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1 maggio 2016
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
di Maurizio Onidi
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PETROLIO: GIOIA (PER POCHI) E DOLORI (PER MOLTI)
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rchiviato il referendum sulle trivelle con i risultati che tutti conosciamo, ci si prepara già al prossimo nel mese di ottobre per la riforma della Costituzione, meglio conosciuto come ddl Boschi. Non è però di questo che voglio parlare anche se faccio ancora fatica a digerire la presa di posizione da parte di Renzi e Napolitano sull’astenersi dal voto. Vorrei tornare ancora sul tema del referendum del 17 aprile ma per condividere con voi un approfondimento sotto l’aspetto fiscale relativo al petrolio che a me personalmente ha riservato delle sorprese. Andiamo per ordine. È opportuno fare un po’ la storia di questo prodotto. Il petrolio (dal latino petroleum -petrae oleum, olio della roccia) è un olio combustibile fossile non rinnovabile. Ha origini molto antiche, basti pensare che i greci lo utilizzavano per la produzione di medicinali e per usi bellici. All’origine si presenta come liquido oleoso di colore verdastro e marrone scuro detto anche oro nero. Si tratta di una materia prima facilmente trasportabile utilizzata per fornire energia, per alimentare veicoli a motore e per l’industria chimica. L’industria petrolifera nasce negli Stati Uniti nel 1859 e più precisamente in Pennsylvania. L’utilizzo diffuso di questa materia avviene attorno agli anni 60/70, sostituendo il combustibile principale che fino a quel momento l’aveva fatta da padrone: il carbone (che aveva dato origine alla famosa rivoluzione industriale). Essendo un combustile di origine fossile, durante la combustione produce sostanze pericolose sia per la salute dell’uomo che per l’ecosistema. A tutt’oggi però l’oro nero rimane la risorsa energetica più diffusa al mondo, copre infatti il 90% del fabbisogno mondiale di combustibile. I giacimenti si trovano a migliaia di metri di profondità, da qui la necessità di installare pozzi petroliferi o piattaforme marine per portarlo in superficie. I più importanti giacimenti si trovano negli Stati Uniti, nei paesi latino americani, nei Paesi Arabi, in Unione Sovietica e nei mari del nord. L’unità di misura è il barile che corrisponde a 159 litri o 42 galloni
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eno male che non tutti i parenti sèrpono. Sono parenti, perciò, con gli agnati, ossía i discendenti per línea maschile, per agnazione, e quelli discendenti per línea femminile (genericamente chiamati parenti per cognazione), i cognati (fratelli e sorelle delle mogli per i mariti e, viceversa, dei mariti per le mogli; e anche i mariti delle proprie sorelle e le mogli dei pròpri fratelli), e gli affini (che provéngono dalla parentela con il coniuge e sono, con i cognati e le cognate, i suòceri e le suòcere e, per questi, i gèneri e le nuore – i mariti delle loro figlie e le mogli dei loro figli – e i consuoceri – i genitori degli sposi, fra di loro – e tutti quelli legati da víncoli di cognazione: legale, tra adottati e adottanti; e spirituale, tra padrini, madrine e battezzati/e e cresimati/e). Gli agnati sono dunque i parenti per parte di padre. La parola deriva dal latino “ad” e “gnasci-nasci”, nàscere vicino, nàscere dal padre o dagli uòmini della famiglia. I cognati, dal latino “cum” e “gnasci-nasci”, sono propriamente i “consanguínei”, ma la parola indicava specificamente i parenti per parte di moglie; e oggi comprèndono quelli che sopraggiúngono in séguito al matrimonio, per il marito dalla famiglia della moglie, per la moglie dalla famiglia del marito. “Suòcero/a”, dal sànscrito çvaçuras – svacuras, suo signore, in latino “socer – socrus e socra “ e, in greco, ekyrós e ekyrà, sono il padre o la madre dello sposo per sua moglie o il padre o la madre della sposa per suo marito. “Gènero”, dalla radicale sànscrita “gam” che vuol dire “congiúngere”, è il nome che índica il marito della propria figlia per il suòcero. Dalla stessa radicale deriva “g’âmí”, sorella, e “g’âmya”, nipote - figlio di sorella e le parole greche “gamet”, moglie, e “gametès”, marito; “gènero”, secondo altri studiosi, deriverebbe dal sànscrito “g’an –g’am” nel senso di “faccio nàscere”, in latino “geno” e, in greco, “ghennào”, procreo: perciò “gènero” significherebbe “colui che gènera”, come “marito” della figlia di suo suòcero, ossía del “suo signore”. Nuora”, una volta anche “nuro”, in latino “nurus”, dal sànscrito “snusus-snusha”, figlia, è esattamente, per il suòcero, la moglie del proprio figlio, che diviene “figlia” essa stessa con il matrimonio. Ecco come gli “affini”, cioè quelli che sono “vicini”, “ad finem”, i “confinanti”, sono “parentes”: in qualche modo partécipano tutti alla procreazione, a procurare discendenza, a “parre”, benché fra di loro non vi sia consanguineità. Tra i singeniònimi si distínguono i nomi dei parenti “cugino” e “nipote”, perché accompàgnano il loro significato pa-
americani, pari a 135 kg di greggio. I mercati finanziari più importanti per le quotazioni del greggio sono due: New York e Londra. Sul primo mercato viene quotato il greggio americano chiamato WTI (West Texas Intermediate); sul secondo il Brent (greggio che viene estratto nei mari del nord) e che determina il 60% del prezzo sul mercato. Il WTI è considerato il più pregiato, il Brent il più caro a causa dei costi di trasporto. Risorsa molto importante, come abbiamo visto, che nel corso degli anni ha scatenato conflitti militari molto importanti (Iran-Iraq negli anni 80 e le guerre del Golfo) e ancora oggi è oggetto di tensione tra molti stati. Dopo questa lunga premessa che ritenevo opportuna senza voler apparire saccente, arriviamo alla parte dolente del nostro argomento. Concordo pienamente sull’analisi fatta da Sergio Rizzo sul Corriere della sera di qualche mese fa a proposito del prezzo dei carburanti. Prima di entrare nel vivo del nostro argomento, al fine di evitare confusione con i termini, è opportuno che ci rinfreschiamo la memoria sulla differenza tra imposta, tassa e accisa.L’imposta è un prelevamento coattivo (imposto quindi) da parte dell’Ente pubblico (ad esempio l’Irpef o l’IVA); la tassa la paghiamo a seguito della richiesta da parte del cittadino di un servizio ad un ente pubblico (ad esempio la tassa per la raccolta dei rifiuti); l’accisa infine è una imposta sulla fabbricazione e vendita di specifiche categorie di prodotti di consumo (ad esempio sugli olii minerali/carburanti). Noi tutti abbiamo visto che l’andamento del prezzo del petrolio nel corso degli anni ha avuto un andamento abbastanza altalenante, ricordiamo benissimo valori massimi di 150 e minimi di 9,55 dollari al barile. Ebbene, dal 2008 il costo del greggio è sceso del 19% mentre le accise sono aumentate del 46% e il ricarico dell’Iva eècresciuto del 21,8%.Tenuto conto delle attuali quotazioni del greggio (30 dollari al barile), il costo di un litro di carburante, al netto dell’imposizione fiscale, non dovrebbe superare i 45/50 centesimi. Già, l’imposizione fiscale. Cerchiamo allora di capi-
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SINGENIÒNIMI
AGNATI, COGNATI, AFFINI E CUGINI di Efisio Cadoni Seconda parte rentale ad un altro, talvolta luminoso, attraente, di buona qualità, tal altra negativo, abominévole, abbuiante. La parola “cugino”, dal latino “congeneus”, ossía consanguíneo, índica il figlio di un fratello o di una sorella del padre e della madre. E, quando i cugini síano sposati, divèngono “cugini” anche i loro còniugi. “Cugino” è anche il títolo onorífico, da parte dei Monarchi, per coloro che hanno presso di loro motivi di mèrito e sono considerati proprio come consanguínei. Anche i “carbonari” si chiamàvano fra di loro “cugini” per il nòbile legame ideale che li univa nelle attività comuni per la libertà e l’indipendenza della propria patria da ogni ingerenza straniera e da ogni assolutismo. Ma per esser cugini nella Carbonería bisognava seguire un complicato cerimoniale in cui la parentela non era quella del sangue, ma quella dell’unione che idealmente legava gli uni agli altri mediante gl’interrogatòri richiesti, le fòrmule fisse, i giuramenti all’interno dei luoghi segreti stabiliti in cui si entrava bendati prima di giurare fedeltà e di firmare una fòrmula che conduceva alla conoscenza del solo segno di riconoscimento per l’ammissione al “sacro travaglio della carbonizzazione”. I “cugini” s’incontràvano in luoghi di riunione, in particolari settori, le cosiddette “vèndite”, i “centri” basilari, ma meno “importanti” o, meglio, inferiori rispetto ai “monti”, ai “dipartimenti”, alle “province” degli “Stati carbonàrici”. Ecco il significato miràbile, nòbile della parola. Ma “cugino” è anche il nome di una píccola zanzara, il pungente, silenzioso, ma fastidiosíssimo pappataci che qualche volta ci tortura nei tardi pomeriggi e nelle sere d’estate. E il suo nome deriverebbe da “consobrinus” o “frater consobrinus”, divenuto “cosinus”, figlio di una sorella della madre (“consobrina” o “soror consobrina” è cugina). Son detti “con-
re meglio il meccanismo prendendo come riferimento un litro di benzina: le accise pesano per 72,8 cent. ai quali va aggiunta l’IVA non solo sul carburante ma anche sulle accise (avete letto bene: Imposta sull’imposta) per 27 cent. che sommata quindi all’importo precedente fanno 99,8 cent. Il peso fiscale così ottenuto si aggira su 1 euro (70% circa) a fronte di un prezzo alla pompa di 1,42. Credo a questo punto, dal momento che la nostra pressione non è ancora arrivata al massimo per restare in tema di quotazioni borsistiche, sia cosa buona e giusta andare a vedere dove va a finire quel famoso 70% di imposte che gravano sui carburanti: 0,000981 Guerra di Etiopia (1935-1936); 0,00723 Finanziamento Crisi di Suez (1956); 0,00516 Ricostruzione del Vajont (1963); 0,00516 Ricostruzione post alluvione Firenze (1966); 0,00516 Ricostruzione post terremoto Belice (1966); 0,0511 Ricostruzione terremoto del Friuli (1976); 0,0387 Ricostruzione terremoto Irpinia (1980); 0,106 Finanziamento guerra in Libano (1983); 0,0114 Finanziamento missione in Bosnia (1996); 0,02 Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004); 0,005 acquisto autobus ecologici (2005); 0,0051 Ricostruzione terremoto dell’Aquila (2009); 0,0071 Finanziamento Cultura (2011); 0,004 Arrivo immigrati crisi Libia (2011); 0,0089 Alluvione in Liguria e Toscana (2011); 0,082 su benz./ 0,113 su diesel per Decr.salva Italia (2011); 0,02 Finanziamento post terremoto dell’Emilia (2012). Il tutto ovviamente + Iva. Prima di concludere, desidero però tornare su un tema da me già trattato sul nostro giornale e che mi sta molto a cuore: la zona franca. Un cartello esposto a Livigno (porto franco), datato 9 gennaio 2016 riportava i prezzi del carburante al netto di tutte le imposte: benzina euro/litro 0,41; diesel euro/ litro 0,34. I prezzi comprensivi delle imposte alla stessa data erano di 1,39 per la benzina e di 1,17 per il diesel. Che dire? dico solo che è un vero peccato che la Sardegna non sia porto franco.
