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VERBALE
SEDUTA DI LUNEDI' 27 GIUGNO 2011 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA BARTOLUCCI
INDICE Approvazione verbale Consiglio provinciale del 26 maggio 2011 ......... p. 3 Sull’ordine dei lavori .......................... p. 3 Ratifica della delibera di G.P. n. 108 del 29.4.2011 ad oggetto “Storni e variazioni al bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013” e modifica del piano di investimenti 2011/2013 alla relazione previsionale al bilancio e al piano delle opere pubbliche .. p. 5 Approvazione rendiconto di gestione esercizio finanziario 2010 dell’ente “Comunità montana del Metauro Zona E” di Fossombrone ............... p. 10 Variazioni di bilancio esercizio 2011 ... p. 11 Proposta di riconoscimento debito fuori bilancio ....................................... p. 43
Ordine del giorno del consigliere Giannotti in merito allo smaltimento dei rifiuti di Napoli nelle discariche della provincia di Pesaro e Urbino .... p. 45 Ordine del giorno n. 12 dei consiglieri Tomassoli Giulio e Baldelli Antonio in merito a ricordo crimini comunisti nel mondo (Rinvio) ...................... p. 56 Mozione n. 34 dei consiglieri Tomassoli Giulio e Foschi Elisabetta in merito alla situazione delle Ferrovia nella provincia di Pesaro e Urbino (Rinvio) ................................................. p. 56 Mozione n. 36 dei consiglieri Savelli Renzo e Papolini Massimo in merito al Centro turistico termale Terme di Carignano ........................................ p. 56 Sull’ordine dei lavori .......................... p. 64
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La seduta inizia alle 9,30 Il Presidente invita il Segretario generale f.f. dott. Massimo Grandicelli, a procedere all'appello nominale, che dà il seguente risultato: Baldantoni Giorgio Baldelli Antonio Bartolucci Luca — Presidente del Consiglio Cancellieri Giorgio Capanna Bruno Carloni Silvana Ceccarini Lorenzo Falcioni Francesca Maria Foronchi Franca Foschi Elisabetta Giannotti Roberto Lunghi Daniele Magnanelli Giuseppe Mariotti Donato Mei Marcello Papi Domenico Papolini Massimo Pascucci Riccardo Perlini Vladimiro Perugini Katia Ricci Matteo — Presidente della Giunta Rognini Massimo Rossi Giancarlo Sanchioni Daniele Savelli Renzo Tagliolini Daniele Talè Federico Tarsi Mattia Terenzi Silvia Tomassoli Giulio Vergari Gaetano
presente presente presente assente (entra durante la seduta) presente presente assente (entra durante la seduta) assente (entra durante la seduta) presente assente (entra durante la seduta) presente presente presente presente presente presente presente presente assente presente presente presente presente presente presente assente (entra durante la seduta) assente (entra durante la seduta) presente presente assente presente
Considerato che sono presenti n. 23 componenti il Consiglio provinciale, il Presidente dichiara aperta la seduta e nomina scrutatori i consiglieri Capanna, Mei e Sanchioni. Sono altresì presenti gli assessori Renato Claudio Minardi, Davide Rossi, Daniela Ciaroni, Massimo Galuzzi, Tarcisio Porto, Massimo Seri e Alessia Morani. SEDUTA PRECEDENTE: GIOVEDI' 16 GIUGNO 2011
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Approvazione verbale Consiglio provinciale del 26 maggio 2011 PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 1: Approvazione verbale Consiglio provinciale del 26 maggio 2011. Se non vi sono obiezioni, lo pongo in votazione. Il Consiglio approva con 18 voti favorevoli e 5 astenuti (Lunghi, Tarsi, Giannotti, Baldelli e Rognini)
Sull’ordine dei lavori PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà. ROBERTO GIANNOTTI: Visto la straordinaria situazione determinatasi dalla decisione della Giunta regionale di stoccare nella provincia di Pesaro e Urbino 1.500 tonnellate di rifiuti, chiediamo di discutere questa questione. Non è concepibile che il Consiglio provinciale possa assistere così, senza affrontare la situazione. Il nostro gruppo ha preparato un ordine del giorno — ma ricordo che è deposita-
to anche un atto ispettivo specifico — di cui chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno di oggi in calce agli altri ordini del giorno che non sono stati trattati. Credo sia corretto dare la possibilità al Consiglio provinciale di esprimersi su questa materia che coinvolge la vita di tutti i cittadini della nostra provincia. PRESIDENTE: Nella Conferenza dei capigruppo abbiamo previsto una scaletta. Siccome, tra le altre cose, il dibattito legato ai rifiuti non ha, dal nostro punto di vista, carattere d’urgenza, chiedo, magari, al Presidente Ricci di fare una comunicazione per informare. ROBERTO GIANNOTTI: Come non ha carattere d’urgenza? C’è una polemica sui giornali, c’è necessità di parlare... PRESIDENTE: Però l’urgenza è data dalla scadenza. Ogni atto politico è urgente. ROBERTO GIANNOTTI: Rimane il fatto che la Provincia deve dire alla Regione come la pensa ed è giusto che sia il Consiglio provinciale a dare al Presidente supporto politico. PRESIDENTE: Però questo significa che si stravolge la scaletta che abbiamo predispo-
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sto. Questa mattina ci sono cinque ordini del giorno, questo diventa il sesto. L’urgenza la deve decidere il Consiglio, non la decido io. Il Presidente è disponibile a fare un’informativa. E’ stata fatta richiesta di aggiungere un ordine del giorno con carattere d’urgenza, legato alla questione dei rifiuti, quindi il Consiglio dovrà esprimersi. Ha la parola il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: Per perorare la richiesta del consigliere Giannotti. Anche questo Consiglio andrà in ferie e non vorremmo che durante il periodo estivo venissero adottate delle decisioni su problemi che non sono stati discussi in Consiglio provinciale. Questa è l’attenzione che chiediamo a questo Consiglio provinciale. Se poi questo Consiglio provinciale vuol evadere la questione, che ha rappresentato l’argomento principale di questi ultimi giorni sulla stampa locale, tanto che l’assessore regionale ha rivolto delle accuse gravissime anche nei confronti dell’Amministrazione provinciale, fra l’altro omologa dal punto di vista del colore politico, ne prenderemo atto. PRESIDENTE: Oggi abbiamo delle delibere urgenti e ultimative che vanno fatte. Comunque, ha la parola il Presidente Ricci per fare una proposta. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Non voglio evitare la discussione sui rifiuti, anzi credo sia giusto che ci sia un momento di informativa e di condivisione del Consiglio, però, siccome abbiamo delle delibere importanti, in particolar modo legate al bilancio, vi faccio la proposta di anticipare le variazioni di bilancio e di accogliere l’ordine del giorno di Giannotti, in modo tale che sugli ordini del giorno possiamo andare avanti con un po’ più di tranquillità, avendo affrontato all’inizio il tema principale del Consiglio, quello delle variazioni di bilancio e della questione dell’aumento della RC auto. ANTONIO BALDELLI: La ringrazio, Presidente, di questa dimostrazione di sensibilità. Il gruppo Pdl ritiene opportuna questa anticipazione.
PRESIDENTE: Quindi anticipiamo il punto sulla variazione di bilancio, all’interno del quale c’è la questione legata alla RC auto, poi inizieremo a discutere gli ordini del giorno. Ha la parola il consigliere Tarsi. MATTIA TARSI: Visto che oggi siamo chiamati a votare delibere molto importanti come le variazioni di bilancio e soprattutto la variazione dell’aliquota imposta RC auto, il gruppo Pdl ha presentato un ordine del giorno urgente per la revoca della delibera di Giunta. PRESIDENTE: Il regolamento prevede che durante un dibattito su una delibera o su un ordine del giorno i gruppi possano... MATTIA TARSI: Esatto. Volevo soltanto sottolinearlo per precisione. PRESIDENTE: Quindi, all’interno del dibattito si inserisce questo ordine del giorno. Quindi inizieremo con il punto 7, poi si andrà avanti secondo la scaletta: interpellanze per un’ora e tutti gli ordini del giorno. Il Consiglio è convocato anche per il pomeriggio, quindi interromperemo i lavori intorno alle 13,30, faremo la pausa pranzo di un’ora, quindi continueremo nel pomeriggio. Se volete posticipare le interpellanze non ho problemi, ma il rischio è che le interpellanze, scivolando in coda, non siano trattate. Ma siccome sono previsti due Consigli nel mese di luglio, abbiamo comunque il tempo per approfondire. Inoltre, poiché l’ordine del giorno aveva una sua scaletta perché ci sono delibere propedeutiche al bilancio, l’assessore al bilancio chiede di fare la delibera dello storno e delle variazioni e di andare poi al bilancio, perché sono due delibere legate. Ha la parola il consigliere Tarsi. MATTIA TARSI: Visto che le delibere e gli ordini del giorno sono più importanti, senza sminuire interrogazioni e interpellanze, direi di esaurire tutti gli ordini del giorno, poi se ci sarà possibilità faremo le interrogazioni e le interpellanze. PRESIDENTE: Su questo eravamo già
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d’accordo. La scaletta è la seguente: l’assessore presenta lo storno, che è propedeutico al bilancio, la variazione di bilancio dove c’è la RC auto, poi ricominceremo non dalle interpellanze ma dagli ordini del giorno, finiti i quali discuteremo le delibere. Poi, se ci sarà il numero andremo avanti, se non ci sarà il numero le porteremo al prossimo Consiglio. Tra l’altro con gli ordini del giorno siamo regolari, perché oltre a quelli in discussione oggi, ne rimangono tre. Con le interpellanze siamo un po’ più indietro ma non in modo grave. (Interruzione). Allora, invertiamo il meccanismo: facciamo tutte le delibere in mattinata, partendo subito dalle questioni di bilancio che è il tema forte. Poi nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, faremo gli ordini del giorno, a partire da quello sui rifiuti e andremo avanti secondo la scaletta. Se siete tutti d’accordo non metto in votazione questa proposta. (Così rimane stabilito)
Ratifica della delibera di G.P. n. 108 del 29.4.2011 ad oggetto “Storni e variazioni al bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013” e modifica del piano di investimenti 2011/2013 alla relazione previsionale al bilancio e al piano delle opere pubbliche PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 7: Ratifica della delibera di G.P. n. 108 del 29.4.2011 ad oggetto “Storni e variazioni al bilancio di previsione 2011 e pluriennale 20112013” e modifica del piano di investimenti 2011/2013 alla relazione previsionale al bilancio e al piano delle opere pubbliche. Ha la parola l’assessore Minardi. RENATO CLAUDIO MINARDI: Per essere chiaro nei confronti del Consiglio, noi abbiamo tre delibere che riguardano il settore finanziario. Una è relativa alla ratifica di una delibera con la quale sono stati fatti una serie di storni e di variazioni di bilancio, che è una delle delibere ordinarie, di quelle che portiamo normalmente
all’attenzione del Consiglio provinciale che riguardano l’attività ordinaria di gestione, che deve essere ratificata. Una riguarda il rendiconto della Comunità montana del Metauro di Fossombrone, di cui non abbiamo competenza se non quella di approvare gli atti che ci sono stati messi a disposizione da parte del servizio. Terza è quella che riguarda la variazione di bilancio legata al ritocco dell’aliquota della RC auto. Partiamo da quella degli storni e variazioni di bilancio che è già stata vista in Commissione e che riguarda una serie di modifiche che sono, sostanzialmente, le modifiche ordinarie che si fanno in corso d’anno legate all’attività ordinaria dell’ente: maggiori entrate, modifiche da un capitolo all’altro perché c’è esigenza in corso d’opera ecc. Se volete, pur avendola già spiegata in Commissione vi do una descrizione veloce rispetto alle voci più importanti. La prima voce riguarda una variazione relativa al fondo straordinario per le spese di aggiornamento e riqualificazione del personale, attività di supporto alla direzione regionale, interventi formativi, per 60.000 euro. La seconda riguarda 26.620 euro, sono l’utilizzo delle risorse che provengono dal codice della strada per l’assunzione di vigili a tempo determinato, art. 208 del codice della strada che prevede specificamente che le voci siano iscritte a bilancio. Una delle voci più importanti è la modifica di 200.000 euro con l’utilizzo di risorse in conto capitale, che riguarda spese per opere murarie presso l’istituto Benelli di Pesaro dove dovranno essere allocati i laboratori che sono attualmente nella sede della formazione professionale in via Fermo e che non trovano spazio nei locali dove il servizio della formazione professionale verrà trasferito, per capirci nell’ex carcere minorile, dove stiamo per entrare con i nostri uffici. I laboratori non riescono ad essere ospitati tutti all’interno per motivi di spazio, in accordo con l’istituto Benelli verranno trasferiti là, però servono dei lavori di adeguamento della struttura per circa 200.000 euro. Abbiamo poi avuto un contributo da parte della Regione Marche nell’ambito della riprogrammazione dell’attività degli Iat che ci dà la possibilità di aprire una struttura Iat presso il Comune di Tavullia, 10.000 euro, risorse finalizzate a un contributo della
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Regione destinato all’apertura del centro Iat di Tavullia. Poi ci sono una serie di voci che riguardano la formazione professionale, su cui se avete qualche domanda specifica in più nel merito, il collega Seri darà informazioni più precise. Sono 562.000 euro di maggiore entrata per competitività regionale ed occupazione e integrazione sociale. Poi altri 492.000 euro, Fse, competitività regionale ed occupazione capitale umano. Poi altri 200.000 euro, sempre fondo sociale, competitività regionale ed occupazione, assistenza tecnica. Poi ci sono 30.000 euro, contributo dato dalla Regione Marche sul Festival della felicità che è costato alle casse della Provincia 20.000 euro, sono arrivati una serie di contributi e di sponsorizzazioni private. Poi 5.000 euro che vengono dalla Regione Marche per l’educational che abbiamo fatto sul territorio della nostra provincia con i giornalisti e i ristoratori americani a seguito dell’Urbino Press World, iniziativa che ha riscosso un particolare successo, gestita insieme alla Regione Marche, al Comune di Acqualagna e alla camera di commercio. Noi siamo stati l’ente capofila, ci stanno rientrando adesso i contributi che dovevano arrivare dall’esterno e che naturalmente dobbiamo modificare in entrata sul bilancio. Poi c’è un progetto, 162.000 euro, di cooperazione internazionale derivanti da enti del settore pubblico, il progetto Integra, l’ente capofila è La Spezia e a noi entrano queste risorse. Un’economia che è stata fatta da parte del Comune di Pesaro nel settore dell’edilizia residenziale bulica per 10.600 euro, non essendo state utilizzate queste risorse rientrano nella disponibilità dell’ente Provincia, poi verranno comunque riutilizzate. Poi abbiamo una serie di voci, 11.258, a seguire, fino a metà della pagina successiva: sono le modifiche dei capitoli di bilancio dell’utilizzo del nostro dipendente Primavera presso il Comune di Colbordolo, quindi c’è uno spostamento di voci. E’ la sistemazione contabile dell’accordo fatto con il Comune di Colbordolo per l’utilizzo del dipendente Primavera dell’ufficio urbanistica. L’altro contributo, sempre per il Festival, è stato dato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro per 30.000 euro. Poi ci sono 3.000 euro di sponsorizzazioni per le iniziative
della Riserva naturale del Furlo, il resto sono giro fondi, solo una partita contabile. Poi 70.000 euro sono arrivati dalla Regione Marche per interventi di sistemazione, per il pronto intervento sulla strada statale 73 bis Bocca Trabaria a seguito della chiusura. Poi altri 288.000 euro sono arrivati sempre dalla Regione Marche per opere a tutela della pubblica incolumità, emergenza e fenomeni idrogeologici. Sono stati riconosciuti all’ufficio tecnico e sono stati utilizzati in parte per i Comuni per 220.000 euro e direttamente per 68.000 euro, a seguito delle avversità atmosferiche del marzo scorso. Ci sono poi 30.000 euro, per l’accordo con il Comune di Fossombrone che riguarda lavori effettuati per il miglioramento stradale attraverso i mezzi e il personale della nostra Provincia. Il Comune di Fossombrone ci riconosce i 30.000 euro dell’accordo che era stato sottoscritto. 50.000 euro saranno utilizzati per la sistemazione del rischio esondazione della foce del fiume Foglia. Il Comune di Pesaro chiede all’ufficio tecnico della Provincia di sistemare questa questione non solo in fase progettuale ma anche in corso di appalto lavori. C’è anche un giro fondi che riguarda la Comunità montana. Il resto sono tutte partite semplici, su cui se avete richieste o domande sono a disposizione, però la parte prevalente riguarda la sistemazione di voci del personale per cui, passando da un ufficio ad un altro bisogna cambiare il capitolo di spesa. C’è anche una mobilità interna. Sono cose di poco conto ma formalmente le dobbiamo fare, perché il bilancio è fatto di capitoli di spesa e ognuno ha una voce. Nel momento in cui il dipendente che è pagato con quel capitolo, non è più pagato con quel capitolo ma con l’altro, bisogna modificare le relative voci. Mi fermerei qui, poi, magari, ci concentreremo maggiormente sulla delibera più importante. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: Alcune domande specifiche, assessore. Nella proposta di variazione circa la descrizione analitica degli inter-
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venti e dei capitoli. Innanzitutto per quanto riguarda l’acquisto, costruzione straordinaria e manutenzione di fabbricati, dell’importo di 200.000 euro, a cosa si riferisce questo? Vorrei poi conoscere analiticamente le voci che si trovano nelle varie pagine, relative a trasferimenti per iniziative relative al programma piano strategico. L’abbiamo a pag. 2, nelle pagine successive, abbiamo anche uno storno a pag. 17 dove si trasferisce dal capitolo dedicato alle agevolazioni creditizie, al microcredito, che fra l’altro, se non sbaglio, era stato finanziato anche dagli istituti di credito e si varia per il piano strategico della Provincia. Vorrei sapere questi denari a cosa sono serviti. Poi, trasferimenti ai Comuni per opere di pronto intervento e tutela della pubblica incolumità, pag. 7. Vorrei sapere se si tratta dei fondi che vengono dalla Regione relativamente agli eventi calamitosi dei mesi scorsi e in che modo verranno utilizzati. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Giannotti. ROBERTO GIANNOTTI: Considerando che c’è uno specifico atto ispettivo presentato, chiedo qualche informazione precisa rispetto a quanto riportato a pag. 6, codice 1090307, cap. 31787. E’ una variazione di spesa relativa al progetto “Azioni conciliazione lavoro-vita familiare”. Mi sembra che faccia riferimento ad una misura assunta dall’Amministrazione provinciale. Vorrei capire il senso di questa spesa e da cosa dipende. MASSIMO SERI: In merito al quesito che poneva il collega Baldelli, i 200.000 euro per ristrutturazione lavori al Benelli, come sapete noi abbiamo sistemato l’ex carcere minorile, dove il servizio formazione e politiche del lavoro si trasferirà, quindi trasferiremo sia il servizio ubicato in piazzale Aldo Moro che il Job nella struttura ex azienda Morbidelli. Ovviamente trasferiremo sia gli uffici che i laboratori presenti nello stabile della Morbidelli. Determinati laboratori come quelli per estetisti, parrucchieri non sono disponibili nel nuovo centro, abbiamo fatto un accordo con l’Istituto Benelli. Questo qualifica l’istituto che avrà
migliori laboratori ma anche noi. Portando gli studenti lì c’è la necessità di fare tutta una serie di lavori per consentire l’utilizzo, nel rispetto delle normative, di questi laboratori. Quindi questi 200.000 euro servono per questi lavori. Al termine di tutto avremo annualmente considerevoli risparmi. Solo se pensiamo all’affitto che paghiamo annualmente a Morbidelli, che si aggira sui 350.000 annui, vediamo che sono risorse che annualmente andremo a risparmiare. E’ chiaro che il trasferimento richiede interventi che non erano previsti per l’utilizzo di quegli spazi, però questo incontro tra scuola e Provincia pota un beneficio duplice, sia a loro che a noi e questi corsi li faremo all’interno della scuola Benelli, quindi, tutto sommato, abbiamo visto anche un’opportunità per entrambi i soggetti. Ci sono una serie di trasferimenti della Regione sul Fse. Come sapete, i fondi riguardano 7 anni e la Regione periodicamente fa dei trasferimenti. Sono anche entità significative di 500.000, 400.000, 300.000 euro che riguardano i vari assi, che avete già visto nel piano annuale della formazione. Ma non possiamo metterli a bilancio finché non ci arrivano ufficialmente. PRESIDENTE: Ha la parola l’assessore Galuzzi. MASSIMO GALUZZI: Questo trasferimento della Regione fa riferimento alla legge 1010 regionale per il pronto intervento. Sono 280.000 euro, addirittura in passato era una cifra maggiore, anzi speriamo che ci siano ulteriori finanziamenti che possano essere aggiunti. Abbiamo fatto la scelta di destinare la maggior parte dei 280.000 euro come aiuto ai Comuni per i loro interventi diretti e una quota di 68.000 euro per una serie di nostri interventi sul reticolo idrico minore, quindi stiamo individuando le situazioni concrete da andare ad impegnare. Per i Comuni c’è un grosso intervento a Montegrimano, perché c’è il completo isolamento di una frazione rispetto al pericolo di crollo di un ponte che porta a questa frazione e non ci sono altre alternative per raggiungere la frazione stessa. Mi pare per 150.000 dei 220.000 euro. Poi ci sono alcuni piccoli interventi che
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stiamo determinando. C’è qualcosa su Fano, Macerata Feltria, Pietrarubbia, ma a li vello di 10-15 mila euro. PRESIDENTE: Ha la parola l’assessore Minardi. RENATO CLAUDIO MINARDI: A pag. 6, richiesta di 2.000 euro, “Azioni conciliazione lavoro-vita familiare riguardano la parte legata allo straordinario di una dipendente, che doveva essere previsto, che si occupa di questo progetto della conciliazione lavoro-vita familiare”. Sono soltanto ore di lavoro straordinario. Per quello che riguarda invece le risorse della Regione Marche per il piano strategico, si tratta del progetto che è già stato realizzato del Festival della felicità, contributi che vengono da altri soggetti. Per quanto riguarda la voce degli 80.000 euro, è il contributo che normalmente il nostro tesoriere mette a disposizione della Provincia e che viene concordato con la Provincia stessa in base ad iniziative e progetti che vengono gestiti in corso d’anno. Noi quest’anno avevamo comunque già finanziato le agevolazioni creditizie, il microcredito, gli interventi sul mercato del lavoro, la banca, di fatto, ha pensato di utilizzare queste risorse in accordo con la Provincia, sul piano strategico nel suo complesso, ovvero il Ptc, il progetto del piano strategico, la condivisione di tutto il lavoro che si sta facendo con l’Istat e di tutto il lavoro che si sta facendo alle spalle del piano strategico. In questo caso non rientra il Festival della felicità. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Giannotti. ROBERTO GIANNOTTI: Sono sconcertato. Evidentemente la mia era una provocazione, non mi sfugge la lettura del documento. Mi sembra di poter capire — e sarei contento di sentire il parere dell’assessore Ciaroni — che una misura rivolta a favorire la conciliazione del lavoro con la vita familiare, che è stata in qualche modo veicolata verso un bando pubblico che prevedeva interventi, invece di un aggiornamento del finanziamento relativamente al mancato utilizzo di una delle misure previste
si traduce in una riduzione dello stanziamento previsto per pagare 2.000 euro di straordinari al personale. Sono 1.553+370+133, quindi 2.000 euro. Quanto lavoro straordinario è stato fatto? Invece di fare quello che il consigliere di opposizione Giannotti aveva chiesto e che la ragionevolezza sollecitava, cioè utilizzare le risorse previste dalla misura C relativa alle donne colpite da atti di violenza, per aumentare la misura A relativa alle donne occupate e disoccupate, si è trasformato la cosa in una diminuzione della disponibilità di cassa per pagare lo straordinario al personale. (Interruzione). Però il problema di fondo è un altro. Avrei avuto piacere che l’assessore Ciaroni fosse intervenuta sulla materia complessiva, visto che non si discute sull’interrogazione. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: I punti Iat riconosciuti in questa provincia suppongo non siano solo quelli relativi al comune di Tavullia ma anche relativi ad altri comuni. Questo è un finanziamento ad hoc? MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: E’ un finanziamento arrivato ad hoc dalla Regione per l’allestimento. Bisogna dividere le cose su tre fronti. IL primo fronte sono gli Iat che gestiamo direttamente noi, che la Regione ha passato alle Province. Abbiamo cominciato la ristrutturazione, a Pesaro li abbiamo ristrutturati tutti e due, quello di Urbino è stato il primo ad essere ristrutturato l’anno scorso, a Fano stiamo facendo la stessa cosa, abbiamo aperto venerdì un ufficio a Torrette insieme al Comune di Fano e stiamo ripensando l’ufficio principale del Comune di Fano, Gabicce stessa cosa. Questi sono di competenza della Provincia, con risorse che sono passate dalla Regione alla Provincia e di conseguenza noi gestiamo nel miglior modo possibile, anche con la novità della vendita dei prodotti della nostra terra. In via Rossini c’è la prima esposizione e vendita dei prodotti d’eccellenza del territorio: vini, oli, formaggi, tutto ciò che è confezionabile, perché vogliamo lavorare sempre più nell’abbinata turismo-agri-
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coltura e far sì che l’ufficio turistico sia un modo anche per scoprire i prodotti della nostra terra e mettere in contatto con le aziende del territorio. L’altro fronte riguarda gli altri centri riconosciuti, che non gestiamo direttamente noi, non c’è personale della Provincia, per i quali abbiamo in piedi un lavoro con i Comuni e, in ogni comune, con le pro loco o con associazioni, perché lì il meccanismo è simile, cioè il Comune mette il luogo, un’associazione locale lo gestisce, noi facciamo la formazione e diamo delle regole minime di apertura ecc., consentendo anche lì di vendere i prodotti, in modo tale che la vendita dei prodotti possa diventare un’occasione per avere dei rimborsi spesa per coloro che tengono aperto l’ufficio turistico. Quindi il meccanismo è virtuoso, non siamo noi che decidiamo dove si apre: abbiamo avuto delle domande e a coloro che nel territorio riescono ad organizzarsi noi diamo una mano per organizzarsi. Per aiutare questo meccanismo, in tutta la polemica che c’era stata con la Moroder, grazie a quell’inversione di marcia che le abbiamo fatto prendere, abbiamo ricavato 50.000 euro che verranno distribuiti per questi 25 punti — sono 2.000 euro ciascuno — per spese di allestimento: un computer, una scrivania ecc. A parte è Tavullia, perché a Tavullia abbiamo fatto un box turistico dentro il; Fans Club di Valentino Rossi, quindi è un progetto speciale e abbiamo chiesto alla Regione di finanziarci le spese di allestimento. E’ poca cosa, un box, un video, una cosa che si terrà a Tavullia ma ci consentirà di approfittare delle migliaia di persone che ogni anno vanno lì per Valentino Rossi ed avranno un’occasione, in quel momento, di conoscere che ci sono Urbino, Fermignano, il San Bartolo e tutto il resto del territorio provinciale. E’ quindi un progetto speciale ed è per questo che abbiamo chiesto un contributo ad hoc alla Regione per sostenerlo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: Anche il Comune di Fermignano è dentro questi punti Iat, quindi chiedo: quei 2.000 euro che vengono
dati ad ogni Comune, vengono direttamente dal bilancio della Provincia o sono un trasferimento della Regione? Dott. MASSIMO GRANDICELLI, Segretario generale f.f. Come diceva il Presidente, è stato presentato dalla Regione insieme con le Province, stato già inoltrato al dipartimento del turismo, però ci hanno già confermato il finanziamento, per cui contiamo di avere l’assegnazione dalla Regione. Non appena ci arriveranno i fondi, li assegneremo ai vari punti Iat. GIORGIO CANCELLIERI: I servizi sollievo: c’è un maggiore trasferimento della Regione. Qui si dà direttamente un contributo alla famiglia che ha il disabile, nella fattispecie mi pare che si parli di disabilia mentale. Quindi è un contributo diretto dato alla famiglia, oppure viene fatta un’iniziativa o viene dato questo contributo a un centro dove si tratta la disabilia mentale, dove si assiste la disabilia mentale? Quindi, contributo diretto oppure iniziativa? Non so se avete già risposto a Baldelli, ma rispetto a questo trasferimento della Regione di 288.000 euro per questioni legate a pronto intervento, tutela pubblica, incolumità, si può inserire un asfalto degradato, cioè talmente degradato che potrebbe mettere a rischio la pubblica incolumità? Si può usufruire di questo contributo trasferito dalla Regione? Parliamo sempre di strade provinciali. La Regione trasferisce un contributo per pronto intervento e tutela pubblica incolumità: io Provincia posso intervenire su un’asfaltatura talmente degradata da poterla considerare a rischio per la pubblica incolumità delle persone che ci viaggiano? Si può fare una forzatura in questo senso? MASSIMO GALUZZI: Sulla carta è tutto possibile ma è molto forzata, perché un pronto intervento, lo dice la parola, è un pericolo immediato, quindi il cedimento di una scarpata, un ponte che crolla, la spalla del ponte che cede. Ci devono essere crateri enormi in una strada, il che è impossibile perché le strade provinciali sono molto adeguate, fatte bene. E’ una forzatura, non l’abbiamo mai fatto, da quando ci sono io questa voce non è mai stata utilizzata
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per le strade, cerchiamo di fare altre cose. Credo che anche amministrativamente sarebbe una forzatura. PRESIDENTE: Ha la parola l’assessore Ciaroni. DANIELA CIARONI: Rispondo al consigliere Giannotti per quanto riguarda la conciliazione. Le spese si riferiscono ad attività di lavoro straordinario eseguite dalla dipendente, però c’è da tener presente che comunque quelle risorse non sarebbero potute essere utilizzate per gli interventi, perché nel bando regionale è specificato che una quota è proprio per il personale, quindi non sono risorse eventualmente trasferibili. Per quanto riguarda il Progetto Sollievo, è un progetto molto complesso, fatto nei confronti del fenomeno dell’isolamento, quindi contro l’isolamento, per l’integrazione dei soggetti con disturbi psichici. Viene fatto da diversi anni proprio nella lotta all’esclusione e per l’integrazione. Viene fatto in collaborazione con le aziende sanitarie, quindi con le tre Asur, viene fatto con i servizi sociali dei Comuni, quindi attraverso l’ambito, con le associazioni del territorio che si occupano di disabilità psichica. Le azioni sono molte e sono molto articolate, riguardano interventi diretti, interventi che possono concernere la residenzialità, la parte ambulatoriale, il sostegno sociale, quindi in collaborazione anche con le strutture di igiene mentale. Non ultima una importante azione contro le stimmate del disagio psichico, fatta dalle associazioni nelle scuole e attraverso lo sport. I fondi comunque vengono gestiti dalla Provincia che coordina i progetti, a cui spetta un’azione di formazione degli operatori e vengono gestiti tramite gli ambiti e i servizi sociali, quindi direttamente alle famiglie non c’è nessun contributo. PRESIDENTE: Pongo in votazione il punto 7 dell’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 17 voti favorevoli, 7 contrari (Baldelli, Tarsi, Rognini, Giannotti, Rossi, Lunghi e Cancellieri) e 1 astenuto (Mei)
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Approvazione rendiconto di gestione esercizio finanziario 2010 dell’ente “Comunità montana del Metauro Zona E” di Fossombrone PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 8: Approvazione rendiconto di gestione esercizio finanziario 2010 dell’ente “Comunità montana del Metauro Zona E” di Fossombrone. Ha la parola l’assessore Minardi. RENATO CLAUDIO MINARDI: Nell’ambito della soppressione della Comunità montana del Metauro, di Fossombrone c’è stata una trattativa, c’è stato un accordo fra i vari soggetti interessati, i Comuni, la Regione e la Provincia e a noi tra i vari compiti è stato dato anche quello di approvare il conto consuntivo. Cos significa? Che di fatto, oggi ci troviamo ad approvare un atto che non è altro che la fotografia di una gestione che non è la nostra, nel senso che c’era un Consiglio, c’era una Giunta, c’era una ragioneria, c’era il sindaco revisore, noi abbiamo, di fatto, oggi, l’obbligo formale di approvare il consuntivo del 2010. C’è il parere favorevole del revisore della Comunità montana, c’è i parere favorevole anche del nostro Collegio dei sindaci revisori, la parte contabile è stata seguita non solo da parte della nostra ragioneria ma anche da parte della ragioniera della Comunità montana che ha ovviamente collaborato per rimettere insieme tutti i dati, tutti gli atti, per cui, di fatto, è la fotografia dei residui attivi ed i residui passivi. Naturalmente con i residui passivi ci arriveranno nei prossimi mesi ancora dei conti da pagare, però rispetto agli impegni presi c’è un avanzo di amministrazione di 305.000 euro, avanzo che è lì fermo, congelato, dovremo decidere nei prossimi mesi come verrà utilizzato, perché non possiamo decidere noi autonomamente come utilizzarli e come destinarli. Tenete conto che sono anche saltati degli accordi, nel senso che a noi è venuto il bene immobile, però sono venuti anche due dipendenti, tra cui un dirigente, c’era un impegno che per l’arrivo del dirigente e dell’altro dipendente ci fosse trasferita una somma che non ci è stata trasferita. Questa è la fotografia del consuntivo, però ci sono ancora
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alcune questioni da definire che però non hanno nulla a che vedere con il consuntivo ed esulano dallo stesso. L’invito che vi faccio è di votarlo, tenendo conto che è la fotografia dello stato dell’arte e di una gestione che non abbiamo fatto noi né che ha fatto il Consiglio ma che è stata fatta da un altro soggetto a cui siamo tenuti però a dare atto deliberativo entro il 30 giugno. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Ero consigliere comunale a Fossombrone e invano ho chiesto che la problematica fosse discussa in Consiglio. Sempre alla faccia della trasparenza. Oggi vedo questo documento di cui prendo atto, non ho avuto il tempo di leggerlo perché sono stato fuori qualche giorno. Faccio un atto di fiducia perché evidentemente si tratta della fotografia di ciò che è successo. Ci sono alcune questioni rimaste in sospeso, come ha detto l’assessore, quindi è chiaro che questi problemi rimasti in sospeso — c’era il problema della discarica di Barchi, il post mortem e i 305.000 euro probabilmente dovevano essere oggetto di riflessione anche in quella direzione che io anticipo, anche se nel mio Comune non si è parlato mai di questo ma so che ci sono questi problemi — comunque voto a favore, pur sapendo che ci sono alcune questioni che dovranno essere accuratamente rivedute, a cominciare da quella che ho sostenuto, della non vendita del palazzo entro l’anno, proprio per dare tempo al Comune di rivedere un accordo a livello regionale che è stato sicuramente mai discusso in Consiglio comunale di Fossombrone, sempre democraticamente e che ritengo un po’ lesivo degli interessi dei Comuni. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: Annuncio l’astensione del gruppo, in quanto il provvedimento all’ordine del giorno è meramente una presa d’atto. Nemmeno i consiglieri hanno partecipato alla formazione del consuntivo della Comunità montana, quindi non siamo in grado di
giudicare in bene o in male il suo operato. Certo ci suscita qualche perplessità l’intervento del consigliere Savelli, il quale dice che occorre approfondire con molta attenzione determinate questioni e nutre dei dubbi, anche se per disciplina di partito o comunque per benevolenza nei confronti di un ente del suo territorio, fa una professione di fede e vota in maniera positiva. PRESIDENTE: Pongo in votazione il punto 8 dell’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 18 voti favorevoli e 4 astenuti (Baldelli, Lunghi, Rognini e Cancellieri) Pongo in votazione l’immediata eseguibilità. Il Consiglio approva con 16 voti favorevoli e 3 astenuti (Cancellieri, Lunghi e Rognini)
Variazioni di bilancio esercizio 2011 PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 9: Variazioni di bilancio esercizio 2011. Abbiamo qui un documento dell’Upi che verrà distribuito ai consiglieri, poi c’è un ordine del giorno del consigliere Tarsi che chiede di non adottare la delibera. Ha la parola l’assessore Minardi. RENATO CLAUDIO MINARDI: La delibera che viene sottoposta questa mattina all’attenzione del Consiglio provinciale riguarda di fatto il ritocco dell’aliquota sulla RC auto che fino adesso era prevista al 12,5%. Con l’approvazione dei decreti attuativi sul federalismo fiscale, di fatto è stata data la possibilità agli enti locali — Comuni, Province e Regione — di poter fare delle manovre di carattere economico e finanziario nei rispettivi bilancio, con la possibilità di recuperare una parte delle risorse che l’anno scorso il ministro Tremonti, durante la manovra estiva, D.Lgs. 78, aveva di fatto, in modo lineare, tagliato agli enti locali. Quindi
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con i decreti attuativi parte tutto il meccanismo del federalismo fiscale, dopodiché sul federalismo fiscale avremo tutti molte cose da dire: si sono approvati i decreti ma a monte non è stata fatta la riforma dello Stato, come probabilmente sarebbe stato giusto ed opportuno, ovvero riformare lo Stato, decidere chi fa che cosa e poi decidere con quali risorse fare le cose che debbono essere fatte dai vari livelli. Invece si è partiti dalla coda. Questo meccanismo ha messo gli enti locali, di fatto, soprattutto dopo la manovra dello scorso anno, nelle condizioni di recuperare una parte di quelle risorse che erano state tagliate, tant’è che la Corte dei conti, durante la Bicamerale, quando venivano esaminati i decreti attuativi del federalismo, ebbe a dire che il federalismo fiscale si sarebbe tradotto inevitabilmente in una maggiore imposizione a carico dei cittadini. Di fatto, alle Province già nel corso del 2011 si dà la possibilità di recuperare con l’addizionale sulla RC auto. Quando parlo di RC auto voglio essere preciso: non si calcola l’addizionale sulla polizza che dovesse riguardare il furto, l’incendio o coperture aggiuntive ma riguarda soltanto la polizza obbligatoria prevista dalla legge, dopodiché la polizza si paga per potenza di motore, quindi in base ai kw, in base all’età e anche in base a diverse aree geografiche. In alcune zone d’Italia si paga molto di più che da noi. Torno all’approvazione del bilancio fatta il 28 febbraio, quando abbiamo dovuto affrontare un bilancio di previsione per il 2011 che partiva con una differenza di circa 7,5 milioni, che erano niente di meno che 3,4 milioni di taglio lineare effettuato da parte della manovra di Tremonti, più 4 milioni circa dovuti q minori entrate causate dalla crisi economica. Peraltro registriamo quest’anno che il flusso dell’entrata — Ipt, addizionale Enel e altre entrate che abbiamo a bilancio — è di tenuta media rispetto a quanto abbiamo previsto a bilancio, forse qualche euro in più sull’addizionale Enel, ma abbiamo un calo sull’Ipt, per cui di fatto l’entrata è stabile rispetto a quello che avevamo previsto e vi garantisco che nella previsione di bilancio eravamo stati prudenti per evitare di trovare problemi in corso d’anno.
