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numero 11 • Settembre 2008
Atteggiamento posturale e lenti progressive Un semplice test per identificare la lunghezza del corridoio di progressione e l’altezza di centratura in funzione dell’atteggiamento posturale del soggetto Luca Giannelli
Luca Giannelli, Optometrista - Ortottista Formatore ECM Intervision
L’
affascinante legame tra il sistema posturale e il sistema visivo è noto da tempo quando già Lowman (1918)[1] e Mills (1919)[17] dimostrarono che posture scorrette potevano produrre eteroforie orizzontali e verticali nonché anisometropia. Se gli studi passati hanno ricevuto meno attenzione per la nostra quotidianità non lo è la sperimentazione di Harmon (1948)[2] che definì la distanza ergonomica di lettura che oggi trasmettiamo all’Utenza come l’optimum posturale da tenere al punto prossimo. Se la distanza di Harmon è tutt’ora il punto di forza dell’educazione visiva per i non presbiti, la valutazione degli atteggiamenti posturali per i portatori di lenti progressive (pal’s)* porta oggi il professionista a gestire meglio la scelta della geometria multifocale per ottimizzare l’approntamento dell’occhiale. Per la natura di carattere pratico nel presente articolo vi saranno richiami sommari del concetto posturale e delle relazioni che lo legano al sistema visivo per lasciare maggiore spazio alle valutazioni clinico-pratiche.
Benvenuti all’appuntamento mensile con l’angolo pratico di b2eyes magazine. La volta scorsa abbiamo visto come sfruttare i test stereoscopici da lontano per ottimizzare la prescrizione visiva. In questo articolo esamineremo un test posturale che fornisce indicazioni utili sulla scelta della tipologia di corridoio di progressione e relative indicazioni di centratura.
CONCETTO POSTURALE La postura è qualsiasi posizione assunta dal nostro corpo per equilibrarsi con l’ambiente. Il cervello sarebbe una scatola chiusa, isolato se non avesse gli organi di senso e diversi recettori che lo informano sia sulle condizioni in rapporto all’ambiente esterno sia sulle sensazioni all’interno del corpo. Per stare in equilibrio in piedi, salire le scale, andare a fare la spesa, stare seduti in macchina o sul divano di casa, produrre un gesto atletico ossia per relazionarci con
Figura 1.
l’ambiente, esiste un sistema chiamato Sistema Tonico Posturale (STP) che, come un centralino, riceve e coordina le varie informazioni che provengono dai diversi recettori posturali per produrre un atto motorio di contrazione muscolare. (Figura 2). L’acquisizione istantanea di numerose informazioni da parte del nostro organismo serve a precisare le “correzioni” infinitesimali necessarie a “compensare” le perturbazioni sull’equilibrio derivanti dall’ambiente esterno.
GLI OCCHI GUIDANO IL CORPO Sì, gli occhi sono una delle principali guide posturali. Abbiamo visto che la postura è governata da un centro cerebrale, il STP, che acquisisce le informazioni per emettere una risposta muscolare di assetto posturale. Per fare questo tra i diversi organi il STP utilizza in modo significativo il sistema visivo[3,4,5]. L’influenza del sistema visivo sull’assetto posturale è dovuta principalmente da due
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Figura 2. Il Sistema Tonico Posturale e i Recettori. Esiste un corollario di recettori (esocettori* ed endocettori*) che in ogni istante della vita informano il sistema Tonico Posturale (STP), un centro cerebrale di acquisizione ed elaborazione delle informazioni sullo stato dinamico e statico del corpo, con lo scopo di mantenere l’equilibrio somatico in rapporto con l’ambiente. Ogni azione automatica, come camminare, o gesto volontario, come alzare un peso, possono essere effettuati dal sistema osteo-articolomuscolare solo attraverso la processazione degli input recettoriali acquisiti dal STP. Qualsiasi manifestazione di dolore a livello posturale, come il mal di schiena o la cervicalgia, sono indice di un problema del STP