sobrina” e “consobrino”, anche in italiano, la figlia e il figlio della sorella della propria madre. Tra gli antichi Romani il cugino, figlio di un fratello della madre, era detto semplicemente “avunculi filius” (o filia, la cugina); nella lingua italiana è rimasta la parola “avuncolato”, che è tèrmine del diritto usato per significare una successione per línea materna per cui i diritti sulla prole spèttano allo zio materno invece che al padre. Il figlio della sorella del padre era detto “amitînus”, frater amitînus o amitae filius (soror amitîna, amitae filia la cugina) e il figlio del fratello del padre era chiamato “patruelis”, frater patruelis o patrui filius (la cugina soror patruelis o patrui filia). Amita era infatti la sorella del padre, la zia paterna, mentre matertra era la sorella della madre, zia per parte di madre; amita magna era la prozía, sorella del nonno, e amita major o proamita era la sorella del bisàvolo, amita maxima del trisàvolo… Fratello del padre, lo zio paterno era detto patruus; e avuncmlus era lo zio materno; “noverca” era la matrigna, ossía la “nova mater”, la nuova madre, ma talvolta ironicamente era chiamata anche “matercula”, che, in realtà, è diminutivo di “mater”, mammina, dolce madre, tènera mamma; e la parola “matercula” è rimasta come “matrigna” in italiano. E con il tèrmine “noverca” e “noverga” si índica, anche nella lingua italiana, la matrigna, ma sempre in senso spregiativo. Cosí Dante: “Qual si partío Ipòlito d’Atene / per la spietata e pèrfida noverca, / tal di Fiorenza partir ti conveve” (Paradiso, Canto XVII, 46-48). E, tra i piú vicini ai nostri tempi, D’Annunzio: “ Entrò, Mi si scagliò / contra gridàndomi : O Pasifaèia / o spietata noverca, / se tolta m’hai la vérgine altocinta, / stanotte mi darai uso di te” (Fedra, Atto II). Vitricus era detto il patrigno. Il secondo cugino e la seconda cugina, ossía i figli dei cugini di primo grado o anche germani o carnali, si chiamàvano sobrinus e sobrina. In italiano, invece, la parola sobrigno, che da questa parola latina “sobrinus” deriva, signífica invece “nipote”; e potrebbe beníssimo indicare i parenti figli dei “cugini”: i sobrigni e le sobrigne. Per quale ragione il moscone noioso o la píccola zanzara siano stati chiamati “cugini” non sa nessuno. Come un culicellus, approfittando del suo labbruzzo aguzzo, il cugino avrà forse punto qualche suo parente? oppure, decisamente, il suo nome viene da “culicinus”, píccolo o píccola cúlice, zanzarina, altro diminutivo di “culex”, semplicemente soltanto per il suono della parola, per il suo sibilío, per il suo zenzerare: cu-(li)-ci-nus...sss, co-si-nus… sss…
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di Edmunduburdu
Peste e corna
IL PIACERE DELLA BELLEZZA C
erto, deprime l’anima la vista delle trivelle poco lontane dalla tua spiaggia, destano orrore le foreste di pale eoliche che emergono dai campi e non ci confortano i tetti che nascondono se stessi per dare spazio ai pannelli fotovoltaici, e allora, quando possiamo, fuggiamo in vacanza in paesi lontani, dove queste cose non esistono o, se ci sono, facciamo finta di non vedere né loro né i panorami di alberghi che si affacciano sulle spiagge e le distese di ombrelloni tra gente in apparenza felicemente gaudente. Il costo del referendum andato contro le speranze di quanti l’hanno promosso e propagandato non ci renderà felici, né l’esito ci darà una gioia particolare. Gli animi e gli schieramenti vogliosi di opporsi e obiettare a tutto non hanno risolto nulla, salvo avvisare ancora una volta il premier del tentativo in atto di unirsi stretti contro di lui. Poi si vedrà se riusciranno a trovare un serio obiettivo comune proponendo qualcosa di più lungimirante. Oh, sì, anche il no triv ha la sua lungimiranza, peccato però che carbone, petrolio e qualsiasi altro combustibile, legna e paglia compresi, cesseranno di essere utilizzati solo quando avremo a disposizione una energia alternativa, quella di sole, di vento e di quanto altro si può ricavare dall’ambiente senza deteriorarlo, in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze a costi più accettabili. Intanto i paesi produttori di idrocarburi non trovano un accordo sulle quantità da estrarre e la concorrenza tra loro, oltre alla crisi economica che viviamo, porta i prezzi dei carburanti sempre più giù, cosa che non stimola certo la ricerca o una maggiore diffusione delle energie alternative al momento disponibili. La soluzione non sembra affatto immediata, perché la tecnologia attuale consente di essere concorrenziali solo a lunga scadenza, mentre la capacità di accumulare con batterie riserve adeguate di energia non ha dato ancora una risposta soddisfacente e quindi non si è in grado, utilizzando solo fonti verdi, di far fronte alle necessità nel caso, per esempio di eolico e solare, vengano a mancare le condizioni climatiche necessarie. Un intervento sulla questione da parte di pro triv e no triv avrebbe chiarito meglio le idee a quanti sono stati chiamati a esprimersi sul referendum del 17 aprile, ma di questi problemi tec-
IL COMMENTO
nici, o anche dei tipi di agevolazioni o finanziamenti, diretti o indiretti, all’una e all’altra fonte energetica, non si è affatto parlato. È stato molto più semplice, come al solito, accusare o anche insultare e propagandare le proprie visioni piuttosto che fare un discorso esaustivo e onesto. E ci si son messi in mezzo anche certi vescovi con i loro appelli, andando leggermente fuori strada rispetto alla loro missione di predicare rispetto e solidarietà umana e, magari, invitare certi imprenditori anche del settore a mostrarsi più onesti, corretti e rispettosi dell’ambiente. Ma tutto fa brodo, e ogni occasione è buona per ricordare al prossimo che ci sono pure loro. Ci mancheranno le ipotizzate pale eoliche nei mari oristanesi o i sondaggi nella terraferma che sono stati bloccati? Le prime non dovrebbero inquinare l’acqua e l’aria, i sondaggi è possibile che lo facciano. Certo, la presenza all’orizzonte di un bosco di pale può apparire come un’offesa al nostro senso primitivo di purezza, ma può aiutare a capire da che parte spira il vento senza dover alzare il ditino al cielo. Vederle sulla terraferma, sparpagliate su campi abbandonati o sui monti mentre ti soffermi a guardare la velocità di rotazione delle loro pale, ti porta a chiederti perché debbano essere così distanti tra loro, anziché accostate come gli alberi da frutto dei nostri giardini. Ma se viviamo nelle città con grattacieli alti decine di piani, dove il sole non sempre riesce a baciare le finestre, è più difficile capire da che parte spira il vento e il senso della bellezza assume una dimensione diversa nel sostare sulla panchina di un piccolo parco o davanti a una vetrina anziché dinanzi a pale rotanti tra distese di campi o di monti all’orizzonte. Pale che magari, più piccole e messe in cima ai grattacieli, potrebbero ridurre l’inquinamento e allontanare i piccioni e le loro cacche. Anche i tentativi di sfiduciare il premier Renzi sono stati inutili e non hanno compattato le opposizioni. Ma che nessuno si arrenda, avremo ancora i referendum sull’Italicum, sulle riforme costituzionali e chissà su quant’altro e continueremo a blaterare su cose di cui si parla da decenni. Bisognerà scegliere tra l’avere un qualcosa di non perfetto o il vegetare in un inconcludente caos.
