C I T T A’
DI
MATINO
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SETTORE SERVIZI ALLA CITTÀ
Allegato B)
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico Generale ( PUG )
Documento di scoping per la consultazione preliminare dei soggetti competenti in materia ambientale
I tecnici Ing. Renato Del Piano Ing. Luigi Rossetti Dott. Simone Zecca
Maggio 2010
DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI MATINO
INDICE Premessa ........................................................................................................................................... 3 Inquadramento normativo ................................................................................................................ 8 Obiettivi del nuovo Piano Urbanistico Generale (P.U.G.) del Comune di Matino ...................... 9 I fabbisogni da soddisfare................................................................................................................ 10 Le interazioni del PUG con la pianificazione sovraordinata ....................................................... 11 Descrizione preliminare del contesto ambientale del comune di Matino ................................... 12 Inquadramento Socio-Economico ................................................................................................................................ 13 Inquadramento geomorfologico ................................................................................................................................... 16 Inquadramento paesaggistico e naturalistico................................................................................................................ 18 Il patrimonio culturale .................................................................................................................................................. 21
Il Rapporto Ambientale ................................................................................................................... 22 Analisi dei dati e valutazione delle interazioni ............................................................................................................ 23 Indicatori ambientali ................................................................................................................................................... 24 Analisi di coerenza interna ed esterna ......................................................................................................................... 24 Valutazione degli effetti del Piano .............................................................................................................................. 24 Analisi delle alternative............................................................................................................................................... 25
Ipotesi di indice del Rapporto Ambientale .................................................................................... 26 La copianificazione .......................................................................................................................... 29 I soggetti istituzionali ....................................................................................................................... 30 La partecipazione pubblica ............................................................................................................. 32 Il contributo atteso ........................................................................................................................... 33 Questionario per la consultazione preliminare delle autorità ambientali .................................. 35
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PREMESSA Il Documento regionale di Assetto Generale (D.R.A.G.) è il principale atto regionale di governo del territorio previsto dalla Legge Regionale n. 20 del 27 luglio 2001, “Norme generali di governo e uso del territorio” che mira a innovare in profondità le prassi urbanistiche consolidate sia a livello regionale sia a livello locale. Il Documento è mosso, da un lato, da una forte tensione verso la promozione di una nuova cultura del territorio, basata su conoscenze profonde delle risorse territoriali e nuove consapevolezze del loro valore e della necessità di salvaguardia e valorizzazione, dall‟altro, dalla convinzione che è urgente in Puglia ammodernare gli strumenti di governo del territorio e fornire istruzioni tecniche adeguate a tal fine. Il Documento di Indirizzo è rivolto soprattutto ai Comuni pugliesi, che finalmente dispongono di chiari orientamenti per la redazione dei nuovi Piani Urbanistici Generali. Il Documento è entrato in vigore dal momento della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia con la “deliberazione della giunta regionale 3 agosto 2007 n. 1328 “(B.U.R. n.120 29/08/2007). Risulta fondamentale da un punto di vista normativo che gli atti amministrativi dei piani comunali che saranno adottati dopo quella data, siano coerenti con il Documento. Gli “Indirizzi” sono finalizzati a fornire elementi inerenti al metodo di elaborazione e ai contenuti dei nuovi Piani Urbanistici Generali (P.U.G.), favorendo la diffusione di “buone pratiche” di pianificazione urbanistica e rendendo più agevole il superamento del controllo di compatibilità regionale previsto dalla LR 20/2001, nello spirito di collaborazione che deve informare i rapporti fra Regione ed Enti locali in ogni fase del processo di pianificazione. Gli “Indirizzi” sono stati costruiti in modo tale da non ingabbiare in uno schema rigido la sperimentazione in corso in alcuni Comuni impegnati nella redazione dei P.U.G., né essi pretendono di imporre modelli analitici e progettuali uniformi. Qualsiasi modello, infatti, si rivelerebbe incapace di adattarsi alle peculiarità ambientali, socio-economiche e operative delle diverse situazioni locali. Il percorso delineato negli “Indirizzi” prevede tre atti amministrativi fondamentali: l‟Atto di Indirizzo, comprensivo del documento di scoping della V.A.S., adottato dalla Giunta Comunale, che delinea gli obiettivi politici, il programma della partecipazione civica alla formazione del P.U.G. e della concertazione mediante le Conferenze di Copianificazione, la dotazione strumentale necessaria per elaborare e gestire il Piano il Documento Programmatico Preliminare (D.P.P.), adottato dal Consiglio Comunale e sottoposto alle osservazioni di cui al comma 3, art. 11, l.r. n. 20/2001 il Piano Urbanistico Comunale (P.U.G.), adottato dal Consiglio Comunale e sottoposto alle osservazioni di cui al comma 5, art. 11, l.r. n. 20/2001 Il Piano Urbanistico Generale (P.U.G.) introdotto dalla Legge Regionale n. 20/2001 è uno strumento radicalmente diverso dal Piano Regolatore Generale, sia nella impostazione concettuale e metodologica, sia nei contenuti e negli effetti programmatori. L‟attività regionale di verifica di compatibilità dei primi P.U.G. ha rivelato che i Comuni hanno difficoltà a cogliere appieno l‟innovazione legislativa e tradurre in pratica alcuni obiettivi e principi chiave del nuovo sistema di pianificazione, anche perché essi sono espressi nella norma regionale in modo essenziale e con scarse indicazioni operative. Gli aspetti maggiormente innovativi del nuovo sistema di pianificazione comunale sono: la scomposizione del P.U.G. in una parte strutturale e una parte programmatica, in modo da differenziarne i contenuti secondo la diversa rilevanza ad essi attribuita dal piano; assegnando quindi alla parte "strutturale" (la cui variazione richiede il controllo regionale) il significato di quadro delle scelte di lungo periodo inerenti ai valori ambientali e culturali da trasmettere alle future generazioni e alla parte Pagina 3 di 37
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"programmatica" (la cui variazione è approvata dal comune senza bisogno di alcun controllo regionale) un orientamento di breve-medio termine, caratterizzato da operatività e flessibilità per rispondere tempestivamente a bisogni e istanze di trasformazione sempre più veloci della società e dell‟economia contemporanea. il passaggio dal tradizionale sistema di pianificazione regolativa a un approccio che includa la dimensione strategica, ossia una visione condivisa del futuro del territorio e una maggiore capacità di rendere praticabili le previsioni di piano; l‟introduzione della Valutazione Ambientale Strategica nella pianificazione comunale, dando attuazione alla Direttiva comunitaria 2001/42/CE e al D.Lgs. 152/2006, art. 7 e seguenti, che fornisce le disposizioni comuni in materia di V.A.S. ed è entrato in vigore il 31 luglio 2007; l‟adozione del cosiddetto metodo della co-pianificazione, sostituendo l‟approccio gerarchico nell‟approvazione del piano comunale da parte della Regione con un approccio fondato sulla stretta collaborazione fra Regione e Comuni, sulla condivisione di conoscenze e strategie con i Comuni contermini, le Province e gli altri enti pubblici, nonché con i soggetti sociali e gli operatori del territorio, per agevolare sia il controllo di compatibilità regionale sia la traduzione delle previsioni dei piani in concrete realizzazioni in tempi rapidi e certi; la rilevanza della partecipazione civica alla formazione del Piano sin dalla fase iniziale di approvazione dell‟Atto di Indirizzo da parte della Giunta e del Documento Programmatico Preliminare da parte del Consiglio comunale; l‟importanza della conoscenza delle risorse territoriali (ambientali, paesaggistiche, del territorio rurale, insediative, infrastrutturali) per una più efficace salvaguardia e valorizzazione dello straordinario „patrimonio‟ culturale e ambientale della regione. La Valutazione Ambientale Strategica è parte integrante del processo di elaborazione ed approvazione del P.U.G. ed il Rapporto Ambientale è uno degli elaborati di piano. La V.A.S. ha la finalità di verificare in modo esplicito la coerenza delle scelte di piano con gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio, che la Regione Puglia ha definito prioritari nella L.R. 20/2001, art. 1. La V.A.S. si configura pertanto come un supporto alla definizione delle scelte di piano, utile in particolare a individuare preventivamente gli effetti derivanti dall'attuazione delle singole scelte e, di conseguenza, a selezionare tra le opzioni alternative quelle maggiormente rispondenti agli obiettivi di sostenibilità del P.U.G. Nel contempo, la V.A.S. individua le misure di pianificazione volte ad impedire, mitigare o compensare l'incremento delle eventuali criticità ambientali già presenti e i potenziali impatti negativi delle scelte operate dal P.U.G. La procedura è dunque orientata a fornire specifici elementi valutativi, da condividere con un più vasto pubblico, fondati su un robusto e articolato sistema di conoscenze, circa la coerenza delle scelte strategiche del P.U.G. con le finalità fondamentali sancite dall‟articolo 1 della L.R. 20/2001: lo sviluppo sostenibile della comunità regionale con la tutela dei valori ambientali, storici e culturali espressi dal territorio e la sua riqualificazione. L‟efficacia della V.A.S. dipende in misura cruciale dalla sua integrazione nell‟intero processo di elaborazione del piano e dalla capacità di fornire buoni argomenti, comunicabili anche al più vasto pubblico, a sostegno della sostenibilità ambientale e sociale delle scelte strategiche del P.U.G. A tale scopo, il Comune avvia il processo di V.A.S. dalla prima conferenza di copianificazione e provvede poi al suo sviluppo e arricchimento nel corso delle successive fasi di elaborazione, fino all‟approvazione del P.U.G. Gli effetti ambientali delle scelte fondamentali del piano sono illustrati in un apposito elaborato, il Rapporto Ambientale, che costituisce parte integrante del P.U.G. e che contiene anche le modalità per monitorare gli effetti del piano durante la sua attuazione. Pagina 4 di 37