Se da una parte abbiamo dovuto coprire un bilancio che partiva con 7,5 milioni in meno, abbiamo tutti la consapevolezza che dobbiamo contribuire al risanamento dei conti dello Stato, che è un bene che sta a cuore non solo al Governo di centro-destra ma deve stare a cuore a tutte le forze politiche ma soprattutto a tutti gli italiani. Quindi grande senso di responsabilità, perché non possiamo trovarci nelle condizioni di dover fare la fine della Grecia, del Portogallo o dell’Irlanda. Però a fronte di questo abbiamo dovuto affrontare pesantemente i tagli con la manovra dello scorso anno, che è stata di 24 miliardi di euro, che ha pesato per 15 miliardi di euro a carico degli enti locali, dopodiché di lì a qualche mese ci saremmo aspettati che a fronte di questo grande sforzo ci sarebbe stata anche una tenuta dei conti pubblici a livello centrale. In verità i conti dello Stato sono peggiorati, perché se da una parte è stata fatta una manovra pesantissima a carico degli enti locali e dello Stato, il debito pubblico nel giro di qualche mese è aumentato da 1.800 a 1.900 miliardi. E’ chiaro che questo è un dato in controtendenza: non si può continuare a fare sacrifici alla gente, agli enti locali che rappresentano le istanze dirette del cittadino e poi al centro continuare a mandare avanti flussi di spesa come andavano avanti prima, senza metterci le mani. Noi abbiamo fatto un bilancio estremamente rigoroso, di sobrietà, abbiamo bloccato il turn-over del personale, sia ai livelli dirigenziali che ai livelli più bassi e stiamo progressivamente diminuendo il numero del personale, tant’è che con il direttore generale ci poniamo i problema anche di una eventuale redistribuzione di alcuni carichi di lavoro, perché ci sono delle strutture che in questo momento, vuoi perché sono più strategiche, vuoi perché sono andate via alcune persone, cominciato ad andare in sofferenza, quindi c’è bisogno di ricalibrare i carichi di lavoro e il personale così come è stato distribuito, però abbiamo fatto un grosso lavoro di riduzione dei costi. Devo dire la verità, qui dentro non ho trovato una spesa che andava avanti in libertà: c’era una spesa che comunque era seria, sobria, che ha fatto tanti investimenti. Vorrei dire al consigliere Baldelli, che l’altro ieri ha scritto che la Provincia di Pesaro e Urbino è in banca-
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rotta, che la Provincia di Pesaro e Urbino non è in bancarotta, la Provincia di Pesaro e Urbino ha fatto una serie di investimenti che se volete vi elencherò tutti, vi farò l’elenco di tutti gli investimenti fatti negli ultimi anni. Sono investimenti. Minardi Renato Claudio che si è comprato la casa e ha fatto il mutuo, ha fatto un investimento. Certo, Minardi si è indebitato per comprare la casa ma ha fatto un investimento e questo vale anche per l’ente pubblico. L’ente pubblico che fa un’opera, una strada, una scuola, una variante, una rotatoria, fa investimenti per i cittadini, per il territorio. Quegli investimenti naturalmente debbono essere pagati, perché per farli abbiamo contratto dei mutui, però devo dire la verità, è stato fatto un lavoro di grande sobrietà in questi mesi, è stato fatto un taglio di tutto ciò che era possibile tagliare portandolo al minimo indispensabile, compreso il lavoro che si sta facendo — è un investimento, non un indebitamento — sul fotovoltaico. Mettere a disposizione tutte le superfici di tutte le scuole di questa provincia per produrre energia pulita. Io lo considero un investimento. Stanno partendo nei prossimi giorni i bandi, lo considero un investimento, lo considero una opportunità non solo per il fatto di riuscire a produrre energia alternativa ma anche per il fatto che tu abbatti i costi di gestione ordinaria delle scuole, perché alla fine ne hai anche un beneficio di carattere economico. Abbiamo iniziato un lavoro sul piano delle alienazioni, così come abbiamo deliberato il 28 febbraio. Il piano delle alienazioni sta procedendo, stanno per uscire le aste nei prossimi giorni, è stata fatta tutta una verifica dei beni immobili, gli approfondimenti, gli accatastamenti, è stato fatto tutto un lavoro che non era così semplice da fare in pochi giorni. Il percorso è giunto alla fine e stanno partendo le aste. Naturalmente capite che il piano delle alienazioni è vincolato anche all’assorbimento da parte del mercato di alcuni beni immobili che non è così scontato che possano arrivare di lì a qualche giorno. E’ partito anche il lavoro sulla lotta all’evasione fiscale. Io continuo a dire che se da una parte aumenta il deficit dello Strato da
1.800 a 1.900 miliardi di debiti, Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa ci diceva che l’evasione fiscale in Italia pesa per 2.000 euro a testa, quindi siccome siamo 60 milioni, sono 120 miliardi ed è un dato che vi avevo fornito già qualche mese fa. Il sommerso vale 275 miliardi in questo paese. Credo che su questo si debba fare una lotta all’evasione fiscale un pochettino più forte, più incisiva, più robusta, cosa che noi abbiamo iniziato a fare e anche qui stiamo entrando a regime con la lotta all’evasione fiscale che avevamo programmato all’inizio dell’anno. Una cosa su cui vorrei soffermarmi è che abbiamo confermato, nonostante le difficoltà nella predisposizione del bilancio, tutte le misure anticrisi. Per esempio, prima Baldelli mi faceva la domanda su quello storno di fondi: noi abbiamo confermato tutte le misure anticrisi, quindi abbiamo aderito anche quest’anno al fondo regionale di garanzia cui partecipano tutte le Province e tutte le Camere di commercio. Noi siamo la Provincia più attiva su questo versante. Come abbiamo confermato tutte le misure anticrisi per le famiglie, che riguardano le bollette acqua e rifiuti e che riguardano anche il microcredito e il microprestito, perché crediamo che in un momento di difficoltà come questo, queste misure dovessero essere in qualche modo confermate, come non abbiamo tolto risorse al settore dei servizi sociali, su cui ci vuole sempre e comunque l’attenzione massima da parte di tutti. Abbiamo avuto un inverno difficile dal punto di vista del maltempo: meno nevicate rispetto all’anno precedente, comunque abbiamo avuto danni gravi a causa degli allegamento, vedi il crollo del ponte sul fiume Cesano, per il quale il nostro ufficio tecnico ha stimato danni per 24 milioni di euro. Non sono stati spesi, ma sono stati spesi soltanto in parte per i ripristini della viabilità e per i lavori urgenti, però voi capite che comunque di quei 24 milioni di euro che sono stati stimati, una parte è stata comunque utilizzata, spesa per mettere in sicurezza il nostro territorio. Nel contempo non possiamo non mettere il nostro ufficio tecnico nelle condizioni di affrontare i prossimi mesi autunnali e invernali, perché a fronte di ulteriori, possibili iniziative di maltempo, non ha più le risorse a
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disposizione per affrontare eventuali situazioni di emergenza. Un altro elemento che vorrei mettere sul tavolo rispetto a questo è l’aumento del costo del denaro. Abbiamo avuto, rispetto ai mutui che siamo tenuti a pagare, un aumento del denaro a febbraio dello 0,25, ci aspettiamo un ulteriore 0,25 di qui a una settimana, perché la Banca centrale europea si riunirà la prossima settimana, probabilmente il 6 farà un’ulteriore manovra dello 0,25 ed è annunciata una ulteriore manovra dello 0,25 a dicembre. Capite che anche questo è un elemento di difficoltà rispetto ad un bilancio che comunque è tenuto ad affrontare temi come questi che riguardano maggiori spese che potevano essere ipotizzate ma non sicuramente programmate. Ritengo che questa manovra che abbiamo dovuto fare — è chiaro che è stata fatta molto malvolentieri, ne abbiamo ragionato, ci siamo soffermati su questo tema — l’abbiamo fatta con la consapevolezza che tutte le Province d’Italia si trovano nelle stesse condizioni, quelle di centro-destra e quelle di centro-sinistra. Nel Veneto si sono riuniti il 16 e hanno deciso tutti insieme di fare la manovra, per cui, di fatto, in queste ore, quasi tutte le Province d’Italia stanno deliberando questa manovra che è diventata indispensabile per tutti, perché per poter chiudere in ordine i conti a fine anno, è diventata una manovra assolutamente indispensabile. E’ una manovra che non ha colore politico, perché la fanno le Giunte di centro-destra e la fanno le Giunte di centro-sinistra. Non ha colore politico, perché tutti sono nelle condizioni di fare queste cose. Sicuramente il dato parte dal federalismo. Questa mattina su Il Sole 24 Ore c’è il titolo “Federalismo fiscale da riscrivere”, l’altro giorno è uscita una nota su Italia Oggi: “Più tasse con il federalismo”. Purtroppo è così, dobbiamo renderci conto che il federalismo fiscale ha portato a questo, ha portato tutti gli enti locali nelle stesse condizioni. Avremo i Comuni che saranno costretti ad applicare la tassa di soggiorno, l’Imu, le varie addizionali Irpef per i Comuni e per la Regione, perché tutti sono nelle condizioni di dover chiudere i conti in ordine. E’ chiaro che questa cosa la si fa malvolentieri, ma non è che la si fa malvolentieri perché abbiamo la consapevo-
lezza di aumentare del 3,5% l’aliquota dell’addizionale che va dal 12,30 al 16%, lo facciamo malvolentieri perché siamo consapevoli di dover dare il nostro contributo a tenere in ordine i conti dello Stato, quando lo Stato da parte sua non riesce a tenere in ordine i conti perché aumenta l’indebitamento. Siamo tutti consapevoli che ci sarà una manovra nei prossimi giorni, però credo che il nostro lavoro dovesse essere quello di mettere il bilancio al riparo da rischi, perché il bilancio è uno strumento di lavoro, attraverso il bilancio si fa la programmazione, si fa la pianificazione, si fanno le scelte, si fa il lavoro sul territori, perché attraverso le scelte di bilancio si fa il lavoro direttamente sul territorio, mettendo a disposizione le risorse dei vari servizi che servono per dare risposte al territorio, dopodiché è chiaro che di fronte a questo, avere il bilancio in ordine significa dare delle risposte concrete e a fine anno, se l’entrata dovesse essere confermata e se le alienazioni dovessero andare per il verso giusto, potremo anche dare qualche risposta in più rispetto a quei temi che ci sono cari e che riguardano soprattutto la manutenzione delle scuole e la manutenzione delle strade. Sul piano delle opere pubbliche interviene direttamente Galuzzi. Io non aggiungo altro se non un dato tecnico. Il decreto sul federalismo fiscale è stato pubblicato il 27 maggio, il decreto del direttore generale del Ministero dell’economia è stato pubblicato il 3 giugno e ha dato tempo fino al 30 giugno che è il termine ultimo entro il quale è prevista l’approvazione dei bilancio e fare la manovra. Ecco perché tutti siamo stati costretti a correre, perché nessuna Provincia aveva preso in considerazione la data dal 30 giugno. Il decreto arrivato dal Ministero ha fissato una data secca e certa: entro il 30 giugno deve essere fatta la delibera di Giunta e deve essere portata all’attenzione del Consiglio provinciale la manovra di variazione di bilancio. Ecco perché questa delibera arriva in Consiglio oggi. Credo che sia un modo per affrontare seriamente il problema ma anche un modo per gridare un urlo di allarme al Governo centrale, che non può continuare a togliere le risorse ai territori per aumentare la spesa al centro, come ho visto è accaduto la scorsa settimana alla Camera che ha sfondato i miliar-
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do di euro di spesa. Lì bisogna fare veramente un’azione incisiva sulla spesa. Mi ribello quando vedo che si fanno manovre per togliere il 10% ai sindaci di comuni di 2.000 abitanti, che sono convinto non arrivano a prendere neanche 1.000 euro al mese. Bisogna incidere dove c’è la polpa, dove ci sono le grosse spese. Ecco perché bisognava prima fare la riforma dello Stato e poi applicare il federalismo fiscale. Non è stata fatta la riforma, è stato fatto il federalismo, queste sono le storture che costringono gli enti locali a fare queste manovre che non sono piacevoli, ma siamo costretti a farle per poter garantire ai cittadini i servizi che richiedono e che siamo tenuti a dare. PRESIDENTE: Dopo l’intervento di Lunghi, se siete d’accordo chiuderei le prenotazioni. Quindi adesso Baldelli presenterà l’ordine del giorno, Lunghi farà il suo intervento, alla conclusione dell’intervento di Lunghi chi si sarà prenotato potrà parlare. ANTONIO BALDELLI: Grazie, Presidente. La mia è una mozione d’ordine, perché a nome del gruppo intendo presentare un ordine del giorno urgente per la revoca della delibera di Giunta 159 del 2011 sull’aumento dell’aliquota RC auto. Ne do lettura: “Il Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino, premesso che la Giunta provinciale di Pesaro e Urbino ha deliberato l’aumento della misura dell’aliquota relativa all’imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, esclusi i ciclomotori, che passerà dall’attuale 12,5% al tetto massimo applicabile, ossia il 16%; che sarà compito del Consiglio provinciale approvare la relativa variazione di bilancio 2011 già approvato con deliberazione del Consiglio provinciale n. 13 del 28 febbraio 2011, per inserire la nuova entrata dell’imposta RC auto, stimata in 1,6 milioni di euro per il solo periodo agostodicembre 2011; che è mancata una corretta e adeguata informazione da parte della Giunta che non ha informato preventivamente il Consiglio né la comunità provinciale attraverso un doveroso confronto; ritenuto che un aumento secco di 3,5 punti percentuali dell’imposta percentuale sulla RC auto porterà ad un au-
mento medio, in termini monetari di circa 14 euro a polizza; constatato che le famiglie della provincia di Pesaro e Urbino si troverebbero così a compiere un ingiustificato sacrificio in un momento economico nazionale ed internazionale di grande crisi, sacrificio che ricadrebbe pesantemente e in maniera indiscriminata sul bilancio di ogni cittadino indipendentemente dal suo censo, impegna il Presidente dell’Amministrazione provinciale e la Giunta provinciale stessa a revocare immediatamente la delibera di Giunta n. 159 del 2011 sull’aumento della RC auto, evitando di mettere in difficoltà ulteriormente tante famiglie del nostro territorio”. Nella presentazione di questo ordine del giorno, assessore Minardi che rispetto e stimo, vorrei però dire di non scadere sempre nelle solite polemiche strumentali, perché in un punto del suo discorso ha detto “è necessario, lo fanno anche le altre Province di centro-destra e di centro-sinistra”, poi ha richiamato esclusivamente il Governo di centro-destra a un maggiore controllo della spesa. Se questo controllo della spesa fosse avvenuto negli anni passati, quando lei non era assessore, ma anche oggi, da parte dell’Amministrazione provinciale, l’Amministrazione provinciale stessa si troverebbe — lo riconfermo senza tema di smentita — non sull’orlo della bancarotta, perché solamente un ente sull’orlo della bancarotta può porre in vendita beni indisponibili come quelli demaniali, che sono per definizione indisponibili. (Interruzione). Caserme dove ancora operano le forze armate, le forze dell’ordine, dovrebbero essere beni indisponibili. Una Provincia che lei ha ereditato, e sinceramente non le attribuisco alcuna responsabilità. Lei parla di investimenti e ha fatto bene a investire, perché si muove anche l’economia nell’acquisto di un immobile, ma una Provincia che invece investe in un mutuo quarantennale come è accaduto nel 2008, per costruire una struttura sportiva che affida ad una associazione, questa associazione la tiene per venti anni e dopo venti anni la struttura sportiva viene restituita alla Provincia e naturalmente sarà completamente da riqualificare, però ancora pagherà per ulteriori venti anni il mutuo impegnando, cosa che credo non sia corretta politicamente...
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(Interruzione). Esiste questo mutuo quarantennale, perché l’abbiamo trattato in Commissione. Dicevo, impegnando in maniera non corretta politicamente ben 8 Amministrazioni provinciali con quel debito. Se questo è buon amministrare, mi ribello a questo buon amministrare. Anche a me questa cosa fa scandalo: che ci siano i parlamentari che di fronte a una situazione di grande difficoltà politica, gestiscano le proprie risorse in maniera molto disattenta nei confronti dei cittadini che hanno necessità stringenti e quotidiane. Un pasto alla Camera dei deputati costa 3 euro. Sfido qualsiasi altro cittadino ad usufruire di un pasto, di ottima qualità, a 3,50 euro. Chiedo a questo punto se questa Provincia vuole imporre dei sacrifici, e li sta imponendo ormai da troppo tempo, perché è inutile dire che le strade provinciali non sono a posto perché da quest’anno ci sono i tagli del Governo nazionale. Le strade provinciali, cari assessori Minardi e Galuzzi, sono ridotte a delle mulattiere da cinque, dieci, quindici anni in alcuni casi. (Interruzione). Evidentemente lei viaggia sulle strade dell’Emilia Romagna e non della provincia di Pesaro e Urbino. Io che viaggio sulle strade della provincia di Pesaro e Urbino da quando sono nato, so che determinate strade provinciali si trovano in una situazione vergognosa di degrado da dieci, otto, cinque, dodici anni, a seconda delle zone e dei territori. Se vi è bisogno di un sacrificio, iniziamo tutti quanti. Propongo alla Giunta e al mio gruppo di ridursi l’indennità del 30%. Iniziamo a dare noi il buon esempio. Kennedy diceva “non chiedetevi cosa può fare lo Stato per la nostra nazionale ma chiedetevi cosa possiamo fare noi per la nostra nazione”. Allora impegniamoci senza doppiezze politiche, senza fare quella politica dello scaricabarile tanto in voga all’interno di questa Amministrazione provinciale. Propongo a questa Amministrazione provinciale, a questo Consiglio provinciale di ridurre le proprie indennità del 30%. Allora sì potremo aumentare la RC auto ai nostri cittadini di 3,9 milioni di euro per il prossimo anno, allora sì potremo addebitare ai nostri cittadini il malfunzionamento della nostra Provincia, quando non è riuscita, in oltre 10 anni, a mettere in regola la questione dei pozzi e ora li stiamo tartassando con una tassa
e con le sanzioni a correre indietro negli anni. Diamo noi il buon esempio, riduciamo l’indennità di tutti noi del 30%. Grazie. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Lunghi. DANIELE LUNGHI: Il mio sarà un intervento polemico ma sull’ordine generale, perché se non risolviamo i problema a livello centrale ci mordiamo la coda. Anche circa il discorso di Baldelli, mi pare che io prendo 37 euro quando vengo qui, quindi meno il 30%... Si spiega da solo. A volte mi capita di avere dei contatti con degli storici come Savelli. Si leggono anche in passato missive nelle quali il centurione scrive al console perché gli mancano i soldi. E’ una storia che non finisce mai: mancano sempre soldi a livello decentrato e si chiedono a livello centrale. Comunque una caratteristica che c’è sempre è che a pagare sono sempre i ceti deboli. Gli enti, ridotti all’osso, sono costretti a fare qualcosa, questo lo capisco e se fosse veramente un federalismo come chiede la Lega, se l’ente locale chiede di più, lo Stato deve chiedere di meno, questa cosa si deve compensare. Speriamo che avvenga, prima o poi. Comunque anche nei Governi si sta in coalizioni, nelle coalizioni non c’è un discorso monolitico, c’è un discorso di compromessi. Quindi non starò qui a fare condanne particolari al Presidente Ricci però ai governi occidentali ma anche ex comunisti, dell’est, che non riescono ad essere autosufficienti, quindi di fatto sono falliti nei loro scopi, nei loro ideali, nei loro significati di fondo. Si chiedono sempre sacrifici, ovviamente lineari alla base imponibile che è maggiore, al ceto più basso, perché sono di più e anche un euro ciascuno fa una cifra grossa, però poi anche la sinistra ha introdotto la “legge Bassanini” con la quale si creano sacche di privilegio anche dentro il settore pubblico, con aumenti secondo me esagerati ai dirigenti pubblici. Non è che, poiché uno prende di più, diventa più bravo, prende solo di più. Anche per quanto riguarda le pensioni sento oggi la polemica: al Governo ci sono posizioni diverse. Penso che più che pensare sempre di allun-
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gare la pensione... Anche Vasco Rossi a 60 anni si è stancato di fare i concerti: uno che lavora in una linea di produzione fa lo stesso discorso, anzi c’è anche un indennizzo molto minore. La pensione la vedo come una forma di garanzia di vita per un individuo, non una forma di arricchimento, perché secondo me, quando le pensioni vanno oltre i 3.000 euro al mese sono una forma con cui lo Stato continua ad arricchirti, ma in realtà dovrebbe garantirti di non morire di fame. Non garantire che se hai 10 ville deve garantire il tuo tenore di vita. Li avrà messi via prima questi soldi, visto che guadagnava molto. Io la vedo così. Purtroppo non è una cosa solo dell’Italia ma vediamo che è anche della Grecia, dell’Irlanda, dell’Inghilterra, della Spagna. Addirittura gli Stati Uniti vengono declassati dai sistemi di rating. E’ avvilente, questo. Possibile che non ci sia un modo affinché queste società vadano avanti per lo meno con un debito accettabile? La cosa brutta è che in questo perdere c’è qualcuno che guadagna, perché i debiti degli Stati sono retti da grandi banche, da grandi gruppi economici oltre che, in Italia in particolare, dai privati, ma è una parte del debito. E comunque loro ci guadagnano in tutta questa cosa. C’è anche da dire che chi specula, sia nella finanza che nell’immobiliare, di solito crea anche pochissimi posti di lavoro, quindi dal punto di vista sociale è proprio deleterio. E’ brutto avere uno Stato che non riesce a risolvere i propri problemi e in modo surrettizio ti infila sempre qualche nuova tassa, qualche nuovo discorso e in busta paga tu ti ritrovi 2.500 euro ma in tasca ne metti 1.100. Aumenta la parte fiscale e non quello che prendi tu. Credo che i referendum abbiano dato un segno inequivocabile: la gente è stanca di chiacchiere, è stanca di bugie, di essere presa in giro, è ora che si prenda un impegno per andare in una direzione, nessuno chiede soluzioni, perché la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Questo riguarda tutti i governi, non solo quello che è attualmente in carica. Penso che con il referendum abbiano perso tutti i partiti, perché speculare sulla pelle del popolo promettendo “faccio”, “farò”, “vedremo”, è veramente una cosa che non si sopporta più. E’ passato il messaggio che l’economia non può essere solo
fine a se stessa ma deve avere una valenza sciale, un’utilità sociale, altrimenti che senso avrebbe? Una piccola freccia: una volta c’erano la destra sociale, la sinistra sociale, mi sembra che anche loro abbiano fallito nei loro ideali, nei loro intenti, perché qui sembra di andare indietro invece che andare avanti. Non ce l’ho con nessuno, leggo i fatti. Dal mio punto di vista sono così, forse sbaglio, non dico di avere l’infallibilità. Mi pongo una domanda in modo interlocutorio: è possibile vivere in uno Stato diverso? Sembra che gli stati scandinavi siano meglio, il welfare è molto migliore. Quando si sente che la gente non si dà da fare, non lavora... Adesso si deve fare impresa per forza, perché in modo coatto il datore di lavoro ti impone di creare una partita Iva ma in realtà sei un dipendente mascherato. Una volta uno si metteva in contro proprio perché guadagnava di più, perché non c’era una fiscalità che ti toglieva il 60% da quello che prendevi. Poi c’è una cosa: sembra che la Francia e la Germania diano stipendi più alti, sia stia meglio, il welfare sia migliore, ma allora come si spiega questa storia? C’è qualcosa di strano in questo. La Francia ha il doppio di dipendenti pubblici e le attenzioni verso la famiglia sono molto maggiori. Ho degli amici in Francia che anche nella gravidanza sono assistiti dallo Stato. La famiglia in Italia mi sembra che non sia in queste condizioni. Caro Presidente, c’è poco da essere felici, qui. Si festeggia il 150°, Italia unita ma di unità ne vedo poca nei fatti, molta nella propaganda, perché la differenza fra nord e sud si accentua sempre di più, anche nel modo di vedere la società, perché non è una novità che al sud c’è un’evasione fiscale doppia del resto del paese e se non pagano loro, qualcuno deve pagare al loro posto. Per esempio, anche il canone Rai lo metterei nella fiscalità generale, perché al sud non lo paga nessuno, quindi mettiamolo in altro modo, sì da incassare quei soldi. Recentemente siamo andati a Pontida e lì è passato un messaggio chiaro. Penso che è stato l’anno record, come numero di presenze. Pensavo che ci sarebbe stata una diserzione, per protesta anche verso il nostro partito, per dare un segnale, invece c’è stato un anno record di
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presenze, proprio per dare un segnale più forte e il messaggio è passato chiaro: o si cambia o si torna al voto. E’ stata proprio la folla che ha detto questo, non è stata incitata dal palco. E’ passato il messaggio che non ci interessa galleggiare, stare lì al Governo altri 18 mesi senza fare nulla. Se questo deve essere, si va al voto domani. E’ passato il messaggio che l’Italia ha bisogno di risolvere i suoi problemi e non di stare lì a scaldare le sedie. Siamo stanchi, noi della Lega, dei sistemi assistenziali, perché vedo anche oggi che il movimento delle autonomie chiede più attenzione verso il sud, verso la sua Sicilia, sapendo che la sua Sicilia è un disastro dal punto di vista amministrativo. I consiglieri regionali prendono degli indennizzi pazzeschi, dipendenti pubblici prendono il triplo rispetto alle altre Regioni e non puoi andare a toccarli perché c’è uno statuto speciale. Insomma, quando chiedi devi avere ma quando devi assumerti delle responsabilità c’è lo statuto speciale. Mi sembra che questo vada poco bene. Penso che il federalismo, al quale occorre tempo per andare a regime, avrà i suoi problemi, sicuramente, ma è l’unico modo per porre uno stop. Non avverrà che ci siano enti che spendono più di quanto hanno. Si è alzata una voce che diceva “secessione”, ma non è venuta dal palco, è venuta dalla gente in modo ripetuto, ma io intendo che si sia voluto intendere secessione non dal sud ma secessione da questo modo di fare politica, un modo in cui non ci riconosciamo, e vedo che anche al Governo viene sottolineata questa cosa dai nostri parlamentari, attualmente. E’ un modo che deve cambiare, primo per l’Italia, secondo se vogliamo rimanere lì a governare, poi i cittadini trarranno le loro conseguenze. Quindi noi come Lega siamo con tutti quei partiti che sono disposti a fare queste riforme, di qualsiasi natura, di qualsiasi provenienza. Presidente, penso che bisogna parlare chiaro ai cittadini, altrimenti perdiamo la loro stima. Più che dire “siamo tutti felici”, diciamo “ce la passiamo male, abbiamo bisogno di questo 3,5%, guardiamoci in faccia”. Almeno rispetteranno la nostra sincerità. E’ inutile stare
qui a raccontarci le cose, a dire “sii felice, intanto io ti metto la tassa”. La esorto a fare azione multipartisan per sollecitare il Governo a ridurre le sue spese, perché è ora di farsi sentire, altrimenti ci piangiamo sempre addosso e direi basta di fare le guerre, in questa azione multipartisan. Direi di ridurre i parlamentari e i consiglieri regionali, non che se sono 600 anziché 900 cambia qualcosa, non cambia, perché in percentuale ognuno ha sempre la sua idea, la sua convinzione: invece di averne tre di quell’idea ne avrai due e mezzo. Riduciamoli. Revisione del patto di stabilità, cosa che dovrebbe aiutare gli enti virtuosi come questa Provincia, che comunque ha dei soldi fermi. Definizione dei costi standard da parte delle amministrazioni pubbliche. Questa è una cosa che deve essere applicata per attuare il federalismo. Approvazione del codice delle autonomie, come diceva anche l’assessore. Finalmente stabiliamo chi deve fare che cosa, altrimenti non riusciamo a uscire da questa cosa. Riforma fiscale. Va attuato questo federalismo fiscale, perché se lasciato a metà è più dannoso che utile. Siamo disposti a stare con tutti quei partiti che porteranno avanti queste nostre convinzioni. Nonostante capisca, Presidente, le motivazioni che l’hanno indotta a fare questa scelta, perché stando in quei banchi delle scelte bisogna comunque farle, voterò contro, perché prima voglio vedere un maggiore impegno per ridurre i costi della Provincia. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Tarsi. MATTIA TARSI: Questa mattina, quando sono arrivato in Consiglio provinciale mi sarei aspettato tanto materiale pubblicitario, perché l’Amministrazione della Giunta Ricci quando fa delle iniziative importanti lo dice ai quattro venti: sulla stampa, la mattina non riusciamo neanche a metterci seduti per il materiale pubblicitario che dice “ho fatto questo, facciamo quest’altro”. Invece non l’ho trovato. E allora mi chiedo: come mai quando c’è da fare delle promozioni di carattere elettorale spendiamo,