di Rinaldo Ruggeri
LA POLITICA FACCIA IL SUO CORSO I
l 5 maggio verrà pronunciata la sentenza di primo grado contro il segretario regionale del Partito Democratico, Renato Soru, imputato di evasione fiscale. “Perché, scrive l’Ansa, per alcuni anni non avrebbe dichiarato i soldi incassati per la restituzione di un prestito da 27 milioni, più interessi, che aveva concesso alla stessa Tiscali attraverso la società inglese Andalas Ldt.” Oggi, il fondatore di Tiscali, è al centro delle cronache, non solo per questa vicenda, ma anche perché un gruppo di big del suo partito ne ha chiesto le dimissioni da segretario regionale. Uno si aspetterebbe che fra le motivazioni forti che inducono alcuni dirigenti regionali del PD a dimissionare il loro segretario ci fosse quella della evasione fiscale, invece no. Si chiede a Soru di lasciare la massima carica del PD perché è arrogante e poco incline alla mediazione, insomma un fatto caratteriale e non politico. Puntualmente, il suo temperamento fa capolino quando in Sardegna si discute di sanità e di edilizia. Non si ha il coraggio politico di dire quello che si vuole: cementificare le coste e fare operazioni clientelari nella sanità. La mediazione, il compromesso che si chiede a Soru non è la sintesi fra diverse sensibilità politiche, ma una deprecabile spartizione di incarichi. Strano, con la vicenda della evasione fiscale, avevano un’autostrada aperta per chiederne le dimissioni, non l’hanno fatto, perché? La domanda è retorica, perché la strada giustizialista non è percorribile da chi come il segretario del PD è sotto inchiesta o sotto processo. Il quotidiano “La nuova Sardegna”, in un articolo dell’anno scorso, ci fornisce le somme e nominativi dei consiglieri regionali del Centro Sinistra sui quali la Procura ha chiesto spiegazioni. Ecco l’elenco di coloro che rischiano il giudizio : Antonio Biancu (96.816 euro), Giuseppe Cuccu (170.084), Mariuccia Cocco (48.000), Giovanni Giagu (23.600), Marco Meloni (32.000), Francesco Sabatini (56.000), Simonetta Sanna (42.000), Giommaria Uggias (28.000), Carmelo Cachia (35.000), Gavino Manca (52.000), Siro Marroccu (174.567), Antonio Calledda (275.517), Angelina Corrias (79.911), Vincenzo Floris (82.087), Tarcisio Agus (4.509), Beniamino Scarpa (25.020) Giuseppe Matteo Pirisi (78.298), Renato Cugini (70.395), Silvio Bachisio Lai
(81.585), Giovanni Battista Orrù (80.181), Giacomo Spissu (79.262), Alberto Sanna (83.607), Nazareno Pacifico (94.164), Salvatore Mattana (79.366), Mario Bruno (116.449), Gianluigi Gessa (42.726), Elia Corda (39.386), Alessandro Frau (54.737), Stefano Pinna (42.915), Antonio Chicco Porcu (172.173), Giovanni Tocco (17.000). Le cifre accanto ai nomi sono importanti e sono state intascate, come certificano i bilanci regionali e le indagini della polizia giudiziaria. Quello che si deve stabilire è l’utilizzo, se sono state usate per le attività del gruppo consigliare o per fini personali. Nella seconda ipotesi, secondo i giudici, si prefigura il reato di peculato. Nei casi più “nobili”, quando queste somme sono state utilizzate per finanziare il partito e non per riempire il proprio portafogli, il reato permane. Dietro quelle cifre ci sono uomini di potere nel partito. Con quelle cifre si crea il consenso, si finanziano iniziative e gruppi di supporter funzionali al potere personale. Queste persone determinano candidature e carriere politiche. È lo stesso ex consigliere regionale Tarcisio Agus a sostenerlo in una intervista rilasciata nel 2014 al giornale on line “Sardigna Post”. Incalzato dal giornalista per la mancata candidatura alle regionali l’Agus risponde: “ …Forse il mio problema è che sono libero e non ho protettori.” “Perché gli altri sono protetti? E da chi?” Chiede il giornalista. Agus risponde: “Qui nel Medio Campidano, i sindaci di Sanluri e di Villanovaforru Alessandro Collu e Emanuela Cadeddu sono riconducibili alla componente soriana. Mentre Giuseppe Cuccu e Paolo Fadda hanno piazzato Gigi Piano. Rossella Pinna è invece vicina all’area socialista di Abramo Garau. L’unico a non avere il suo candidato sembra Siro Marroccu, anche se non si può escludere che Pinna vada bene anche al capobastone di Villacidro…” . Questo è lo stato attuale del PD sardo, un corpo in decomposizione che non riesce più a distinguere il ruolo della politica da quello della magistratura. Non si può campare politicamente con la barzelletta: la magistratura faccia il suo corso. All’ordine del giorno non sono solo le dimissioni del segretario regionale Renato Soru, ma quelle di un intero gruppo dirigente che non sa discernere il grano dalla zizania.
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LETTERE LA PESANTE EREDITÀ DELL’AMMINISTRAZIONE PINNA E ora ci mancava solo il decreto ingiuntivo di 250 mila euro a carico del comune di Guspini. Un salasso che si aggiunge a diverse sentenze esecutive che hanno condannato il comune a pagare circa 800 mila euro per risarcire danni ed errori. Il decreto ingiuntivo notificato al comune di Guspini il 3.3.2016 contiene la richiesta di un risarcimento di 250 mila euro da parte della società San Germano che ha avuto in appalto il servizio rifiuti fino ad aprile 2013 e mette in tutta evidenza la scriteriata gestione dell’amministrazione del sindaco Rossella Pinna, in merito al servizio rifiuti. La rivendicazione della ditta si riferisce al periodo che va da marzo 2012 a marzo 2013, durante il quale, a seguito della scadenza del contratto, l’amministrazione procedette con ordinanze del sindaco ad affidamenti diretti alla ditta San Germano per la prosecuzione del servizio. Stando ai fatti: il comune, prima del termine del contratto di sei anni (aprile 2012), avrebbe dovuto indire una nuova gara, invece lasciò colpevolmente che si arrivasse alla scadenza senza avere predisposto il relativo appalto. La situazione venne affrontata attraverso lo strumento dell’ordinanza contingibile ed urgente del sindaco, che affidò direttamente alla San Germano la continuità del servizio. Una vicenda contrassegnata da troppe stranezze, che già all’epoca il Comitato Cittadini Indignati denunciò pubblicamente, senza che nessuno prendesse provvedimenti. In particolare il comitato segnalò l’anomalo ricorso allo strumento dell’ordinanza sindacale contingibile ed urgente, in quanto la legge precisa che l’evento deve essere improvviso, eccezionale e non prevedibile. Condizioni che non corrispondevano al caso in questione. Ma le anomalie non si fermano qui. Il sindaco emise l’ordinanza il 30.3.2012 in base al D.l 152/2006, norma emanata dal governo per affrontare l’emergenza rifiuti a Napoli, che attribuisce poteri straordinari ai sindaci per affrontare questi eventi eccezionali ed imprevedibili in ambito ambientale. Un uso della legge da parte dell’amministrazione assolutamente improprio in quanto di imprevedibile ed eccezionale non vi era assolutamente nulla, se non la colpevole negligenza di non procedere ad una nuova gara di appalto. Inoltre l’ordinanza non contiene il previsto parere obbligatorio di un organo sanitario e tecnico che lo avrebbe dovuto motivare adeguatamente accertandone anche lo stato di emergenza. L’atto fu contestato anche dal Ministero dell’Ambiente che inviò una nota al comune il 24.5.2012. Nonostante le contestazioni, il sindaco reiterò per ben cinque volte, ad ogni scadenza, l’ordinanza per la prosecuzione del servizio che terminò definitivamente a marzo 2013, data in cui fu affidato l’appalto ad un nuovo soggetto. Addirittura nella seconda ordinanza l’amministrazione provvide a modificare i compensi alla ditta rimodulandone i servizi. Sempre senza alcun parere tecnico e contabile da parte degli organi preposti. Era evidente che le anomalie nella procedura esponessero il comune a rischi economici che puntualmente si sono verificati. La ditta infatti rivendicò, dopo i primi sette mesi dalla scadenza dell’appalto, un cospicuo aumento delle spettanze, che poi ha portato al decreto ingiuntivo che condanna l’amministrazione a pagare la somma di 250.000 euro alla San Germano. È evidente che l’improvvisazione ed il pressapochismo evidenziato nella gestione della vicenda da parte della precedente amministrazione Pinna rischia di portare ad un ulteriore salasso le già tartassate tasche dei cittadini. Il Comitato Cittadini Indignati chiede all’attuale amministrazione comunale di fare chiarezza sulla vicenda, individuando tutte le responsabilità e riservandosi azioni a tutela degli interessi dei già abbondantemente vessati cittadini guspinesi. Comitato Cittadini Indignati - Guspini
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1 maggio 2016
IL MIO PUNTO DI VISTA
di Giovanni Luigi Zedda
di Antonio Loru
OGGI PARLIAMO DI...
CECITÀ, SORDITÀ, AFASIA
EX CATTEDRA
COSCIENZA, RESPONSABILITÀ, LIBERTÀ In una città qualunque, di un paese qualunque, un guidatore sta fermo al semaforo in attesa del verde quando si accorge di perdere la vista. All’inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, ma non è così. Gli viene diagnosticata una cecità dovuta a una malattia sconosciuta: un mal bianco che avvolge la sua vittima in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: è l’inizio di un’epidemia che colpisce progressivamente tutta la città, e l’intero paese. I ciechi, rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel più totale abbrutimento da chi non è stato ancora contagiato, scoprono - come ha scritto Cesare Segre - su se stessi e in se stessi, la repressione sanguinosa e l’ipocrisia del potere, la sopraffazione, il ricatto e, peggio di tutto, l’indifferenza. Saramago denuncia con intensità di immagini e durezza di accenti la notte dell’etica in cui siamo sprofondati. E, paradossalmente, è proprio il mondo delle ombre a rivelare molte cose sul mondo che credevamo di vedere. (José Saramago, Cecità, ET di Einaudi, TO, 2010, quarta di copertina) Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva. (José Saramago, Cecità, ET di Einaudi, TO, 2010, Libro dei consigli) Mi dicono: se trovi uno schiavo addormentato non svegliarlo, forse sta sognando la libertà. Ed io rispondo: se trovi uno schiavo addormentato sveglialo e parlagli della libertà. (Khalil Gibran) Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.(Leo Longanesi) Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma un uomo libero. (Vladimir Lenin) Credo che in questi tempi di gomma, tanti, (quelli che ovviamente conoscono l’autore, e hanno letto qualche sua opera), abbiamo pensato a Cecità, (Ensaio sobre a Cegueira), e al suo seguito, Saggio sulla lucidità (Ensaio sobre a Lucidez), tra i più celebri romanzi del più importante scrittore lusitano contemporaneo, premio Nobel 1998, José Saramago. La trama di Cecità la vedete in esergo, (in sintesi diventano quasi tutti ciechi). Un popolo qualunque di una città capitale qualunque di uno stato qualunque, in occasione di una tornata elettorale si reca alle urne, ma in stragrande maggioranza, con sommo stupore degli apparati, vota scheda bianca, all in the withe, real life and political expression. In questa larva di paese civile che è diventata l’Italia, in occasione di questo ultimo tentativo di portare il popolo alle urne a dire la sua su un tema, quello dell’utilizzo, per bassi motivi di profitto da parte di pochi delle risorse di tutti, l’òikos, (ï6êïò) la nostra casa comune, e i danni che, alle
strutture, arredi e mobilio, ne derivano, quelli invece a carico di tutti. Tutto sommato una questione nel suo particulare secondaria rispetto alla necessità di far sentire alla classe egemone tutta, (che non sono i politici!), che ci domina senza pudore e ritegno, che ci siamo anche noi, che con noi devono fare i conti, che siamo interessati a ricostruire le basi di un’ecologia civile, culturale, politica, senza la quale nessuna altra forma di ecologia sarà davvero possibile. Abbiamo mancato l’appuntamento, anche stavolta, la nostra voce è rimasta muta, le nostre orecchie sorde al richiamo della ragione, il nostro sguardo perso nel bianco indistinto del non-colore, l’elettroencefalogramma piatto. I personaggi poco di fantasia che popolano il mondo dei romanzi di Saramago, in fondo perdono solo la vista, noi abbiamo ancora una volta dimostrato di essere oltre che ciechi anche sordi e muti, e con un sistema nervoso centrale da revisionare prima che, come succede ad HAL 9000 in A Space Odyssey di Clarke-Kubrick, si spenga per sempre. Abbiamo risposto meccanicamente al fischio del capo come il cane al lancio della pallina. Abbiamo chiuso orecchie e cervello alla ragione, anche stavolta, come ormai accade da trent’anni circa. In Sardegna su 1.381.426 aventi diritto al voto, hanno votato SI al referendum in 410.048, vale a dire il 92,40% di coloro che si sono recati alle urne, NO in 33.239, il 7,60%. Complessivamente hanno esercitato in Sardegna il diritto-dovere di voto, (checché ne dicano emeriti presidenti della Repubblica), il 32,35% del corpo elettorale della nostra regione. In tutta Italia la percentuale di affluenza è stata del 31,19%. Dunque in Sardegna ci siamo recati a votare 2 cittadini su 100 in più rispetto alla media dell’intero Paese. E mentre l’emerito Presidente Giorgio Napolitano sosteneva la scelta del governo, e con la sua autorevolezza invitava a disattendere il diritto-dovere costituzionale del voto, in Sicilia si è recato alle urne solo il 28% del suo corpo elettorale, nonostante il corretto e buon esempio del Presidente della Repubblica attualmente in carica, Sergio Mattarella, che ha votato a Palermo. Se l’intelligenza del concetto sembra in questo momento non trovare la strada, allora potrebbe essere utile tornare all’antico, alle forme della rappresentazione estetico-simbolica, l’arte, alle forme della rappresentazione intellettuale-simbolica, la religione? Forse sì. Ma dove sono nell’orizzonte della nostra presenza, Dante, Boccaccio, Shakespeare e Rabelais? E Gesù, il più grande disubbidiente della storia, e Francesco, quello di casa nostra, a chilometri zero, discolo quanto il nazareno, nato ricco, sposatosi per scelta consapevole di vero amore a Donna Povertà? Dovremmo ancora lasciare ciechi a guidare ciechi, morti a seppellire morti, o dobbiamo ri-tornare all’arte sensibile e intellettuale perché si ri-metta in opera la verità?
