ASSOCIAZIONE PORDENONESE DI ASTRONOMIA
MONTEREALE VALCELLINA
PORDENONE
LO SCOPO DI QUESTO NOTIZIARIO
IN QUESTO NUMERO Un nuovo rifrattore per l’A.P.A. ...................................................................pag. 1 I crateri sui prati del Sirente..........................................................................pag. 4 Recenti immagini Deep-Sky dall’osservatorio “Montereale” ......................pag. 8 Parliamo un po’ del nostro Sole....................................................................pag. 12
Notiziario stampato in proprio e distribuito ai Soci
Comitato di redazione: Carrozzi Giampaolo – Bradaschia Filippo – Cauz Omar – De Giusti Luigi
UN NUOVO RIFRATTORE PER L'A.P.A (di Bradaschia Filippo e Cauz Omar)
Da un po' di tempo si discuteva, nelle riunioni del direttivo che si svolgono mensilmente tra tutti i soci, della necessità di sostituire, oppure reintubare il rifrattore Jaeger 152 F/10, affetto da una notevole aberrazione cromatica dovuta, molto probabilmente, alla mancanza di diaframmi interni. Finalmente, da Agosto, in dotazione al nostro osservatorio abbiamo un nuovo telescopio; si tratta di un rifrattore acromatico Ziel, di produzione cinese da 150mm di diametro e 1,2 m di focale, il Cosmo3, donatoci dal nostro sponsor, Centro Ottico San Marco. In una delle prime sere di cielo sereno, abbiamo effettuato un test ottico per valutare le reali prestazioni di questo strumento che per l'occasione è stato montato su una montatura SkyWatcher EQ6 anch'essa di produzione cinese. Ci siamo concentrati prima di tutto, visto la luna che incombeva, sui principali oggetti deep-sky visibili nel cielo estivo. Gli ammassi globulari M13 e M92 apparivano luminosi ed entrambi risolti fino al nucleo (M92 in minore grado) utilizzando un oculare al lantanio da 10mm a 120X; splendida è risultata sopratutto la visione del primo, viste anche le generose dimensioni angolari. E' stata quindi la volta delle nebulose planetarie M27 "Dumbell" nella Volpecula, molto contrastata a 60X sul fondo cielo, e M57 la famosa "ring nebula" della Lyra, che mostrava un bel "buco" nel mezzo, impossibile però vedere la stella centrale di 15a mag. Negli ultimi minuti di buio concessi dal nostro satellite naturale, abbiamo rivolto lo sguardo alle costellazioni che ci terranno compagnia in autunno e inverno, ed è stato facile puntare il doppio ammasso di Perseo che, con oculare al lantanio da 20mm, si mostrava in tutta la sua bellezza, anche se non rimaneva del tutto all'interno del campo dell'oculare; per questo tipo di oggetti sarebbero infatti più indicati oculari con un angolo di campo maggiori tipo gli LVW. Abbiamo quindi puntato la Luna, oggetto sul quale ogni rifrattore può fornire elevate prestazioni. L'immagine che il rifrattore moFigura 1 Hercules e Atlas strava era molto buona, anche se come ci si poteva aspettare, presso il terminatore e, soprattutto, sul bordo lunare in piena luce si notava l’alone blu tipico di questo tipo di strumenti. Tale aspetto non dava comunque fastidio più di tanto e, cosa per noi molto importante, era inoltre più contenuto rispetto a quello mostrato dallo Jaeger sinora utilizzato. Supportati da un seeing quasi buono (peccato che la Luna fosse ancora bassa sull’orizzonte – più o meno 15°), abbiamo montato la webcam per poter fare qualche immagine in alta risoluzione. I risultati ottenuti si possono vedere qui sotto. 1
Figura 2 Il cratere Macrobius
Figura 3 I crateri Messier A e B escono dalla penombra
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Figura 4 L'area degli Altopiani lunari presso il cratere Janssen
Notevole vero? Il test in Hi-res si è fermato qui, vista la mancanza dei maggiori pianeti nel cielo estivo di questo 2004. In conclusione, le prime impressioni sono state molto positive, personalmente non ci aspettavamo delle prestazioni del genere da uno strumento che come ordine di prezzo è ormai (diciamo ormai perchè non molti anni fa era il punto di arrivo di molti astrofili) alla portata delle tasche di tutti. Il telescopio si candida ora come sostituto del Jaeger 152 F/10 per poter essere utilizzato come strumento di ripresa nel campo planetario e a medio campo (in accoppiata al ns. CCD si potranno avere circa 30' di lato). Per l’utilizzo come l'autoguida, il sistema di decentramento del vecchio rifrattore potrebbe essere rimpiazzato da vitoni registrabili a mano al posto degli attuali a brugola. In alternativa si potrebbe utilizzare il Cosmo3 come strumento “didattico” durante le visite del pubblico in osservatorio. Nel prossimo direttivo verrà presa la decisione su quale destinazione dare ad entrambi gli strumenti.
Un particolare ringraziamento al Centro Ottico San Marco di Pordenone per la disponibilità e la sensibilità dimostrata verso l’Associazione perché, offrendo questo validissimo strumento, ci ha posto nelle migliori condizioni per ulteriormente potenziare le nostre attività di ricerca ed osservazione, specie nel campo del profondo cielo. Il Presidente dell’A.P.A.
