CAPITOLO 4
CRITICITA ' E PIANO DEGLI INTERVENTI
4.1 DEFINIZIONE DELLE CRITICITA’ E DEGLI OBIETTIVI DI PIANO 4.1.1
Definizione delle criticità
La definizione dello stato attuale degli impianti, delle gestioni, della domanda e della risorsa, è basata su una serie di informazioni: ??
?? ?? ?? ?? ??
dati ottenuti nella fase di ricognizione, attraverso la compilazione delle schede di rilevamento; stato di funzionalità delle opere; studio idrogeologico della risorsa; risultati delle previsioni demografiche e delle idroesigenze future; sopralluoghi diretti ed incontri con gli attuali gestori; obblighi di legge e politiche di Ambito.
Dal confronto tra i vincoli normativi presenti e la situazione attuale evidenziata dalla ricognizione, è possibile individuare, sulla base della letteratura esistente e dell’esperienza acquisita, una serie di indicatori di carattere tecnico-gestionale con cui confrontare lo stato attuale del servizio idrico al fine di determinare le aree critiche, sulle quali sarà data priorità di intervento in fase di elaborazione del Piano. L’impostazione adottata per l’individuazione delle aree critiche si articola in due fasi distinte: ??
??
Individuazione di criticità strutturali, funzionali e gestionali di reti ed impianti sulla base del confronto tra i risultati della ricognizione e i livelli obiettivo di carattere ambientale, di qualità del servizio e di qualità della gestione; Individuazione di aree geografiche critiche alle quali sono collegati progetti di intervento definiti sulla base di studi di domanda della risorsa idrica o carenze infrastrutturali, o dei progetti previsti dalle gestioni attuali, in altre parole zone geografiche e/o tematiche dove gli impianti o le gestioni risultano essere carenti da un punto di vista infrastrutturale od organizzativo.
Le criticità analizzate possono essere classificate in tre gruppi distinti: 1. Criticità ambientali e di qualità della risorsa: sono temi collegati alla tutela dell’ambiente (in particolare dei corpi idrici recettori degli scarichi) o alla tutela della salute umana. La gravità delle criticità evidenziate può essere quindi molto elevata, poiché potenzialmente connessa alla tutela sanitaria dell’utenza. 2. Criticità della qualità del servizio: sono temi correlati al soddisfacimento delle esigenze dell’utenza, sia a livello quantitativo (estensione del servizio, dotazioni idriche, pressioni, ecc.) che qualitativo (interruzioni del servizio, ecc.).
3. Criticità gestionali: si tratta di parametri connessi alla valutazione delle attuali gestioni in ordine alla loro capacità di condurre gli impianti, di pianificare le fonti di approvvigionamento e di garantire gli investimenti necessari per il conseguimento degli obiettivi di efficienza/efficacia.
Ciascuna criticità è localizzata geograficamente in funzione del livello di indagine adottato (singolo impianto per le opere maggiori, reti di distribuzione o di raccolta delle acque reflue, bacino idrografico, comune, ambito). Sulla base delle definizioni delle criticità sopra riportate si vuole giungere alla stesura di un elenco di aree critiche. Appare evidente come esista una notevole interconnessione fra le varie tipologie di criticità; ad esempio, il cattivo stato di conservazione di una condotta può provocarne la rottura o intensificare le perdite di rete, e que ste dare luogo ad una riduzione di pressione e di portata nei confronti dell’utenza, nonché determinare un degrado della qualità dell’acqua trasportata. Uno stesso indicatore può essere utilizzato per evidenziare criticità di tipologia diversa: ad esempio lo “stato di conservazione” delle opere di acquedotto è insieme indice di qualità del servizio (un cattivo stato di conservazione presuppone numerosi interventi di manutenzione e conseguenti interruzioni del servizio) e di qualità della gestione (un cattivo stato di conservazione è sintomo di scarsa efficienza nella gestione). Per procedere in maniera schematica nella valutazione delle criticità da riscontrare nel territorio dell’Ambito, si prendono in considerazione alcuni parametri facilmente misurabili a partire dai dati raccolti nella ricognizione. La definizione del set di indicatori di riferimento e il loro numero dipende sia dal dettaglio al quale si vuole spingere lo studio che dalle informazioni disponibili dalla fase di ricognizione. Si individua no a questo proposito varie informazioni per tipologia di area critica: ?? Copertura dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione; ?? Stato di conservazione delle tubazioni (reti di distribuzione, adduttrici, reti di raccolta fognaria, collettori); ?? Stato di conservazione delle opere di acquedotto e fognatura (opere di presa, serbatoi, sollevamenti); ?? Protezione di pozzi e sorgenti; ?? Chimismo della risorsa sotterranea (pozzi e sorgenti): parametri in deroga al DPR 236/88; ?? Stato di conservazione degli impianti di potabilizzazione e depurazione; ?? Potenzialità degli impianti di depurazione; ?? N. linee di trattamento degli impianti di depurazione; ?? Capacità di compenso dei serbatoi; ?? Dotazione giornaliera procapite; ?? Estensione della misura a contatore; ?? Continuità del servizio; ?? Presenza del telecontrollo. I parametri considerati sono solo alcuni degli indicatori potenzialmente utilizzabili; tuttavia l’esperienza acquisita nel settore dei servizi idrici evidenzia come attraverso le analisi derivanti
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dall’utilizzo di questi indicatori sia possibile individuare il 95% dei costi di investimento da sostenere per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. 4.1.2
Definizione degli obiettivi
Dopo aver analizzato la situazione dell’Ambito in termini di domanda e di risorsa e dalle informazioni ricavate dalla ricognizione delle opere e dopo aver elencato gli indicatori che permettono di rilevare le criticità presenti sul territorio, occorre quantificare gli obiettivi da raggiungere nella durata ventennale del piano. Osservando i risultati di quanto è emerso dalla definizione delle aree critiche, è stato possibile avere un quadro complessivo della situazione attuale, in seguito alla quale, tenendo presente la normativa vigente, sono stati definiti gli obiettivi quantitativi e qualitativi in grado di essere soddisfatti nella durata temporale del Piano. L’operazione che prevede la quantificazione degli obiettivi è una fase molto importante e delicata nella stesura del Piano, in quanto occorre conciliare il raggiungimento dei livelli di servizio imposti dalla normativa, gli obblighi previsti per la tutela dell’ambiente e la situazione oggettiva dell’Ato 1 Cosenza. In altre parole non può risultare sempre immediatamente possibile ottenere quei risultati che sarebbero auspicabili, ma occorre adeguarli alla realtà effettiva e alla concreta possibilità di intervento. Dal punto di vista gestionale, non si è proceduto ad un’analisi dei livelli di servizio erogati attualmente all’utenza. Tuttavia, in questa sede, sono stati individuati degli indicatori su cui misurare i livelli di servizio e le conseguenze che il raggiungimento di tali obiettivi può avere sull’efficacia e l’efficienza della gestione.
Nella tabella 4.1 sono stati riepilogati gli obiettivi specifici, la variabile obiettivo, l’unità di misura e i valori perseguiti. In particolare: ?? alla voce obiettivo specifico sono state riportate le motivazioni per cui si richiede un intervento nelle aree critiche individuate; ?? alla voce variabile obiettivo è stata indicata la variabile con cui si misura l’obiettivo specifico; in alcuni casi tale grandezza non misura direttamente il problema cui si cerca di risolvere ma serve per valutarne le dimensioni; ?? alla voce valore obiettivo è stata quantificata la situazione desiderata che costituisce l’obie ttivo degli interventi per la durata del Piano.
La differenza tra la situazione attuale e il valore obiettivo fornisce la misura degli interventi da realizzarsi e dei relativi costi di investimento per garantire gli standard desiderati. Per poter procedere alla stesura del Piano degli interventi e del Modello gestionale, è indispensabile individuare i nuovi standard cui il servizio dovrà rispondere.