Le cose a scuola vanno. Ma nessuno sa dove. Da quando mi sono accorto - ed è ormai qualche anno - che appena pronuncio la parola borghesia seguita da capitalismo e da ruolo degli intellettuali ciascuno studente si ritrae in qualche angolino del proprio cervello e lì si metta a giocare con se stesso, sto tentando nuove vie. Bene in vista ho parlato per un’ora e un quarto senza che nessuno opponesse resistenza del Neoclassicismo, del bello ideale, del dominio delle passioni, di Ercolano e Pompei, del magnifico Apollo e Dafne di Antonio Canova, da vedere al più presto alla Galleria Borghese, di Winckelmann che era gay. […] non sono piaciuto però a Maria Concetta Menegozzzi, nota come Ketty che […] ha detto con disprezzo, mentre suonava la campanella: L’Apollo e Dafne della Galleria Borghese è di Bernini, non di Canova. L’hanno sentito tutti. Ma io ho fatto finta di non sentire e sono andato a passo svelto verso la porta. […] e così, sottobraccio siamo entrati nell’aula magna già affollata, dove si è tenuto il […] collegio dei docenti […] che come il preside ci ha detto, è un momento memorabile della vita scolastica. Di memorabile in queste stressanti riunioni c’è […] soprattutto il primo punto all’ordine del giorno: le micidiali comunicazioni del preside, che se anche prese in piccole dosi potrebbero uccidere un cavallo robusto e nel fiore degli anni. (Domenico Starnone, Ex cattedra, Feltrinelli Varia, MI, 2006, pgg. 13/15) Il lavoro dell’insegnante avviene allo scoperto, è un mestiere che costringe all’esposizione. Chi non sa tenere ai venti, agli spruzzi, alle raffiche, alla canicola esistenziale che questa fondamentale attività comporta, non sa cioè leggere i segni del tremendo, vitale bisogno di conoscenza, dei bambini, dei giovani che il mondo inopinatamente gli affida, non r-accoglie e non lascia segni, non è in-segnato e non in-segna, qualsiasi cosa pensi di sé e di quello che fa, non è insegnante, faccia altro, per dire l’impiegato, ma non l’insegnante. Questo il messaggio neanche troppo tra le righe che traspare da questo Ex cattedra, prima raccolta di articoli sparsi su questo mondo, la scuola moderna, demiurga di ogni genealogia civile e sociale, dell’insegnante-scrittore Domenico Starnone. A questo sono seguiti altri straordinari successi di pubblico e di critica, film popolari tratti dai racconti del professore campano, che da qualche anno considera questa esperienza quarantennale terminata, burocraticamente con la pensione, umanamente con la dichiarazione di una sconfitta educativa ripetutamente espressa in interviste ai giornalisti della carta stampata e della televisione, ospite di trasmissioni dove alla domanda: dove va la scuola italiana? risponde sconsolato: a ramengo! La risposta di un uomo d’intelligenza acutissima, sensibilità estetico-morale fuori dal comune. Scrittore di talento, una vita dedicata all’insegnamento, specie con la sua ultima produzione, in maniera nétta dichiara la morte della scuola italiana per decesso di insegnanti e allievi, sostituiti i primi da grigi impiegati di uffici periferici dell’impero, i secondi da isterici adoratori, consumatori ignari e ignavi, coatti affetti da compulsività all’acquisto indotto di know how high tech. Malattia che non risparmia attualmente neanche i primi, anzi. Leggetelo, e poi di seguito tutti gli altri racconti di Starnone. Se possibile prendendoli in prestito in una biblioteca pubblica, o da un vostro amico. Domenico Starnone, Ex cattedra, Feltrinelli Varia, MI, 2006
Villacidro. La storica custode del campo sportivo
Grande festa per i cento anni di tzia Gella Il Medio Campidano è terra di centenari. E questa volta a superare l’ambito traguardo del secolo è tzia Gella, al secolo Celestina Pinna, storica custode del campo sportivo di Villacidro. In paese l’arzilla signora è leggenda per i suoi metodi educativi d’altri tempi. «Tzia Gella era democratica: picchiava indistintamente tutti, maschi e femmine, studentelli delle scuole medie e atleti delle scuole calcio. Mai sconfinare dove appena pulito. Il problema - raccontano i concittadini- è che puliva sempre, quindi non era mai il momento buono per passare, e giù di scopa e bastone. Le minacce e il moto all’aria aperta hanno fortificato intere generazioni».
Dimmi cosa leggi
“Inossidabile”, “diabolica”, “mitologica” solo alc u n i d e i c o m m e n t i c h e Vi l l a c i d r o a c c o m p a g n a agli auguri sui social network. Ma è dal gruppo facebook “Quelli che almeno una volta sono stati rincorsi da tzia Gella” che Villacidro omaggia l’arzilla custode con autentiche perle: «Ricordo che col passare del tempo affinò la tecnica, e dal sasso singolo passò al lancio a manciate della ghiaia incrementando notevolmente la possibilità di centrare il bersaglio al primo colpo, o di colpire tutti in caso di fuga di gruppo. Per tutta quell’attività fisica gratuita, lunga vita a Tzia Gella». Francesca Virdis
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di Alice Bandino
EMOTIVAMENTE
psicologa
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CONSERVARE LA BIODIVERSITÀ PER CARATTERIZZARE UNA “ECONOMIA VERDE”
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BULLISMO AL FEMMINILE Abbiamo parlato spesso di bullismo e/o cyberbullismo, oggi lo faremo approfondendo una sostanziale differenza di genere: le emozioni che guidano le azioni delle “Bulle”. Prima caratteristica che riscontro nel mio lavoro clinico sulle vittime di bullismo è la complessa componente psicologica sottile e subdola attuata nel genere femminile sin da piccole, a partire dalle classi della scuola dell’infanzia fino alla terza età. Il bullismo femminile adolescenziale e adulto ha spesso connotazioni sessiste e nasce dalla rivalità tra donne e da una società che basa l’autostima femminile sulle attenzioni maschili (a qualsiasi età), e sfocia in malelingue, insulti, isolamenti, prese in giro e pressioni psicologiche. Le emozioni tipiche del bullismo al femminile sono quelle tipiche di chi vuole divertirsi (sulla pelle degli altri), per rafforzare l’immagine di sé come leader di un gruppo; spesso le bulle vessano altre ragazze ritenute rivali in qualche campo, sia per la propria bassa autostima che per oggettivi limiti personali, culturali o fisici che suscitano rabbia, paura, disgusto (per la propria vita), tale da dover trovare vittime apparentemente più deboli da invidiare e “bullizzare”in maniera speculare proprio infierendo sull’abbigliamento, sul fisico, sul carattere o sulla vita personale delle vittime. Nei casi di bullismo infantile e adolescenziale, dietro una bulla psicologica troviamo spesso una figlia trascurata affettiva-
mente o materialmente; sovente ipervantata da genitori iperprotettivi o al contrario ipercriticata da genitori troppo esigenti. Le emozioni negative vissute a livello intrapersonale vengono spesso proiettate in coetanee valutate più felici di loro dalle bulle, nonostante si reputi di possedere più pregi delle vittime prescelte che però sembrano essere serene pur coi loro “difetti”. L’ingiustizia che intimamente queste bulle sentono di aver subito nelle loro vita riguarda conflitti genitoriali, trascuratezze affettive o di comunicazione coi genitori, separazioni o lutti precoci, voti a scuola inferiori alle proprie aspettative, discriminazioni varie subìte, primi rifiuti amorosi adolescenziali o partner in età adulta contesi e persi a vantaggio di altre donne reputate sempre meno valide ma più fortunate, gravidanze indesiderate o precoci che limitano un sano sviluppo socio-emotivo in relazione alle fisiologiche tappe della vita. Da questo senso di ingiustizia nasce la rabbia riversata su “un’altra o più di una” al minimo segnale di allarme. Il sostegno psicologico di recupero delle bulle serve proprio per interpretare e rimodulare in modo pro-sociale e personale la vera origine del disgusto, della tristezza, della paura, del dolore per la propria vita che si celano dietro la sottile invidia canalizzata in soprusi psicologici (che possono arrivare anche allo scontro fisico), verso altre ragazze/ donne.