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lo facciamo sapere a tutti sei mesi prima, quattro giorni prima e trenta giorni dopo e quando andiamo a mettere le mani nelle tasche delle famiglie, dei cittadini non diciamo nulla? Questo siamo venuti a saperlo guardando il sito Internet della Provincia, ove vediamo una delibera di Giunta con l’aumento del 3,5%, ad un tetto massimo applicabile, per la serie “non solo velo aumentiamo e non ve lo diciamo, ma ve lo aumentiamo e velo aumentiamo al massimo applicabile della legge”, il 16%. Io sono rimasto veramente choccato, primo perché ho visto anche le associazioni, Federcosumatori, tutti choccati come me perché nessuno era stato avvisato. Almeno parliamone prima in Consiglio, come diceva prima il collega Lunghi, se c’è necessità ne discutiamo, l’affrontiamo, la portiamo in Commissione. Invece no, oggi ci troviamo a votare — e noi fortemente contro, senza neanche vergognarci di dirlo ai quattro venti — e sono stato costretto a presentare — firmato da tutto il gruppo Pdl — un ordine del giorno di revoca. Non possiamo permettere che in questo momento di grande crisi economica territoriale, nazionale e internazionale, a colpi di maggioranza decidiamo di aumentare in maniera indiscriminata a tutte le fasce di reddito 3,5 punti percentuali. Minardi verrà a dirci, replicando, che è colpa del Governo. Ma noi siamo stanchi di questa commedia. Assessore Minardi, lei vuol essere ricordato come l’assessore che deve correre a riparare i buchi di bilancio che avete accumulato nel corso degli anni? Vuol essere ricordato come l’assessore che a colpi di maggioranza aumenta l’aliquota al massimo tetto applicabile? Poi ci viene anche a dire “anche molte altre Province”? Ma chi se ne frega. Io sono in questa provincia di Pesaro e Urbino e difendo il mio territorio, non mi interessa se il Veneto, la Lombardia o un’altra Regione aumentano, perché io difendo i cittadini del mio territorio. E allora cosa succede? Che con questa vostra delibera così silenziosa... Non ho visto nessun manifesto 100x70 o 6x3 in giro per il territorio e mi è dispiaciuto tanto, perché sono queste le cose importanti, sono queste le cose che vanno a incidere sulla vita della famiglia. Minardi va in tutta Italia e fuori a promuovere i nostri prodotti locali, lui va a promuovere
l’acquisto dei nostri prodotti locali e poi aumentiamo una tassa e colpiamo le fasce più deboli che non possono neanche comprarsele, quelle cose. Voglio capire: dove stiamo andando? Vogliamo veramente continuare con questo governo che tende soltanto a promuovere iniziative ed eventi e quando si tratta delle cose importanti, a colpi di maggioranza spazza qualsiasi sistema democratico come il confronto? Mi trovo veramente allibito, choccato. Dopo che avete fatto questo aumento ho guardato su Internet e ho visto che la sinistra nel corso degli anni, quando il Governo, sia nazionale che locale, aumentava anche un centesimo su una tassa, c’erano striscioni di 100 metri con scritto “vergogna”. Ho qui tutta la documentazione.? Qui andiamo ad aumentare 3,5 punti percentuali. Significa che si può andare da 14 a 50 euro in maniera indisciriminata, e lo facciamo in silenzio. Ho già detto cosa penso di questa vostra iniziativa. Non credo che tutta la maggioranza abbia il coraggio di fare una cosa del genere, perché poi devono andarlo a raccontare a tutte quelle famiglie che oggi non hanno i soldi neanche per comperare il pane e voglio veramente vedere cosa riuscirete a raccontare loro. Grazie. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Giannotti. ROBERTO GIANNOTTI: Sono sbalordito, perché oggi mi aspettavo di arrivare in Consiglio e sentire la proposta della Giunta di riduzione della tassazione rispetto alla RC auto, considerato lo stato penoso della viabilità provinciale e i danni ricorrenti che i cittadini sono costretti a subire per il transito sulle strade. Poteva essere una bella idea la diminuzione dello 0,01% della RC auto. Purtroppo non è così, ma evidentemente la Giunta provinciale ha pensato di percorrere altre strade e ha pensato di percorrere una scorciatoia, perché questa è una scorciatoia di gravissime responsabilità sul piano amministrativo. Si può fare tutto e il contrario di tutto. Intanto annuncio che questo provvedimento non lo voto, mi dispiace, sarò in disaccordo ma questo atto non lo voto, mi rifiuto di votarlo e vorrei che fossimo tutti
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d’accordo, perché non è nemmeno votabile con un voto contrario. Anzi, con un voto contrario lo votiamo, però non si può far passare una posizione come questa. Siccome si vota prima il nostro ordine del giorno, se la maggioranza dovesse respingere la nostra richiesta che do atto a Tarsi e Baldelli di avere presentato, ci può essere anche una aperta dissociazione da una scelta impopolare, perché si tratta di questo. Questa è una scelta che parte da lontano, parte da una situazione scandalosa del bilancio, che non a caso abbiamo definito al momento della sua approvazione come bilancio fallimentare, che intanto ha fatto raggiungere alla provincia di Pesaro e Urbino un vero e proprio primato: la nostra è la più indebitata delle province marchigiane. Questo è il primo dato che dobbiamo considerare. La provincia di Pesaro e Urbino si ritrova con una situazione ancora ben più grave, se si considera un piano delle alienazioni che è aria fritta, nel senso che è realizzabile solo sulla carta ed una situazione di esposizione sul piano dei mutui e dei finanziamenti allegri, i derivati, che mette a repentaglio per tantissimo tempo la situazione finanziaria della Provincia. Certo, si potrà dire “la colpa non è nostra”, comunque la colpa è della classe politica che ininterrottamente ha gestito questo ente negli anni trascorsi, della quale i partiti che oggi sono in maggioranza portano le più grandi responsabilità. Perché il massimo? Probabilmente si è fatto un ragionamento: dato che applichiamo questa opportunità che ci è data, è inutile farlo al 50%, applichiamo il massimo, però evidentemente è un aumento indecente. Quindi è già sbagliato l’aumento ma è indecente l’applicazione dell’aumento massimo, cioè del 3,5%. Credo che anche qui il senso di responsabilità avrebbe richiesto un atteggiamento diverso da parte dell’Amministrazione provinciale. Vi rendete conto, amici amministratori provinciali, di quello che state facendo? VI rendete conto che questa è la provincia con un livello di tassazione individuate elevatissimo non solo sul territorio regionale ma nel panorama dei territori italiani? Debbo rilevare che questa Provincia già incassa 7.926.000 euro per la compartecipazione al gettito Irpef, questa Provincia incassa 6.787.000 euro come impo-
sta di trascrizione degli autoveicoli. Questa Provincia incassava 13 milioni di euro per l’imposta sull’assicurazione contro la responsabilità civile. Questa Provincia incassa 1.788 euro per il tributo provinciale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Questa Provincia incassa 589.000 euro per il tributo speciale deposito in discarica dei rifiuti solidi. Questa Provincia ha incassato — incasserà molto di più — 195.495 euro per i canoni pubblicitari. Sapete quanto fa questo intervento di prelievo fiscale? 36 milioni di euro incassati tutti gli anni. L’assessore ci dirà l’incidenza di questo sul bilancio, ma sapete cosa vuol dire? Vuol dire che ogni cittadino di questa provincia paga 100 euro di tasse, questo è il dato drammatico. (Interruzione). Ma lascia stare il dato nazionale. Sono 36 milioni di euro, diviso 306.000 abitanti, dato Istat, il conto è 100 euro, più il resto. Se tu mi trovi un’altra provincia delle Marche dove si paga così, Savelli, ti offro da bere, domani. Quindi cerca di essere meno ideologico e più concreto, altrimenti anche tu, per continuare a difendere questa situazione, rischi di perdere quella poca credibilità che hai nel porre, qualche volta, qualche interrogativo intelligente. La cosa che va detta è che si può usare l’alibi, certo, il più facile: il Governo taglia, noi siamo costretti a mettere le tasse. Non paga più questa cosa, nel senso che è vero che c’è un intervento complessivo, basta guardare la manovra che sarà approvata la prossima settimana... (Interruzione). Io non sono un grande estimatore del ministro Tremonti, però mi sembra che il pacchetto degli interventi che sono in corso di adozione, rispetto alla riduzione dell’elemento-spreco, sia un dato oggettivo. Non capisco perché da una parte si accusa il Governo di tagliare agli enti locali, dall’altra non si riconosce al Governo il fatto di avere cominciato un percorso virtuoso rispetto alla gravissima situazione del paese, dall’altra parte noi facciamo l’opposto, cioè aumentiamo la tassazione e non eliminiamo gli sprechi. Questo è, in sostanza, il messaggio che viene fuori da questo intervento: si aumenta la tassazione per non intervenire su altre fonti di spesa. Credo che quello che state facendo sia un atto grave, un atto di grande irresponsabilità che mi auguro
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che nel corso del dibattito possa avviare quella riflessione necessaria a impedirvi di votare favorevolmente questo provvedimento. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Magnanelli. GIUSEPPE MAGNANELLI: Bilancio di rigore e sobrietà, diceva l’assessore. Questo bilancio, questa indicazione dal 2009, quando questa Amministrazione ha iniziato la sua attività mi pare che abbia improntato, anche con l’ultimo bilancio che abbiamo approntato le cose in questa direzione, sia nei confronti dei dipendenti, sia nei confronti degli interventi e dei tagli agli sprechi o comunque di riduzione. Però è inutile sempre cominciare dal fondo. Quelli che hanno la mia età hanno imparato che bisognerebbe sempre cominciare dalla cima. Anche a scuola ci hanno insegnato questo, perché cominciare dal fondo non si produce nessun effetto, non si risolve nessun problema, si fa solo un po’ di demagogia. L’antica e attuale amicizia con il collega Giannotti mi permette di dirgli alcune cose. Lui era bravo a inserirsi anche quando veniva dalla storia comune nostra, tra le correnti di partito. Oggi mi pare che tenti di inserirsi anche al proprio gruppo per cercare di distinguersi. Però questo non paga molto, perché venire qui a lamentarsi che non ci sono risorse e poi, giustamente, far rilevare sulla stampa — e la Commissione presieduta dal presidente Tarsi fa un lavoro egregio, positivo — che non ci sono interventi... Ne prendo uno perché lo conosco meglio, venendo da quel territorio: l’Istituto d’arte, la famosa e illustre Scuola del libro, ahimé oggi chiamata liceo artistico. Frutto delle riforme, si dice. La Scuola del libro è conosciuta in tutto il mondo e questo liceo artistico non so se venga riconosciuto in tutto il mondo. C’erano degli interventi di manutenzione da fare ed è andato giustamente sulla stampa, ma il buon collega assessore Galuzzi ha detto chiaramente che i rubinetti sono vuoti, non viene più acqua. Quando un consigliere arriva, sembra sempre che si cominci da zero, invece dovrebbero sapere, conoscere un pochino che su questa scuola hanno cominciato quelli che sono arrivati ancor prima di me, a iniziare dal Presidente della
Provincia di allora Umberto Bernardini. Quindi su questa scuola si è intervenuti, si è fatto molto, ma giustamente loro lamentano e tutta la Commissione si lamenta nel senso di andare incontro alle esigenze che la dirigente scolastica ha manifestato. Però non ci si può da una parte lamentare che non ci sono risorse e dall’altra parte lamentare che il reperimento di risorse sia una tassa iniqua, una aliquota iniqua. Tutte le tasse e le aliquote sono inique, però volevo ricordare che occorrono risorse per intervenire. Ah... sei tornato, Giannotti? Ti devo ripetere? ROBERTO GIANNOTTI: Hai detto una bugia. GIUSEPPE MAGNANELLI: Ti conosco, lascia stare, le cose andavano così. Lunghi, non si può intervenire e non ascoltare gli altri. Mi dispiace, perché hai fatto un intervento che al 98% sottoscrivo, ma non si può andare a Pontida dicendo “o si cambia o si torna al voto”, quando a Roma si fa quello che si fa, compresi i tuoi che oggi non vogliono andare a votare. Dillo chiaramente, “noi vogliamo andare a votare, questi non vogliono andare a votare perché sanno sicuramente di perdere”. Questa è la verità e anche questa è demagogia, perché il federalismo come lo dici tu va bene, il federalismo fiscale com’è oggi significa più tasse e non lo dice Magnanelli, perché potrebbe essere limitato, lo dice la Corte dei conti, lo dice Il Sole 24 Ore, lo dicono tutti gli organismi ufficiali. Oggi questo federalismo significa più tasse, questa è la verità. Non possiamo non ricordare i 7,5 milioni in meno di risorse che questa Provincia ha avuto, non possiamo non ricordare che è aumentato il costo del denaro e che aumenterà anche il prossimo mese. Non possiamo non ricordare che il federalismo significa, per ora, più tasse. Questo federalismo di Tremonti-BossiCalderoli si trasforma in tassa per i cittadini, l’ha sostenuto la Corte dei conti. Siccome noi abbiamo garantito e salvato i servizi sociali, vogliamo continuare a garantire e salvare i servizi sociali per i più deboli. Non ci sono risorse per interventi d’urgenza... (Interruzione). Fammi parlare. Hai fatto demago-
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gia pura questa mattina, almeno abbi la pazienza di ascoltare. PRESIDENTE: Ognuno deve essere lasciato libero di esprimere la propria opinione, il proprio punto di vista. GIUSEPPE MAGNANELLI: La ringrazio, Presidente. Anzi, la pregherei di far cessare questo vociare. Se dobbiamo chiudere, Presidente, lo dica. Facciamo come ha proposto Berlusconi: parlano solo i capigruppo e noi possiamo anche andare via, perché loro votano per tutti noi. Basta! Quindi è inutile continuare a dire “questo lo eliminiamo”, quando il pasto per gli studenti costa 4-5 euro e per i parlamentari costa 3 euro. Questo deve essere fatto, se vogliamo essere credibili e aiutare, perché avere qualche risorsa in più significa tagliare di meno e così non faremo nessuna addizionale. Questa è la verità. Bisogna cominciare dall’alto. E’ come il discorso con le Province. Se si tolgono i soldi di cui ha parlato il collega Giannotti, allora chiudiamole, le Province. Perché non le chiudete e invece le avete aumentate? Le Province le avete aumentate. C’è stata una proposta di chiudere una Provincia come quella di Bergamo, 200.000. Quando hanno fatto i conti e Bossi ha visto che tagliavano quella di Bergamo, ha detto “questo non si tocca”. Anche qui è demagogia: si va in televisione a dire “chiudiamo le Province”. Anche lì una grossa falsità: si risparmiano 14 miliardi... Se non risparmiano 2, perché gli altri sono costi che comunque lo Stato, piaccia o non piaccia, deve pagare. E quei servizi che fa la Provincia sulle strade, sulle scuole per renderle più sicure, li vogliamo delegare a Roma? No. Vorrei farle io, perché so di cosa c’è bisogno in quella scuola. (Interruzione). Abbi pazienza... Con l’anzianità sei diventato anche insofferente. Abbi pace! Credete a me, lo conosco da 42 anni, è una persona simpaticissima, ma quando comincia a fare l’insolente è veramente... Volevo dire “peggio della suocera” ma avrei offeso le suocere che invece non voglio offendere, perché sono persone molto brave. Parlo per me. Qualche volta gli succede di essere insolente. Lo sarà anch’io, quindi chiedo scusa. Bilancio di sobrietà e rigore, così deve
rimanere e se c’è qualcos’altro che le Commissioni presiedute da Tarsi o da altri riescono a tagliare, per carità, si tagli gli sprechi, si mantenga come abbiamo fatto noi sul sociale quello che è stato e si faccia questo federalismo, così sono solo più tasse e si vada incontro alle nostre istanze. Non si può continuare a dire, come anch’io dico, che le nostre strade hanno bisogno di interventi. Lo so bene anch’io, ma l’assessorato non ha alcuna risorsa per intervenire. Sulle scuole, a quei genitori, a quei dirigenti che in questi anni, in questi mesi, in questi giorni fanno la protesta e che noi sosteniamo, è stato detto che per dare risposte concrete occorrono denari, altrimenti se risolviamo il problema dicendo “rideleghiamo tutto a Roma perché noi siamo da sostituire, perché non abbiamo risorse, perché ce le hanno tagliate”, penso che faremmo un danno senza rispondere. Se vogliamo rispondere occorre avere risorse e amministrarle bene. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Foronchi. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RENZO SAVELLI FRANCA FORONCHI: Voglio fare anch’io alcune considerazioni su questo aumento, che ovviamente ci trova in forte difficoltà, perché aumentare le tasse non piace a nessuno, soprattutto a chi amministra. Questo è frutto di una decisione e di una discussione all’interno del nostro gruppo seria, ma convinta che il bilancio, in questo caso della Provincia, sia un elemento fondamentale per poter andare a fare anche investimenti che vengono richiesi soprattutto per la manutenzione delle strade, delle scuole, per quello che necessita ai cittadini che vengono governati. Voglio fare alcune riflessioni, perché questo sarà, purtroppo — lo penso anche da amministratrice comunale — l’inizio di quello che ci aspetterà nel futuro molto vicino. Lo voglio dire cercando di stare sopra le polemiche di Governo questo o Governo l’altro. questo è il primo frutto di un federalismo unilaterale, tanto sbandierato ma che in questo mo-
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mento viene applicato in maniera unilaterale, cioè si possono fare imposizioni all’interno dei territori governati ma le tasse che vengono pagate da quei cittadini non rimangono sul territorio. E’ partito, ma purtroppo solamente in un senso. Dal canto suo è partito anche il fatto che i trasferimenti non sono più quelli di un po’ di tempo fa. E’ quindi chiaro che si sono create delle situazioni anche a livello sociale, a livello scolastico, a livello culturale di un certo tipo e queste situazioni, che noi abbiamo denunciato già due anni fa facendo i sindaci, non saremo più in grado di farci mantenere gli stessi livelli sociali. Questo si sta già verificando. Serbava che fosse gridare “al lupo, al lupo” e il lupo non arrivava, invece il lupo è arrivato e questo è solo il primo piccolo passo. Queste tasse vengono aumentate perché c’è un permesso a monte. Si può fare. Se non si voleva, si poteva evitare, come è stato fatto nel 2008, quando si è detto “l’addizionale comunale non si può più aumentare”. Chi l’aveva aumentata l’ha aumentata, chi non l’aveva aumentata non l’ha potuta aumentare. Ci sono Comuni che l’hanno portata subito allo 0,8%, ci sono Comuni — non dico il mio, altrimenti sembra che vogliamo fare i maestri, che siamo più bravi — che hanno fatto altre scelte e si sono trovati a non avere aumentato l’addizionale comunale fino adesso. Poi, molto probabilmente arriverà fra qualche mese, fra qualche anno — penso più fra qualche mese — la possibilità di aumentarla a chi la ha fino a 0,4, di 0,2 ogni anno, fino ad arrivare allo I,8. Quindi i Comuni che si troveranno in quelle condizioni lo faranno, non perché sono aumentati i costi della politica di quei poveri consiglieri che prendono 37 euro, nei Comuni 10 euro, 12 euro a Consiglio, cose che fanno ridere. Questo è quello che ci si permetterà di fare. E’ vero che gli amministratori devono mantenere la leva, devono far vedere che sono bravi amministratori, però è anche vero che certi servizi vanno garantiti, perché per poter permettere alle famiglie di lavorare bisogna avere gli asili nido, è tutta una catena per cui questa volta concordo appieno con quanto detto dal consigliere Lunghi, perché in realtà chi paga sono sempre gli stessi, purtroppo: pagano i lavoratori dipendenti, gli artigiani, i pensiona-
ti e questa è una cosa gravissima. E’ vero che 14 euro non sono la morte del mondo, è vero che è indiscriminato come diceva giustamente Tarsi, però è anche vero che le assicurazioni si pagano in base alla cilindrata delle auto e anche questo, un pochino dà un’equità, perché è difficile andare a stabilire tutto quanto. Ne abbiamo discusso, “facciamo per fasce, non lo facciamo”, non è stata una decisione presa a cuor leggero. Ogni decisione di aumento di tasse è una decisione per chi amministra, per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, difficile da prendere. Purtroppo sono qui a dire che questo sarà l’inizio. Diceva prima il consigliere Giannotti che il ministro Tremonti sta parlando nella nuova finanziaria anche di sprechi della politica. Ma lo faccia davvero, noi siamo qui a sostenerlo. Lo faccia veramente. Magari! Io non faccio politica da tanto ma sono quelle cose che ho sempre sentito dire e che non ho mai visto avverate. Ci auguriamo che questo avvenga, ci auguriamo che avvenga molto presto. Un’altra cosa di cui parlo è la tassa di soggiorno. Poi ci si scaglia contro i sindaci che la applicano. Ma si dice che si può fare o non si può fare. Non è che noi possiamo giocare e dire “scarico il barile, scarico la palla”. Sono veramente cose che vanno guardate attentamente. Noi siamo un paese che a fronte di questo aumento di tasse non cresce, è questo il grosso problema. Noi abbiamo una crescita dello 0,8%, la Germania è arrivata al 2,8, la Francia cresce. La Germania la conosco molto bene, è un paese che frequento. Io non sono contro l’assistenzialismo, sono contro l’assistenzialismo tout-court, per tutti e forse anche per quelli che non ne hanno bisogno. Sono però per qualcuno che metta tutti allo stesso livello, per le cure mediche ad esempi. Al di là delle beghe che ci sono, potersi curare, anche quello che non ha un reddito, di andare in un ospedale, sono cose di grande civiltà, che ci sono anche negli altri paesi europei, dove gli stipendi in effetti sono molto più adeguati al lavoro che uno fa, partendo dall’operaio fino ad arrivare agli altri dirigenti, ma lì c’è un senso di civiltà e anche un’evasione fiscale molto ridotta rispetto a quella che noi abbiamo. E’ tutto un insieme di cose che vanno esaminate, che vanno ben ponderate. Si diceva
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che il pasto di un parlamentare costa 3 euro. E’ una vergogna. Ma i nostri rappresentanti sono là: noi che messaggi mandiamo? La gente, le persone che votano, le persone che ogni giorno vanno a lavorare e devono far quadrare i bilanci —ci sono persone che vivono con 700 euro al mese, con la cassa integrazione, con una crisi che non è ancora finita — cosa pensano? Dopo si dice “c’è l’antipolitica”. Ma per forza. Io che faccio fatica, come diceva Tarsi, ad andare a comprare il pane e la frutta e so che al Parlamento mangiano con 3 euro? Se fossi un parlamentare non andrei a mangiare. Poi vogliamo diminuirci noi le indennità? Per dare un esempio! Possiamo farlo ma poco risolviamo. E’solo un messaggio! Lo vogliamo mandare come messaggio ai nostri cittadini? Lo possiamo fare. Tra l’altro, come tanti altri qui che hanno un altro incarico non prendo nulla, nel mese di aprile ho preso 9,29 euro dalla Provincia. E’ tutto lì segnato, chiaro, preciso, ben venga. Non ho nessun problema. Ma anche se prendessi qualcosa, lo devo fare come sindaco? Non c’è nessun problema. Purtroppo non risolvo niente e purtroppo chi si diminuisce sono sempre quelli che poco prendono, perché quelli che molto prendono poco si diminuiscono o fanno finta di farlo, poi li fan no rientrare da un’altra parte. Questi sono quelli che noi abbiamo eletto e che ci dovrebbero rappresentare. Facciamolo sentire in maniera molto forte. E’ vero che sono 14 euro, saranno 20 euro, è vero tutto. Se ci fosse lavoro, se serve per mantenere i servizi non è un prema. Il problema è che temo che noi saremo costretti a fare altri interventi e che dovremo in qualche modo sempre stare più attenti sulle strade, non riusciremo a fare quello che ogni amministratore vorrebbe fare. Guardo Cancellieri che fa il sindaco come me, Talè: perché, noi non vorremmo asfaltare tutte le strade, pulire tutti i fossi? Magari! Però, purtroppo, dobbiamo, anche lì, sempre fare i conti. Questo atto è una cosa che con fatica, con difficoltà riesco a sostenere, però sono convinta che se non facciamo questo mettiamo ancora più in difficoltà l’ente nell’amministrare, nell’andare avanti. E allora, come siamo abituati, facciamo le cose seriamente, però io dico che è necessario intervenire, perché questo
federalismo fiscale, così com’è, non è quello che ci serve. Anche noi siamo per un federalismo fiscale, per lasciare sul territorio le risorse, però non si può chiedere, avere e poi dire “se vuoi puoi aumentare quello, se vuoi puoi aumentare quell’altro”. Veramente questo è un decreto, il n. 23 del marzo 2011, che metterà in forte difficoltà chi amministra... (Interruzione). Non dobbiamo fare il gioco di chi è responsabile. Io dico, come diceva Lunghi, facciamoci sentire, diciamo veramente che ci siamo stancati e che non possono pagare sempre quelli che prendono 500 euro di pensione al mese, perché anche qui, come amministratori, dovremmo vergognarci ed indignarci. PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA BARTOLUCCI PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papolini. MASSIMO PAPOLINI: Condivido molte delle cose dette dalla collega Franca e non le ripeterò. Vorrei dire che sono un po’ stupito dello stupore con il quale l’opposizione accoglie questa delibera, anche perché, per come viene inquadrata, sembrerebbe una modalità di comportarsi una-tantum, una cosa incredibile che probabilmente non si ripeterà più e per la quale bisogna fare manifesti, striscioni, bandiere e annunciarla alla popolazione provinciale. In realtà, per quelle che sono le premesse del federalismo sarà il modus operandi da qui fin quando questo federalismo non verrà inquadrato in maniera definitiva e più razionale. Quindi assisteremo in ogni Comune, Provincia, Regione a maggioranze e minoranze, ognuna delle quali chiederà all’altra di fare dei manifesti, si stupirà, urlerà allo scandalo senza distinzioni di colore e di partiti politici. Credo che da questo punto di vista sia estremamente importante quello che ha voluto dire Franca, quello che ha voluto dire Daniele Lunghi, che è fondamentale interrogarsi sulla opportunità di ogni singola delibera. Ovviamente noi ci siamo interrogati sul fatto che sia opportuno questo aumento e con sofferenza abbiamo deciso di avallarlo, così come bisognerà continuare ad essere estremamente atten-
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ti a valutare ogni singola spesa che all’interno dell’ente verrà deliberata e all’interno anche dei Comuni. Quindi attenzione anche a tutti i possibili sprechi, però mi sembra estremamente limitativo quando si dice “fermiamoci alla Provincia, non guardiamo al di sopra, altrimenti facciamo la solita demagogia”, come se ognuno di noi non appartenesse a una struttura verticistica, gerarchica nella quale ciascuno, nel suo piccolo, può dire la sua. Credo che in questo momento noi abbiamo una responsabilità particolare, oltre che nei confronti del nostro ente, anche nei confronti dei collegamenti regionali che abbiamo, così come i politici dell’opposizione hanno delle particolari responsabilità nel sollecitare al loro interno che si facciano delle azioni che vadano nella direzione di salvaguardarci dai veri sprechi. Ad esempio, in questi giorni si sono sentite alcune ipotesi di risparmio e di eliminazioni di sprechi. Abbiamo sentito parlare dell’election day obbligatorio. E’ una cosa fantastica. Un mese fa c’era la possibilità di farne uno, però assolutamente no. Sarebbero stati 400 milioni risparmiati. Ora, sempre gli stessi cambiano faccia, cambiano pelle e dicono che è obbligatorio fare l’election day, perché se era una cosa facoltativa loro non l’avrebbero fatta ma siccome se lo obbligano da soli, adesso diventa una cosa da fare. Così come il problema delle tasse è quello di ridurre il numero di aliquote. Adesso sono troppe, bisogna fare tre aliquote. Ovviamente, se si fanno tre aliquote ci sarà qualcuno che paga di più rispetto a quello che pagava adesso e qualcuno che paga di meno. E’ un provvedimento a somma zero, non ti permette di risparmiare o di incamerare maggiori entrate, però dà il segno di una nuova grande rinascita. Così come ricordiamo il discorso delle pensioni delle donne a 65 anni che oggi viene venduto come una possibilità di risparmio, dopodiché si dice che questa cosa riguarderà il 2025. Oppure gli sprechi di cui si parla: da quello che si capisce gli sprechi principali sono quelli dell’istruzione, quelli della ricerca, della sanità. Ovviamente ci sono sprechi all’interno di questi settori, il che non significa che il settore in sé e per sé sia uno spreco da limitare. Credo sia importante interrogarsi, anche
se il collega Tarsi diceva “me ne frego, difendo il mio territorio, quello che fanno gli altri non mi interessa”, però se la maggior parte delle Province si avvia verso questo tipo di provvedimento, i Comuni seguiranno, bisognerà far sì che si risolva questo problema strutturale e in qualche modo arginarlo. Si è accennato anche alla eliminazione delle Province. Il mio partito in particolare è uno di quelli che spinge proprio su questo provvedimento. Diceva Magnanelli che eliminare le Province significherebbe un risparmio di 1.700 milioni di euro, perché fondamentalmente sarebbe risparmiare sulla politica all’interno delle Province, non tanto sui costi del personale che andrebbero invece molto lentamente a diminuire, così come tutte le proprietà immobiliari. Ci sarebbe una lenta diminuzione. Però è chiaro che si tratta di una provocazione, fino a un certo punto, perché è stata messa in atto con delle proposte di legge ben precise che poi non sono state appoggiate, quindi si sono arenate, però sono anche delle provocazioni che ci vogliono mettere di fronte la situazione del nostro Stato che non è una situazione normale, ma una situazione che, su un piano inclinato, sta andando veramente verso la bancarotta, se non si provvede in maniera molto repentina. Noi come Provincia non dobbiamo interrogarci sulla nostra sparizione, però probabilmente, come dicevo tempo fa anche all’assessore al bilancio, è il caso di capire se tutte le funzioni che portiamo avanti, proprio per far sì che i conti tornino con maggiore facilità, con maggiore tranquillità e ogni esercizio non sia una rincorsa al pareggio, si valuti effettivamente se ci sono delle funzioni che vanno abbandonate, a beneficio, magari, di una maggiore attenzione su altre funzioni che portiamo avanti. Concludo, dicendo che tutto sommato questa diatriba che ci sarà da qui all’infinito tra debito inteso come investimento o debito toutcourt, debba essere messa da parte per un’analisi più concreta e più seria su quelle che dovranno essere nel tempo le nostre funzioni. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Mei.