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La valutazione ambientale strategica deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano, prima della sua approvazione; pertanto essa costituisce un processo che segue ed accompagna tutta la redazione del piano. E‟ possibile distinguere sei fasi generali riconducibili alla Direttiva comunitaria 2001/42/CE e al D.Lgs. 152/2006, art. 7 e seguenti. In particolare: FASE 1. La I fase consiste appunto nella attivazione delle consultazioni delle AUTORITÀ con specifiche competenze ambientali attraverso il DOCUMENTO DI SCOPING, per stabilire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale (R.A.). Le consultazioni avranno la durata di 30 giorni, a partire dall‟invio del documento di scoping alle Autorità individuate. FASE 2. La II fase consiste nella stesura del RAPPORTO AMBIENTALE (R.A.), documento attorno al quale si struttura tutto il processo valutativo; il R.A. costituisce parte integrante della documentazione del piano da adottare. Per la redazione del R.A. è necessario aver elaborato una PROPOSTA DI PIANO, alcune sue RAGIONEVOLI ALTERNATIVE e una descrizione e valutazione degli effetti ambientali derivanti dalla loro attuazione (attuazione del Piano e delle sue alternative). Pertanto elementi importanti da trattare nel R.A. sono: i contenuti del piano ed i principali obiettivi; la descrizione dello stato dell‟ambiente; le criticità ambientali esistenti e quelle derivanti dall‟attuazione del piano ed i possibili effetti (positivi e negativi) sull‟ambiente, a breve o lungo termine, permanenti o temporanei; le misure previste dal piano per mitigare o compensare gli effetti negativi indotti; le misure previste per il monitoraggio del Piano, necessarie al controllo degli effetti ambientali significativi, degli effetti negativi imprevisti e dell‟adozione di misure correttive; una “Sintesi non tecnica” del documento che riassume i contenuti del R.A. in modo semplice e chiaro anche per i non “addetti ai lavori”, è quello di consentire un‟ampia divulgazione del processo di V.A.S., e garantire la partecipazione del pubblico. FASE 3. Durante la III fase, il piano ed il relativo rapporto ambientale, prima dell‟approvazione, sono messi a disposizione sia delle Autorità che esercitano funzioni amministrative correlate agli effetti sull‟ambiente del piano, sia del Pubblico. I documenti devono essere trasmessi alle succitate autorità, e copie della sintesi non tecnica devono essere depositate presso gli enti pubblici interessati dal piano. Di tale procedura deve essere data notizia a mezzo stampa, con le forme di pubblicità previste dalla legge, anche attraverso la pubblicazione su Internet. Le osservazioni devono pervenire entro il termine di 45 giorni dalla pubblicazione della notizia di avvenuto deposito. FASE 4. Una volta scaduti i termini, l‟Autorità competente si pronuncia, entro 60 giorni, con un Giudizio di compatibilità ambientale, la cui acquisizione costituisce il presupposto per il proseguo del procedimento di approvazione del piano. Il provvedimento di approvazione del piano tiene conto del giudizio di compatibilità ambientale, ed è accompagnato da una Dichiarazione di sintesi che deve illustrare: in che modo le considerazione ambientali sono state integrate nel piano; in che modo si è tenuto conto del R.A. e dei risultati delle consultazioni; i motivi per cui è stato scelto il Piano adottato fra le possibili alternative che erano state individuate; quali sono le misure di monitoraggio adottate. FASE 5. La V Fase consiste nella messa a disposizione delle Autorità (a cui sono trasmessi in copia integrale) e del Pubblico (attraverso notizia a mezzo stampa) del giudizio di compatibilità ambientale e del provvedimento di approvazione, unitamente alla relativa documentazione. Pagina 5 di 37
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FASE 6. Il controllo sugli effetti ambientali significativi derivanti dall‟attuazione del piano viene effettuato dall‟autorità competente all‟approvazione, avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali. La partecipazione delle Autorità competenti e di un più generale Pubblico all‟iter di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, risulta un cardine della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). Per favorire una proficua convergenza tra le determinazioni degli Enti Locali, quelle delle altre Amministrazioni competenti e gli interessi di altri soggetti, sin dalla fase iniziale di formazione dello strumento urbanistico, dopo la redazione dell‟Atto di Indirizzo comunale e prima della redazione del D.P.P., gli “Indirizzi” prevedono che il Comune convochi una prima Conferenza di Copianificazione (ai sensi della L.241/90 e s.m.i.). Alla Conferenza sono invitati la Regione, la Provincia, i Comuni confinanti, gli Enti che dovranno esprimere un parere secondo le norme nazionali e regionali in vigore e ogni altro Ente i cui programmi possano incidere sulla pianificazione comunale (ad es. Comunità Montane, Consorzi ASI, Consorzi di Bonifica, Autorità Portuali, Capitanerie di Porto, Ferrovie, ENAC, ENAV, ANAS, ENEL, AQP, Aziende gestori di reti gas, ecc.), nonché gli altri soggetti motivatamente interessati (associazioni di categorie imprenditoriali, sindacali, associazioni ambientaliste e culturali ecc.). In tale occasione si stabiliranno le modalità con cui ciascuno di questi Enti metterà a disposizione del Comune il proprio patrimonio di dati e conoscenze per la elaborazione del Piano e del Rapporto Ambientale della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.). Inoltre, dopo l‟adozione del D.P.P. e prima dell‟adozione del P.U.G., il Comune convoca una seconda Conferenza di Copianificazione alla quale invita gli Enti e i soggetti sopra indicati ed eventuali altri i cui programmi possano incidere sulla pianificazione comunale o che siano motivatamente interessati. Prima dell‟incontro, il Comune fornisce ai partecipanti il D.P.P. e le eventuali osservazioni pervenute ai sensi della L.R. 20/2001 art. 11 comma 3. Anche questa seconda Conferenza ha natura istruttoria, essendo diretta a mettere a disposizione dell‟Amministrazione procedente, nel momento in cui avvia la elaborazione del P.U.G., significativi contributi collaborativi in merito: al sistema delle conoscenze e ai quadri interpretativi del territorio, nell‟area vasta e all‟interno dei confini comunali, sviluppati nel Documento Programmatico Preliminare; agli obiettivi e alle scelte generali di pianificazione delineate nel D.P.P.; alle prime valutazioni che integrano il Rapporto Ambientale. La conferenza ha anche lo scopo di verificare gli impegni assunti nella precedente Conferenza di Copianificazione.
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Figura 1: Schema logico della sequenza di elaborazione, partecipazione e verifica del P.U.G. integrato dal processori VAS (fonte D.R.A.G.).
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INQUADRAMENTO NORMATIVO Si riportano alcuni riferimenti normativi e circolari della Regione Puglia in merito alla formazione del Piano Urbanistico Generale di un comune e la procedura di valutazione ambientale per come indicato dal D.R.A.G.
il DOCUMENTO REGIONALE DI ASSETTO GENERALE (D.R.A.G.) INDIRIZZI, CRITERI E ORIENTAMENTI PER LA FORMAZIONE DEI PIANI URBANISTICI GENERALI (P.U.G.) è stato definitivamente approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1328/2007 dopo essere stato adottato con Deliberazione della Giunta Regionale 27 marzo 2007, n° 375, come modificato in base alle proposte di integrazione, alle indicazioni e alle osservazioni pervenute durante i sessanta giorni previsti dalla L.R. 20/2001, art. 5 comma 5. La relativa documentazione è disponibile presso il portale predisposto dalla Regione Puglia ed accessibile all‟indirizzo: http://www.regione.puglia.it/drag/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=1 DIRETTIVA 2001/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente. Si rimanda alla documentazione predisposta dal Ministero dell‟Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare disponibile all‟indirizzo: http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=322 Circolare 1/2008 - Settore Assetto Territorio: “Procedure di formazione dei P.UG” disponibile presso il portale regionale in materia di D.R.A.G.: http://www.regione.puglia.it/drag/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=8 Circolare 1/2008 - Settore Ambiente: “Norme esplicative sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) dopo l‟entrata in vigore del Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 correttivo della Parte Seconda del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” disponibile presso il portale regionale in materia di D.R.A.G.: http://www.regione.puglia.it/drag/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=76
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OBIETTIVI DEL NUOVO PIANO URBANISTICO GENERALE (P.U.G.) DEL COMUNE DI MATINO Di seguito si riporta una sintesi degli obiettivi prioritari individuati nell‟atto di indirizzo dalla Giunta Comunale per la redazione del PUG:
Contenimento dell’uso del territorio e Governo delle trasformazioni L‟assioma alla base dell‟azione pianificatoria delle trasformazioni urbanistiche di Matino è il contenimento dell‟uso del territorio. Tale principio si esplica: 1. Riqualificazione del centro storico, nella ricerca della qualità degli interventi, intesa come qualità intrinseca ed assoluta delle opere progettate ed eseguite, corretto rapporto tra queste e le aree circostanti, riproposizione dei caratteri e delle peculiarità del nucleo antico in modo tale da non snaturare l‟immagine e il significato; 2. Promozione di possibilità di riuso, riqualificazione e risanamento dei comparti a maggior criticità a livello insediativo ed ambientale contenendo lo stato di degrado del tessuto urbano consolidato con particolare attenzione alla parte più antica e legata alla tradizione. 3. Razionalizzazione dell‟utilizzo della risorsa suolo; 4. Gestire il sistema agricolo puntando alla qualificazione ambientale valorizzando l‟uso dello spazio rurale in un‟ottica di multifunzionalità.