L’ISOLA IN CUCINA
di Roberto Loddi de Santu ’Engiu Murriabi
SU PANI O COSTEDDA CUN TAMATA DE VILLASIMIUS Su pani o costedda cun tamata de Villasimius (il pane o la focaccia di pomodoro di Villasimius) è una preparazione della cucina contadina tramandata di madre in figlia da generazioni. Risulta essere dei primi anni del Novecento ed è una ricetta molto importante per gli abitanti del luogo. Questa focaccia a base di pomodori o cipolle la si trova presso i fornai di Villasimius e di quelli dei paesi confinanti, che utilizzano ancora il forno a legna come un tempo. In questi stupendi luoghi dal paesaggio incantato, la cultura contadina non ha ancora perso i profumi e i sapori di un tempo e la gente li vive quotidianamente umilmente da sempre. Questo pane è buonissimo farcito con salumi e formaggi del territorio e si presta benissimo a molteplici preparazioni e abbinamenti. Una domenica del mese di maggio di ogni anno, nella piazza attigua al palazzo comunale, i Villassimiesi dedicano una sagra a questa fragrante focaccia denominata costedda per cercare di valorizzarla, in quanto non è ancora molto conosciuta nel resto dell’Isola, offrendo gratuitamente assaggi a volontà e vino buono locale a tutti partecipanti.
Preparazione
Ingredienti kg 1 di pomodorini appesi, 3 spicchi d’aglio, un abbondante mazzo di basilico, g 200 di farina Manitoba, g 600 di farina bianca, g 20 di lievito di birra freschissimo; zucchero comune, olio extravergine d’oliva, origano, sale e pepe nero q.b.
Taglia a pezzi i pomodorini, eliminando il succo che fuoriesce, poi schiacciali tra le mani e tieni da parte il ricavato dentro a uno scolapasta a perdere l’acqua di vegetazione in eccesso. Trascorsa un ora abbondante, travasa i pomodori dentro a una terrina, aggiungi l’aglio spremuto avvalendoti dell’apposito attrezzo, il basilico ridotto a striscioline, un pizzicone di origano, mezzo bicchiere scarso di olio, un cucchiaino colmo di sale e una generosa macinata di pepe. Terminata questa operazione, disponi a fontana le due farine miscelate assieme su un piano di lavoro e al centro tuffaci il lievito stemperato in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero, dopodiché aggiungi la poltiglia di pomodori tenuta da parte (aggiungendo all’occorrenza parte dell’acqua di vegetazione scolata) ed impasta il tutto fino ad ottenere un composto appiccicaticcio che lascerai riposare coperto con un telo infarinato per due ore. Passato questo tempo, ungi con dell’olio una capace teglia dai bordi alti tre centimetri e con le mani unte stendi l’impasto omogeneamente. Arrivati a questo punto, passa la focaccia in forno già caldo a 180° per un cinquanta minuti circa. Servila da sola o con formaggi e salumi. Vino consigliato: Arborea trebbiano frizzante, dal sapore fresco leggermente acidulo, armonico e asciutto.
Tantissimi Auguri
aR ober Rober obertta per i suoi splendidi
30 anni
da mamma, papà e Claudia
Alla ricerca della chiocciolina smarrita
Tre esperti raccoglitori di “lumache”, Mariano Soldovilla, Mariano Corda e Efisio Tocco, hanno trovato, dopo trent’anni di esperienze sul campo, la “Cepaea” dalle dimensioni straordinarie. Gli esemplari sono custoditi, a disposizione di studiosi e curiosi, nella sede dell’Agenzia Agris a Villasor Che l’Italia, per ragioni biogeografiche, sia il paese europeo con la maggiore biodiversità è risaputo. Ospitiamo circa un terzo delle specie animali e il cinquanta per cento della flora presente in Europa. Che in Sardegna, tra i suoi tanti gasteropodi, si trova una chiocciolina (battezzata provvisoriamente da un simpatico ricercatore di Agris la “Sciardanella”) è meno noto. Chissà perché! Persino la classica Treccani, l’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, curata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato a Roma nel 1925 da Giovanni Treccani e Giovanni Gentile, non la dà presente in Italia. Eppure in Sardegna esiste da sempre, testimoniano diversi appassionati raccoglitori interpellati dal gruppo di lavoro dell’Agenzia Agris capitanato da Martino Muntoni. Nonostante questa straordinaria ricchezza di biodiversità, che sono anche il frutto di una particolare interazione storica tra natura, paesaggio e cultura, la Sardegna presenta elementi di particolare fragilità territoriale e ambientale. Il territorio, purtroppo, non è considerato ancora una risorsa! Il tema della conservazione della biodiversità, di norma, è quasi al di fuori dei programmi politici. “Proteggere la biodiversità è innanzitutto un dovere morale e un interesse generale, globale e locale allo stesso tempo, ma soprattutto è un grande investimento intergenerazionale”, si diceva nell’anno 2010. La classe dirigente perché non si pone questo problema? Uno dei campi di nuove opportunità economiche legate alla difesa ed alla valorizzazione della biodiversità è quello del turismo. Per esempio del turismo colto. Oggi ci sono uomini, che non prendono nessuna “indennità di risultato”, che hanno a cuore il territorio e le sue biodiversità più di chi dovrebbe farlo per mestiere. Se non fosse per la preziosa collaborazione dei Pinuccio Murgia di Tuili, Silvio Pistis di Collinas, Mariano Soldovilla, Mariano Corda di Villasor e Efiso Tocco nativo di Serramanna, oggi non potremmo godere delle testimonianze sulla “Cepaea”, specie presente da sempre in Sardegna. Sino agli anni ottanta, prima della massiccia introduzione delle esche anti lumaca nei carciofeti, in certi areali, si raccoglievano a secchi. Nelle campagne di Villasor, in provincia di Cagliari, non c’è bisogno che piova per trovare questi preziosi molluschi. E in località “Su Sciofu” non c è’ bisogno di cercarli perché basta raccoglierli. Curiosamente, nella prima settimana di aprile 2016, tre esperti raccoglitori, Mariano Soldovilla, Mariano Corda ed Efisio Tocco, hanno scoperto, dopo trent’anni di indagini sul campo, delle “Cepaea” dalle dimensioni straordinarie. Questi esemplari sono stati puntualmente esaminati e misurati dal gruppo di lavoro di Agris ricerca; ora sono custoditi, a disposizione di studiosi e curiosi, nella sede di Agris a Villasor per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità. Fulvio Tocco
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1 maggio 2016
Sport Arbus. Autoslalom tra dune e miniera
Pinna Emilio
4° assoluta Stefania Serra
1° assoluto Francesco Marrone
Domina e vince Francesco Marrone
U
n autentico bagno di folla ha tenuto a battesimo la prima edizione dello “Slalom di Arbus tra Dune e Miniere”, prima gara regionale della specialità. Migliaia gli appassionati che fin dalle prime ore del mattino hanno invaso il fantastico percorso ricavato nella frazione mineraria di Ingurtosu. Una prima assoluta che ha perfettamente coniugato l’immancabile adrenalina regalata dalla sfida tra bolidi rombanti e uno scenario davvero suggestivo e unico nel suo genere. Davvero un bel weekend. Si inizia sabato pomeriggio, come da regolamento, con le verifiche tecniche, domenica mattina infine spazio ai motori e ai mille colori offerti dalle auto in gara prima con la ricognizione poi con la prima delle tre manche previste. Domina e vince, come era prevedibile, Francesco Marrone, che a bordo della sua Osella Pa9 AR ha avuto la me-
glio su Angelo Fois, suo tradizionale e più accreditato avversario bravo con la sua AF1 Kawasaki a tenere testa fino all’ultimo al “fuoriclasse” di Buddusò. Il terzo posto è stato appannaggio di Fabio Angioj mentre il gentil sesso con la scatenata Stefania Serra si è posizionata al quarto posto. Bene anche i beniamini di casa grazie alle prove degli esordienti Emilio Pinna (Renault Clio) e Giampaolo Moreno Fosci (Pegeaut 206) classificatisi rispettivamente al 9° e 28° posto, e a quella del più esperto Marino Gessa che a bordo di una Fiat 600 si è dovuto però accontentare della decima posizione. La stagione 2016 riparte dunque dai valori tecnici evidenziati nelle precedenti stagioni. Netta la supremazia del portacolori del Team Alghero Corse che nelle tre manche ha fatto sempre segnalare il miglior tempo. Partenza da Pozzo Gal e arrivo, dopo 3200 metri, a Pitzinurri. Il percorso
Autoslalom Angelo Fois 2° classificato piuttosto impegnativo e tecnico con le otto birillate e i quattro rallentamenti ha regalato un valore aggiunto di assoluto pregio nel teatro di gara ricavato all’interno di un percorso costellato come un prezioso quadro da suggestive testimonianze di archeologia mineraria e da ineguagliabili scorci del centro storico della frazione. La gara ottimamente organizzata dall’Aci Cagliari per lo Sport in collaborazione con l’Arbus Pro.Motor’s e il patrocinio del comune di Arbus ha visto ai nastri di partenza ben 33 partecipanti, dei quali due ritirati per problemi tecnici a metà gara. La prima edizione dello “Slalom di Arbus tra Dune e Miniere”, valido quale prova di apertura del campionato sardo di specialità, era abbinato anche alla prima edizione del Trofeo Aido Slalom. Buona la direzione gara affidata a Mauro Guazzi. Gianni Vacca
Luigi Piras e Gigi Olmo, due runners pabillonesi alla Maratona di Roma L
a ventiduesima edizione della Maratona di Roma, di sputata il 10 aprile scorso, è stata particolare perché si è svolta nell’anno del Giubileo della Misericordia, per questo è stata la Jubilee Edition. Ma è stata anche la Maratona dei record, con quasi 17.000 agonisti iscritti, 115 nazioni rappresentate e 500 luoghi famosi e pieni di storia lungo il percorso. Ai nastri di partenza in via dei Fori Imperiali, anche due amici e atleti pabillonesi: Luigi Piras e Gigi Olmo. «È stata un’emozione unica, una gioia indescrivibile», racconta Luigi Piras, «ai bordi delle strade c’era tantissima gente, e moltissimi sardi che al nostro passaggio ci applaudivano, ci incitavano e ci spronavano. Essere riusciti a portare a termine la gara è stata una grande soddisfazione. Nella penultima settimana di allenamento avevo subito un trauma al ginocchio e pensavo saltasse tutto, fortunatamente il dolore si è attenuato qualche giorno prima della partenza». Il percorso della Maratona si snodava per le vie della capitale per 42,195 Km, ogni 5 chilometri erano presenti dei punti di ristoro con giudici di gara e dei punti di spugnature. La partenza è stata divisa in 4 blocchi, prima son partiti gli atleti paralimpici, gli Handbiker, poi i big, ovvero i professionisti, cinque minuti dopo i veterani, tutti coloro che avevano già corso la maratona, poi per ultimi i debuttanti. «È
stata una gara entusiasmante, ho provato sensazioni uniche, ma è stata anche difficile e per certi versi anche sofferta», confessa Gigi Olmo, «appena superato il dodicesimo chilometro la tensione mi stava giocando un brutto scherzo, una debolezza improvvisa e un malessere generale mi stavano bloccando. Ho stretto i denti e ho usato tutte le mie forze per reagire, mi son ripreso e son riuscito a raggiungere il traguardo insieme a Luigi. Il nostro tempo è stato 3h 54’14’’, ci siamo classificati appena sotto i 5000». La meticolosa preparazione alla Maratona aveva portato i due runners a toccare i 90 Km settimanali di allenamento divisi in 5 giorni per 3 mesi. Hanno seguito costantemente un’alimentazione corretta ed equilibrata, condita da tanta determinazione e passione per la corsa. Luigi Piras ha cominciato a correre nel lontano 2002, mentre Gigi Olmo ha scoperto l’amore per questo sport 6 anni fa e l’anno scorso ha partecipato anche alla Maratona di Cagliari. «Dopo questa esperienza non escludiamo in futuro qualche altra battaglia», dichiarano sorridendo i due atleti pabillonesi. Le maratone di Firenze, Venezia, o una Roma bis le più gettonate. Stefano Cruccas
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L’Arbus Allievi a Barcellona per partecipare alla Copa Brava Un’esperienza non solo sportiva