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MARCELLO MEI: L’aumento della RC auto dal mio punto di vista è soltanto il primo dei frutti avvelenati del federalismo che è stato tanto decantato in questi mesi. Allo stesso modo la tassa di soggiorno sulla quale, alcuni Comuni, anche di questa zona, stavano ragionando. Dopo averne parlato in maniera encomiastica per tanti mesi, questo provvedimento viene in qualche modo all’attuazione concreta, e ci accorgiamo veramente di cosa si tratta, cosa comporta. Personalmente sono visceralmente contrario al federalismo, l’ho sempre detto, anche al di là della posizione più dialogante del mio partito, perché per me il federalismo deve unire e non disunire. Federalismo vuol dire unire qualcosa e non potare la divisione, al contrario di quello che sta succedendo adesso in Italia dove assolutamente non c’era bisogno di federare niente, sono delle balle propagandistiche. Un conto è federare una nazione com’erano gli Stati Uniti d’America con vari stati e 50 milioni di abitanti un conto è dividere attraverso il federalismo. Il mio partito, l’Udc ha più volte detto in Parlamento e nel paese che questo federalismo avrebbe portato soltanto un aumento della tassazione locale e probabilmente, con qualche difficoltà, dei benefici per i cittadini. Debbo dire pubblicamente che mi compiaccio con Daniele Lunghi, consigliere provinciale della Lega Nord per la sua onestà intellettuale, perché in questo dibattito ha riconosciuto le pecche del federalismo normato in questa maniera e ha dato anche una sua indicazione e alcuni consigli che condivido. Oggi la Provincia intende finanziare opere che riguardano scuole, strade. Credo che chi fa politica, chi in qualche modo deve prendere delle decisioni, deve far prevalere l’interesse dei cittadini rispetto alle polemiche politiche. Possiamo dirci quello che vogliamo ma al momento del voto credo che dobbiamo essere conseguenti rispetto all’interesse dei cittadini. Certo, in questo momento ritengo doveroso rivolgere anch’io, a nome dell’Udc, una esortazione alla Giunta provinciale e l’esortazione è quella di fare la sua parte, di continuare nei risparmi, nei tagli agli sprechi e se possibile aumentare ancora la lotta agli sprechi e continuare in quest’opera di moralizzazione che il
Presidente Ricci ha più volte detto di avere intrapreso. Credo che con onestà da parte dei componenti le forze che si riconoscono nel Governo nazionale, sarebbe corretto quanto meno astenersi, per essere in linea con le scelte mitiche del Parlamento, che mette gli enti locali in condizione, quasi li obbliga a operare in questa maniera. Credo che un voto a favore di questo provvedimento da parte della minoranza non sarebbe nemmeno logico ma quanto meno un’astensione, visto che questo tipo di scelta è dettata dalle normative nazionali che hanno voluto i partiti di governo, credo che sarebbe una cosa corretta. La politica è confronto, non è scontro Tarsi, non bisogna per forza dire no perché queste sono amministrazioni di sinistra. Credo che non dobbiamo ragionare con la testa di chi ci guida o pensa di guidarci a Roma ma dobbiamo ragionare con la nostra testa. Non ci saranno mai né Casini, né Berlusconi, né Bersani, né chi altro sia che mi verrà a dire “tu devi fare questo”. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Tagliolini. DANIELE TAGLIOLINI: Mi ricollego all’ordine del giorno presentato da Baldelli su un mutuo che in Commissione bilancio non ho mai visto, un mutuo quarantennale. Poi, sull’ipotesi del taglio del 30% ai consiglieri, in alcuni casi il 30% di zero... (Interruzione). Infatti faccio una proposta: pago il gettone io per venire. Questa è la modalità che hanno attuato, e mi ricollego a quello che diceva Giannotti, di tagli parificati a tutti i livelli. Si parla di 30% agli amministratori, in questo caso ai consiglieri. Quando si parla di indennità dei parlamentari, dei privilegi che hanno faccio riferimento alla mia piccola esperienza: ci sono amministratori locali che lo fanno per passione, ci sono assessori che nell’arco di un mese non arrivano a 50 euro, ci sono consiglieri che nell’arco di un anno non arrivano a 100 euro. Se quelli sono i costi della politica, mi viene da sorridere. Due-tre giorni fa, leggendo un giornale economico nazionale ho visto invece quanto pesa nelle casse dello Stato il privilegio che
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hanno i parlamentari, quasi un miliardo di euro all’anno per i prossimi due anni e sono già garantiti tutti i privilegi a coloro che hanno fatto i parlamentari, che stanno facendo i parlamentari. Ci sono diverse modalità di applicazione dei tagli. I tagli vanno applicati dove è possibile applicarli. Applicare dei tagli su un’indennità che è già zero è solo dire qualcosa: il 30% di zero è zero. (Interruzione). Baldelli ha citato il taglio delle indennità e dei gettoni del 30%... (Interruzione). Ero in aula, l’ho ascoltata bene, mi sono peso degli appunti. Lei ha detto di un mutuo quarantennale che in Commissione bilancio non ho mai visto, poi spiegherà lei dove ha visto questo mutuo. (Interruzione). PRESIDENTE: Quando un consigliere esprime il suo intervento, deve essere lasciato libero di esprimerlo. Se poi ci sono delle questioni personali si chiede di intervenire per fatto personale. DANIELE TAGLIOLINI: Ho partecipato a quasi tutte le sedute della Commissione bilancio e anche Tarsi ha detto che questa cosa non è stata portata a conoscenza con le tempistiche giuste. Può essere anche un richiamo per lavorare meglio nelle prossimale Commissioni, con anticipo, ma la possibilità è stata data circa un mese fa. Come tempistica, anche il Governo doveva forse prevedere qualcosa in anticipo, dato che i bilanci di previsione a giugno 2011 per gli enti locali, le proposte vengono fatte a distanza di un mese, molti Comuni sono dovuti riandare in Consiglio comunale per aumentare l’Irpef e altre tasse comunali, molte Province l’hanno fatto, quasi 10 milioni di cittadini. Mi ricollego a quello che ho detto l’altra volta in maniera molto chiara e semplice, ma non faccio una polemica perché il Governo è di centrodestra: se si fossero fatte delle scelte mirate, e parlo di condono fiscale fissato al 5% rispetto alle aliquote, con un rientro di tot miliardi per le casse dell’Amministrazione, se già avessimo fissato quell’aliquota al 10% avremmo introitato il doppio delle risorse. Parliamo sempre di equità, di andare a incidere il meno possibile sulle tasche delle fasce sociali più deboli: quelle erano fasce non deboli, erano fasce sociali che avevano soldi che erano all’estero, capitali
che rientravano in Italia e con una semplice manovra sull’aliquota si sarebbe evitato totalmente il taglio egli enti locali, sarebbero rientrati 4,5 miliardi in più. La stessa cosa è stata fatta per Alitalia dove lo Stato è intervenuto economicamente per andare a sanare i buchi vendendo la quota migliore. E’ stata fatta nella gestione brillante della protezione civile in deroga a tutte le normative nazionali: abbiamo speso 450 milioni di euro a La Maddalena per un G8 che non c’è mai stato, dove abbiamo fatto hotel a 5 stelle che non verranno utilizzati nemmeno dalle persone del luogo, costati la bellezza di 100 milioni di euro, con una società che doveva gestire mettendo anche a repentaglio l’occupazione di alcune persone del luogo che avevano previsto in quella possibilità lavorativa il loro futuro. Quindi quando si fanno scelte a livello centrale, regionale, provinciale, devono essere fatte, non si può solo dire “andiamo a toccare tutte le fasce sociali in maniera indiscriminata”, aumentando la RC auto di alcuni punti percentuali. Se il Governo, quindi la maggioranza, avesse applicato un’aliquota maggiore al condono fiscale, non saremmo stati qui perché sicuramente le casse degli enti locali sarebbero state meno tartassate e le risposte verso i cittadini sarebbero state garantite già dai processi che erano stati attuati anche in passato sulla manovra legata ai costi della politica, ai minori trasferimenti verso i Comuni. Quindi la visione deve essere un po’ più ampia e dire “a me interessano i cittadini di questo territorio” — in quest’aula siamo tutti a rappresentare i cittadini della provincia di Pesaro e Urbino, se uno aumenta la RC auto non lo f a cuor leggero per andare in contrasto verso i cittadini della nostra provincia ma per garantire i servizi ad un certo livello, di una certa qualità e questo percorso — l’ho detto anche all’interno della Commissione bilancio — dovrà essere accompagnato da tutte le forze mitiche, perché oggi ci vuole maggior senso di responsabilità, un accordo fra le parti per arrivare ad egli obiettivi importanti, dato che è stato criticato anche il piano di alienazioni della Provincia di Pesaro e Urbino. Ho detto la scorsa volta che tutti i bilanci degli enti locali, delle Province, delle Regioni stanno in piedi proprio per i piani di alienazione.
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Quindi il rischio del default — Tarsi l’altra volta citava il default finanziario degli enti — è generalizzato, un rischio che noi non possiamo permetterci per dare risposte reali ai nostri cittadini. Penso che questa sia la scelta migliore in questo momento, per avere una proiezione anche rispetto ai servizi che stiamo erogando, servizi già messi in difficoltà dai minori trasferimenti, che comunque dobbiamo garantire e gestire al meglio. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Vergari. GAETANO VERGARI: Credo, colleghi consiglieri, che quando un’amministrazione pubblica è chiamata ad assumere provvedimenti che tendono ad aumentare le proprie entrate attraverso il prelievo fiscale, non sia mai felice, non sia mai contenta, non esulti. Se vi ricordate, in un passato per noi attempati noto, in Italia circolava il pensiero ameno, secondo cui il Governo centrale emetteva le tasse e quindi si assumeva le responsabilità e le colpe, mentre agli enti locali, generalmente gestiti la sinistra il piacere di poter elargire servizi a gestione praticamente zero costi. Siamo stati noi, compagni e amici del Pd, con la legge 142, ad introdurre il concetto ed il principio della responsabilità degli amministratori locali verso le spese. Principio al quale abbiamo ancorato l’esigenza di una corretta e sana amministrazione, volta al contenimento di spese che nel passato venivano quasi sempre coperte a pie’ di lista e delle quali nessuno finiva per essere responsabile. Questo va detto, sottolineato e ribadito. I 1.910 miliardi di debito pubblico — non andiamo a fare lezioncine economiche — sono anche frutto dell’accumulo di spese sconsiderate avvenute nel corso di quegli anni e se paghiamo 85 miliardi di interessi su quei 1.910, li dobbiamo pagare per far fronte a chi ha prestato i soldi allo Stato italiano comprando i nostri titoli di stato, che chiedono una rendita su quel prestito che ci fanno. Il fallimento a cui faceva riferimento Daniele prima, non è tanto quello degli enti locali che mette ansia fino a un certo punto, quello che ci sconvolge il pensiero quotidiano, e dovrebbe essere uguale per tutti,
è il fallimento dello Stato. Qualcuno ha detto — il presidente della Camera — “siamo troppo grandi come economia perché ci consentano di fallire, ma siamo altrettanto grandi per poter essere salvati”. Quindi nessuno, come avviene per la Grecia, che rappresenta appena il 3% dell’economia della eurozona, verrebbe a prestarci i soldi, questa è la realtà. Io ero a cena con degli amici tedeschi venerdì sera, i quali con gli occhi sgranati, fuori dalle orbite, dicevano “noi non vogliamo pagare i debiti della Grecia, perché noi andiamo in pensione a 67 anni, quelli a 55”. (Interruzione). E’ evidente che, le banche tedesche, siccome sono i loro creditori principali, temono il fallimento e che non restituiscano nulla. Però l’idea di fondo è questa. Quando ho sentito la Foronchi dire “assicuriamo a tutti in maniera totale i servizi perché è un diritto fondamentale”, certo che lo Stato deve assicurare la possibilità per tutti di poter usufruire, specialmente in ambito sociale delle prestazioni ottimali, però, siccome io ribadisco il concetto che non si possano trattare tutti in maniera uguale, non è giusto che chi ha la possibilità non paghi nulla come chi ha invece necessità inderogabili di essere sostenuto dall’assistenza pubblica. Bisogna distinguere assolutamente, e qui entriamo nel campo della tassazione. Quante volte l’abbiamo ribadito che l’evasione fiscale è una delle piaghe più lancinanti e dolorose di questo paese? E’ tale perché non c’è credibilità da parte dello Stato nell’esigerle. Molti evadono le tasse — e io ne conosco alcuni: imprenditori, commercianti ecc. — perché — evadono nel senso che cercano in qualche misura di ridurre la loro prestazione — non credono alla correttezza delle spese pubbliche. Sostengono che i loro soldi verrebbero buttati in una macina senza fondo, triturati e buttati al vento. Questa è la motivazione etica che si danno nel cercare di svicolare. Io sono legato al concetto ideale a cui ha fatto riferimento Padoa Schioppa quando citava il concetto di bellezza nel pagare le tasse, perché dovrebbe essere bello ed etico pagare le tasse, in quanto si concorre tutti al bene pubblico sociale. Che cos’è lo Stato, in fon dei conti? E’ stata la creazione filosofico-teoretica che ha sollevato l’umanità dalla barbarie, perché ha rappresen-
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tato l’elemento di mediazione tra la vendetta privata, le forme di esasperazione individualista e invece la tutela collettiva sociale degli interessi della comunità, quindi dovremmo tutti tenere a che lo Stato stia in piedi e continui a svolgere le sue funzioni, ma perché questo avvenga deve avere la sua credibilità. Presidenti, se questo è, la credibilità deve, a cascata, essere anche in tutte le istituzioni locali. Noi chiediamo un sacrificio alla nostra comunità con l’aumento massimo della possibilità che questo federalismo fiscale, su cui, come diceva Mei, abbiamo tutti delle perplessità, però ha introdotto un elemento che comunque dobbiamo considerare positivo: la responsabilizzazione degli amministratori. Questo è un aspetto su cui ho sempre battuto, la responsabilità. Non si può pensare di essere chiamati a gestire la cosa pubblica o per mandato divino o perché investiti di chissà quale capacità. SI è chiamati, primo perché ci si rende disponibili a farsi chiamare, quindi una volontà personale, individuale a svolgere il servizio a vantaggio degli altri, in secondo luogo lo si fa, sostanzialmente, perché si crede in quello che si fa, quindi uno spirito “di missione” per certi aspetti. Lo si può fare non gravando sulla collettività. Non rimettendoci ma non gravando particolarmente sulla comunità. Quando si chiedono sacrifici, coloro che li chiedono debbono anche farli i sacrifici, dal livello centrale a quello locale, perché l’esempio trascina. Non vedrei male, a fronte di una necessità inderogabile, perché le esigenze di bilancio dell’ente sono tali che impongono quell’aumento al massimo della possibilità che viene dato dalla legge, perché, come è stato ricordato dall’assessore, esiste una condizione finanziaria — l’abbiamo affrontato anche in Commissione bilancio — tale da dover far sì che gli investimenti che sono stati compiuti in questi anni — molti sostengono discutibili, ma tali sono, non sono stati buttati, non sono spese correnti inutili, sono lì, materialmente presenti, realizzati — comportano la necessità di avere entrate sufficienti a garantire la restituzione di quei mutui che sono stati presi, quindi quel 3,5% serve tutto per intero. A fronte di una richiesta del genere, personalmente non riterrei
scandaloso un segnale che arrivasse da questo Consiglio, tale da vedere anche una riduzione delle proprie spese, delle proprie indennità intorno al 30% come il buon Mandelli ha proposto, che mi sembra una proposta consistente, ma anche un 10%, così come era stato a suo tempo proposto e realizzato dal Governo centrale che ha ridotto l’indennità di carica di tutti gli amministratori, manu militari, del 10%. Quando sostengo il principio che chi chiede sacrifici deve fare sacrifici per forza, sposo totalmente quanto Daniele Lunghi, che ha fatto un intervento ottimo, straordinario, ha detto prima. Ti saresti meritato un applauso, anche se in questo consesso non si usa farlo, perché hai centrato perfettamente la questione: i costi del funzionamento della nostra macchina rappresentativa sono ormai insostenibili, lo vado dicendo da ormai un anno e mezzo, da quando ci siamo insediati. I 945 parlamentari, con tutti i benefici che diceva Daniele, che diceva Franca, i privilegi, sono qualcosa di repellente. L’indignazione dovrebbe montare a tutti i livelli. Le pensioni d’oro che abbiamo letto nel libro Le sanguisughe, sono una cosa repellente, che dovrebbe indurre la rivolta da parte di tutti, perché, se come è stato ricordato, la gente tira a campare con 500 euro, il nostro benamato mio ex compagno socialista ex presidente del Consiglio Giuliano Amato che prende 35.000 euro al mese, ci campa alla grande. Il dirigente della Regione Sicilia prende 97.000 euro al mese. Cosa ci deve fare? Anche in questo senso accolgo pienamente lo spirito di responsabilità che introduce il federalismo fiscale. Tu Regione Siciliana, se vuoi erogare questo tipo di benefici, te li paghi direttamente, così la prossima volta la gente non ti rivolta per continuare ad assicurare certi privilegi in maniera così assurda e insopportabile. Concludo dicendo che il gruppo socialista approva la proposta della Giunta, si sente di avanzare una proposta di contemporaneo segnale di contenimento nella linea della sobrietà che questa Amministrazione ha inaugurato fin dall’inizio di una riduzione del 10% delle indennità di carica di tutti, Giunta e Consiglio. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papi.
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DOMENICO PAPI: Inevitabilmente riprenderò qualche concetto già espresso, perché molti interventi hanno sottolineato concetti molto condivisibili, soprattutto chi è costretto quotidianamente a confrontarsi con i problemi reali della nostra gente, del nostro territorio. E’ innegabile che amministrare di questi tempi è un esercizio molto complicato, molto difficile e anche fare l’assessore al bilancio credo che non sia cosa molto agevole. Noi la possiamo mettere come vogliamo, perché i punti di vista possono essere tanti, però io vedo una cosa: vedo l’applicazione di un progetto lucido e perverso nei nostri confronti, un progetto che parte da lontano, ed è quel progetto nel quale sono contenute dentro le linee che noi abbiamo in qualche modo denunciato da tempo, ma, come qualcuno diceva, pensavamo di dire “al lupo, al lupo” e il lupo non arrivava mai, ma oggi invece è arrivato. Contiamo concretamente sul fatto che uno di questi punti, che può essere il primo di una serie anche dolorosa, si affronti. Il concetto è che bisogna mettere in difficoltà gli enti locali, bisogna minare alle fondamenta la loro capacità di dare risposte positive ai bisogni e ai servizi dei cittadini, perché il tema è questo. Oggi siamo in una condizione di non dover più essere in grado di rispondere ai sacrosanti bisogni, esigenze e qualità dei servizi dei nostri cittadini. Contemporaneamente, se guardiamo bene, c’è l’attacco alla politica e l’alimentazione di un sentimento di antipolitica che esclude i livelli altissimi, la cosiddetta casta. Insieme alla politica ci mettere anche tutte le strutture burocratiche dello Stato, i Ministeri, i grandi dirigenti, le liquidazioni date a personaggi che stanno un anno e con un anno portano a casa cifra che io non solo non so comprendere ma nemmeno scrivere, tanto sono alte. In questo vedo anche un attacco alla democrazia. Non voglio usare un termine elevato, perché quando si riduce la partecipazione dei cittadini, si riducono i Consigli, si tolgono le indennità, seppure misere, che non ti consentono nemmeno di andare in un ristorante che ti applica un costo non scontato, tutto questo sistema che in qualche modo vedo riduce gli spazi della partecipazione e riduce gli spazi della democrazia.
Credetemi, quando ci siamo trovati di fronte a questa possibilità, che è diventata quasi un obbligo, quasi una via dalla quale non potevamo uscire, dentro la discussione del gruppo di maggioranza, a partire dal mio partito, abbiamo comunque sostenuto una decisione che va nel senso della responsabilizzazione e va nel senso di consentire alla nostra Amministrazione provinciale di continuare in un percorso da una parte virtuoso, di contenimento della spesa, di rigore, di razionalizzazione, di sobrietà, tutti temi che conosciamo, nello stesso tempo dando possibilità di ossigeno per poter far fronte agli obblighi che noi abbiamo nei confronti dei nostri cittadini. Questa decisione sofferta, se volete anche dolorosa, ma inevitabile, appartiene a tutte le Amministrazioni provinciali nazionali. In questi ultimi due giorni sono stato al nord per motivi familiari e ho visto che le locandine delle città sono piene di questo tema. E’ questo il tema, dappertutto. Poi ho comprato i giornali locali e ho ritrovato su quei giornali tutte le argomentazioni che noi oggi conosciamo, sia della maggioranza che dell’opposizione. Dentro questo, dentro l’attacco all’antipolitica, se non stiamo attenti , c’è l’attacco alla presenza delle Province: si ritornerà alla carica per dire che le Province sono inutili, costose, che ci sono soltanto per mettere tasse ai cittadini e questo è un tema che naturalmente fa presa sui nostri cittadini, anche se i 14 euro l’anno sulla macchina o la percentuale più bassa sulla moto, possono anche essere sopportati. Però anche qui, questo senso di ingiustizia di iniquità che sei costretto ad applicare, quasi uguale per tutti, io dico in maniera ingiusta, molto pesante su giovani, perché sono i giovani che pagano i costi più alti per l’assicurazione, come l’assessore ci ricordava. E allora questa demagogia, questo senso del dire una cosa e farne un’altra, questo dire che le Province vanno ridotte e contemporaneamente se ne creano delle nuove che abbiamo visto nella nostra regione e anche ai confini della nostra regione, anche questo ritengo che passi attraverso un senso dell’antipolitica, di minare alle fondamenta un sistema della partecipazione, della politica vissuta come passione. Sono d’accordo anche a togliermi questa misera indennità che mi date
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di 32 euro per stare qui dalla mattina alla sera. Non mi stroncano su questo, perché la passione vince sicuramente su questi pochi soldi che ci danno. Ma dobbiamo indignarci, sono d’accordo con chi ritiene che bisogna mandare segnali forti, segnali di reazione di fronte ad un sistema che da una parte ci bastona, ci costringe a mettere in discussione il nostro ruolo, la nostra capacità amministrativa, la nostra volontà di rispondere ai bisogni e alle esigenze dei nostri cittadini con quei privilegi che qualcuno ha citato e che non voglio riprendere. Anch’io devo apprezzare l’intervento di Daniele Lunghi. Dalla Lega mi separano tante cose, però attenzione, la Lega ha una capacità che per tanti versi noi abbiamo perso e che dobbiamo recuperare: è quella di avere un rapporto con la gente, con i cittadini. Non a caso Daniele Lunghi ha citato i risultati del referendum. E allora, quel progetto di cui parlavo all’inizio, di smantellamento, di mettere in difficoltà le strutture periferiche, i rappresentanti locali, oggi viene messo in discussione, c’è stato un crack, c’è stato un filo che si è spezzato in questa logica del Governo, dei grandi comunicatori, di quelli che dicono una cosa e ne fanno un’altra, perché la gente ha dato un segnale di reazione. Noi questo segnale lo dobbiamo cogliere, dobbiamo saperlo interpretare. Non lo dobbiamo cavalcare demagogicamente, però dobbiamo dare il segno di avere capito, di avere compreso e io credo che la decisione di questa Provincia va nella direzione del buon governo ma della responsabilità di avere ancora il coraggio di dire ai cittadini “vi chiedo ancora uno sforzo, un segno in più che vi chiedo, ma vi garantisco che questo sforzo servirà per mantenere alto il livello dei servizi in questa provincia, per mantenere la qualità della vita” che da noi è un segno che viene riconosciuto, e non sono innamorato dei sondaggi, non partecipo nemmeno ai sondaggi. Dico anche un’altra cosa: che il tempo della sbornia della comunicazione a tutti i costi, delle cose che bisogna dire a tutti i costi e non farle, credo che quel tempo sta passando. C’è bisogno di serietà, c’è bisogno di umiltà, c’è bisogno di essere al servizio, di dare la sensazione concreta, vera, di essere al servizio dei nostri cittadini e dei nostri territori. Questo è
quello che penso, questo è quello che sente e questo è quello che pensa e sente, almeno, la nostra Amministrazione, a partire dal nostro Presidente con la Giunta, alla quale dico, però, a partire anche dal Presidente, compreso l’assessore ai lavori pubblici, che in questo sistema del rigore — perché abbiamo chiuso un bilancio con difficoltà, prevedendo anche le possibili alienazioni e con questo arriviamo con una iniezione di fiducia, una iniezione vitale — se dobbiamo tirare fuori delle cose positive da questa manovra, credo che principalmente le dobbiamo riversare sui diritti fondamentali dei nostri cittadini. La politica occorre che ritorni a concepire i bisogni fondamentali, i servizi fondamentali. Bisogna ripartire da lì. Sono completamente d’accordo, se c’è da dare qualche buon esempio, ma noi qualche buon esempio lo dobbiamo chiedere prima di tutti ad altri, lo dobbiamo chiedere ad altri, perché dei buoni esempi noi già ne abbiamo dati tanti, in continuazione e il grande esempio che diamo è che siamo qui a rappresentare i cittadini dei nostri territori per due soldi, ma non sono quelli che ci fanno impegnare, che ci fanno partecipare e che ci fanno vivere e spendere una parte della nostra vita, io dico la migliore, al servizio dei nostri concittadini e di questa provincia. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Rossi. GIANCARLO ROSSI: Bravo, presidente Papi. A un certo momento mi è venuto un ragionevole dubbio: forse non si ascolta, forse no ha mai ascoltato quelli che l’hanno preceduto. L’altro giorno sulla stampa, forse per mera polemica, per ripicca, perché era ubriaco, il presidente Spacca ha detto al nostro Presidente Ricci “ma cosa vai dicendo? Ti sei giocato sette Comuni importanti della tua provincia e non hai detto niente, non ti sei lamentato e non hai chiesto il perché?”. Papi, perché? Se tu fossi stato sindaco di Pennabilli, di San Leo negli stessi momenti in cui erano altri i sindaci e hanno deciso e concordato con la propria gente, la stessa gente di cui adesso si parla... Non parlate più di popolo, porca miseria. Perché non parlate più di popolo, che l’avete sempre
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portato in giro per il mondo. Adesso riparlate di gente perché la Lega parla di gente. Giancarlo Rossi, nel mitico Msi andava in giro e parlava di cittadini, di persone, non parlava di un concetto di popolo estremamente largo e incomprensibile per la gente spicciola che sapeva parlare solo il dialetto. Hai detto bene Papi, però io sono obbligato a sottolinearlo dal mio punto di vista politico-filosofico. Tu hai ragione dal tuo punto di vista ma ho difficoltà a pensare che tu, mentre dico queste parole, non puoi essere d’accordo con me, perché siamo due persone in assoluta buona fede e questo lo sottoscrivo due milioni di volte. Però bisogna metterla sul piatto sempre e comunque la buona fede, non solo quando fa comodo, è questo il problema. E allora, quando si parla di sprechi, di situazioni, quando qualcuno fa il discorso della provincia felice quando il concetto di felicità è notoriamente, squisitamente, assolutamente non solo personalizzato ma intimo, perché io posso essere felice per avere fatto un bellissimo smash, come ho fatto l’altra mattina giocando a tennis e posso essere felice perché sento te Papi, in buona fede, dire cose sulle quali non sono d’accordo ma sono contento che tu le possa dire. Questa è la felicità. E quando ho fatto gli auguri per Natale al Presidente, gli ho detto “felicità”, ma la felicità che penso io, che ha nulla a che fare con il pretestuoso, pubblicitario, demagogico, in assoluta malafede concetto di felicità per il quale avete avuto un sacco di soldi dalla Regione, 30.000 euro, quando la Regione al Carnevale di Fano ne ha dati sì e no 10.000. Al Carnevale la gente è felice e contenta, si diverte un bel po’. E’ una tradizione fanese secolare “ “dà gusto un bel po’”. Ha avuto questi soldi. Qualcuno diceva “ma perché quei soldi sono stati usati per altre cose?”. Savelli, cosa dice la tua storia, cosa dicono i tuoi bilanci? Perché i soldi della felicità non sono stati usati per tappare le buche della strada provinciale del comune di Fermignano? Perché non sono stati utilizzati per altre cose? Sì Galuzzi, hai ragione, sto dicendo una cosa che è antigiuridica, sono assolutamente d’accordo con te. La prima volta da consigliere comunale al Comune dio Fano in cui c’era il bilancio ho polemizzato dicendo “perché volete spendere due miliardi di lire per fare il parcheggio al Foro
Boario quando c’è una ditta che lo fa gratis?”. Voleva solo il diritto di prendere i soldi del parcheggio e faceva anche un’automobilina elettrica per portare la gente in piazza. “No Rossi, non puoi fare questi discorsi”. Poi il ragioniere capo, buon conoscente, mi fa “Rossi, prima di fare queste cose, vieni da me, che ti spiego tecnicamente come funziona, perché dici delle corbellerie”. Ho preso atto e da quella volta non ho fatto più questi discorsi, ho fatto discorsi politici generali. Perché per me il bilancio, le cifre, molto peggio dell’arabo, assolutamente incomprensibili. E non è che mi dispiaccia, a conti fatti, mi piace la testa che ho. Non mi ripeto, perché la polemica è facile su questo. Il buon Lunghi è giovane, lui non c’era negli anni ’70 quando Giancarlo Rossi faceva politica. Vi siete congratulati, lo stesso sindaco di Gradara si è congratulato con te. Tu sei stato un amministratore concreto in un Comune, peraltro la tua parte politica, la tua Giunta è stata riconfermata, per cui, evidentemente, la tua gente ha detto “avete operato bene”, con tutte le problematiche possibili e immaginabili. Ma anche il sindaco Foronchi ha evidentemente operato bene, anche se era con componenti, alleati politici diversi da quelli che ci sono adesso e la gente non ha capito più di tanto, però ha apprezzato che il sindaco Foronchi, anche se prima aveva altri alleati aveva lavorato bene e confida che possa lavorare ancor meglio con altri alleati. Poi vedremo fra qualche anno. Mi auguro che tu possa continuare a governare in quel Comune da qui all’eternità. Giancarlo Rossi è in quest’aula dal 1999, con Ucchielli. Temo che sotto questo aspetto possa essere considerato il veterano con tante “v”. Dodici anni e mezzo circa. Fin dall’inizio ho cominciato con il dire “per me le Province in assoluto, in particolare quella di Pesaro, se vengono cancellate non credo che la gente pianga per le strade per mesi interi”, così come è accaduto a quei sette Comuni. A quei sette Comuni la provincia di Pesaro e Urbino è stata sempre sul collo, altrimenti sarebbero rimasti. Se ne sono andati per una serie infinita di ragioni ed altri Comuni pensano di andarsene, probabilmente per un’altra serie infinita di ragioni e mi chiedo perché nessun altro comune della vicina Toscana, del vicino Abruzzo, della
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vicina Umbria, della vicina Romagna non vengono da noi. Perché Cattolica non è venuta da noi, se Gabicce è a un chilometro e mezzo? Ci sarà un ragione. O non ci siamo mai resi conto? Prima il buon Vergari, con sangue di Presidente di questa Provincia nel passato, non casuale, ci conosciamo da una vita, cosa diceva? “Bisogna essere responsabili, l’amministratore deve essere soprattutto responsabile”, a prescindere se in saccoccia gli danno 30.000 euro come l’ex compagno Amati o non so quanti miliardi ad Andreotti, perché con tutto quello che ha fatto dal 1947 ad oggi credo che dovrebbe prendere più dei grandi calciatori che prendono un milione di euro al mese come minimo. Questa responsabilità, però, non deve essere un concetto assoluto al quale nessuno può dire di no. Non sono d’accordo sulla responsabilità. E’ difficile che si trovi qualcuno, dal più analfabeta, dal più negato, dal più sciagurato al Premio Nobel, che di fronte al concetto di responsabilità con la “R” maiuscola possa dire “non sono d’accordo che un amministratore possa essere responsabile”. Come fa a dirlo? Nemmeno se è ubriaco. A meno che sia lui stesso un amministratore ma in malafede, e allora è comprensibile. Voglio aggiungere a tutto questo che certi discorsi in assoluto non fanno una grinza. Nel relativo non sono comprensibili, non sono condivisibili. Allora mi domando e chiedo. Su alcune cose che erano accadute sui giornali poco tempo fa, l’ex Presidente di questa Provincia che per dieci anni io ho chiamato “Principe” perché è il minimo come potessi definirlo per il ruolo, soprattutto per il peso specifico politico, per le spalle ampie che aveva non solo nella provincia ma un po’ dappertutto — poi ha perso qualche centimetro di spalle, fermo restando che mi dispiace per lui, poverino — diceva “come, al mio delfino Ricci ho lasciato una Ferrari”. O era la Ferrari dell’ultimo campionato del mondo che quando arrivava ottava andava bene tantissimo, oppure ha preso una Ferrari con scritto “Ferrari”, ma poi si è scoperto che era quella fatta dai cinesi con il pasticcione, con i pezzetti di latta riciclata. E allora ci poteva stare. La cosa che mi è dispiaciuta, è che nel
momento stesso in cui è stato deciso questo con una delibera di Giunta, correttamente perché il diritto amministrativo e la burocrazia sono quelli — pretendere che questi siano sul giornale il giorno prima e dicano “domani ci riuniremo e decideremo di aumentare del 3,5% la RC auto mi sembrava una cosa esagerata — la prima cosa che questo Presidente con la voce del proprio assessore al bilancio non ha detto “abbiamo deciso di aumentare” per tutte le cose che hanno raccontato loro. Ho molte riserve sulla fondatezza di quello che hanno detto, ma potevano dire “siamo passati dal 12,5 al 16% che è il massimo, “però signori belli, cari cittadini provinciali, con questo 16% che vi prendiamo nel momento stesso in cui voi sottoscrivete una polizza RC auto che è obbligatoria dal motorino in su, faremo esclusivamente la sistemazione della viabilità, delle strade, tutto quello che può essere collegato alla circolazione”, non per fare una rotonda ogni due anni, tanto che sembra che hai fatto l’iradiddio. Questo poteva avere un senso, poteva spiazzare noi dell’opposizione, invece no, avete continuato a dire che ci farete un sacco di altre cose che non sappiamo neanche cosa saranno, perché tu in un attimo di buona fede hai citato te stesso dicendo “Minardi ha comprato la casa, paga il mutuo, ha fatto un investimento”. Anch’io ho comprato la casa, ho pagato il mutuo, ho fatto un investimento. Il buon “Principe” Ucchielli non ha comprato una casa, ha comprato una roba incredibile, l’ex carcere di Pesaro... GIORGIO BALDANTONI: Ci abbiamo guadagnato... GIANCARLO ROSSI: Sì, guadagnato le palline. A fronte di quel prezzo e a fronte dei buchi che vi siete trovati voi... Avete detto “non abbiamo più 7 milioni di qua, 5 milioni di là”, e qui, grazie a Dio, la parte politica da sempre rappresentata da Giancarlo Rossi in questa Provincia non potrà essere accusata di avere fatto i mutui per la Provincia su delle cose che adesso dovrete svendere e chissà se troverete i compratori. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli.
