Pavia, 27 Febbraio 2010 PREVENIRE, CONTRASTARE, RICONCILIARE IL BULLISMO ED I SUOI PROTAGONISTI NEI CONTESTI REALI E VIRTUALI
Bullismo ed interventi efficaci: dal comportamento individuale al fenomeno di gruppo Dott.ssa SIMONA CARAVITA
[email protected] C.R.I.d.e.e. - Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano e Brescia
La specificità del bullismo - Intenzionale (non provocata) - Ripetuta nel tempo SQUILIBRIO DI POTERE La vittima è il b.no/ragazzo più vulnerabile (psicologicamente, fisicamente o relazionalmente)
COMPLESSITÀ E DIMENSIONE RELAZIONALE DEL BULLISMO La multiformità del bullismo
Diretto, indiretto, relazionale (cyberbullying)
Individuale e di gruppo Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
“Bullismo” DOPPIO LIVELLO DI COMPLESSITÀ “Bullismo” come condotta individuale
Cognizione Emozione Funzionamento morale e Personalità Motivazione
“Bullismo” come fenomeno di gruppo: i livelli delle relazioni tra pari (Cillessen, 2009) Posizione individuale nel gruppo di riferimento: status Diadi: amicali e bullismo diadico Cliques informali e Gruppo formale (la classe)
Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
I livello di complessità: Bullismo come condotta individuale Crick e Dodge (1994; Dodge, 1986): media-fanciullezza, condotta aggressiva come esito di carenze nei processi di analisi delle situazioni sociali Di fronte a un’interazione ambigua, il bambino … 1.
Focalizza l’attenzione sul segnale sociale
2.
Interpreta il segnale sociale (processi attributivi – hostile attribution bias)
3.
Seleziona gli obiettivi sociali (goals) Definizione dei possibili corsi di azione Scelta della strategia di azione Messa in atto
4. 5. 6.
Non solo pensiero ma anche emozione e comprensione morale (Lemerise & Arsenio, 2001; Arsenio & Lemerise, 2004) Ma il bullo è veramente poco competente a livello sociale? Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Bullo come abile manipolatore sociale? Bullismo: aggressività PROATTIVA diretta ad un obiettivo specifico (Camodeca & Goossens, 2002; Sitsjema et al., 2008 ) Dalla visione del bullo come poco socialmente competente (Crick & Dodge, 1994) alla visione del bullo come abile manipolatore sociale 1.
COGNIZIONE: bullo ha buone competenze nella comprensione degli stati mentali degli altri (ToM – Sutton, Smith, & Swettenham, 1999), non inferiori a quelle dei coetanei (Gini, 2006)
2.
Abilità cognitive costituiscono strumenti neutri per l’azione aggressiva o prosociale (Björkqvist, et al. 2000)
3.
Intelligenza Sociale (IS) associata positivamente ad aggressività relazionale o indiretta (Andreou, 2006; Kaukiainen et al., 1999)
Perché un uso distorto dell’IS? Emozione, Funzionamento Morale o Personalità/Motivazione “It’s easy, it works, and it makes me feel good” (Sutton et al., 2001) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Bullo come abile manipolatore sociale? Emozione: carenze nelle abilità empatiche dei bulli (Sutton et al., 1999) 1.
EMOZIONE: i bulli mostrano rabbia di fronte a una presunta provocazione e felicità nel fare del male (Camodeca e Goossens, 2005; Orobio de Castro, 2000)
2.
Bulli poco empatici in generale e nei confronti delle vittime (almeno in adolescenza e tra i maschi - Caravita, Di Blasio & Salmivalli, 2009; Pöyhönen, & Salmivalli, 2007)
TUTTAVIA : l’empatia (affettiva) non modera la relazione tra abilità socio-cognitive e bullismo (Caravita, Di Blasio, & Salmivalli, 2007; Caravita, Di Blasio, & Salmivalli,, 2010)
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Bullo come abile manipolatore sociale? Im-moralità del bullismo (Caravita & Gini, in press): funzionamento morale del
bullo distorto unito a tendenze di personalità Bullismo come violazione di norme morali (Arsenio & Lemerise, 2004) 1.