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ientro in patria per gli allievi regionali dell’Arbus reduci dalla trasferta in terra spagnola dove hanno preso parte a Barcellona e nel suo hinterland alla 23a edizione della Copa Costa Brava. Un’ esperienza più unica che rara, sportiva, umana e culturale che ha visto i giovani granata guidati dal mister Mauro Carta e dal suo vice Luca Cinus ben figurare. Partiamo dai dati: 136 le squadre partecipanti provenienti da tutto il mondo in rappresentanza di Italia, Germania, Austria, Belgio, Messico, Bulgaria, Scozia, Irlanda, Grecia, Finlandia, Svezia, Ucraina, Inghilterra e Spagna suddivise in diverse categorie, dai pulcini under 11 agli juniores under 18. Superba e magnifica la location della prestigiosa manifestazione che, organizzata da CF Tordera ed Euro-Sporting e col patrocinio della Federazione di Calcio Catalana, ha utilizzato 14 magnifici campi in erba parte integrante di un modernissimo impianto sportivo polivalente unico nel suo genere in tutta la Spagna. I giovani granata inseriti in un girone a 5 con gli spagnoli del Club Deportivo Calasanz, gli scozzesi del Musselburgh Windsor, i tedeschi del FC Wegberg Beeck e gli italiani dell’Affrico -2 provenienti da Firenze hanno ottenuto contro gli spagnoli e i fiorentini due vittorie nelle prime due gare mentre nella terza, che li opponeva ai tedeschi, sono stati sconfitti con un gol subito all’ultimo minuto di gioco,
cosa che ha compromesso la qualificazione ai quarti. L’ultima fatica prevista dal calendario, quella contro gli scozzesi, con la qualificazione ormai svanita è servita per un appagante turn-over che ha dato spazio ai giocatori in rosa precedentemente non utilizzati. La classifica finale vede i giovani granata classificarsi al 9° posto su 20 squadre tutte di assouto valore, con il primo posto che è stato appannaggio dei tedeschi del Iserlom, sodalizio che ha come responsabile tecnico Jurgen Klopp, attuale allenatore del Liverpool. «Per noi un’esperienza indimenticabile - ammette orgogliosamente mister Mauro Carta - e naturalmente non è stato solo calcio. Gli ultimi due giorni li abbiamo dedicati alla visita della bellissima Barcellona, prima al Villaggio Olimpico poi tappa particolare e irrinunciabile al Camp Nou , “tempio sacro del calcio mondiale”, dove i giovanissimi granata hanno potuto, seppur brevemente e solo nella fantasia, scendere in campo al fianco di Lionel Messi, suo inquilino di maggior prestigio». Da un torneo all’altro: terminate le fatiche e i piaceri della Copa Costa Brava in terra spagnola i giovani granata continueranno adesso gli allenamenti in vista di un altro appunta-
mento di grande prestigio, il Muzzetto di Tempio al via tra qualche settimana. «Dopo di che - conclude Mauro Carta per i ragazzi sarà riposo assoluto sino ad agosto. Per quanto mi riguarda invece dopo sette anni di collaborazione con l’Arbus Calcio , società che mi ha dato davvero tanto , stanco ma gratificato ho chiesto ospitalità a un preziosissimo anno sabbatico dove troverò rifugio in attesa di nuove esperienze. Un particolare ringraziamento dunque al presidente dell’Arbus Calcio Pietro Pusceddu, al direttore generale Ignazio Virgilio, all’amico e dirigente Antonio Atzori ed infine a quella grande famiglia del settore giovanile e ai ragazzi che ho avuto la fortuna di allenare». Un commiato che commuove visibilmente il tecnico che attraverso il lavoro, la competenza, l’entusiasmo e una grande umanità è riuscito a scrivere per i colori granata una pagina quasi da libro cuore. Gianni Vacca
SAN GAVINO
Il liceo Marconi - Lussu alle finali nazionali di corsa campestre
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ella splendida città di Palmanova in provincia di Udine si sono svolte le finali nazionali studentesche di corsa campestre. Palmanova è unica nel suo genere perché la sua pianta è geometricamente perfetta, è a forma di stella a nove punte. È circondata da mura e fossati che per circa sette chilometri formano questa cornice così armoniosa. Sei strade convergono verso il centro, una piazza
esagonale talmente perfetta che al suo interno è facile restare confusi, trovandosi di fronte ad un panorama pressoché identico a 360°. È proprio in questa piazza che si è svolta la cerimonia di apertura delle gare nel pomeriggio del 12 aprile scorso. L’attesa kermesse ha visto ai nastri di partenza oltre 500 atleti, con un indotto complessivo di 800 persone. Alla cerimonia d’apertura hanno sfilato gli atleti, i docenti, gli accompagnatori, le loro bandiere, l’arrivo della fiaccola e i giuramenti hanno dato il via al grande evento. Piazza Grande è stata invasa da giovani studenti delle seconde e terze medie e del triennio delle scuole superiori. A coronare la serata la presenza di Stefano Baldini, indimenticato vincitore della maratona alle Olimpiadi di Atene del 2004. Il giorno delle competizioni, fino alla tarda mattinata, a sfidarsi tra loro, sui percorsi di saliscendi attorno alle mura della Fortezza, sono stati i rappresentanti delle quattro categorie in gara, suddivisi per età: allievi e cadetti, sezione maschile e femminile. Insieme a loro hanno gareggiato anche i diversamente abili. Alla finale nazionale ogni istituto ha partecipato con un
massimo di quattro atleti di cui i migliori 3 portavano punteggio. In gara le categorie Cadetti (2002-2003) e Allievi (1999-2000-2001). Hanno gareggiato tutte le regioni italiane per complessive ventuno rappresentanze (Bolzano e Trento avevano due distinte squadre). Il Marconi Lussu ha partecipato con gli alunni Gabriele Accossu (2a C scientifico), Fabrizio Atzeni (4a A scientifico), Ithocor Meloni (2a E linguistico), Federico Ortu (2a D scientifico), tutti nella categoria allievi nella distanza più lunga, quella dei 2500 metri. Nella categoria allievi i partecipanti erano 99 e i nostri ragazzi si sono classificati su diverse posizioni; Fabrizio Atzeni al 16° posto, Ithocor Meloni al 43° posto, Gabriele Accossu al 65° posto, Federico Ortu al 75° posto. Questi buoni piazzamenti hanno portato il liceo Marconi Lussu a classificarsi al 10° posto su ventuno regioni. Di grande interesse è stata la visita dei ragazzi ai percorsi della Grande Guerra, al Sacrario Militare di Fogliano Redipuglia dove la Brigata Sassari ha combattuto la prima guerra mondiale lasciando sulla linea dell’Isonzo tantissimi morti che sono lì sepolti. Luigi Gambella
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1 maggio 2016
Calcio Seconda Categoria
Atletica Leggera
Terzo Trofeo “Città di Serramanna”
Lunamatrona - Sanluri
Siddi - Samassi
Per la promozione in Prima Categoria lotta fra Siddi, Lunamatrona, Samassi e Sanluri E
ra da parecchio che non si assisteva ad un bel campionato come quello che si sta disputando nel girone E di Seconda Categoria. Lo scorso anno, nel girone del Medio Campidano, si dovette assistere impotenti ad un monolgo di un’unica squadra, il Samassi, capace grazie ad un organico da categoria Eccellenza di far terra bruciata rispetto alle inseguitrici. Quest’anno però, dopo i primi risultati di stagione, è stato chiaro sin dall’inizio che la questione “promozione” sarebbe stata una lotta incerta fra più contendenti. E le intuizioni iniziali degli “esperti” non si sono rivelate sbagliate; tant’è che nel corso del campionato si è assistito ad una girandola di sorpassi e controsorpassi che hanno visto ben quattro contendenti avvicendarsi nelle prime posizioni in un tourbillon di emozioni. Vietato quindi per “i deboli di cuore” assistere a questo rush finale che vedrà rispettivamente il Siddi, il Lunamatrona, il Samassi (non la squadra dello scorso anno) e il Sanluri, giocarsi il tutto per tutto per conquistare quel posto in paradiso che si chiama Prima Categoria, campionato dove alcune di queste compagini hanno già giocato in passato e altre invece a cui non hanno invece mai preso parte. I posti per l’accesso alla Prima sarebbero (il condizionale è d’obbligo) ben due, visto che la prima classificata verrà promossa di diritto, mentre la seconda farebbe il salto di categoria in qualità di società ripescata. Morale della favola: ci sarebbero due posti per quattro squadre, anche se una di queste, il Sanluri (per quanto la matematica della classifica non lo tagli ancora definitivamente fuori dai giochi promozione), ha le speranze vittoria ridotte al lumicino. Tuttavia, visto l’evolversi del torneo, è vietato pronunciare la parola “impossibile” dato che, appena due
settimane fa, il Samassi, che sembrava avere già in tasca la vittoria finale, è incappato in un incredibile KO di proporzioni inaspettate (5 a 0) in casa del Siddi che ha ribaltato le gerarchie: lo stesso Siddi è approdato in cima alla classifica lasciando dietro di appena una lunghezza il Samassi appaiato col Lunamatrona, ed il Sanluri ancora più indietro di quattro punti dalla vetta. Da quel momento per giocatori, dirigenti e tifosi di tutte le squadre è iniziato il conto alla rovescia: a nessuno però è consentito fare troppi calcoli. Già, perché le squadre in questione, nonostante alla fine manchino soltanto una manciata di partite, Sanluri a parte, sono un po’ tutte padrone del proprio destino. Questo perché l’ultima giornata proporrà lo scontro diretto fra Lunamatrona e Siddi, da sempre match molto sentito per una storica rivalità fra le due tifoserie. Quest’anno presumibilmente, alla luce del risultato finale di questo derby della Marmilla, verrà emesso un verdetto: se non ci saranno passi falsi del terzo incomodo (il Samassi) un eventuale perdente del derby rischierebbe di trovarsi fuori dalle prime due posizioni e quindi dire addio alla possibilità di fare il salto di categoria. Tutto comunque può ancora succedere dato che l’incertezza quest’anno l’ha fatta da padrone. Qualunque sia l’epilogo del torneo, la speranza è che tutto si concluda all’insegna del rispetto reciproco fra tutte le compagini, quello stesso rispetto mostrato durante l’anno. E poi diciamocela tutta: “comunque vada sarà un successo”, perché, al di là di chi vincerà, questo campionato verrà ricordato a lungo come uno fra i più belli e combattuti di sempre fra le squadre del territorio. Simone Muscas
La terza edizione del “Trofeo Città di Serramanna” è pronta al via per il suo appuntamento annuale. La corsa regionale su strada organizzata dall’ASD Atletica di Serramanna con il patrocinio del Comune di Serramanna è approvata dalla FIDAL. Potranno partecipare atleti di ogni categoria federale regolarmente iscritti per l’anno 2016, le cui iscrizioni siano pervenute online entro mercoledì 4 maggio sul sito www.fidal.it. L’inizio delle gare è previsto per le 16.30 e sarà preceduto dall’esibizione dei piccoli atleti del CAS - Olimpia. A seguire le competizioni agonistiche, che secondo il programma tecnico previsto dal regolamento di gara prevede diversi tracciati che si snoderanno lungo un percorso in pieno centro storico, a partire dai 3000 metri per la categoria Esordienti B e C, maschi e femmine, fino ai 4000 metri per le categorie Allieve ed allievi, junior, promesse e senior femminile ed i 9500 metri per le categorie junior, promesse e senior maschili. La manifestazione quest’anno è arricchita da una inedita novità, per l’intera giornata sarà allestita una “Fiera Mercato” dove produttori locali ed hobbisti potranno esporre i propri prodotti, una piccola vetrina per le opere dell’ingegno e per le attività produttive locali. Elena Fadda
Precisazione
Campionato provinciale e regionale di ginnastica ritmica del Centro Sportivo Italiano Nello scorso articolo non è stata citata, fra le società del territorio presenti ai campionati provinciali e regionali CSI di ginnastica ritmica, svoltisi nel capannone polivalente di San Gavino Monreale, la società “ToniKo Fitness Sa Rocca” di Guspini. Queste le altre società presenti, non della provincia: Gymnos Pirri, Olimpia Mandas, Liberty Olbia e Ritmica Athena Senorbì. (s. m.)