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RENZO SAVELLI: Cari colleghi consiglieri, a me pare che questa mattina abbiamo ascoltato diversi interventi estremamente interessanti che hanno cercato di andare oltre la contingenza del provvedimento di cui stiamo parlando, per comprendere un po’ meglio dove va il nostro paese, dove vanno gli enti locali, dove vanno le Province, i Comuni e naturalmente i cittadini che Province e Comuni organizzano. Ebbene, riflettendo su questo a me pare che alcuni di questi interventi — quello del collega Lunghi — hanno messo in evidenza una profonda delusione. Noi avevamo già detto che questo federalismo, così com’era partito, avrebbe significato tagliare i trasferimenti ai Comuni e nello stesso tempo dare loro la possibilità di aumentare le tasse. Io dicevo “il federalismo non sarà quella bella cosa che voi giustamente auspicate” ma sarà questo, perché tagli, tagli, tagli e se i Comuni o le Province vogliono sopravvivere, devono necessariamente aumentare le tasse, tutti. Non siamo più di fronte ad una possibilità di scelta, siamo di fronte ad un obbligo, una pistola puntata che ti diceva “signori, se fate così arrivate a chiudere il bilancio, ce la farete a rispondere ai bisogni dei cittadini, altrimenti no”. Questa è la verità vera ed è per questo che capisco non solo il tuo disagio, ma in questo modo, cos’avranno fatto quando avranno ridotto il numero dei consiglieri comunali nel tuo Comune, nel mio Comune, che risparmio ci sarà? Niente. Però hai ridotto il numero dei cittadini che si dedicano alla cosa pubblica, hai ridotto la formazione dei gruppi dirigenti, hai fatto un danno presente e futuro alle collettività locali. E bisogna dire anche grazie? Allora il problema non è se questo Governo è di centro-destra, centro-sinistra, se pesa più la Lega o l’altro, il problema vero è che con queste scelte non si fa l’interesse futuro delle collettività che si devono autogestire, questa è la verità e ce lo dobbiamo dire con onestà intellettuale. Non per fare propaganda ma per riconoscere come sono i fatti. Ad esempio, quando si parla della Provincia di Pesaro e Urbino è vero o non è vero che i tagli governativi rispetto all’anno scorso sono stati di 3.550.000 euro? Se fosse una balla avreste ragione, non ci sarebbe stato bisogno di fare questo intervento, ma è vero o non è vero?
E’ vero. E’ vero o non è vero che ci sono stati 4 milioni in meno derivanti dalla situazione economica? E’ vero o non è vero? E’ vero. (Interruzione). Abbiamo detto altre volte, e lo ripetiamo, che abbiamo fatto un’operazione, che sarà in parte ripetuta, che è quella di utilizzare una parte dall’avanzo di amministrazione per chiudere anticipatamente una serie di debiti bancari che ci permettono di avere una liquidità a livello di gestione. Al di là della critica che si può fare a certi investimenti fatti — io sono fra questi — è anche vero che nessuno poteva prevedere che arrivasse una crisi così dura e così duratura e i provvedimenti governativi sono pannicelli caldi sulla crisi economica nazionale, diciamoci la verità, e nello stesso tempo non potevamo prevedere questi ulteriori tagli annuali che si verificano. Vanno dette queste cose, altrimenti ci dimentichiamo la storia non solo della provincia di Pesaro e Urbino ma d’Italia, perché noi non siamo la Repubblica di San Marino come qualcuno è convinto che sia, noi siamo una parte dello Stato italiano, una delle 110 o 112 Province italiane. Quando andavo a scuola io erano 91, adesso ogni tanto aumentano. L’anno scorso, se ricordate, quando fu annunciata la famosa manovra da 15.000 miliardi, il sottoscritto fece delle proposte perché la stessa non fosse punitiva nei confronti degli enti locali o dei dipendenti pubblici e feci delle proposte, approvate dalla maggioranza, per un’idea di finanziaria alternativa. Il vostro gruppo se ne andò via. Mi auguro che quest’anno — perché io la riproporrò — resti qui. Non vi dimenticate che quello che sente e che leggo sulla stampa — la nuova manovra fiscale da 4345 miliardi — comporterà tagli ai Comuni per altri 3 miliardi. I Comuni, già tartassati, avranno altri tagli. Si parla di attenuare, forse, il patto di stabilità ma non si parla di ridurre le indennità dei parlamentari. Sui privilegi non c’è voce e su questo torneremo alla carica con nostri ordini del giorno, perché la voce deve essere forte e chiara, noi non ne possiamo più, tutti, al di là dei messaggi giunti con le amministrative e con il referendum, che sono verissimi, però la capacità d’intendere l’abbiamo tutti. Pensate che in Italia ci sono 170.000 Paperoni che hanno oltre un milione di reddito,
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ufficiale, poi i soldi che hanno all’estero li hanno lasciati all’estero. Ci saranno i modi per intervenire nei confronti di costoro, oltre che dei pensionati cui tu facevi riferimento. Quindi è indispensabile e mi auguro che al momento opportuno ci sia da parte di tutti la volontà di far sentire forte e chiara la nostra voce dal basso che dica ai padroni del vapore, maggioranza, e a coloro che fanno l’opposizione o fanno finta di fare l’opposizione, “basta con questo andazzo cambiate musica, cambiate indirizzo, cambiate comportamento”. Per quel che riguarda il provvedimento specifico, vanno fatte al cune precisazioni che mi pare non siano bene emerse. E’ chiaro che io non sono contento anzi sono indignato che siamo costretti a rimettere le mani nelle tasche dei cittadini. (Interruzione). Sì, è una frase berlusconiana, ma lui lo dice e le mette veramente, anzi lo fa fare a noi, non lo fa direttamente. Mi sento offeso per essere costretto a questa operazione, ma so anche che questo sacrificio, per fortuna, sarà differenziato. Una delle preoccupazioni della maggioranza era proprio se questi famosi 14 euro fossero uguali per tutti. Invece non è così. Il consigliere Savelli, se non vi dispiace, non è nato ieri e allora mi sono fatto dare il D.Lgs. 68 del 9 maggio dove c’è tutta la parte che qualcuno diceva, che era ora che fosse fatta, a prescindere che si chiami federalismo, cioè i costi standard e i livelli standard e questi, a prescindere dal federalismo, poteva farli anche il centro-sinistra, è fuor di dubbio, perché le cose vanno dette come sono. Il centro-sinistra tante cose poteva fare e non ha fatto, a cominciare dalla tassa sui Suv: quando fu fatta la finanziaria 2007 era partita come proposta di Governo la tassa sui Suv, è poi diventata la tassa sulle macchine che avevano una certa anzianità, il che ha colpito molti dei pensionati o di povera gente che non poteva cambiare la macchina. Me le ricordo queste cose. (Interruzione). Ascolta anche tu collega Tarsi, perché le cose che sto dicendo ti servono. Io ho una memoria lontana, non solo vicina. Studio la storia, quindi ce l’ho ancora lontana lontana. Il 16% non è 14 euro per ognuno, perché giustamente voi, nel vostro ordine del giorno... (Interruzione). Certo, chi ha la
Lamborghini o chi ha il Suv paga di più, è quello che è giusto. A me non importa assolutamente niente che chi ha i soldi paghi. Chi ha i soldi, paghi! Ci sono anche le Lamborghini, ci sono anche le Ferrari, ci sono i Suv, informati, perché io ho l’elenco, qua. Se non ti sei informato, cavoli tuoi, io mi sono informato. E allora, taci! PRESIDENTE: Collega Tarsi, ognuno può avere la sua idea. RENZO SAVELLI: Taci e ascolta! Io ti ho ascoltato e tu no. Taci e ascolta! L’aumento dal 12,5 al 16% è in percentuale a ciò che tu paghi. La tassa è differenziata secondo il tipo di automobile, il che significa che chi paga molto pagherà molto... (Interruzione). Fate finta di non capire la lingua italiana? Cavoli vostri. Il che significa, in parole povere, che i ricchi pagheranno di più, i poveri pagheranno... (Interruzioni). A questi signori che non ascoltano e che non sanno nemmeno... PRESIDENTE: Andiamo avanti... Vada avanti. RENZO SAVELLI: Io posso parlare? Giannotti, te ne vuoi stare zitto, per cortesia? Ma chi sei? Presidente, è una provocazione continua. PRESIDENTE: E’ vero, andiamo avanti. RENZO SAVELLI: Li devo mandare a quel paese? No, io sono persona educata, però mi sono rotto le scatole della maleducazione. Io ho sottomano un documento, lo potete chiedere anche voi, premio RC auto come funziona. Il calcolo del premio è basato su dati oggettivi e su dati soggettivi, quindi il calcolo avviene non sui dati soggettivi, che sono l’età della persona, la provincia in cui vive e via discorrendo, ma solo sui dati oggettivi e il primo dato oggettivo è la potenza del veicolo, il che significa, in parole povere, che gli altri elementi soggettivi non c’entrano niente, c’entra solo questo. Di conseguenza, è vero che l’aliquota... (Interruzione).
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PRESIDENTE: Rossi, Rossi... Devo allontanarla dall’aula. Non è possibile... Ognuno ha le sue idee. Ci mancherebbe che, siccome io non sono d’accordo con la sua idea, la interrompi continuamente. Il battibecco può succedere, non siamo in classe, però non è giusto interrompere in maniera continuativa. Ognuno ha la sua idea e la vuole esprimere. E’ giusto che sia messo nella condizione di esprimerla. Le recupero un minuto, però vada avanti. RENZO SAVELLI: Anche perché non sono 14 euro a testa. C’è chi pagherà pochissimi euro, e sono contento, perché sono la fascia più numerosa. Non ho lo strumento per poter dire “esonero q)versta fascia”, perché mi sono informato anche di questo. Le Province non hanno lo strumento per dire “esoneriamo tutti quelli che sono in una certa fascia”. Non lo possiamo fare, anche se si tratta di pochi euro, però queste persone non le possiamo esonerare, mentre i medio alti, se pagano non me ne importa niente, perché hanno più risorse. Da questo punto di vista c’è questa gradualità, quindi chiedo che l’assessore al bilancio di verificare, dopo che avremo approvato, la graduazione così come è avvenuta. ANTONIO BALDELLI: Non prima, dopo. RENZO SAVELLI: Lo posso fare adesso? Allora, Dio bono... Perché verificare la gradazione? C’è una ragione. Ragazzi, non pensate di essere i saputelli, c’è chi ne sa più di voi. La prima cosa è verificare questa gradazione cosa comporta nelle varie fasce automobilistiche... (interruzione). Ma chi bestemmia? Non dire stupidaggini.
tari nella regione Marche che sono di varie idee, possiamo invitarli a produrre a livello nazionale una modifica dell’art. 17 del decreto, che ci permetta di esonerare completamente certe fasce più deboli. Sappiamo che pagheranno in modo leggero, però se è possibile fare questo va bene. Altra cosa che chiedo è la disponibilità, sempre per le fasce più deboli, che hanno un piccolo aumento... (Interruzione). Presidente, sono stato interrotto continuamente, mi si permetta di concludere. PRESIDENTE: Sono tre minuti. Capogruppo Savelli, lei è stato interrotto, però le abbiamo dato tre minuti. Se tolgo la parola ai 15 minuti a Rossi, anche a lei debbo toglierla a 15. E’ stato interrotto, gliene ho dati 3, adesso devo togliergliela. RENZO SAVELLI: Mi dia un minuto. PRESIDENTE: Non posso. RENZO SAVELLI: Ma sono stato interrotto continuamente! Chiedo un’altra cosa, alla Giunta: che vengano accelerati tutti i procedimenti necessari a recuperare finanze. Mi riferisco al problema dei tetti con il fotovoltaico, che permetteranno risparmi nella gestione corrente, mi riferisco ai bandi che ancora non sono usciti e che devono uscire — secondo me siamo in ritardo — per quel che riguarda i pozzi e i passi carrabili, perché queste sono questioni estremamente importanti che attengono alla gestione del bilancio corrente. Per quel che mi riguarda non ho difficoltà a concordare un taglio anche delle nostre indennità, e lo sapete.
MATTIA TARSI: Non accetto le bestemmie in aula.
PRESIDENTE: Sono conclusi tutti gli interventi. Ha la parola il Presidente Ricci per l’intervento conclusivo.
RENZO SAVELLI: Non bestemmio! Ma basta. Se ho detto “per Dio” non è una bestemmia, vuol dire “in nome di Dio”. Impara l’italiano. Vai fuori se non vuoi stare a sentire. Questa è la prima cosa che mi interessa venga verificata, perché nella misura in cui ci sarà una verifica che ci permette di capire meglio... Se necessario, abbiamo dei parlamen-
MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Ritengo che il dibattito che si è sviluppato in questo Consiglio provinciale abbia ampiamente analizzato la questione e anche le difficoltà che ci sono state nel prendere una decisione che avremmo sicuramente fatto a meno di prendere. Abbiamo fatto di tutto per non prenderla questa decisione, perché anche se incide-
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rà poco nel bilancio di una famiglia, anche quel poco, in un momento come questo in cui sta crescendo tutto e in piena crisi economica, è un poco del quale avremmo voluto volentieri fare a meno. Però vi invito a leggere non solo i quotidiani locali ma a guardare anche i giornali nazionali. Non è che questa discussione è avvenuta qui e non altrove, non è che le entrate che prima Giannotti ha provato a illustrare sono le entrate solo della Provincia di Pesaro e Urbino, quelle sono le voci di entrata di tutte le Province italiane, perché lo Stato è organizzato così: alcune entrate, in base a ciò che definisce la Costituzione, vanno agli enti locali. Il punto qual è? Che l’impostazione che è stata data negli ultimi anni, produrrà sempre di più questi effetti. Quando l’anno scorso abbiamo detto che quella finanziaria avrebbe aumentato le buche nelle strade, sembrava che facessimo propaganda e oggi ci sono più buche nelle strade ovunque: nelle strade provinciali e nelle strade dei comuni. Tutti i giorni io sono in giro per la Provincia, non mi fate dire i nomi dei Comuni. Ieri ho dovuto difendere il Comune di Fano, era una manifestazione sportiva, di ciclisti che si lamentavano delle buche che ci sono nel comune di Fano e ho detto loro “le buche ci sono dappertutto”. “Ma come a Fano non dalle altre parti”. Non lo so, ma le buche ci sono dappertutto. Quando dicevamo che con quella finanziaria si sarebbero avuti meno soldi per le scuole: sabato abbiamo fatto un incontro con il mondo della scuola, insegnanti, genitori ecc., preoccupati degli effetti della “riforma Gelmini”, uno dei temi che è venuto fuori è quello della manutenzione scolastica, tant’è che tutte le scuole gestite dalla Provincia, gestite dai Comuni, hanno meno risorse per la manutenzione e noi, come è stato detto prima dall’assessore Minardi, per provare a trovare qualche soldo da qualche parte ci siamo inventati questo tema dell’energia per provare a vedere se riusciamo a trovare nei prossimi mesi qualche risorsa in più per la manutenzione delle scuole. I nodi vengono al pettine, la propaganda adesso vale zero. Quando noi denunciavamo gli elementi negativi di una politica economica e sociale che per quello che ci riguarda buttava sui territori la necessità di salvare il bilancio
dello Stato, questo è quello che sta accadendo. Dall’ultima manovra finanziaria, più di un terzo è pesato sugli enti locali. Tant’è che mai come oggi gli enti locali, a iniziare dai Comuni, stanno peggio. Mai come oggi. Qualche giorno fa parlavamo con Cancellieri delle difficoltà del suo Comune, di provare a darci una mano per vedere se ci sono degli strumenti per superarle. Siamo tutti nella stessa baracca. Io sono un federalista convinto. Non ho capito perché Lunghi oggi vota contro. La conseguenza del suo voto doveva essere almeno un’astensione, ha ragione Mei, perché ha fatto un ragionamento condivisibile per alcune parti, ma non si capisce poi perché debba votare contro. Abbiamo detto “se il federalismo è fatto così, produrrà soltanto un aumento di tasse”, l’avevamo detto. Perché se tu agli enti locali togli l’aria per respirare, nel momento in cui dai loro la possibilità di respirare, respirano. Anche qui, l’aumento della RC auto non l’abbiamo potuto prevedere — si sono dette delle cose allucinanti, sui giornali, da parte di chi proprio non sa come stanno le cose — quando abbiamo discusso il bilancio, non potevamo neanche prenderla in considerazione come ipotesi. L’aumento di RC auto è un decreto del Governo fatto alla fine di maggio, al quale si è aggiunta una circolare che dice “se volete renderlo efficace nel 2011 dovete farlo entro il 30 giugno”, tant’è che non c’è stata solo furbizia, Tarsi, nel comunicarlo, il tempo è stato breve anche per questo, tant’è che tutte le Province hanno dovuto decidere se farlo o non farlo nel giro di dieci giorni, non abbiamo avuto mesi di discussione per dirlo “lo facciamo, non lo facciamo”. Ci hanno fatto il decreto, ci hanno fatto la circolare dicendo “se volete renderlo applicabile, entro il 30 giugno”. Che cosa dovevamo fare? Io ho fatto di tutto — ho abbandonato le riunioni — per non farla, la cosa. Ma purtroppo siamo costretti a farla e così stanno facendo tutte le Province d’Italia. Io ne conosco tanti, a iniziare da Castiglione, presidente dell’Upi. Tutti ragionavano come me, appena uscita la norma: “se possiamo non lo facciamo”. In questi giorni ci risentiamo e ci diciamo “siamo costretti a farlo tutti”. Non solo, ma nel momento in cui lo dobbiamo fare, prima lo facciamo e meglio è.
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Anche perché — e anche qui invito a leggere i giornali — avete capito che manovra si sta preparando o no? Vedo che c’è un bel dibattito in seno alla maggioranza su come debba essere questa manovra, addirittura si parla di calo delle tasse: è questo il calo delle tasse? Se quella manovra verrà così impostata per gli accordi che si sono fatti rispetto al debito, poi dirò una cosa a proposito del debito, ci sarà un’altra manovra che ritaglierà soldi agli enti locali. Per questo lo stanno facendo tutti. Se lo fanno tutti, dipende dai debiti della Provincia che poi non sono debiti della Provincia? Verona non l’avrebbe fatto, tutte le Province del Veneto non l’avrebbero fatto, se fosse dipeso dalle condizioni del bilancio, l’avremmo fatto solo noi. Se noi fossimo stati la maglia nera italiana rispetto alla gestione del bilancio, questa roba l’avremmo fatta solo noi. Tra adesso e la fine dell’anno la faranno tutti, ve l’assicuro. Perché è evidente che è un modo per recuperare un taglio strutturale agli enti locali, che così non si reggono. Tra l’altro, no diciamo che con questi soldi riusciamo a fare qualcosa in più, con questi soldi proviamo a chiudere le buche nella strade che non riusciamo a chiudere, e non riusciremo neanche a chiuderle tutte. E’ la sopravvivenza. Rispetto al debito, mi fate anche gioco, perché mi dite che sto recuperando una situazione... Quindi mi fa anche gioco, per cui più lo dite e per me meglio è. Ma abbiamo detto più volte che si tratta di investimenti fatti in passato, quando le entrate delle Province erano molto diverse da quelle che ci sono oggi. E’ chiaro che oggi ci pesano di più, però noi non possiamo accettare la lezione sul debito quando in questo paese il debito pubblico dal 2008 al 2010 è passato dal 106 al 119. Per favore, un po’ di ritegno. (interruzione). Dal 2008 al 2010 non mi pare che ha governato Prodi. E’ la relazione della Banca d’Italia: 2001, 108; 2002, 105; 2003, 104; 2004, 103; 2005, 105; 2006, 106; 2007, 103; 2008, 106; 2009, 116; 29010, 119. Altro ragionamento che voglio fare. A Savelli non avete permesso di dire quello che voleva dire, l’avete sempre interrotto. Quello che voglio dire è che l’aumento percentualmente non tiene conto della differenza di reddito, cosa
sulla quale abbiamo discusso se si poteva fare. Abbiamo discusso anche sul fatto se si poteva fare una distinzione fra i mezzi che inquinano di più e inquinano di meno:; non si poteva fare. Quello che dice Savelli è che già la RC auto ha un suo elemento di gradualità, perché una macchina piccola paga di meno di una macchina grande e ipoteticamente le macchine grandi che costano di più se le possono permettere coloro che guadagnano di più. Poi ci può essere anche uno che non ha una lira e che si indebita per comprare la macchina, però in genere è così. Però attenzione, non possiamo neanche accettare che si paghino molto le assicurazioni per la RC auto: se si paga troppo in Italia sulle assicurazioni, è perché questo è un settore nel quale le liberalizzazioni non sono state fatte abbastanza. Non aumentano perché c’è la tassa in più. Certo, questo è un aumento ma il problema delle assicurazioni, tutti i meccanismi bonus e malus dipendono dal fatto che purtroppo mantengono oggi, in Italia, le assicurazioni troppo alte e sono la parte più forte del costo delle assicurazioni, non è la nostra percentuale. Infine attenzione sulla demagogia fatta sui costi della politica. In ogni Consiglio noi potremmo dire “non riusciamo a fare una cosa che vorremmo fare e che per noi è fondamentale: o siamo costretti a far pagare di più delle cose e allora bisogna ridurre le indennità di chi fa la politica”. Attenzione, alla fine non c’è più la politica. Io non accetto un dibattito sui costi della politica impostato in questa maniera perché questa è solo demagogia. Io accetto un dibattito sui costi della politica serio, e mi auguro che da questo unto di vista Tremonti riesca a farlo, che dica: in nessuna parte del mondo chi fa politica a tempo pieno la fa gratuitamente, perché non è possibile farla bene. Definiamo qual è lo standard al quale ci poniamo. E’ quello europeo? Allora i parlamentari nazionali guadagnano di più della media europea, bisogna portarli alla media europea. I consiglieri regionali in Italia guadagnano molto di più dei consiglieri regionali in giro per l’Europa, facciamo la media. Guardiamo quanto gli amministratori locali, sindaci, presidenti di Provincia, assessori e consiglieri guadagnano e facciamo la media. Io sono disponibile a farlo, ma non un dibattito di questo tipo, altri-
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menti ad ogni Consiglio provinciale c’è qualcuno che si alza e dice “se non riesci a fare quella cosa, bisogna diminuire le indennità”. E’ un dibattito pericolosissimo. Quindi, se vogliamo affrontare, in futuro, un dibattito serio sui costi della politica, noi non ci sottraiamo, ci mancherebbe altro, ma fatto in questa maniera è demagogia pura e io potrei aggiungere i consiglieri regionali, i sindaci, le pensioni, i vitalizi, ma non è questo il modo giusto di affrontare le questioni. Infine, siccome io considero i consiglieri del Pdl persone intelligenti e anche responsabili, mi potete dire tutto, se le scelte che faccio sono giuste o sono sbagliate, se ragiono bene o ragiono male, però voi sapete, perché intellettualmente siete onesti, che non potete dire che questa Amministrazione non ha fatto della sobrietà, dal primo giorno, il suo tratto distintivo. Il nostro bilancio, l’abbiamo approvato mesi fa, era basato su due elementi fondamentali: sobrietà e tagli. Quello è l’unico punto del bilancio su cui siamo tranquilli. La politica del personale che stiamo facendo, ci permette già di risparmiare quest’anno quasi un milione di euro e non pensiate che sia facile qui dentro, perché le tensioni fra il personale aumentano, non è che diminuiscano. Però abbiamo detto di farlo e l’abbiamo fatto. Sobrietà a tutti i livelli: abbiamo diminuito il numero dei dirigenti e potevamo sostituirli ma non li abbiamo sostituiti. Da quel punto di vista, se Tremonti metterà il fatto che basta una cilindrata per le auto blu, noi abbiamo già dato, senza bisogno che Tremonti ce lo imponesse. Quindi, da quel punto di vista le cose stanno andando. Secondo punto, recupero dell’evasione fiscale. Abbiamo iniziato, ce la facciamo ad arrivare rispetto alle cifre di bilancio? Speriamo. E’ chiaro che lì un elemento d’incertezza c’è, ma soprattutto l’elemento d’incertezza più grosso è sulle alienazioni. Volete che non lo sappiamo, in un momento come questo? Abbiamo spalmato il piano delle alienazioni in tre ani, speriamo quest’anno di vendere la parte più appetibile nel mercato, è chiaro che stiamo facendo un lavoro di questo tipo ed è anche per questo che siamo obbligati, ovviamente, a tenere in equilibrio i conti. Tremonti tutti i giorni ci dice che dobbiamo tenere in equilibrio i conti,
ed è evidente che questa è un’operazione che cerca di tenere in equilibrio i conti in un momento di grande difficoltà. Impostata così penso che chiunque di voi, al nostro posto, avrebbe purtroppo fatto la stessa scelta, una scelta che avremmo voluto evitare di fare, ma per il contesto nel quale siamo, purtroppo non possiamo fare a meno di fare. PRESIDENTE: Ora abbiamo l’ordine del giorno presentato dal Pdl. E’ stata aggiunta una seconda parte al dispositivo, quindi dovremo votare l’ordine del giorno che chiede, di fatto, la sospensiva dell’atto. Poi, se passa l’ordine del giorno significa non votare l’atto, se non passa, dovremo votare la variazione. Se non vi sono dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno, do lettura della seconda parte del dispositivo: “impegna il Presidente dell’Amministrazione provinciale e la Giunta provinciale: 1) a revocare immediatamente la delibera di Giunta n. 159 del 2011 sull’aumento della RC auto, evitando di mettere in difficoltà tante famiglie del nostro territorio”, e questo era già incluso nel documento presentato. E’ stato aggiunto il seguente secondo punto: “2) nel caso in cui invece l’Amministrazione provinciale intenda mantenere la delibera di Giunta n. 159 del 2011, il relativo aumento venga ridotto della somma risultante dalla diminuzione delle indennità degli amministratori provinciali del 30%, da deliberarsi entro il 10 luglio prossimo”. Pongo in votazione questo ordine del giorno. Il Consiglio non approva con 19 voti contrari, 6 favorevoli (Lunghi, Rossi, Giannotti, Rognini, Tarsi e Baldelli) e 1 astenuto (Mei) Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla delibera. Ha la parola il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: Innanzitutto, riprendendo le ultime parole del Presidente Ricci devo dire che è stato il suo assessore, Presidente Ricci, ad affermare che bisognava dare il buon
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esempio a partire dal Parlamento. Io l’ho preso sulla parola e ho chiesto che questo buon esempio fosse dato anche dagli amministratori provinciali, perché è vero, ha ragione lei, non si può fare demagogia e allora la riduzione delle indennità deve valere solamente per alcuni e non per altri. E’ stato il suo assessore a iniziare questo ragionamento che ha un significato e un senso. Per quanto riguarda le cifre relative all’aumento, come al solito, molto abilmente si è tentato di contenere le cifre, parlando di un aumento di appena 14 euro. Appena 14 euro quest’anno, da agosto a dicembre, perché la media dell’aumento sarà esattamente, conti alla mano, di 39 euro a cittadino, su base annua. (Interruzione). Allora è scritto male nella relazione, perché si parla di 14 euro da agosto a dicembre. Nella delibera c’è scritto così, quindi è scritta male la delibera. Se è scritto, testuali parole “aumento di 14 euro da agosto a dicembre”, noi conoscendo mediamente l’italiano, sicuramente molto meno del consigliere Savelli, però lo conosciamo anche noi, intendiamo questo. Perché consigliere Savelli, lei prima ci ha voluto fare lezioni? D’altronde ce le fa ad ogni Consiglio. Perché non è possibile diminuire alle persone con un reddito più basso questo aumento? Perché questo aumento di 3.900.000 euro lo pagherà solamente quel 90%, o meglio al 90% lo pagheranno quei cittadini che hanno una Fiat Tipo, una Fiat Punto, una Panda. Perché, caro consigliere Savelli — ancora lei è rimasto nell’Unione Sovietica dove cerano i padroni — nella nostra provincia le persone che hanno una Lamborghini saranno forse una, le persone che hanno una Ferrari saranno forse dieci, trenta, quaranta, ma tante sono le persone che hanno una Panda, una Tipo, una Peugeot come la mia, consigliere Savelli, quindi è inutile che lei ci venga a indorare la pillola, perché lei, comunista doc, voterà per un provvedimento che va contro il proletariato, così come lo definisce lei. L’aumento sarà in capo a quel 90% di famiglie che possiedono un mezzo economico o una utilitaria e la sua coscienza di comunista doc dovrebbe ribellarsi, invece non lo fa. Il Presidente della Provincia ci ha detto
“invito voi dell’opposizione che siete persone di buon senso, a leggere i quotidiani nazionali”. Noi li leggiamo ma io invito lei a leggere la comunicazione che le ha rivolto il presidente dell’Upi, il quale le ha inviato una missiva — l’ha inviata a tutti i presidenti di Provincia, quindi l’avrà invitata sicuramente anche a lei — che dice: “Mi preme sottolineare come il repentino ricorso a tale strumento di finanziamento, sebbene appaia potenzialmente un’interessante opportunità — perché cos’avete fatto? Avete scelto la strada più facile e più breve, compromettendo il reddito dei cittadini — rischia di rivelarsi un passaggio rischioso per le Province, soprattutto in ordine alla indeterminatezza del quadro complessivo della finanza provinciale, così come definito dal D.Lgs. 68 del 2011” e vi spiega anche perché questo è un passaggio rischioso, cari consiglieri: perché prossimamente — il provvedimento è già stato discusso con l’Upi — vi sarà un decreto del Ministero dell’economia che aumenterà il gettito alle Province. Quindi vi dice “attenzione, signori, non aumentate indiscriminatamente la pressione fiscale ai vostri cittadini, perché presto vi arriverà un aumento del gettito a causa della soppressione della tariffa fissa dell’Ipt per gli atti soggetti ad Iva”. Quindi Presidente, lei ha scelto la strada più breve, quella più facile, che però è quella che mette in ginocchio, ancora una volta, i cittadini che sono, dal Governo nazionale come dite voi, ma anche dal vostro governo provinciale, spremuti come i limoni. Però a questo punto è necessario che faccia una precisazione. Se il Governo, come dite voi, vi taglia i fondi e voi li reintegrate con questi aumenti di tasse, non tornate con la vostra giaculatoria, con il vostro ormai messaggiospot fisso, che non potete fare lavori, che non potete sistemare le nostre strade provinciali perché i tagli del Governo nazionale, così come voi li definite, li avete reintegrati con questi aumenti. Quindi il pretesto, l’alibi della mancanza di fondi non può essere ogni volta portato in aula per giustificare l’inadeguatezza di questa Amministrazione provinciale nel risolvere le problematiche del nostro territorio. (Interruzione). Se la prenda con il presidente dell’Upi che dice questa cosa, consigliere Carloni, non se la prenda con me. Ho riportato semplice-
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mente la lettera che il presidente dell’Upi rivolge a tutti i presidenti, tant’è che conclude, evidentemente non aderendo al suo invito: “certo che comprenderai il senso di questa mia nota”. Evidentemente lei, consigliere Carloni, questo senso non lo ha compreso. SILVANA CARLONI: Carta canta, villan dorme. ANTONIO BALDELLI: Se al consigliere Carloni dà fastidio la lettura di un semplice documento... Concludo qui e ringrazio il Presidente per avermi concesso qualche minuto in più. Voi avete integrato tutti i tagli che finora si sono presentati da parte del Governo, se ce ne sono stati, con l’aumento della tassazione ai nostri cittadini della provincia, quindi non menate il can per l’aia, tanto per utilizzare un altro modo di dire, consigliere Carloni, non dite che on potete fare interventi, ad esempio sulle nostre strade provinciali perché mancano i fondi, poiché questi fondi li avete trovati con gli aumenti della tassazione ai nostri cittadini. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Vergari. GAETANO VERGARI: Molto brevemente, perché nel precedente intervento non ho sottolineato un aspetto fondamentale che mi preme molto e che desidererei che il Presidente della Provincia approfondisse e sviscerasse con attenzione. Come ho avuto modo di accennare in un incontro di maggioranza che abbiamo fatto, temo che questa operazione di finanziamento che si è costretti a compiere attraverso l’aumento della RC auto nuocerà notevolmente alle Province che sono oggetto in maniera complessiva di un attacco pervicace e a volte anche immotivato da parte di più parti, che va a intaccare l’esistenza stessa dell’istituzione. Addirittura, se vi è capitato di leggere sul Corriere della Sera di una settimana fa, Sergio Romano in un fondo definiva immorale l’esistenza delle Province. E’ bene invece ricordare che in tutta Europa l’ente intermedio Provincia esiste, anche se con metodologie di selezione del personale rappresentativo diverse. Per esem-
pio in Germania non vi è l’elezione diretta ma vi è la designazione da parte dei Comuni dei rappresentanti e all’interno degli stessi l’elezione di un presidente. Poi, soprattutto, la balla colossale che viene ammannita a ogni pie’ sospinto, del costo delle Province, di 14 miliardi, se vi è capitato di leggere l’ultimo Panorama, che è riferito alle spese complessive della gestione e anche del personale. Questo va assolutamente respinto, perché comunque non si tratterebbe, nell’eventualità della soppressione delle Province, di un risparmio concreto, oggettivo, perché quelle spese, sia di personale che di gestione, rimarrebbero. Quindi rimarrebbe aperta la questione del costo delle rappresentanze politiche, che, come abbiamo fatto il conto l’altro giorno con l’assessore Minardi, sono ben poca cosa, l’importo complessivo supererà il miliardo e mezzo di euro ma per la nostra provincia si attesta a 41.000 euro mensili, quindi 450.000 euro annuali. Comunque condivido il punto di vista del Presidente Ricci quando dice “a fronte della proposta fatta dal Pdl e in parte da me ripresa su un sacrificio complessivo che la politica deve compiere a fronte di una drammatica situazione finanziaria che coinvolge il paese, è indispensabile un disegno generale di rilettura delle spese che il paese sostiene per la politica”, a partire dal Parlamento per tutte le altre amministrazioni. Preannuncio un ordine del giorno in tal senso, che mi farà piacere sottoscrivere con Baldantoni, che riguarda anche le rappresentanze complessive, a partire dal Parlamento, perché ritengo e ribadisco che le 945 presenze in Parlamento, fra Camera e Senato, sono completamente fuori del tempo, anacronistiche peri l nostro paese. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Lunghi. DANIELE LUNGHI: Trovo che su questo argomento c’è una trasversalità assoluta. Se ne è parlato tante volte dietro le quinte e io posso tranquillamente sottoscrivere un ordine del giorno di questo tipo, anzi ne ho uno già pronto, che volevo concordare. Ovviamente, Presidente, non posso votare a favore della presa di posizione della mag-
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gioranza, perché l’opposizione fa il suo ruolo, la maggioranza il proprio. Le vostre scelte amministrative le fate voi, le seguite di giorno in giorno, quindi io poteri non condividere, pertanto è impossibile che voti a favore di dati amministrativi che sono frutto di un percorso che io non ho condiviso. Potrei anche scendere a qualche esempio, tipo il global service. Stessa cosa per tutti gli interventi che il buon assessore Galuzzi fa, che non so se siano più o meno competenza o aiuti ai Comuni amici, non lo so. Per queste motivazioni non posso votare a favore. Le manifestazioni che fate, alle quali a volte intervengono anche dipendenti della Provincia che nel loro orario di lavoro vanno a montare palchi o a fare cose di questo tipo. Per questi motivi non posso votare a favore. Il federalismo è una cosa in divenire, è ancora a livello embrionale. Io ho un’idea chiara di quello che intendo per federalismo, ma ripeto, le maggioranze sono fatte da più soggetti, quindi ci sono posizioni non di un solo partito ma anche dei suoi alleati e tutto va in una sorta di compromesso. Spero che se dovesse ripartire l’economia e se un domani dovessero entrare queste entrate di cui si parlava, che vengono previste con il federalismo, entrate nuove per le Province, questa imposta si possa anche diminuire, un domani. Comunque, voterò contro. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Sono stato interrotto molte volte, quindi esporrò sinteticamente il mio pensiero. Come ho detto non sono contento, anzi sono indignato e offeso di essere costretto, così come stanno facendo i miei colleghi in tante altre Province d’Italia, a votare provvedimenti come questo, perché senza questi le Province rischiano grosso. Non è un completo reintegro, perché secondo il calcolo fatto dagli uffici è un reintegro di un milione e mezzo, contro i 3,550 tagliati dal Governo, quindi ne mancano sempre due. In questo caso ci mettono una pistola a disposizione e ci dicono “o vi sparate o fate quello che vi diciamo”. Ciò premesso, nonostante io sappia che il quantum individuale sarà modulato rispetto
all’automobile, quindi ci sarà chi pagherà 30, chi pagherà 5, 10 o 12, non è stato possibile avere la schermata piena. Per questo ribadisco le cose che avevo chiesto all’assessore, cioè: che venga verificato il meccanismo della graduazione, cioè quanto pagheranno le utilitarie, quanto le medie, quanto le medio-alte, quanto le alte ecc. Sappiamo tutti cosa significa la famosa media del pollo di Trilussa. Questo per capire esattamente qual è la sofferenza per i ceti medio-bassi. Secondo cosa: la disponibilità nel bilancio 2012 di verificare in che misura si potrà domani, se si potrà, rimodulare per i ceti medio-bassi, il quantum. Terzo: considerare la possibilità che si faccia una proposta di legge da parte dei nostri parlamentari regionali, se la faranno bipartisan meglio ancora, sempre per salvare anzitutto i ceti medio-bassi. Altra cosa ancora: mi raccomando — lo ripeto per l’ennesima volta — di accelerare, accelerare, accelerare sul serio e non a parole, gli interventi che sono previsti nel settore delle scuole per il fotovoltaico nei tetti delle nostre scuole superiori, accelerare gli appalti per quel che riguarda il recupero dei passi carrabili, accelerare per quel che riguarda le questioni dei pozzi. Queste cose devono avere la priorità assoluta, in modo che possiamo tirare un sospiro di sollievo. Ho dichiarato, per quel che mi riguarda, che sono disponibile a ragionare su un taglio concordato. E’ fuor di dubbio che in questo contesto la riflessione va fatta. L’ordine del giorno sarà presentato, sono pronto a presentarne uno anch’io, ne presenterò degli altri. Tutto deve essere inquadrato per una riflessione complessiva, che sarebbe sbagliato pensare che sia collegata soltanto a questa obbligata accelerazione dal 12,50 al 16%, perché l’esempio si può dare a prescindere da questo. Quando uno dà l’esempio, lo dà perché vuol dare l’esempio, non necessariamente perché l’esempio è collegato a qualcosa. Quindi da questo punto di vista chiedo nel mio sì impegni precisi alla Giunta, nello specifico agli assessori competenti rispetto alle questioni che ho posto in modo chiaro e preciso, con verifiche puntuali perché ciò avvenga. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papi.
