
ABILITÀ L ESSICO
COMPETENZE
E CIVILTÀ
Acuire la capacità di ipotizzare, laddove possibile, il significato dei vocaboli ignoti tramite opportune inferenze e collegamenti con i derivati italiani.
Arricchire la conoscenza del lessico e della fraseologia latina più frequenti e significativi nei passi analizzati, memorizzando quanti più vocaboli possibile, divisi in famiglie semantiche o secondo la categoria morfologica. Riconoscere i vocaboli memorizzati in casi, strutture e contesti diversi da quelli analizzati.
Avvicinarsi, soprattutto attraverso l’analisi delle parolechiave incontrate nei passi cesariani proposti, ad aspetti significativi di una civiltà come quella di Roma antica, che sta alla base della nostra cultura europea, per diventare consapevoli degli elementi di continuità e alterità. Arricchire il patrimonio lessicale anche dell’italiano, confrontando adeguatamente i vocaboli delle due lingue.
M ORFOSINTASSI Essere in grado di ricavare dai Completare le conoscenze di Saper riconoscere e analizzare testi letti dati linguistici e morfologia latina, in particolare correttamente le forme nominali costruzioni non ancora note, dei verbi irregolari fio e fero. e verbali incontrate nei testi. basandosi sulle proprie conoscenze.
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Saper identificare nei testi e le strutture Consolidare le conoscenze di analizzare costrutti tipici della lingua latina morfosintattiche studiate. Acuire la capacità di confrontare come l’ablativo assoluto, il consapevolmente le strutture gerundio e del gerundivo, il morfosintattiche latine con participio congiunto, il cum Saper compiere una essenziale quelle italiane. narrativo, le perifrastiche. analisi della frase e del periodo latino. L ETTERATURA
E CONTESTO STORICO
Consolidare e approfondire le Saper collocare nel suo contesto conoscenze della storia romana storico-culturale l’opera di di età tardo-repubblicana già Cesare. acquisite lo scorso anno. Attraverso l’analisi dei testi proposti, saper riconoscere le caratteristiche del genere letterario del commentarius e la concezione della storiografia tipica degli antichi.
Cogliere somiglianze e differenze tra i due generi e le peculiarità dell’opera cesariana rispetto a entrambi, rendendosi conto della sua caratura letteraria.
Analizzare le caratteristiche dei proemi storiografici latini proposti (De bello Gallico, De bello civili, De Catilinae coniuratione, Germania).
Acuire la capacità di compiere consapevoli confronti tra i testi dello stesso autore o di autori diversi (Sallustio, Tacito) in originale o in traduzione italiana. A NALISI
Conoscere le principali figure retoriche e gli espedienti stilistici tipici dei testi letterari, nonché in particolare le peculiarità lessicali e stilistiche dei testi cesariani.
Tramite la lettura di passi significativi delle opere di Cesare, iniziare a contribuire alla formazione del «lettore colto» di testi classici, promuovendo sempre più un interesse culturale personale e autonomo nei confronti della cultura classica.
DEL TESTO E TRADUZIONE
Saper analizzare i testi di Cesare tramite il riconoscimento delle figure retoriche e della loro funzione e dei vocaboli semanticamente più significativi, avendo coscienza dei motivi della loro rilevanza.
Acquisire una metodologia di analisi e interpretazione del testo letterario a livelli diversi, oltrepassando il senso letterale, per coglierne più significati e rilevando le analogie con i metodi di analisi già sperimentati in Italiano. Ciò
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consente di considerare il testo come un organismo vivo e dinamico, ricco di molteplici spunti di riflessione, sotto diverse prospettive.
Tramite la traduzione guidata dei testi cesariani, affinare le capacità di traduzione dal Latino, cercando di cementare un metodo sempre più rigoroso, articolato e consapevole che riduca al minimo la consultazione del vocabolario, che deve comunque diventare un momento di verifica delle ipotesi traduttive effettuate.
5. M ETODOLOGIE •
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Comprendere e tradurre i testi di Cesare in italiano corrente, operando scelte lessicali adeguate e cogliendone i messaggi. Sviluppare gradualmente le capacità di analisi, sintesi, riflessione, giudizio critico e di risolvere problemi procedendo per ipotesi e verifiche, attraverso la costante pratica della traduzione.
E STRATEGIE DIDATTICHE
Partecipazione degli studenti al percorso didattico (motivazione delle scelte, esplicitazione fin dall’inizio degli obiettivi da raggiungere e dei tempi e delle modalità delle verifiche), in modo da instaurare una collaborazione proficua, basata su rispetto, lealtà e fiducia reciproci; Lezione frontale nella fase introduttiva e per la contestualizzazione dei passi proposti; Lezione dialogica con costante coinvolgimento attivo degli studenti nella traduzione e nell’analisi testuale, per stimolarne la curiosità e la vivacità intellettuale; Contatto diretto con i testi d’autore, allargando l’orizzonte al quadro storico e culturale; Confronti intertestuali laddove possibile; Continue verifiche in itinere; incitamento all’autovalutazione, esplicitando preventivamente i criteri di valutazione e rendendo sempre note le griglie utilizzate; Correzione intesa come momento formativo di recupero e consolidamento delle conoscenze.
6. S TRUMENTI • • •
Fotocopie dei testi e della carta geostorica della Gallia; Libri di testo o saggi critici da consultare; Testi integrali con traduzione a fronte del De bello Gallico e del De bello civili; Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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Computer, LIM e lavagna tradizionale; Dizionario latino-italiano (edizione a scelta); Schede di sintesi.
7. C ONTENUTI
E FASI DEL PROGETTO
Lezione 1: presentazione generale dell’autore, della sua produzione, del suo stile (1 ora); Lezione 2: lettura in latino, analisi approfondita (morfo-sintattica, retorica, stilistica, lessicale, contenutistica) e traduzione collettiva del proemio del De bello Gallico, come modello di analisi di un testo letterario latino (2 ore). Lezione 3: traduzione svolta autonomamente a casa e successiva correzione tramite verifiche orali e analisi di altri brevi passi dal De bello Gallico che mostrino le caratteristiche peculiari dei Galli (Gall. III, 19 – IV, 5 – VI, 20 – VII, 42) (2 ore); Lezione 4: lettura in latino e in traduzione con testo a fronte di alcuni brevi passi del De bello civili, che mostrino l’atteggiamento di Cesare verso i Pompeiani, con particolare attenzione all’ironia e agli artifici retorici usati (Civ. I, 1-4; I, 32, 5 passim e III, 72) e breve confronto con i proemi di Sallustio (De Catilinae coniuratione) e Tacito (Annales) (2 ore); Lezione 5: traduzione e analisi guidata di un passo significativo del De bello civili come specimen di analisi testuale (Civ. III, 86) (1 ora); Lezione 6: verifica sul lessico (20 minuti); Lezione 7: correzione collettiva e analisi di Civ. III, 72, tradotto a casa dagli alunni; assegnazione di Civ. III, 95 come esercizio autonomo di traduzione in preparazione alla verifica finale (40 minuti); Lezione 8: verifica scritta finale (2 ore); Lezione 9: correzione della verifica; verifiche orali di recupero delle insufficienze gravi (1 ora). Totale ore: 12. 8. M ODALITÀ • •
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DI VERIFICA E VALUTAZIONE
Continue verifiche orali, formali e non, in itinere; Pre-verifica scritta sul lessico, mirante ad accertare l’effettiva acquisizione del lessico cesariano incontrato nei testi analizzati e la capacità di riconoscerlo all’interno di semplici strutture. Durata: 25 minuti per tradurre 50 forme (vd. ALLEGATO 2). Verifica finale (vd. ALLEGATO 2) che prevede: 1. otto domande a risposta chiusa (con tre opzioni di risposta) miranti ad accertare le conoscenze generali sull’autore e sulle opere; 2. la traduzione di un breve passo del De bello Gallico (VII, 28) non affrontato prima: poiché per tutto il percorso si è incentivata la memorizzazione del lessico, l’uso del vocabolario è stato concesso solo nell’ultima fase per una verifica delle ipotesi traduttive effettuate; Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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3. un passo tratto dal De bello civili in latino e in traduzione italiana (Civ. III, 96), accompagnato da domande a risposta aperta di carattere morfo-sintattico, retorico, stilistico, di comprensione e contestualizzazione del testo, anche in riferimento ad altri passi letti e tradotti in classe. 9. V ALUTAZIONE
DELLE PROVE
