aprile 2014 TASTE
ARGIOLAS COSTERA CANNONAU DI SARDEGNA Italy $24.99 457911 Sardinia’s Cannonau grape is mainland Italy’s Grenache and Spain’s garnacha.There is a little Carignano (Carignan) and Bovale Sardo added in, resulting in a gently tennic, dry red wine. Aromas of spice, raspberries and black cherries with savoury meaty notes are accented with pepper and licorice. This well-structured, balanced red pairs nicely with grilled beef or lamb.
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aprile 2014 CIVILTÀ DEL BERE
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aprile 2014 CIVILTÀ DEL BERE
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Turriga, Isola dei Nuraghi Igt Produttore: Argiolas www.argiolas.it FB, Pinterest e Instagram: Argiolas Winery Ubicazione del vigneto: Tenuta Turriga in agro di Selegas, Piscina Trigus 230 metri s.l.m. Prima annata prodotta: 1988 Uvaggio: Cannonau 85%, Carignano 5%, Bovale 5%, Malvasia 5% Grandi annate: 1988, 1995, 2001, 2004, 2008 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, Prezzo (2010): 67euro
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SARDEGNA
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aprile 2014 COSMOPOLITAN
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2 aprile 2014 DIVINI.CORRIERE.it
http://divini.corriere.it/2014/04/02/cannonau-il-vino-che-fa-vivere-centanni/
Cannonau, il vino che fa vivere cent’anni
«Il segreto di vivere cento anni è la voglia di vivere e di fare. Io avevo sempre voglia di fare». Antonio Argiolas aveva un terzo segreto per la longevità: bere un bicchiere di Cannonau ad ogni pasto. Sembrava un vezzo, per il pioniere del vino sardo, morto nel 2009 alla felice età di 103 anni. Ora si scopre quel rituale che ha un fondamento scientifico. Luca Deiana, docente di biochimica clinica e molecolare all’Università di Sassari, ha studiato per 16 anni 3.000 centenari sardi, tra cui proprio Argiolas. Il progetto di ricerca si chiama AkeA: è l’acronimo della formula beneaugurante «A Kent’Annos». La premessa è il vino, probabilmente l’antenato del Cannonau, esisteva nell’isola già nell’antichità, come dimostrano molti resti archeologici, tra cui i vasi di ceramica del XII secolo avanti Cristo, con tracce di acido tartarico, trovati nel novembre scorso in una tomba nei pressi del nuraghe Arribiu di Orroli. Epigrafi latine del II secolo dopo Cristo tramandano invece nomi di sardi ultracentenari.
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2 aprile 2014 DIVINI.CORRIERE.it
http://divini.corriere.it/2014/04/02/cannonau-il-vino-che-fa-vivere-centanni/
«Dei 3.000 arruolati nel progetto – spiega Deiana – il 93% degli uomini e il 63% delle donne beve vino rosso soprattutto Cannonau, due bicchieri. Questa quantità, secondo i nostri esperimenti, ha un effetto benefico verso le cellule umane, perché le sostanze contenute nel vino (resveratrolo e acido cumarico), assunte dai nostri centenari, regolano l’equilibrio della produzione di radicali liberi». La conclusione, secondo il docente, è che «due bicchieri di Cannonau bevuti durante i pasti contribuiscono, assieme ad altri fattori, a far vivere più a lungo». Quando, nel febbraio scorso, usando i dati di un altro studio, ne parlò nella sua trasmissione televisiva il chirurgo americano Mehmet Oz, Argiolas vide aumentare del 60% le vendite negli Stati Uniti. «Il merito va alle proprietà antiossidanti, da 5 a 10 volte superiori agli altri rossi», spiega Valentina Argiolas, 36 anni, la nipote del fondatore ora alla guida dell’azienda con la sorella Francesca, il cugino Antonio, il padre Franco e lo zio Giuseppe. Quel vino che sembra diventato un elisir di giovinezza, fino a una trentina di anni fa era tutt’altro che docile al palato, era robusto e muscoloso e arrivava a toccare i 17 gradi alcolici. Il patriarca Argiolas lo beveva comunque, come ha raccontato in «Io sono vissuto per la cantine» (Sara Cossu, Grafiche del Parteolla). Partito da 2 ettari è arrivato a conquistarne 300. «Negli anni Settanta, davanti all’alternativa se incassare gli aiuti comunitari per spiantare le viti oppure dare una svolta all’azienda – racconta Valentina – il nonno puntò tutto sulla qualità: solo vitigni autoctoni, rese più basse in vigna, e stop agli stereotipi del Cannonau iperalcolico e difficile da bere. Abbiamo scelto uno stile internazionale e il successo è arrivato». Sia per il Costera, un Cannonau in purezza, sia, soprattutto, per il Turriga, il vino di punta dell’azienda, che contiene oltre al Cannonau altri 3 vitigni sardi: Carignano, Bovale e Malvasia nera. È stato prodotto per la prima volta nel 1988. «Annata ancora in ottima forma, ne abbiamo da poco aperta una bottiglia», assicura Valentina». Ora Argiolas è diventata un’azienda da 2,5 milioni di bottiglie l’anno. Grazie al patriarca Antonio che di se stesso diceva: «Ho sempre lavorato di giorno e di notte. Con una forza di ferro. Il vino l’ho prodotto io e quindi sono io che ho fatto diventare grandissime le mie cantine».
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2 aprile 2014 CORRIERE DELLA SERA
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3 aprile 2014 AGRICOLAE.eu
http://www.agricolae.eu/
VINITALY
VINITALY, GLI EVENTI DEL CRA DOMENICA 6 APRILE ore 10.00 talk show in diretta “Territorio di… vino”: gli strumenti delle istituzioni per valorizzare il vino e il suo territorio Partecipano: Angelo Aiello direttore investimenti Isa spa, Elena Martusciello presidente nazionale Associazione Donne del Vino, Giusy Pascucci giornalista specializzata, Diego Tomasi CRA viticoltura, Carmelo Zavaglia CRA viticoltura. LUNEDÌ 7 APRILE ore 9.30 talkshow in diretta “Vino e scienza, tra vere evidenze e false verità”: sulla base della letteratura scientifica più recente ed affidabile si farà chiarezza sui tanti falsi miti sul rapporto tra vino, scienza e salute. Partecipano: Giuseppe Alonzo ﴾Presidente CRA﴿, Valentina Argiolas ﴾produttore Associazione Donne del Vino﴿, Donato Antonacci ﴾direttore CRA uva da tavola﴿, Andrea Ghiselli ﴾CRA NUT﴿, Alessandra Moneti ﴾giornalista Ansa﴿, Ivano Valmori ﴾direttore Agronotizie﴿ ore 13.30 talkshow, in onda alle 19 “Dalla vigna al calice passando per la cantina”: come creare valore dal produttore al consumatore. Partecipano: Luigi Bavaresco ﴾direttore CRA viticoltura﴿, Francesco Cirelli ﴾azienda agricola Cirelli﴿, Lorenzo Farina ﴾Walk in﴿, Mario Marotta direttore AFC Isa spa, Daniele Previati ﴾Università Roma 3﴿, Antonio Santini ﴾ristoratore﴿, Paolo Solini ﴾coordinatore Consorzio Nobile di Montepulciano﴿, Lino Stoppani ﴾Presidente FIPE﴿, Nadia Zenato produttore Associazione donne del vino, Domenico Zonin ﴾Presidente UIV﴿. MARTEDÌ 8 APRILE ore 10 talkshow in diretta “Scegliere il vino: è anche un problema di etichetta”: i requisiti da rispettare, i dati da controllare e le invenzioni del marketing. Partecipano: Emilio Gatto ﴾D.G. per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica, Mipaaf﴿, Gabriella Lo Feudo ﴾CRA olivicoltura﴿, Giancarlo Mastella ﴾Azienda vinicola Allegrini﴿, Franco Poggianti giornalista ﴾Agricolae﴿, Paolo Storchi ﴾CRA viticoltura﴿, Cap. Marco Uguzzoni ﴾Carabinieri Politiche Agricole﴿. Gli eventi si terranno presso l’area istituzionale Mipaaf. Conduce Sauro Angelini, direttore di Agrilinea.
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4 aprile 2014 WINENEWS.it
http://www.winenews.it
Categoria: News VERONA - 04 APRILE 2014, ORE 15:46
EXPORT IN PRIMIS, MA ANCHE IL RUOLO DEL VINO A “EXPO” 2015, OCM VINO, SOSTENIBILITÀ, MERCATO ITALIANO, GDO, LOTTA A CONTRAFFAZIONE, E-COMMERCE ...: GLI ARGOMENTI “CALDI” BY VINITALY 2014 (VERONA, 6/9 APRILE). EVENTI & DEGUSTAZIONI. FOCUS: VERONA BIO (...) - domenica 6 aprile, per gli amanti dei wine tasting, da non perdere la degustazione dei vini che hanno ricevuto i “Tre Bicchieri” dalla guida del Gambero Rosso 2014, ma c’è anche il tasting de “I più grandi Riesling tedeschi”, selezionati e presentati da Falstaff, rivista-guida di riferimento in Germania. Per gli amanti della Francia enoica due gli appuntamenti da mettere in agenda: “I grandi vini rossi dei Crus Classés de Graves”, promossa da Vinitaly International Academy (in assaggio Chateau Bouscaut, Carbonnieux, de Fieuzal, Haut- Bailly, Latour-Martillac, Malartic-Lagravière, Olivier, Pape-Clément, Smith Haut-Lafitte e Domaine de Chevalier), e “Perchè interessarsi al vino, e più precisamente ai grandi vini? L’esempio di tre grandi cantine”, firmata da C.a, Grands Crus (nei calici Château Grand-Puy Ducasse, Château Meyney e Château de Rayne Vigneau). Tutta al femminile la degustazione proposta dalla Fisar “Grandi vini rossi italiani … giovani produttrici”, con Valentina Argiolas (Argiolas), Violante Gardini (Donatella Cinelli Colombini), Daniela Mastroberardino (Terredora), Francesca Planeta (Planeta), Camilla Rossi Chauvenet (Massimago) e Sara Vezza Zaffiro (Josetta Saffirio). Ma, sempre il 6 aprile, saranno di scena anche tanti altri appuntamenti: a partire da quelli promossi dalla Regione Veneto, prima con il monologo di Tiziana de Masi “Tutto quello che sto per dirvi è falso”. spettacolo teatrale in fiera sul tema della contraffazione, e con il brindisi dedicato agli amanti di calcio con i campioni dello scudetto vinto dal Verona nell’84-85. Ma ci sarà anche l’incontro con Federico Francesco Ferrero, vincitore dell’ultima edizione di “MasterChef”, che parlerà di cuicina e abbinerà i propri piatti a vini della griffe dell’Amarone Speri. In Piemonte, nello stand della Regione, si parlerà invece del progetto per la candidatura come Patrimonio Unesco di Langhe Roero e Monferrato, menter il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo propone, tra le altre cose, la mostra “L’Abruzzo dei Gandi Maestri”, percorso visivo sulla Regione attraverso lo sguardo di Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin e Mimmo Jodice, con cui si è voluto confrontare il fotografo inglese del “Times” e del “New York Times”. Nello spazio del Franciacorta, invece, si parla di “Wine Business Strategies 2014-2015” in una tavola rotonda moderata dal giornalista Nicola Dante Basile, con manager del mondo del vino come Giovanni Geddes da Filicaja (Ornellaia), Simon Pietro Felice (Giordano Vini), e ancora con Gianni Fava (Assessore Agricoltura Lombardia), Tiziana Sarnari, direzione Mercati Ismea, Roverto Lovato dell’Ice, e Gianluca Maria Esposito, del Ministero delle Politiche Agricole. Il Friuli Venezia Giulia, invece, presenta il progetto “Bottega Friuli Venezia Giulia, Modernità d’Altri Tempi”, con lo chef Emanuele Scarello, Luigi Farrauto, autore Lonely Planet, e Adriano Gigante, presidente del Consorzio Tutela Vini Doc Friuli Colli Orientali. (...)