Biodiversità L‟obiettivo consiste nel tutelare e accrescere la biodiversità e la qualità ambientale, che si esplica: 1. Assicurare un equilibrio tra ecosistemi ambientali e attività antropiche; 2. Salvaguardare la continuità eco sistemica; 3. Favorire la multifunzionalità dell‟agricoltura; 4. Perseguire una maggiore sostenibilità degli insediamenti
Energia, Risorse e Ambiente L‟obiettivo consiste nel ridurre le pressioni antropiche climalteranti, e si esplicita : 1. Promuovere l'efficienza nell'approvvigionamento e negli usi finali dell‟energia e incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili 2. Migliorare le prestazioni energetiche degli edifici 3. Preservare la qualità e la quantità della risorsa idrica 4. Prevenire e ridurre i livelli di inquinamento di aria, acqua, suolo e la produzione di rifiuti
Sviluppo economico L‟obiettivo consiste nel delineare modelli di sviluppo economico sostenibile, si esplicita : 1. Migliorare la competitività produttiva favorendo la diffusione di luoghi del sapere, della ricerca e della innovazione 2. Promuovere l'offerta integrata di funzioni turistico-ricreative mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari.
Crescita sociale e culturale L‟obiettivo consiste nel sostenere la coesione sociale e le identità culturali, assumendo quindi due apparentemente contrapposti interessi: da un lato la cultura della “coesione”, assunto chiave delle politiche comunitarie in particolare dopo i recenti processi di allargamento dell‟Unione nonché a seguito dei fenomeni di mobilità internazionale, anche oltre i limiti comunitari, dall‟altro la valorizzazione delle specificità e delle identità, argomento fortemente sentito come contrappunto alle tendenze di “global melting”. Si esplicita : 1. Promuovere l‟inclusività sociale valorizzando le identità locale Pagina 9 di 37
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2. 3. 4.
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Favorire azioni di supporto alle politiche sociali Promuovere l'applicazione della Convenzione europea del paesaggio Migliorare l‟abitare nella città
La Mobilità urbana ed extraurbana Necessità di affrontare il tema della mobilità, elemento cruciale per la qualità urbana e ambientale del territorio matinese, in considerazione dello stato di urbanizzazione e dei carichi generati dalle trasformazioni urbane. Data la estrema complessità del tema, vanno trovate risposte diversificate dedicate alla pluralità dei soggetti coinvolti: 1. Riduzione del traffico veicolare interessato all‟attraversamento dell‟urbano; 2. Razionalizzazione della circolazione viabilistica interna all‟urbano con il completamento ed il potenziamento della rete infrastrutturale; 3. Sostegno alla mobilità pedonale e ciclistica
I FABBISOGNI DA SODDISFARE L‟Atto di Indirizzo, evidenzia le esigenze principali che il nuovo P.U.G. sarà chiamato a soddisfare, attraverso appropriate soluzioni tecnico-urbanistiche e infrastrutturali riconducibili a: 1. Rilancio della qualità abitativa e dell‟ospitalità nel centro storico, e in generale per il sistema residenziale con l‟individuazione dei piani di recupero delle zone più significative , sia in termini di riqualificazione -ristrutturazione edilizia, che di incremento degli spazi per la socializzazione, la cultura, l‟attività commerciale e di servizio; 2. Riorganizzazione del sistema infrastrutturale della viabilità principale e secondaria, favorendo, nel contempo, l‟organizzazione a rete di percorsi ciclo-pedonali; 3. Rilancio del turismo riorganizzando l‟offerta dei servizi e dell‟ospitalità per un turismo escursionistico, ambientale, culturale ; 4. Incremento del patrimonio abitativo sia con riferimento a quello del tessuto urbano periferico che quello diffuso per esigenze di vocazione turistica stagionale dei residenti; 5. Qualificazione del sistema dell‟artigianato, del commercio e della piccola impresa. 6. Sviluppo del sistema di protezione ambientale, attraverso scelte che mirino a garantire la chiusura dei cicli naturali, che favoriscano il contenimento dei consumi energetici, che contribuiscano a ridurre la produzione di rifiuti, i sistemi integrati di fornitura di servizi a rete , che definiscano modalità e tecniche d‟intervento costruttivo in sintonia con le tradizioni e l‟identità dei luoghi.
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LE INTERAZIONI DEL PUG CON LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA Il Piano Urbanistico Generale si inserisce in una gerarchia di strumenti di pianificazione realizzati da diversi Enti territoriali. Nella stesura dei contenuti del P.U.G. è necessario acquisire le linee programmatiche della pianificazione settoriale realizzata:
dalla Regione Puglia con: 1. il Piano Urbanistico Territoriale Tematico Paesaggio (P.U.T.T./P.) ed i relativi adeguamenti realizzati per la pianificazione vigente dal Comune di Matino; 2. il Piano dell‟Assetto Idrogeologico (P.A.I.) per le zone a vincolo di rischio; 3. il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) per quanto concerne l‟uso, la gestione e la tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee; 4. il Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.I.); 5. il Piano Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.) per quanto concerne gli indirizzi legati alla gestione, ottimizzazione e pianificazione degli interventi in materia di energia ed emissioni. dalla Provincia di Lecce con: 1. il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) per quanto concerne le indicazioni generali di sviluppo coordinato dell‟area del Comune e dei Comuni limitrofi; 2. il Piano Faunistico Venatorio (P.F.V.) per quanto riguarda le aree di tutela ambientale; dagli uffici comunali del Comune di Matino con gli strumenti vigenti in materia di pianificazione territoriale e sviluppo edilizio, quali eventuali piani specifici derivanti dall‟adeguamento al P.U.T.T./P.
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DESCRIZIONE PRELIMINARE DEL CONTESTO AMBIENTALE DEL COMUNE DI MATINO Il Comune di Matino è ubicato a sud di Lecce da cui dista circa 40 Km; occupa una superficie di 26,28 Kmq e la sua altezza sul livello del mare va da un minimo di m 41 ad un massimo di m 190. E‟ posto alle falde della Serra di S. Eleuterio. Il centro abitato sorge sulle pendici di una delle ultime propagini della Murgia Salentina a 10 km dalla costa ionica ed a circa 30 km dall'estrema punta della penisola italiana rappresentata dal Capo di Leuca. Il clima di tipo spiccatamente mediterraneo e' caldo-umido durante l'estate, con primavera ed autunno molto miti e non di rado caldi e un inverno piovoso e breve caratterizzato da temperature che quasi mai scendono sotto lo zero. La cittadina domina la vallata denominata dal De Giorgi “Valle di Ottaviano” e rappresenta una delle zone più fertili del Salento.
Figura 2: Inquadramento territoriale del comune di Matino.
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INQUADRAMENTO SOCIO -ECONOMICO Il Comune di Matino ha una popolazione di circa 12.000 abitanti. Nell‟intervallo temporale 19712008 si è assistito ad una crescita graduale del numero di residenti con un aumento di oltre mille unità. Tabella 1: Popolazione residente nel Comune di Matino dal 1971 al 2008 (Fonte: Demo ISTAT)
Anno 1971 Anno 1981 Anno 1991 Anno 2001 Anno 2008 Popolazione residente
10.198
10.749
11.370
11.615
11.801
Popolazione residente 12000 11500 11000 10500 10000 9500 9000 anno 71
anno 81
anno 91
anno 01
anno 08
Figura 3: Andamento della popolazione residente nel Comune di Matino dal 1971 al 2008 (Fonte: Demo ISTAT)
Sulla base dei dati ricavati dal Censimento ISTAT della popolazione relativo all‟anno 2001, è stato possibile effettuare un rapido confronto per gli indicatori a livello comunale ed a livello provinciale per il tasso di occupazione (indica la parte di popolazione che lavora), il tasso di disoccupazione (indica la parte di popolazione che non lavora), il tasso di disoccupazione giovanile (rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione in età 15-24 anni e le forze di lavoro della corrispondente classe di età) ed il tasso di attività (rapporto tra forze lavoro e la popolazione tra 15 e 64 anni e misura la parte di popolazione che partecipa attivamente al mercato del lavoro a prescindere dal fatto che siano occupate oppure in cerca di lavoro). L‟analisi evidenzia (Tabella 2) dei valori nel complesso in linea con l‟andamento provinciale, leggermente positivi per ciò che concerne il maggior numero di occupati e la minor disoccupazione. Decisamente più ottimistiche le indicazioni relative al tasso di disoccupazione giovanile rispetto ai valori provinciali. Tabella 2: Tassi di occupazione, disoccupazione, disoccupazione giovanile e di attività della popolazione nel comune di Matino ed in provincia di Lecce (fonte ISTAT – 14° censimento della popolazione, 2001) Tasso di occupazione
Tasso di disoccupazione
Tasso di disoccupazione giovanile
Tasso di attività
Matino
34,66
19,19
33,38
42,89
Provincia di Lecce
33,86
21,3
46,28
43,02 Pagina 13 di 37
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L‟articolazione delle attività economiche della zona in esame (Tabella 3) si caratterizza per un tessuto sociale abbastanza variegato con una presenza importante dei settori terziari, manifatturieri ed artigianali. Tabella 3: Numero di unità locali differenziate per i principale settori economici nel comune di Matino per l’intervallo temporale 1951-2001 UNITA' LOCALI UNITA' LOCALI UNITA' LOCALI UNITA' LOCALI UNITA' LOCALI UNITA' LOCALI UNITA' LOCALI 1951 1961 1971 1981 1991 1996 2001
Settore Servizi
16
15
27
32
54
63
60
Settore commercio
82
118
151
183
235
144
157
Settore manufatturiero
122
94
80
143
195
165
160
Settore trasporti e comunicazioni
7
7
4
30
21
17
14
Per ciò che concerne la distribuzione degli occupati tra i principali settori economici (Tabella 4), nel Comune di Matino, si evidenzia come la maggiore fonte di impiego sia divenuto, nell‟intervallo temporale 1951-2001, il settore manifatturiero. In percentuale decisamente bassi i contributi forniti dai restanti settori. Tabella 4: Distribuzione degli addetti tra I principali settori economici nel Comune di Matino per l’intervallo temporale 1951-2001.