Per la valutazione delle prove orali si è tenuto conto dei seguenti criteri: • attenzione e partecipazione in classe; • capacità di riproporre una traduzione dei testi assegnati; • conoscenza delle strutture morfo-sintattiche e del lessico; • capacità di analizzare il testo e di riconoscere le figure retoriche principali; • comprensione del contenuto e dei concetti-chiave del testo; • capacità di compiere consapevoli confronti con altri testi analizzati e/o di proporre rielaborazioni personali (per le eccellenze). Per la verifica scritta di lessico, sono stati assegnati due punti per ogni vocabolo o espressione correttamente tradotti: poiché gli items erano 40, il punteggio totale era 80; la sufficienza si raggiungeva con il 60% della prova corretta (48 punti). È stato assegnato un punto su due nel caso di errori morfologici oppure di significati non del tutto errati, ma inappropriati. Per la valutazione della traduzione (cui sono stati attribuiti 50 punti totali), è stata applicata la seguente griglia di valutazione. GRIGLIA DI VALUTAZIONE (FINE BIENNIO – INIZIO TRIENNIO) per le prove di Latino che prevedono la traduzione TIPOLOGIA MORFOLOGIA
SINTASSI
LESSICO MANCANZA DI TRADUZIONE
INDICATORI Masch./femminile – Sing./plur. Verbo (tempo / modo) Mancato riconoscimento del soggetto Errore di complemento Struttura localizzata (causale, temporale, relativa, finale…) Una frase completamente errata Errore di lessico Una parola non tradotta Righe intere di testo non tradotte
PUNTEGGIO PARZIALE - 0.25 - 0.25 Da - 0.50 a - 1 - 0.50 Da - 0.50 a - 1 - 1.50 Da - 0.25 a - 0.50 Da - 0.25 a - 0.50 Si calcolano sulla base della percentuale sul totale del testo (es. se in una versione di 10 righe non ne sono state
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tradotte 2, significa che manca il 20% del testo, per cui il voto di partenza non sarà 10, ma 8) Alle domande a risposta chiusa o semi-strutturate è stato assegnato un punto ciascuna per un totale di 18 punti. Per la valutazione delle domande aperte (cui sono stati assegnati 2 punti ciascuna alle domande 1 e 2, 4 punti ciascuna alle domande 3 e 4, per un totale di 12 punti), sono stati considerati i seguenti criteri: • pertinenza e completezza della risposta; • chiarezza e correttezza formale; • capacità di argomentazione, collegamento e rielaborazione personale (dove richiesto, in particolare per le domande 3 e 4). 10. R ISULTATI
DELLE VERIFICHE
I risultati delle verifiche orali si sono attestati quasi tutti tra il più che sufficiente e il discreto: pur palesando un certo grado di difficoltà nell’analisi del testo e nel riconoscimento puntuale delle strutture sintattiche, gli studenti, in genere, salvo poche eccezioni, hanno dimostrato un discreto livello di impegno e attenzione in classe e a casa e hanno saputo riproporre una traduzione accettabile dei passi assegnati. Le verifiche scritte hanno riportato un risultato molto inferiore rispetto alle aspettative: durante le lezioni, i continui feedback richiesti e i risultati delle verifiche orali, sebbene non fossero eccellenti, facevano comunque ipotizzare una buona acquisizione generale dei contenuti, che, invece, è avvenuta solo per le parti di analisi testuale e di conoscenza dei contenuti storico-letterari. Quello che ha spiazzato gli studenti, come loro stessi hanno ammesso, è stato indubbiamente il brano di versione, pur breve, senza vocabolario. In effetti, impostare, al biennio, un lavoro di questo tipo in cui tradurre e analizzare testi complessi con attenzione al lessico specifico, è stata una sfida, di cui si poteva prevedere la difficoltà. Gli errori più frequenti hanno riguardato, a livello sintattico: • il mancato riconoscimento di ut epesegetico e la mancata comprensione della struttura complessiva del periodo hoc animo… depugnarent; • il mancato riconoscimento delle due infinitive neminem… sese demittere e toto muro circumfundi; • il mancato riconoscimento del participio veriti; • la traduzione dell’aggettivo continenti, quasi sempre scambiato per un participio. • • •
A livello lessicale: la traduzione dell’avverbio omnino («a tutti» e non «completamente»); la traduzione del verbo petiverunt («chiesero» e non «si diressero»); la traduzione del sostantivo portis («porti» e non «porte»). Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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Invece, molto buoni si sono rivelati i risultati della parte di analisi testuale, di conoscenze e commento storico – letterario: basti pensare che, se fosse stata considerata solo quella parte di compito, ci sarebbe stata una sola insufficienza, non grave. Per quanto concerne, il compito di lessico, gli errori di gran lunga più frequenti hanno riguardato non tanto la memorizzazione del lessico, quanto piuttosto il riconoscimento delle strutture morfosintattiche e la loro corretta riproposizione in italiano. Ciò dimostra indubbiamente la grande difficoltà dei ragazzi a focalizzare l’attenzione su più aspetti contemporaneamente e a tradurre autonomamente anche frasi brevissime, senza suggerimenti dell’insegnante4. Probabilmente, se fosse stato richiesto di tradurre un elenco di parole decontestualizzate o di riconoscere soltanto le strutture, i risultati sarebbero stati ottimi, poiché non sono mancate tanto le conoscenze, quanto piuttosto la competenza di saper riapplicare le proprie conoscenze lessicali (e morfo-sintattiche) in contesti nuovi. 11. S TRATEGIE
DI RECUPERO
Il recupero è avvenuto innanzitutto in itinere, con le continue domande agli studenti e la lezione dialogata che ha consentito di avere continui feedback e con le frequenti interrogazioni che hanno consentito a tutta la classe il ripasso degli argomenti trattati. Inoltre, la correzione delle verifiche ha costituito un’ottima occasione per il recupero e il consolidamento delle conoscenze. Tuttavia, di fronte a due casi di insufficienza grave, dopo la verifica finale, si è deciso di procedere a un’ulteriore verifica orale di recupero nell’ultima lezione, tramite delle verifiche orali che hanno avuto esito sufficiente. 12. S CANSIONE
DELLE SINGOLE LEZIONI EFFETTUATE
Lezione 1 (1 ora) Si comincia con l’esplicitazione di obiettivi e contenuti che si prevede di affrontare nell’U.D.5: in particolare, si spiega che sarà anticipato un metodo di lavoro tipico del Triennio e che i testi saranno considerati non solo dal punto di vista della traduzione e delle regole morfo-sintattiche, ma anche per il contenuto, le tematiche e lo stile dell’autore e che si intende mostrare lo stretto legame tra lingua, stile e ideologia di Cesare (5-10 minuti). Segue un momento di lezione prevalentemente frontale con interventi degli studenti per il ripasso dei contenuti già noti, in modo da verificare, seppure sommariamente, l’effettivo possesso dei 4
Anche questo aspetto è coerente con i principi della Psicologia cognitiva, secondo cui la mente seleziona gli elementi su cui concentrare l’attenzione per evitare il sovraccarico (attenzione selettiva); inoltre, l’attenzione è direttamente proporzionale alla difficoltà e alla complessità dei compiti, pertanto lo studente è naturalmente portato a dirigere maggiormente l’attenzione su ciò che ritiene più complesso e conseguentemente «trascura» gli elementi più banali, almeno finché il processo non diventa automatico (vd. GIORDANO RAMPIONI 2010, pp. 26-28). 5 Questo risponde a un principio della «Didattica breve», che prevede una didattica «a carte scoperte», che renda partecipe lo studente della strategia formativa adottata dal docente, traendone un forte incentivo per migliorare il suo metodo di studio, soprattutto in un’età in cui è capace di comprendere e valutare quanto va facendo, sviluppando così un atteggiamento positivo verso l’apprendimento, vd. GIORDANO RAMPIONI 2010, p. 39. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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prerequisiti. L’introduzione all’autore, alla sua produzione e al periodo storico esaminato viene realizzata con il supporto di una presentazione in Power Point, che riassume i concetti principali in forma schematica, mostrata sulla LIM presente in classe. I punti essenziali toccati durante la lezione introduttiva sono i seguenti: 1. sintesi della vita, dell’educazione, del cursus honorum di Cesare; 2. elenco schematico delle opere minori; analogia e anomalia; 3. significato del titolo Commentarii, affinità e differenze con l’historia vera e propria, peculiarità delle opere di Cesare; 4. il giudizio di Cicerone sullo stile di Cesare; 5. la questione dell’attendibilità storica dei Commentarii; 6. sintesi di struttura e contenuto del De bello Gallico e del De bello civili. Ci si rende immediatamente conto che occorre sempre avvicinare i contenuti astratti esposti, anche quelli apparentemente semplici, al vissuto degli studenti, ossia è indispensabile, per chiarire i concetti e ancor più per fissarli nella loro memoria, portare esempi concreti, attualizzare e far riferimento a nozioni già in loro possesso (anche di altre discipline) per collegarle a quelle nuove. Ad esempio, per spiegare il concetto latino dell’historia come opus oratorium maxime, viene operato un collegamento interdisciplinare con Italiano, invitando gli studenti a pensare ai Promessi sposi per elencare le caratteristiche peculiari di un’opera letteraria; si fa uso della lavagna per uno schema riassuntivo delle caratteristiche indispensabili per qualificare un’opera come «letteraria», in particolare, si sottolinea l’importanza a tale proposito dell’uso consapevole della lingua e degli artifici espressivi. Questo procedimento risponde a un principio della Psicologia cognitiva secondo cui la percezione (e quindi la successiva elaborazione) dei dati in ingresso non avviene se non vi sono conoscenze già immagazzinate con cui operare un confronto, dunque il docente deve guidare la percezione degli studenti facendo sì che attribuiscano significato alla nuova informazione fornita6. Alla fine dell’ora, si distribuisce in fotocopia uno schema riassuntivo dei contenuti spiegati. Infatti, si ritiene di fondamentale importanza, al termine di ogni macro-argomento trattato, schematizzare alla lavagna i concetti-chiave, riassumendoli sempre con la collaborazione diretta degli studenti7: risulta particolarmente sentita la loro esigenza di avere una mappa chiara delle nozioni fondamentali da apprendere e di sentire ripetere più volte gli stessi contenuti in forme e contesti diversi, partecipando in prima persona il più possibile. Ciò risponde al principio della cosiddetta «variabilità di codifica», che parte dal presupposto che un’informazione, se presentata più volte in diversi contesti, ha maggiori probabilità di essere ricordata8. 6
Vd. GIORDANO RAMPIONI 2010, pp. 25-26. Anche quando ho distribuito uno schema riassuntivo di quanto presente nella presentazione in Power Point, esso è stato accolto con entusiasmo dai ragazzi, che hanno manifestato più volte la necessità di una chiarificazione dei concetti-chiave da ricordare. 8 Vd. GIORDANO RAMPIONI 2010, p. 35. 7
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Lezione 2 (1 ora) La prima parte della lezione è occupata da un breve riepilogo dei contenuti affrontati nella lezione precedente, anche a beneficio degli assenti, tramite brevi domande informali agli studenti9 (10 minuti). La tirocinante, subito dopo, distribuisce agli alunni la fotocopia del testo latino di Gall. I, 1 (vd. ALLEGATO 1) e una carta geostorica della Gallia ai tempi di Cesare, poi invita gli alunni a osservare la carta geostorica e illustra brevemente la geografia della Gallia (lezione frontale – 10 minuti) Segue la lettura in latino con un’analisi approfondita (morfo-sintattica, retorica, stilistica, lessicale, contenutistica) della prima parte del proemio del De bello Gallico, come modello di analisi di un testo letterario latino (lezione interattiva / dialogica 30 minuti). La traduzione viene effettuata con la collaborazione di diversi studenti, chiamati a ricostruire la sintassi delle frasi, rispondere a domande morfologiche, sintattiche e lessicali e a proporre una traduzione; i compagni vengono sollecitati a intervenire per correggere o apportare miglioramenti, ma raramente lo fanno spontaneamente. Alla fine, si elabora, per ogni periodo, una traduzione «definitiva», che gli studenti sono invitati a trascrivere. La tirocinante interviene solo per correzioni, precisazioni lessicali, commenti stilistici o contenutistici. Ad esempio, si sofferma sull’aggettivo omnis per far osservare il suo preciso significato di «tutto come insieme delle parti», che mette in risalto, fin dalle prime parole, il taglio analitico dell’opera cesariana, rimarcandone le differenze rispetto a totus, cunctus, universus. Viene anche fatta notare la particolare struttura simmetrica e tripartita del passo che corrisponde alla divisione in partes tres della Gallia10. Quando gli studenti palesano incertezze sui significati delle parole, sono invitati a riflettere sui derivati italiani o su parole latine simili e incitati a inferire un significato, che poi dovrebbe essere verificato e meglio precisato, una volta che il contesto sia diventato più chiaro. È il caso del verbo appellantur, il cui significato di «chiamare» si può comprendere riflettendo sui termini italiani «appello» e «appellativo». In questo modo, si vorrebbe configurare l’attività della traduzione come un vero e proprio «laboratorio»11. Inoltre, per rimarcare l’utilità di apprendere il lessico di base ricorrente in Cesare, si fa notare la sua grande ripetitività e il rifiuto della variatio sinonimica: infatti, ad esempio, già nel proemio troviamo sei volte flumen (e mai i suoi sinonimi amnis e fluvium) e quattro volte pars. Vengono, inoltre, messe in evidenza le figure retoriche incontrate (anafora con poliptoto in hi omnes … horum omnium; litote in minime saepe; anastrofe in qua de causa12, etc): esse dovrebbero essere note agli studenti che hanno recentemente affrontato in Italiano l’analisi del testo poetico. 9
Esempi: Quali opere ha scritto Cesare e qual è il loro contenuto?; Che cosa si intende per «intento propagandistico»?; Qual è il significato del termine «commentarius»? 10 Il ritmo ternario permea tutto il discorso: Belgae, Aquitani, Celtae / lingua, institutis, legibus / Garumna, Matrona, Sequana / oriuntur, pertinent, spectat. 11 Nel senso esplicitato, ad esempio, da Flocchini (vd. FLOCCHINI 1999, pp. 203-204): «uno spazio-scuola separato da quello dell’insegnamento grammaticale nel quale l’attenzione venga portata sulle strutture testuali del brano latino in funzione della produzione di un testo italiano che esprima quel messaggio, senza tradirne il senso», non per pervenire ad una traduzione definitiva, ma ad una serie di «ipotesi di traduzione», rendendo consapevole lo studente del fatto che tradurre costringe sempre a fare delle scelte e che la comprensione è sempre molto più ricca della traduzione. 12 È stata definita come anastrofe, anche se si tratta di un costrutto ampiamente formulare e codificato. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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Sempre utilizzando un metodo induttivo, nel momento in cui si incontra il verbo differo, la tirocinante introduce il paradigma e i significati principali del verbo fero (10 minuti conclusivi). È emerso da subito che la traduzione e l’analisi approfondita del testo richiedono più tempo del previsto: d’altronde, soprattutto nelle prime fasi, ci si è preoccupati in primis di fornire un modello di analisi il più dettagliato possibile e di co-costruirlo insieme agli studenti, operazione resa difficoltosa soprattutto dalle incertezze manifestate nel riconoscere strutture e nell’inferire significati ritenuti piuttosto semplici. Tuttavia, se anche richiede molto tempo, si ritiene che questa metodologia sia la più efficace, in quanto in tal modo gli studenti non si limitano al ruolo di semplici spettatori passivi, ma diventano davvero partecipi e coinvolti nel lavoro didattico. Ovviamente, ciò è ancora più importante per ragazzi del biennio, che hanno bisogno di essere spesso sollecitati a mantenere viva l’attenzione e che incontrano molte difficoltà nel tradurre testi autentici e non semplificati, scelti in base al contenuto e non alle difficoltà morfo-sintattiche, anche se brevi e ampiamente contestualizzati. Ciò non significa eliminare la lezione frontale, indispensabile nelle fasi iniziali e per la contestualizzazione dei passi, ma ridurne la durata, in favore di modalità più interattive. A questo proposito, si reputa fondamentale fondarsi sul testo e sulla sua lettura fin dalle prime fasi dell’apprendimento del latino, in quanto «è la lettura globale e meditata dei testi che può contribuire alla formazione dei giovani»13 e mettere al centro il testo significa «ridurre al minimo l’analisi della parola isolata dal contesto comunicativo e privilegiare, sin dall’inizio, la prospettiva morfosintattica»14. Lezione 3 (2 ore) Si prosegue con la traduzione e l’analisi del passo con le stesse modalità utilizzate nella lezione precedente (lezione interattiva / dialogica – 40 minuti); gli studenti sono invitati a prestare particolare attenzione ai termini geografici e a sottolinearli. Si fanno inoltre notare i particolari significati che assumono alcuni vocaboli frequenti se impiegati in un contesto geografico: dividere vale «separare», continere «delimitare», attingere «estendersi», vergere o spectare «essere rivolto», etc. Gli studenti sono invitati a sottolineare con colori diversi i vari campi semantici e a lavorare sul passo con matita e colori in modo da evidenziarne anche visivamente i diversi aspetti. Alla fine dell’ora, l’intero passo viene proiettato con la LIM. e una studentessa si offre di ritradurlo e di riepilogare quanto spiegato, con ottimi risultati (10 minuti). Nell’ora successiva, si passa poi a distribuire la fotocopia di brevi passi tratti dal De bello Gallico15: si intende mostrare quali siano le caratteristiche peculiari che Cesare attribuisce ai suoi nemici. Il primo passo (III, 19), inoltre, contiene due forme del verbo fero, al congiuntivo imperfetto e al gerundivo; si cerca di far inferire agli studenti di che forme si tratti e si assegna lo studio della coniugazione del congiuntivo. Per quanto riguarda la forma verbale factum est, ci si limita, per il momento, a spiegare che deriva dal verbo facio e che la forma funge anche da perfetto suppletivo del 13