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6 aprile 2014 FISAR.org
http://www.fisar.org/
La FISAR in ROSA con “Grandi Vini Rossi Italiana ….. Giovani Produttrici” GRANDI VINI ROSSI ITALIANI …GIOVANI PRODUTTRICI Domenica 06 aprile 2014 / ore 15.00 Sala C 1° piano Pad.8/9 / Area CentroServizi "Bra" Alcuni fra i numerosi grandi vini rossi italiani, ottenuti da vitigni autoctoni, saranno raccontati da giovani e appassionate produttrici dei territori viticoli più rappresentativi del nostro Paese. E’ un incontro esclusivo con sei donne protagoniste del mondo del vino che con dedizione, competenza e professionalità, contribuiscono a dare prestigio alla viticoltura italiana. Sono imprenditrici vitivinicole nuove, che guardano al futuro in modo innovativo, nel rispetto della tradizione, producendo vini di alta qualità, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Tali eccellenze enologiche, per la varietà di profumi, sapori e sensazioni che regalano, rappresentano l’espressione autentica della terra in cui nascono. L’evento è inserito nel Programma 2014 della FISAR IN ROSA. Interverranno: (...) VALENTINA ARGIOLAS PRODUTTRICE – AZ. VITIVINICOLA ARGIOLAS – Serdiana (CA) con il TURRIGA IGT ISOLA DEI NURAGHI 2009 (...)
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6 aprile 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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6 aprile 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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6 aprile 2014 IL GIORNALE
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6 aprile 2014 LA STAMPA
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6 aprile 2014 LETTERA DONNA.it
http://letteradonna.it/141127/donne-imprenditrici-settore-vino-a-vinitaly-2014/
LE SIGNORE DEL VINO Razionali e sensibili. Le donne alla guida di cantine crescono. E sposano progetti creativi. Frescobaldi, Argiolas, Donnafugata, ma anche Nonino, Berlucchi, Gancia…i nomi storici dell’enologia all’italiana in senso ampio, dai vini agli spirits, sono sempre di più quelli di donne imprenditrici, che con passione portano avanti storie di famiglia, un patrimonio culturale di inestimabile valore. L’edizione 2014 di Vinitaly, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile, è l’occasione per fare il punto sulla presenza al femminile in un settore che, per quanto risenta di un moderato calo sul mercato nazionale, funziona molto bene sul fronte dell’export. Il vino italiano piace ai paesi del Nord Europa, agli Stati Uniti, ad alcuni paesi emergenti come Corea e Vietnam. E si consolida sempre di più in Giappone e in Cina. Se alle spalle poi, c’è una storia di imprenditoria femminile, riscontri e interesse sono assicurati. LetteraDonna.it è andata alla scoperta delle realtà più innovative, rigorosamente in rosa. (...) IL GIARDINO DEI SOGNI DI ARGIOLAS Va a sostegno dell’Africa, invece, il progetto sviluppato dall’azienda vinicola sarda Argiolas: i due ultimi nati, il vino rosso e bianco Iselis, hanno dato il nome all’iniziativa di finanziamento di un ospedale in Congo, che è già diventato realtà. E il prossimo passo sarà l’apertura di una scuola. «Abbiamo scelto Iselis perchè è un vino sperimentale, sul quale molti avevano dubbi. E che invece ha dato ottimi risultati. Perchè a volte anche le pietre grezze possono diventare bellissimi giardini», racconta Valentina Argiolas, direttore marketing dell’azienda. Che ha immaginato un futuro migliore anche per una terra arida come il centro Africa. (...)
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6 aprile 2014 SCATTI DI GUSTO.it
http://www.scattidigusto.it/2014/04/06/vinitaly-2014-diretta-domenica/
Vinitaly 2014. Assaggi di vino in diretta dal salone di Verona
Vinitaly 2014, ci siamo. La 48ma edizione dell’appuntamento dedicato al vino è iniziata oggi [Immagine: Ennevi-Veronafiere]. Ho guardato i dati sui consumi di vino che, secondo Coldiretti, sono crollati ai minimi dal 1861. Altro che prima repubblica del vino, qui stiamo parlando della monarchia. Ma sono sicura che non sono stati conteggiati i consumi di questa manifestazione. A giudicare dall’afflusso, recupereremo il terreno perso. Davanti a noi, sul fronte del vino rosso, c’è la Cina, maggior consumatore mondiale nel 2013. Beviamo meno e sul piano della produzione nel 2013 la Spagna ha sorpassato l’Italia e la Francia. Non so se la notizia del giorno sia ancora quella che ha visto il Gruppo Lunelli, proprietario di Ferrari, entrare in Bisol, storica cantina di Valdobbiadene e di Prosecco, al 50% per creare un gruppo di eccellenza del bere italiano. Ma il Vinitaly 2014 cercherà di offrire nuove e convincenti risposte [Repubblica]. (...) Il Ministro Martina è contento di Vinitaly e di Opera Wine (qui i video), la top 100 d’Italia di Wine Spectator. Si punta sulla comunicazione e io vi ricordo che un terzo delle 100 etichette selezionate come testimonial d’eccellenza fanno parte del Movimento Turismo del Vino. Eccole 1. Allegrini 2. Argiolas (...)
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6 aprile 2014 L'UNIONE SARDA
(...) NOVITÀ. Annunciato da due grandi fenicotteri che sovrastano gli stand, il padiglione della Sardegna quest'anno si presenta completa-
mente rinnovato. A dominare le scene è un grande nuraghe che affianca le immagini del mare della nostra terra. «Gli stand sono nuovi, luminosi, finalmente accoglienti per i
visitatori», commenta Dino Addis presidente sardo di Assoenologi, nonchè enologo della Cantina Gallura. In questo contesto sono molte cantine più piccole, tolte le grandi come
Argiolas e Sella & Mosca,a presentare le nuove etichette. «I vini sardi sono di qualità elevata». (...)
RASSEGNA STAMPA 2014
7 aprile 2014 AGRICOLAE.eu
http://www.agricolae.eu/
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7 aprile 2014 AGRONOTIZIE.com
http://agronotizie.imagelinenetwork.com/
Vino, Antinori: "In 10 anni percorsi 800mila km per la promozione" Così il presidente dell'Istituto Grandi Marchi a Vinitaly e aggiunge: "Circa 65 milioni di euro gli investimenti". Appuntamento a Firenze dal 15 al 18 maggio con il simposio Master of wine
“In dieci anni di attività comune abbiamo percorso quasi 800mila chilometri per promuovere il vino italiano nel mondo. E' come se fossimo andati due volte sulla luna, ma siamo convinti che ne sia valsa la pena e consapevoli che altrettanti ne percorreremo nei prossimi anni, perché il vino è un prodotto sempre più globale ed è giusto che sia raccontato in prima persona da chi lo produce da secoli”. Lo ha detto oggi a Vinitaly Piero Antinori, presidente dell’Istituto del vino italiano ‘Grandi Marchi’, nel corso di una conferenza stampa sui dieci anni di attività di internazionalizzazione dell’Istituto e nominato ieri quale rappresentante dell’Istituto nel Comitato scientifico del Padiglione vino a Expo 2015. Complessivamente le 19 cantine icona del vino italiano nel mondo che fanno parte dei ‘Grandi Marchi’ (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) si stima abbiano investito in dieci anni circa 60mln di euro in attività di promozione, di cui 18mln finanziati attraverso i fondi Ocm (negli ultimi 5 anni). (...)
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7 aprile 2014 CORRIERE DEL VINO.it
http://corrieredelvino.it
Antinori (Grandi Marchi) in 10 anni percorsi 800mila km per internazionalizzazione vino italiano. 65mln di euro gli investimenti in promozione “In dieci anni di attività comune abbiamo percorso quasi 800mila chilometri per promuovere il vino italiano nel mondo. è come se fossimo andati 2 volte sulla luna, ma siamo convinti che ne sia valsa la pena e consapevoli che altrettanti ne percorreremo nei prossimi anni, perché il vino è un prodotto sempre più globale ed è giusto che sia raccontato in prima persona da chi lo produce da secoli”. Lo ha detto oggi al Vinitaly Piero Antinori, presidente dell’Istituto del vino italiano ‘Grandi Marchi’, nel corso di una conferenza stampa sui dieci anni di attività di internazionalizzazione dell’Istituto e nominato ieri quale rappresentante dell’Istituto nel Comitato scientifico del Padiglione vino a Expo 2015. Complessivamente le 19 cantine icona del vino italiano nel mondo che fanno parte dei ‘Grandi Marchi’ (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) si stima abbiano investito in dieci anni circa 60mln di euro in attività di promozione, di cui 18mln finanziati attraverso i fondi Ocm (negli ultimi 5 anni). A questi vanno aggiunti 5,15mln di Euro investiti congiuntamente nelle azioni comuni dell’Istituto Grandi Marchi. Una missione, quella di promuovere ‘lo sviluppo e la diffusione della cultura del vino italiano a livello internazionale anche attraverso la costruzione dell'immagine del vino italiano sui mercati emergenti’, come descritta nello Statuto, che l’Istituto ha assolto più volte attraverso decine di tour attorno al globo: 248 missioni internazionali, 18 Paesi obiettivo, quasi 50mila incontri mirati con altrettanti operatori (buyer, giornalisti), oltre a centinaia di iniziative (75 walk around tasting, 74 seminari, 39 gala dinner, conferenze stampa, iniziative di promozione e altro). Tra i Paesi-obiettivo dell’internazionalizzazione targata ‘Grandi Marchi’, la Russia primeggia con 45 eventi e quasi 10mila operatori, seguita da Usa (37), Giappone (31), Canada e Cina (22). Ma anche Corea, India, Brasile, Singapore Australia, Hong Kong, Taiwan sono divenute negli anni tappe fisse del made in Italy enologico promosso dall’Istituto, che porta in dote un fatturato ‘solo export’ di 300 mln di euro, equivalente al 6% del valore complessivo delle esportazioni di vino italiano nel mondo. Per Antinori: “Tra le azioni più significative che abbiamo perseguito è da citare la partnership con l’Institute of Masters of Wine, l’accademia londinese con 312 membri selezionati in tutto il mondo che da sessant’anni si occupa di formare i più qualificati e influenti esperti internazionali di vino. Non è un caso – ha proseguito Antinori - se proprio quest’anno il loro Simposio quadriennale, dopo oltre 30 anni di tappe in tutto il mondo, debutterà per la prima volta in Italia - a Firenze - dal 15 al 18 maggio. Si tratta di un appuntamento fortemente voluto dai ‘Grandi Marchi’, che porterà l’Italia all’attenzione degli ambienti internazionali più influenti”.