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Per standard si intende l’obiettivo, sia esso di carattere strettamente impiantistico che più tipicamente gestionale, che i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione delle acque dovranno raggiungere una volta che sia dato in gestione il territorio dell’Ambito Ottimale ai sensi della legge 36/94. Essi rappresentano la qualità con cui il servizio è erogato agli utenti e il livello di protezione dell’ambiente che la comunità ha deciso di fissare. Lo stesso rapporto di contratto che legherà l’utente con il gestore sarà basato su tali standard, per cui la tariffa prevista avrà come corrispettivo un servizio con caratteristiche fissate in maniera chiara e possibilmente univoca. Gli standard si riferiscono a diversi aspetti: dotazioni idriche pro-capite, pressione in rete, portata minima all’utenza, qualità delle acque, caratteristiche delle reti fognarie, rapporto con l’utenza, ecc. E’ evidente che il raggiungimento di tali standard andrà in qualche modo cadenzato nel tempo, non essendo pensabile, nella maggior parte della situazioni reali, che ciò avvenga immediatamente con l’individuazione del nuovo soggetto gestore. Il piano degli investimenti ha come compito quello di portare i servizi idrici, in un arco temporale ragionevole, ai livelli minimi fissati dalla legge o dagli Enti di Ambito. Secondo la Legge 36/94 i livelli minimi di servizio che si intendono garantire con la realizzazione del Piano di Ambito, devono essere definiti, in modo esplicito all’interno della Convenzione di gestione stipulata tra l’Ente di Ambito ed il soggetto gestore. Le definizioni di tali livelli sono legati ad obblighi di diversa natura: ??esistono livelli di standard resi obbligatori dall’attuale normativa (come, per esempio, il livello di qualità delle acque potabili definito dal DPR 236/88 e dal D.Lgs. 152/99). Il raggiungimento e mantenimento di tali livelli, a meno di deroghe temporanee, sono obbligatori indipendentemente all’intervento dell’Ente di Ambito e dalla Convenzione stessa. ??esistono livelli previsti da normative e regolamenti i cui tempi di attuazione devono essere individuati nel programma degli interventi; questo è il caso dei livelli minimi di servizio previsti dal DPCM 4/3/96 per i quali non viene esplicitamente indicato alcun limite temporale di raggiungimento. ??esistono poi livelli di servizio previsti dallo “Schema generale di riferimento per la predisposizione della Carta del Servizio Idrico Integrato” che il gestore dovrà raggiungere e mantenere seguendo uno schema generale emanato dal Decreto del Presidente del Consiglio. Lo “Schema generale di riferimento per la predisposizione della Carta del Servizio Idrico Integrato” è un documento non ufficiale redatto ai sensi dell’art.2 della L.11/07/1995, n. 273. ??esistono infine livelli di servizio che possono essere fissati dall’Ente di Ambito, che vengono individuati tenendo conto di particolari esigenze degli utenti e tali livelli devono essere “personalizzati” ed individuati in base alle esigenze di ogni singolo ambito. E’ compito comunque del gestore ottemperare a tutti gli standard previsti dalla normativa ancorchè non indicati esplicitamente in sede di Piano. Di seguito viene riportata la tabella con l’individuazione e la quantificazione degli obiettivi da raggiungere nei 30 anni del piano.
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Tabella 4.1 - Individuazione e quantificazione degli obiettivi per le criticità ambientali e di servizio Obiettivo specifico
Variabile obiettivo
Unità di misura
Valore obiettivo
SERVIZIO DI ACQUEDOTTO Tutela della salute umana attraverso: ?? Protezione delle fonti di acque sotterranee; ?? presenza generalizzata degli impianti al fine di garantire un efficace trattamento delle acque ?? miglioramento qualitativo della risorsa, onde eliminare le deroghe ai parametri di legge; Soddisfacimento quantitativo dell’utenza: ?? estensione del servizio a frazioni ed in generale ai Comuni con coperture molto al di sotto dello standard previsto; Soddisfacimento quantitativo dell’utenza: ?? raggiungimento di dotazioni civili adeguate;
Esistenza zona di SI/NO tutela assoluta/protezio ne igienicosanitaria/esisten za parametri in deroga % serviti su totale Copertura del residenti servizio
Dotaz. civili
litri/ab/giorno
Presenza zona di tutela assoluta per tutte le fonti/controlli igienico -sanitari e trattamento di disinfezione per tutte le fonti/assenza di parametri in deroga
Serviti = 100% residenti
Dotazione lorda e al netto delle perdite (25%) per classi di popolazione residente*: Lordo < 5.000
195 l/ab/g
5.000 – 10.00
280 l/ab/g
210 l/ab/g
10.000 – 50.000
300 l/ab/g
225 l/ab/g
50.000 – 100.000
320 l/ab/g
240 l/ab/g
> 100.000
340 l/ab/g
255 l/ab/g
fluttuanti presenza 90 gg/anno 200 l/ab/g
Raggiungere e garantire adeguate pressioni in rete
Carico idraulico al punto di consegna
Giudizio gestore/ATO
Netto
260 l/ab/g
150 l/ab/g
(*) Saranno prese in considerazione dal gestore situazioni particolari legate al fenomeno del pendolaris mo Carico idraulico = 5m relativo al solaio di copertura del piano abitabile più elevato; carico idraulico max rapportato al piano stradale non> 70m
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Obiettivo specifico Soddisfacimento quantitativo dell’utenza: ?? raggiungimento di livelli di funzionalità delle condotte in grado di garantire pressioni di rete adeguate; ?? corretta conservazione delle reti al fine di limitare le interruzioni di servizio;
Variabile obiettivo
Unità di misura
Valore obiettivo
Conservazione delle reti
- Età - giudizio gestore/ATO
Età < 60 anni e stato almeno sufficiente
Sostituzione condotte in cemento amianto
SI
Sostituzione di tutte le condotte in cemento amianto nell’orizzonte temporale del Piano
Soddisfacimento quantitativo dell’utenza: Volumetria ?? aumento della capacità di compenso per ovviare a serbatoi carenze di acqua in caso di interruzioni di servizio degli impianti di alimentazione e di potabilizzazione;
Mc
mc disponibili >= 100% volume medio giorn. erogato
Abbattimento delle perdite :
l/sec per Km %
0,25 l/s per Km di rete
Perdita media reti di distribuzione
Soddisfacimento qualitativo dell’utenza: ?? Estensione della rete di monitoraggio e telecontrollo agli impianti per interventi più rapidi; Soddisfacimento qualitativo dell’utenza: ?? Corretta conservazione delle opere di presa al fine di limitare le interruzioni di servizio;
Copertura rete di SI telecontrollo Conservazione delle opere di presa
- Età - giudizio gestore/ATO
Soddisfacimento qualitativo dell’utenza: ?? Corretta conservazione degli impianti di disinfezione al fine di limitare le interruzioni di servizio; Soddisfacimento qualitativo dell’utenza: ?? Corretta conservazione dei serbatoi al fine di limitare le interruzioni di servizio; Soddisfacimento qualitativo dell’utenza: ?? Corretta conservazione degli impianti di pompaggio al fine di limitare le interruzioni di servizio; Miglioramento qualitativo della gestione: estensione della misura a contatore per utenza
Conservazione degli impianti di disinfezione Conservazione dei serbatoi
- Età - giudizio gestore/ATO - Età - giudizio gestore/ATO - Età - giudizio gestore/ATO N. Contatori
SERVIZIO DI FOGNATURA Soddisfacimento quantitativo dell’utenza: ?? Estensione del servizio a frazioni ed in generale ai Comuni con coperture molto al di sotto dello standard
Conservazione dei pompaggi Misurazio ne dei volumi erogati copertura del servizio di
(20 % di perdite) Installazione del sistema di telecontrollo a tutti gli impianti e le reti Pozzi: Età < 40 anni e stato almeno sufficiente; sorgenti: Età < 40 anni e stato almeno sufficiente Età < 10 anni e stato di conservazione almeno sufficiente Età < 60 anni e stato almeno sufficiente Età < 40 anni per le opere civili e di 10 per quelle elettromeccaniche e stato almeno sufficiente Ciascuna utenza dotata di un contatore
% serviti su totale Estensione servizio fognatura: residenti
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Obiettivo specifico Comuni con coperture molto al di sotto dello standard previs to dal D.Lgs. 152/99;
Variabile obiettivo fognatura
Unità di misura
Valore obiettivo serviti = 100% dei residenti; graduazione secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria: ab. eq. tra 2.000 e 15.000: 100% entro il 31/12/2005; ab. eq. > 15.000: 100% entro il 31/12/2000; ab. eq. > 10.000 in aree sensibili: 100%
Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Raggiungimento di livelli di funzionalità delle condotte in grado di garantire adeguatamente, per la durata del piano, il servizio a cui sono destinate; Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Raggiungimento di livelli di funzionalità dei sollevamenti in grado di garantire adeguatamente, per la durata del piano, il servizio a cui sono destinati; SERVIZIO DI DEPURAZIONE
Conservazione delle reti
- Età
Conservazione dei pompaggi
- Età - giudizio gestore/ATO
Età < 40 anni per le opere civili e di 10 per quelle elettromeccaniche e stato almeno sufficiente
Soddisfacimento quali-quantitativo dell’utenza:
copertura del servizio di depurazione
% serviti su totali residenti
100% abitanti serviti dal servizio di fognatura
Soddisfacimento quali-quantitativo dell’utenza: ?? Adeguamento degli scarichi;
livelli di trattamento
Tutela dell’ambiente attraverso: ?? Miglioramento qualitativo degli effluenti dei depuratori
- giudizio gestore/ATO
Età < 60 anni e stato almeno sufficiente
Abitanti Estensione servizio depurazione: ab. equivalenti trattati eq. < 2.000 in acque dolci e < 10.000 in acque marine: trattamento appropriato; eq. > 2.000 in acque dolci e > 10.000 in acque marine: trattamento secondario secondo cadenze temporali di legge; dove possibile trattamenti terziari al fine del riutilizzo irriguo delle acque reflue Qualità effluente Limiti allo scarico Rispetto della qualità del corpo idrico dei depuratori recettore (D. Lgs. 152/99 e successive
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Obiettivo specifico
Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Raggiungimento di livelli di funzionalità degli impianti in grado di garantire adeguatamente, per la durata del piano, il servizio a cui sono destinati; Miglioramento qualitativo e abbassamento costi della gestione: ?? Completamento della realizzazione degli schemi di collettamento comprensoriale; Miglioramento qualitativo e abbassamento costi della gestione: ?? Estensione della rete di monitoraggio e telecontrollo sugli impianti di depurazione
Variabile obiettivo
Unità di misura
Valore obiettivo modifiche ed integrazioni) Età < 25 anni e stato almeno sufficiente
Conservazione degli impianti
- Età
Grado di sfruttamento degli impianti
A.E. attuali/A.E. progetto negli impianti
90%
100%
Esistenza sistema di telecontrollo
SI
Installazione del sistema di telecontrollo a tutti gli impianti
Controllo della qualità dell’acqua segnalazione di guasti
SI
Utilizzo di un laboratorio di analisi autorizzato
- ore
Presenza del servizio 24 ore su 24
- giudizio gestore/ATO
ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO Miglioramento qualitativo della gestione
Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Raggiungimento di livelli di funzionalità del servizio di segnalazione dei guasti, in modo di garantire un’adeguata operatività; Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Individuazione dei tempi massimi di intervento in modo da garantire una risposta adeguata in caso di pericolo;
Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Consentire all’utente, attraverso una struttura ad hoc, risposte alle richieste telefoniche di informazioni (la risposta automatica è ammassa solo di “ripiego”; ??