elementi: la retina come esocettore* e i muscoli extraoculari come endocettori*. La retina dà informazioni sul dove siamo e ci relaziona con il mondo perché prende le informazioni dall’esterno sulla posizione e dimensione degli oggetti nell’ambiente. Proprio per questa caratteristica è possibile intuire che qualsiasi nuova correzione modificando la dimensione, la distanza apparente e l’orientamento delle cose, sia in grado di modificare il rapporto del sé con tutto ciò che si percepisce. Tipico esempio sono i soggetti astigmatici non corretti (soprattutto per astigmatismi inferiori la diottria) o parzialmente corretti con asse vicino ai meridiani orizzontale e verticale che si presentano con il capo lievemente inclinato su una spalla. L’atteggiamento inclinato della testa serve a vedere meglio sull’asse di astigmatismo e/o per orientalizzare meglio la percezione del mondo che è costituito da linee verticali e orizzontali. Una volta corretti adeguatamente con attenzione all’atteggiamento viziato della testa, i soggetti che manifestano cervicalgia spesso riferiscono un miglioramento della sintomatologia e/o della
tensione muscolare. Il perché va ricercato nella nuova correzione che evita o riduce l’adattamento posturale scorretto. (Figura 3 e 4) Muscoli extraoculari come endocettori* I muscoli estrinseci dell’occhio (MOE) possiedono particolari recettori (fusi neuromuscolari, cilindri mio-tendinei con funzione vicariante gli organi tendinei del Golgi non presenti sulla MOE)8 attraverso i quali il STP è in grado di stabilire la posizione di ogni singolo muscolo e quella dei globi oculari rispetto la testa e il collo, il vestibolo, l’apparato stomatognatico*, il tronco e l’appoggio podalico[11,12]. La sensibilità enterocettiva (nel caso specifico propriocettiva) della MOE è in grado quindi di informare il STP sulla posizione degli occhi rispetto ai vari distretti corporei e questo serve al sistema per capire se gli occhi stanno guardando dritto in avanti piuttosto che ruotati in altra direzione rispetto all’asse del corpo, come ad esempio a sinistra per vedere se sta passando una macchina mentre la testa volge altrove.
LA VISIONE INFLUENZA LA POSTURA E VICEVERSA Se si riconosce al sistema visivo il ruolo di uno dei principali informatori del cervello per l’aggiustamento posturale, si può affermare che qualsiasi nuova prescrizione è in grado di influenzare l’assetto posturale in termini di posizione del baricentro corporeo e di equilibrio delle catene muscolari (ved. esempio sui soggetti astigmatici sopra descritto). Viceversa, dallo stretto rapporto che unisce la postura alla visione è possibile asserire anche che un atteggiamento posturale disfunzionale che interessa la posizione della testa e la mobilità del collo, è in grado di modificare la posizione degli occhi rispetto ai piani principali dello spazio relativi al corpo umano* in ortoposizione. Per esempio in soggetti con cervicalgia cronica è comune osservare un atteggiamento del capo diverso dall’ortoposizione. (Figura 5) In generale è possibile sostenere che qualsiasi atteggiamento posturale disfunzionale che richiede un compenso del collo in una posizione diversa da quella “dritta”, altera anche la posizione
Figura 3 e 4. Astigmatismo e prescrizione. Secondo l’orientamento posturologico sono le piccole perturbazioni sul sistema posturale ad essere in grado di provocare i maggiori adattamenti in distress ossia negativi per il sistema[3,4,5,6,10,15]. I deboli astigmatismi non corretti o parzialmente compensati ad asse vicino ai meridiani principali, spesso promuovono un compenso posturale della testa che, se mantenuta inclinata durante l’esame della vista perché in atteggiamento spontaneo (Figura 3), altera l’asse finale di prescrizione favorendone l’atteggiamento viziato del capo. Una volta accertato che la natura della posizione anomala del capo è di origine visiva, l’esame va effettuato con il capo e occhialino dritti e con i centri ottici delle lenti coassiali ai riflessi pupillari (DAV)[7]. (Figura 4)
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Figura 5. Posizione del capo in soggetto con cervicalgia. Si noti l’atteggiamento esteso e lievemente ruotato del capo sulla spalla destra che altera la normale presa delle centrature delle lenti progressive.