COMPRENSIONE MORALE: i bulli riconoscono meno il valore universale della norma morale (Caravita & Gini, 2010); valutano la trasgressione della norma SBAGLIATA quanto i loro coetanei (Caravita, Miragoli, Di Blasio, 2009).
2.
DISIMPEGNO MORALE: i bulli si autogiustificano più dei loro coetanei (Gini, 2006)
3.
MOTIVAZIONE MORALE: i bulli non carenti nelle competenze cognitive (SIP e ToM) ma percepiscono la trasgressione come gratificante (Arsenio, Adams, & Gold, 2009; Gasser & Keller, 2009) “….it makes me feel good”
4.
MACHIAVELLISMO: bulli più machiavellici dei coetanei, per loro è prevalente l’affermazione personale sul benessere degli altri (Andreou, 2004; Giampietro & Caravita, 2006; Sutton & Keough, 2001)
La personalità si riconnette alla motivazione Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Bullo come abile manipolatore sociale? Motivazione: ricerca da parte del bullo di affermazione e dominanza (Pellegrini & Long, 2004), unita a una valutazione positiva della violenza (Olweus, 1993)
1.
MOTIVAZIONE: aggressività proattiva e bullismo associate anche longitudinalmente a ricerca di affermazione nel gruppo dei coetanei (agentic goals – Ojanen & Salmivalli, 2007; Sitsjema et al., 2008)
2.
Bulli valutano la violenza come strumento utile e si percepiscono come auto-efficaci nelle azioni prepotenti (Pöyhönen & Salmivalli, 2007) ““It’s easy, it works….”
Dall’intra-personale all’interpersonale (II livello di complessità) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
II livello di complessità: Bullismo come fenomeno di gruppo Bullismo individuale
Bullismo di gruppo
Forme di bullismo collegate tra loro (35% dei casi) Bullismo relazionale…… Il gruppo è manipolato come strumento di attacco
Processi diadici e a livello di gruppo contribuiscono all’emergenza, al mantenimento e alle consequenze del bullismo Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Rossella Mirko
Anna
Giacomo Alessandro Giulio
Christian
Martina Livia
Lorenzo
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Giacomo Alessandro Giulio
Christian
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Bullo come abile manipolatore sociale Oltre i fattori di rischio individuali….
Quali processi nel gruppo determinano le dinamiche di prevaricazione a livello individuale e di gruppo?
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Bullo come abile manipolatore sociale Oltre i fattori di rischio individuali….
Quali processi nel gruppo determinano le dinamiche di prevaricazione a livello individuale e di gruppo? “Bullying is power” (Vaillancourt et al., 2003) ↓ 1. L’importanza della posizione individuale nel gruppo di riferimento: le dimensioni di status Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
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Anna
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Preferenza sociale Social preference
Anna Mirko
Giacomo Alessandro
Rossella
Christian
Livia
Lorenzo Martina Giulio
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Popolarità Percepita Perceived Popularity
Anna Mirko Giacomo
Rossella
Alessandro
Christian
Livia
Lorenzo Martina Giulio
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La posizione individuale nel gruppo Quale funzione del bullismo per il prepotente ? POPOLARITÀ PERCEPITA e BULLISMO sono (es. Caravita et al., 2009, 2010; Cillessen & Mayeux, 2004) STATUS:
associati
strumento per acquisire un controllo sulle risorse (Hp. : status and resource control - Hawley, 1994)
BULLISMO COME STRUMENTO: Per acquisire DOMINANZA (Pellegrini & Long, 2001) Per confermare e rafforzare lo status elevato come P. POPOLARI (Cillessen & Borch, 2004; Garandeau & Cillessen, 2006)
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Posizione individuale nel gruppo e motivazione Conferma all’ipotesi che lo status elevato promuove il bullismo (Garandeau & Cillessen, 2006) Da studi sulla motivazione all’azione sociale (es. Caravita & Cillessen, 2009)
Goals di affiliazione Communality
Preferenza Sociale (SP)
-.64*** -.13**
-.22**
Goals di Affermazione Agency .20***
.13**
Bullismo .16**
Popolarità Percepita