Garantire la possibilità di effettuare pratiche per via telefonica nei giorni feriali e il sabato;
tempi massimi di - ore intervento
Prestazione di primo intervento con sopralluogo entro 2 ore dalla segnalazione; riparazione di guasti ordinari entro 7 ore dalla segnalazione per gli impianti, entro 12 ore per le tubazioni sino a 300 mm di DN, e entro 24 ore per le tubazioni di diametro superiore
informazioni telefoniche
SI
Presenza di un operatore per almeno 10 ore nei giorni feriali e 5 ore il sabato;
pratiche telefoniche
SI
Almeno 10 ore nei giorni feriali e 5 ore il sabato;
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Obiettivo specifico Miglioramento qualitativo della gestione: ?? Garantire al pubblico un livello accettabile di accesso agli uffici nei giorni feriali e il sabato;
Variabile obiettivo accesso agli sportelli
-
facilitazioni di accesso al servizio
SI
??
Garantire ad utenti particolari (es. portatori di handicap) facilitazioni di accesso al servizio;
??
Identificare il tempo massimo di attesa degli utenti agli attesa massima sportelli, attraverso la presenza di punti di contatto con l’utenza adeguatamente dimensionati; agli sportelli
Miglioramento qualitativo della gestione: ?? consentire all’utente l’acquisizione di preventivi entro un tempo adeguato dalla richiesta documentabile;
Unità di misura
Tempo massimo di preventivazione
-
ore
Valore obiettivo
8 ore nei giorni feriali e 4 ore il sabato; Istituzione numero verde/numero unico/altro* (*possibilità di garantire in ogni comune un collegamento telematico con il centro operativo al fine di ridurre al minimo gli spostamenti degli utenti
minuti
giorni
<= 30 minuti - Immediato per prestazioni standard (attacchi, cambi, spostamenti del contatore o allacciamenti a tubazioni stradali esistenti); - 15 giorni per altre richieste;
Miglioramento qualitativo della gestione: ?? consentire gli allacciamenti di nuova utenza idrica entro un tempo prestabilito dalla data di accettazione del preventivo da parte dell’utente;
??
??
??
consentire la riattivazione della fornitura idrica entro un tempo prestabilito dalla definizione del contratto; consentire la cessazione della fornitura entro il un tempo prestabilito dalla richiesta dell’utente;
Allacciamento e attivazione nuova utenza idrica riattivazione della fornitura idrica
giorni
Entro 5 giorni
giorni
Entro 7 giorni
Cessazione della giorni consentire l’allacciamento alla fognatura pubblica entro fornitura un tempo prestabilito dalla richiesta documentabile dell’utente; Autorizzazione di giorni
Entro 7 giorni Entro 7 giorni
allacciamento alla fogna pubblica
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Obiettivo specifico ??
??
prevedere il preavviso minimo in caso di sospensione della fornitura per morosità dell’utente;
Variabile obiettivo pubblica
Preavviso sospensione fornitura per prevedere il tempo massimo di ripristino della fornitura morosità in sospensione per morosità;
Unità di misura
Valore obiettivo
giorni
>=60 giorni
giorni
<= 2 giorni
Ripristino fornitura sospesa
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4.2 4.2.1
IL PIANO DEGLI INTERVENTI NEL SETTORE ACQUEDOTTO Premessa
Il servizio di acquedotto è svolto all’interno dell’Ambito secondo modalità e soluzioni impiantistiche differenziate, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico che la distribuzione dell’acqua all’utenza. Tali differenziazioni trovano spiegazione, in primo luogo, nelle diverse forme di gestione, con evidenti diseguali capacità di programmazione e intervento sul territorio. Ciò ha comportato, per questo studio, una difformità nella quantità e nella qualità dei dati in origine che ha reso necessario un’attenta validazione degli stessi. In talune circostanze le informazioni disponibili sono rimaste incomplete e frammentarie, e hanno richiesto un lavoro di interpretazione che può contenere ancora margini di incertezza. L'analisi di seguito formulata ha avuto quindi come prima esigenza quella di ricondurre ad un’omogeneità di approccio le eterogeneità presenti, salvaguardando ovviamente gli aspetti specifici e caratteristici di ciascun sottosistema. Si è cercato, ove possibile, di tenere come punto di riferimento la programmazione degli interventi già previsti, confrontandola con gli standard di servizio prefissati. A quanto premesso deve sommarsi l’attuale incertezza sulla futura titolarità della gestione delle grandi infrastrutture acquedottistiche, attualmente di competenza regionale, e che dovevano successivamente essere trasferite ad una società mista, così come delineato nella Legge Regionale n. 10 del 3 ottobre 1997. In tale legge si autorizza la Giunta Regionale “a costituire una società mista a prevalente capitale pubblico, al fine di garantire su tutto il territorio regionale un equilibrio del bilancio idrico e la priorità negli usi della risorsa”, e a cui si affidava la gestione di tutte le opere idriche regionali. Tale società doveva “curare la realizzazione e la gestione delle ulteriori opere idriche di integrazione e le necessarie riconversioni, ivi compresi l’esecuzione ed il completamento di invasi, di adduttori e di ogni altra opera diversa da quelle espressamente indicate nell’art. 27 della Legge Galli.” I documenti programmatici esistenti, e disponibili al pubblico, relativi a questo nuovo assetto organizzativo, non sono nella maggior parte dei casi esaurienti; non potendo disporre di piani di sviluppo e relativi costi di investimento dettagliati in ogni loro parte, non è materialmente possibile avere ad oggi un quadro completo ed esaustivo della situazione dell’ambito, soprattutto ora che tale processo sembra aver subito un’interruzione. Tale indeterminazione comporta, ai fini della predisposizione del Piano d’Ambito, la necessità dell’assunzione di alcune stringenti ipotesi, di carattere economico e gestionale, che potrebbero, al loro variare, comportare pesanti ripercussioni sul piano degli interventi, sui costi di gestione, ribaltandosi in maniera proporzionale sul piano economico finanziario e la tariffa da esso scaturente.
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Risulta quindi necessario evidenziare in tale contesto le assunzioni che i tecnici preposti all’elaborazione del Piano hanno effettuato: ?? La gestione delle grandi infrastrutture di competenza regionale, e i relativi interventi di completamento (rif. Art. 10 L.R. 10/97) , non sono stati considerati di pertinenza dell’ATO, mantenendo in ogni caso valida l’ipotesi di una gestione “superambito” degli stessi. Un eventuale trasferimento di tali competenze ai singoli ATO comporterebbe una pesante ridefinizione degli interventi complessivi, una variazione significativa dei costi operativi dipendenti dall’applicazione o meno di una voce relativa all’acquisto dell’acqua “grezza”, nonché una ridefinizione della struttura stessa del soggetto gestore, sia da un punto di vista di solidità economica che di staff (per numero e competenze) adibito al servizio idrico integrato. ?? Sulla base della prima ipotesi, e quindi della gestione separata del servizio di adduzione (a meno dei piccoli schemi acquedottistici già di competenza comunale) e di distribuzione, è necessario sottolineare la difficoltà operativa in cui potrà trovarsi il futuro soggetto gestore dell’ATO, che dovrà garantire elevati livelli di servizio, relativi in particolare alla continuità, alla dotazione minima e alla qualità dell’acqua, senza avere il controllo delle risorse, né tantomeno di buona parte dei serbatoi di compenso. Sarebbe inoltre ipotizzabile ai fini dell’ottimizzazione del servizio, il trasferimento da parte della Regione agli ATO almeno dei principali serbatoi e di tutti i piccoli schemi acquedottistici di carattere locale, attualmente di competenza della Regione. A titolo informativo si riporta di seguito l’elenco dei piccoli schemi acquedottistici a carattere locale che potrebbero essere soggetti al trasferimento. ??Acquedotto Libolle, comune di Mangone; ??Acquedotto Orsara, comune di Marzi; ??Acquedotto Saliano, comune di Rogliano.