“dritta” degli occhi che ora si trovano ad osservare un oggetto dritto davanti a loro con una posizione nelle orbite diversa da quella primaria di sguardo*. Per quanto riguarda il nostro lavoro, le posture scorrette influenzano in modo preponderante la posizione delle centrature delle lenti. In caso di scelta di geometrie progressive esiste una interferenza sia sul piano orizzontale sia sul piano verticale che ne condizionano l’utilizzo in termini di libertà dei movimenti soprattutto durante la deambulazione.
INTRODUZIONE AL TEST Prima di vedere come aiutarci con un semplice test posturale che permette di individuare l’altezza di centratura e dare utili indicazioni sulla scelta della lunghezza di progressione, definiamo cosa guardare e come osservare il soggetto. Valutazione delle simmetrie in posizione ortostatica*[3,11b] Senza entrare nel merito della valutazione posturale di un individuo che non ci compete, ma dalla quale possiamo attingere importanti indicazioni, la postura assunta dall’individuo in statica (stando fermo) permette di acquisire molte informazioni circa lo stato di simmetria o asimmetria di distribuzione del tono muscolare. Il problema è come osservare e come analizzarla. Per poter rilevare le modificazioni presenti è utile fare un confronto con una postura idealmente normale. Si rapporta quindi l’atteggiamento spaziale ad una retta perpendicolare alla base di appoggio, detta verticale di Barré[11b] che si analizza clinicamente con il test del filo a piombo o, nel nostro caso utilizzando più grossolanamente delle linee verticali presenti nel proprio luogo professionale. (Figura 6)
Nel soggetto perfettamente allineato la linea di Barré (il filo a piombo) corrisponde alla proiezione dell’asse corporeo mediano sulla superficie del corpo[11b] in proiezione frontale anteriore e posteriore (soggetto visto dal davanti e da dietro) e in proiezione laterale. Per lo scopo dell’articolo analizzeremo solo l’ultima. Nell’osservazione dei soggetti in proiezione laterale (Figura 6) si deve provvedere al controllo latero-laterale anteriore destro e sinistro. In questa proiezione la linea di Barré si posiziona: immediatamente al davanti del malleolo esterno (E), passa per la metà dell’articolazione del ginocchio (D), per l’articolazione coxo-femorale (C) (sul trocantere – n.d.A.), sulla L3 (appena davanti al profilo somatico posteriore, in corrispondenza della lordosi lombare),11a sulla spalla (B), per il trago* dell’orecchio (A), esce dal vertice del capo. IN PRATICA In pratica bisogna accostare il soggetto ad una linea perfettamente verticale, po-
sizionarlo di lato partendo dal punto di repere del malleolo esterno (E) e analizzare la posizione degli altri punti (D, C, B, A) dove i più semplici da osservare sono la “B” e la “A”. Non facendo alcuna diagnosi posturale, è sufficiente stabilire se il soggetto presenta un’inclinazione anteriore, posteriore o è bilanciato sulla verticale di Barré per orientarci sull’altezza di centratura e lunghezza del corridoio di progressione . Vediamo due esempi.
IL TEST VISUO-POSTURALE Ogni individuo presenta la propria posizione ortostatica e solo il 10% circa della popolazione rientra nei parametri posturali canonici[3]. Generalmente la posizione più comune assunta dall’essere umano è bilanciata tra carico anteriore e posteriore o leggermente in avanti definita in anteroposizione ossia i distretti corporei sono lievemente spostati in avanti rispetto ai punti di repere menzionati (generalizzazione). La figura 7 accentua particolarmente l’inclinazione globale anteriore per migliorare didatticamente l’osservazione posturale. Come si può notare dalla fotografia tutti i punti di repere sono posizionati in avanti. Quello che interessa maggiormente sono le spalle e la testa. In questa posizione il collo è comunque libero di flesso-estendersi (muoversi in giù e in su). Questa posizione e libertà di movimento garantisce l’uso delle diverse porzioni della lente multifocale: mentre guarda a terra, sale e scende le scale può abbassare normalmente la testa per utilizzare la zona deputata al lontano così da vedere nitido e percepire le distanze correttamente.