.33***
Media-fanciullezza: (n=256): χ2(5) = 11.276 p = .05; CFI = .95; SRMR=.07 Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Posizione individuale nel gruppo e motivazione Conferma all’ipotesi che lo status elevato promuove il bullismo (Garandeau & Cillessen, 2006) LO STATUS POTENZIA L’EFFETTO DELLA MOTIVAZIONE ALL’AFFERMAZIONE (scuola primaria) E PROMUOVE IL BULLISMO (Caravita & Cillessen, 2009)
Goals di Affermazione Agency .20***
.13**
Bullismo .16**
Popolarità Percepita
.33***
Media-fanciullezza: (n=256): χ2(5) = 11.276 p = .05; CFI = .95; SRMR=.07 Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Posizione individuale nel gruppo e motivazione Conferma all’ipotesi che lo status elevato promuove il bullismo (Garandeau & Cillessen, 2006) Il bullo come abile manipolatore tra ragazze adolescenti di status elevato (Caravita et al., 2009)
Popolarità percepita 1.06* Bullismo
Empatia cognitiva Ragazze adolescenti
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Posizione individuale nel gruppo e motivazione Conferma all’ipotesi che lo status elevato promuove il bullismo (Garandeau & Cillessen, 2006) Lo status modifica anche il funzionamento morale in adolescenza (Caravita, Gini, & Capraro, 2009)
Popolarità percepita .21***
Disimpegno morale
Adolescenti
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Bullismo
Status, motivazione e bullismo diadico STATUS: acquisizione e mantenimento dello status (Garandeau & Cillessen, 2006; Pellegrini & Long, 2001) BULLISMO COME STRUMENTO: 1. Selezione della vittima NON CASUALE Bullo sceglie il più debole NEL GRUPPO come vittima, in funzione di un differenziale di potere (Card & Hodges, 2005) Possibile spiegazione del bullismo diadico (es. Rodkin & Berger, 2008)
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Status, motivazione e gruppo STATUS: acquisizione e mantenimento dello status (Garandeau & Cillessen, 2006; Pellegrini & Long, 2001) BULLISMO COME STRUMENTO: 2. I bulli vogliono dimostrare potere di fronte al gruppo (formale: classe, intrecciato all’informale: cliques) SE COSÌ….. Il bullo ha bisogno di TESTIMONI 75% episodi di bullismo i pari sono presenti (Hawkins & Pepler, 2001) La rilevanza degli spettatori (bystanders) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
I protagonisti del fenomeno (Salmivalli et al., 1996) Bullo
Vittima
Esterno
Sostenitore del bullo
Difensore della vittima
Assistente del bullo Il 57.31% di alunni di sc. primaria e secondaria di primo livello Milano e provincia (CRIdee, 2008) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Grafico: Dott.ssa Serena Dama
I bystanders 1 AIUTANTI (e SOSTENITORI): Le reti amicali dei bulli includono (OMOFILIA –Cairns et al., 1995)
coetanei
aggressivi
Omofilia della clique incrementa longitudinalmente il comp. Prepotente (Espelage, Holt, & Henkel, 2003)
Status elevato (popolarità percepita) della clique potenzia gli effetti della omofilia nella socializzazione del comp. antisociale (Ellis & Zarbatany, 2007)
Mimicry hypothesis (e.g., Juvonen & Ho, 2008): percezione attrattiva del prepotente promuove il comp. antisociale (non solo self-perception ma anche peer-perception; cf. anche, Cillessen, Lu Jiang, West, & Laszkowski , 2005) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
I bystanders 2 ESTERNI: Il Paradosso del bystanders (Salmivalli, 2008): atteggiamenti di bambini e ragazzi per lo più contro il bullismo ma NON intervengono a difesa della vittima. Perchè? Possibili spiegazioni: 1.Paura per sè ed autodifesa (Juvonen & Galvan , in press) 2.Entro il gruppo graduali cambiamenti cognitivi nella percezione della vittima (Olweus, 1993) 3.Nel gruppo norme informali pro-bullismo, che aumentano la probabilità di prepotenze (Kärnä et al., 2008; Salmivalli e Voeten, 2004) LA SFIDA È TRASFORMARE L’ESTERNO IN DIFENSORE Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
I bystanders 3 DIFENSORI: il doppio livello di complessità si ripropone 1. Fattori individuali: empatici, con buona intelligenza sociale ed autoefficacia percepita (Caravita et al., 2009, 2010; Pöyhönen, Juvonen, & Salmivalli, in press)
2.