In ogni caso, nel computo delle capacità di compenso attualmente disponibili per ogni comune, nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo di assicurare almeno una disponibilità pari alla portata media giornaliera, sono stati tenuti in considerazione anche i serbatoi regionali, evitando così la realizzazione di un numero sconsiderato di infrastrutture di accumulo. In considerazione di quanto precedentemente detto in merito alla titolarità e alla gestione di tali opere, non sono stati considerati nei costi operativi dell’ambito quelli relativi alla manutenzione ordinaria e/o straordinaria di tali opere, né contabilizzato il personale necessario per la loro gestione. 4.2.2
Criteri utilizzati per il raggiungimento degli obiettivi di piano
Sulla base dello stato degli impianti rilevato nella fase di ricognizione, si è ipotizzato un piano di interventi volto al conseguimento e al mantenimento degli standard di servizio attraverso il raggiungimento degli obiettivi descritti nel paragrafo 5.1.
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In particolare, gli interventi sulle opere possono essere distinti in due tipologie prevalenti: - Interventi di “raggiungimento degli standard”; - Interventi di “mantenimento degli standard”. Nel primo gruppo rientrano quegli interventi che hanno lo scopo di adeguare ai livelli di servizio le opere idrauliche esistenti, attraverso la ricostruzione di quelle oramai al di là della propria durata funzionale o in cattivo stato di conservazione, così come la costruzione di nuove opere necessarie per il raggiungimento degli standard prefissati. Gli interventi di mantenimento degli standard hanno invece lo scopo di mantenere in stato di efficienza le opere esistenti, attraverso un’adeguata manutenzione programmata. L’individuazione degli interventi da eseguire è stata principalmente basata sulle indicazioni fornite direttamente dai comuni/gestori, e dall’analisi dei parametri tecnici rilevati (anno di messa in opera, tecnologia dell’impianto, volumetria dei serbatoi, ...). In altri termini gli interventi definiti nel Piano sono il risultato congiunto di una programmazione a livello generale svolta su scala di ATO, e di una risposta ad esigenze prettamente locali evidenziate a scala di singolo comune. E’ stata inoltre analizzata tutta la progettualità presentata dai comuni nell’Ambito del bando pubblicato dalla Provincia di Cosenza per l’assegnazione dei fondi del POR Calabria 2000/2002, Misura 1.2 “Programmi di Ambito Territoriale Ottimale”, Azione 1.2.b “Interventi di recupero, ammodernamento ed ampliamento delle reti idriche”. Per poter procedere alla redazione del Piano degli Interventi nel settore idrico, si è assunta come certa la realizzazione di tutti quei progetti che dovrebbero beneficiare del finanziamento in oggetto, ritenendo quindi già soddisfatte le criticità di quelle aree; in relazione invece agli altri interventi, essi sono stati inseriti nel Piano degli Interventi rimodulando cautelativamente i costi sulla base dell’importo a base d’asta. Nella definizione delle criticità e degli interventi relativi alle nuove opere, si è sostanzialmente seguita la traccia indicata dagli attuali gestori, consistenti nella maggior parte dei casi nelle amministrazioni comunali. Si ritiene infatti che, soprattutto nel primo periodo di applicazione del piano, deve essere data priorità agli interventi che gli attuali gestori hanno identificato come urgenti per soddisfare il fabbisogno infrastrutturale e le carenze del servizio. In particolare, nell’ambito delle priorità individuate, particolare rilevanza è stata assegnata agli interventi relativi al segmento della depurazione, assicurando il trattamento dei reflui per tutti i comuni dell’ambito. A tal fine è stata condotta una analisi conoscitiva con il coinvolgimento di ogni comune; tale indagine ha consentito di acquisire quanto di Loro conoscenza in relazione ai fabbisogni precipui nei tre segmenti del servizio idrico integrato. Più specificatamente sono state richieste tutte le informazioni disponibili relative a: ?? ?? ?? ??
Localizzazione di aree non servite da reti idriche e fognarie e loro carico demografico; Localizzazione di scarichi non collettati; Carenze depurative; Necessità di interventi di ripristino e/o adeguamento delle infrastrutture esistenti;
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?? Eventuali progetti esistenti presso i singoli comuni. L’analisi puntuale dei fabbisogni ha permesso di individuare un primo livello di interventi necessari a sanare le criticità evidenziate, interventi solitamente a scala comunale, volti essenzialmente al superamento di situazioni critiche locali. In relazione alla richiesta di realizzazione di nuove infrastrutture di approvvigionamento, sono state attualmente presi in considerazione tutti i fabbisogni evidenziati dai comuni, sebbene tale scelta abbia significativamente aumentato l’onere di investimenti richiesto per questo specifico comparto. Gli interventi previsti potrebbero subire una eventuale ridefinizione laddove i fabbisogni ad essi collegati dovessero venire soddisfatti dagli interventi previsti dalla società mista o da pianificazioni su scala regionale, attraverso specifici finanziamenti pubblici. In tal caso la tariffa potrebbe subire un significativo decremento. Tutti gli interventi identificati a scala comunale hanno subito una parziale rimodulazione, sia per tener conto della programmazione a livello intercomunale, sia per uniformare i costi relativi ad ogni singola categoria di opera in maniera omogenea su tutto l’ambito. Per poter giungere invece ad una stima soddisfacente degli investimenti necessari sulle opere esistenti, si è cercato di schematizzare le varie componenti acquedottistiche secondo la loro tipologia prevalente e la durata media della vita delle stesse. Per ciascun gestore è stata effettuata la seguente suddivisione: -
Adduzioni e reti di distribuzione; Serbatoi; Impianti di potabilizzazione; Opere di presa; Impianti di sollevamento. Altro (contatori, aree di protezione, telecontrollo, ecc.)
All’interno di ciascuna categoria sono state fatte ulteriori suddivisioni: Le reti di adduzione e distribuzione sono state suddivise per diametro, materiale, anno di messa in opera, lunghezza e popolazione servita. I serbatoi sono stati censiti ciascuno con la rispettiva volumetria e tipologia (pensili, seminterrati o interrati). Gli impianti di potabilizzazione sono stati distinti in base al tipo di trattamento operato e alla tipologia di fonte trattata. Le opere di presa sono state suddivise in sorgenti e pozzi: le prime sono state distinte in funzione della portata derivata; i pozzi invece sono stati classificati in base alla loro profondità e al loro diametro. Gli impianti di sollevamento sono stati, infine, suddivisi in base alla potenza. In questo modo è stato possibile procedere ad un’analitica stima del valore di ricostruzione delle opere basata sull’insieme dei dati precedentemente indicati. La valutazione dei costi di investimento è stata effettuata ricorrendo a curve di costo medie, già utilizzate in altre realtà (Regione Lombardia), funzione di parametri dimensionali degli impianti,
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con opportune correzioni per adattarle alla realtà regionale locale, nei casi in cui risultavano disponibili informazioni dettagliate ricavate da un campione esaustivo di interventi realizzati negli ultimi anni per le singole infrastrutture di interesse. Per la valutazione dei costi di ricostruzione, è stato considerato un valore medio pari circa all’80 % del relativo costo di costruzione dell’opera a nuovo. Tale riduzione è stata introdotta valutando, in alcuni casi, la possibilità di riutilizzare parti già esistenti dell’impianto o sfruttando tecniche di ricostruzione non distruttive. Un tipico esempio è quello delle reti in cui è talvolta possibile operare con tecniche che non prevedono la sostituzione totale ma un selezionato intervento di ripristino.
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4.2.3
Interventi di mantenimento della capacità produttiva degli impianti attuali
a) Situazione attuale Le strutture impiantistiche censite presentano caratteristiche molto differenziate che comportano disomogenee esigenze di intervento e quindi di investimento. Per quanto riguarda lo stato di conservazione delle reti di distribuzione idrica, la ricognizione ha evidenziato situazioni di grossa inefficienza legate sia alla vetustà delle tubazioni che al loro mediocre stato di conservazione. Per quanto riguarda lo stato di conservazione delle reti di distribuzione, la ricognizione non ha evidenziato situazioni di grossa inefficienza legate alla vetustà delle tubazioni o al loro stato di conservazione. Solamente il 33 % circa dei km di rete sul totale dichiarato presenta uno stato di conservazione definito insufficiente o scarso. Ciò non sembra in linea con l’entità dei valori delle perdite in rete, valutati mediamente dell’ordine del 54%, e che presuppongono uno stato di conservazione delle reti peggiore di quello emerso dalla ricognizione. D’altra parte occorre precisare che i giudizi dichiarati dai gestori si riferiscono al 49 % del totale generale dei km di rete censiti e cioè a 2.743 km su 5.581 km complessivi. Rispetto al totale dei serbatoi censiti, la capacità totale risultante è di circa 219.014 mc a livello dell’intero Ambito (che rappresenta il 55% circa del volume medio giornaliero immesso nelle reti di distribuzione dell’ATO), dei quali circa 130.000 mc sono relativi ai serbatoi regionali e 89.000 circa agli altri gestori. I serbatoi interni alle reti di distribuzione dei gestori locali sono 582 e presentano per ciascun comune volumetrie variabili da pochi me tri cubi ai 6500 mc, con capacità normalmente inferiori ai 500 mc. Il volume complessivo dei serbatoi gestiti dai comuni è pari a 82.388 mc. I serbatoi regionali hanno invece volumetrie comprese tra i 50 e i 2400 mc, con 2 accumuli con volumetria superiore ai 12.000 mc.