Figura 6. Proiezione laterale e verticale di Barré A. Trago dell’orecchio B. Sulla spalla C. Cresta iliaca D. Ginocchio E. malleolo esterno Spiegazioni nel testo
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Gli anteroposti
Figura 7. Soggetto in anteroposizione. Spiegazione nel testo
Figura 8. Soggetto in retroposizione. Spiegazione nel testo
In atteggiamento retroposto (Figura 8) ossia quando la strategia posturale scelta dal soggetto prevede un carico maggiore nella parte posteriore del quadrilatero di sostegno* con un indietreggiamento dei punti di repere, la testa assume una posizione più estesa (elevata, si alza) per controbilanciare il baricentro per poi adottare una lieve flessione di compenso che serve a mantenere gli occhi sull’orizzonte. I muscoli del collo aumentano la loro attività che porta ad una riduzione della mobilità nella flesso-estensione per irrigidimento delle strutture. Questi soggetti mentre camminano, scendono le scale o promuovono attività di movimento, sono meno propensi a utilizzare il collo, ad abbassarlo quanto un soggetto anteroposto. IN PRATICA I retroposti [13]
L’atteggiamento retroposto si traduce in una differente strategia d’uso sinergico del collo e degli occhi dove gli occhi devono svincolarsi dai movimenti più limitati del collo per esplorare le zone basse del campo visivo e, di conseguenza, utilizzare aree più basse della lente progressiva. In queste situazioni la lente progressiva con un canale lungo di circa 18 mm ossia con un occhiale con fit* di 21 - 23 mm (altezza croce di centratura – bordo inferiore della lente) risulta più indicata rispetto soluzioni a canale più corto che impegnano un uso maggiore dei movimenti del collo. Valutando i casi di difficoltà di adattamento all’uso delle lenti progressive con
particolare attenzione alla postura assunta dall’utente, è possibile mettere in relazione la sintomatologia riferita da soggetti con disagio funzionale per l’uso di lenti a corridoio corto, in special modo con lenti dal fit 16-17mm e l’atteggiamento in retroposizione. La causa sembra essere dovuta primariamente all’atteggiamento vincolato della flessione del collo piuttosto che la sola interferenza del corridoio di progressione limitante per i grandi utilizzatori della visione intermedia. Sebbene non vi siano conclusioni statistiche che possano dirimere una scientificità delle cause, i soggetti retroposti che utilizzano pal’s a corridoio corto e che hanno problemi di adattamento, riferiscono principalmente un corollario sintomatologico in attività dinamiche rispetto a quelle statiche. Quando si muovono riferiscono il disagio nella deambulazione, nel scendere le scale o nel continuare a cercare la porzione corretta della lente per vedere confortevolmente quando guardano per terra. Una tensione a livello cervicale è spesso associata ai disagi sopracitati.
Figura 9.
Rappresentano una percentuale della popolazione maggiore rispetto i retroposti e in assenza di disfunzioni posturali, la libertà dei movimenti del collo è conservata per cui vi è una migliore sinergia tra gli spostamenti del collo e quelli degli occhi. In questo caso la scelta della lunghezza del corridoio di progressione e qualità della lente progressiva, sono in funzione del lamento principale, dell’attività visiva prevalentemente svolta e, non meno importanti, dell’aspettativa che presenta l’utente verso le lenti progressive e dell’atteggiamento psicologico a riguardo. Interessante è aprire una finestra di commento sulla tipologia di scarpe prevalentemente utilizzate dal soggetto che possono falsare l’atteggiamento posturale durante la presa verticale delle centrature con qualsiasi metodo utilizzato (Vicktorin, video centratura, fotografia a distanza).