Settore Servizi Settore commercio Settore manufatturiero Settore trasporti e comunicazioni
ADDETTI 1951
ADDETTI 1961
ADDETTI 1971
ADDETTI 1981
ADDETTI 1991
ADDETTI 1996
ADDETTI 2001
33
32
46
95
111
98
100
108
186
209
268
342
243
312
262
231
208
562
1.183
1.506
1.365
36
19
18
54
52
44
47
Sulla base delle informazioni estrapolate dal Censimento ISTAT del 2001 è emerso come sul numero totale di abitazioni presenti nel territorio del Comune di Matino (Tabella 5), la percentuale di case occupate dai residenti (72,1%) risulta superiore alla media provinciale (68,4%). Si evidenziano dei valori inferiori, rispetto ai dati provinciali, anche per i mq. per occupante in abitazioni occupate da persone residenti, per il Numero di stanze per abitazione e per il numero di occupanti per stanza in abitazione occupata da persone residenti.
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Tabella 5: valori relativi alle caratteristiche delle abitazioni nel comune di Matino (Fonte: censimento ISTAT – 2001)
Abitazioni totali
Abitazioni occupate da residenti
mq. per occupante in abitazioni occupate da persone residenti
Numero di stanze per abitazione
Numero di occupanti per stanza in abitazione occupata da persone residenti
Matino
5.565
4.013
36,33
3,97
0,57
Provincia di Lecce
401.234
274.421
39,50
4,31
0,63
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INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Morfologicamente il territorio di Matino (cfr. “Relazione geologica e geomorfologica – dott. Geol. Umberto Cimino) è costituito da due aree subpianeggianti poste a quote differenti e raccordate da un gradino di origine tettonica. Segno di tale gradino è il ciglio di scarpata di faglia che si sviluppa con direzione NNO-SSE, con una pendenza che a tratti supera il 26%. Questi rilievi, indicati nella toponomastica locale con il nome di "Serre Salentine", sono il risultato di una tettonica disgiuntiva, che si è sviluppata prevalentemente lungo allineamenti SSE-NNO e SSO-NNE e che in più riprese, dalla fine del Cretaceo sino al Pliocene inoltrato, ha dislocato il basamento cretaceo della regione generando una struttura a piccoli pilastri e fosse tettoniche. I terreni calcarei cretacei caratterizzano il rilievo, indicato nella toponomastica locale con i nomi di serra “S. Eleuterio", “S. Ermete”, “S. Salvatore”. Gli eventi tettonici hanno prodotto nella formazione dei "Calcari di Altamura" una serie di discontinuità, sotto forma di fratture, tali da frammentarne l'originaria compattezza. Il territorio in esame giace tra quote comprese tra 45 (porzione occidentale), e 199 m s.l.m. (porzione orientale); le aree occidentali si presentano quasi pianeggianti e/o blandamente ondulate con parti di territorio leggermente inclinato verso ovest e con pendenze inferiori al 5%; a queste aree si contrappone il versante occidentale dominato dalla S. S. Eleuterio e caratterizzato da pendenze che a luoghi superano i 15°. I terreni affioranti nella regione vanno dal Cretacico al Quaternario; il Cretacico, calcareo-dolomitico è rappresento in prevalenza dal Turoniano Sup–Maastrichtiano, seguono sedimenti Plio-Pleistocenici che occupano le aree topograficamente più basse, i quali, per la generale concordanza esistente tra morfologia e tettonica corrispondono anche ad aree basse strutturalmente. Il lembo cretacico affiorante si estende nell‟area occidentale dell‟abitato di Matino con direzione NNW-SSE per una lunghezza di oltre 5 Km sin oltre gli abitati di Tuglie, a nord, e di Casarano, a sud. Presenta una larghezza massima di 3 Km. Lungo quasi tutto il suo margine i terreni cretacici s'immergono regolarmente sotto i depositi più recenti quaternari. Una scarpata limita anche il occidentale; essa è interpretata come la conseguenza di una faglia, la quale però non altera, salvo qualche eccezione, le generali condizioni di giacitura degli strati. Questa regolare immersione degli strati ha permesso di raccogliere elementi sufficienti per far ritenere che si tratta di un'unica ampia e dolce anticlinale fagliata verso ovest e verso est. Nell‟area di studio sono presenti due spartiacque che corrono in direzione approssimativa NNOSSE: il primo passa per la cima della “Serra S. Eleuterio” procedendo in modo sinuoso verso sudest in località “Ferraioli”, mentre il secondo, delineato sempre in modo flessuoso, è individuato tra le località “Biancolezzi” a nord e “S. Emiliano“ a sud. I versanti delle serre sono sottoposti ad intensa azione di dilavamento: le acque scorrendo liberamente su tratti ad elevata pendenza hanno “scorticato” la superficie topografica, portando giù, verso le aree più depresse, il terreno vegetale che si è accumulato con spessori che a luoghi superano i 4 m. L‟idrografia superficiale del territorio di Matino è qui rappresentata dai alcuni “canali di bonifica” posti nella parte occidentale e sviluppata su terreni pleistocenici e da diversi “canaloni” rilevati nella porzione occidentale dell‟abitato di Matino posti tra le località “Villa” e “S. Salvatore”. I “canaloni” si sviluppano con andamento trasversale rispetto alla serra, in senso NE-SW, laddove il rilievo di superficie mette in evidenza la presenza della formazione dei Calcari di Altamura. L'area orientale di studio presenta inoltre evidenze superficiali di uno stato di carsificazione esercitato dalle acque acidule sul suolo calcareo; sono state riconosciute superficialmente forme subcircolari che potrebbero celare o far pensare a cavità sotterranee: di queste forme ne sono state riconosciute due, ubicate sulla “Serra di S. Eleuterio”, dove è stata ritrovata la grotta basiliana. Nell‟area posta ad occidente dell‟abitato di Matino, tra le località “Rimi”, a nord, e “Motta”, a sud, si evidenziano delle ampie aree avvallate che durante gli eventi di piogge eccezionali tendono ad allagarsi. La causa del ristagno superficiale risiedere sia nell'eccezionale volume d'acqua che arriva nell'unità di tempo sia alla bassa permeabilità dei terreni presenti. Tali ristagni pur avendo carattere di temporaneità e diventano problematici in quanto tendono a ripetersi con frequenza o a prolungarsi nel tempo. In generale i Pagina 16 di 37
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ristagni superficiali di poche ore, come eventi sporadici, non destano preoccupazioni, mentre hanno ripercussioni più o meno gravi se prolungano per più giorni o se si ripetono con una certa frequenza. Il ristagno superficiale si verifica quando la velocità d'infiltrazione nel terreno è inferiore all'intensità di pioggia o alla portata dell'acqua che tracima in un terreno e la superficie non è dotata di un'adeguata pendenza necessaria per smaltire l'acqua in eccesso con il deflusso superficiale. Nelle altre zone, le acque meteoriche lasciano solo sul terreno dei deboli solchi erosivi, mal distinguibili anche da foto aeree, raccogliendosi verso le aree più depresse.