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7 aprile 2014 SCATTI DI GUSTO.it
http://www.scattidigusto.it/2014/04/07/vinitaly-2014-10-vini-qualita-prezzo/
(...) 3. Argiolas. Iselis Rosso Igt Isola dei Nuraghi 2012
Argiolas è un pilastro dell’enologia sarda dal 1938, azienda di famiglia che ha messo in campo tanti progetti speciali: biodiversità, 5000 cloni di 14 varietà tipiche sarde da recuperare, Water Foot Print (macchina speciale che controlla il fabbisogno idrico arrivando a risparmiare fino al 50% di acqua), sostenibilità richiamata dall’etichetta : “Avvolgimi nel volo delle labbra, oltre il ricordo”. Veniamo al vino. La monica è un vitigno che ho sempre amato (Monica all’85% e 15% di carignano e bovale). Il colore è rosso rubino intenso, al naso è complesso con una variegata scia di fruttato, marasca e prugna e di spezie, vaniglia e cannella. In bocca l’ingresso è equilibrato, tannini ben presenti, non del tutto svolti, ci vuole tempo. Freschezza e sapidità sono protagoniste e rendono Iselis molto bevibile, nonostante l’alcol sostenuto. La sua particolarità è che, pur essendo un rosso, si presta meravigliosamente a preparazioni di pesce arrosto, scottata di tonno con erbe aromatiche, zuppa di pesce, come anche all’agnello in umido e formaggi di media stagionatura. Prezzo enoteca 17 €. Punteggio 90/100 Sardegna. Pad. 5 A 7 (...)
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7 aprile 2014 WINE NEWS
IN DIECI ANNI DI ATTIVITÀ COMUNE ABBIAMO PERCORSO QUASI 800.000 CHILOMETRI PER PROMUOVERE IL VINO ITALIANO NEL MONDO. È COME SE FOSSIMO ANDATI 2 VOLTE SULLA LUNA: COSÌ PIERO ANTINORI, ALLA GUIDA DEI GRANDI MARCHI, CHE HANNO FESTEGGIATO I 10 ANNI In dieci anni di attività comune abbiamo percorso quasi 800.000 chilometri per promuovere il vino italiano nel mondo. È come se fossimo andati 2 volte sulla luna, ma siamo convinti che ne sia valsa la pena e consapevoli che altrettanti ne percorreremo nei prossimi anni, perché il vino è un prodotto sempre più globale ed è giusto che sia raccontato in prima persona da chi lo produce da secoli. Lo ha detto oggi al Vinitaly Piero Antinori, presidente dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi (nominato ieri nel Comitato scientifico del Padiglione vino a Expo 2015), per i dieci anni di attività di internazionalizzazione dell’Istituto. Complessivamente le 19 cantine icona del vino italiano nel mondo che fanno parte dei Grandi Marchi (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) che, si stima, abbiano investito in dieci anni circa 60 milioni di euro in attività di promozione, di cui 18 milioni finanziati attraverso i fondi Ocm (negli ultimi 5 anni). A questi vanno aggiunti 5,15 milioni di euro investiti congiuntamente nelle azioni comuni dell’Istituto Grandi Marchi. Una missione, quella di promuovere lo sviluppo e la diffusione della cultura del vino italiano a livello internazionale anche attraverso la costruzione dell'immagine del vino italiano sui mercati emergenti, come descritta nello Statuto, che l’Istituto ha assolto più volte attraverso decine di tour attorno al globo: 248 missioni internazionali, 18 Paesi obiettivo, quasi 50.000 incontri mirati con altrettanti operatori (buyer, giornalisti), oltre a centinaia di iniziative (75 walk around tasting, 74 seminari, 39 gala dinner, conferenze stampa, iniziative di promozione e altro). Tra i Paesi-obiettivo dell’internazionalizzazione targata Grandi Marchi, la Russia primeggia con 45 eventi e quasi 10.000 operatori, seguita da Usa (37), Giappone (31), Canada e Cina (22). Ma anche Corea, India, Brasile, Singapore Australia, Hong Kong, Taiwan sono divenute negli anni tappe fisse del made in Italy enologico promosso dall’Istituto, che porta in dote un fatturato solo export di 300 milioni di euro, equivalente al 6% del valore complessivo delle esportazioni di vino italiano nel mondo. Per Antinori: tra le azioni più significative che abbiamo perseguito è da citare la partnership con l’Institute of Masters of Wine, l’accademia londinese con 312 membri selezionati in tutto il mondo che da sessant’anni si occupa di formare i più qualificati e influenti esperti internazionali di vino. Non è un caso - ha proseguito Antinori - se proprio quest’anno il loro Simposio quadriennale, dopo oltre 30 anni di tappe in tutto il mondo, debutterà per la prima volta in Italia, a Firenze, dal 15 al 18 maggio. Si tratta di un appuntamento fortemente voluto dai Grandi Marchi, che porterà l’Italia all’attenzione degli ambienti internazionali più influenti. Per il prossimo quinquennio dell’Ocm Promozione - ha aggiunto - siamo soddisfatti dell’apertura della geografia della promozione del vino Made in Italy ma è chiara la differenziazione dei criteri. Nei Paesi Extra Ue le azioni possibili sono sia collettive che per singoli marchi, mentre nell’Unione europea sembrerebbe limitata solo a progetti collettivi. Una differenza che appare impropria. Sui paventati tagli del sistema camerale Antinori ha aggiunto - nel sistema di promozione anche collettiva c’è bisogno di rivisitare. Più che per risparmiare, per spendere meglio.
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8 aprile 2014 YAHOO.com
https://it.finance.yahoo.com/notizie/vinitaly-crescita-sostegno-unicredit-vitivinicolo-italiano-122316710.html
Vinitaly, In crescita sostegno UniCredit a vitivinicolo italiano Milano, 8 apr. (TMNews) - Cresce il sostegno creditizio di UniCredit nei confronti del settore vitivinicolo: nel 2013 la banca ha aumentato il proprio stock di impieghi del 6,8%, attestandosi 650 milioni di euro e accrescendo così la propria quota di mercato di quasi un punto percentuale (18,9%). In particolare, gli affidamenti effettivamente utilizzati dalle imprese sono cresciuti del 7,6% per UniCredit, rispetto alla diminuzione del 5,2% a livello di sistema. Lo si apprende da una nota dell'istituto, che a un anno dall'annuncio del piano integrato di sostegno al mondo vitivinicolo, avvenuto allo scorso Vinitaly, ha riunito alla Fiera di Verona alcuni tra i principali operatori italiani del settore per illustrare loro i risultati dell'iniziativa e confrontarsi sugli sviluppi futuri. Presenti al tavolo: il country chairman Italy di UniCredit Gabriele Piccini, il presidente di Verona Fiere Ettore Riello e i rappresentanti delle aziende vinicole Allegrini, Azienda Poliziano, Az. Agr. Luigi Rubino, Berlucchi, Cantina Arnaldo Caprai, Cantine La Argiolas, Cantine Ferrari Cantine Mezzocorona, Cantine Planeta, Cantine Rallo, Cantine Zenato, Consorzio 'I Vini del Piemonte', G.I.V, Marchesi Antinori, Marchesi de' Frescobaldi, Masi Agricola, Poderi Gianni Gagliardo, Spumante Valdo. Proprio un anno fa, la banca lanciava l'iniziativa 'UniCredit International per il vino', che, attraverso un accordo di collaborazione con le principali associazioni di categoria del settore (Coldiretti, Cia, Confagricoltura) mirava a consolidare e sostenere la crescita del comparto vitivinicolo italiano. L'attenzione verso le pmi vinicole ha portato UniCredit ad organizzare, nel solo 2013, oltre 2.000 incontri 'B2b', con il coinvolgimento di oltre 280 produttori provenienti da tutta Italia e di 180 buyer tedeschi, russi, polacchi e asiatici e 10 forum di orientamento, veri e propri tavoli di ascolto e confronto operativo con gli operatori del settore destinati alla filiera vitivinicola, che hanno visto la partecipazione di 750 imprese.
RASSEGNA STAMPA 2014
8 aprile 2014 ANSA.it
http://www.ansa.it/
Fecondazione assistita per vini meno alcolici Ricercatori Cra, presto uva da tavola made in Italy senza semi
(...) Dal canto suo la cantina sarda Argiolas, come ha spiegato Valentina Argiolas, intervenuta al convegno Cra-Mipaaf, ha brevettato un carro che già durante la vendemmia copre l'uva raccolta con ghiaccio secco evitando la preossidazione e riducendo gli zuccheri. ''I nostri vini hanno anche meno solfiti aggiunti di un vino biologico'' ha detto la produttrice associata a Le Donne del Vino. Ad esprimere perplessità su questa moda dei vini poco alcolici è Daniela Scrobogna della Fondazione italiana sommelier: ''la qualità del vino - ha spiegato - non può essere legata alla presenza o meno di alcol. Se lo abbino col cibo posso godermi un vino a 14 gradi. Meglio solo un bicchiere di vino di qualità, che un litro di una bevanda anonima e senza aromi. Si rischia di perdere identità e gusto. Non bisogna demonizzare l'alcol, e poi chi vuole bere facile ha già in vino pastorizzato in tetrapack. E chi cerca qualità può scegliere vini da raccolta precoce''.