Vd. GUILLAUMIN 1988, pp. 131-132. Vd. FLOCCHINI 1999, p. 168. 15 Vd. ALLEGATO 1. 14
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verbo fio, di cui si elencano i significati principali, sottolineando l’accezione di «accadere» che qui assume, seguito da ut. Il participio veritus è l’occasione per un excursus lessicale sui verba timendi e sui loro significati particolari, che vengono elencati sommariamente, scrivendoli alla lavagna16. Questa volta, per velocizzare i tempi, la traduzione viene effettuata perlopiù dall’insegnante, sebbene siano ripetutamente sollecitati interventi degli studenti. Essi vengono costantemente invitati ad arricchire il loro elenco di parole frequenti con i nuovi vocaboli via via incontrati e a sottolineare le espressioni che contribuiscono a caratterizzare i Galli (nei passi tradotti in classe soprattutto ut ad bella suscipienda Gallorum alacer et promptus est animus sic mollis ac minime resistens ad calamitates ferendas mens eorum est in III, 19; infirmitas, mobiles in consiliis capiendis, novis rebus student, his rebus atque auditionibus permoti de summis rebus consilia ineunt in IV, 5). Lezione 4 (2 ore) Si procede con le verifiche orali: tre studenti vengono interrogati sui passi assegnati da tradurre autonomamente. Si invitano, poi, gli studenti a sottolineare in tutti i testi analizzati le caratteristiche che Cesare attribuisce ai Galli: l’elenco, prodotto da loro stessi, viene trascritto alla lavagna in forma schematica (1 ora e 15 minuti)17. In seguito, si procede con l’introduzione al De bello civili, tramite la lettura dei paragrafi iniziali, distribuiti in traduzione18. Il discorso verte successivamente sull’assenza di proemio, un elemento utile per differenziare l’opera di Cesare dalla storiografia canonica. Per dare un’idea agli studenti del contenuto tipico dei proemi storiografici, si distribuiscono parti di quello del De Catilinae coniuratione (in traduzione), come esempio di un proemio «canonico», che presenta l’esposizione degli intenti dello storico e del contenuto dell’opera in una chiave apertamente moraleggiante, e quello della Germania di Tacito (in traduzione, con testo latino a fronte), che è molto simile all’inizio del De bello Gallico (basti notare l’incipitario Germania omnis, evidentemente parallelo a Gallia omnis) per dimostrare che esso è stato preso a modello per le opere etnografiche successive (lezione frontale con interventi degli studenti – 40 minuti)19. Del De bello civili, si intende far notare particolarmente l’ironia di Cesare nel presentare i suoi avversari. Per raggiungere questo obiettivo, si passa all’analisi in lingua di brevissimi passi selezionati dal primo libro dell’opera, che dimostrino come, fin dalle prime battute, i Pompeiani siano tacitamente
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Seguendo Traina – Bertotti (vd. TRAINA – BERTOTTI 2003, p. 380, nota I), timeo indica la paura istintiva e irrazionale; metuo il timore, consapevole e ragionato; vereor aggiunge spesso l’idea del rispetto e della vergogna; pertimesco è momentaneo e dinamico, grazie alla presenza del suffisso incoativo –sco, e vale «impaurirsi»; formido è il timor panico, che paralizza; paveo e horreo descrivono gli effetti fisici del timore, il batticuore e il brivido. 17 Oltre alle espressioni già evidenziate nella lezione precedente e ora riprese, occorre aggiungere: homines temerari atque imperiti che si fanno spaventare da falsi rumores che li spingono al facinus in VI, 20; avaritia, iracundia, temeritas tam innata ut levem auditionem habeant pro re comperta in VII, 42. 18 La traduzione di riferimento è quella di Lorenzo Montanari (MONTANARI 2008). Vd. ALLEGATO 1. 19 Vd. ALLEGATO 1. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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sminuiti e messi in ridicolo; per mancanza di tempo, la traduzione dei passi viene affidata come lavoro a casa. Lezione 5 (1 ora) Si procede alle verifiche orali. Vengono, poi riassunte in forma schematica le caratteristiche che Cesare ascrive a Pompeo nei passi considerati: l’influenzabilità (ab inimicis Caesaris incitatus), la sete di potere (quod neminem dignitate secum exaequari volebat), lo spregio di ogni legge (omnia divina humanaque iura permiscentur) e la debolezza d’animo (tenuis atque infirmus animus). Nel tempo restante, viene riassunto brevemente il contenuto del De bello civili; viene, poi, distribuita la fotocopia di Civ. III, 7220 e contestualizzato il passo, volto a mostrare la vanagloria e le vuote vanterie dei Pompeiani dopo un’effimera vittoria. Vengono fatte notare, in particolare, alcune parole-chiave che dimostrano l’atteggiamento dello scrittore verso i suoi avversari (tantum fiduciae et spiritus da tradurre non tanto come «fiducia e coraggio», quanto piuttosto «baldanza e presunzione»; vicisse iam sibi viderentur; la ripetuta e incalzante anafora di «non» a rimarcare di non essere responsabile della sconfitta; proinde ac si virtute vicissent, fino al pomposo, enfatico e ironico per orbem terrarum fama ac litteris victoriam eius diei concelebrabant). Il passo è, poi, affidato alla traduzione autonoma degli studenti, dopo averne chiarito alcune difficoltà morfosintattiche, come la costruzione di videor che non hanno mai affrontato, o l’espressione proinde ac si da tradurre «come se» (lezione frontale – 20 minuti). Lezione 6 (1 ora) Trattandosi dell’ultima lezione prima delle verifiche, si è ritenuto opportuno fornire agli studenti un esempio concreto di un testo latino corredato da note esaustive, in modo che abbiano un’idea precisa della tipologia di analisi testuale cui si troveranno di fronte in sede di verifica. Il passo scelto è Civ. III, 86, che mostra appieno il sarcasmo di Cesare nel riportare il discorso vanaglorioso e iperbolico di Pompeo ai suoi soldati prima della battaglia decisiva di Farsàlo. Nella fotocopia distribuita (vd. ALLEGATO 1), gli studenti possono trovare una serie di note esplicative e un breve commento contenutistico e stilistico che mostra come lo stile palesi perfettamente la volontà dello scrittore. Mentre si traduce il passo con le stesse modalità delle lezioni precedenti, si pongono ripetutamente domande simili a quelle che gli studenti troveranno nella verifica finale (esempi: analisi morfologica di polliceri; in quali punti del testo si manifesta chiaramente l’ironia di Cesare?; che figura retorica è id cum?, etc) (lezione interattiva / dialogica). Lezione 7 (1 ora) Verifica breve sul lessico. Tempo: 20-25 minuti (vd. ALLEGATO 2).
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Vd. ALLEGATO 2. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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Nella mezz’ora rimanente, si procede alla correzione collettiva e all’analisi di Civ. III, 72, assegnato da tradurre per la lezione precedente, ma non ancora corretto. (lezione interattiva / dialogica – 30 minuti). Infine, la tirocinante distribuisce la fotocopia del passo da tradurre e analizzare come esercizio di preparazione alla verifica (Civ. III, 95). Il passo contiene molti termini e costruzioni presenti anche nella breve versione presente nel compito in classe: constituo, acies, perterriti, locum, oppugno (simile a depugno) la completiva con ut, etc. (vd. ALLEGATO 1). Lezione 8 (2 ore) Verifica scritta finale (vd. ALLEGATO 2). Lezione 9 (1 ora) Consegna e correzione delle verifiche; recupero delle insufficienze gravi tramite verifiche orali, con la correzione della traduzione di Civ. III, 95. Al termine dell’ora (e dell’U.D.), viene assegnato agli studenti come lettura estiva il saggio di Luca Canali Personalità e stile di Cesare.