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INQUADRAMENTO PAESAGGISTICO E NATURALISTICO
Figura 4: Carta dell’uso del suolo per il territorio del Comune di Matino relativa all’anno 2006 (Fonte: http://www.cartografico.puglia.it/)
La carta dell‟uso del suolo del Comune di Matino (Figura 4) è stata acquisita dalla banca dati del Sistema Informativo Territoriale della Regione Puglia (http://www.cartografico.puglia.it/). La mappa vettoriale è il risultato dell‟applicazione di tecniche di fotointerpretazione dei fotogrammi aerei acquisiti nell‟anno 2006. L‟analisi spaziale del pattern dell‟uso del suolo (Figura 5) mette in evidenza la netta prevalenza delle classi agricole e delle classi urbanizzate rispetto a quelle riconducibili agli habitat di elevato valore conservazionistico. La classe oliveti presenta il può alto valore di incidenza percentuale pari a 39,6%, seguito dal tessuto urbano con il 23,7% e dai seminativi con il 19,2%. Le classi ad elevato valore conservazionistico come i “pascoli e pseudosteppe” e la “macchia mediterranea” incidono sulla superficie totale comunale solo per il 3,3%. L‟1% del territorio è altresì occupato dalla classe rimboschimenti caratterizzate quasi esclusivamente da impianti di pino d‟Aleppo (Pinus halepensis Miller).
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Figura 5: Distribuzione percentuale delle classi di uso del suolo sul territorio del comune di Matino per l’anno 2006.
Nelle tabelle che seguono sono riportati i dati per il comparto agricolo a livello comunale relativi alla differente destinazione dell‟uso del suolo, ricavati dai Censimenti dell‟Agricoltura dal 1971 al 2001. Si può notare (Figura 6) che le classi predominanti risultano le “coltivazioni legnose”, le “superfici ad olivo” e i “seminativi”. Seguono la classe “altre superfici”, “prati” e “superfici a vite” che mostra una drastica riduzione nel 2001.
Figura 6: Dinamica della ripartizione della superficie agricola per tipo nell’intervallo 1971-2001 (fonte ISTAT). Pagina 19 di 37
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Tabella 6: Dinamica della ripartizione della superficie agricola per tipo nell’intervallo 1971-2001 (fonte ISTAT).
Prati
Coltivazioni legnose
Superficie a boschi
Altra superficie
Superficie a vite
Superficie ad olivo
Altro
502,41
49,26
1714,69
1,11
36,22
877,93
824,77
11,99
588,65
9,51
1387,84
15,00
26,12
641,89
716,65
29,30
712,95
10,86
1331,60
4,87
91,89
498,25
805,39
27,96
506,4
8,02
1095,54
97,7
52,29
209,48
867,91
18,15
Anno Seminativi
1971 1982 1991 2001
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IL PATRIMONIO CULTURALE Il nome “Matino” deriva molto probabilmente da “MATINE” (alture). Il primo documento storico che attesta la presenza di Matino come centro occupato stabilmente, risale al 1099. Il primo feudatario di Matino di cui si conosce il nome è il Normanno Filippo De Persona, il quale ebbe da Tancredi il feudo nel 1191. Passato ai Di Tillio, poi ai Del tufo fino ai Walburga Del Carretto, venne annesso al Comune di Matino. La più antica testimonianza monumentale è l'antica chiesa medievale dedicata a San Giorgio, di origine cinquecentesca, successivamente ingrandita. Altri importanti monumenti sono la Chiesa della Pietà con il suggestivo arco, edificata intorno al 1620; la Chiesa del Crocefisso di origine cinquecentesca; la Chiesa dell'Addolorata datata 1738; il cinquecentesco Convento dei Domenicani sotto il titolo "S.Maria del Soccorso", fu sede comunale e scolastica. L'attigua Chiesa del Rosario dove si conservano bellissime tele settecentesche. Grande importanza architettonica riveste il Palazzo Marchesale dei Del Tufo, risalente al 1500, oggi di proprietà comunale. Particolare è la facciata con una Trifora Balustrata. Non meno importante è la scuderia con le pareti affrescate e le mangiatoie a forma di nicchia con su i nomi dei cavalli. Ciò testimonia l'amore e la passione dei Marchesi Del Tufo verso i cavalli. All'interno del Palazzo vi è un piccolo giardino pensile. Ritrovamenti preistorici sono stati rinvenuti nell'area dove insiste la cripta di S.Ermete sul costone dell'omonima Serra: quest'ultima oggetto di interventi di salvaguardia e restauro da parte dello scrivente, come da delibera richiamata. Si sono avuti insediamenti Basiliani in contrada S.Eleuterio e Sant'Anastasia. Assai caratteristico è il centro storico, caratterizzato da stradine piccole e tortuose, suggestive corti e ipogei.
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IL RAPPORTO AMBIENTALE Il Rapporto Ambientale (R.A.) è il documento che deve essere redatto, come stabilito dall‟art. 5 della Direttiva V.A.S., ogni qualvolta si attui un processo di valutazione ambientale strategica. Nel R.A. devono essere “individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l‟attuazione del Piano o del Programma potrebbe avere sull‟ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell‟ambito territoriale”. Nell‟allegato I della Direttiva, nonché all‟Allegato I alla parte II del D.lgs 152/06, art. 9, sono elencate le informazioni da includere nel R.A., (come di seguito riportate) mentre la loro portata ed il loro livello di dettaglio sono oggetto della presente consultazione. In coerenza con questa normativa il D.R.A.G. definisce la struttura minima ed i relativi contenuti articolati in1: a. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; b. aspetti pertinenti dello stato attuale dell‟ambiente e sua evoluzione probabile senza l‟attuazione del piano; c. caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate dall‟attuazione del piano d. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/C.E.E. e 92/43/C.E.E.; e. obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale; f. possibili effetti significativi sull‟ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l‟acqua, l‟aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l‟interrelazione tra i suddetti fattori; g. misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull‟ambiente dell‟attuazione del piano; h. sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; i. descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; j. sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. La stesura del R.A. accompagna l‟intero processo di elaborazione e approvazione del P.U.G. e ne costituisce parte integrante. In particolare il Comune: ne avvia la stesura contestualmente al D.P.P.; acquisisce contributi collaborativi in merito, nell‟ambito della seconda conferenza di copianificazione; lo completa insieme alla elaborazione del P.U.G.; lo adotta contestualmente al P.U.G.
1
Si confronti con quanto indicato alle pagine 16018-16019 del B.U.R.P. n.120 del 29-08-2007. Pagina 22 di 37
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ANALISI DEI DATI E VALUTAZIONE DELLE INTERAZIONI La Direttiva V.A.S. e le indicazioni riportate dal D.R.A.G. definiscono il contenuto della richiesta di descrizione del contesto ambientale e della sua probabile evoluzione con e senza l‟attuazione del Piano. Il momento iniziale della valutazione ambientale muove dalla ricostruzione dello stato di fatto dei comparti, componenti e processi ambientali di natura antropica che possono essere non solo potenzialmente influenzati, ma anche determinati i progetti e le realizzazioni che scaturiscono dall‟architettura di obiettivi ed interventi del Piano. L‟inquadramento ambientale, cioè gli aspetti di contesto territoriale più legati alla matrice ambientale che a quelle sociale, economica ed infrastrutturale, ha l‟obiettivo di evidenziare potenzialità, criticità, sensibilità e/o vincoli che debbano essere esplicitamente presi in considerazione ed affrontati nello sviluppo del Piano. Per la descrizione del contesto comunale e delle componenti ambientali che potranno essere direttamente interessate dalle azioni di piano, si procederà in fase di valutazione e stesura del RA ad analizzare: Qualità della vita Aria e Cambiamenti climatici Acqua Suolo e Terra Gestione Rifiuti Energia Patrimonio Naturale e Biodiversità (reti ecologiche - Ecosistemi naturali e Rete Natura 2000) Valenza paesaggistica ambientale Patrimonio culturale e sociale Patrimonio urbanistico e architettonico, rurale e archeologico Popolazione e salute Walfare, istruzione, occupazione Struttura produttiva e servizi alla produzione Turismo Mobilità e trasporti Reti energetiche: sistema idrico, elettrodotti, gasdotti Diffusione urbana incontrollata Rischi naturali e antropogenici. La descrizione del contesto ambientale, oltre alla rilevazione dello stato attuale, deve individuare le potenziali relazioni causa-effetto fra le dinamiche socio-economiche e le componenti ambientali. Tali analisi costituiranno un riferimento per: l‟individuazione degli obiettivi di sostenibilità del Piano; l‟individuazione degli impatti ambientali potenziali diretti ed indiretti del Piano. La Direttiva 2001/42/CE e la normativa connessa non vincola la fase di analisi del contesto a particolari schemi predeterminati, ma sottolinea la necessità di valutare i comparti/settori per il loro stato di fatto e per la loro plausibile evoluzione, in assenza dei possibili effetti scaturiti dalla realizzazione del Piano. Si è quindi assunto uno schema di descrizione comune per i diversi aspetti ambientali considerati che vede un‟articolazione in cinque sezioni: 1. descrizione dello stato di fatto dell‟elemento e riferimenti normativi principali; 2. elencazione degli elementi di sensibilità e di criticità dell‟elemento; 3. valutazione della tendenza di evoluzione dell‟elemento rispetto ad un certo intervallo di tempo, quando questo è definibile; Pagina 23 di 37