RASSEGNA STAMPA 2014
8 aprile 2014 ITALIA A TAVOLA.net
http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=33973
Istituto Grandi Marchi, 10 anni di attività per promuovere il nostro vino nel mondo L'Istituto Grandi Marchi ha celebrato 10 anni di attività di internazionalizzazione del vino italiano, lungo 800mila km e pari a 65 milioni di euro di investimenti. Tra i Paesiobiettivo la Russia primeggia con 45 eventi L'istituto del vino italiano “Grandi Marchi” ha celebrato i suoi dieci anni di attività di internazionalizzazione, nel corso di una conferenza stampa a Vinitaly. «In dieci anni di attività comune - ha dichiarato Piero Antinori (nella foto), presidente dell’istituto “Grandi Marchi”, nominato ieri quale rappresentante dell’Istituto nel Comitato scientifico del Padiglione vino a Expo 2015 abbiamo percorso quasi 800mila chilometri per promuovere il vino italiano nel mondo. È come se fossimo andati 2 volte sulla luna, ma siamo convinti che ne sia valsa la pena e consapevoli che altrettanti ne percorreremo nei prossimi anni, perché il vino è un prodotto sempre più globale ed è giusto che sia raccontato in prima persona da chi lo produce da secoli».
Complessivamente le 19 cantine icona del vino italiano nel mondo che fanno parte dei “Grandi Marchi” (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) si stima abbiano investito in dieci anni circa 60 milioni di euro in attività di promozione, di cui 18 milioni finanziati attraverso i fondi Ocm (negli ultimi 5 anni). (...)
RASSEGNA STAMPA 2014
8 aprile 2014 L'UNIONE SARDA
Le cantine sarde si tingono di rosa. Non si parla del colore del vino preferito dai consumatori, ma del ruolo sempre più centrale delle donne nelle aziende vitivinicole isolane, capofila ormai di una vera rivoluzione femminile. Agronome, imprenditrici, sommelier, esportatrici e titolari di enoteche: non c'è più settore che sia loro negato e dal Vinitaly di Verona il loro legame con Bacco esce rafforzato sia dal numero crescente di addette ai lavori che dalle statistiche: le consumatrici sono aumentate del 14% e i loro gusti si sono affinati ed evoluti tanto da richiedere con più frequenza prodotti di qualità. A trainare il mercato sardo sono
Cannonau e Vermentino, due perle da mostrare con orgoglio ai compratori dei mercati emergenti, Russia, Cina e Nord Europa su tutti. «Stiamo assistendo a un cambiamento sociale che ha investito il settore - conferma Valentina Argiolas, responsabile del marketing e della comunicazione del marchio di famiglia a Serdiana -, l'accoglienza in cantina era l'unico compito affidato alle donne, ora sono tante le giovani e coraggiose imprenditrici che fondano da zero un'azienda tutta loro. Un passo impensabile solo dieci anni fa». Un salto di qualità favorito quindi dall'emancipazione e dal crescente potere d'acquisto del sesso cosiddetto
debole, dietro il quale però esistono motivazioni più profonde. «Il palato delle donne ha abbattuto facilmente troppi preconcetti culturali - dice Anna Giulia Loi responsabile delle Cantine Alberto Loi - che le vedevano affezionate a prodotti semplici e dolci. I gusti sono cambiati, siamo diventate più numerose ed esigenti e il mercato se n'è accorto». Quello statunitense sicuramente: il 50% degli acquirenti on line di vini è donna e il 40% delle aziende ha una “guida rosa”. I mercati che tuttavia destano più interesse sono altri: l'Oriente, la Scandinavia, la Gran Bretagna, il Belgio e Olanda. «I giovani e le giovani dei paesi che hanno sempre predi-
letto la birra stanno scegliendo ora il vino, quello bianco in particolare - spiega Daniela Pinna delle Tenute Olbios in Gallura - una grande opportunità da sfruttare per noi che del Vermentino facciamo una bandiera. Il vino è un prodotto che fa tendenza e come ogni merce che segue le dinamiche della moda ha bisogno sicuramente di un contributo femminile che le dia storia, raffinatezza e suggestioni». Un tocco rosa in grado di trasformare le uve della Sardegna in un dono ancora più speciale».
RASSEGNA STAMPA 2014
8 aprile 2014 LA NUOVA SARDEGNA
VERONA. (...) Isolano autoctono. E allora è giusto parlare di Vermentino sardo autoctono? Certo, hanno risposto molti dei relatori. E le caratteristiche del Vermentino sardo le ha ben descritte il professor Gianni Nieddu dell'Università di Sassari. Quello della Gallura, proveniente da terreni di disfacimento granitico, ha un carattere minerale forte e deciso e profumi inconfondibili. E poi ci sono i Vermentini di altre aree dell'isola, con altre note olfattive e un'altra personalità. Mariano Murru, enologo di Argiolas, si è soffermato sulle tecniche di lavorazione in vigna e in particolare sui lieviti. All'inizio degli anni Sessanta, ha raccontato Nieddu, il 25% dei vini sardi era Nuragus. Il Vermentino era coltivato solo in 500 ettari: ora siamo a 3900 ettari, mentre in Italia se ne coltivano circa 5 mila (in Francia sono circa 4 mila). E poi si fa presto a parlare di Gallura, la regione è molto variegata e i risultati sul piano enologico lo dimostrano. Uno degli aspetti che è stato messo in evidenza riguarda la funzione dei vitigni nella cattura dell'anidride carbonica atmosferica, svelando una importante e insospettabile azione ecologica. (...)
RASSEGNA STAMPA 2014
8 aprile 2014 LA NUOVA SARDEGNA.it
http://lanuovasardegna.gelocal.it/
Il Vermentino conquista i palati Usa Le caratteristiche e il gusto inconfondibile del vitigno isolano esaltate a Verona da scienziati e operatori del settore VERONA.Tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Viva il Vermentino, vino del momento. Fresco, giovane, versatile. E, tutto sommato, nuovo nel panorama vitivinicolo mondiale. Al Vermentino è stata dedicata ieri una tavola rotonda al Vinitaly: “Vermentino, tra cultura e innovazione”. Ne hanno parlato autorevoli scienziati e operatori, considerando questo un vino che viene principalmente coltivato in Sardegna. Ma che, in fondo, appartiene a tutti. Un vitigno misterioso, ha detto il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano, uno dei maggiori studiosi italiani di enologia,vino che presenta delle analogie con altri vitigni, sia in Italia che in Francia. Vino, in origine, proveniente dall'Oriente ma con aspetti ancora tutti da scoprire, da indagare. Una cosa è certa: come tutti i vini, anche questo assume i caratteri del luogo in cui viene coltivato. Tanto da assumere caratteristiche peculiari. Isolano autoctono. E allora è giusto parlare di Vermentino sardo autoctono? Certo, hanno risposto molti dei relatori. E le caratteristiche del Vermentino sardo le ha ben descritte il professor Gianni Nieddu dell'Università di Sassari. Quello della Gallura, proveniente da terreni di disfacimento granitico, ha un carattere minerale forte e deciso e profumi inconfondibili. E poi ci sono i Vermentini di altre aree dell'isola, con altre note olfattive e un'altra personalità. Mariano Murru, enologo di Argiolas, si è soffermato sulle tecniche di lavorazione in vigna e in particolare sui lieviti. All'inizio degli anni Sessanta, ha raccontato Nieddu, il 25% dei vini sardi era Nuragus. Il Vermentino era coltivato solo in 500 ettari: ora siamo a 3900 ettari, mentre in Italia se ne coltivano circa 5 mila (in Francia sono circa 4 mila). E poi si fa presto a parlare di Gallura, la regione è molto variegata e i risultati sul piano enologico lo dimostrano. Uno degli aspetti che è stato messo in evidenza riguarda la funzione dei vitigni nella cattura dell'anidride carbonica atmosferica, svelando una importante e insospettabile azione ecologica. (...)
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8 aprile 2014 WINE NEWS
ANSA: FECONDAZIONE ASSISTITA DALL’UOMO SULL’UVA PER PRODURRE VINI A MINOR GRADO ALCOLICO CON INCROCI A MIGLIORAMENTO GENETICO, E STUDI PER UN FRUTTO SENZA SEMI O A PROVA DI CHI È A DIETA GRAZIE ALLA RIDUZIONE DEGLI ZUCCHERI. ECCO LE RICERCHE DEL CRA Prove di “fecondazione assistita” dall’uomo sull’uva da tavola. Al Vinitaly anche il mondo della ricerca racconta i passi compiuti al fianco del comparto vitivinicolo per l’innovazione che è riconosciuta dagli operatori, riuniti in questi giorni nel salone di Veronafiere, come “un’importante leva per affrontare le sfide del mercato internazionale e far tornare i conti in azienda”. Nel Centro del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura a Turi (Bari), Donato Antonacci, direttore dell’unità di ricerca Cra per le uve da tavola e la viticoltura in ambiente mediterraneo, ha già in produzione uva da tavola da varietà tradizionali che ora si presenta senza semi e con basso grado zuccherino. “Pensiamo anche a un’ortofrutta ha sottolineato il ricercatore nel convegno promosso dal Cra e dal Ministero delle Politiche Agricole in collaborazione con Agrilinea - a misura di persone in sovrappeso e con problemi di glicemia. L’uva ha mediamente un contenuto medio del 18% di zuccheri. Puntiamo entro due anni a ridurli al 10%-12%, la metà è peraltro di salutare fruttosio. Riducendo così la quota di glucosio, l’uva potrà tornare sulla tavola di chi è a dieta. E mangiando un grappolo d’uva si potrà avere l’equivalente di zuccheri di una tazzina di caffè con un pieno però di tante sostanze amiche della salute. E finalmente avremo uva da tavola senza semi 100% made in Italy”. A livello mondiale emerge una domanda di vini a bassa alcolicità, più beverini. “Ma le tecniche per dealcolare il vino sono difficili e costano, richiedono grossi investimenti - ha sottolineato Antonacci - meglio concentrare la ricerca sull’uva per renderla atta a produrre vini a minor grado alcolico con incroci a miglioramento genetico. Si può parlare di fecondazione assistita perché noi demascolinizziamo prima la fioritura e poi inseriamo il polline del “padre” scelto. Nulla a che vedere con gli Ogm, il miglioramento genetico per incroci è sempre esistito”. Dal canto suo la cantina sarda Argiolas, come ha spiegato Valentina Argiolas, intervenuta al convegno, ha brevettato un carro che già durante la vendemmia copre l’uva raccolta con ghiaccio secco evitando la preossidazione e riducendo gli zuccheri. “I nostri vini hanno anche meno solfiti aggiunti di un vino biologico” ha detto la produttrice associata a Le Donne del Vino. Ad esprimere perplessità su questa moda dei vini poco alcolici è Daniela Scrobogna della Fondazione italiana sommelier: “la qualità del vino - ha spiegato - non può essere legata alla presenza o meno di alcol. Se lo abbino col cibo posso godermi un vino a 14 gradi. Meglio solo un bicchiere di vino di qualità, che un litro di una bevanda anonima e senza aromi. Si rischia di perdere identità e gusto. Non bisogna demonizzare l’alcol, e poi chi vuole bere facile ha già in vino pastorizzato in tetrapack. E chi cerca qualità può scegliere vini da raccolta precoce”.