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Riferimenti bibliografici E DIZIONI
INTEGRALI DI RIFERIMENTO DELLE OPERE DI
C ESARE
Montanari 2006: Lorenzo Montanari (traduzione e note di), Giulio Cesare, La guerra gallica, con introduzione di Giovanni Cipriani e Grazia Maria Masselli, Siena, Barbera, 2006. Montanari 2008: Lorenzo Montanari (traduzione e note di), Giulio Cesare, La guerra civile, con introduzione di Giovanni Cipriani e Grazia Maria Masselli e un saggio di Federica Introna, Siena, Barbera, 2008. S TUDI ,
SAGGI , MONOGRAFIE SU
C ESARE
Canali 1966: Luca Canali, Personalità e stile di Cesare, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1966. Canfora 2005: Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico (1999), Roma-Bari, Laterza, 20055. Castagna 2002: Luigi Castagna, Cesare: questioni di lingua e di stile, in «Humanitas» 57 (2002), pp. 69-80. Cipriani 1990: Giovanni Cipriani, Il galateo del comandante. Modelli comportamentali in Sallustio (Cat. 60-61) e Cesare (civ. 3,94-96), in «Aufidus» 11-12 (1990), pp. 101-125. Cugusi 2005: Paolo Cugusi, Strenui militis et boni imperatoris officia simul exequi. Cenni sulla ‘ideologia’ del condottiero nella letteratura romana, in AA.VV. Politica e cultura in Roma antica. Atti dell’incontro di studio in ricordo di Italo Lana (Torino, 16-17 ottobre 2003), Bologna, Pàtron, 2005, pp. 35-58. La Penna 1978: Antonio La Penna, Tendenze ed arte del Bellum Civile di Cesare, in Aspetti del pensiero storico latino, Torino, Einaudi, 1978, pp. 145-185. La Penna 1999: Antonio La Penna (introduzione e traduzione di), Giulio Cesare, La guerra civile, con note di Nadia Vidale, Venezia, Marsilio, 1999. Marcone 1990: Arnaldo Marcone, Il nuovo stile dell’uomo politico: Pompeo ‘princeps civilis’ , in «Athenaeum», 78 (1990), pp. 475-481. Pascucci 1970: Giovanni Pascucci, Lettura di Cesare, Brescia, Paideia, 1970. Pascucci 1973: Giovanni Pascucci, I mezzi espressivi e stilistici di Cesare nel processo di deformazione storica dei Commentarii, in «SCO», 6 (1957), pp. 134-174 [ora in id. Scritti scelti (vol. II), Firenze, Istituto di Filologia classica «Giorgio Pasquali», 1983, pp. 717-759]. Perrotta 1948: Gennaro Perrotta, Cesare scrittore, in «Maia» 1 (1948), pp. 5-32. Stucchi 2003: Silvia Stucchi, Su alcune accezioni dell’ironia nel de bello civili, in «Aufidus» 51 (2003), pp. 151-172.
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Vottero 2004: Dionigi Vottero (note di), Giulio Cesare, La guerra civile, con traduzione di Antonio La Penna, introduzione di Adriano Pennacini e prefazione di Roberto Andreotti, Torino, Einaudi, 2004. A LTRI
TESTI DIDATTICI E SCIENTIFICI UTILIZZATI
Flocchini 1999: Nicola Flocchini, Insegnare latino, Firenze, La Nuova Italia, 1999. Giordano Rampioni 2003 [1]: Anna Giordano Rampioni, L’insegnamento del lessico latino: perché, quale, in «Aufidus» 50 (2003), pp. 93-104. Giordano Rampioni 2003 [2]: Anna Giordano Rampioni, L’insegnamento del lessico latino: come. Alla ricerca di un metodo, in «Aufidus» 51 (2003), pp. 197-207. Giordano Rampioni 2010: Anna Giordano Rampioni, Manuale per l’insegnamento del latino (1998), Bologna, Pàtron, 20104. Guillaumin 1988: Jean-Yves Guillaumin, Riflessioni per una metodologia nella didattica del lessico latino, in «Aufidus» 6 (1988), pp. 129-132. Riganti 1989: Elisabetta Riganti, Lessico latino fondamentale, Bologna, Pàtron, 1989. Stupazzini 1997: Luciano Stupazzini, Il valore del lessico in rapporto alle abilità di comprensione e traduzione, in Francesco Piazzi (a cura di), Didattica breve – materiali 4; latino, Bologna, I.R.R.S.A.E.-E.R., 1997, pp. 65-89. Stupazzini 1998: Luciano Stupazzini, I nuclei fondanti dell’insegnamento di latino, in «Aufidus» 35 (1998), pp. 55-79. Traina 1983: Alfonso Traina, Latino perché? Latino per chi?, in «Nuova Paideia» II, 5 (1983), pp. 44-48 [ora in appendice a Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, Bologna, Pàtron, 19986, pp. 429-437]. Traina, Bernardi Perini 1998: Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario (1972), Bologna, Pàtron 19986.
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A LLEGATO 1 Repertorio dei testi e materiali indicati nelle fasi di progetto •
L EZIONE 2
F ONTE : Cesare, De bello Gallico, libro I Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se differunt. Gallos ab Aquitanis Garumna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. Horum omnium fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate provinciae longissime absunt, minimeque ad eos mercatores saepe commeant atque ea quae ad effeminandos animos pertinent important, proximique sunt Germanis, qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere cotidianis proeliis cum Germanis contendunt, cum aut suis finibus eos prohibent aut ipsi in eorum finibus bellum gerunt. Eorum una, pars, quam Gallos obtinere dictum est, initium capit a flumine Rhodano, continetur Garumna flumine, Oceano, finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et Helvetiis flumen Rhenum, vergit ad septentriones. Belgae ab extremis Galliae finibus oriuntur, pertinent ad inferiorem partem fluminis Rheni, spectant in septentrionem et orientem solem. Aquitania a Garumna flumine ad Pyrenaeos montes et eam partem Oceani quae est ad Hispaniam pertinet; spectat inter occasum solis et septentriones.
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L EZIONE 3 Ma come sono questi Galli?
F ONTE : Cesare, De bello Gallico, III, 19 Factum est opportunitate loci, hostium inscientia ac defatigatione, virtute militum et superiorum pugnarum exercitatione, ut ne unum quidem nostrorum impetum ferrent ac statim terga verterent. Quos impeditos integris viribus milites nostri consecuti magnum numerum eorum occiderunt; reliquos equites consectati paucos, qui ex fuga evaserat, reliquerunt. […] Nam ut ad bella suscipienda Gallorum alacer ac promptus est animus, sic mollis ac minime resistens ad calamitates ferendas mens eorum est.
F ONTE : Cesare, De bello Gallico, IV, 5-6 His de rebus Caesar certior factus et infirmitatem Gallorum veritus, quod sunt in consiliis capiendis mobiles et novis plerumque rebus student, nihil his committendum existimavit. Est enim hoc Gallicae consuetudinis, uti et viatores etiam invitos consistere cogant et quid quisque eorum de quaque re audierit aut cognoverit quaerant et mercatores in oppidis vulgus circumsistat quibus ex regionibus veniant quas ibi res cognoverint pronuntiare cogant. His rebus atque auditionibus permoti de summis saepe rebus consilia ineunt, quorum eos in vestigio paenitere necesse est, cum incertis rumoribus serviant et pleri ad voluntatem eorum ficta respondeant. Qua consuetudine cognita Caesar, ne graviori bello occurreret, maturius quam consuerat ad exercitum proficiscitur.
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F ONTE : Cesare, De bello Gallico, VI, 20 Haec civitates habent legibus sanctum, si quis quid de re publica a finitimis rumore aut fama acceperit, uti ad magistratun deferat neve cum quo alio communicet, quod saepe homines temerarios atque imperitos falsis rumoribus terreri et ad facinus impelli et de summis rebus consilium capere cognitum est. Magistratus quae visa sunt occultant quaeque esse ex usu iudicaverunt moltitudini produnt. De re publica nisi per concilium loqui non conceditur.
F ONTE : Cesare, De bello Gallico, VII, 42 Haedui primis nuntiis ab Litavicco acceptis nullum sibi ad cognoscendum spatium relinquunt. Impellit alios avaritia, alios iracundia et temeritas, quae maxime illi hominum generi est tam innata ut levem auditionem habeant pro re comperta. Bona civium Romanorum diripiunt, caedes faciunt, in servitutem abstrahunt. Adiuvat rem proclinatam Convictolitavis plebemque ad furorem impellit, ut facinore admisso ad sanitatem reverti pudeant. Marcum Aristium, tribunum militum, iter ad legionem facientem fide data ex oppido Cabillono educunt: idem facere cogunt eos, qui negotiandi causa ibi constiterant. Hos continuo in itinere adorti omnibus impedimentis exuunt.