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4. individuazione di una serie di indicatori selezionati non solo sulla base del loro potere informativo sullo stato dell‟elemento, ma anche funzionali alla candidatura di strumenti di monitoraggio degli effetti di piano; 5. fonti bibliografiche o fornitori di dati. INDICATORI AMBIENTALI Gli indicatori utilizzati per descrivere il contesto devono essere coerenti con i set di indicatori proposti a livello internazionale (E.E.A, Eurostat, O.C.S.E.), nazionale (ISTAT, A.P.A.T.) e regionale (A.R.P.A. Puglia). In particolare si farà riferimento alle ultime edizioni (2005 e 2006) del Rapporto sullo Stato dell‟Ambiente di A.R.P.A. Anche gli obiettivi del piano con rilevanza ambientale saranno tradotti, ove possibile, attraverso indicatori ambientali quantitativi per verificare nel tempo il raggiungimento dei target prefissati, gli eventuali scostamenti e le conseguenti correzioni da apportare al piano. ANALISI DI COERENZA INTERNA ED ESTERNA Per coerenza del piano si intende la comparazione della struttura degli obiettivi e delle politiche di intervento rispetto a criteri che esprimono valori assodati e di riferimento. Da un lato parliamo di coerenza interna quando si utilizzano o gli stessi obiettivi/politiche di piano quale metro di valutazione o liste di obiettivi che sono condivisi a livello nazionale o internazionale quali, ad esempio, l‟elenco dei principi generali di sostenibilità dello sviluppo. Un piano è internamente coerente quando non vi sono discordanze o interazioni di tipo negativo fra i diversi aspetti che ne costituiscono l‟ossatura di principio e le finalità che lo animano o lo hanno generato. Dall‟altro lato si parla di coerenza esterna del piano quando i criteri di valutazione sono riconducibili a strumenti normativi o gli obiettivi/linee degli strumenti di programmazione provinciali, regionali o nazionali, che spingono alla creazione del piano in questione. La coerenza interna verrà valutata secondo una scala di giudizio semiquantitativa rispetto al piano nei confronti di se stesso, e di tipo binario nei confronti della sua articolazione raffrontata ai principi di sostenibilità dello sviluppo opportunamente adattati alla situazione del Comune di Matino per come definiti: dal Documento Strategico Regionale 2007-2013; dalla Decisione del Consiglio del 25 aprile 2002 (2002/358/CE) riguardante l'approvazione, a nome della Comunità europea, del protocollo di Kyoto allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'adempimento congiunto dei relativi impegni; dalle “Linee guida per Agende 21 Locali” (2000) dell‟Agenzia Nazionale Protezione Ambiente (ANPA). Mentre per la valutazione della coerenza esterna si raffronteranno gli obiettivi e le previsioni di piano ai vincoli, principi ed indirizzi dei piani sovraordinati di settore ambientale facendo ricorso ad una scala binaria di compatibilità. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL P IANO La valutazione delle previsioni del piano sui comparti ambientali verrà effettuata tramite l‟individuazione qualitativa delle possibili interazioni positive o negativi che ne potrebbero scaturire. Verranno presi in considerazione, oltre agli effetti diretti, anche quelli indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei o aventi natura transfrontaliera. Pagina 24 di 37
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La valutazione qualitativa degli effetti ambientali potenziali del Piano prevederà l‟impiego di una “scala di forza” che combina i fattori di frequenza, durata e reversibilità, indipendentemente dalla positività o negatività dell‟effetto. Attraverso l‟impiego di questa scala sarà possibile dare un giudizio sull‟effetto atteso del tipo debole, medio e forte. Successivamente gli effetti ambientali previsti potranno essere classificati impiegando una “scala d’intensità”, in cui si combina la valutazione di cui sopra, con una valutazione sulla positività o negatività degli stessi. In questo modo sarà possibile distinguere gli effetti ambientali in tre diverse classi, A, B e C, caratterizzate da un diverso gradiente di colore che ne identifica positività o negatività. Accanto alla valutazione qualitativa verrà, inoltre, eseguita una valutazione di tipo spaziale dei possibili effetti che le previsioni di piano potrebbero avere sulle componenti ambientali del sistema territoriale di Matino attraverso l‟applicazione di un modello ecologico che fa leva sul concetto di fragilità potenziale e delineata quale metodologia di riferimento nel volume “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: Un Primo contributo conoscitivo e metodologico” edito da Limongelli L., Uricchio V.F. e Zurlini G. (2006) e pubblicato dalla Regione Puglia. Le analisi saranno realizzate all‟interno di un Sistema Informativo Ambientale appositamente sviluppato e potranno essere direttamente integrate negli elaborati di piano. ANALISI DELLE ALTERNATIVE La Direttiva 2001/42/CE prevede l‟analisi e la valutazione delle alternative individuate in sede di elaborazione di piano, in termini di diversi scenari di riferimento, qualora ve ne siano. Quali alternative di piano verranno considerati tre scenari di riferimento che saranno: “alternativa zero” o scenario di evoluzione in assenza di realizzazione e/o attuazione del Piano determinato dall‟attuale strumento urbanistico vigente sul territorio del Comune di Matino; “alternativa uno” o scenario di realizzazione e/o attuazione del Piano per come elaborato in sede di proposta iniziale, prima dei contributi attivi della copianificazione istituzionale; “alternativa due” o scenario di realizzazione e/o attuazione del Piano per come modificato a seguito dei contributi attivi della copianificazione istituzionale. Dallo scenario di alternativa zero si ricava una situazione di riferimento valutando su di una scala ordinale un effetto positivo, di incremento o miglioramento (ovvero uno) e un effetto negativo, di decremento, o depauperamento (ovvero meno uno), o assenza di ragionevole effetto/interazione (valore zero) per ogni comparto, settore o fattore ambientale considerato rilevante rispetto al Piano combinandone le tendenze con gli obiettivi ed interventi previsti.
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IPOTESI DI INDICE DEL RAPPORTO AMBIENTALE Facendo seguito a quanto indicato dalle linee guida per la stesura del Rapporto Ambientale e dell‟applicazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica agli strumenti di pianificazione urbanistica generale si propone di seguito una prima bozza della possibile struttura del rapporto affinché possa stimolare il processo partecipativo che coinvolge le autorità con competenze ambientali potenzialmente interessate dall‟attuazione del P.U.G., non solo in termini di condivisione del dettaglio e della portata delle informazioni da produrre e da elaborare, ma anche per un supporto allo sviluppo ed all‟applicazione delle metodologie per la conduzione delle analisi ambientali e delle valutazioni degli impatti. In particolare la struttura del rapporto è ipotizzata, anche in conformità a quando richiesto dalla Direttiva europea e dall‟Appendice IV “Indirizzi per l‟applicazione della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.)” del D.R.A.G. regionale, ed è così articolata come dal dettaglio riportato di seguito: INDICE 1. RIFERIMENTI METODOLOGICI PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO GENERALE DEL COMUNE DI MATINO 1.1. Premessa 1.2. La procedura di Valutazione Ambientale Strategica 1.3. La V.A.S. ed il D.R.A.G. 1.4. Le fasi della V.A.S. 1.5. Fonti 2. LA SOSTENIBILTÀ AMBIENTALE NEL PIANO URBANISTICO GENERALE DI MATINO 2.1. Premessa 2.2. Struttura ed obiettivi del P.U.G. 2.3. Gli interventi proposti nel P.U.G. 2.4. Le relazioni del P.U.G. con la pianificazione sovraordinata 2.5. Obiettivi di protezione ambientale ed interazioni tra piano ed ambiente 2.6. Verifica di coerenza del P.U.G. con gli obiettivi della sostenibilità ambientale 2.7. Fonti 3. DESCRIZIONE DELLO STATO ATTUALE DEL CONTESTO AMBIENTALE ED EVOLUZIONE PROBABILE 3.1. Inquadramento Territoriale 3.1.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.1.2. Aspetti demografici 3.1.3. La partecipazione dei cittadini 3.1.4. Fonti 3.2. Inquadramento geomorfologico 3.2.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.2.2. Quadro normativo di riferimento 3.2.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.2.4. La partecipazione dei cittadini 3.2.5. Fonti 3.3. Paesaggio e dinamica territoriale 3.3.1. Consumo del territorio del P.U.G. 3.3.2. Quadro normativo di riferimento 3.3.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.3.4. La partecipazione dei cittadini 3.3.5. Fonti 3.4. Sistema del Patrimonio culturale 3.4.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.4.2. Quadro normativo di riferimento 3.4.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.4.4. La partecipazione dei cittadini Pagina 26 di 37
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3.4.5. Fonti Sistema idrogeologico 3.5.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.5.2. Quadro normativo di riferimento 3.5.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.5.4. La partecipazione dei cittadini 3.5.5. Fonti 3.6. Biodiversità 3.6.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.6.2. Quadro normativo di riferimento 3.6.3 Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.6.4 La partecipazione dei cittadini 3.6.5 Fonti 3.7. Acque interne 3.7.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.7.2. Quadro normativo di riferimento 3.7.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.7.4. La partecipazione dei cittadini 3.7.5. Fonti 3.8. Aria 3.8.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.8.2. Quadro normativo di riferimento 3.8.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.8.4. La partecipazione dei cittadini 3.8.5. Fonti 3.9. Rifiuti 3.9.1. Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.9.2. Quadro normativo di riferimento 3.9.3. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.9.4. La partecipazione dei cittadini 3.9.5. Fonti 3.10. Elettromagnetismo 3.10.1.Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.10.2.Quadro normativo di riferimento 3.10.3.Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.10.4.La partecipazione dei cittadini 3.10.5.Fonti 3.11. Sistema della Mobilità 3.11.1.Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.11.2.Quadro normativo di riferimento 3.11.3.Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.11.4.La partecipazione dei cittadini 3.11.5.Fonti 3.12. Sistema produttivo 3.12.1.Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.12.2.Quadro normativo di riferimento 3.12.3.Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.12.4.La partecipazione dei cittadini 3.12.5.Fonti 3.13. Il turismo 3.13.1.Descrizione della situazione del territorio del Comune 3.13.2.Quadro normativo di riferimento 3.13.3.Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 3.13.4.La partecipazione dei cittadini 3.13.5.Fonti VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI 4.1.Premessa 4.2.Il modello della Fragilità 4.3.La creazione del modello di Fragilità per il territorio del P.U.G. 3.5.