La potabilizzazione della risorsa è legata alla presenza non generalizzata di semplici disinfezioni con ipoclorito di sodio; gli impianti di potabilizzazione della risorsa all’interno dell’ATO sono gestiti dalla Regione Calabria. b) Interventi previsti L’individuazione degli interventi sulle opere esistenti ha preso come base di riferimento prevalente la loro età e il loro stato di conservazione; tale dato è stato poi confrontato con la loro durata funzionale prevista, secondo quanto indicato in tabella 4.3.
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Tabella 4.3 - Durata funzionale delle opere
Categoria delle opere Reti idriche Serbatoi Pozzi ed opere di presa in generale, opere civili di acquedotti; Impianti di disinfezione; Opere elettromeccaniche.
Durata funzionale [anni] (*)
60 60 40 10 10
(*) La durata funzionale delle opere ha evidentemente un valore indicativo medio basato su di una manutenzione corretta delle opere.
La valutazione dei costi di investimento è stata effettuata ricorrendo a curve di costo medie in funzione di parametri dimensionali caratteristici degli impianti. Anche in questo caso per definire tali curve sono stati utilizzati parametri desunti da altre realtà (Regione Lombardia) con opportuni aggiornamenti e correzioni per adattarle alla realtà locale. Per quanto riguarda le reti di adduzione e distribuzione, è stato previsto di sostituire tutte quelle tubazioni la cui età funzionale risultava maggiore di 30 anni o quelle con uno stato di conservazione insufficiente, indipendentemente dall’età della messa in posa. Per quanto riguarda i materiali delle tubazioni esistenti, essi sono risultati molto variabili: largamente diffuso è l’utilizzo di acciaio e ghisa, mentre sono presenti in misura subordinata i materiali plastici e il cemento-amianto. Oggi le tubazioni in cemento-amianto non sono più utilizzate e sono in corso valutazioni sulla necessità del loro controllo e sostituzione, diventando quest’ultima obbligatoria nel caso in cui queste determinino alterazioni dei parametri qualitativi dell’acqua distribuita; per questo motivo è stato ritenuto opportuno prevedere una loro sistematica sostituzione anche in virtù della loro limitata estensione e del loro cattivo stato di conservazione. Nella stima dei costi sono state identificate condizioni di cantiere standard in aree a forte urbanizzazione con normale accessibilità, normale incidenza per rallentamenti e costi dovuti a vicinanze di altri servizi, presenza di acqua, di manufatti o di roccia da demolire. Le profondità di posa delle condotte sono state considerate comprese tra 1 e 1.5 metri con rinterri e ripristini completi della superficie del suolo e maggiorazioni dovute alle opere accessorie. Per quanto riguarda i serbatoi è stata loro attribuita sia la funzione di accumulare i volumi d’acqua necessari ad assicurare un adeguato rifornimento idrico nei periodi di carente fornitura, sia di compenso delle fluttuazioni dei consumi. E’ stata prevista la loro sostituzione qualora l’età dell’opera risultava maggiore di 30 anni, oppure veniva evidenziato uno stato di conservazione o una funzionalità non sufficienti. Per quanto riguarda la potabilizzazione è stato previsto di continuare con le modalità attualmente in uso in considerazione della qualità dell’acqua e quindi unicamente con piccoli sistemi di disinfezione con ipoclorito di sodio. Per quanto riguarda le opere di captazione, quelle da sorgente sono state valutate con costi di ricostruzione in funzione della portata captata, comprensivi di tutte le opere civili ed idrauliche,
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dei manufatti di presa e regolazione, escludendo i costi degli eventuali impianti di sollevamento e delle condotte adduttrici valutati separatamente. I pozzi sono stati valutati con costi dipendenti linearmente dallo sviluppo in profondità. Per quanto riguarda i sollevamenti, operata la distinzione fra impianti in pozzo e fuori pozzo, è stata adottata, per gli impianti fuori pozzo, una curva di costo di tipo polinomiale relativa all’impianto completo di tutte le opere accessorie civili ed elettromeccaniche che vede il costo per KW di potenza idraulica utile decrescere all’aumentare della potenza installata. In relazione invece all’età media di vita dei contatori, a causa della loro non lunga durata funzionale, è stata prevista la sostituzione dell’intero parco nell’arco dei 30 anni di durata di piano, includendo nella sostituzione sia quelli attualmente esistenti che quelli installati alle nuove utenze. I costi sono stati valutati considerando il costo a lavoro finito, comprensivo cioè di materiali, manodopera, spese generali, ecc. Sono stati esclusi dai costi di investimento i nuovi allacci in quanto tale voce sarà imputata direttamente all’utente. Per il costo del sistema di telecontrollo è stata considerata una sostituzione parziale, pari a circa un terzo dell’intera strumentazione, nell’arco di applicazione del piano. Oltre ai costi di ricostruzione sopra citati, sono stati calcolati i costi di mantenimento degli standard degli impianti attraverso una adeguata manutenzione programmata, considerando un costo annuo di manutenzione proporzionato alla tipologia ed al valore dell’opera. 4.2.4
Interventi di carattere generale per il raggiungimento degli standard
a. Estensione della copertura del servizio di acquedotto nelle aree attualmente sprovviste Al fine di garantire una copertura totale del servizio per i centri e i nuclei come individuato negli obiettivi di Piano, è stata considerata, nell’arco dei 30 anni, la realizzazione di ulteriori 352 Km di rete di distribuzione, relativi principalmente alle aree di nuova urbanizzazione. Tale stima è stata realizzata sulla base delle necessità evidenziate da ogni singolo comune. In alcuni casi è stato possibile localizzare geograficamente l’area scoperta, e la popolazione gravante sull’area che beneficierà del servizio.
b.
Trattamento dell’acqua prima della distribuzione
Al fine di garantire una qualità dell’acqua sempre in linea con gli obiettivi prefissati, si è ipotizzato l’inserimento di impianti per il monitoraggio ed il miglioramento della qualità dell’acqua in tutti serbatoi comunali i cui nodi di valle corrispondono a reti di distribuzione cittadine. Il costo unitario utilizzato è di 10329,14 Euro (20.000.000 di Lire) per un impianto finito e attivato.
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c. Capacità di compenso dei serbatoi Oltre agli interventi per il mantenimento in efficienza dei serbatoi esistenti, è stata inoltre prevista, per ciascun comune, una riserva minima e una capacità di compenso pari, in totale, al fabbisogno medio giornaliero . Il calcolo è stato condotto sulle previsioni di consumo al 2032, differenzia to per i diversi centri serviti in funzione della popolazione e della loro vocazione turistica. L’analisi della capacità di compenso ha permesso di identificare quei casi in cui non appare sufficiente la volumetria dei serbatoi esistenti nella rete di distribuzione al fine di effettuare una corretta regolazione dei volumi attualmente prodotti. d. Estensione della misura a contatore per utenza Per quanto riguarda i contatori, si deve tenere presente che il controllo e la misurazione dei volumi di acqua erogata all’utenza e la relativa fatturazione è uno dei presupposti su cui si basa il corretto funzionamento del SII. Alcuni comuni non hanno sistemi certi di contabilizzazione del consumo delle utenze per la parziale assenza dei contatori; altri ne dispongono di un certo numero, a volte non a norma ma a volte nuovi, per i quali però manca un servizio di letturazione, per cui la fatturazione continua ad avvenire a ‘forfait’. Sono inoltre diffusi i fenomeni di abusivismo, ovvero di consumatori non certificati. In una situazione così eterogenea, è stata operata una stima del numero complessivo di contatori mancanti, sia come integrazione del parco contatori per quelle utenze già censite ma mancanti degli strumenti di misura, sia per i consumatori attualmente non registrati, ovvero “abusivi”. Per quanto riguarda la cosiddette ‘’ utenze abusive ’’ , che si approvvigionano dall’acquedotto pubblico senza che risultino definite come utenze e quindi senza ricevere alcuna fatturazione dei volumi consumati, è stata svolta un’indagine che ha permesso di identificare il loro numero, anche se in via approssimativa. Per far ciò si è ricorsi al calcolo del rapporto tra le utenze ed i relativi abitanti serviti in aree dove si presuppone esista un controllo maggiore nella fatturazione: tale rapporto è stato riapplicato alle rimanenti gestioni e confrontato con il numero di utenze dichiarate. Tale verifica ha permesso di individuare circa 10.000 utenze che dovranno essere regolarizzate con l’installazione del contatore di misura dei volumi erogati, considerando in questo numero sia gli utenti attualmente senza contatori che quelli abusivi. Tali costi saranno però direttamente imputati all’utente, e non incidono sulla tariffa.
e. Protezione di pozzi e sorgenti In ottemperanza a quanto prescritto nel Decreto Legislativo n. 152/99, per le captazioni e le derivazioni dovrà essere prevista una zona di tutela assoluta, adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di presa e ad infrastrutture di servizio. Per tutte le opere di presa che sono risultate prive di una protezione che ne garantisse la tutela assoluta, è stata prevista una recinzione che delimita la presa e le opere di captazione e conduzione in superficie, dove possibile, per un raggio di 10 metri dal punto di captazione includendo, nel costo totale, sia il costo della recinzione che eventuali oneri di esproprio. Sempre
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il D.Lgs. n. 152/99 individua come “zona di rispetto” quella porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta che deve essere sottoposta a vincoli e limitazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica trattata. A questo scopo sono stati considerati gli oneri per le servitù per una fascia di 200 m dal punto di captazione secondo i correnti prezzi di mercato in uso nella Regione Calabria. f. Sistema di monitoraggio E’ stata prevista l’estensione del monitoraggio per le principali reti ed impianti. Per la determinazione del costo è stato ricavato un costo per abitante residente. 4.2.5
Individuazione delle priori tà di intervento
Nonostante il presente studio si prefigga come obiettivo quello di un orizzonte temporale di lungo termine tipico delle grandi programmazioni nel settore dei servizi idrici, è stato scelto di individuare gli interventi previsti anche nel breve periodo secondo una priorità di intervento frutto dell’analisi delle criticità esistenti. Ciò permette di valutare le necessità strutturali e gestionali sostanzialmente sulla base delle attuali carenze. D’altra parte l’inserimento della pianificazione di breve periodo in una più ampia pianificazione che tenga conto dell’evoluzione del servizio risulta essere fondamentale soprattutto in riferimento al raggiungimento degli standard obiettivo del servizio. Il poter collocare gli interventi di breve termine all’interno di una pianificazione ventennale permette di distribuire gli investimenti e i traguardi in maniera più uniforme e coerente con un possibile impatto tariffario sostenibile da parte dell’utenza.