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DOMENICO PAPI: Esprimo il voto favorevole del Pd, anche alla luce dei vari interventi che si sono susseguiti, a partire dalla relazione dell’assessore, fino all’intervento conclusivo del Presidente Ricci, citando tutti i componenti del partito che opportunamente sono intervenuti. E’ una decisione che va assolutamente presa nel senso della responsabilità e voglio anche sottolineare la condivisione sull’intervento del Presidente Ricci in relazione ai costi della politica. Credo che quanto da lui auspicato possa partire e quindi questa idea di una rivisitazione a partire dai vari livelli istituzionali, delle varie indennità, sia assolutamente necessaria, urgente, opportuna e credo che anche da questo Consiglio debba partire un segnale forte in questa direzione. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papolini. MASSIMO PAPOLINI: Vorrei sottolineare tre aspetti che ci permettono oggi di votare questa delibera, che sono stati citati anche dal collega Savelli. Questo aumento della tariffa venga supportato da una prosecuzione della lotta all’evasione. L’eventuale avanzo che potrebbe generare questa cifra che viene incamerata, sperando che vadano a buon fine tutta una serie di alienazioni, di operazioni, venga distribuita sui comparti più bisognosi. Una terza nota è di colore: è stato citato prima, secondo me impropriamente, il fatto della Valmarecchia. Leggendo qualche giorno fa un articolo, ho appreso che dall’Italia ogni anno se ne vanno 65.000 giovani. In altre parole è come se una cittadina come Fano ogni anno si spostasse e decidesse di andarsene all’estero. Credo che questo ci debba far riflettere, al di là dei comuni che si spostano all’interno del territorio nazionale. PRESIDENTE: Pongo in votazione il punto 9 dell’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 19 voti favorevoli, 6 contrari (Lunghi, Rossi, Giannotti, Tarsi, Rognini e Baldelli) e 1 astenuto (Mei)
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Pongo in votazione l’immediata eseguibilità. Il Consiglio approva con 20 voti favorevoli e 5 contrari (Lunghi, Giannotti, Tarsi, Rognini e Baldelli)
Proposta di riconoscimento debito fuori bilancio PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 10: Proposta di riconoscimento debito fuori bilancio. Ha la parola l’assessore Ciaroni. DANIELA CIARONI: Questo debito fuori bilancio riguarda l’attività che è stata fatta come straordinario in seguito a delle calamità atmosferiche nel 2010, sia nella prima parte dell’anno che nella seconda parte, soprattutto nel mese di dicembre. Riguardano soprattutto il servizio viabilità che è entrato in azione immediatamente per problemi di sicurezza e per ripristinare la sicurezza delle aree interessate; il servizio di polizia locale e anche in questo caso per garantire la sicurezza a seguito delle avversità atmosferiche. Riguarda altresì il servizio di interventi speciali, protezione civile e sicurezza. In tutti questi casi, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, si è proceduto all’autorizzazione di prestazioni di lavoro straordinario oltre i limiti del fondo annuale che era destinato a tale annualità. In particolare l’urgenza non ha permesso un’autorizzazione preventiva. Questo è dovuto alla necessità di assicurare l’espletamento delle funzioni pubbliche, proprio per l’imprevedibilità e per la necessità di garantire subito il ripristino della sicurezza. Da tenere presente che ricorrendo al personale interno si è ottenuto una minore spesa, quindi c’è anche un beneficio da parte dell’ente. Questo permette di riconoscere il debito fuori bilancio. C’è stato anche il riconoscimento dei revisori dei conti che hanno dato parere favorevole e verrà data comunicazione alla Corte dei conti per quanto riguarda questo provvedimento. Le variazioni di bilancio non alterano l’equilibrio e vengono rispettati i vincoli
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normativi e finanziari del decreto 78 del 2010. Quindi sono rispettate tutte le norme.
Pongo in votazione l’immediata eseguibilità.
PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Baldelli.
Il Consiglio approva con 19 voti favorevoli e 4 contrari (Lunghi, Rognini, Tarsi e Baldelli)
ANTONIO BALDELLI: Come mai questa delibera, questo punto all’ordine del giorno in capo all’assessore Ciaroni e non all’assessore Galuzzi e all’assessore Porto?
La seduta è sospesa. Riprenderà fra un’ora, alle 15,15
DANIELA CIARONI: Perché riguarda il personale. ANTONIO BALDELLI: Ma sono interventi di protezione civile. Io ritengo che questa determina sia viziata da una illegittimità. Evidentemente non sapevate come prendere i fondi, li avete scaricati sul capitolo del personale, ma faccio presente anche al segretario che ritengo che questa delibera sia illegittima. PRESIDENTE: Ha la parola il segretario. Dott. MASSIMO GRANDICELLI, Segretario generale f.f. Io ritengo proprio di no, perché la delibera è legittima, nel senso che l’ha istruita l’ufficio personale, proprio perché si tratta di lavoro straordinario. La proposta viene quindi dall’assessore Ciaroni e la procedura è perfettamente in linea. ANTONIO BALDELLI: Io però torno sulle mie motivazioni perché rimanga a verbale, anche per eventuali responsabilità future di fronte alla Corte dei conti. Dico che, trattandosi di interventi di protezione civile e di lavori pubblici, le proposte andavano fatte dagli assessori competenti Porto e Galuzzi e anche i capitoli di bilancio relativi erano di competenza di Porto e Galuzzi. A futura memoria. PRESIDENTE: Pongo in votazione il punto 10 dell’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 18 voti favorevoli, 5 contrari (Lunghi, Rossi, Tarsi, Rognini e Baldelli) e 1 astenuto (Mei)
La seduta, sospesa alle 14,15, riprende alle 15,30 PRESIDENTE: Prego il segretario generale di procedere all’appello nominale. Dott. MASSIMO GRANDICELLI, Segretario generale f.f.: Procedo alla chiama: Baldantoni Giorgio assente Baldelli Antonio presente Bartolucci Luca — Pres. Cons. presente Cancellieri Giorgio assente Capanna Bruno presente Carloni Silvana presente Ceccarini Lorenzo presente Falcioni Francesca Maria assente Foronchi Franca presente Foschi Elisabetta presente Giannotti Roberto presente Lunghi Daniele presente Magnanelli Giuseppe presente Mariotti Donato presente Mei Marcello presente Papi Domenico presente Papolini Massimo presente Pascucci Riccardo assente Perlini Vladimiro assente Perugini Katia presente Ricci Matteo — Pres. Giunta assente Rognini Massimo presente Rossi Giancarlo presente Sanchioni Daniele assente Savelli Renzo presente Tagliolini Daniele assente Talè Federico presente Tarsi Mattia presente Terenzi Silvia presente Tomassoli Giulio assente Vergari Gaetano assente
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PRESIDENTE: Sono presenti n. 21 consiglieri, quindi la seduta è valida. Per quanto riguarda le funzioni di scrutatore, Mei viene sostituito da Lunghi e Sanchioni da Talè Il consigliere Perlini non è con noi ma è giustificato perché impegnato ad una riunione ad Ancona, così come l’assessore Morani che ha un impegno legato al suo incarico istituzionale.
Ordine del giorno del consigliere Giannotti in merito allo smaltimento dei rifiuti di Napoli nelle discariche della provincia di Pesaro e Urbino PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca: Ordine del giorno del consigliere Giannotti in merito allo smaltimento dei rifiuti di Napoli nelle discariche della provincia di Pesaro e Urbino. Ha la parola il consigliere Giannotti. ROBERTO GIANNOTTI: Il fatto è chiaro ed evidente a tutti. Avete seguito in questi giorni la dura polemica che ha coinvolto l’Amministrazione provinciale e la Giunta regionale, in particolare il suo assessore all’ambiente relativamente allo smaltimento di un quantitativo di rifiuti della provincia di Napoli nelle discariche della nostra provincia. Il dibattito è stato ricco e anche acceso, nel senso che abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto, soprattutto con un grande rimpallo di responsabilità. L’ordine del giorno riprende le posizioni espresse da esponenti del nostro partito in diverse occasioni e a diversi livelli istituzionali e fa riferimento, innanzitutto, alla protesta vivace del sistema delle autonomie locali e dell’opinione pubblica per questa decisione annunciata dalla Regione, che in sostanza doveva portare allo smaltimento di 1.500 tonnellate di rifiuti napoletani nelle discariche della provincia. In particolare credo che l’ipotesi su cui si è lavorato era 750 tonnellate nella discarica di Ca’ Asprete e 750 nella discarica di Monteschiantello di Fano. Una quantità risibile di rifiuti, perché è la quantità di rifiuti che
smaltisce una discarica, anche se, seguendo il telegiornale, 1.500 tonnellate sono i rifiuti presenti oggi nella città di Napoli, quindi un grosso quantitativo, se proporzionato al fatto. La cosa che ci ha maggiormente preoccupato è il fatto che il percorso amministrativo che ha seguito questo adempimento presenta dei lati molto oscuri e le ragioni stesse del confronto fra i due assessori e fra i due presidenti danno il senso di questa situazione. Io mi permetto di fare un rilievo che poi abbiamo ripreso. A me sembra che, nello specifico, lo stesso comportamento dell’Amministrazione provinciale non sia esente da errori e dico questo perché l’unico documento che ci è stato dato da acquisire agli atti, è il verbale del tavolo tecnico costituito, inerente la concertazione per lo schema di accordo tra Regione Marche e Regione Campania per l’emergenza rifiuti urbani regione Campania del 9 maggio 2011. Io avevo letto le dichiarazioni di Tiviroli, avevo letto le dichiarazioni della Foschi e volevo capire dove stava la verità. La verità sta, in effetti, nell’ultima riga dell’intervento dell’assessore Porto, responsabile dell’ambiente di questa Amministrazione provinciale, che, dopo una serie di premesse, dice però, il 20 maggio, “pertanto, al momento si dichiara disponibile a trattare l’intervento esclusivamente sulla base di una quota stabilita di 1.580 tonnellate e non oltre”. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Leggi le valutazioni finali del verbale. ROBERTO GIANNOTTI: C’è solo un intervento fatto da te. Ma io voglio arrivare ad un’altra conclusione. Ho fatto questo richiamo per dire che condivido una posizione rigorosa di contestazione dell’infrazione formale da parte della Giunta regionale e arrivo ad una conclusione, ma rilevo anche che rispetto a questo, se questo fattaccio è accaduto, è anche perché c’è stata una disponibilità di massima, non confortata, garantita dall’assessore all’ambiente della Provincia di Pesaro e Urbino, questo è indiscutibile, è un dato acclarato. Per cui non si può dire che la Provincia di Pesaro e Urbino non sapeva. La Provincia di Pesaro e Urbino sapeva tutto, al
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punto che è stato messo in piedi un tavolo tecnico che ha lavorato, ha fatto tutte le verifiche del caso e ha prodotto l’esigenza di alcuni chiarimenti, ma il fatto stesso che Pesaro dovesse farsi carico di questa situazione è un dato altrettanto certo. Questo per dire che già da lì mancavano le due condizioni che oggi invece vengono rinfacciate alla Giunta regionale, per esempio, cioè l’assoluta lateralità di questo provvedimento rispetto all’accordo quadro fra le Regioni. Porto avrebbe dovuto dire, quella volta: fermi tutti, fin quando non viene firmato l’accordo quadro... Qui non c’è scritto. Quindi poteva porre già in quell’occasione, questa carenza. Così come a me pare strana una cosa. Non credo che la Provincia di Pesaro e Urbino sia l’unica delle Marche in grado di farsi carico di questa operazione di solidarietà. Ci sono tantissimi altri impianti di smaltimento. Non capisco perché tutto il peso, tutti gli oneri dell’operazione smaltimento rifiuti sono stati scaricati sulla Provincia di Pesaro e Urbino. Questa era un’altra osservazione che poteva essere fatta in quell’occasione. Da questo punto di vista mi sembra di poter dire che la Provincia non è immune dalle sue responsabilità. Detto questo e premesso questo, a me sembra che il comportamento della Giunta regionale sia da rigettare. Non è concepibile che l’amicizia fra due amministratori possa provocare questo sconquasso. Capisco le esigenze di De Magistris e capisco le esigenze di Donati, però tu non puoi andare sulla stampa e annunciare ufficialmente che la Regione Marche parte con un’operazione e che si smaltiranno in provincia di Pesaro e Urbino 1.500 tonnellate senza avere avuto la firma del Presidente della Provincia. Da questo punto di vista ritengo il fatto grave e infatti nell’ordine del giorno noi diciamo che il Consiglio provinciale esprime una ferma censura nei confronti della Giunta regionale e dell’assessore regionale all’ambiente per l’iniziativa assunta unilateralmente e senza l’opportuna concertazione con il sistema delle autonomie locali coinvolte nel provvedimento. L’ultima cosa che chiediamo che mi sembra a questo punto sia un atto di estrema chia-
rezza, poi il futuro sarà quello che sarà, è che oggi come oggi, di fronte a queste cose, è bene che la Provincia dica “no, io queste imposizioni non le accetto, quindi la nostra decisione è di non smaltire nulla”. Poi, se in un futuro ci saranno date tutte le garanzie, le condizioni, ci sarà il coinvolgimento regionale, ci sarà un controllo più preciso del materiale da smaltire, ci saranno altre condizioni, valuteremo la cosa. Oggi come oggi mi sembra che il modo migliore per uscire sia questo e da questo punto di vista credo sia estremamente utile che il Presidente Ricci possa presentarsi al tavolo della discussione con un pronunciamento formale del Consiglio provinciale in questa direzione. PRESIDENTE: Ha la parola il Presidente Ricci. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Questo ordine del giorno mi consente di ribadire concetti molto semplici che abbiamo espresso nella scorsa settimana, probabilmente anche con una polemica accesa ma nel merito la nostra posizione è molto chiara. Non può confondere, Giannotti, né Donati né te o chi per te, il senso di responsabilità e di serietà della Provincia di Pesaro e Urbino con un assenso a far venire i rifiuti. La Provincia di Pesaro e Urbino non dice no a prescindere e non ha mai detto no a prescindere e l’assessore porto e gli uffici hanno sempre tenuto questo atteggiamento. Che c’è la crisi dei rifiuti in Campania lo sappiamo da anni e in particolar modo da novembre ci sono periodicamente delle riunioni rispetto alla crisi dei rifiuti in Campania. L’atteggiamento della Provincia di Pesaro e Urbino è stato sempre quello di chi, alla richiesta della Regione, ha verificato la disponibilità, in termini di capienza, del sistema di discariche che abbiamo ed è stato in maniera interlocutoria ai tavoli. Questa è la disponibilità della Provincia. Perché ci siamo arrabbiati? Perché nel momento in cui, venerdì di due settimane fa è uscita un’agenzia di stampa e sia io che l’assessore siamo stati avvisati, dopo cena, da alcuni giornalisti, che arrivavano i rifiuti, 1.500 tonnellate, noi non sapevamo nulla. Non si possono spacciare gli incontri fatti nei quali, fino a quel momento, il tema era “c’è la crisi in
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Campania, se ci chiedono di intervenire, qual è la disponibilità delle discariche di Pesaro? Come siete messi? Siete messi male, siete messi bene?”, per altra cosa. Quello era il verbale. Tant’è che qualcuno mi ha dato del leghista. Se io fossi stato leghista — forse non lo dovrebbero fare neanche i leghisti — avrei detto no a prescindere, noi non partecipiamo a nessun tavolo. Non si può scambiare la serietà dell’Amministrazione provinciale per un assenso. Poi, stiamo nel merito della questione. Se si autorizzano i rifiuti, li autorizza la Provincia di Pesaro e Urbino, ci vuole una delibera di Giunta, è chiaro? Non li autorizza Porto o un singolo dirigente, deve venire una delibera in Giunta. Quindi non ho capito di quale dietro front parliamo. In Giunta Porto ogni tanto ci raccontava, quando c’erano stati gli incontri principali, qual era la situazione e noi abbiamo sempre detto “atteggiamento interlocutorio”. Cosa devi fare? Quindi noi contestiamo dal punto di vista del metodo che queste questioni dei rifiuti non si affrontano né per appartenenza di partito né per rapporti personali né per avversioni di partito. E’ questo il tema nel merito. Tra l’altro domani ne discuterà il Consiglio dei ministri. Dieci giorni fa si diceva “arrivano i rifiuti”, quando ad oggi la legge non lo consente neanche, tant’è che c’è la discussione in Consiglio dei ministri, perché, visto il decreto fatto dal Governo precedentemente, i rifiuti non possono uscire dalla regione d’appartenenza. Questo noi abbiamo contestato a Donati: di avere aperto un dibattito sul nulla senza avvisarci, con tutto ciò che ne consegue, con chi faceva già le manifestazioni, il terrorismo, le cose, ecc. Io so bene che 1.500 tonnellate sono niente, perché 1.500 tonnellate sono quello che noi produciamo in un giorno, ma è niente anche per Napoli. E’ questo che abbiamo contestato. Perché tu devi esporre fuori da un quadro la Regione Marche ad un accordo che è un quartoun quinto di quello che produce la città di Napoli in un giorno? In una enunciazione, in quel momento — perché anche Donati ha detto che non c’è stato nessun accordo, poi ha detto “non ho firmato niente” — in una notizia che diceva che le due Regioni accoglievano i rifiuti della Campania erano le Marche e la Puglia.
Qui entriamo nel merito. Io dico intanto che non si può andare a Napoli con l’esercito prima delle elezioni e adesso lasciarli da soli, perché i problemi sono uguali. Giustamente il presidente Napolitano ha chiesto l’intervento del Governo, che era latitante su questa vicenda. Per questo dico che sbaglia Donati ad intervenire pensando che è amico di qualcuno lì, per appartenenza di partito e io faccio il presidente di Provincia, rappresento i cittadini a prescindere da chi governa Napoli, così come, a mio parere, sbaglia il Governo se, adesso che c’è un nuovo sindaco che prova a fare la sua parte per liberare Napoli dai rifiuti, lui non fa la propria. Farebbe un grande errore istituzionale. Tant’è che Napolitano ha dovuto chiedere l’intervento del Governo. Berlusconi probabilmente ha sbagliato a dire che in cinque giorni liberava la città dai rifiuti. Altri lo avevano detto prima di lui e sono stati puniti elettoralmente. Forse doveva evitare anche lui di dirlo. Stiamo però al merito della questione. In queste condizioni noi abbiamo detto di no, perché non risolve nulla, non è un impegno di tutti e non si capisce qual è il quadro. Io vi dico quali dovrebbero essere le condizioni secondo me. La prima. Sindaco di Napoli, prefettura di Napoli, Regione Campania che dicono “abbiamo un piano, il nostro piano ci porterà nell’arco di tot tempo all’autonomia rispetto allo smaltimento dei rifiuti, perché apriamo nuove discariche, perché facciamo altre cose, abbiamo avviato la raccolta differenziata” ecc. Il Governo deve avallare il piano proposto e dire “è un piano credibile, noi lo sosteniamo per quello che possiamo”, e a quel punto deve convocare, come ha suggerito Errani, la Conferenza Stato-Regioni e dire “c’è un piano, è un piano credibile, c’è un arco di tempo di transizione, per cui deve scattare un’operazione di solidarietà nazionale”. Ed ogni Regione, in base a quello che si può e in base a dei criteri che si stabiliranno, deve fare la propria parte. Se quello è il meccanismo noi non ci possiamo sottrarre, sarebbe sbagliato, ma se non è quello il meccanismo, è stato sbagliato esporci. Io non faccio il ragionamento di Zaia, che condivido in alcune premesse, dicendo “devono fare quello che non hanno fatto negli anni scorsi”, tutto
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vero, però è anche vero che se c’è un progetto di solidarietà nazionale credibile, tutti ci devono stare e fare la loro parte ma se non c’è quello non ha senso. Vediamo se il Governo farà o meno il decreto, vediamo cosa dirà quel decreto se lo farà, vediamo se convocherà tutte le Regioni, se ci sarà un accordo Stato-Regioni, altrimenti le condizioni rimangono queste ed è sbagliato che le Marche si espongano a risolvere una cosa che non risolve niente, fra l’altro creando anche tensioni, perché nei fatti 1.500 tonnellate sono niente ma nella testa della gente, se tu comunichi 1.500 tonnellate, sono un’enormità. Quindi è stato anche un errore di gestione, perché la questione dei rifiuti da gestire politicamente, è complicata, quindi ci vuole molta accortezza. Questa è sempre stata la nostra impostazione, per questo abbiamo detto di no, dopodiché Donati l’ha presa come un’accusa politica, dietrologie, attacco alla Giunta. Nessun attacco alla Giunta. Lui poteva rispondere dicendo “convocherò le Province: se ci sono le condizioni bene, altrimenti no”. Lui ha sbagliato ad esporsi, dando per scontate cose che non erano scontate. Questo è il ragionamento che abbiamo fatto. Penso che l’ordine del giorno così com’è non possiamo votarlo, se non lo modifichiamo. Intanto perché io non voglio censurare la Giunta regionale. Eventualmente ho discusso con un assessore. Secondo perché non possiamo avere una posizione di questo tipo a prescindere. Se le condizioni rimangono quelle attuarli noi diciamo di no, se cambiano le condizioni, come giustamente tu hai detto, ci riconvocherà la Regione e decideremo cosa fare. L’altro elemento riguarda la solidarietà nazionale e la solidarietà regionale. Ci è stato disposto “perché voi avete le discariche gestite meglio del resto delle Marche”. Siamo contenti. Macerata ha il commissario quindi porta i rifiuti a Fermo e sta discutendo dove portare gli altri. Però è anche vero che se c’è un meccanismo di questo tipo, magari non pro quota uguale tutte le Province, se altre Province hanno delle difficoltà, però un po’ per uno non fa male a nessuno. E’ l’abc della politica, come la intendiamo noi. Quindi noi non abbiamo avuto né un
atteggiamento leghista né altri, abbiamo fatto un ragionamento di buon senso che un amministratore deve fare in casi come questi. Se apportiamo alcune piccole modifiche l’ordine del giorno è votabile, altrimenti così è un ordine del giorno che non possiamo votare. PRESIDENTE: Propongo quanto segue, per non allungare troppo i tempi. Dopo l’intervento del consigliere Foschi chiudo le prenotazioni. Ha la parola il consigliere Foschi. ELISABETTA FOSCHI: Mi lascia un po’ interdetta la ricostruzione che ho sentito fare dal Presidente Ricci, perché anche questa sera dice “io a un certo punto sono rimasto sconcertato quando un venerdì sera, da agenzie di stampa, ho saputo che i rifiuti venivano nella provincia di Pesaro e Urbino”. A me sembra che il motivo per cui quell’agenzia è uscita — tra l’altro penso fosse contestualmente a quando De Magistris a L’Infedele dichiarava che 1.500 tonnellate sarebbero andate nella provincia di Pesaro e Urbino — sia chiaro. Evidentemente altri non hanno dato disponibilità di sorta, non ha dato disponibilità nessuna Provincia della regione Marche, nessuna Provincia in nessuna delle altre regioni, fatta eccezione per la Puglia: si sarà fatto un quadro di quelle che avevano dichiarato la disponibilità, senza troppe condizioni, perché in quel verbale non si pongono troppe condizioni, tanto che il verbale chiude dicendo “’si precisa che verrà elaborato un documento da sottoporre alla parte politica, mediante l quale rendere perfettibile il prossimo accordo interregionale Marche-Campania”. Rendere perfettibile un accordo in italiano vuol dire migliorarlo, anche con garanzie tecniche, metodologiche, economiche. (Interruzione). Assessore, se qui ci può essere l’assessore regionale che ha fatto un passo eccessivo, c’è anche l’assessore provinciale che ha fatto il passo eccessivo quando comunque ha dichiarato la disponibilità a ricevere non oltre, ma 1.500 tonnellate di rifiuti sì. Ha fatto un passo eccessivo. L’incontro tecnico che si è tenuto il 9, verbalizzato il 20, alla conoscenza del Consiglio provinciale non può essere portato? Non
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può essere comunicato? Oggi ci si viene a dire... MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Quella non è una decisione. ELISABETTA FOSCHI: Non può essere comunicato al Consiglio che c’è la richiesta di disponibilità da parte delle nostre discariche ad ospitare una quantità di rifiuti della Regione Campania? MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: E’ una discussione aperta da novembre quella, non è una discussione segreta, lo sai. ELISABETTA FOSCHI: Lo confermi tu stesso che non puoi cadere dalle nuvole, perché era una discussione aperta da novembre. In quella riunione del 9 maggio si dichiara la disponibilità. Non capisco dove sta lo stupore nel sentir poi dire De Magistris... MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Vorrei capire se ho fatto bene od ho fatto male, cosa pensa l’opposizione. Giannotti ho capito mi dice che ho fatto bene, vorrei capire da lei se ho fatto bene od ho fatto male a tenere questo atteggiamento. ELISABETTA FOSCHI: L’ho scritto, io ho apprezzato, però la retromarcia, perché è stata una retromarcia. Prima si è dichiarata la disponibilità, poi c’è stata la ritirata, dicendo “ho firmato, non ho firmato”. Ma nel momento in cui all’assessore Donati arriva questo verbale in cui si legge che c’è la disponibilità, dirà “la Provincia di Pesaro e Urbino dichiara la disponibilità di 1.500 tonnellate”. Quanti discorsi ci vogliamo fare? Le parole sono parole. Poi può essere reso perfettibile ma non può essere ribaltato e negato, dopo. Quindi, tutto questo stupore non lo capisco. Io dico che la verità è questa. Siete andati un po’ troppo avanti, avete avuto paura, perché poi sono cominciate, giustamente, le sollevazioni, perché 1.500 tonnellate non saranno una grande quantità, ma lo diceva lo stesso Presidente, però nella mente delle persone comunque creano preoccupazione. Io ag-
giungo che non è solamente la mente delle persone, e vengo a un altro nodo. La strategia di questa Provincia sulla gestione e sullo smaltimento dei rifiuti qual è, quella di rimanere al discorso delle discariche? Sappiamo anche che la discarica ha una vita finita, non si può pensare sempre ad allargare le stesse. In quest’ottica penso anche che ricevere rifiuti da altre regioni vada valutato attentamente. Nessuno dice che nei confronti della Campania non ci debba essere in assoluto nessun atteggiamento, però ricordo anche che quando il Governo ha mandato l’esercito non andava bene, si diceva che era una vergogna che ci andasse l’esercito quando studiava altri provvedimenti si diceva che era tutta una finta perché tanto sarebbero stati spostati da un posto all’altro. Adesso si chiede al Governo di intervenire, quindi mettetevi d’accordo, perché non andava bene prima, non va bene adesso, se adesso De Magistris non ci riesce è perché non ha il Governo che gli dà una mano. Non mi sembra tanto coerente questa posizione. Nella replica piccata di Donati, che tra l’altro dice una verità, perché dice che sulla raccolta differenziata siamo molto indietro — e questo è assolutamente reale, tranne alcuni comuni che fanno eccezione e che raggiungono, singolarmente, delle percentuali molto elevate, mentre ce ne sono altri che abbassano di molto la media di questa provincia — si diceva “vuol ricordare a Ricci quanto scritto dal suo assessore all’ambiente Porto alla Regione Marche il 2 marzo scorso”. Poi aggiunge “ogni commento ulteriore è superfluo”. Forse è superfluo per lui, io vorrei sapere che cosa ha scritto l’assessore Porto a Donati il 2 marzo scorso, vorrei che si desse lettura di questo documento, perché rimane una cosa nota a voi, non nota a chi di quel documento non ne è a conoscenza, non ha avuto modo di leggerlo. Io credo che questa vicenda si debba chiudere qui dicendo noi ai rifiuti... MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: A prescindere? Questa è la sua posizione? ELISABETTA FOSCHI: In questa situazione lì. Se lei se la sente di dire “prima dico di sì, poi dico di no, poi dico di sì”, faccia lei.