Villacidro. Una scommessa vinta grazie alla generosità di tante persone
Calcio e integrazione con l’associazione Valderoa: in campo 23 rifugiati africani Il calcio elimina le barriere e le discriminazioni sociali. Lo sa bene l’associazione sportiva dilettantistica Valderoa animata dal dinamico presidente Mario Sardu e che ogni anno disputa i campionati del centro sportivo italiano. E in campo ci sono ventitré ragazzi profughi: otto del Senegal, quattro del Gambia, tre della Guinea, Tre della Costa D’avorio, due del Maly, uno del Ghana uno del Sudan, uno del Bangladesh. L’età media è di ventisei-ventotto anni. “Quest’avventura - racconta Mario Sardu - comincia poco più di un anno fa, quando andando a trovare un amico in difficoltà, ospite nelle strutture della cooperativa “Le Sorgenti”, che opera in campo sociale presso Sanluri Stato, ho conosciuto un gruppo di ragazzi africani ospiti della stessa cooperativa. Mi impietosì il fatto di vederli inattivi e molto annoiati, notai una pallone “tele” bucato vicino al portone d’ingresso e pensai giustamente che ne facessero uso”. Qualche volta non servono le parole, ma bastano gli sguardi e gli atteggiamenti così è bastato un calcio al pallone per far nascere una bella storia di integrazione: “Quando ho fatto questo - continua Mario Sardu - tutti si sono animati per farmi vedere quanto erano bravi nel gioco del calcio. Ho cercato in qualche modo, aiutato anche dal mio amico, di spiegar loro che facevo parte di una piccola associazione sportiva e che nei giorni successivi avrei portato qualche pallone, delle divise da calcio e qualche vecchia borsa. Portai quanto promesso e congedandomi feci una sparata: «Vi faccio partecipare a un campionato se ci siete ancora a settembre». Il sogno diventa realtà quando questi ragazzi vengono trasferiti a Villacidro: l’amicizia sì rinforza e così comincia una collaborazione anche con la cooperativa “Alle Sorgenti” che ospita questi giovani rifugiati.
La Valderoa a giugno 2015 festeggia con una giornata sportiva “Quindici anni di calcio a cinque con il Centro Sportivo Italiano”, coinvolgendo società sportive, gruppi di giovani e questi ragazzi profughi africani, che a loro volta hanno portato loro amici di Vallermosa, San Gavino e Cagliari. Mario Sardu non si fa certo fermare dalle difficoltà economiche: “Per fortuna sono credente e, mi rivolgo a Qualcun altro che vede e provvede perché sa che quanto si fa è in linea con il suo Vangelo. Come potevo partecipare al campionato CSI se non possedevo le auto per portare i ragazzi in trasferta? Con quali mezzi finanziari avrei fatto tesseramenti, iscrizioni al campionato, attrezzatura sportiva e quant’altro necessita a una squadra? Potevo contare sui collaboratori e quanti?”
Alla prima riunione per il calcio tra responsabili delle varie società, Mario Sardu fa presente il problema principale riguardante l’impossibilità alle trasferte e viene accettata la sua richiesta di poter giocare tutte le partite in casa. I mezzi finanziari sono scarsi, la Valderoa non ha sponsor: “Viviamo di elemosine, anche i ragazzi che frequentano il nostro campetto non pagano quote, perché la nostra attività è svolta come oratorio. Per nostra fortuna ci presta il pulmino da nove posti la Pallavolo Villacidro, nata anch’essa nel nostro oratorio Madonna del Rosario. L’inizio è stato molto faticoso: ci hanno aiutato alcune società sportive e privati cittadini, regalandoci divise, asciugamani borse, scarpe, tutto naturalmente usato, ci è stata regalata anche una lavatrice per il lavaggio delle divise”. La squadra è composta anche da alcuni giocatori locali iscritti da anni (uno fa anche da allenatore) e da un giovane sacerdote, don Marco Pala, che dà una mano oltre che come bravo difensore, anche come interprete e coordinatore della squadra. “Questa esperienza - conclude Mario Sardu - è stata per me non solo un’avventura calcistica, ma una profonda riflessione sui nostri tempi, sulle sofferenze di nazioni e popoli, su quanto sta diventando fragile il mondo nelle proprie sicurezze. Bisogna avere il coraggio di andare contro corrente, specialmente da parte di chi si professa cristiano. Ho imparato molto anche da questi bravi ragazzi africani, dalle loro confidenze, dai loro desideri di cose normali. Alcuni di loro sono andati a cercar fortuna da altre parti ma non dimenticano che qui a Villacidro sono stati bene e sono stati accolti come uomini momentaneamente in difficoltà”. Gian Luigi Pittau
PDF Compressor Pro 1 maggio 2016
Il Samassi calcio sale in promozione Domenica 17 aprile si è svolto il match Samassi-Arborea . Nonostante il pareggio finale attraverso il quale L’Arborea ha potuto ulteriormente provare la sua bravura, la squadra di casa ha dimostrato ancora una volta di essere superiore a tutte le altre e ha potuto festeggiare il salto di categoria anche prima della conclusione del campionato. Il presidente della società Francesco Setzu sottolinea che i suoi ragazzi hanno vinto a 28 punti dalla seconda classificata, ma non è stato certamente facile come si era prospettato in un primo momento. Dopo il campionato vinto nella precedente stagione si è deciso di dar vita ad una squadra che potesse ancora dare il massimo e tornare in Eccellenza il prima possibile. Gli obiettivi sono stati quasi del tutto raggiunti ma squadre come l’Arborea e l’Andromeda hanno dato filo da torcere alle furie nere, che nonostante ciò hanno dimostrato quanto valgono fin dall’inizio con sole 3 sconfitte e 22 vittorie. Il direttore sportivo Massimo Sabiu ribadisce con grande soddisfazione di un’annata, dal punto di vista calcistico, molto positiva ed è felice di festeggiare la meritata promozione, ma è necessario pensare già al prossimo anno e al loro obiettivo centrale: tornare in Eccellenza. L’allenatore Nicola Agus ricorda che questo campionato li
ha visti protagonisti dalla quarta giornata di andata in poi e che non è soltanto la società che festeggia, non la squadra, ma un paese intero. Si sta concretizzando il sogno di tutti i samassesi, che con costanza hanno seguito le furie nere ad ogni competizione e li hanno spronati e incitati fino alla fine. Carola Onnis
Sanluri. Gli alunni delle superiori in festa
Al parco Scolopi per inaugurare il liceo sportivo Una giornata ricca di emozioni sportive per l’istituto San Giuseppe. Presso i campi del parco S’Arei, si sono disputati vari tornei in diverse discipline, tra cui beach tennis, beach volley e calcetto, oltre alla maratona di step. Per la giornata, organizzata dall’Istituto Calasanzio e curata dai professori di scienze motorie sportive Valerio Orrù e Marco Pilloni, sono stati coinvolti anche gli alunni del Saragat e alcune classi del Colli Vignarelli. C’erano poi i bambini della prima elementare del Cala-
sanzio, una novità per l’istituto, inaugurata quest’anno insieme al nuovo indirizzo scientifico-sportivo del Liceo. Alla fine della giornata si è svolta una dimostrazione di muay thai a cura del maestro Maurizio Pilloni e della Tripudium Dance. Al termine delle attività tutti i partecipanti hanno ricevuto un premio e delle targhette in ringraziamento della partecipazione. Visto il successo, si tratta di un arrivederci. Nicola Pisanu
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Il Cagliari ad un passo dalla serie A A poche giornate dalla fine del Campionato di Serie B, Cagliari e Crotone lottano in solitaria per conquistare il primo posto in classifica; mentre la promozione è sempre più certa per entrambe, non resta che scoprire la terza squadra che salirà in A con loro, in questo momento sembra che possa essere il Bari a spuntarla ma sulla sua scia ci sono Trapani, Pescara, Cesena e Spezia e non si arrenderanno tanto facilmente. I problemi di noi sardi, però, sono altri. Dopo la bruciante retrocessione dello scorso anno, ci si aspettava ben altro da questa squadra che rappresenta l’identità sarda: i rossoblù sono supportati da chiunque abbia nel cuore i quattro mori, non c’è bisogno di essere uno sconvolts, un fanatico di calcio o un grande tifoso per incominciare a seguirli, è la fede sarda che ce lo impone, è qualcosa che è dentro ogni natio dell’isola. Il Cagliari è la prima squadra, non c’è storia. Juve, Milan, Inter, Roma etc vengono dietro perché prima c’è lei. Vita difficile e sofferta quella dei supporter del Casteddu, che anno per anno hanno visto la propria squadra lottare per la salvezza e soccombere nella precedente stagione. Chi è che non viene colto da brividi rivedendo le gesta storiche di Gigi Riva e la conquista dello scudetto 1969/70? Anni che probabilmente non ritorneranno mai più, ma che continuano ancora a far sognare e chi li ha vissuti tramanda ai nipoti con nostalgia. Il tempo stringe, l’ansia si fa sentire quanto la fatica dato che siamo a fine stagione e si raccoglieranno presto i frutti di ciò che è stato seminato.Troppe volte il Cagliari è stato osannato come la Juventus della serie B, probabilmente è stato questo che a volte ha contribuito a far perdere la bussola ai nostri beniamini, che non sempre si sono impegnati al massimo nelle competizioni che li hanno visti protagonisti. Dopo le tre sconfitte di fila in casa, il morale dei tifosi non è stato dei migliori ed è solo grazie alla strabiliante partita del 16 aprile che il Cagliari è tornato a far tremare. Un 6 a 0 che il Sant’Elia non vedeva da decenni. Un match di tennis più che una partita a calcio, le curve si sono surriscaldate per tutti i 90 minuti di gioco e hanno esultato insieme a tutta la squadra quando Dessena è tornato in campo per salutare i presenti. Ora, dopo il pareggio con il Como e con il Lanciano, si spera in qualche altra bella prestazione per poter finalmente festeggiare la Serie A. È fondamentale la sua risalita perché c’è un’isola intera che lo sostiene.In attesa del nuovo stadio, che dovrebbe essere realizzato prima del 2020, non ci resta che continuare a supportare il Cagliari e ricordare il motto che cappeggia in tribuna: “Una terra, un popolo, una squadra. (c. o.)