RASSEGNA STAMPA 2014
9 aprile 2014 CIVILTÀ DEL BERE.com
http://www.civiltadelbere.com/vinitaly-e-civilta-del-bere-presentano-i-maestri-delleccellenza/
Vinitaly e Civiltà del bere presentano i Maestri dell’eccellenza
Dieci leader indiscussi della nostra enologia presentano i loro vini simbolo, conducendo una degustazione guidata senza precedenti. Dopo il tutto esaurito delle scorse edizioni, quest’anno il tasting organizzato da Civiltà del bere per Veronafiere era dedicato ai Maestri dell’eccellenza vinicola italiana, premiati dalla critica e conosciuti in tutto il mondo come ambasciatori prestigiosi del Bel Paese. L’evento, mercoledì 9 aprile in Sala Argento, si è svolto a chiusura della 48esima edizione di Vinitaly. VINI MITO E ANNATE SPECIALI – Dieci vini leggendari presentati dai produttori e proposti in annate speciali, dal 1996 al 2012. La maggior parte di questi gioielli non è più in commercio ed è stata messa cortesemente a disposizione delle Cantine per i 198 invitati alla degustazione e per Civiltà del bere, in occasione dei 40 anni dalla fondazione della rivista. Ed ecco i protagonisti, in ordine di assaggio: -- Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, Trentodoc 1996 di Cantine Ferrari presentato da Marcello Lunelli -- Tignanello, Toscana Igt 2004 di Marchesi Antinori raccontato da Albiera Antinori -- Rubesco Vigna Monticchio, Torgiano Rosso Riserva Docg 2007 di Cantine Lungarotti con l’intervento di Teresa Severini -- Sassicaia, Bolgheri Sassicaia Doc 2010 presentato da Priscilla Incisa della Rocchetttadi Tenuta San Guido -- Turriga, Isola dei Nuraghi Igt 2008 di Argiolas illustrato da Valentina Argiolas -- La Poja, Veronese Igt 2000 di Allegrini descritto da Marilisa Allegrini -- Mazzano, Amarone della Valpolicella Classico Doc 1997 con l’intervento di Sandro Boscaini di Masi Agricola -- Amarone Classico della Valpolicella Doc 2006 di Bertani Domains introdotto da Emilio Pedron -- Es, Primitivo di Manduria Doc 2012 presentato da suo autore, Gianfranco Fino -- Ben Ryé, Passito di Pantelleria Dop 2011, di cui ci ha parlato Josè Rallo di Donnafugata
RASSEGNA STAMPA 2014
9 aprile 2014 CORRIERE DEL TRENTINO
(...) Se Fabio Piccoli corre veloce, anche i viticoltori lo dovrebbero fare, ma in questi tempi di mercato difficile servono i capitali. Per questo ieri l'incontro promosso da Unicredit è stato molto partecipato, anche dalle cantine trentine: assieme al Country Chairman Italy di Unicredit, Gabriele Piccini, e al
presidente di Verona fiere, Ettore Riello, c'erano i rappresentanti delle aziende vinicole Allegrini, Azienda Poliziano, Azienda agricola Luigi Rubino, Berlucchi, Cantina Arnaldo Caprai, Cantine La Argiolas, Cantine Ferrari, Cantine Mezzocorona, Cantine Planeta, Cantine Rallo, Cantine Zenato, Consorzio I vini del Piemonte, Giv,
Marchesi Antinori, Marchesi de' Frescobaldi, Masi Agricola, Poderi Gianni Gagliardo, Spumante Valdo. Proprio un anno fa la banca lanciava l'iniziativa "Unicredit international per il vino" e i risultati presentati ieri parlano di oltre 2000 incontri B2b, con il coinvolgimento di oltre 280 produttori provenienti da tutta Italia
e di 180 buyer tedeschi, russi, polacchi e asiatici e 10 forum di orientamento, che hanno visto la partecipazione di 750 imprese. Nel 2013, inoltre, Unicredit ha aumentato il proprio stock di impieghi nel settore vinicolo del 6,8%, attestandosi a 650 milioni di euro. (...)
RASSEGNA STAMPA 2014
9 aprile 2014 VENEZIE POST.it
http://rassegna-stampa.veneziepost.it/stories/rassegna_stampa/31151_pi_aziende_sul_territorio/
«Più aziende sul territorio» Trentino capitale della viticoltura sostenibile. È questa la visione di Fabio Piccoli, direttore del Consorzio vini del Trentino. Le sue, ieri al Vinitaly di Verona (oggi l'ultimo giorno della 48esima edizione con 68 aziende e 25 piccoli produttori), sono state dichiarazioni accorate che hanno snocciolato in modo sistematico le strategie su cui vuole puntare. Strategie che riguardano non solo i fatti concreti della promozione ma anche un atteggiamento sociale e culturale, un cambio di mentalità quanto mai necessario: «I leader vanno agevolati, non ostacolati. Vorrei mille Mario Pojer», afferma sicuro Piccoli, che aggiunge «abbiamo bisogno che ci siano più aziende che raccontano la loro storia ai giornali, più facce, più uomini e anche il rapporto con gli opinion leader va recuperato. Devono tornare a visitare il territorio e a viverlo. Che stiano chiusi tre giorni a Palazzo Roccabruna non serve». Del resto, analizza Piccoli con lucidità, «la notorietà del Trentino si è abbassata notevolmente e ora va recuperata». A partire dalla Mostra dei vini: la notizia è che si farà «a Palazzo Roccabruna con un modello ancora standard. Tra le novità ci sará un gemellaggio con la Valle d'Aosta per creare partnership con altri territori montani, e il lunedì, al posto della solita giornata aperta solo agli operatori del settore, ci sarà un workshop riservato a una selezione di importatori europei». Ma il direttore del Consorzio vini lancia anche un monito: «Questa sarà l'ultima Mostra dei vini fatta in questo modo. La formula giusta è quella del festival, che è l'unico modello di manifestazione che oggi funziona. Festival significa maggiore coinvolgimento della città, con iniziative trasversali dedicate a più fasce di pubblico, perché il racconto del vino trentino va declinato su più target». Se Fabio Piccoli corre veloce, anche i viticoltori lo dovrebbero fare, ma in questi tempi di mercato difficile servono i capitali. Per questo ieri l'incontro promosso da Unicredit è stato molto partecipato, anche dalle cantine trentine: assieme al Country Chairman Italy di Unicredit, Gabriele Piccini, e al presidente di Verona fiere, Ettore Riello, c'erano i rappresentanti delle aziende vinicole Allegrini, Azienda Poliziano, Azienda agricola Luigi Rubino, Berlucchi, Cantina Arnaldo Caprai, Cantine La Argiolas, Cantine Ferrari, Cantine Mezzocorona, Cantine Planeta, Cantine Rallo, Cantine Zenato, Consorzio I vini del Piemonte, Giv, Marchesi Antinori, Marchesi de' Frescobaldi, Masi Agricola, Poderi Gianni Gagliardo, Spumante Valdo. Proprio un anno fa la banca lanciava l'iniziativa "Unicredit international per il vino" e i risultati presentati ieri parlano di oltre 2000 incontri B2b, con il coinvolgimento di oltre 280 produttori provenienti da tutta Italia e di 180 buyer tedeschi, russi, polacchi e asiatici e 10 forum di orientamento, che hanno visto la partecipazione di 750 imprese. Nel 2013, inoltre, Unicredit ha aumentato il proprio stock di impieghi nel settore vinicolo del 6,8%, attestandosi a 650 milioni di euro. «Il settore vitivinicolo italiano deve cogliere oggi più che mai la sfida e l'opportunità di giocare un ruolo da protagonista nel mercato globale — ha sottolineato Matteo Lunelli, presidente di Cantine Ferrari —. Per fare ciò è necessario investire o aggregarsi per raggiungere una massa critica significativa. In entrambi i casi è fondamentale il sostegno del sistema bancario». Di recente Unicredit ha lanciato anche un progetto più vasto, dedicato all'intero settore agroalimentare italiano, Unicredit per l'agricoltura, che prevede nuove linee di credito per un ammontare che, nel biennio 2014-15, potrà arrivare a 1 miliardo di euro. Poi c'è Agribond, destinato alle imprese agricole, con un plafond di 600 milioni di euro per il periodo 2014-2015. Il finanziamento di credito agrario Agribond, nato dall'accordo tra Sgfa (Società di gestione fondi per l'agroalimentare) e Unicredit è un finanziamento di sei anni di tipo Tranched cover destinato alle micro, piccole e medie imprese.
RASSEGNA STAMPA 2014
9 aprile 2014 GAZZAGOLOSA.it
http://gazzagolosa.gazzetta.it/2014/04/08/popwine-i-migliori-50-vini-italiani-sotto-i-15-euro/
#PopWine i migliori 50 vini italiani sotto i 15 euro E’ il Rosso di Valtellina di Ar.Pe.Pe il miglior vino pop italiano. Lo splendido nebbiolo prodotto dai fratelli Isabella, Guido ed Emanuele Pellizzatti Perego è in cima alla lista di #PopWine, la classifica dei migliori 50 vini italiani sotto i 15 euro. Lo ha deciso la giura di Gazza Golosa, guidata da Pier Bergonzi e Luca Gardini di cui fanno parte anche Alessandro Franceschini, Andrea Grignaffini, Federico Menetto e Marco Tonelli. Il Rosso di Valtellina ha preceduto il Nebbiolo Velut Luna di Paride Iaretti e il Grillo di Faudo Maccari, una delle aziende di Antonio Moretti. Il Vinitaly, che si chiude oggi a Verona dedica la mattinata a #PopWine. Dalle 10.30 alle 13.30, nella sala Tulipano al Palazzo dei Congressi di Verona Fiere sarà possibile degustare i 50 vini selezionati e alle 12 ci sarà la premiazione dei “laureati” 2014 alla presenza del direttore de La Gazzetta dello Sport Andrea Monti e dell’allenatore del Verona Andrea Mandorlini. Il messaggio che Gazza Golosa lancia dal Vinitaly è semplice e chiaro: “Si può bere bene e a volte molto bene senza spendere troppo”. Per definire i migliori 50 sono state selezionate circa 300 bottiglie di altrettante cantine dell’eccellenza italiana. Come per tutte le classifiche, si tratta di una scelta parziale che può suscitare mille discussioni. Ognuno troverà nell’elenco uno o più vini che ama e lamenterà l’assenza di uno o più vini che avrebbe ritenuto meritevoli. Noi vi assicuriamo che tutte le 50 bottiglie di #PopWine sono di qualità. Ecco l’elenco delle “nostre” migliori bottiglie italiane sotto i 15 euro: (...) 26. Vermentino Is Argiolas 2012,. Argiolas (...)