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MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Non vorrei interromperla, però lei deve ascoltare quando io parlo e non deve far finta che io non dica delle cose. Io ho detto che se nell’ordine del giorno si mette che ci si impegna, se le condizioni rimangono queste, a dire quello che abbiamo già fatto va bene, ma non vorrei che passi l’idea che noi, cambiano le condizioni in Italia, tutte le Regioni fanno la loro parte domani l’altro e noi siamo impegnati a non fare nulla. ROBERTO GIANNOTTI: Io ho detto “chiudiamo questa partita; se poi domani ci sono condizioni diverse, le discuteremo”. E’ un po’ diverso. Adesso va chiusa la partita. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Ma la partita è già chiusa. Non l’avete chiusa voi, l’ho chiusa io. ROBERTO GIANNOTTI: Non è chiusa, perché Donati dice “Ricci, dammi un no formale”. Diamogli un no, intanto, poi vediamo. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Gliel’abbiamo già dato, abbiamo detto che non autorizziamo nulla. ELISABETTA FOSCHI: Comunque io chiedo la votazione dell’ordine del giorno così come formulato. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papolini. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RENZO SAVELLI MASSIMO PAPOLINI: Entro a malapena sul metodo usato, che ovviamente non è stato dei migliori e credo che principalmente sia avvenuto per responsabilità dell’assessore regionale, che, nonostante sia del mio partito, non ho motivo di difendere in questo caso. Credo che, vista la notizia che si accingeva a dare, la cosa più delicata, più opportuna e più efficace sarebbe stata quella di condividerla con le Province interessate, con gli assessori interessati,
con una comunicazione condivisa e partecipata. Detto questo però, c’è stata una frase del collega Giannotti che mi ha un po’ meravigliato, quando ha detto “c’era l’esigenza di De Magistris”. Ma io mi chiedo: questa di Napoli, siamo convinti che sia un’esigenza di De Magistris o è un’esigenza che riguarda tutti noi? Perché se ancora ragioniamo sperando che, siccome quello che si trova adesso a governare in quel determinato Comune non fa parte del nostro partito ed è bene che fallisca, allora credo che le cose dureranno così per molto tempo. Dico anche che De Magistris, che è una persona che io stimo tantissimo, probabilmente non è neanche una persona così allineata all’interno del mio partito. E’ una persona che in questo momento raccoglie una grande popolarità ed un ampio valore simbolico, quindi va al di là del partito a cui appartiene e potrebbe avere un ruolo particolarmente importante, un ruolo che potrebbe fungere da collante, cosa che in parte sta avvenendo con la Provincia, con la Regione e sicuramente il ruolo dello Stato è importante, perché, come abbiamo visto, dietro la gestione dei rifiuti non c’è qualche soggetto poco raccomandabile. Insomma, ci sono delle associazioni mafiose che fanno un business vero e proprio sul tema dei rifiuti. Abbiamo visto come, nelle sere passate, ad uno squillo di cellulare sono partiti contemporaneamente dei roghi in tutta la città. Ci sono stati fatti che ci hanno fatto capire che né un Comune né una Provincia né una Regione possono, da soli, risolvere questa situazione. Quello che mi dispiace di tutta questa cosa è che si sia persa una grande opportunità: quella di dare una svolta decisiva al tema dei rifiuti. Ovviamente non per colpa di una Provincia, perché doveva scattare la solidarietà e doveva scattare un piano condiviso da tutte le Regioni e da tutte le Province. Però la stessa comunicazione che ne è seguita, ha dato modo a dei fraintendimenti, ha dato modo di non tradurre quel messaggio che l’elezione di una persona come De Magistris, come si sarebbe dovuto, che i risultati del referendum potevano trasferire alle persone, cioè far capire che fondamentalmente anche un politico che fondi il suo successo, più che sull’adesione a un partito,
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dall’avere dalla sua parte un’opinione pubblica, dal riuscire a muovere degli entusiasmi, dal riuscire a coinvolgere dal basso, poteva in qualche modo portare alla risoluzione di un problema. Quindi credo che fondamentalmente, se non si riuscirà ad andare avanti nella questione, sarà soprattutto un problema per la democrazia, non credo che sia un problema né per Napoli né per De Magistris ma sarà un problema per tutti noi. E credo che quella solidarietà che noi in questo momento siamo in grado di dare, perché fortunatamente abbiamo delle discariche che possono ospitare una parte di questi rifiuti, ci possa tornare utile quando avremo delle esigenze noi stessi. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Lunghi. DANIELE LUNGHI: Penso che non sia un mistero la posizione della Lega su questa cosa. Proprio la zona di Napoli è quella che legittima maggiormente l’esistenza della Lega Nord. Proprio quel malgoverno ci dà voglia di fare politica e di opporci a certi modi e a certe mentalità, perché poi capisco che un sindaco si ritrova anche impotente contro una mentalità radicata, contro la quale c’è poco da fare. Io sono a prescindere contro le 1.500 tonnellate, anche per non creare il precedente, tanto non risolvono niente a loro, a noi poco fanno, tanto vale che se le tengano loro e che imparino a gestirsi meglio. Perché poi anche lì non è tutto uguale. De Magistris era bravino, da magistrato, con il suo indice ad accusare gli altri ma da politico anche lui ha i problemi che hanno tutti. Sono contrario alle imposizioni da parte dello Stato tramite D.Lgs., tramite il famoso piano nazionale di solidarietà, il quale obbligherebbe a fare ciascuno la sua parte. Io penso che certi obblighi non possano essere accettati. Ritengo che, a parte la questione di Napoli, i rifiuti di ogni tipo, anche quelli industriali debbano essere gestiti in loco, perché se c’è ad esempio un’azienda che produce rifiuti insalubri e poi li porta in Africa non va bene, li deve gestire lì, perché è lì che crea ricchezza ed è anche lì che deve risolvere il problema. Ci sono il beneficio e il disagio, deve essere tutto circoscritto lì.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA BARTOLUCCI Penso che difficilmente riusciranno a convincerci a prendere questi rifiuti, per lo meno il mio partito. Il problema della camorra è storico, anzi la camorra sguazza nei problemi. Quando c’è il malcostume, è proprio lì che si trova bene, perché è lì, dove non c’è lo Stato che la camorra si trova benissimo e fa i suoi affari. I tentativi sono stati fatti, non è vero che non è stato fatto nulla. In tutti questi anni commissari, contributi straordinari, assunzioni. Hanno creato una gigantesca macchina per lo smaltimento dei rifiuti, che di fatto non produce quello che dovrebbe produrre mai costi li ha comunque prodotti, perché sono stati buttati via migliaia di miliardi. Anche Napoli non è tutta uguale, perché mi risulta che ci sono dei quartieri puliti, non è vero che tutta Napoli è sommersa dai rifiuti. Per non parlare del circondario, il Salento ecc. Ma allora, perché ci sono delle zone sporche ed elle zone pulite? Non vanno tutti nella stessa discarica, non sono tutti nella stessa situazione? Ritengo anche che questo sia competenza del Comune e della Provincia di Napoli. Se fossi stato Berlusconi non so se avrei mandato l’esercito o mi sarei andato a impicciare di questa storia. Se la devono risolvere da soli, altrimenti si crea quella mentalità, quell’aspettativa per cui dovrà sempre arrivare qualcun altro a risolvere il mio problema. Ritengo che questo sia l’unico ordine del giorno che io possa accogliere. Se c’è un ordine del giorno di altro tipo dove si dica “in futuro vedremo”, voterò contro anche quello. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Parto dalle penultime considerazioni fatte dal collega Lunghi. E’ vero, Napoli non è la Campania, perché in Campania sono molte le località e le province che hanno percentuali del 60, del 70 e anche 80% di riciclaggio di rifiuti solidi urbani. Questo va detto ad onore dei campani, dei loro amministratori, di coloro che hanno organizzato il servizio e non so se le ditte siano pubbliche,
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private o pubblico-private, non mi interessa, mi interessano i risultati per i cittadini e per gli amministratori. Naturalmente Napoli non rappresenta il meridione, perché oltre che in Campania, in tante altre regioni del sud si raggiungono percentuali significative. Giorni fa sono stato ancora una volta in Molise dove mia moglie ha dei parenti: in un comune di 3.500 abitanti, San Martino in Pensilis l’anno scorso d’estate ho visto un avviso del Comune che diceva “cittadini, abbiamo raggiunto il 70% di raccolta vi riduciamo di 15 euro la tassa che pagate per la nettezza urbana, grazie anche al vostro contributo per questo risultato”. Ricordo l’orgoglio di questi concittadini che conosco, perché ho mandato una lettera di felicitazioni a quel sindaco, a quegli amministratori., perché anche il meridione non è vero che sia tutto un disastro, tutto uno scandalo e via discorrendo. Ieri, in uno dei cinque giornali che ho letto c’era la dichiarazione di un ex sindaco di Milano, il quale ha detto “quando hanno chiuso la nostra discarica”, devo ringraziare Bersani che mi ha permesso di poter portare a Bologna i rifiuti e tamponare temporaneamente il problema che avevo. Perché cito questo esempio? Per un motivo molto semplice. Perché per fare questo era necessario: a) il decreto del Governo che permetteva di portare fuori regione i rifiuti; b) occorreva che ci fossero dei Comuni — perché gestiscono i Comuni e non le Province le discariche — disposti ad accoglierli; c) occorreva che ci fosse, anche da quest’altra parte, una dichiarazione d’intenti, un accordo fatto. Quindi è chiaro che da questo punto di vista la solidarietà fra Comuni ci deve essere sempre, anche perché noi non possiamo, Giannotti, punire i cittadini per le colpe dei loro amministratori, siano essi di centro, di destra o di sinistra. Perché se è vero, come è vero, che negli ultimi 10-15 anni le formule politiche sono sempre state di centro-sinistra, è altrettanto vero però, per chi le cose non le conosce, devo dare questa informazione, che in realtà il problema dei rifiuti era stato sottratto al Comune per farlo gestire a dei commissari. Tra questi commissari un tale si chiamava Rastrelli. Vi ricordate di che partito era? Di A.N. Dopodiché... (Interruzione). Ma io non na-
scondo niente, mi conosci. In me c’è un’onestà intellettuale chiarissima e indiscutibile. Lui è stato prima, poi, per dieci anni c’è stato Bassolino. Non nascondo niente. Hanno fatto entrambi una politica vergognosa, perché dopo 15 anni di contributi straordinari che i vari governi hanno mandato a Napoli, uno non ne può più e dice “non è possibile che si continui così”. Adesso sembra che finalmente ci sia la volontà di per mettere la parola fine a quello sconcio rappresentato dal problema dell’immondizia a Napoli, dove la camorra è intervenuta pesantemente, perché i ragazzetti che vanno a vuotare i sacchetti invece di metterli dentro o avvicinarli per facilitare il compito delle ruspe che raccolgono il tutto, dimostra che non sono autonomi, autorganizzati, sono pagati. Cari signori, queste cose sono vere, non mi invento niente. Per questo dico che non voglio punire quella parte di cittadini che si stanno autorganizzando per non dover più subire queste cose. Stanno facendo buone cose. Però bisogna anche qui richiamare tutti al proprio dovere, a cominciare dal Governo, perché il Governo nazionale deve predisporre il decreto che permette di trasferire i rifiuti solidi urbani da una regione all’altra. Ci sono già 4-5 Regioni che si sono dichiarate disponibili ad accoglierli. Fra queste ci sono l’Umbria, la Toscana, la Puglia, l’Emilia Romagna, la stessa Lombardia. Perché dico Lombardia? A Brescia esiste un termovalorizzatore, che tra l’altro produce energia ed anche acqua calda e che addirittura usa i rifiuti che vengono dalla Svizzera, quindi può benissimo accogliere una parte di quelli di Napoli. Ma non lo può fare in questo momento, anche se avesse l’intenzione, perché bloccato dal mancato decreto del Governo. Occorre che il presidente della Regione Caldoro, faccia anche lui gli atti che deve fare, perché per poter portare da una provincia all’altra è necessario che anche lui intervenga e faccia il suo dovere. Il presidente della Provincia di Napoli deve fare anche lui l’atto, altrimenti non si autorizza il possibile uso degli altri siti per lo stoccaggio dei rifiuti solidi urbani. Quindi sono tre le diverse autorità che devono intervenire per permettere di dare una risposta ai problemi di Napoli. Quindi tutto ciò va fatto e va fatto tempe-
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stivamente. Venendo alle Marche, ancora so distinguere una disponibilità di massima da una disponibilità concreta che si firma nero su bianco, perché la disponibilità nero su bianco rappresenta un impegno concreto — tot lì, tot là — dire 1.500 è una disponibilità di massima. Tra l’altro so che ad esempio la Provincia di Macerata ha un termovalorizzatore gestito dalla società Cosmari, quindi è probabile che anche loro siano in grado di poter ricevere una parte di quantitativi di rifiuti urbani. So invece che la provincia di Ancona sta esaurendo la sua discarica e ha dei problemi per poterla localizzare in altra località perché c’è una polemica molto grossa. Quindi è chiaro che Donati ha fatto un’operazione sbagliata, chi lo nega? Se voleva dare una mano all’amico De Magistris ha ottenuto l’esatto contrario: invece di dargli una mano, gliel’ha data sì, ma sulla faccia, ha sbagliato completamente la strategia o la tattica che voleva usare per dare la mano ad un sindaco che ha bisogno di essere aiutato. Allora dico che da questo punto di vista tirare le orecchie a Donati va bene, non credo che sia il caso di tutta la Giunta, perché l’errore l’ha fatto lui e siccome parliamo di responsabilità dell’assessore, dato che la stampa non ha mai tirato in ballo Spacca — non perché voglia bene a Spacca, sia chiaro, perché mi fa arrabbiare per altre cose — non capisco perché noi dovremmo chiamare in causa Spacca o gli altri assessori quando l’errore è solo suo. Quindi mi sta bene una qualche forma di reprimenda nei suoi confronti, scorrettissimo con noi. Però dico anche che non possiamo in assoluto dire no agli interventi di solidarietà nei confronti di Napoli. Nel frattempo spero che questo benedetto termovalorizzatore di Acerra che sembrava fosse la panacea di tutti i mali e che funziona a tempo ridotto, non funziona nella potenzialità teorica che ha, venga rimesso in condizioni di funzionare al massimo. Anche due giorni fa era andato un’altra volta in tilt. E’ costato quel che è costato, messo su in quattro e quattr’otto, sembrava che avrebbe dato chissà quali meravigliosi, miracolosi risultati, ha dimostrato l’esatto contrario. Quindi l’ordine del giorno così com’è va modificato, io sono pronto alle modifiche, ad approvare le modifiche che si stavano predi-
sponendo, però non dimenticando mai che nessuno di noi può mai dire un no a una forma di solidarietà, però il sì deve essere condizionato affinché anche gli altri facciano la loro parte, Napoli in un piano credibile, la Regione Campania per parte sua, la Provincia di Napoli per parte sua il Governo per parte sua, le altre Regioni italiane per la parte loro, le Marche per la parte sua e noi la nostra. In un quadro di solidarietà che dica “ti diamo la mano ma è l’ultima volta, d’ora in poi dovrai camminare con le gambe tue”, perché l’Italia comincia ad essere stanca, dopo quindici anni di quattrini buttati giù, finiti con intrighi vari di camorra, mafia ecc., di continuare in questo modo. E’ una pagina Pietosa: Rastelli prima, Sassolino dopo. Quindi, in questo contesto di solidarietà possibile, a certe condizioni, ritengo che si possa andare avanti. Se adesso vogliamo limitarci a dare il dovuto richiamo a chi se lo merita, disponibilissimo a farlo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Vergari. GAETANO VERGARI: Volevo astenermi dall’intervenire su una questione che è talmente ovvia, lapalissiana che si commenta da sola, tuttavia l’esordio di De Magistris non poteva essere, nella sua carica di sindaco, dei peggiori. Ha dimostrato in tutta la sua evidenza l’inconsistenza, l’incapacità amministrativa di uno che prima si è inventato un ruolo inventandosi sostanzialmente delle inchieste giudiziarie che hanno avuto roboante eco sulla stampa ma che poi, sostanzialmente, si sono ridotte a nulla, hanno consentito che venisse eletto come deputato europeo, bontà sua, grazie a questa notorietà e grazie alla stessa ha poi ottenuto una soverchiante maggioranza elettorale nel Comune di Napoli. Bontà sua deve dimostrare le sue capacità, cominciando proprio dalla realizzazione di un piano rifiuti che sia credibile, efficiente e capace di dare delle risposte definitive a una città martoriata. Dico però che pur tua vendo ragione, Daniele, in linea di principio relativamente all’autosufficienza, Napoli è casa nostra, quindi il sudiciume che inonda di immagini i telegiornali di tutto i mondo, inonda l’Italia intera. Quindi comunque sia, nonostan-
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te gli errori, nonostante le inefficienze, dobbiamo intervenire. Quindi la posizione espressa dalla Provincia, dal Presidente, così decisa, così netta, trova il nostro pieno sostegno e la nostra condivisione. Così come non possiamo che stigmatizzare il comportamento, anch’esso quasi in commentabile, dell’assessore regionale Donati che, come diceva giustamente Renzo e come ha ricordato anche Massimo Papolini, ha fatto la pipì fuori da vaso completamente, perché ha danneggiato enormemente la possibilità di attivare qualsiasi iniziativa di intervento che, come doveva essere, non avvenisse in base ad una procedura ufficiale, trasparente, cristallina, che non può che partire dall’Esecutivo a livello nazionale e a cascata coinvolgere le varie istituzioni locali: Regioni, Province, Comuni. Però bisogna ricordare da dove nasce questo dramma. Nasce da iniziative giudiziarie scriteriate che, muovendo pure da oggettive e incontrovertibili azioni di pulizia quali quelle di chiudere discariche abusive che avevano raccolto, come denunciato nel film Gomorra i rifiuti pericolosissimi del nord, anche del nord Europa, ha chiuso anche le discariche ufficiali creando il corto circuito. Questo ce lo dobbiamo dire una volta per tutte: il corto circuito si è determinato in quel momento quando, con provvedimenti unilaterali, senza considerare le condizioni oggettive — non c’era il termovalorizzatore, non erano stati in grado di avviare la raccolta differenziata — hanno chiuso per ingiunzione immediata le discariche: dove doveva andare a finire questa immondizia? Non c’era altra possibilità che lasciarla nelle strade. PRESIDENTE: Non ci sono altri interventi, quindi ha la parola l’assessore Porto. ROBERTO GIANNOTTI: Ci deve leggere la lettera del 2 marzo. TARCISIO PORTO: Giannotti, io non sono solito andare in giro con le lettere dell’Amministrazione. Non ce l’ho nella borsa, però siccome sono atti pubblici, non credo sia un grosso problema rintracciarla. Le posso dire che la lettera sarà stata una delle tante lettere della corrispondenza intercorsa con l’ente Regione,
dove né più né meno dicevamo quello che abbiamo detto tutti fino adesso, cioè davamo la piena disponibilità istituzionale a verificare i parametri per un eventuale, ipotetico accordo e tutti i dubbi a cui voi fate riferimento li possiamo approfondire, però in un clima diverso, nel senso che o ci preoccupiamo delle sorti vere dei cittadini e dei rifiuti di questa provincia, oppure continuiamo a interrogarci sulla parola d’effetto, l’articolo. Io vi posso dire invece il comportamento che è nella sintesi del verbale tecnico, che è trasparente, chiaro, dove gli uffici avevano mandato, prima ancora di intervenire personalmente in quella riunione, di non firmare, di non prendere nessun impegno in quanto la questione era delicata sotto un profilo tecnico perché dovevamo ben capire qual è il codice di rifiuto che avremmo potuto autorizzare nei nostri impianti, tanto che io avevo allertato i gestori degli impianti che sono i veri titolari ad ospitare e c’erano i gestori degli impianti di Aset e di Marche Multiservizi. Addirittura alcuni gestori ne volevano di più di rifiuti, perché è loro interesse riempire i 3 milioni di metri cubi autorizzati. Bisogna dirlo ai cittadini, non evocare i fantasmi: noi abbiamo autonomia per i prossimi 20-30 anni, quindi non abbiamo nessun rischio-bomba ecologica. Il rapporto nazionale annuale di Legambiente sulle ecomafie, parla di flussi dal nord al sud, caro consigliere Lunghi e alcune zone del nord Italia si sono arricchite con la camorra del sud e non con le amministrazioni che oggi vogliono fare un lavoro di trasparenza. Bene abbiamo fatto a chiarire questo aspetto, perché non può essere un aiuto, una solidarietà, quando la solidarietà è tra due persone, se parliamo di enti, di istituzioni, deve essere una cosa alla luce del sole e questa cosa ha fatto saltare il tavolo tecnico, che non era ancora politico, perché non abbiamo firmato nessun documento esecutivo politico. Non c’era ancora nessun accordo. La mia dichiarazione, anche un po’ cruda — e me ne scuserò personalmente con l’assessore Donati quando ho detto “Donati vaneggia”, ma vaneggiare vuol dire che dice delle cose un po’ sconnesse — parlava di tutt’altro, parlava di Valmarecchia, parlava di raccolta differenziata, che non è in capo alla Provincia come delega ma in capo ai Comuni. Posso assicurarvi che ci
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sono Comuni che sono anche all’80% di raccolta differenziata e la media sta aumentando tutti i giorni. Stiamo raggiungendo il 40% di raccolta differenziata, quindi anche le performances non le mettiamo dentro a un tema molto preciso, che è questo e ci tengo a puntualizzarlo, perché abbiamo gestito questa emergenza di comunicazione e trasparenza nei confronti dei cittadini. E’ quello che abbiamo dovuto gestire, perché le dichiarazioni a mezzo Ansa Campania avevano innescato le cose che sapete. Io sono stato contattato dai giornalisti — uno è presente in sala — de Il Messaggero che mi dicevano “allora è vero che arrivano i rifiuti già martedì?”, e io non sapevo nulla. C’erano già i picchetti ai cancelli delle discariche e noi abbiamo dovuto tranquillizzare i cittadini, che è il primo nostro compito su un tema difficilissimo quale quello dei rifiuti. Dopodiché il problema è che questa provincia, pur se ha alcune performances di un certo tipo sulla raccolta differenziata, è forse la più virtuosa della regione Marche, perché ha gli impianti non solo a norma ma già autorizzati e in fase di autorizzazione sull’estensione delle coltivazioni, per cui è diventata il riferimento della regione Marche. E’ qui che ha sbagliato la Regione ad anticipare una cosa che avremmo potuto verificare nei giorni successivi. Gli atti sono presso il comitato tecnico che è sospeso e congelato. Congelato non vuol dire che annulliamo il lavoro amministrativo, perché avremmo buttato via soldi dei contribuenti a sprecare ore in questo lavoro istruttorio degno di una rigorosità unica. Erano tutti informati, compresi i sindaci che ospitano i siti, perché io avevo informato l’assessore all’ambiente del Comune di Fano e non mi avevano detto “no, non li vogliamo”, avevo informato tutti i gestori delle discariche e tutti avevano detto “vediamo, con delle garanzie intorno a: tritovagliatura della merceologia, stabilizzazione, certificazione degli autotrasportatori, certificazione in uscita, certificazione in entrata”. Una di queste condizioni non poteva saltare, tra cui quella della comunicazione per tempo alla cittadinanza, con calma, se ci fossero state tutte le altre condizioni. Insomma, credo che c’è stato, come sem-
pre, su questioni molto delicate, un eccesso di strumentalizzazione da parte di chi ci vede sempre l’occasione per fare un teatrino. Questo è il vero teatrino, che crea un disservizio ai cittadini. PRESIDENTE: Il dibattito è concluso. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ricci. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Ho provato, con il consigliere Giannotti e i consiglieri della minoranza a emendare l’ordine del giorno, ma visto che non c’è la possibilità di farlo, noi così siamo costretti a votare contro per due motivi. Primo perché non vogliamo assolutamente rinfocolare nessuna polemica con la Giunta regionale, per noi la polemica è chiusa; secondo perché questo ordine del giorno non raffigura quello che ho detto, cioè noi abbiamo fatto un ragionamento di responsabilità e abbiamo detto che la questione è già chiusa, perché alle condizioni attuali abbiamo già detto di no e non facciamo nessuna delibera provinciale, siccome domani ci sarà il decreto del Governo e dovremo cosa succederà i prossimi giorni, vorrei evitare che, votando una cosa del genere, se dovessero cambiare radicalmente le condizioni qualcuno dicesse “il Consiglio provinciale si è già espresso”. Avevo provato a fare delle piccole modifiche che ci mettevano in salvaguardia da questo punto di vista ma non sono state accettate, quindi la maggioranza, se rimane questo testo, voterà contro. ROBERTO GIANNOTTI: Mi sembra che il dibattito abbia, al di là di tutto, messo in risalto posizioni diverse. Capisco tutti, però mi sembra che siano due posizioni diverse. Noi abbiamo definito il percorso realizzato sbagliato, individuando anche alcuni livelli di responsabilità e sono volati degli stracci. “Mirko Ricci chiede le dimissioni di Donati”. Mirko Ricci non è l’ultimo esponente politico. Donati sui giornali dice a Ricci “vergognati per il Marecchia”. Siamo arrivati ad una situazione pesante su questo piano. Secondo noi andava stigmatizzato il comportamento della Giunta regionale anche per questa mancanza di chiarezza. Dall’altra parte c’è questo problema. Evidentemente non è la stessa cosa dire “se ci sono vediamo, oppure no”. Noi
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diciamo che questa partita va chiusa, oggi va detto no, poi in futuro sarà quel che sarà ma oggi va detto no, quindi la nostra posizione è questa.
Ordine del giorno n. 12 dei consiglieri Tomassoli Giulio e Baldelli Antonio in merito a ricordo crimini comunisti nel mondo (Rinvio)
MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Ho capito che non c’è una volontà di trovare un ordine del giorno comune. La nostra posizione è chiara ed è quella che abbiamo detto la settimana scorsa. Alle condizioni attuali noi confermiamo che in questa provincia non verrà nessun tipo di rifiuto da Napoli, vogliamo però chiudere la polemica con la Regione e ribadiamo quello che abbiamo detto: che il nostro no non è “leghista”, come è stato definito ma un no responsabile, perché se il quadro nelle prossime settimane fosse totalmente diverso, noi ci rivedremo a ragionare insieme su quale atteggiamento tenere. Ripeto quali sono le condizioni nuove che in un paese normale dovrebbero accadere: un piano serio di autonomia della Regione Campania e della città di Napoli; un intervento del governo della Regione; una impostazione di solidarietà nazionale e dentro la solidarietà nazionale la solidarietà regionale. Questo è quello che abbiamo sempre detto e queste sono le condizioni. Siccome non ci sono queste condizioni, noi confermiamo che in questa provincia non verrà nessun rifiuto ma se l’ordine del giorno rimarrà questo, saremo costretti a votare contro.
PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 3: Ordine del giorno n. 12 dei consiglieri Tomassoli Giulio e Baldelli Antonio in merito a ricordo crimini comunisti nel mondo. Viene rinviato alla prossima seduta.
PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Lunghi.
Mozione n. 36 dei consiglieri Savelli Renzo e Papolini Massimo in merito al Centro turistico termale Terme di Carignano
DANIELE LUNGHI: Mi trovo totalmente d’accordo con questo ordine del giorno. Ribadisco che se fosse diverso voterei contro. Però è emersa dalle parole del Presidente Ricci una porta aperta verso questi rifiuti. Lui dice “possiamo smaltirne 3 milioni, potremmo accoglierne anche 15.000 tonnellate”. Quindi, onde scongiurare anche questa possibilità futura, voto decisamente a favore di questo ordine del giorno. PRESIDENTE: Pongo in votazione l’ordine del giorno. Il Consiglio non approva con 16 voti contrari e 6 favorevoli (Tarsi, Foschi, Rognini, Giannotti, Rosso e Lunghi)
Mozione n. 34 dei consiglieri Tomassoli Giulio e Foschi Elisabetta in merito alla situazione delle Ferrovia nella provincia di Pesaro e Urbino (Rinvio) PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 4: Mozione n. 34 dei consiglieri Tomassoli Giulio e Foschi Elisabetta in merito alla situazione delle Ferrovia nella provincia di Pesaro e Urbino. Anche questa mozione viene rinviata alla prossima seduta.
PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 5: Mozione n. 36 dei consiglieri Savelli Renzo e Papolini Massimo in merito al Centro turistico termale Terme di Carignano. Ha la parola il consigliere Papolini. MASSIMO PAPOLINI: Dopo aver parlato della Vallugola parliamo oggi del secondo progetto che in qualche modo andrà potenzialmente ad incidere in maniera molto importante sul nostro territorio provinciale. Presidente, le annuncio che rispetto alla mozione presentata alcuni giorni fa, ci sono alcune variazioni, quindi chiedo di distribuire a tutti i colleghi il nuovo testo.