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L EZIONE 4
F ONTE : Cesare, De bello civili, I, 1-4, passim L’inizio del De bello civili Il De bello civili si apre, senza alcun proemio, con la seduta del Senato del primo gennaio del 49 a. C., in cui viene letta una lettera di Cesare; neanche Pompeo è presente a Roma, così si fa suo portavoce il suocero Metello Pio Scipione. La lettera di Cesare fu consegnata ai consoli. I tribuni della plebe, a seguito di continue insistenze, ottennero che fosse letta ad alta voce in Senato. Scipione riferì che Pompeo aveva in animo di difendere Roma, potendo contare sull’appoggio del Senato, ma se questo si fosse rivelato poco risoluto e lento nel prendere decisioni, allora non avrebbe più potuto chiedere il suo aiuto, pur avendone bisogno. Questa seduta si tenne in città, quando ormai Pompeo stava per arrivare. Fu per questo che il discorso di Scipione parve uscito direttamente dalla bocca di Pompeo. Per via delle urla del console, per la paura di un esercito ormai pronto a dilagare in Roma e per le minacce dei sostenitori di Pompeo, la maggior parte dei senatori si spaventò e fu costretta controvoglia ad aderire alla proposta del console Scipione per poi votarla: Cesare doveva congedare il suo esercito entro una data fissata, altrimenti sarebbe stato considerato un nemico dello Stato. I tribuni della plebe opposero il loro veto e questa loro azione fu subito oggetto di un dibattito acceso in Senato. Volarono parole di fuoco, anzi tanto più le parole si facevano dure e malvagie, quanto più venivano applaudite dagli oppositori di Cesare. Pompeo provvide a far richiamare i suoi veterani con la promessa di ricompense in denaro e cariche onorifiche; fece richiamare in servizio anche molti soldati appartenenti alle due legioni che Cesare gli aveva consegnato. Roma si riempì dei soldati, dei tribuni, dei centurioni e degli ex legionari che Pompeo Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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aveva richiamato in servizio. Sciamarono in Senato tutti i fedeli alleati dei due consoli, i sostenitori di Pompeo e tutti quelli che odiavano Cesare per vecchie ruggini. I senatori più emotivi rimasero scossi da questa rumorosissima riunione di uomini; quelli indecisi si decisero. In verità, ai più fu tolta la possibilità di decidere liberamente.
Ritratti di Pompeiani Catone, per vecchie ruggini e un insuccesso elettorale, già da tempo era ostile a Cesare. Lentulo era spinto a questa opposizione dai suoi debiti ingenti, dalla speranza di arrivare alla guida di un grande esercito e dalle somme di denaro con le quali era stato corrotto dai principi stranieri che aspiravano al titolo di “re”. Si vantava coi suoi sostenitori di essere il nuovo Silla, a cui sarebbe stato affidato tutto il potere su Roma. Scipione era mosso dalla stessa brama del suo collega di ottenere province e potere militare; pensava che, grazie al rapporto di parentela che lo legava a Pompeo, questi gli avrebbe permesso di condividere il governo con lui. Scipione era spinto anche da una grande paura per le pendenze legali che aveva in corso e dall’adulazione verso gli uomini più potenti che, in quei tempi, avevano grande influenza negli affari di Stato e sulla magistratura.
Pompeo Ipse Pompeius, ab inimicis Caesaris incitatus, et quod nemini dignitate secum exaequari volebat, totum se ab eius amicitia averterat et cum communibus inimicis in gratiam redierat, quorum ipse maximam partem illo affinitatis tempore iniunxerat Caesari; simul infamia duarum legionum permotus, quas ab itinere Asiae , ad suam potentiam dominatumque converterat, rem ad arma deduci studebat.
F ONTE : Cesare, De bello civili, I, 6, 2 e 8 Pompeo parla ai senatori, ripetendo le stesse proposte che aveva enunciato per mezzo di Scipione, afferma di avere dieci legioni pronte a combattere, poi… Praeterea cognitum compertumque sibi alieno esse animo in Caesarem milites neque eis posse persuaderi, uti eum defendant aut sequantur.
La situazione precipita rapidamente verso la guerra: i Pompeiani compiono azioni inaudite e sono ormai gli unici padroni di Roma. Tota Italia delectus habetur, arma imperantur; pecuniae a municipiis exiguntur, e fanis tolluntur: omnia divina humanaque iura permiscentur.
F ONTE : Cesare, De bello civili, I, 32, 5 Cesare mise in luce la rabbiosa ostinazione dei suoi nemici (inimicorum) che si rifiutavano di fare ciò che a loro volta pretendevano dagli altri, preferendo gettare Roma nel caos, piuttosto che perdere il posto e l’esercito […]. Poi passò in rassegna tutte le proposte di pace che lui stesso aveva avanzato, i tentativi di colloqui richiesti e rifiutati […]. Legatos ad Pompeium de compositione mitti oportere, neque se reformidare, quod in senatu Pompeius paulo ante dixisset, ad quos legati mitterentur, his auctoritatem attribui timoremque eorum qui mitterent significari. Tenuis atque infirmi Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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haec animi videri. Se vero, ut operibus anteire studuerit, sic iustitia et aequitate velle (volere) superare.
F ONTE : Cesare, De bello civili, III, 72 Dopo il successo ottenuto a Durazzo grazie, secondo Cesare, a circostanze particolarmente favorevoli, i Pompeiani credono di aver già vinto la guerra e, ormai sicuri che nulla possa cambiare, vanno diffondendo la notizia in ogni luogo. His rebus tantum fiduciae ac spiritus Pompeianis accessit, ut non de ratione belli cogitarent, sed vicisse iam sibi viderentur. Non illi paucitatem nostrorum militum, non iniquitatem loci atque angustias preoccupatis castri et ancipitem terrorem intra extraque munitiones, non abscisum in duas partes exercitus, cum altera alteri auxilium ferre non posset, causae fuisse cogitabant. Non ad haec addebant non ex concursu acri facto, non proelio dimicatum, sibique ipsos moltitudine atque angustiis maius attulisse detrimentum quam ab hoste accepissent. Non denique communis belli casus recondabantur, quam parvulae saepe causae vel falsae suspicionis vel terroris repentini vel obiectae religionis magna detrimenta intulissent, quotiens vel ducis vitio vel culpa tribuni in exercitu esset offensum. Sed proinde ac si virtute vicissent neque ulla commutatio rerum posset accidere, per orbem terrarum fama ac litteris victoriae eius diei concelebrabant.
Qualche altro esempio di proemio storiografico F ONTE : Sallustio, De Catilinae coniuratione, proemio21 Tutti gli uomini che aspirano ad eccellere sugli altri esseri viventi debbono con incessante sforzo impegnarsi per non trascorrere la vita nell’oscurità, simili alle bestie che natura volle chine a terra e schiave del ventre. Orbene ogni nostra energia risiede nell’anima e nel corpo: funzione dell’anima è il comandare, del corpo l’ubbidire; l’una ci accomuna agli dei, l’altro agli animali bruti. […] Nell’infinito mare delle azioni umane, le naturali inclinazioni indicano a ciascuno il proprio cammino. Lodevol cosa è tornar utili allo Stato con l’azione, ma è cosa altrettanto egregia illustrarne le imprese con la parola. […] Ora anch’io, giovane inesperto, fui dapprima, come tanti altri, portato con passione alla vita pubblica, e vi trovai molte contrarietà; poiché in luogo del ritegno, del disinteresse, del merito, dominavano l’imprudenza, la corruzione, la cupidigia. E benché il mio animo, non aduso alle male arti rifuggisse da quei sistemi, tuttavia, tra vizi così gravi, la mia debole età si andava corrompendo di ambizione. […] Così, quando il mio animo, sottraendosi a tante meschinità e pericoli, ebbe pace, e decisi di vivere il resto della mia vita lontano dagli ambienti politici, non mi proposi di trascorrere nell’inerzia la preziosa tranquillità, […] ma, tornando a quel proponimento e a quegli studi dai quali mi aveva distolto una funesta ambizione, decisi di narrare compiutamente, per monografie, le imprese del popolo romano. […] Tratterò dunque brevemente e il più veracemente possibile della congiura di Catilina: infatti io annovero questa impresa tra le più memorande per la singolarità del delitto e della minaccia portata allo Stato.