In particolare per il servizio di acquedotto è stata data priorità di intervento a: 1) Estensione della rete di distribuzione per l’allacciamento degli abitanti residenti in centri e nuclei di quei comuni che presentano un minor grado di copertura della popolazione residente. 2) Interventi di sostituzione e manutenzione straordinaria di parte delle reti di distribuzione il cui stato di conservazione risulta essere mediocre per una lunghezza pari ad almeno il 70% della sua estensione. 3) Sostituzione dei contatori esistenti ma che risultano essere vetusti, non a norma e/o in cattivo stato di conservazione . 4) Realizzazione di nuovi serbatoi o ampliamenti di serbatoi esistenti per aumentare la capacità di compenso e di riserva all’interno delle reti di distribuzione a partire dai comuni a forte vocazione turistica e da quelli più popolosi. 5) Ricostruzione e manutenzione straordinaria dei serbatoi esistenti all’interno delle reti di distribuzione per quei serbatoi il cui stato di conservazione è attualmente pessimo e/o insufficiente. 6) Installazione di nuovi impianti per il trattamento dell’acqua nei serbatoi prima della distribuzione. 7) Ricostruzione e manutenzione delle opere di presa (pozzi e sorgenti) considerate strategiche, che permettono l’alimentazione di gran parte della popolazione dell’ambito. 8) Ricostruzione e manutenzione straordinaria delle opere elettromeccaniche degli impianti di sollevamento in stato di conservazione insufficiente.
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9) Installazione di un sistema generalizzato di telecontrollo per il monitoraggio delle opere di acquedotto. 10) Realizzazione delle aree di salvaguardia come previsto dal D.Lgs. n. 152/99.
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4.3 IL PIANO DEGLI INTERVENTI NEL SERVIZIO FOGNARIO E DEPURATIVO Lo scopo del programma degli investimenti nel settore fognario e depurativo è di individuare gli interventi che nell’arco di tempo considerato permetteranno di portare i servizi ai livelli qualitativi indicati dalle leggi vigenti, tra cui in particolare il decreto legislativo 152/99, e di stimare i costi di tali interventi. La stima degli investimenti si basa pertanto da una parte sulla definizione dei costi necessari per il mantenimento qualitativo delle opere esistenti e di cui si prevede la continuità di esercizio, dall’altra sulla valutazione dei costi di realizzazione delle nuove opere. Per entrambe le tipologie di investimento è stata svolta un’attenta analisi dei documenti programmatici esistenti, attraverso il recepimento di quanto già approvato a livello ufficiale, e la necessaria integrazione laddove risultassero delle carenze rispetto all’obiettivo di conseguimento degli standard indicati dal decreto legislativo 152/99, nell’arco temporale di applicazione del Piano d’Ambito. Si fa in particolare riferimento al Piano Stralcio per l’adeguamento degli obblighi comunitari in materia di fognatura, collettamento e depurazione di cui agli articoli 27, 31 e 32 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modificazioni, redatto dall’Ufficio del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria Il Piano Stralcio elaborato dalla struttura Commissariale risponde a quanto previsto dall’art. 141, comma 4, della L. 388/00 (legge finanziaria per l’esercizio 2001) ed implica l’individuazione, la progettazione e la realizzazione, nell’intero territorio regionale, degli interventi di tutela della qualità delle acque, di risanamento ambientale ed igienico sanitari, atti a sanare il mancato adempimento degli obblighi comunitari, con scadenza in data 31 dicembre 2000, in materia di fognatura, collettamento e depurazione. In estrema sintesi tali prescrizioni riguardano: ?? Il trattamento degli scarichi provenienti da agglomerati con oltre 15.000 A.E. , attraverso impianti di depurazione dotati di trattamenti secondari o di trattamento equivalente, ai sensi della tab.1, All. 5, D.Lgs 152/99; nel caso in cui le acque reflue scarichino in acque recipienti individuate quali “aree sensibili”, devono essere sottoposte ad un trattamento più spinto, secondo i requisiti specifici indicati nell’allegato 5; ?? La realizzazione delle reti fognarie per tutti gli agglomerati con un numero di abitanti equivalenti superiore a 15.000, tale soglia si abbassa a 10.000 A.E. nel caso di scarico in acque recipienti considerate “aree sensibili”. La Struttura Commissariale, avendo predisposto il Piano straordinario degli interve nti come “stralcio” della pianificazione ventennale, a carattere “emergenziale” e a sanatoria di adempimenti comunitari già scaduti, non ha incluso in tale programmazione eventuali interventi non compresi nelle categorie sopra elencate, e quindi sottoposti a vincoli e scadenze temporali dilazionabili nel tempo.
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Alla luce di quanto sopra esposto, ed inserendo dei livelli di priorità in funzione degli obiettivi e degli obblighi imposti dalla normativa europea, il Piano Stralcio riporta come importo complessivo degli investimenti necessari per l’ATO di Cosenza 185,5 milioni di Euro, e come importo per la realizzazione di quegli interventi che presentano un carattere di assoluta priorità, circa 107 milioni di Euro. Tale importo economico, che dovrebbe in parte essere finanziato tramite i fondi pubblici del POR Calabria 2000/2006, e in parte tramite fondi privati provenienti dagli oneri tariffari, comporta la realizzazione di 21 interventi, principalmente concentrati nel settore della depurazione e del collettamento dei reflui, rimandando al Piano d’Ambito la realizzazione della maggior parte delle reti fognarie interne a servizio della aree urbanizzate. Per poter procedere alla redazione del Piano degli Interventi nel settore fognario e depurativo, è stato quindi necessario operare sulla base di alcune ipotesi; in particolare si è assunta come certa la realizzazione di tutti gli interventi oggetto del Piano Stralcio, ritenendo già soddisfatte le carenze oggi gravanti su quegli agglomerati. Sulla base delle recenti informazioni fornite dall’Ufficio del Commissario, dei 21 interventi previsti ne sono stati attualmente realizzati 16, ma i fondi residui utilizzabili, pari a circa 27 milioni di euro, dovrebbero permettere la realizzazione dei restanti interventi e di ulteriori completamenti, andando quindi a sanare le criticità evidenziate, ad eccezione dei due impianti di depurazione del comprensorio Cosenza/Rende e di Rossano/Corigliano che, non disponendo del finanziamento pubblico, sono stati inseriti nell’insieme degli investimenti ricadenti in tariffa. La futura attivazione di procedure di finanza di progetto per questi due impianti, ad oggi soltanto ipotizzata, potrà eventualmente ripercuotersi positivamente sul piano d’Ambito, attraverso un decremento della tariffa media stimata.