4.
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4.4.Valutazione degli effetti delle azioni chiave sull‟ambiente 4.5.Valutazione degli effetti trasversali sull‟ambiente 5. MISURE PREVISTE PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI NEGATIVI E LA MASSIMIZZAZIONE DEGLI EFFETTI POSITIVI 5.1.Misure per la riduzione o la compensazione degli effetti negativi 5.2.Misure per la valorizzazione delle azioni ed interventi migliorativi 6. ALTERNATIVE PREVISTE DAL PIANO 6.1.Identificazione e descrizione delle alternative previste dal piano 6.2.Descrizione sintetica delle motivazioni che hanno portato alla scelta delle alternative previste 7. IL PIANO DI MONITORAGGIO 7.1.Il monitoraggio nelle applicazioni di V.A.S alla pianificazione 7.2.Indicatori e piano di monitoraggio nel Piano Urbanistico Generale 8. LA PARTECIPAZIONE E LA CONSULTAZIONE 8.1.Premessa 8.2.Autorità Istituzionali ed i Soggetti pubblici 8.3.I soggetti privati 8.4.La partecipazione 8.5.Osservazioni pervenute e risposte 9. DIFFICOLTA‟ METODOLOGICHE ED INFORMATIVE 10. SINTESI NON TECNICA 11. BIBLIOGRAFIA 12.
Allegati
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LA COPIANIFICAZIONE La partecipazione dei diversi attori istituzionali, sociali, ambientali ed economici presenti sul territorio è elemento centrale nella costruzione del P.U.G. di Matino e nella sua valutazione ambientale. La stessa Direttiva comunitaria 2001/42/CE e il D.R.A.G. regionale, d‟altra parte, stabiliscono l‟obbligo alla consultazione e all‟individuazione dei soggetti istituzionali e non da contattare. In particolare, i soggetti devono essere individuate nell‟ambito di quelle autorità formali governative o pubbliche aventi specifiche competenze ambientali definite da disposizioni giuridiche o amministrative, mentre, i settori del pubblico da coinvolgere sono quelli potenzialmente interessati dall‟iter decisionale e dagli effetti del piano o programma, includendo tra questi le organizzazioni non governative. La proposta di piano ed il Rapporto Ambientale deve essere messa a disposizione delle autorità e del pubblico che devono disporre tempestivamente di una effettiva opportunità di esprimere il loro parere prima dell‟adozione del piano o dell‟avvio della relativa procedura di adozione. Scopo del coinvolgimento e della partecipazione è quello di creare nuove occasioni di confronto tra i vari attori e decisori istituzionali, offrendo loro la possibilità di esprimere il proprio punto di vista. Sarebbe limitante avviare una procedura puramente tecnico–scientifica rigidamente regolata sul solo piano normativo. Mentre risulta senza dubbio fondamentale coniugare le analisi e le valutazioni tecniche ai differenti valori, interessi e strategie degli attori presenti nella competizione per l‟uso delle risorse territoriali locali. Questo aspetto apre la strada ad una questione di grande importanza: il processo di costruzione consensuale di scenari e di obiettivi condivisi viene visto non solo come uno strumento per assicurare l‟efficacia delle decisioni, ma come un risultato in sé valutabile come esito positivo del processo, anche se nei dibattiti pubblici la natura tendenzialmente universalistica delle argomentazioni non elimina il fatto che nell‟arena decisionale siano presenti attori con interessi diversi e conflittuali. La costruzione della cooperazione e della sua stabilità, oltre alla necessaria presenza e visibilità dei mutui vantaggi derivanti da tale cooperazione, è una condizione essenziale per accumulare consenso e autorevolezza alle istituzioni. In aggiunta, il fatto che tra i soggetti coinvolti un ruolo privilegiato appartenga ai soggetti pubblici assume un‟importanza particolare: è infatti evidente che nel processo di V.A.S. il punto di partenza non può che essere dato dalle proposte in campo prodotte dai diversi settori dell‟amministrazione pubblica. Si può supporre, infatti, che esse rappresentino per loro natura ed in modo adeguato un certo livello di consenso raggiunto, ovvero, che tengano conto anche degli interessi di settore e degli attori privati coinvolti (in quanto partner nella realizzazione dei progetti o destinatari degli effetti perseguiti). Obiettivo della V.A.S. è andare oltre questo primo livello di consenso, attraverso la costruzione di un quadro sintetico di riferimento che possa costituire un supporto per proporre e rendere stabili accordi cooperativi (pubblico-pubblico e pubblico-privato), in grado di definire esiti soddisfacenti in relazione ai diversi criteri/obiettivo in campo e mutuamente vantaggioso per i soggetti coinvolti. In conclusione, il metodo della copianificazione è essenziale per dare attuazione al principio di sussidiarietà, centrale nel nuovo approccio alla pianificazione urbanistica e territoriale. Esso va praticato non solo coordinando i vari livelli della pianificazione territoriale ordinaria (regionale, provinciale, comunale) ma anche integrando nella pianificazione ordinaria i contenuti della pianificazione specialistica (piani regolatori portuali, piani comunali delle coste, piani per le zone ASI ecc.). Le Conferenze sono anche volte a dare efficienza e celerità all'azione amministrativa connessa alla formazione dei P.U.G. Esse, infatti, consentono di acquisire e di indirizzare preventivamente la documentazione che il Comune procedente sta elaborando, per evitare o almeno ridurre i motivi di possibile discussione all‟interno delle normali procedure di rilascio dei pareri o di verifica di coerenza e compatibilità con la molteplice strumentazione con la quale il Piano comunale deve confrontarsi. Pagina 29 di 37
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Occorre ribadire che, comunque, le Conferenze di Copianificazione non sostituiscono in alcun modo le normali procedure di rilascio dei pareri o dei controlli di compatibilità affidati dal complesso normativo vigente ai diversi Enti titolari. Le procedure previste dalla L.R. 20/2001 (art. 11) per la formazione del P.U.G. e in particolare i pareri di compatibilità regionale e provinciale e i pareri dovuti dagli altri Enti eventualmente preposti da ulteriori norme nazionali e regionali
I SOGGETTI ISTITUZIONALI L‟elenco delle autorità con competenze ambientali da consultare in merito alla portata delle informazioni da includere all‟interno del Rapporto Ambientale ed agli incontri di copianificazione viene riportato di seguito. Oltre ai soggetti ivi indicati sono da coinvolgere le amministrazioni comunali limitrofe al Comune di Matino ed in particolare i Sindaci dei comuni di Casarano, Parabita, Taviano, Collepasso, Alezio, Melissano, Gallipoli.