RASSEGNA STAMPA 2014
10 aprile 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
RASSEGNA STAMPA 2014
10 aprile 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
RASSEGNA STAMPA 2014
10 aprile 2014 OLIOVINOPEPERONCINO.it
http://www.oliovinopeperoncino.it/
10 anni di Grandi Marchi "In dieci anni di attività comune abbiamo percorso quasi 800mila chilometri per promuovere il vino italiano nel mondo. È come se fossimo andati 2 volte sulla luna, ma siamo convinti che ne sia valsa la pena e consapevoli che altrettanti ne percorreremo nei prossimi anni, perché il vino è un prodotto sempre più globale ed è giusto che sia raccontato in prima persona da chi lo produce da secoli". Lo ha detto al Vinitaly Piero Antinori, presidente dell’Istituto del vino italiano ‘Grandi Marchi’, nel corso di una conferenza stampa sui dieci anni di attività di internazionalizzazione dell’Istituto e nominato ieri quale rappresentante dell’Istituto nel Comitato scientifico del Padiglione vino a Expo 2015. Complessivamente le 19 cantine icona del vino italiano nel mondo che fanno parte dei ‘Grandi Marchi’ (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) si stima abbiano investito in dieci anni circa 60mln di euro in attività di promozione, di cui 18mln finanziati attraverso i fondi Ocm (negli ultimi 5 anni). A questi vanno aggiunti 5,15mln di Euro investiti congiuntamente nelle azioni comuni dell’Istituto Grandi Marchi. Una missione, quella di promuovere ‘lo sviluppo e la diffusione della cultura del vino italiano a livello internazionale anche attraverso la costruzione dell'immagine del vino italiano sui mercati emergenti’, come descritta nello Statuto, che l’Istituto ha assolto più volte attraverso decine di tour attorno al globo: 248 missioni internazionali, 18 Paesi obiettivo, quasi 50mila incontri mirati con altrettanti operatori (buyer, giornalisti), oltre a centinaia di iniziative (75 walk around tasting, 74 seminari, 39 gala dinner, conferenze stampa, iniziative di promozione e altro). Tra i Paesi-obiettivo dell’internazionalizzazione targata ‘Grandi Marchi’, la Russia primeggia con 45 eventi e quasi 10mila operatori, seguita da Usa (37), Giappone (31), Canada e Cina (22). Ma anche Corea, India, Brasile, Singapore Australia, Hong Kong, Taiwan sono divenute negli anni tappe fisse del made in Italy enologico promosso dall’Istituto, che porta in dote un fatturato ‘solo export’ di 300 mln di euro, equivalente al 6% del valore complessivo delle esportazioni di vino italiano nel mondo. Per Antinori: "Tra le azioni più significative che abbiamo perseguito è da citare la partnership con l’Institute of Masters of Wine, l’accademia londinese con 312 membri selezionati in tutto il mondo che da sessant’anni si occupa di formare i più qualificati e influenti esperti internazionali di vino. Non è un caso – ha proseguito Antinori - se proprio quest’anno il loro Simposio quadriennale, dopo oltre 30 anni di tappe in tutto il mondo, debutterà per la prima volta in Italia - a Firenze - dal 15 al 18 maggio. Si tratta di un appuntamento fortemente voluto dai ‘Grandi Marchi’, che porterà l’Italia all’attenzione degli ambienti internazionali più influenti".
RASSEGNA STAMPA 2014
11 aprile 2014 WINENEWS.it
http://www.winenews.it
Categoria: News ROMA - 11 APRILE 2014, ORE 14:49
L’E-COMMERCE ENOICO, IN ITALIA, È ANCORA UNA MICRO-NICCHIA, VISTO CHE, SI STIMA, IL SUO VALORE SI AGGIRI INTORNO AI 30 MILIONI DI EURO. MA, IN TANTI, CREDONO NEL SUO SVILUPPO: DA VINITALY WINE CLUB AL COLOSSO “SALDIPRIVATI.COM”, A POSTE ITALIANE L’e-commerce enoico, in Italia, anche se dati ufficiali in realtà non ce ne sono, è ancora una micronicchia, visto che, si stima, il suo valore si aggiri intorno ai 30 milioni di euro. Eppure in tanti ci credono e ci puntano. E non a caso è stato uno dei temi caldi di Vinitaly. La stessa VeronaFiere ci investe, al punto che il portale e-commerce Vinitaly Wine Club, lanciato nel 2013 ha già avviato una collaborazione, in Italia, con “Vini24” (www.vini24.ilsole24ore.com), il progetto di vendita di vino on line de “Il Sole 24 Ore”, ed è pronto a sbarcare in anche in Cina, in partnership con il portale Wineyun.com. Ma è un canale sempre più esplorato anche da realtà diverse, ed è il caso di SaldiPrivati.com (www.saldiprivati.com), uno dei principale player delle flash sales on line in Italia, con oltre 2 milioni di iscritti, che non solo ha iniziato una partnership sull’enogastronomia con Eataly, ma che punta sempre più sul vino. “Per tre motivi fondamentali - spiega, a WineNews, l’ad Bruno Decker - ovvero che il business del vino on line, seppur ancora piccolo, è in crescita e noi vogliamo arrivare al 5-6% del mercato totale nel giro di qualche anno, e poi il fatto che abbiamo notato che l’offerta enoica ha allargato la nostra community, prevalentemente femminile, al pubblico maschile, e che il valore del carrellodi chi acquista anche vino, è mediamente più alto, nel complesso, di chi non lo fa”. Una riflessione che conferma quanto detto, nei giorni scorsi, a WineNews, da Xavier Court, alla guida di Ventee-Privee.com, big dell’e-commerce mondiale e leader enoico in Europa (3,3 milioni di bottiglie vendute nel 2013 per un fatturato di 36 milioni di euro, ndr) E se sul fronte cantine “la prima perplessità all’approccio di questo particolare canale è la paura di mettere a rischio il proprio posizionamento di prezzo”, ha spiegato Matteo Lunelli, alla guida della griffe delle bollicine Ferrari, nell’incontro promosso, a Vinitaly, dal Consorzio del Soave, che già collabora con Saldi-Privati, basta trovare la formula ed il partner giusto, e i risultati arrivano. “Soprattutto perchè con le vendite flash riesci a farti conoscere da chi, magari, non ti conosce ancora, e senza andare in conflitto con alti canali di distribuzione”. E i marchi importanti ci credono, visto che con SaldiPrivati.com, che ovviamente punterà sulla vendita, ma anche sulla “narrazione dei vini e dei territori”, aggiunge Decker, lavorano già nomi del vino come la stessa Ferrari, Argiolas, Feudi di San Gregorio, Michele Chiarlo, Bellavista, Contadi Castaldi, Umani Ronchi, Mionetto, Masciarelli, Terredora, Carpineto, Marco Felluga, Sella & Mosca, La Braccesca, Velenosi e tanti altri. Ma che l’e-commerce del vino abbia grandi potenzialità, lo dimostra anche l’investimento di un gruppo importante come Poste Italiane che, a Vinitaly, ha lanciato una nuova piattaforma dedicata, e pensata soprattutto per le piccole e medie cantine che vogliono battere questa strada sul fronte dell’export, visto che il progetto di poste, oltre al servizio di vendita di bottiglie e alla logistica, prevede anche una pacchetto completo di consulenza “legale” dal punto di vista burocratico, accollandosi tutta la parte di gestione di questioni come le accise e i documenti che cambiano da Paese a Paese, così come l’Iva, ma anche le modalità e i tempi di pagamento. Con un prodotto sia “hardware” che “software” per permettere anche alle realtà più piccole del vino italiano di esplorare la promettente frontiera dell’e-commerce.
RASSEGNA STAMPA 2014
13 aprile 2014 AGROALIMENTARE NEWS.com
http://www.agroalimentarenews.com/
“Grandi Marchi”: andata e ritorno sulla luna per una promozione enologica da 800mila chilometri In dieci anni l’istituto rappresentato da Piero Antinori e che raggruppa le 19 cantine icona del vino italiano ha realizzato decine di tour attorno al globo per un investimento di 60mln di euro Roma- Di certo non si sono risparmiate. E sicuramente lo sforzo economico di promozione ha aiutato a far crescere le loro imprese e il brand made in Italy legato al vino nel mondo. In dieci anni- secondo stime ufficializzate all’ultima edizione del Vinitaly appena conclusa (Veronafiere 6-9 aprile)- le 19 cantine icona del vino italiano nel mondo che fanno parte dell’Istituto del vino italiano ‘Grandi Marchi’ (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) hanno investito circa 60mln di euro in attività di promozione, di cui 18mln finanziati attraverso i fondi Ocm (negli ultimi 5 anni). A questi – è stato ricordato- vanno aggiunti 5,15mln di euro investiti congiuntamente nelle azioni comuni dell’Istituto Grandi Marchi. (...)
RASSEGNA STAMPA 2014
14 aprile 2014 CORRIERE ECONOMIA
Le vigne più grandi
Quali sono le cantine che possiedono la maggiore estensione di vigneti? Escluse le coop che operano con le vigne dei soci, la graduatoria fotografa sul podio ancora una volta Antinori, in compagnia di Zonin e Frescobaldi con oltre mille ettari ciascuno. Segue Banfi, la maggior azienda di Montalcino, di proprietà della famiglia americana Mariani. Seguono altre belle maison: in Sicilia Tasca d'Almerita e Planeta, in Toscana Cecchi e Rocca delle Macie, in Campania Feudi di San Gregorio, in Lombardia Terra Moretti, in Umbria Lungarotti, nelle Marche Umani onchi della famiglia Bernetti, in Sardegna Argiolas, in Veneto Allegrini, primo marchio del costituendo polo del lusso creato da A J Gallo winery, la più grande azienda privata di produzione e distribuzione del mondo.