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Traduzione italiana tratta da Caio Sallustio Crispo, Opere, a cura di Paolo Frassinetti e Luca di Salvo, Torino, UTET, 1990. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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F ONTE : Tacito, Germania, proemio22 T ESTO
T RADUZIONE
Germania omnis a Gallis Raetisque et Pannoniis Rheno et
Il Reno e il Danubio dividono tutta la Germania dal
Danuvio fluminibus, a Sarmatis Dacisque mutuo metu aut montibus separatur: cetera Oceanus ambit, latos sinus et insularum inmensa spatia complectens, nuper cognitis quibusdam gentibus ac regibus, quos bellum aperuit. Rhenus, Raeticarum Alpium inaccesso a vertice ortus, modico flexu in occidentem versus septentrionali Oceano miscetur. Danuvius molli et clementer edito montis
paese dei Galli, da quello dei Rezi e da quello dei Pannoni; la paura reciproca e i monti la separano dai Sarmati o dai Daci; l’oceano circonda le altre terre abbracciando estese insenature e vastissime isole, dove di recente furono conosciuti popoli e re, scoperti a noi dalla guerra. Il Reno, che nasce da un’inaccessibile e scoscesa montagna delle Alpi
Abnobae iugo effusus pluris populos adit, donec in Ponticum mare sex meatibus erumpat: septimum os paludibus hauritur.
Retiche, giunto al nord, si getta nell’Oceano, dopo aver ripiegato con una linea curva verso Occidente. Il Danubio scarica le sue acque giù dalla catena dell’Abnobe, che si leva con facile pendio, e, dopo aver lambito molti paesi, si getta per sei bocche nel mare Pontico; una settima corrente si esaurisce nelle paludi.
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L EZIONE 5
F ONTE : Cesare, De bello civili, III, 86, 1-4 Pompeo espone ai suoi soldati la strategia di guerra prima della battaglia decisiva in un brevissimo discorso: si tratta di una strategia tutta basata sulla cavalleria, che è assai più potente di quella di Cesare, e alla quale Pompeo accorda piena fiducia. Pompeius quoque, ut postea cognitum est, suorum omnium hortatu1 statuerat proelio decertare. Namque etiam in consilio superioribus diebus dixerat, priusquam concurrerent acies2, fore uti exercitus Caesaris pelleretur. Id cum3 essent plerique admirati, «Scio me», inquit, «paene incredibilem rem polliceri4; sed rationem consilii mei5 accipite, quo firmiore animo in proelium prodeatis6. Persuasi7 equitibus nostris (idque mihi facturos confirmaverunt)8, ut, cum propius sit accessum, dextrum Caesaris cornu ab latere aperto9 aggrederentur et circumventa ab tergo acie prius perturbatum exercitum pellerent10, quam a nobis telum in hostem iaceretur11. Ita sine periculo legionum et paene sine vulnere bellum conficiemus. Id autem difficile non est, cum tantum equitatu valeamus12».
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Traduzione italiana tratta da Tacito, La vita di Agricola. La Germania, introduzione e commento di Luciano Lenez, 9 traduzione di Bianca Ceva, Milano, BUR, 2003 . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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Note 1. suorum omnium hortatu: nel capitolo 82 si parlava dell’agire lento e ponderato di Pompeo, mal sopportato dai suoi, impazienti di cogliere i frutti della vittoria e sospettosi della brama di potere del loro comandante. Cesare non perde mai l’occasione di sottolineare la scarsa autonomia decisionale di Pompeo, condizionato dai tanti consiglieri. 2. priusquam concurrerent acies: proposizione temporale che è subordinata alla successiva proposizione oggettiva fore uti exercitus Caesari pelleretur, in cui si trova la perifrasi fore uti (= ut) + il congiuntivo pelleretur al posto dell’infinito futuro passivo (pulsum iri). 3. Id cum: anastrofe. 4. paene incredibilem rem polliceri: l’espressione suona ironica al lettore informato dell’andamento dei fatti successivi: la battaglia finirà in modo diametralmente opposto e la rovinosa sconfitta dei Pompeiani sarà dovuta proprio a quella cavalleria che avrebbe dovuto essere il loro punto forte. Il paradosso è accentuato dal fatto che è Pompeo stesso a bollare il suo discorso arrogante come iperbolico: sembra quasi che sia conscio dell’illogicità di ciò che sta dicendo, ma si auguri comunque di suscitare nel suo uditorio una baldanzosa fiducia. 5. rationem consilii mei: la ratio è il progetto, il piano nel quale si articola il proposito (consilium).
6. quo… prodeatis: proposizione finale; il quo al posto di ut è dovuto alla presenza del comparativo firmiore. 7. Persuasi: regge il dativo equitibus nostris e la completiva ut… adgrederentur. 8. idque mihi facturos (sott. esse) confirmaverunt: questa frase parentetica conferma quanto superficialmente, secondo Cesare, Pompeo stesse predisponendo il suo attacco. Il bravo generale, sembra suggerire Cesare tra le righe, deve capire da sé quali garanzie possano offrire le sue truppe, piuttosto che ritenersi appagato dalle loro rassicurazioni. 9. ab latere aperto: il fianco destro di Cesare e il sinistro di Pompeo si trovavano verso la pianura, mentre i fianchi opposti erano protetti da un fiume. Pompeo aveva schierato la propria cavalleria sul fianco sinistro per sfruttare l’enorme superiorità numerica. Cesare altrove parla dei 7000 cavalieri pompeiani contro i suoi 1000. 10. pellerent: congiuntivo imperfetto retto da ut in quanto coordinato alla precedente completiva ut… adgrederentur. 11. quam a nobis telum in hostem iaceretur: la speranza di Pompeo è di vincere la battaglia decisiva senza rischiare nulla, anzi senza neppure combattere. 12. cum tantum equitatu valeamus: cum narrativo con valore causale; equitatu è un ablativo di limitazione.
Inizia da questo capitolo il resoconto degli errori di Pompeo e del suo conseguente fallimento (a cui si contrappone l’eccellenza strategica di Cesare): come è tipico dello stile cesariano non troviamo valutazioni di merito, ma una descrizione nitida e apparentemente del tutto oggettiva dei fatti. La decisione di Pompeo di puntare tutto sulla cavalleria pecca di approssimazione e di superficialità, poiché non contempla soluzioni alternative, in caso di un fallimento dell’assalto. Pompeo gioca una sola carta poiché si sente troppo sicuro della vittoria, ma ogni grande generale sa di non potersi ritenere vittorioso se non quando la battaglia sia finita. Inoltre, Pompeo non è autonomo nelle sue decisioni, ma condizionato dalle opinioni di chi gli sta vicino come Cesare non manca di sottolineare. Errore ancor più grave commette nel disinteressarsi dell’effettiva competitività delle sue truppe: al contrario, un generale deve saper capire con la propria esperienza e perspicacia lo stato d’animo dei soldati e il loro ardore, che va accresciuto di giorno in giorno, non certo con generici incoraggiamenti che rischiano peraltro di rendere i soldati troppo sicuri della vittoria, ma con una gestione sempre attenta della psicologia delle truppe.
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L EZIONE 7
F ONTE : Cesare, De bello civili, III, 95 Caesar, Pompeianis ex fuga intra vallum compulsis, nullum spatium perterritis dari oportere existimans, milites cohortatus est ut beneficio fortunae uterentur castraque oppugnarent. Qui etsi magno aestu fatigati – nam ad meridiem res erat perducta – tamen ad omnem latore animo parati, imperio paruerunt. Castra a cohortibus, quae ibi praesidio erant relictae, industrie defendebantur, multo etiam acrius a Thracibus barbarisque auxiliis. Nam qui acie refugerant milites et animo perterriti et lassitudine confecti, missis plerique armis signisque militaribus magis de reliqua fuga quam de castro rum defensione cogitabant. Neque vero diutius, qui in vallo constiterant, multitudinem telorum sustinere potuerunt, sed confecti vulneribus locum reliquerunt, pro tinusque omnes ducibus usi centurionibus tribunisque militum in altissimos montis, qui ad castra pertinebant, confugerunt.