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PRESIDENTE: Viene distribuito il nuovo testo. MASSIMO PAPOLINI: Dicevo che anche questo progetto potrebbe fare scuola per potenziali, possibili altri progetti che si sviluppassero nel nostro territorio. Ci sono due aspetti da evidenziare, secondo me. Uno è l’aspetto metodologico e l’altro del merito del progetto e dell’incidenza che avrà. L’aspetto metodologico è che il progetto, che ormai è arrivato alla sua quarta edizione, è arrivato attraverso un accordo di programma che è una procedura attuata già da alcuni decenni, che però ha trovato la sua sistemazione dal punto di vista giuridico nel 267/2000 e permette in maniera molto veloce e accelerata, di arrivare a far sì che si riuniscano in un unico tavolo tutti i progetti interessati, in questo caso la società Terme di Carignano, la Provincia di Pesaro e Urbino, il Comune di Pesaro, il Comune di Fano e la società che gestisce il campo da golf. Questa dell’accordo di programma secondo me è una questione alquanto delicata, in quanto se non viene fatta un’apposita pubblicità, se non vengono coinvolte le amministrazioni, le associazioni, i cittadini attraverso delle pubblicazioni, attraverso delle manifestazioni chiare di volontà, rischia di passare in sordina. Il merito ci porta ad analizzare come si è sviluppato il progetto in questi anni. Un progetto che nasce nell’area delle Terme di Carignano alla fine di maggio 2009 e praticamente, essendo accordo di programma, ha anche la capacità di andare a variare le previsioni urbanistiche nei comuni interessati dal progetto, quindi porta delle interessanti modifiche urbanistiche, soprattutto per quanto riguarda il comune di Fano. E’ un progetto che inizialmente nasce con una superficie utile lorda di 58.000 metri quadri e che successivamente, a seguito dei pareri della Regione e della soprintendenza ha subito alcune modifiche, al punto tale che si è arrivati ad un quarto progetto, con delle modifiche sostanzialmente dal punto di vista ambientale, del reperimento di risorse idriche, di produzione di inquinamento causata da eccessiva concentrazione di abitazioni in quest’area, senza predisporre misure compensative ido-
nee. La novità dell’ultimo progetto consegue dal parere dello scorso anno della Regione. In effetti, alla fine del 2010 la Regione, un po’ a sorpresa, ha espresso tutta un serie di criticità sul progetto, riprendendo le critiche che si riferivano ai progetti precedenti, però a sorpresa alla fine, anziché dare un parere negativo, ha preferito dare un parere positivo, con un notevole numero di prescrizioni. Queste prescrizioni hanno portato al quarto progetto, quello che è stato oggetto di una espressione della soprintendenza, per il quale il progetto è stato suddiviso in fasi. Praticamente non si è voluto pensare al “Progetto Terme di Carignano” come a un tutt’uno ma si è preferito considerarlo come un progetto a step successivi, rispetto al quale la soprintendenza ha dato per ognuno di questi step una sua valutazione. In particolare per quanto riguarda i primi due passaggi ha espresso un parere positivo e in particolare ci riferiamo al fatto che, essendo un progetto che punta alla rivalutazione delle terme, la soprintendenza, così come la Regione aveva fatto con le sue prescrizioni, ha indicato il recupero e la valorizzazione del complesso termale come aspetto fondamentale e prioritario. Il successivo passaggio è quello relativo alla predisposizione di un campo da golf, il quale, sebbene crei notevole utilizzo di acqua e di risorse, viene considerato comunque un utile completamento per quanto riguarda le terme e l’attrattiva di questa struttura e dei suoi potenziali clienti. Sia la Regione che la soprintendenza in maniera particolare, hanno invece ribadito la necessità di tutta una serie di opere. In particolare la soprintendenza permette che venga realizzata una struttura ricettiva bene inserita nell’ambiente, nel paesaggio e che non finisca per svalutare e creare dei mostri all’interno di questa bellissima area, riconoscendo comunque la necessità che l’area venga valorizzata e non venga lasciata nelle attuali condizioni. Però in questa fase si inserivano anche delle strutture ricettive ulteriori, un megaparcheggio e una nuova chiesa, che la soprintendenza ha invece preferito cassare e questo perché comunque a pochi chilometri dall’area di cui si parla esiste già un borgo, esiste già una chiesa che comincia ad essere particolarmente degradata, quindi l’ottica della soprintendenza, come
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del nostro Ptc di cui abbiamo avuto occasione di parlare in VIII Commissione privilegiano il recupero del già costruito. Quindi si va proprio incontro al recupero e alla ricostruzione di ciò che potenzialmente può vere un valore storico e artistico decisamente superiore rispetto a una nuova costruzione. Allo stesso tempo sono state cassate dal progetto strutture sportive e ricettive, strutture che avrebbero sì dato un valore maggiore all’area ma che sostanzialmente erano di competenza pubblica, quindi non era il costruttore a doverne sostenere i costi ma eravamo noi e i Comuni interessati. Le fasi V e VI si riferiscono a strutture residenziali, commerciali e alberghiere ulteriori, oltre che dirigenziali, insomma non strettamente attinenti all’area e alla valorizzazione, ma che, anzi, portavano nell’area una eccessiva antropizzazione, una eccessiva presenza di abitanti, di inquinamento, senza misure compensative in grado di recuperare comunque questa perdita. Poi ci sono altre prescrizioni che riguardano quest’area e si riferiscono in particolare all’esigenza di ripristinare un verde particolarmente di qualità, nel senso di non mettere in piedi dei piccoli spazi verdi che singolarmente potrebbero portare ad una metratura considerevole. Ricordiamo che ci troviamo, in particolare, in area Natura 2000, quindi con zone Sic e Zps che in qualche modo perdono valore non solo per essere direttamente toccate ma per avere una modificazione di tutta l’area circostante. Questa è la situazione. Ovviamente come Italia dei Valori e anche a nome di Renzo Savelli e del gruppo di Rifondazione comunista con il quale abbiamo sottoscritto questa mozione, siamo particolarmente soddisfatti del parere della soprintendenza, la quale ha avuto un occhio particolare alla possibilità di riqualificazione e di sviluppo della zona, ma con un occhio al paesaggio, al rispetto di un’area di bellezza irripetibile, come detto nel parere espresso dalla Regione. Aggiungerei che chi ha redatto il progetto — è una cosa che ho notato e secondo me è una stortura — dice che essendo l’area formata
anche da coltivi, quindi da campi, è un’area che non ha valore particolare, mentre, al contrario, sia nel parere della Regione che in quello della soprintendenza si fa notare che impermeabilizzare certe aree, eliminare aree verdi così importanti ha delle conseguenze enormi. Avete avuto modo di confrontarvi su ciò che è cambiato. Fondamentalmente si è voluto ancora di più, rispetto alla stesura iniziale, evidenziare quali erano gli eccessi del progetto, che comunque, dopo le varie stesure non ha subito grandissime modificazioni, rimane grosso modo quello che era, dovrà essere ora adeguato al parere della soprintendenza e si invita comunque il soggetto proponente a presentare una nuova proposta, dietro la quale, stante il procedimento dell’accordo di programma, dovrà seguire un’attenta valutazione, un’attenta analisi e una partecipazione, perché la zona in questione è di incredibile importanza non solo per i residenti ma per tutti noi che viviamo nella provincia. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Tarsi, con l’intervento del quale chiudiamo le prenotazioni. MATTIA TARSI: Credo che l’atteggiamento dell’Idv in questi due anni e mezzo sia molto chiaro, trasparente. L’ultima volta avevo detto in maniera anche ironica, che l’Idv è contro ogni progresso in questa provincia, ma effettivamente poi riscontriamo, sulle cose serie, importanti, che ci lamentiamo da un lato che non ci sono nel nostro territorio ancora degli imprenditori che abbiano il coraggio di investire sul territorio stesso. Da una parte quindi ci lamentiamo, dall’altra, quando ci sono questi imprenditori coraggiosi che fanno progetti così importanti, che portano a lavorare circa 150 persone — come stimato da uno studio —... La prima cosa che ho letto nelle premesse è che non è stato fatto uno studio, invece ce l’ho. (Interruzione). Le manderò un fax, così vedrà tutti gli studi che sono stati fatti. Circa 5.000 arrivi al giorno, il che significa che ciò fa girare l’economia. Pensate a Gradara, che è molto sensibile al turismo e vive di questo. Pensate a una città come Fano di 65.000 abitanti: un imprenditore è disposto, grazie anche al
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Comune di Fano, al Comune di Pesaro e alla Provincia stressa, a dare il parere per stanziare un grande progetto di riqualificazione del territorio, e invece no, una piccola ma importante componente della Giunta, come al solito cerca di mettere i bastoni fra le ruote. Ma cosa succede? Fino a 10 minuti fa io avevo letto un altro ordine del giorno e mi sono anche meravigliato, perché conosco la posizione del Presidente Ricci, conosco anche la posizione di molti consiglieri del Pd e mi sono trovato un po’ imbarazzato nel vedere che anche l’attuale maggioranza potesse approvare un ordine del giorno simile, poi a un minuto dall’inizio di questa discussione me ne trovo subito un altro nel quale sono state inserite una serie di cose del tipo ”io Ricci Presidente della Provincia non sono d’accordo con quello che stai dicendo, però non posso votare contro un tuo ordine del giorno, perché fai parte sempre della maggioranza e sei anche il mio vice, non posso”. Quindi si inserisce una clausola con la quale si prende atto del parere della soprintendenza, quindi si impegna la chiusura del procedimento di approvazione del progetto coerentemente alle disposizioni della soprintendenza, però Ricci prende atto dell’impegno del Presidente della Giunta provinciale a cercare una soluzione sostenibile rispetto al contesto ambientale e paesaggistico. Per la serie “io sono favorevole, quindi non posso votarti contro”. Quindi bisogna che iniziamo a fare chiarezza. C’è grande rispetto, è una parte della vostra maggioranza che ha espresso la propria volontà di andare contro qualsiasi iniziativa che viene fatta in questo territorio, compresa questa, però non si può andare avanti così. Se lei Presidente è a favore, bisogna darle merito, a iniziative imprenditoriali e pubbliche di questo genere, bisogna poi avere anche il coraggio, quando qualcuno, anche della sua maggioranza, le fa lo sgambetto, di dire “mettiamo un paletto su questa cosa”. Sappiate, consiglieri, che andiamo a votare delle inesattezze... (Interruzione). Impegna alla chiusura del procedimento... (Interruzione). Non scherziamo. La chiusura del procedimento con cosa, con tutte le premesse che avete messo? Vuol dire non farlo. Dite “esprimiamo il parere della soprintendenza”. La so-
printendenza ha detto:“non vogliamo fare una struttura alberghiera di questo genere”. Si invita a non farla! Se voi mi dite “cerchiamo di chiuderla, però la soprintendenza ha detto di non voler fare una struttura alberghiera simile, quindi noi ci rifacciamo al parere della soprintendenza e impegniamo a chiudere”, facciamo chiarezza: non viviamo più nel mondo dell’ipocrisia. Vorrei anche dire, cari colleghi consiglieri di maggioranza e minoranza, che andiamo a votare un ordine del giorno inesatto, perché l’ordine del giorno fa riferimento a dei dati molto vecchi ma in realtà non è così, perché non è vero che tutta la struttura va a coprire circa 59.000 mq., non è assolutamente vero, anzi sono 53.767 mq. Sul dei comuni di Fano e Pesaro e del campo da golf. Quindi ci sono anche qui delle inesattezze. (Interruzione). Ho capito, però parliamo delle cose attuali, non possiamo parlare dei progetti di un anno fa. Voi oggi ci fate esprimere un parere su una cosa del genere, io mi rifaccio agli ultimi dati, non a quelli di un anno fa. Parliamoci chiaro. Io ci sono andato almeno una volta, spero di tornarci subito dopo le ferie estive, per l’inverno, perché mi piace, ma quanti di noi sono andati in uno stabilimento termale? Tanti. Credo che tutti abbiamo sempre apprezzato lo stabilimento, la struttura alberghiera soprattutto. Non sono 20 camere ma anche a Montecatini Terme si tratta di strutture anche di 150-200 camere. E dalle Marche, come da tutta l’Italia, c’è una migrazione verso queste zone che permettono tutta questa recettività. Invece qui no. Non capisco perché abbiamo paura quando qualche imprenditore tira fuori dalle proprie tasche i propri soldi, li mette a disposizione di tutto il territorio, perché non guadagna soltanto quello stabilimento termale ma se arrivano 5.000 persone al giorno, credo che queste persone che si fermano anche 5-6 giorni, si muoveranno in tutta la città, in tutto il territorio provinciale. Invece no, abbiamo paura di una struttura alberghiera di 100 camere; Non ci posso credere, sono veramente choccato e mi auguro che tutta la maggioranza, tranne naturalmente l’Idv metta una mano sulla coscienza, soprattutto sindaci come quella di Gradara che vive del turismo e sa quanto sono
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importanti gli investimenti degli imprenditori sulle nuove strutture alberghiere e ricettive. Mi auguro che si mettano una mano sulla coscienza, a partire dal Presidente della Provincia e non votino questo ordine del giorno. PRESIDENTE: Ha la parola il Presidente Ricci. MATTEO RICCI, Presidente della Provincia: Provo a spiegare la cosa, che per me è molto chiara, visto che da quando sono Presidente ho seguito costantemente i passi delle terme e mi rendo conto che per i consiglieri la cosa possa non essere altrettanto chiara. Proviamo a ripartire da quando siamo arrivati noi. Noi abbiamo iniziato la legislatura con un accordo di programma firmato alcuni mesi prima. Questo accordo di programma è stato firmato dalle tre amministrazioni, Provincia, Comuni di Fano e Pesaro e società Terme di Carignano, teso alla valorizzazione delle terme, che rimane per noi un grande obiettivo, perché sapete quanto ci stiamo muovendo per provare a crescere turisticamente e sappiamo quanto le terme, dal punto di vista turistico, potrebbero diventare un volano importante, a maggior ragione anche con la previsione del casello a Fenile, che si trova proprio lì, all’ingresso delle terme. L’accordo di programma fatto, da molti, non solo da Papolini, Savelli e Davide Rossi, era considerato sovradimensionato, perché era addirittura maggiore alle previsioni di piano regolatore e da lì si è aperto un dibattito: associazioni, comitati e via dicendo. Il dibattito è un conto, ognuno può avere la sua idea. Sicuramente io non avevo la stessa idea di Papolini che giudicava pessimo l’accordo di programma, io lo giudicavo non il massimo, si poteva fare meglio, comunque gli davo un voto discreto. Dopodiché, al di là della nostra posizione, nel frattempo sono successe delle cose, perché quell’accordo di programma che abbiamo ereditato, è stato bocciato con parere negativo sia dalla Regione che dalla soprintendenza. A quel punto che cosa abbiamo fatto? Abbiamo detto ai progettisti di modificare il progetto e di renderlo più sostenibile. Nuovo progetto, nuovo parere, la Regione, dopo una serie di discus-
sioni non dà più il parere negativo ma dà un parere positivo con prescrizioni abbastanza pesanti, mentre la soprintendenza mantiene il parere negativo. Allora cosa facciamo? Modifichiamo di nuovo il progetto, alla luce delle prescrizioni della Regione e torniamo dal soprintendente. Quindi dall’inizio ad oggi il progetto è già stato più volte rivisto e già ridimensionato, sia nei volumi che anche rispetto all’impostazione. Morale. Arriviamo all’ultimo incontro con la soprintendenza e proprio per facilitare una soluzione abbiamo diviso l’accordo di programma in sei fasi. Perché a noi interessa fare le terme ed interessa che ci sia un meccanismo, perché sappiamo che non lo deve fare il pubblico, lo deve fare la società privata che fra l’altro ci sta rimettendo ogni anno migliaia di euro, perché la gestione attuale non produce utili, produce perdite. Il tema è: riusciamo, dividendolo in fasi, a trovare una soluzione che sia per noi sostenibile dal punto di vista ambientale e per la società che lo deve realizzare sostenibile dal punto di vista economico? Dopo l’ultimo incontro il soprintendente, divisa la cosa in sei fasi, dà parere favorevole sulla prima fase, che è complesso termale in ex imbottigliamento, con annessi edifici per commerciale e recupero sede storica, ovvero: 9.350 mq. di attrezzature termali, poliambulatori e riabilitazione; 1.600 mq. di attività commerciale; 200 mq. di residenza per il custode. Prima fase, parere favorevole. Seconda fase, parere favorevole, campo da golf con strutture annesse, pertinenti edifici di servizi, attrezzature sportive per complessivi 1.750 mq. Parere favorevole. Poi ha dato un parere contrario alle fasi 5 e 6 che sono quelle di maggiore impatto. La fase 5, comparto edificatorio destinato a residenza e terziario con annesse aree parcheggio, residenza privata 3.900 mq., funzioni commerciali 2.450 mq., parere negativo. Fase 6: complesso alberghiero residenziale, parere positivo su 2.000 mq. di attrezzature termali, poliambulatori e riabilitazione, parere negativo su 16.000 mq. di funzioni ricettive e 3.000 mq. di attività commerciale. Qual è la fase aperta, dove è stato lasciato uno spiraglio? Le fasi 3 e 4, perché non ha dato parere negativo ma ha fatto delle prescrizioni
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molto forti. La fase 3 soprattutto, riguarda nuove strutture termali a nord del Bevano con struttura alberghiera e ampliamento Hotel 4 Fonti, dove abbiamo 5.500 mq. attrezzature termali, poliambulatori, riabilitazione, 4.400 mq. funzioni ricettive, 200 mq. residenza custode, 200 mq. attività commerciale, 1890_ mq. attività sportive e religiose. La fase 4, 1.250 mq. di attività sportive. L’ordine del giorno non è stato modificato a caso. Intanto tutte le premesse fatte sono state messe al passato, perché il giudizio che Papolini e Savelli davano negativo, non è più su dove siamo arrivati adesso ma sul progetto iniziale. Riconoscono al Presidente che non si è mosso per fare tutto a prescindere ma io mi sono mosso dall’inizio per provare a trovare una soluzione sostenibile dal punto di vista ambientale. Nell’ordine del giorno si aggiunge il fatto che, rispetto al parere del soprintendente, mi si invita a fare una nuova proposta per reinserire l’albergo. Ovviamente una struttura alberghiera di dimensioni compatibili rispetto ai vincoli ambientali ecc. Perché questo? Tra l’altro ne ho parlato più volte sia con gli amministratori di Fano che di Pesaro. Questa ormai è l’unica mediazione possibile se vogliamo far partire le terme. Dire al soprintendente “approvaci almeno altri 4.400 mq. o quello che sarà di funzioni ricettive, perché se non ci metti quelli non c’è la sostenibilità economica”, e la società Terme di Carignano non fa l’investimento neanche relativamente al primo e secondo punto. Se tu mi rimetti quello con un progetto compatibile, come scritto nell’ordine del giorno, per noi potrebbe essere giocoforza andare dalla società e dire “partite, fate quello che turisticamente ci interessa”. E’ chiaro che i punti 5 e 6 rimarranno congelati. Rimarrà la previsione urbanistica, perché non possiamo togliere previsioni urbanistiche, ma siccome c’è il parere che deve dare il soprintendente, visto che è un’area soggetta a vincoli, l’accordo di programma così non si chiude su tutti e 6 i punti ma sui primi 4 o sui primi 2 più questa cosa qui, in modo tale che diamo all’operazione una sostenibilità economica. Per questo voterò questo ordine del giorno, perché sostanzialmente, anche se la valuta-
zione di partenza poteva essere diversa, oggi come oggi la cosa che propone l’ordine del giorno pragmaticamente, se vogliamo far partire le terme, è l’unica mediazione che possiamo provare a fare, sempre che il soprintendente l’accolga. Anzi, questo ordine del giorno mi rafforza nella trattativa con il soprintendente per far reinserire una parte di ricettiva e chiudere quell’accordo, tant’è che anche la chiusura del provvedimento è dopo l’invito. Come dire: ci riconosci quello che abbiamo fatto, la valutazione negativa era sull’impostazione passata, c’è l’invito a provare a fare questa mediazione e se riusciamo a fare questa mediazione, a quel punto si chiude il procedimento e proviamo a partire con il progetto. Per me le cose sono molto chiare. E’ una cosa molto simile, culturalmente, al dibattito che abbiamo fatto sul porto di Vallugola, ma è molto diversa, perché mentre sul porto di Vallugola siamo all’anno zero, qui siamo, forse, se il soprintendente capisce le nostre motivazioni, ad un passo da una mediazione concreta che può far partire le terme. Almeno me lo auguro, perché se rimane così il parere del soprintendente non parte niente, se riusciamo a fargli reinserire la struttura ricettiva, credo che ai privati convenga partire. (Interruzione). Loro sperano che quel borgo venga in qualche modo ristrutturato. Ma quella è un’altra cosa. A questo punto, al di là della sensibilità ambientale che da una parte può essere maggiore e dall’altra minore, il punto vero è che non decidiamo né io né te Tarsi, il parere del soprintendente è fondamentale. In questo momento il parere del soprintendente è: se voi volete portare a casa tutto non si fa niente. Se invece vogliamo provare ad aggiungere questa cosa, non sono fiducioso, però secondo me vale la pena riprovare ad incontrare il soprintendente e chiedergli di accogliere queste cose. Altrimenti, allo stato attuale, con il parere del soprintendente — avremo fatto ormai dieci incontri, fra tecnici e politici — non parte nulla. Quindi il dato di fatto oggi è che, amministrativamente, sono anni che lavoriamo su questa cosa ma con questo parere del soprintendente non parte nulla. Questo ordine del giorno ci rafforza, perché ci consente di dire che si fa una cosa con una forte valenza ambien-
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tale sostenibile, legata al turismo e alle terme, ma dice anche che il Consiglio provinciale è d’accordo a trovare una mediazione che ci consenta di garantire la sostenibilità economica, altrimenti in questo modo abbiamo la sostenibilità ambientale ma non c’è quella economica e quindi il progetto non può partire. Per questo voterò a favore di questo ordine del giorno che mi sembra molto pragmatico, di chi vuol fare le terme e non perdere questa occasione e al tempo stesso avere un’impostazione di salvaguardia ambientale e paesaggistica. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Foschi. ELISABETTA FOSCHI: Ho capito che questo ordine del giorno è stato cambiato in alcune cose, partendo dal mettere l’imperfetto piuttosto che il presente circa le valutazioni sull’accordo che Ucchielli aveva siglato nella precedente esperienza amministrativa. Prendo atto che oggi si accusa il Presidente precedente di avere sottoscritto un protocollo non rispettoso dell’ambiente, che fa uno scempio ambientale, che fa palazzinari nella zona di Carignano. Insomma, quello che emerge è questo. (Interruzione). Io parlo per quello che dice il Consiglio provinciale. Il Consiglio provinciale oggi dice “quello che veniva prima di noi — che è il segretario regionale del Pd — ha firmato un protocollo che è uno scempio, che devastava tutto”. Chi ha detto “si vogliono le terme ma non le palazzine, le residenze”? Gli si è dato del cementificatore di una collina. (Interruzione). Faccio solo la sintesi di quello che è emerso dal dibattito. Io penso l’esatto contrario: che quella invece era una grande opportunità e non ho mai apprezzato le critiche, tra l’altro sempre con una violenza, con una acredine nei confronti di un imprenditore che faceva un investimento, come se questo venisse lì a devastare tutto. Oggi diciamo che sì, vogliamo le terme, perché c’è la gente che viene a fare le cure, punto. Noi vogliamo solo quelle. E’ chiaro che il discorso deve essere compatibile, sostenibile, è molto chiaro che si daranno anche le condizioni all’imprenditore di vedere cosa deve fare, come deve fare. Io non condivido nemmeno le criti-
che con l’imperfetto, perché qui siamo all’assurdo di una querelle che ha portato in maggioranza chi quelle critiche feroci le faceva e oggi bisogna trovare comunque un compromesso, il compromesso è fortemente al ribasso, a mio avviso, perché si perde una grande occasione, non vince niente nessuno. Voi sarete soddisfatti del parere contrario del soprintendente, avete gridato vittoria... (Interruzione). I soprintendenti dicono anche che sono uno scempio le vostre colline piene di pannelli solari, però lì non dite niente. (Interruzione). Ah, adesso “la provincia del sole e del vento è del Governo”? Non siate ridicoli, per favore. Prima il fotovoltaico era il non plus ultra, adesso cominciate ad avere qualche perplessità. Assessore Porto, ma che del Governo! Quando non rifà il decreto il Governo è da attaccare perché non rifà il decreto, poi fa il decreto... (Interruzione). No, no, parlo sul serio. Prendo atto che a seconda di come vi conviene vi rivolgete al Governo. Ritengo che tutto quello che questo ordine del giorno impegna a fare, porti al ribasso e non si chieda nemmeno il tentativo di far capire cos’è quella zona, cosa può diventare, perché con la soprintendenza ci si confronta. (Interruzione). Lo faremo anche noi a questo punto, perché non so quali input arrivano alla soprintendenza, se la Provincia si accontenta di averlo al ribasso così, oppure è convinta che non sia uno scempio ambientale ma ci possa essere la possibilità di fare una struttura rispettosa dell’ambiente, perché io l’idea che gli imprenditori siano sempre quelli che vanno a devastare l’ambiente in cui sono nati e in cui vivono non ce l’ho, sinceramente. Molte volte vi siete rivolti come comitati. Io gli articoli di stampa li ho letti. C’è questa idea di quello che vuole solo speculare, fare soldi senza essere rispettoso di niente. Io questa impostazione non la condivido e non condivido nemmeno questo ordine del giorno, perché non penso che le premesse fossero così devastanti, anche in quell’accordo di programma, sottoscritto, ripeto, da Ucchielli, non da Berlusconi. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Tra l’altro, come
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cofirmatario dell’ordine del giorno. Il collega Giannotti sicuramente ha buona memoria come me, e ricorderà che sono trent’anni che si parla di valorizzazione delle Terme di Carignano e in questi trent’anni di chiacchiere che comparivano ripetutamente sulla stampa, di cose concrete nisba. Finalmente è arrivato quel progetto che è stato messo all’imperfetto e questo progetto messo all’imperfetto non è, come dice il consigliere Tarsi, che se la prende con l’Idv e salva noi, perché anche noi siamo in Giunta. Io mi sento offeso. Tu attacchi soltanto lui... Metti anche noi fra coloro che sono contrari al progresso della provincia, perché se non ci metti anche noi, non ci siamo. E’ vero, noi siamo contrari al falso progresso della provincia, noi siamo contrari alla falsa valorizzazione dei beni culturali e ambientali, noi non siamo affatto contenti che si sciupi territorio perché “c’è un imprenditore coraggioso”, in quanto rispetto a quell’imprenditore coraggioso, quel progetto era una colata di cemento, al quale sono stati sottratti solo 5.000 Metri cubi. E se hai letto attentamente — ma ho l’impressione che tu non abbia letto proprio attentamente — avrai visto che quando è stato bocciato per la prima volta, cosa è comparso sulla stampa? Una dichiarazione che diceva, da parte dell’imprenditore, “Se non mi fate fare tutto quello che voglio io — cioè tutti gli appartamenti che non sono finalizzati alla valorizzazione delle terme, tutti i mercati, supermercati o negozi che non sono finalizzati alla valorizzazione delle terme — io non ho la mia convenienza”. Ma allora l’obiettivo, il tema, come direbbe il nostro Presidente, qual è? E’ forse creare una nuova frazione megagalattica perché serva agli imprenditori, o il tema è e resta come valorizzare nel modo adeguato questa risorsa chiamata Terme di Carignano? Come fare in modo che questa acqua particolare possa richiamare gente che sta male? Quando, fino a 10-15 anni fa c’era un bell’accesso di gente alle terme, compresi molti dipendenti pubblici che nel mese di settembre invece di andare al lavoro andavano a fare le terme — potrei fare nomi di diverse persone — queste terme languivano. Come mai? Mentre Pitinum Terme aveva realizzato questa potenzialità e aveva aumentato le presenze ecc.
E allora, non viene il dubbio che sia esistita, fino ad oggi, una modesta capacità dirigenziale o una inesistente volontà vera e propria di valorizzare le terme? Non questo falso mito del progresso, che è una balla ormai superata dal tempo. Il mito del progresso è relativo all’800, la locomotiva: quello era il mito del progresso che il Carducci citava. La verità è che quel progetto, quella colata di cemento, perché tale è e tale resta nella sua portata... (Interruzione). Non l’ho dichiarato io ma l’hanno dichiarato la Regione e il soprintendente quando dice “la cubatura è stata più volte giudicata sovradimensionata, perché comprende funzioni non attinenti al termalismo, in particolare abitazioni private, residenze turistiche ecc.”. Allora signori, queste cose le scrive un imbecille? Il problema è l’input che arriva a chi ha la responsabilità di decidere: in Regione sono degli imbecilli, per cui l’hanno bocciato; il soprintendente è un altro imbecille, per cui l’hanno bocciato, lui non sa leggere con gli occhi suoi non riesce a vedere, non sa distinguere i colori che sono nella piantina e le funzioni che vengono indicate, ha bisogno dell’input. Io farei un altro ragionamento e direi: ma perché tu devi difendere a spada tratta questo progetto megagalattico? Perché? Non ne capisco le ragioni. Se voi siete intenzionati come noi a dire “ci interessa la vera valorizzazione delle terme”, ecco che i punti 1 e 2 ci sono, sul punto 3 grazie a questo ordine del giorno riusciamo a spingere, allora dovreste essere contenti e dire “bravi, avete fatto bene”. Altro che compromesso al ribasso! Un ordine del giorno predisposto dai due consiglieri di maggioranza dell’Idv e di Rifondazione che era stata taciuta ma che c’è, come sempre. E’ stato predisposto, ragionato e pesato, è stato oggetto, giustamente, di valutazioni in sede di maggioranza, nella maggioranza sono stati aggiunti altri elementi ed è stato ben modificato e rettificato, sia con il verbo al passato remoto, perché era il progetto e su quel progetto faccio tremila critiche. Questo “compromesso” cosiddetto in realtà è la strada che apre la possibilità di una valutazione seria, corretta, intelligente. Se poi l’imprenditore non vuole approfittare di questa strada, di questa occasione, di questa
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possibilità che gli si offre, non venga a piangere qui, non venga a lamentarsi qui, perché quando uno le cose le fa non con la finalità vera ma con altri scopi... (Interruzione). Non li ho dichiarati io ma li ha dichiarati lui sulla stampa. Li leggete i giornali. C’erano titoli cubitali. Quindi, noi come maggioranza approviamo questo ordine del giorno, la minoranza farà come vuole. Se per ottenere 100 non vota neanche per ottenere 30, affari suoi. Si giustificherà altrove. noi non dobbiamo giustificarci affatto, perché ciò che abbiamo seguito con correttezza è la coerenza fra il dire e il fare. Se si parla di “provincia del sole e del vento” e si dice anche che non bisogna consumare territorio inutilmente, questa è una riprova, è una cartina di tornasole, uno dei momenti in cui si dimostra la coerenza che deve esistere sempre fra il dire e il fare. Dopodiché voi fate come volete. Noi non abbiamo alcuna dipendenza né concettuale né intellettuale né morale, né di altro tipo, dagli imprenditori, siamo liberi pensatori che con scienza e coscienza, documenti alla mano e in coerenza con i propri principi, dicono sì a questo ordine del giorno. PRESIDENTE: Ha la parola, per la replica, il consigliere Papolini. MASSIMO PAPOLINI: Due cose velocissime al collega Tarsi, che diceva che c’è uno studio che prevede un’affluenza di 4-5 mila persone al giorno. E’ vero, esiste questo studio, però è uno studio che dice semplicemente: siccome le terme, da 1.400 mq. attuali diventeranno 16.000 mq., i clienti aumenteranno in modo esponenziale. Però è uno studio che non spiega come. E’ come se io dicessi che ho un bar di 50 mq. con 100 persone al giorno, lo ingrandisco dieci volte, automaticamente avrò 1.000 persone. Sappiamo benissimo che occorre tutto un marketing. Tra l’altro la concorrenza per quanto riguarda le terme è spietata. Un’altra cosa riguarda il fotovoltaico. Nel progetto c’era anche un impianto fotovoltaico a terra che la soprintendenza ha chiesto di togliere e che ha disposto venga distribuito su tutte le costruzioni che verranno fatte a terra.
Personalmente non ho nessun problema verso gli imprenditori. Ho lavorato quasi sempre come libero professionista, ho dei familiari che hanno un lavoro autonomo, i miei suoceri hanno un’attività autonoma e ho grande rispetto. E’ ovvio che un imprenditore tende a massimizzare il proprio profitto, fa un progetto cercando di ottenere il massimo. Credo che sia nostro compito cercare di equilibrare tra il profitto dell’imprenditore e la bellezza di un paesaggio, del territorio e l’interesse generale. (Interruzione). Ma io dico il mio punto di vista, non è che devo pensare a tutti quelli che sono venuti prima di me, fossero anche della mio stesso partito. Dico come la vedo io. Il discorso di “quelli contro il progresso” è una cosa che veramente non sta in piedi. Ognuno ha la sua concezione di quello che può essere il progresso. (Interruzione). Sono contro perché credo che non sia quello il progresso, non perché sono contro il progresso. Semplicemente credo che non sia quello, soprattutto perché, come vi ho detto in occasione della discussione su Vallugola, non credo che la nostra provincia debba aspirare ad un modello romagnolo che non ci appartiene e ad una cultura che non ci appartiene. Però ognuno valuterà a seconda delle sue convinzioni. PRESIDENTE: Pongo in votazione l’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 16 voti favorevoli, 3 contrari (Giannotti, Foschi e Tarsi) e 1 astenuto (Lunghi)
Sull’ordine dei lavori PRESIDENTE: Vi sono ora due ordini del giorno urgenti sul dimensionamento scolastico. (Interruzione). L’assessore era libera questa mattina, mentre questo pomeriggio è impegnata per motivi istituzionali ad Ancona. L’assessore c’era, questa mattina, quando si doveva discutere. Siccome l’ordine del giorno è un atto di indirizzo che dà il Consiglio, si può anche discutere senza assessore. Valutatelo voi.
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Non so gli estensori cosa ritengono. Non conosco il pensiero di Magnanelli e di Savelli. GIUSEPPE MAGNANELLI: Pensando di interpretare anche il pensiero del collega Savelli, visto l’orario e non solo per la mancanza dell’assessore — molto anche per quello — e siccome riteniamo veramente importante questo ordine del giorno, mi pare che l’attenzione in questo momento non sia all’altezza del punto all’ordine del giorno, per cui chiediamo di rinviarlo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Non ho difficoltà a rinviare l’ordine del giorno alla prossima volta, sia per le ragioni che Magnanelli giustamente ha detto, sia perché un argomento come questo può anche essere portato in Commissione, dato che esiste una Commissione pubblica istruzione, da me presieduta, che non è certamente inidonea a discutere questi argomenti, anzi al contrario. Non c’è più qualche consigliere di minoranza che ne fa parte, faremo comunque un passaggio in Commissione, per cui va bene la proposta del collega Magnanelli. L’altra volta eravamo rimasti a metà strada con la questione Wafer Zoo. Sarei contento, superato questo elemento, andare alla conclusione. ELISABETTA FOSCHI: Non c’è all’ordine del giorno. PRESIDENTE: Sulla Wafer Zoo, non è iscritto questo argomento all’ordine del giorno. Abbiamo la proposta della Commissione che ha discusso l’ordine del giorno, di aggiungere al documento quella parte che non era stata inserita. RENZO SAVELLI: Erano due gli aspetti. Uno era togliere quella parte che era stato convenuto di togliere perché imprecisa, in sede di Commissione ma che invece, nel momento in cui è stato approvato il documento, era stata lasciata. La seconda questione che ci interessava ricordare sono gli aspetti veri della vicenda,
cioè che già nella precedente legislatura il Consiglio provinciale si era chiaramente espresso contro l’ipotesi di realizzazione. PRESIDENTE: Come ufficio di presidenza noi non abbaio nulla, abbiamo un verbale della Commissione. C’è un ordine del giorno che è stato approvato. A norma di regolamento possiamo revocare quell’ordine del giorno ed approvarne un altro, però per approvarne un altro bisogna aprire la procedura di revoca e poi bisogna presentare l’altro ordine del giorno con l’eventuale situazione nuova, con l’emendamento. Fin qui ci siamo. L’ordine del giorno che era stato emendato dalla Commissione e che poi non è stato portato in Consiglio, non prevedeva ulteriori modifiche, quindi si ricomincia e questo vuol dire che un conto è revocare un ordine del giorno e sostituirlo con quello nuovo pattuito in Commissione e in due minuti lo si fa. Altro discorso è aggiungere ulteriori parti che non erano state concordate in Commissione, che significa la guerra. Tutto questo va discusso. RENZO SAVELLI: “Guerra” se non ha letto il testo. Se ha letto il testo non c’è guerra. PRESIDENTE: Per me è importante, come ufficio di presidenza, sapere quali sono le proposte. Sono due diverse. Una è l’ordine del giorno pattuito dalla Commissione che non è stato portato. L’altra è aggiungere ulteriori cose, che è diverso. RENZO SAVELLI: Che erano state dette in Commissione. PRESIDENTE: Però mi dicono che su questo aspetto si crea un disaccordo. Lo dico in aula, perché un conto è prendere atto di quello che ha detto la Commissione e si fa in due minuti, un conto è l’altra cosa che vuol dire riaprire tutto il dibattito. ROBERTO GIANNOTTI: La Commissione ha concordato solo di stralciare nove righe riferite al ruolo degli uffici provinciali. Se l’ordine del giorno viene riproposto così, allora si tratta di una presa d’atto, se invece si vuol
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apportare altre modifiche, allora cambia il discorso e si ricomincia da capo. PRESIDENTE: Dal punto di vista procedurale sono due scelte diverse. Una è una presa d’atto, l’altra è la riapertura di tutto. La prossima seduta si terrà l’11 luglio, probabilmente la mattina perché così c’è la possibilità di interrompere per il pranzo e continuare il pomeriggio. Il pomeriggio non sono favorevole a rimandare i consiglieri a casa alle 21, dopo 4-5 ore di discussione. Il pomeriggio si inizia alle 15,30 e si chiude alle 19 non si lavora, perché
c’è un’ora dedicata alle interpellanze, quindi facciamo un Consiglio per un ordine del giorno? Quindi vorrei convocare il Consiglio preferibilmente la mattina, a garanzia dell’opposizione che così ha la possibilità di discutere, altrimenti in due ore e mezza del pomeriggio cosa si discute? Un ordine del giorno. E’ anche uno spreco, tra l’altro, per la collettività, perché un Consiglio ha dei costi. La seduta è tolta. La seduta termina alle 17,50