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I CRATERI SUI PRATI DEL SIRENTE di Dino Abate Nel periodo di ferie mi trovavo in Abruzzo, e leggendo la stampa locale sono venuto a sapere di questo sito, che probabilmente rappresenta l’unico luogo in territorio italiano ove sia stata accertata la presenza di crateri da impatto meteorico. Dico probabilmente perché non tutti gli studiosi sono concordi nell’attribuire un’origine cosmica alle conformazioni presenti sui Prati del Sirente, anche se le autorità locali (il Municipio di Secinaro) danno la cosa per scontata. In ogni caso, ho deciso comunque di intraprendere questa “gita archeo-astronomica”.
Il cratere principale, ai piedi del Massiccio del Sirente (m 2348)
I Prati del Sirente si trovano una cinquantina di chilometri a sud-est dell’Aquila, nei pressi del massiccio del Sirente (2348 m), distante 13 chilometri da Secinaro. Il sito comprende un cratere principale, che si riempie stagionalmente d’acqua, e funge così da abbeveratoio per il bestiame che popola l’altopiano, e da altri 17 crateri minori (difficilmente individuabili). Il cratere principale è ben conservato, e risulta compatibile con un cratere da impatto su terreno soffice. Analisi al radiocarbonio hanno indicato l’età di formazione della struttura, situandola verso il IV-V secolo d.C. L’energia liberata durante l’impatto dell’oggetto con l’atmosfera terrestre sarebbe stata di circa 100 ton TNT (l’equivalente di una piccola bomba atomica…), provocando la devastazione della zona circostante. Questi effetti risulterebbero compatibili con alcune testimonianze storiche, tra cui quella famosa visione che ebbe Costantino, poco prima della battaglia contro Massenzio alle porte di Roma (Saxa Rubra), nei primi anni dal IV secolo d.C. . L’imperatore, volgendo gli occhi verso il sole ormai al tramonto, avrebbe visto sopra il sole una croce di fuoco con l’iscrizione “in hoc signo vinces”. I prati del Sirente si trovano a 80 km in linea d’aria da Roma, proprio sulla traiettoria ovest-est di ingresso nell’atmosfera terrestre di un gran masso cosmico, che si rese dapprima visibile nei cieli serali di Roma, e, dopo qualche secondo, potrebbe aver impattato il suolo di Abruzzo, proprio nei pressi del Monte Sirente.
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Al di là delle testimonianze storiche, i cui dettagli spesso sconfinano abbondantemente nel mito, soprattutto quando sono in gioco significati teologici e interpretazioni religiose, potrebbe comunque esserci una compatibilità cronologica e “funzionale” tra questi due episodi.
Il cratere principale, ai piedi del Massiccio del Sirente (m 2348)
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Il cratere principale, guardando verso Ovest (verso Roma)
Il laghetto formatosi all’interno del cratere
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La mia impressione personale è che l’impatto meteorico costituisca un’illazione piuttosto fondata, anche perché, visto il contesto paesaggistico circostante, non mi sembrano plausibili altre ipotesi sulla formazione del cratere. Ma, non essendo un geologo, il mio parere è assolutamente opinabile….
In ogni caso, la località è davvero incantevole: francamente non credo che, da sola, meriti un viaggio, però ne consiglio caldamente la visita se qualcuno dovesse trovarsi da quelle parti….
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RECENTI IMMAGINI DEEP-SKY DALL’OSSERVATORIO “MONTERALE VALCELLINA A margine dei lavori di fotometria CCD sulle stelle variabili, iniziati nel mese di luglio all’Osservatorio, utilizzando il CCD DTA Discovery 260 montato sul Newton Orion Optics UK da 200 mm F6, sono state effettuate alcuni frames deep-sky, al fine verificare l’efficienza del sensore e, in generale, la funzionalità del sistema di ripresa. Dal momento che le immagini ottenute ci sono sembrate, tutto sommato, suggestive, abbiamo deciso di presentarvele, e di inserirle nel nostro sito web.
M101 in UMA – frame singolo di 120” con sottrazione di dark CCD DTA 260E - Newton 400 mm F5 – settembre 2004
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M27 in VUL – frame singolo di 60” (sopra) e 45” (sotto) con sottrazione di dark - CCD DTA 260E Newton 200 F6 (sopra) e 400 mm F5 (sotto) luglio e settembre 2004 9
M33 in TRI – frame singolo di 40” (sopra) e 120” (sotto) con sottrazione di dark - CCD DTA 260E Newton 200 F6 (sopra) e 400 mm F5 (sotto) luglio e settembre 2004 10
NGC 7293 in AQR (Helix Nebula) – frame singolo di 120” con sottrazione di dark - CCD DTA 260E Newton 400 mm F5 – settembre 2004
NGC 891 in AND – frame singolo di 120” con sottrazione di dark - CCD DTA 260E - Newton 400 mm F5 – settembre 2004
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RECENTI IMMAGINI DEL SOLE di Dino Abate
Alcune immagini del Sole, riprese a luglio con un rifrattore Tele Vue 102 con prisma di Herschel, filtri B+W ND 1000X e 64X, pellicola negativa e positiva da 100ASA, filtro IR-cut Segue una sequenza variamente ingrandita del gruppo di macchie NOAA 0652, visibile a luglio anche a occhio nudo: La tecnica di ripresa è quella sopra indicata, interponendo tra prisma e pellicola una lente di Barlow 3X (alla pagina seguente) e una Powermate 5X (sotto
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Il gruppo NOAA 0652
Infine, ripropongo un’immagine di una protuberanza solare in luce Hfebbraio del 2003. Rifrattore Stein Optics 77/910 con apparecchiatura CromixSun a tre stadi filtranti, digicam Epson con metodo afocale. 13
Infine, ripropongo un’immagine di una protuberanza solare in luce Hdel 2003. Rifrattore Stein Optics 77/910 con apparecchiatura CromixSun a tre stadi filtranti, digicam Epson con metodo afocale.
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