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A LLEGATO 2 Testi delle verifiche Nome e cognome: ………………………………………………………………
Classe: …………………
Data: ……………………
Verifica sul lessico di Cesare 1. Facinore commisso …………………………………………………………………………………………………………………………… 2. Cogunt hostes sequi …………………………………………………………………………………………………………………………… 3. In consiliis capiendis ……………………………………………………………………….………………………………………………… 4. Iam ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… 5. Tela coniciunt ……………………………………………………………………….………………………………………………………… 6. Fide data ……………………………………………………………………….………………………………………………………………… 7. Tulerunt hostium impetum ……………………………………………………………………….……………………………………… 8. Pilis utebatur ……………………………………………………………………….…………………………………………………………… 9. Consistere in loco iniquo ……………………………………………………………………….…………………………………………… 10. Resistens ad calamitates ferendas ……………………………………………………………………….……………………………… 11. Minime saepe ……………………………………………………………………….…………………………………………………………… 12. Factum est ut ……………………………………………………………………….…………………………………………………………… 13. Spectat in septentrionem ……………………………………………………………………….…………………………………………… 14. Instruxerant aciem ……………………………………………………………………….…………………………………………………… 15. Reliqui obsides in servitutem adducti sunt ……………………………………………………………………….…………………… 16. Caesar aciem instruxit ……………………………………………………………………….……………………………………………… 17. Delectus habetur ……………………………………………………………………….……………………………………………………… 18. Veritus sum ……………………………………………………………………….……………………………………………………………… 19. E castra egrediuntur ……………………………………………………………………….………………………………………………… 20. Vercingetorix se deditur ……………………………………………………………………….…………………………………………… 21. Proximi sunt Oceano ……………………………………………………………………….………………………………………………… 22. Invitus bellum gessit ……………………………………………………………………….………………………………………………… 23. Ad exercitum proficiscor ……………………………………………………………………….…………………………………………… 24. Caedes fecerant ……………………………………………………………………….………………………………………………………… 25. Proelio superamus ……………………………………………………………………….…………………………………………………… Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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26. Inscientia rerum ……………………………………………………………………….……………………………………………………… 27. Autem ……………………………………………………………………….……………………………………………………………………… 28. Vi contenditis ……………………………………………………………………….…………………………………………………………… 29. Loca reliquerunt ……………………………………………………………………….……………………………………………………… 30. Cognito eius consilio ……………………………………………………………………….………………………………………………… 31. Oceanum attingit ……………………………………………………………………….……………………………………………………… 32. Ad arma concurrere ……………………………………………………………………….………………………………………………… 33. Opportunitas loci ……………………………………………………………………….……………………………………………………… 34. De ratione belli cogitaverunt ……………………………………………………………………….……………………………………… 35. Reformidas adventus adversariorum ……………………………………………………………………….………………………… 36. Ad auxilium ferendum ……………………………………………………………………….……………………………………………… 37. Ad solis occasum ……………………………………………………………………….……………………………………………………… 38. De qua causa ……………………………………………………………………….…………………………………………………………… 39. Enim ……………………………………………………………………….……………………………………………………………………… 40. Obsides accepti sunt in deditione ……………………………………………………………………….…………………………………
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Nome e cognome: ………………………………………………………………
Classe: …………………
Data: ……………………
Verifica di latino 1. Traduci il passo seguente. Hostes, re nova perterriti, muro turribusque deiecti, in foro cuneatim constiterunt, hoc animo ut si qua ex parte obviam contra veniretur acie instructa depugnarent. Ubi neminem in aequum locum sese demittere, sed toto muro circumfundi viderunt, veriti ne omnino spes fugae tolleretur, abiectis armis, ultimas oppidi partes continenti impetu petiverunt, parsque ibi a militi bus, pars iam egressa portis ab equitatibus est interfecta.
……………………………………………………………………….………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………………… (punti …… / 50; sarà applicata griglia di valutazione) 2. Barra la risposta corretta. •
Il De bello Gallico: □ comprende 7 libri sicuramente di Cesare □ comprende 8 libri sicuramente di Cesare □ comprende 3 libri sicuramente di Cesare
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Il De bello civili: □ ha un lungo proemio moraleggiante □ ha un proemio di tipo geo-etnografico □ non presenta alcun proemio
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Cesare sconfisse definitivamente Pompeo: □ a Durazzo □ ad Alesia □ a Farsalo
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L’uso dell’aggettivo omnis all’inizio del De bello Gallico (Gallia est omnis divisa in partes tres): □ indica che Cesare considera la Gallia un’entità unica □ è indicativo del fatto che Cesare intende analizzare analiticamente le popolazioni galliche □ indica solo una parte della Gallia
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Cesare narra le sue vicende □ usando la prima persona singolare □ usando la terza persona singolare □ alternando la prima e la terza persona
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Lo scopo principale del De bello civili è: □ raccontare ai Romani le guerre civili □ descrivere i comportamenti di Cesariani e dei Pompeiani □ offrire un’apologia dei suoi comportamenti e denigrare quelli avversari
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Il giudizio di Cicerone sui Commentarii si riferisce: □ allo stile □ al contenuto □ alla personalità di Cesare
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Cesare aderisce alla teoria grammaticale: □ dell’asianesimo □ dell’analogia □ dell’anomalia (punti …… / 8)
3. Dopo aver letto attentamente il brano proposto, rispondi alle domande. Subito dopo la vittoria, Cesare e i suoi soldati entrano nell’accampamento di Pompeo. In castris Pompei videre licuit trichilas stratas, magnum argenti pondus expositum, recentibus caespitibus tabernacula constrata, Lucii etiam Lentuli et nonnullorum tabernacula protecta edera, multaque praeterea, quae nimiam luxuriam et victoriae fiduciam designarent, ut facile existimari posset nihil eos de eventu eius diei timuisse, qui non necessarias conquirerent voluptates. At hi miserrimo ac patientissimo exercitu Caesaris luxuriem obiciebant, cui semper omnia ad necessarium usum defuissent. Pompeius, iam cum intra vallum nostri versarentur, equum nactus decractis insignibus imperatoris decumana, porta se ex castris eiecit protinusque equo citato Larissam contendit. Neque ibi constitit, sed eadem celeritate paucos suos ex fuga nactus, nocturno itinere non intermisso, comitatu equitum triginta ad mare pervenit navemque frumentarium conscedit. Nell’accampamento di Pompeo si potevano vedere pergolati ben costruiti, un’enorme quantità di argenteria lasciata in bella vista e tende pavimentate con zolle d’erba; le tende di Lucio Lentulo e di alcuni altri erano ricoperte di rami d’edera; c’erano inoltre altri oggetti che, testimoniando un lusso ostentato e un’eccessiva fiducia nella vittoria, lasciavano facilmente intendere che essi, che ricercavano piaceri non necessari, non avevano nutrito alcun dubbio sull’esito felice di quello scontro. Eppure loro stessi accusavano l’esercito di Cesare di vivere nel lusso, un esercito, invece, davvero povero e resistente, a cui erano sempre mancati tutti i beni di prima necessità. Pompeo, quando ormai i nostri dilagavano all’interno dei trinceramenti, trovò per caso un cavallo. Dopo aver buttato via gli ornamenti da Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore
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comandante, cavalcò via dal campo in un frenetico galoppo attraverso la porta decumana. Poi, si diresse a spron battuto verso Larissa. Non si fermò in questa città, ma, dopo aver raggiunto alcuni dei suoi uomini, anch’essi in fuga, mantenne insieme a loro una velocità altissima, senza fermarsi neppure di notte. Scortato da trenta cavalieri, arrivò fino al mare, dove si imbarcò su una nave da carico.
Morfosintassi e retorica 1. Constrata, protecta: di che cosa si tratta? ……………………………………………………………………….…………… 2. Quae… designarent: che subordinata è? ……………………………………………………………………….……………… 3. Timuisse: modo, tempo e verbo all’infinito: ……………………………………………………………………….……… 4. Defuissent: modo, tempo, persona e verbo all’infinito: ……………………………………………………………… 5. Miserrimo ac patientissimo: di che cosa si tratta morfologicamente? …………………………………………… 6. Detractis insignibus: che costrutto è? ……………………………………………………………………….………………… 7. Protinus: che parte del discorso è (verbo, nome, aggettivo, avverbio…)? …………………………………… 8. Larisam: che complemento è? ……………………………………………………………………….…………………………… 9. Non necessarias conquirerent voluptates: che figura retorica è? ……………………………………………………… 10. Recentibus caespitibus: che figura retorica è? ……………………………………………………………………….……… (punti …… / 10) Stile e interpretazione: 1. Quali sono le non necessariae voluptates elencate da Cesare? ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… 2. Qual è il paradosso introdotto dalla congiunzione at? ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… 3. Sottolinea sul testo i punti in cui Cesare descrive la vergognosa fuga di Pompeo. Attraverso quali espedienti retorici e stilistici è presentata? Che idea vuole trasmettere? ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… 4. Cesare attribuisce ai Pompeiani una fiducia victoriae: commenta brevemente questo concetto, operando anche dei collegamenti con altri passi analizzati. ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….………………………………………………………………………… (punti …… / 12)
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