RASSEGNA STAMPA 2014
14 aprile 2014 CORRIERE ECONOMIA
RASSEGNA STAMPA 2014
23 aprile 2014 ITALIA A TAVOLA.net
http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=34153
Cantine riunite & Civ al primo posto tra le 88 maggiori cantine italiane Il podio della classifica 2013 delle più gradi cantine italiane, titolari di un giro d’affari totale di 4,7 miliardi, è occupato da tre coop: Cantine riunite & Civ, al primo posto, seguite da Caviro e gruppo Mezzacorona Politici, banchieri, ricercatori, centri studi: tutti si stanno accorgendo che il mercato del vino è importante, di più, importantissimo, e ricordiamo che Matteo Renzi ha puntato forte: «Dobbiamo aumentare del 50% l’export del vino - ha dichiarato il Presidente del Consiglio a Vinitaly - arrivando a 7,5 miliardi entro il 2020». Infatti, come sottolinea la giornalista Anna Di Martino in un servizio ripreso dal Corriere della sera, l’export è la
parola magica del mercato del vino. E i risultati si vedono: prima voce della bilancia agroalimentare del Belpaese, il vino ha consolidato questa leadership anche nel 2013 con più di 5 miliardi di esportazioni, vale a dire circa la meta del giro d’affari complessivo del mercato, stimato in 10 miliardi (ma una rilevazione precisa non esiste). (...)
N
74
a
Azienda
Argiolas
Fatt. in milioni (2013)
Var. % (2012/ 2013)
Export %
N° bottiglie (mln)
Ettari vitati
Acquisti % sul tot
Proprietà
Affitto
Uve
Vino
14,27
0,02
35,0
2,5
230
0
28,0
0,0
RASSEGNA STAMPA 2014
24 aprile 2014 GO NEWS.it
http://www.gonews.it/
Vino: edizione record dell’ottavo simposio mondiale dell’institute of masters of wine Con 413 partecipanti, di cui 118 Masters of Wine, Firenze batte Bordeaux mettendo a segno un’edizione record dell’8° Simposio mondiale del vino dell’Institute of Masters of Wine (Firenze, 15-18 maggio). Nel 2010 la capitale francese del vino aveva raccolto 311 iscritti, per il debutto italiano dei ‘guru’ mondiali del vino Firenze è sold out con 413 partecipanti da 32 Paesi, di cui 118 Masters. “L’edizione da record dell’ottavo Simposio mondiale che per la prima volta viene organizzato in Italia grazie alla collaborazione con l’Istituto Grandi Marchi – ha detto Piero Antinori, Presidente dell’Istituto del Vino italiano di qualità Grandi Marchi – dimostra l’interesse a conoscere meglio e approfondire le nostre produzioni da parte dei Masters of Wine, che sono i maggiori esperti internazionali del settore, in grado di influenzare i canali di sbocco di tutta la filiera: dall’horeca ai media, dalle aste ai distributori e importatori di tutto il mondo, dai mercati emergenti a quelli più consolidati. C’è molta attesa per questa edizione italiana – ha concluso Antinori – e sono certo che tutti trarremo benefici da questo importante evento”. Per Jean-Michel Valette MW, presidente dell’Institute of Masters of Wine: “Il Symposium di Firenze rappresenta una pietra miliare per la nostra missione di promozione dell’eccellenza, dell’interazione e dell’apprendimento nel mondo globale del vino. Il fatto di riunire un gruppo eterogeneo di opinion leader provenienti da tutti i settori della realtà vinicola, permetterà ai partecipanti di godere di una privilegiata via d’accesso alle ultime novità in termini di pensiero ed innovazione, per non parlare dell’opportunità unica di fare network ai più alti livelli di influenza e conoscenza nel mondo del vino e nei settori ad esso correlati”. “Identità, innovazione e immaginazione” sono le parole chiave del Simposio quadriennale che dopo Bordeaux, Napa Valley, Vienna, Perth e Oxford arriva a Firenze grazie alla collaborazione con l’Istituto Grandi Marchi che comprende le 19 aziende icona dell’enologia made in Italy (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) che insieme raggiungono i 500milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore complessivo dell’export nazionale. Institute of Masters of Wine Il titolo di Master of Wine è internazionalmente riconosciuto come il più importante nel mondo del vino. Istituito nel 1953, è assegnato a professionisti di tutta la comunità internazionale vinicola, che dimostrino sia conoscenze teoriche che capacità pratiche nell’arte, nella scienza e nel business del vino e che si impegnino per l’eccellenza professionale.
RASSEGNA STAMPA 2014
24 aprile 2014 VINI E SAPORI.net
http://www.viniesapori.net/
Vino, Firenze batte Bordeaux con edizione record dell'8° Simposio Mondiale dell'Institute of Masters of Wine A Firenze dal 15 al 18 maggio l'evento realizzato grazie all'Istituto del Vino Grandi Marchi con 413 iscritti di cui 118 masters. (Firenze, 24 aprile 2014). Con 413 partecipanti, di cui 118 Masters of Wine, Firenze batte Bordeaux mettendo a segno un'edizione record dell'8° Simposio mondiale del vino dell'Institute of Masters of Wine (Firenze, 15-18 maggio). Nel 2010 la capitale francese del vino aveva raccolto 311 iscritti, per il debutto italiano dei 'guru' mondiali del vino Firenze è sold out con 413 partecipanti da 32 Paesi, di cui 118 Masters. "L'edizione da record dell'ottavo Simposio mondiale che per la prima volta viene organizzato in Italia grazie alla collaborazione con l'Istituto Grandi Marchi - ha detto Piero Antinori, Presidente dell'Istituto del Vino italiano di qualità Grandi Marchi - dimostra l'interesse a conoscere meglio e approfondire le nostre produzioni da parte dei Masters of Wine, che sono i maggiori esperti internazionali del settore, in grado di influenzare i canali di sbocco di tutta la filiera: dall'horeca ai media, dalle aste ai distributori e importatori di tutto il mondo, dai mercati emergenti a quelli più consolidati. C'è molta attesa per questa edizione italiana - ha concluso Antinori - e sono certo che tutti trarremo benefici da questo importante evento". Per Jean-Michel Valette MW, presidente dell'Institute of Masters of Wine: "Il Symposium di Firenze rappresenta una pietra miliare per la nostra missione di promozione dell'eccellenza, dell'interazione e dell'apprendimento nel mondo globale del vino. Il fatto di riunire un gruppo eterogeneo di opinion leader provenienti da tutti i settori della realtà vinicola, permetterà ai partecipanti di godere di una privilegiata via d'accesso alle ultime novità in termini di pensiero ed innovazione, per non parlare dell'opportunità unica di fare network ai più alti livelli di influenza e conoscenza nel mondo del vino e nei settori ad esso correlati". "Identità, innovazione e immaginazione" sono le parole chiave del Simposio quadriennale che dopo Bordeaux, Napa Valley, Vienna, Perth e Oxford arriva a Firenze grazie alla collaborazione con l'Istituto Grandi Marchi che comprende le 19 aziende icona dell'enologia made in Italy (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca' del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) che insieme raggiungono i 500milioni di euro di cui il 60% realizzato all'estero, con un'incidenza del 6,5% sul valore complessivo dell'export nazionale.
RASSEGNA STAMPA 2014
28 aprile 2014 PAMBIANCO
REPORTAGE
VINITALY
Tre Paesi,METÀ EXPORT Usa, Germania e Gran Bretagna generano più del 50% del fatturato estero. Ma non si sfonda in Oriente. In compenso, l’Italia è una garanzia. E si attende l’effetto Expo.