Posizione individuale nel gruppo: ben-voluti e percepiti popolari (es. Goossens et al., 2006; LaFontana & Cillessen, 2002)
3.
Inoltre lo status elevato (accettazione entro il gruppo) è necessario affinchè empatia e competenze cognitive producano la condotta prosociale (Caravita et al., 2009, 2010; Pöyhönen, & Salmivalli, 2008)
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QUALI INTERVENTI EFFICACI?
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Specificità dell’intervento antibullismo L’intervento efficace approccia il duplice livello di complessità 1. Richiesto un doppio focus dell’intervento: Interventi specifici sui fattori di rischio individuali Cognizione sociale (es. EQUIP - Gibbs, 2009) Funzionamento morale (Gibbs, 2009; Zanetti, 2007) Fattori relazionali Posizione nella rete relazionale: diadica ed allargata Norme e atteggiamenti nel gruppo 2. Interventi richiesti: Interventi universali → per tutti gli studenti Interventi specifici → per bulli e vittime Coinvolgimento delle altre componenti contestuali (in primis la famiglia)
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Prevenzione e intervento sul bullismo I programmi strutturati programma elaborato da Olweus (1993) programma di Roland (2008) programma di Sharp e Smith (1997) Programma austriaco (Spiel, 2008) programma finlandese (Salmivalli, 2008) Punti comuni Interventi multi-livello (individuo, classe, scuola) Prospettiva sistemica sulle diverse componenti
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KIVAKOULU - Il programma finlandese (Salmivalli – in implementazione) Sistemico e più focalizzato al cambiamento del GRUPPO OBIETTIVI: 1. ridurre e estinguere i fenomeni di prevaricazione 2. prevenire il bullismo 3. trasformare gli esterni e i sostenitori in difensori PREREQUISITI: 1. consapevolezza degli obiettivi da conseguire 2. training agli insegnanti 3. rilevazione della presenza e dell’entità del bullismo
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Particolarità dell’intervento (Salmivalli, Kärnä, & Poskiparta, submitted) 1.
Oltre a interventi universali e specifici
2.
Gamma eccezionalmente ampia di strumenti concreti per studenti, insegnanti e genitori
3.
Utilizzo di un ambiente virtuale (videogioco) come motivatore
4.
TENTATIVO DI INFLUENZARE L’INTERO GRUPPO (FORMALE/INFORMALE)
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Interventi universali 1
MIRATI A: Incrementare la consapevolezza del BYSTANDER nelle dinamiche di bullismo
ruolo
Aumentare la comprensione empatica
Promuovere strategie sicure di difesa della vittima
Basate su decisione comune del GRUPPO Non atti di eroismo nel confronto con il bullo
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del
Interventi universali 2 INTERINTERVENTI 1.
In ogni classe, 10 lezioni a cadenza mensile di 2 ore (con esperti):
Rispetto da attribuire a tutti Stare nel gruppo Riconoscere il bullismo Le forme nascoste di bullismo Le conseguenze del bullismo Bullismo e gruppo dei pari 1 Bullismo e gruppo dei pari 2 Che cosa farò se sarò prevaricato –KiVaKoulu (scuola felice)– La costruiremo insieme! Dove siamo ora? Come andare avanti
2.
Intervento curricolare costante gestito dai docenti
3.
L’uso delle tecnologie: videogioco 1. 2. 3. 4.