Sulla base di tali assunzioni, ed in maniera analoga a come operato per la predisposizione degli interventi nel settore idrico, si è proceduto alle definizione degli interventi relativi al mantenimento ed al raggiungimento degli standard. Anche in questo caso l’individuazione degli interventi da eseguire è stata principalmente basata sulle indicazioni fornite direttamente dai comuni/gestori, ed integrata sulla base dei parametri tecnici rilevati (anno di messa in opera, tecnologia dell’impianto, volumetria dei serbatoi, ...). Le richieste relative alla realizzazione delle reti separate sono state prese in considerazione solo per le aree di nuova urbanizzazione, ed in ogni caso solo per la quota parte relativa alla fognatura nera; il rifacimento totale delle reti esistenti nelle zone ad alta densità abitativa porterebbe a degli investimenti complessivi non sostenibili all’interno di un programma di interventi, e quindi esclusi dal campo di applicazione del Piano. 4.3.1
Reti fognarie, impianti di sollevamento e collettori di avvicinamento
Per quanto riguarda i costi relativi al mantenimento qualitativo delle reti fognarie, degli impianti di sollevamento e degli sfioratori di piena esistenti è stato eseguito un confronto su base comunale fra la progettualità esistente ed un metodo analitico di valutazione dei costi che tiene conto dell’età, dello stato di conservazione e della funzionalità delle opere. Il criterio adottato ipotizza che nel ventennio in esame si debba ricostruire una parte dell’esistente, in ragione dell’obsolescenza e della durata funzionale delle opere, assunta mediamente pari a 60 anni per le
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reti miste ed i relativi sfioratori, ed a 22 anni per gli impianti di sollevamento. Il costo unitario di ricostruzione viene in prima approssimazione calcolato in funzione dell’età dell’opera, quindi corretto dal giudizio sullo stato di conservazione e sulla funzionalità; questa correzione permette di evitare alcune anomalie, che avrebbero portato per esempio a prevedere la ricostruzione di un’opera datata ma caratterizzata da un buono stato di conservazione ed una funzionalità soddisfacente, oppure a trascurare la ricostruzione di un’opera di recente realizzazione ma mal conservata o sottodimensionata rispetto all’utenza servita. Dal quadro che è stato sinteticamente esposto nella “Rappresentazione ed analisi dei risultati della ricognizione”, risulta che le reti sono state costruite parte (35%) nel ventennio che va dall’inizio degli anni ’70 alla fine degli anni ’90, parte (33%) nel ventennio 1950-70 e ben il 24% quelle che risultano risalire al periodo antecedente al 1950; l’età media è risultata di circa 27 anni. Si tratta di condotte realizzate per lo più in gres (45%) e materiali plastici (33%), mentre non mancano tratti di condotte in materiali misti, cementizi, acciaio e ghisa (le percentuali riportate si riferiscono a circa il 56 % dei km complessivi di rete fognaria; per il rimanente 44 % non è stato riportato il giudizio). Il giudizio sullo stato di conservazione e sulla funzionalità di queste condotte è nel complesso poco soddisfacente. Per entrambi i parametri infatti si presentano valutazioni insufficienti per il 38% (relativamente allo stato di conservazione) e per il 39% (relativamente alla funzionalità) della lunghezza complessiva . Questo dato è riconducibile essenzialmente ai tratti di età più avanzata, i quali ormai si trovano in cattive condizioni di tenuta e, a causa del mutato scenario urbano, si presentano spesso anche sotto–dimensionati. Per quanto riguarda l’ampliamento della copertura del servizio di fognatura, l’elaborazione dei dati puntuali ha messo in evidenza che il quadro della copertura attuale non è soddisfacente, e che pertanto il raggiungimento degli standard previsti dal decreto legislativo 152/99 richiede un significativo aumento di estensione della rete esistente, pari a circa 893 km di condotte. Gli oneri per il mantenimento qualitativo dei collettori e dei canali fugatori esistenti, come per le opere precedenti, vengono stimati in funzione dell’età, dello stato di conservazione e della funzionalità. Il metodo di valutazione è analogo a quello adottato per le reti fognarie, assumendo una vita media dei collettori e dei canali fugatori pari a 60 anni. La valutazione fornita da tale metodo è stata sostituita dall’indicazione fornita dalla progettualità esistente, nei casi in cui quest’ultima si riferisce esplicitamente al mantenimento qualitativo di opere esistenti. Sono inoltre stati considerati i costi di mantenimento relativi alle nuove opere che verranno realizzate nel corso del ventennio di riferimento. Dal quadro esposto nella “Rappresentazione ed analisi dei risultati della ricognizione”, risulta che i 597 km di collettori hanno un funzionamento a gravità nella quasi totalità dei casi e una età media di 20 anni (i dati sull’età dei collettori disponibili corrispondono a circa il 12 % della lunghezza complessiva). Si tratta quindi di elementi di età media, dove il 13 % è realizzato anteriormente al 1970, il 20% della lunghezza complessiva è stata realizzata tra il 1970 e il 1980 e un altro 67% nell’ultimo ventennio. Da un punto di vista dei materiali i dati disponibili corrispondono a 214 km di collettori, dei quali circa 101 km sono costruiti in gres, 11 km in materiali cementizi, 13 km in acciaio e 88 km in materiali plastici.
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Il giudizio sullo stato di conservazione dei collettori mette in luce una situazione congruente con l’età media dei collettori, rilevando solo un 3 % di valutazioni insufficienti. I finanziamenti disponibili sono stati ripartiti fra ricostruzione dell’esistente e realizzazione di nuove opere, in base alle indicazioni a nostra disposizione. In conclusione, l’investimento necessario per il mantenimento delle condotte risulta pari a circa 138 milioni di Euro, e di circa 13 milioni di Euro per gli impianti di sollevamento, mentre la realizzazione delle nuove condotte viene valutato in circa 175 milioni di Euro, escludendo ovviamente gli investimenti già previsti dall’Ufficio del Commissario straordinario per l’emergenza. 4.3.2
Gli impianti di depurazione
Per quanto riguarda i costi relativi al mantenimento qualitativo degli impianti di depurazione, si è assunta una vita media pari a 35 anni per le opere civili e 12 anni per le opere elettromeccaniche. Dal quadro esposto nello studio sullo stato attuale di fognatura e depurazione, sono stati censiti 295 impianti di depurazione, sui quali si dispone di informazioni limitate. Di questi impianti, 215 sono attualmente in esercizio, 37 non lo sono e per i rimanenti 43 non si dispone dell’informazione. Degli impianti in esercizio, circa il 7,4% presenta uno stato di conservazione insufficiente ed una funzionalità insufficiente. Relativamente all’anno di messa in esercizio degli impianti l’informazione è disponibile solamente per il 38% degli impianti in esercizio e risulta che il 79 % degli impianti è stato attivato dopo il 1980. A fronte di questo quadro, si valutano in 95 milioni di Euro i costi per il mantenimento qualitativo dei depuratori esistenti nel trentennio di riferimento. Da questa valutazione sono esclusi i depuratori destinati ad essere dismessi in seguito all’entrata in funzione dei depuratori comprensoriali: si ritiene infatti che non sia opportuno eseguire alcun intervento di manutenzione su tali impianti. Per quanto riguarda l’ampliamento del servizio di depurazione, dal quadro presentato nello studio sullo stato attuale di fognatura e depurazione, risulta che per completare il piano di attuazione della depurazione sono ancora da realizzare ancora alcuni piccoli impianti a servizio principalmente delle frazioni e/o aree non collettabili ad un impianto comprensoriale, per un costo complessivo di circa 73 milioni di Euro. In base alle informazioni ad oggi disponibili, non è possibile valutare se gli impianti di depurazione comprensoriali in fase di progettazione e/o costruzione permetteranno il rispetto degli standard stabiliti dal decreto legislativo 152/99, e quindi se si renderanno necessari ulteriori interventi di modifica delle linee di processo di tali impianti: la Regione Calabria non ha ancora definito puntualmente, ai sensi del decreto 152/99, né le aree sensibili per le quali devono essere rispettati i limiti sull’azoto e sul fosforo, né gli obiettivi ambientali e funzionali di qualità per i corpi idrici.
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4.3.3
Individuazione delle priorità di intervento
Per i servizi di fognatura e depurazione, in linea con gli obblighi introdotti dal decreto legislativo 152/99, sono state individuate per gli interventi da realizzare nei primi 5 anni del periodo in esame, le priorità riportate nell’elenco che segue. Poiché risulta senz’altro impraticabile il rispetto di alcune delle scadenze temporali indicate dal citato decreto legislativo, le priorità indicate vanno considerate come ordine da seguire nel realizzare le nuove opere: 1) Monitoraggio quali-quantitativo degli impianti di depurazione; 2) Realizzazione proritaria delle nuove condotte fognarie nei centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 15.000, e degli impianti di sollevamento e sfioratori di piena ad esse asserviti; 3) Realizzazione entro il 31/12/2004 delle nuove condotte fognarie nei centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 2.000, e degli impianti di sollevamento e sfioratori di piena ad esse asserviti. 4) Realizzazione prioritaria dei collettori al servizio di reti fognarie di centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 15.000, nei comprensori in cui esistono depuratori funzionanti; 5) Realizzazione entro il 31/12/2004 dei collettori al servizio di reti fognarie di centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 2.000, nei comprensori in cui esistono depuratori funzionanti; 6) Realizzazione entro il 31/12/2004 degli allacciamenti da reti esistenti a collettori esistenti che recapitano in depuratori esistenti e funzionanti; 7) Realizzazione entro il 31/12/2002 di impianti di pre-trattamento nei centri costieri con popolazione superiore a 10.000 abitanti equivalenti, sprovvisti di impianto di depurazione; 8) Realizzazione entro il 31/12/2004 di impianti di pre-trattamento nei centri costieri con popolazio ne inferiore a 10.000 abitanti equivalenti, sprovvisti di impianto di depurazione. 9) Realizzazione entro il 31/12/2004 di un sistema di telecontrollo per gli impianti di sollevamento esistenti. 10) Manutenzione straordinaria prioritaria delle reti fognarie nei centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 15.000, e degli impianti di sollevamento e sfioratori di piena ad esse asserviti; 11) Manutenzione straordinaria entro il 31/12/2004 delle reti fognarie nei centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 2.000, e degli impianti di sollevamento e sfioratori di piena ad esse asserviti; 12) Manutenzione straordinaria prioritaria dei collettori al servizio di reti fognarie di centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 15.000, nei comprensori in cui esistono depuratori funzionanti; 13) Manutenzione straordinaria entro il 31/12/2004 dei collettori al servizio di reti fognarie di centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 2.000, nei comprensori in cui esistono depuratori funzionanti; 14) Manutenzione straordinaria entro il 31/12/2004 degli allacciamenti da reti esistenti a collettori esistenti che recapitano in depuratori esistenti e funzionanti; 15) Manutenzione straordinaria proritaria degli impianti al servizio di reti fognarie in centri con numero di abitanti equivalenti superiore a 15.000 16) Manutenzione straordinaria entro il 31/12/2004 degli impianti al servizio di reti fognarie in centri con numero di abitanti equivalenti inferiore a 15.000.