di Andrea Guolo
C
rescere del 50% entro il 2020. Possibile? Per centrare l’obiettivo export lanciato dal premier Matteo Renzi a Vinitaly, ai produttori servirà un apporto ben più consistente dei nuovi mercati. Si parte da una buona base, +37% registrato negli ultimi cinque anni e +7% soltanto nel 2013. Eppure il comparto, che si conferma tra i più in salute dell’economia nazio-
nale, resta saldamente legato ad alcune grandi destinazioni, quelle tradizionali. Il 41% del fatturato estero dipende da due soli Paesi, Stati Uniti (1,08 miliardi di euro) e Germania (1,02). Se ai due sommiamo la terza meta del vino italiano, il Regno Unito (618 milioni, con un balzo del 15,4% nell’ultimo anno), si supera il 50 per cento. Deludono alcune destinazioni emergenti. È il caso della Cina, che incide meno della Norvegia e che nel 2013 ha addirittura perso terreno, -3%, pare a seguito di un’errata valutazione degli importatori che avevano sovrastimato i consumi previsti nel 2012 e di conse-
guenza hanno dovuto smaltire le giacenze accumulate, riducendo i nuovi ordini. Ad ogni modo, 74,8 milioni di euro incassati da un gigante come Pechino sono ben poca cosa. La stessa dinamica russa, per quanto crescente (+14,4%), resta lontana dall’auspicata esplosione: Mosca sta sotto i 120 milioni e vale un decimo di Washington. I produttori, più che disillusi, sembrano intenzionati a giocare su due tavoli, consapevoli che all’investimento nei Paesi emergenti va affiancato il consolidamento in quelli tradizionali, che continuano a regalare soddisfazioni e crescita a due
74 PAMBIANCO MAGAZINE 28 aprile 2014
RASSEGNA STAMPA 2014
28 aprile 2014 PAMBIANCO
REPORTAGE
cifre. Perfino il mercato domestico, che in altri settori ormai viene visto come il fumo negli occhi, nel vino conferma la propria forza, nonostante le ovvie difficoltà. BRINDISI MOLTO ITALIANI Donnafugata, che all’interno raccoglie circa il 70% del proprio fatturato, ha osservato uno sprint nell’ultimo quarter 2013 che le ha quasi permesso di pareggiare il 2012 e che giustifica la crescita a due cifre di inizio 2014. “Una rinnovata capacità di comunicazione - afferma Josè Rallo, della famiglia che controlla il marchio - ha sostenuto le vendite in Italia dei nostri vini di fascia superiore, con performance fino al +30-40%”. Quello italiano è un mercato esigente, fatto di ristorazione qualificata ed enoteche gioiello, cui i produttori non hanno intenzione di rinunciare. Se approcciato in maniera efficace, con scelte innovative nel marketing e nel packaging, può anche regalare soddisfazioni. Bellavista, che debuttava a Vinitaly con la nuova, coloratissima immagine studiata dal designer francese Thierry Consigny, ne è la conferma. “Abbiamo dovuto tranquillizzare chi temeva fosse cambiato anche il contenuto”, sottolinea con ironia Francesca Moretti, figlia di Vittorio Moretti fondatore del gruppo che comprende, oltre a Bellavista, Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra e Tenuta La Badiola in Toscana. In un mondo conservatore come quello del vino, qualche critica di fronte a una svolta così radicale era data per scontata, ma a prevalere nettamente sono i “mi piace”, per non parlare dei risultati commerciali. “Nel primo trimestre 2014 abbiamo raddoppiato le vendite di Bellavista - racconta Moretti - mentre il risultato di gruppo, dopo la crescita del +10% nel 2013, viaggia sul +22%”. Le bollicine metodo classico, protagoniste di questa eccellente performance, sono prevalentemente destinate all’interno (80%), mentre l’export sale al 70% per i grandi rossi toscani. “Ci stiamo organizzando per posizionarci sem-
pre più verso l’estero, più vivo e solare rispetto all’Italia, dove leggi penalizzanti e mancati consumi hanno messo in ginocchio ristorazione e dettaglio specializzato. Abbiamo un brand manager che si dedica a Europa e Usa e uno esclusivamente per l’Asia”. A Vinitaly Falesco, il cui vino di punta è il Montiano Lazio Igt, si è presentata forte dei risultati raccolti durante il 2013 nelle sue due piazze principali, Milano e Roma, che le hanno permesso di incrementare le vendite interne di circa il 20%, contro il +8% dell’export, per un fatturato complessivo di 10 milioni di euro. Tra le novità, l’upgrade del Marcigliano, uno dei suoi prodotti migliori, di cui ha ridotto il numero di bottiglie e alzato il livello qualitativo. “Le vendite nella capitale - afferma il direttore commerciale Paulo De Carvalho sono aumentate grazie alla tendenza, visibile nelle nostre città, di spingere il consumo di vini prodotti nel territorio”. La moda a km (quasi) zero avrebbe dunque spalancato un mercato fatto di cinque milioni di residenti e soprattutto di turismo, politica e “grande bellezza”. L’export
Cristina Ziliani
Valentina Argiolas
Paulo De Carvalho
Riccardo Illy
Montiano, 100% uve Merlot, è il prodotto di punta di Falesco, fondata a Montefiascone (Vt) dai fratelli Renzo e Riccardo Cotarella. In alto, la barricaia aziendale
28 aprile 2014 PAMBIANCO MAGAZINE 75
RASSEGNA STAMPA 2014
29 aprile 2014 AGRICOLAE.eu
http://www.agricolae.eu/
VINO E LIQUORI
VINO: SONO 8 I NUOVI ASPIRANTI MASTER OF THE WINE, DI CUI 7 ITALIANI. A FIRENZE, DAL 15 AL 18 MAGGIO, L’8° SIMPOSIO MONDIALE DELL’INSTITUTE OF MASTERS OF THE WINE IN COLLABORAZIONE CON I GRANDI MARCHI
Sono solo 8 gli aspiranti master of the wine, di cui 7 italiani, ammessi a proseguire il severo programma di studi dell’Institute of Masters of the Wine. A renderlo noto la stessa accademia londinese, impegnata da oltre 60 anni a formare i più qualificati e influenti esperti internazionali del settore, che tra i 25 iscritti alla terza edizione italiana del corso propedeutico tenutosi in Valpolicella dal 7 al 9 marzo scorso, ha promosso solo 8 candidati: Pietro Russo ﴾Donnafugata﴿; Andrea Lonardi ﴾Bertani Domains﴿; Alberto Ugolini ﴾Santa Margherita Winery Group﴿; Eliza Kauce ﴾Rovetta Ltd﴿; Gabriele Gorelli ﴾Brookshaw&Gorelli snc﴿; Carlo Lorenzo Bottazzi ﴾Monterosso Azienda Agricola﴿; Leonardo Benucci ﴾Overseas Corporation sa, Tokyo﴿ e Emanuele Baldi ﴾Prunotto﴿. L’annuncio arriva a due settimane dalla prima edizione in Italia dai numeri record ﴾413 partecipanti iscritti﴿ del Simposio mondiale che l’Institute of Masters of the Wine organizza a Firenze dal 15 al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi, dal 2009 unica compagine italiana major supporter dell’autorevole organizzazione inglese. Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
RASSEGNA STAMPA 2014
29 aprile 2014 VINO E DINTORNI.org
http://www.vinoedintorni.org/
VINO: SONO 8 I NUOVI ASPIRANTI MASTER OF THE WINE, DI CUI 7 ITALIANI A Firenze, dal 15 al 18 maggio, l'8° simposio mondiale dell'Institute of Masters of the Wine in collaborazione con i Grandi Marchi Sono solo 8 gli aspiranti master of the wine, di cui 7 italiani, ammessi a proseguire il severo programma di studi dell’Institute of Masters of the Wine. A renderlo noto la stessa accademia londinese, impegnata da oltre 60 anni a formare i più qualificati e influenti esperti internazionali del settore, che tra i 25 iscritti alla terza edizione italiana del corso propedeutico tenutosi in Valpolicella dal 7 al 9 marzo scorso, ha promosso solo 8 candidati: Pietro Russo (Donnafugata); Andrea Lonardi (Bertani Domains); Alberto Ugolini (Santa Margherita Winery Group); Eliza Kauce (Rovetta Ltd); Gabriele Gorelli (Brookshaw&Gorelli snc); Carlo Lorenzo Bottazzi (Monterosso Azienda Agricola); Leonardo Benucci (Overseas Corporation sa, Tokyo) e Emanuele Baldi (Prunotto). L’annuncio arriva a due settimane dalla prima edizione in Italia dai numeri record (413 partecipanti iscritti) del Simposio mondiale che l’Institute of Masters of the Wine organizza a Firenze dal 15 al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi, dal 2009 unica compagine italiana major supporter dell’autorevole organizzazione inglese. Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi
RASSEGNA STAMPA 2014
29 aprile 2014 ITALIA A TAVOLA.net
http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=34235
“Master of Wine” a Firenze 8 i nuovi aspiranti, di cui 7 italiani Nel capoluogo toscano, dal 15 al 18 maggio, si terrà l’8° Simposio mondiale dell’Institute of Masters of Wine in collaborazione con l’Istituto Grandi Marchi. 8 gli esperti di vino selezionati per la prestigiosa accademia Sono solo 8 gli aspiranti Master of Wine, di cui 7 italiani, ammessi a proseguire il severo programma di studi dell’Institute of Masters of Wine. A renderlo noto la stessa accademia londinese, impegnata da oltre 60 anni a formare i più qualificati e influenti esperti internazionali del settore, che tra i 25 iscritti alla terza edizione italiana del corso propedeutico tenutosi in Valpolicella dal 7 al 9 marzo scorso, ha promosso solo 8 candidati: Pietro Russo (Donnafugata), Andrea Lonardi (Bertani Domains), Alberto Ugolini (Santa Margherita Winery Group), Eliza Kauce (Rovetta Ltd), Gabriele Gorelli (Brookshaw&Gorelli snc), Carlo Lorenzo Bottazzi (Monterosso Azienda Agricola), Leonardo Benucci (Overseas Corporation sa, Tokyo) ed Emanuele Baldi (Prunotto).
L’annuncio arriva a due settimane dalla prima edizione in Italia - con numeri record: 413 partecipanti iscritti del Simposio mondiale che l’Institute of Masters of Wine organizza a Firenze dal 15 al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi, dal 2009 unica compagine italiana major supporter dell’autorevole organizzazione inglese. Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
RASSEGNA STAMPA 2014
29 aprile 2014 ITALGROB.it
http://www.italgrob.it/sezione.asp?IdPost=5296&M=Vini%20AND%20Co&C=Eno%20news
Vino: sono 8 i nuovi aspiranti "Master of the Wine", di cui 7 italiani A Firenze, dal 15 al 18 maggio, l’8° simposio mondiale dell’Institute of Masters of the Wine in collaborazione con i grandi marchi. Sono solo 8 gli aspiranti master of the wine, di cui 7 italiani, ammessi a proseguire il severo programma di studi dell’Institute of Masters of the Wine. A renderlo noto la stessa accademia londinese, impegnata da oltre 60 anni a formare i più qualificati e influenti esperti internazionali del settore, che tra i 25 iscritti alla terza edizione italiana del corso propedeutico tenutosi in Valpolicella dal 7 al 9 marzo scorso, ha promosso solo 8 candidati: Pietro Russo (Donnafugata); Andrea Lonardi (Bertani Domains); Alberto Ugolini (Santa Margherita Winery Group); Eliza Kauce (Rovetta Ltd); Gabriele Gorelli (Brookshaw&Gorelli snc); Carlo Lorenzo Bottazzi (Monterosso Azienda Agricola); Leonardo Benucci (Overseas Corporation sa, Tokyo) ed Emanuele Baldi (Prunotto). L’annuncio arriva a due settimane dalla prima edizione in Italia dai numeri record (413 partecipanti iscritti) del Simposio mondiale che l’Institute of Masters of the Wine organizza a Firenze dal 15 al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi, dal 2009 unica compagine italiana major supporter dell’autorevole organizzazione inglese. Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
RASSEGNA STAMPA 2014
29 aprile 2014 PRIMA PRESS.it
http://www.primapress.it/
Vino: sono 8 i nuovi aspiranti "Master of the Wine", di cui 7 italiani A Firenze, dal 15 al 18 maggio, l’8° simposio mondiale dell’Institute of Masters of the Wine in collaborazione con i grandi marchi. Sono solo 8 gli aspiranti master of the wine, di cui 7 italiani, ammessi a proseguire il severo programma di studi dell’Institute of Masters of the Wine. A renderlo noto la stessa accademia londinese, impegnata da oltre 60 anni a formare i più qualificati e influenti esperti internazionali del settore, che tra i 25 iscritti alla terza edizione italiana del corso propedeutico tenutosi in Valpolicella dal 7 al 9 marzo scorso, ha promosso solo 8 candidati: Pietro Russo (Donnafugata); Andrea Lonardi (Bertani Domains); Alberto Ugolini (Santa Margherita Winery Group); Eliza Kauce (Rovetta Ltd); Gabriele Gorelli (Brookshaw&Gorelli snc); Carlo Lorenzo Bottazzi (Monterosso Azienda Agricola); Leonardo Benucci (Overseas Corporation sa, Tokyo) ed Emanuele Baldi (Prunotto). L’annuncio arriva a due settimane dalla prima edizione in Italia dai numeri record (413 partecipanti iscritti) del Simposio mondiale che l’Institute of Masters of the Wine organizza a Firenze dal 15 al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi, dal 2009 unica compagine italiana major supporter dell’autorevole organizzazione inglese. Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
RASSEGNA STAMPA 2014