COSA SUCCEDE ALLE DONNE CHE INDOSSANO ABITUALMENTE I TACCHI? LA POSTURA SICURAMENTE CAMBIA... Portare i tacchi, sposta il baricentro in avanti[14] e in termini di centratura non ci sono modifiche sostanziali rispetto la nostra abitudine di rilevamento. Attenzione si pone quando una persona abituata a portare tacchi maggiori di 4 cm viene per la centratura delle lenti progressive con scarpe basse come le ballerine di moda quest’anno. L’eliminazione dei tacchi in una portatrice abituale sposta maggiormente l’assetto posturale in retroposizione rispetto a chi non usa i tacchi. È normale sentirsi riferire da chi indossa le scarpe con tacchi alti di percepire appena dopo averle tolte, un cambiamento posturale verso la retroposizione e, come abbiamo visto, la retroposizione provoca un cambiamento posizionale della testa e riduce la libertà di movimento del collo. Le figure 10 e 11 mostrano l’analisi baropodometrica* (pedana stabilometrica TutorNet) della distribuzione del peso in percentuale dello stesso soggetto prima con indosso i tacchi (Figura 10) e poi senza scarpe (Figura 11). La distribuzione percentuale del peso cambia si-
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Figura 10. Baropodometria con tacchi indossati (h = 5 cm). Le sagome delle scarpe sono la rappresentazione dei carichi al suolo. La scala colorimetrica (come nella topografia corneale) evidenzia le aree di maggior carico (rettangoli rossi) da quelle di minore (colore blu). Si noti che le aree rosse sono concentrate sull’impronta plantare anteriore (metatarsale) con una percentuale di carico anteriore di 72,6%. Il cerchio rosa situato in mezzo, rappresenta il punto del baricentro corporeo medio acquisito in 52 sec.
Figura 11. Baropodometria senza scarpe. Rappresentazione dei carichi al suolo della soggetto appena tolte le scarpe. Si noti che le aree in rosso (maggior carico) sono ora ripartite sui calcagni con carico maggiore nel quadrante infero-desto (IV quadrante). Le percentuali di carico antero-posteriore si invertono rispetto all’uso dei tacchi con attivazione dei riflessi posturali di adattamento. Il baricentro medio (cerchio rosa) è localizzabile in mezzo ai calcagni, retroposto rispetto al punto di riferimento della baropodometria con tacchi. (Figura 10)
Figura 12. Altezza di centratura. Suggerimenti nella scelta dei corridoi di progressione in funzione del baricentro corporeo. Retroposti: meglio canale di 18mm con fit 2123mm. Anteroposti o bilanciati: vedi paragrafo ‘anteroposti’. Chi alterna tacchi alle scarpe basse: canale 14mm con fit 18mm.
gnificativamente utilizzando i tacchi: 72,6% per il carico anteriore e di 28,4% per quello posteriore, a valori senza scarpe di 45,7% per il carico anteriore e di 54,3% per quello posteriore. Generalmente la distribuzione del carico è distribuita equamente tra i 3 punti di appoggio podalico (anteriormente: 2/6 sul I metatarso, 1/6 sul V metatarso, posteriormente: 3/6 sul tallone)16 per cui le percentuali si avvicinano al 50% tra davanti e dietro. Si può parlare di percentuali “normalizzate” solo se si posiziona il soggetto in una posizione standardizzata. Nell’esempio il soggetto è stato posizionato in atteggiamento spontaneo, per cui si parla solo di tendenza percentuale. Quello che risulta essere significativo è il cambiamento dell’appoggio con inver-