182
4.4 GLI INVESTIMENTI TOTALI 4.4.1
Effetti del piano degli interventi
Il servizio di acquedotto Gli investimenti descritti nei precedenti capitoli comporteranno una significativa ottimizzazione nella gestione degli impianti con conseguente riduzione dei valori delle perdite e quindi di risparmio di risorsa. In tabella 4.3 sono riportate le variazioni nei venti anni in termini di volume fatturato. Tabella 4.3
Volume fatturato
Anno 1 67,1
Anno 2 67,93
Anno 3 68,7
Anno 4 69,6
Anno 10 Anno 15 Anno 20 Anno 30 71,6 72,0 72,4 73,3
La stima del volume fatturato, ovvero dei fabbisogni all’anno 2006, 2012 e 2032 è quella descritta nel capitolo 2 relativo all’evoluzione della domanda. E’ stato stimato che i massicci interventi di ricostruzione e manutenzione straordinaria delle reti, necessari a conseguire condizioni di standard funzionale, unitamente ad una forte campagna di recupero nei 6 primi anni del piano dei volumi consumati abusivamente, possano comportare una apprezzabile riduzione del valore medio delle perdite nelle reti di distribuzione, passando dal 52% del 2002 ad un ragionevole 20% rispetto al volume immesso in rete nell’anno 2032. Come conseguenza di tali interventi, la riduzione delle perdite andrebbe a compensare, negli anni, l’incremento dei fabbisogni idropotabili dovuto sia alla crescita di popolazione che all’incremento delle dotazioni procapite. Ciò comporta quindi una riduzione dei volumi prodotti e/o acquistati, stimata, nei 30 anni dello schema di piano, di circa 47 milioni di mc.
Gli effetti degli interventi previsti sulla dotazione impiantistica determinerà, al 2032, le seguenti variazioni: ?? un incremento della lunghezza della rete di distribuzione di circa 352 km per l’allacciamento di nuove utenze; ?? l’aumento della capacità dei serbatoi di circa 156.500 mc per garantire un adeguato compenso e riserva; ?? l’installazione di 582 nuovi impianti di monitoraggio e miglioramento della qualità della risorsa ai serbatoi prima della distribuzione; ?? l’incremento di circa 10.000 nuovi contatori; ?? la realizzazione di un sistema generale di telecontrollo per reti e impianti.
183
I servizi di fognatura e depurazione Gli effetti degli interventi previsti sulle infrastrutture fognarie e depurative determineranno, al 2032, le seguenti variazioni: ?? reti fognarie e collettori: la realizzazione delle nuove reti e l’ampliamento di quelle esistenti per una lunghezza pari a circa 1141 km; ?? impianti di depurazione: sulla base della progettualità esplicitata nel Piano Stralcio dell’Ufficio del Commissario Delegato, e in base alle richieste dei comuni dovrebbe essere possibile, grazie alla somma di tutti gli interventi, estendere il servizio di depurazione dagli attuali 801.710 A.E. stimati, a circa 1.459.000 A.E. trattati allo scadere dell’orizzonte temporale del Piano a circa, coprendo interamente il fabbisogno depurativo comprensivo della massiccia presenza fluttuante estiva.
4.4.2
Gli investimenti totali di acquedotto per il periodo 2002-2032
In tabella 4.4 vengono riportati i costi di investimento per le varie tipologie di opere. La sistemazione delle reti di adduzione e distribuzione costituisce il capitolo di maggiore spesa. Gli investimenti da operare sulle reti per portarle a livelli di standard funzionale al traguardo del 2032 corrispondono a circa il 65 % dell’investimento complessivo del servizio acquedottistico, caratterizzato per la quasi totalità da interventi di ricostruzione delle reti. Complessivamente gli interventi previsti sulle reti, a livello di Ambito, superano i 290 milioni di Euro nei 30 anni del piano. Come era lecito aspettarsi, il capitolo di spesa legato alla sistemazione e manutenzione delle reti è quello che incide in maniera preponderante rispetto alle altre opere acquedottistiche. E’ evidente che questi interventi comporteranno una significativa riduzione delle perdite. Complessivamente gli interventi previsti per i serbatoi superano i 49,9 milioni di Euro, di cui circa 40 milioni di Euro circa per la realizzazione di nuove opere per garantire una sufficiente capacità di compenso e di riserva. Globalmente il costo totale dei serbatoi rappresenta l’ 11,3 % dell’intero costo acquedottistico. Il costo complessivo della potabilizzazione è da ritenersi trascurabile ed ammonta a soli 5,4 milioni di Euro , frutto della presenza di semplici disinfezioni. Gli investimenti per il raggiungimento ed il mantenimento degli standard per le opere di presa è di poco inferiore ai 20 milioni di Euro, e rappresenta il 4,4 % del costo totale per il settore acquedottistico. Gli impianti di sollevamento richiedono investimenti stimati in circa 4,2 milioni di Euro. Infine altri costi riconducibili al sistema acquedottistico (telecontrollo e aree di salvaguardia) incidono rispettivamente per circa 11,6 milioni di Euro, rappresentando complessivamente il 2,6 % della spesa per l’intero comparto acquedottistico.
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Tabella 4.4 - Investimenti totali previsti per il servizio di acquedotto nel periodo 2002-2032 Tipologia di opera Costi di ricostruzione Costi di nuove opere Totale investimenti [ Migliaia di [ Migliaia di Euro ] Euro ] % % [ Migliaia di Euro ] % Opere di presa 8.449,69 1,9% 11.117,54 2,5% 19.567,23 4,4% Aree di 0,0% 0,2% 920,33 0,2% salvaguardia 920,33 Rete di adduzione 29.644,09 6,7% 12.964,25 2,9% 42.608,35 9,6% Serbatoi 9.782,09 2,2% 40.177,47 9,1% 49.959,56 11,3% Sollevamenti 4.086,21 0,9% 152,46 0,0% 4.238,68 1,0% Potabilizzazione 2.742,39 0,6% 2.742,39 0,6% 5.484,78 1,2% Telecontrollo 4.793,63 1,1% 5.907,97 1,3% 10.701,60 2,4% Rete di distribuzione 154.951,56 35,1% 135.582,17 30,7% 290.533,73 65,8% Riefficientamento reti Contatori TOTALE
2.777,14 15.047,29 232.274,10
0,6% 3,4% 52,6%
209.564,58
0,0% 0,0% 47,4%
2.777,14 15.047,29 441.838,68
0,6% 3,4% 100,0%
Fonte: elaborazioni SOGESID
4.4.3
Gli investimenti totali di fognatura e depurazione per il periodo 2002-2032
Di seguito in tabella 4.5 sono riportati gli investimenti relativi ai servizi di fognatura e depurazione. Anche in questo caso il capitolo di maggiore spesa è determinato dai collettori fognari (63,2%) e dalla depurazione (34,1%) con un totale di poco meno di 496 milioni di Euro nei 30 anni dello studio. Gli interventi previsti per i sollevamenti ammontano a circa 13,5 milioni di Euro. Tabella 4.5 – Investimenti totali previsti per il servizio di fognatura e depurazione nel periodo 2002-2032 Tipologia di opera
Collettori Sollevamenti Depuratori TOTALE
Costi di ricostruzione Costi di nuove [ Migliaia [ Migliaia di Euro ] % di Euro ] 138.501,34 27,9% 174.867,17 13.511,54 2,7% 0 95.615,28 19,3% 73.488,33 247.628,16 49,9% 248.355,50
opere % 35,3% 0,0% 14,8% 50,1%
Totale investimenti [ Migliaia di Euro ] % 313.368,51 63,2% 13.511,54 2,7% 169.103,61 34,1% 495.983,66 100,0%
Fonte: elaborazioni SOGESID
185
4.4.4
Gli investimenti totali per il periodo 2002-2032
Nella tabella che segue si esplicitano i costi complessivi ed i costi procapite relativi ai tre comparti dell’approvvigionamento idrico, del collettamento e della depurazione dei reflui. Il totale degli investimenti ammonta a circa 938 milioni di Euro che rappresentano circa 1289 Euro in termini di investimento procapite. Tabella 4.6 – Investimenti totali previsti nel periodo 2002-2032 Costi di ricostruzione Tipologia di opera Acquedotto Fognatura Depurazione TOTALE
Costi di nuove opere
Totale investimenti
Costi per abitante
[ Migliaia di Euro ] 232.274,10 152.012,88 95.615,28
[ Migliaia % di Euro ] 24,8% 209.564,58 16,2% 174.867,17 10,2% 73.488,33
% 22,3% 18,6% 7,8%
[ Migliaia di Euro ] 441.838,68 326.880,05 169.103,61
% 47,1% 34,9% 18,0%
[Euro ] 607,53 449,46 232,52
479.902,26
51,2% 457.920,08
48,8%
937.822,34
100,0%
1289,52
Fonte: elaborazioni SOGESID
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