Per motivare i bambini/ragazzi Apprendere informazioni sul bullismo (I know) Apprendere modalità di contrasto del bullismo (I can) Generalizzare all’interazione reale quanto appreso (I do) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Interventi specifici
1.
DISCUSSIONI INDIVIDUALI CON VITTIME BULLI Testati approcci differenti
2.
FOCALIZZAZIONE SU RAGAZZI PROSOCIALI CON STATUS ELEVATO “abbiamo bisogno del tuo aiuto”
Costituire dei modelli per gli altri Fare in modo che la vittima si senta meglio Proteggere il bambino prevaricato da attacchi futuri
Training e supervisione dei docenti
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Implementazione e valutazione dell’intervento (Kärnä, Voeten, Poskiparta, Kaljonen, & Salmivalli, submitted)
IMPLEMENTAZIONE: 2006-2007 (studio pilota), 2007-2008, 2008-2009 VALUTAZIONE (Kärnä et al., in press): 78 scuole
78 scuole (39 sperimentali, 39 controllo); 8399 soggetti 3 somministrazioni (Maggio 2007, Dic. 2007-Gen. 2008, Maggio 2008)
EFFICACIA:
Al terzo tempo nel gruppo sperimentale (comparato al controllo) riduzione > 45 % sia nel bullismo (self-report) sia nella vittimizzazione (self-report) (In altri studi intorno al 10 %) Miglioramento in molteplici variabili individuali e di gruppo (incluse norme) È L’INTERVENTO PIÙ PROMETTENTE Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Per concludere….. La doppia complessità del bullismo richiede.... …l’azione su fattori di rischio individuali specifici ....l’azione sul gruppo per modificarne le dinamiche
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GRAZIE DELL’ATTENZIONE
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Popolarità percepita Anna Mirko Giacomo
Rossella
Alessandro
Christian
Livia
Lorenzo Martina Giulio
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Bullismo diadico Rossella Mirko
Giacomo
Anna
Alessandro Giulio
Lorenzo
Christian
Martina Livia Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
L’intervento sistemico di Olweus (1993) OBIETTIVI: consapevolezza del fenomeno; azioni concrete di contrasto PREREQUISITI: politica anti-bullismo LIVELLI DI INTERVENTO:
Scuola (rilevazione, giornata di dibattito, supervisione negli intervallli, predispsosizione di spazi comuni, contatti telefonici con esperti, incontri insegnanti-genitori, incontro tra genitori)
Classe (sistema di regole, incontri di classe, forum spontaneo, apprendimento cooperativo, attività positive comuni, incontri insegnanitgenitori-alunni)
Individui (colloqui approfonditi con bulli e vittime; aiuto da altri alunni; gruppi di discussione di genitori si bulli e vittime; trasferimento in altra scuola) Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Efficacia intervento di Olweus (1993) STUDIO ORIGINALE (Olweus, 1993; Olweus & Alsaker, 1991): 42
scuole (norvegesi), 2500 soggetti nei 2 anni successivi riduzione del 50% episodi di vittimizzazione Incremento ulteriore dell’efficacia negli anni successiv: i
RISULTATI SPESSO NON REPLICATI (es. Bauer, Lozano, &Rivara, 2007 - USA): 10
scuole (7 intervento; 3 controllo), 6518 soggetti Dopo 2 anni non effetti principali, effetti differenziati per etnia/razza: riduzione della vittimizzazione del 28% tra gli studenti caucasici delle sc. Sperimentali
QUALI POSSIBILI DIFFICOLTÀ?: l’intervento sul gruppo non volto a modificare le dinamiche e incidere sulle componenti motivazionali Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010
Lombardia - Milano e Provincia Nord-Ovest (2008) (N = 438) Ruoli nel bullismo
senza ruolo bullo aiutante del bullo sostenitore del bullo difensore della vittima esterno vittima
10,96%
13,70% 42,69% 13,01%
6,16%
6,85% 6,62%
Perché così pochi difensori? Simona Caravita - Pavia, 27-02-2010