Tabella 7: Elenco dei soggetti istituzionali da consultare Regione Puglia Ass.to – Assetto del Territorio Via Delle Magnolie Z.I. n. 6 70126 MODUGNO (BA)
Ferrovie del SUD EST Viale O. Quarta. n. 38 73100 LECCE ed inoltre, per l‟area industriale:
Regione Puglia Settore Urbanistica Via Delle Magnolie Z.I. n. 6 70126 MODUGNO (BA)
ASL Lecce Via Miglietta, 5 73100 Lecce
Regione Puglia Ass.to all'Urbanistica Assetto del Territorio Unità Operativa Provinciale di Lecce Viale Aldo Moro 73100 LECCE Regione Puglia Ass.to ai LL.PP. Struttura Tecnica Provinciale (Genio Civile) Viale Don Minzoni n. 17 73100 LECCE Regione Puglia Ass.to All'Ambiente Viale delle Magnolie Z.I. 70100 Modugno (BA) Responsabile del Progetto S.I.T. Dr. Tina Caroppo - Parco Tecnopolis VALENZANO (BA) Regione Puglia-Ass.to Risorse Agroalimentari Ispettorato Provinciale Agricoltura Viale Aldo Moro 73100 LECCE
Autorità d‟Ambito Territoriale Ottimale della Puglia (A.A.T.O. – Puglia, servizio idrico integrato) Via Borsellino e Falcone, 2 70125 Bari ATO LE/3 Piazza Municipio 73040 -Acquarica del Capo (LE) Autorità di Bacino della Puglia c/o Tecnopolis CSATA S.P. Per Casamassima km 3 70100 Valenzano (BA) Consorzio Bonifica Ugento e Li Foggi S.P. 72 Ugento - Casarano Km. 2 73059 Ugento (LE) Sig. Presidente della Provincia di Lecce Via Umberto I n. 13 73100 LECCE Provincia di Lecce Assessorato alla Gestione Territoriale Via Umberto I° n.13 LECCE Pagina 30 di 37
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Regione Puglia - Ass.to all'Agricoltura e foreste Ispettorato Ripartimentale alle Foreste Via Del Mare n. 70. 73100 LECCE
Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Puglia (ARPA) Via Miglietta n. 2 73100 LECCE
Regione Puglia - Ass.to Alle Attività Produttive Corso Sonnino n. 177 70121 BARI
All'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste viale della Libertà n. 70 73100 Lecce
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia Via Duomo, 33 74100 Taranto Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico (PSAE) Via Pier l‟Eremita, 25/B 70122 Bari Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Puglia Via Foscarini n. 2 73100 LECCE Ente Nazionale Strade ANAS viale Gallipoli n. 17 73100 LECCE ASL Lecce/2 Via Carducci. 73024 Maglie (Le) Area Sistema Casarano Via Sesia n. 11 Tel./Fax 0833-330406 73042 – Casarano (LE)
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LA PARTECIPAZIONE PUBBLICA Per il coinvolgimento di altri soggetti portatori di interesse per lo sviluppo di un piano che miri alla sostenibilità territoriale si è compilato un primo elenco per come riportato di seguito. Accanto a questa forma di coinvolgimento diretto si provvederà alla realizzazione di un‟apposita sezione sul sito Web del Comune ed all‟organizzazione di appositi incontri con il pubblico ed alla diffusione degli elaborati della procedura di V.A.S. del P.U.G. Tabella 8: Elenco dei soggetti non istituzionali da consultare
Consorzio S.I.S.R.I. Centro Direzionale Zona Industriale 73100 LECCE
Associazione “Legambiente” Via Capitano Ritucci n. 29 73100 - LECCE
ITALCOGIM Reti Maglie melissano Via F.lli Piccinno, 92 73024 Maglie (LE)
Associazione Italia Nostra - Salento Ovest Via Lata 80 73048 Nardò (LE) Sezione WWF Lecce Via Balmes, 1 73100 LECCE
Acquedotto Pugliese S.p.a. Compartimento di Lecce Via Monteroni 73100 LECCE Acquedotto Pugliese S.p.a. Direzione Investimenti Via E. Orlando, 1 70100 BARI ENEL S.p.A. Via Potenza n.8 73100 – LECCE TELECOM Italia s.p.a. Via Giudili n.1
Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Lecce Via Monte San Michele n. 20 73100 Lecce Camera di Commercio, Agricoltura di Lecce Viale Gallipoli, 39 73100 Lecce
Industria,
Artigianato
ed
Università del Salento Magnifico Rettore Piazza Tancredi, 7 73100 Lecce
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IL CONTRIBUTO ATTESO Le Autorità con competenze ambientali sono chiamate a contribuire al processo di redazione e valutazione ambientale del Piano: colmando le lacune informative e fornendo le informazioni di propria competenza, partecipando alla puntuale definizione delle misure previste dal piano per migliorare la qualità territoriale dell‟area vasta, contribuire ad indicare strategie rivolte al miglioramento dell‟efficienza territoriale, nonché al consolidamento di una ottima competitività territoriale, fino a valorizzare l‟identità territoriale per cui si è avviata la presente pianificazione strategica territoriale di area vasta. In questo senso si richiederà ai Soggetti Istituzionali contattati l‟indicazione di un referente interno al quale l‟Amministrazione comunale e l‟equipe di lavoro per la V.A.S. del P.U.G. di Matino possano interfacciarsi per un più diretto e materiale supporto in termini di dati e cartografia. A tale proposito si allega copia di un sintetico questionario per la valutazione del documento di scoping nel quale è possibile specificare i dati del referente per ogni soggetto, le informazioni per il contatto e l‟elenco delle informazioni condivisibili. Si prega di voler trasmettere copia del questionario all’indirizzo: Comune di Matino, Piazza del Minicipio, 73046 Matino (LE) all’attenzione dell’Ing. Renato del Piano con oggetto “VAS Comune di Matino” o consegnare copia del questionario e documentazione a disposizione nel corso della prima giornata di copianificazione. Si riporta, infine, un elenco di materiale che si ritiene in possesso delle diverse Amministrazioni Pubbliche e Soggetti Istituzionali il cui trasferimento al Comune di Matino accelererebbe i lavori di analisi, di formulazione della prima ipotesi di componente previsionale di piano e di valutazione ambientale strategica. Si invitano le diverse Amministrazione e Soggetti Istituzionali a trasmettere il materiale in possesso nel più breve tempo possibile, compatibilmente con le proprie esigenze amministrative. Il materiale potenzialmente utile è: •
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REGIONE: o Assessorato Assetto Territorio: Cartografia dei Piano Assetto Idrogeologico (PAI); Cartografia del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE); Cartografia delle emergenze archeologiche ed architettoniche dal PTPR; Cartografia del Piano della Tutela delle Acque (PTA); Cartografia del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR); Cartografia dei beni archeologici ed architettonici. o Servizio Foreste Regionale: Cartografia foresta e notizie in merito al patrimonio forestale; Carta di interventi di riforestazione. PROVINCIA DI LECCE: Cartografia e relazione del PTCP; Cartografia e relazione del Piano Faunistico Venatorio. TERNA:
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Carta delle linee dell'alta tensione per tipologia con indicazione dell'asse centrale dal quale calcolare l'ampiezza della fascia di rispetto.
ITALCOGIM: Carta della localizzazione delle condotte, derivazioni e strutture esterne di competenza. CONSOZIO DI BONIFICA “UGENTO LI FOGGI”: Carta della localizzazione degli impianti irrigui e pozzi di competenza. AQP: Pagina 33 di 37
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ASL:
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ATO:
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APT:
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ANAS:
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Carta della localizzazione delle condotte, impianti di distribuzione e localizzazione dei pozzi con relativa area di protezione.
Rilevazioni su acqua da pozzi, fontanelle e di falda; Rilevazioni su aria; Rilevazioni su campi elettromagnetici; Rilevazioni su suoli.
Rilevazioni su acqua da pozzi, fontanelle e di falda;
Cartografia della zonizzazione del Comune per la raccolta di rifiuti da parte di automezzi o punti di raccolta differenziata prevista dal Capitolato d'Appalto
Consistenza dei flussi turistici e numero/tipologia di strutture ricettive nel Comune.
ARPA:
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Carta/Relazione degli interventi previsti nel territorio comunale. Ferrovie SUD EST: Carta/Relazione degli interventi previsti nel territorio comunale. Area Sistema Casarano: Cartografia tematica riguardante il territorio comunale.
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QUESTIONARIO
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PER
LA
CONSULTAZIONE
PRELIMINARE
DELLE
AUTORITÀ
AMBIENTALI Dati generali: NOME COGNOME AUTORITÀ AMBIENTALE DI APPARTENENZA TELEFONO FAX E-MAIL SITO INTERNET
1. RITENETE CHIARA ED ESUSTIVA LA METODOLOGIA DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE ILLUSTRATA? SI
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NO □ perché: ____________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________
2. RITENETE CHE SIANO STATE PRESE IN CONSIDERAZIONE TUTTE LE COMPONENTI E LE TEMATICHE AMBIENTALI PERTINENTI IL PIANO URBANISTICO GENERALE del COMUNE DI MATINO? SI
□
NO □ In caso negativo si prega di voler depennare/integrare il seguente elenco motivando la scelta: Comparto o questione ambientale
Motivo depennamento/integrazione
Qualità della vita Aria e Cambiamenti climatici Acqua Suolo e Terra Gestione Rifiuti Pagina 35 di 37
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Energia Patrimonio Naturale e Biodiversità (reti ecologiche - Ecosistemi naturali e Rete Natura 2000) Valenza paesaggistica ambientale Patrimonio culturale e sociale Patrimonio urbanistico e architettonico, rurale e archeologico Popolazione e salute Walfare, istruzione, occupazione Struttura produttiva produzione Turismo
e
servizi
alla
Mobilità e trasporti Reti energetiche: sistema elettrodotti, gasdotti Diffusione urbana incontrollata
idrico,
Rischi naturali e antropogenici
3. RITENETE ESUSTIVO L‟ELENCO DEI PIANI E PROGRAMMI PERTINENTI AL PIANO URBANISTICO GENERALE PER I QUALI DOVRANNO ESSERE SPECIFICATI I RAPPORTI E LE EVENTUALI INTERFERENZE CON IL PIANO STESSO? SI
□
NO □ perché: ____________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________
4.
RITENETE CHE I PARAGRAFI INDIVIDUATI DALLA PROPOSTA DI INDICE SIANO ESAUSTIVI PER LA REDAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE? SI
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NO □ perché: ____________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Pagina 36 di 37
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5.
DISPONETE DI DATI AMBIENTALI DI CUI ALLA SEZIONE 4 “RAPPORO AMBIENTALE”, UTILI ALLA ELABORAZIONE E VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL PIANO UBANISTICO GENERALE DEL COMUNE DI MATINO? SI
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NO □ In caso di risposta positiva descrivete in maniera sintetica i dati a vostra disposizione e le possibili modalità di acquisizione per contribuire alla elaborazione del piano e alla sua valutazione ambientale. Si prega di voler indicare, inoltre, se la documentazione che invierete risulta relativa a strumentazione pianificatoria adottata, vigente, in bozza o altro, nonché la data di aggiornamento ed il sistema di riferimento delle coordinate adottato per gli elaborati cartografici. ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________
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