sione dei carichi antero-posteriori: con i tacchi c’è anteroposizione, senza c’è retroposizione. Questa situazione richiede un adattamento posturale che coinvolge la posizione della testa e degli occhi. Altezza di centratura In questo caso (centratura con scarpe basse) ci si può trovare di fronte ad una posizione della testa lievemente più alta per cui si può stare tranquilli nel centrare la croce di centratura sul riflesso corneale o sul centro pupilla in funzione del tipo di progressiva scelta. Quando utilizzerà di nuovo i tacchi la testa potrà avere un riassestamento verso il basso (si parla sempre di millimetri di spostamento), di conseguenza i centri si abbasseranno lasciando libero il campo del lontano dalle proble-
matiche riferite ogni volta che le centrature sono alte. (Attenzione in questo caso che la centratura non risulti troppo bassa con allontanamento dei centri del vicino). Per quanto riguarda il corridoio di progressione non c’è una regola precisa. Personalmente per le persone che alternano tacchi a scarpe basse utilizzo lenti progressive con canale medio 14 mm con fit h = 18mm circa, in modo tale da lasciare più libertà nei movimenti verticali degli occhi. In questi soggetti l’atteggiamento in retroposizione non è abituale perché tende ad evidenziarsi solo indossando scarpe basse per cui un canale di progressione più corto rimane adeguato. In ultimo, questo esempio può essere ribaltato ossia porre comunque attenzione alle persone che abitualmente portano scarpe basse e che si presentano alla centratura con i tacchi. In questo caso, se alla verticale di Barré risulta un anteroposizione accentuata e un lieve abbassamento del capo, l’altezza di centratura andrebbe fatta leggermente più in basso rispetto il centro pupilla. Un buon punto di centratura è il bordo inferiore pupillare in pupille di diametro 3-4 mm. Il tutto si risolve chiedendo all’utente quale tipologia di scarpe utilizza abitualmente, spiegando che è importante conoscerlo perché certe scarpe possono influenzare la bontà della centratura verticale che è sinonimo di confortevolezza per l’uso delle lenti progressive.
PROVATE VOI STESSI È possibile quanto utile sperimentare su se stessi il legame tra libertà di movimento del collo e posizione del corpo. In un luogo adatto e lontano da spigoli, provate a stare in piedi assumendo una posizione comoda, con i piedi allargati a distanza delle anche e le braccia sui fianchi. Dovete rimanere sufficientemente rigidi con il corpo in modo tale da non utilizzare strategie di compenso posturale a livello del bacino che normalmente si piega quando il baricentro si sposta. Provate ora a sentire la mobilità del vostro collo flettendolo ed estendendolo. Ora spostate il baricentro del vostro corpo tutto in avanti fino a sentire un aumento del peso sulle punte dei piedi e ritestate la mobilità del vostro collo. In
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ultimo, riprovate la libertà del movimento del collo dopo aver spostato il baricentro tutto indietro (aumento della sensazione del carico sui talloni). Davvero interessante, vero? Infine sul sito www.intervisionitalia.com alla sessione approfondimenti, è possibile visualizzare e/o scaricare un filmato su come l’atteggiamento posturale anteroposto o retroposto fa adattare il collo e la testa in posizioni diverse.
NOTA Le immagini dell’articolo sono di proprietà IntervisionTM. www.intervisionitalia.com L’immagine 1 è stata scaricata da: www.flickr.com Le immagini 10 e 11 sono state realizzate tramite le pedana stabilometrica di proprietà TutorNet. www.tutornet.it
Bibliografia 1. Lowman C.L.: The effect of faulty skeletal alignement upon the eyes. Am J. Orthop Surgery (Dec) 1918, 459-492 citato in: Forrest E.B.:Visione e Stress. Edizioni O.E.P. marzo 1988, 24: 253:256.
Per inviare commenti:
2. Harmon DB. Notes on a dynamic theory of vision, 2nd Rev;1957, Later 3rd rev. Austin, TX, published by author, 1958.
[email protected] www.intervisionitalia.com
3. Bricot B.: “La riprogrammazione posturale globale” ED Statipro 1998. 1:17-23
Appendice in ordine alfabetico * Baropodometria: esame non invasivo che permette di rilevare le pressioni plantari esercitate al suolo in soggetti in posizione statica e dinamica (durante l’esecuzione del passo) tramite un sistema softwarizzato. * Endocettori: sono recettori sensitivi che ricevono stimoli dal proprio corpo. Ne fanno parte i propriocettori per la percezione delle varie parti del corpo (recettori osteo-artro-muscolo-fasciali), i viscerocettori e endocettori meccanici e chimici per la percezione viscerale e dei vari organi.[3,9,11,12,15,16] * Esocettori: sono recettori che ricevono stimoli dall’ambiente esterno i cui principali sono: la retina, il vestibolo e la superficie cutanea podalica.[3,9,11,12,15,16] * Fit: corrisponde all’altezza in mm dalla croce di centratura della progressiva al bordo inferiore interno della montatura. * Pedana stabilometrica: è una piattaforma computerizzata che permette di valutare le condizioni di equilibrio studiando la posizione e la dinamica della proiezione al suolo del baricentro del corpo. Questo avviene graficamente attraverso il cosiddetto gomitolo posturale (oscillazioni della proiezione al suolo del baricentro corporeo); inoltre ne permette l’analisi in termini numerici. * Piani principali dello spazio relativi al corpo umano: i piani spaziali principali sono quelli che dividono il corpo in due metà identiche. * Posizione Ortostatica: soggetto in piedi e fermo in atteggiamento posturale spontaneo con le braccia lungo i fianchi mentre guarda dritto in avanti. * Posizione primaria di sguardo: rappresenta la posizione che assumono gli occhi quando, nello sguardo dritto avanti con capo eretto e in ortoposizione, il soggetto fissa all’infinito su un piano orizzontale all’altezza dei propri occhi. * Pal’s: L’acronimo “Pal” significa: “Progressive addition lens”, si scrive “pal’s” per indicare due lenti. * Quadrilatero di sostegno: rappresenta l’area di appoggio che circoscrive i due piedi a terra. All’interno del quadrilatero di sostegno si trova il baricentro posturale, inteso come la proiezione del centro di gravità del corpo, davanti al malleolo mediale.[3] * Stomatognatico: apparato deputato alla masticazione, deglutizione, fonazione e respirazione * Trago: piccola sporgenza cartilaginea posta davanti al lobo del padiglione auricolare.[9]
4. Schmidt R.A.; Lee T.D.: Motor Control and Learning:A Behavioral Emphasis. Ed. Human Kinetics. 2005, 5: 131-141. ISBN 073604258X 5. Gagey P.; Weber B.: “Posturologia - regolazione e perturbazioni della stazione eretta”. ED Marrapese 1997. I:55; III:195220 e IV:229-258 6. Bressan P. Interventi nel seminario: Approccio multidisciplinare ai disordini posturali. Villa Widmann-Foscari. Mira (VE). 14 Giugno 2008. 7. Giannelli L.: Prescrizione dell’astigmatismo in soggetti con inclinazione del capo. Congresso Interdisciplinare: Visione e Postura. IntervisionTM. 19 e 20 Novembre. Hotel Poliziano - Milano 8. Weir C. R.; Knox P. C.; Dutton N.:“Does extraocular muscle proprioception influence oculomotor control?” Br Ophthalmol 2000. 84:1071-1074 9. Dizionario De Mauro. Linkografia: http://www.demauroparavia.it 10. Euromedica Polidiagnostico – IntervisionTM: Area Ricerca clinica. Via Lomazzo, 5. 20154 Mialno 11. Lazzari E.: La postura – I fondamenti. Ed Marina. 2006, a 1:31 - b 8:96-97 12. Shumway-Cook A.; Woollacott M.H.:Motor control: Translating research into clinical practice. ED Lippincott Williams & Wilkins, 2006, 3:62-67. ISBN 0781766915 13. Villa E.; Giannelli L.; Giannelli M.: Tecniche pratiche dei test posturali per la visione. Dispensa per la Formazione ECM IntervisionTM 2008. 14. Kerrigan DC; Lelas JL; Karvosky ME: Women’s shoes and knee osteoarthritis. Lancet. 2001; 357 (9262):1097-8. PMID: 11297965 15. Toti T.: Compendio di semeiotica occluso posturale. Edizioni Martina 2007, 1:1 16. Kapandji I. A.: Fisiologia articolare. Ed. Monduzzi. 1944. ISBN: 8832327473 17. Mills L.: The effect of faulty craniospinal form and alignement upon the eyes. Am J. Ophtal (sept) 1919, 493-499 citato in: Forrest E.B.: Visione e Stress. Edizioni O.E.P. marzo 1988, 24: 253:256.