La Pallavolo Sanluri ritrova la Serie C La Pallavolo Sanluri vince da protagonista il campionato di Serie D dopo che, tre anni fa, aveva dovuto rinunciare all’iscrizione in Serie C (il massimo torneo regionale) per problemi economici. Grande soddisfazione per la società sanlurese che vanta una tradizione pallavolistica lunga parecchi decenni e che in questi ultimi anni ha dovuto lavorare non poco per tornare nei palcoscenici che contano. Si sa, per una società sportiva la retrocessione è sempre un boccone amaro da mandar giù, se poi si retrocede, come accaduto nel 2013, pur avendo un buon piazzamento in classifica, la delusione è doppia. Eppure è proprio da quella pagina nera che tutto è ripartito. Così succede che, durante l’estate del 2014, prende vita un movimento di ricostruzione dal basso: intorno allo zoccolo duro dei giocatori sanluresi, grazie anche all’appoggio della società, si cerca di tirar su un gruppo in grado di disputare un campionato per lo meno dignitoso nella Serie D. Fra i protagonisti di quella ricostruzione vi è una colonna storica della squadra, Francesco Pittau che, fra un palleggio e una schiacciata, si adopera a trecentosessanta gradi per la rifondazione. «Ripartire – conferma Pittau – non è stato facile, tuttavia è stato proprio nel periodo più buio che siamo riusciti a fare squadra nel vero senso della parola e ripartire. Un grazie doveroso è per tante persone, ma una menzione d’onore merita Bruno Bianco che sin dal primo momento ha creduto fermamente in questo progetto di rilancio».
Le collaborazioni, tuttavia, non si fermano qui: alcune imprese locali, vecchi giocatori che oggi ricoprono ruoli tecnici, e altri che hanno rimesso le scarpette ai piedi per dare il loro contributo in campo e fuori. «Vorrei fare una lista completa delle persone da ringraziare – continua Pittau – ma rischierei sicuramente di dimenticare qualcuno; di sicuro posso confermare che oggi la pallavolo Sanluri è una società, oltre che una squadra, più solida che può guardare al futuro con più serenità». La squadra può contare su una rosa di tutto rispetto:iInsieme all’allenatore Giancarlo Mallocci, Andrea Sau e Stefano Masala (palleggiatori) Adelchi Pilloni, Daniele Mancosu, Antonio Silanos, Issa Gano e Paolo Pisci (schiacciatori) Nicola Corona, Francesco Pittau (opposti) Elio Gola, Fabio Acquas, Luca Casu e Maurizio Congia (centrali), Andrea Pittau (libero). «Per chi questa squadra l’ha vista nascere nei primi anni ’80 - racconta il giocatore Elio Gola - c’è ovviamente un senso di appartenenza maggiore. Viste le difficoltà di qualche anno fa non ho esitato a raccogliere l’appello cercando nel mio piccolo di dare una mano. A distanza di tre anni dall’inizio di quella sfida non posso che essere orgoglioso del risultato raggiunto nonostante non sia più un giovanotto».
Lo scorso 10 aprile si è intanto celebrata una giornata di festa per l’ultimo incontro della Serie D. Una folta schiera di tifosi ha seguito la squadra nel palazzetto di Villanovaforru (dove la squadra quest’anno ha giocato le partite casalinghe) indossando una maglietta celebrativa di color rosso col la scritta “È C!”. Rimane però da completare “l’opera” (nel vero senso della parola): l’auspicio che per il prossimo campionato di Serie C si possa finalmente tornare a giocare nell’impianto di Sanluri, in fase di ritrutturazione da due anni. Buone le possibilità, stando a quanto si vocifera, che ciò possa avvenire. Simone Muscas
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1 maggio 2016
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Guspini. Vendesi casa singola pronta, in ottimo stato su 3 livelli, seminterrato, zona giorno e zona notte. Struttura in cemento armato con mura e solai coibentati, infissi in pvc con vetrocamera, riscaldamento a gasolio centralizzato, piccolo giardino con pergolato, barbecue e forno a legna; 2 posti auto. Prezzo 180.000 euro. Tel. 329 2608333. (08/16) Guspini. Via Nuoro 7 vendesidesi appartamento primo piano, mq 100, (5,5 vani) ingresso, cucina, bagno 2 camere da letto, ampio salone, ripostiglio, 2 balconi, cortile privato. Tel. 347 3888308. (18/15) Guspini. Vendo appartamento 140 mq sito in via Roma 47. tel. 348 2845518. (19/15) Pabillonis in vico Funtana Alixi n° 94 vendesi casa, villetta a schiera, arredata stile veneziano, 94 mq con cortile e cantina. Ottimo affare. Prezzo 89 mila euro trattabili. Cell. 388 8516022. (07/16) San Gavino Vendesi locale commerciale 179 mq +89 mq di magazzino+ bagno. Viale Rinascita (zona centrale) prezzo 175.000 euro. Tel. 3489002716. (05/16) San Gavino Vendesi appartamento zona centrale, piano terra 100 mq, due balconi, un magazzino, cortile condominiale con posto auto, cucina, soggiorno, camino, due camere letto e un bagno. Prezzo: 95.000 euro trattabili. Si valutano anche permute. Tel. 3494524974, dalle 17 in poi.(17/15) San Gavino Vendo abitazione indipendente, 55/65 mq per due piani, con giardino e posto macchina. 135.000 euro. Telefono 3382516724. San Gavino Vendesi appartamento 1° piano Viale Risorgimento (Via Roma) mq. 80 prezzo 40.000 euro trattabili. tel. 340 1554571. (10/15) Sardara. Vendo appartamento 75 mq. 75mila euro trattabili. tel. 340 7713303. (21/15). Sardara. Vendesi/affittasi casa in centro storico, 100 mq su due piani (piano terra uso ufficio, primo piano + mansarda uso abilitazione), cortiletto, due ingressi. Per informazioni tel. 3477130137. (18/15) Sardara. Cerco casa per acquisto. Telefonare 349 5777358. (04/16) Vendesi casa in via Cagliari 78 a Sardara, composta da 8 vani piano terra, primo piano, prezzo 100.000 euro trattabili . Chiamare al n. 3474818985. (07/16)
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Serrenti centro. Vendesi locale commerciale da ristrutturare di mq 330. Unico. mt29x11,50 x 3,50 di altezza. 500 euro a metro quadro. Tel. 070 9388196 Salvatore o 370 1107036. (10/15) Villacidro, vendesi locale commerciale, mq 185 con parcheggio m. 25. Zona centrale. tel. 348 0456251. (12/15) Vendesi villa immersa nel verde 18.000 mq di terreno, 150 mq di coperto su 2 piani, 3 camere letto, cucina, salone 32 mq, veranda anteriore e posteriore a 300 mt dal mare Gutturu ’e Flumini. Prezzo trattabile 250.000 euro. Tel. 347 8227537. (07/16) Vendesi casa campagna 92 mq + 2.400 mq di frutteto oliveto + concessione ampliamento euro 95.000, 35.000 alla stipula residuo dilazionato mensile. Tel. 3892728426. (04/16)
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Vendesi terreno in località Gutturu e Flumini (Terra Arrubia), ha 1,30, prezzo trattabile. tel. 070 9758932. (11/15) Arbus Vendesi terreno area fabbricabile in località forru de Semucu di circa 800 mq, a 15 euro il mq; per informazioni telefonare 340 2789615. (22/15)
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Gonnosfanadiga Vendo località Mobezza terreno con n. 7 piante olivo prezzo da concordare. Cell. 347 1925097. (12/15)
Sanluri Vendesi terreno agricolo strada Sanluri-San Gavino. Ottima posizione. Affare. Tel. 347 2407110. (05/15).
A Guspini zona G di fronte a via Amendola vendesi terreno agricolo di mq 4.510 a 6.500,00 euro. Tel ore pasti 349 7683211. (09/16)
Villacidro. Vendesi terreno con scantinato di circa 80mq con impianto fognario già realizzato. Prezzo 55.000 euro. Per informazioni chiamare al 338 7472615. (07/15)
Guspini Vendesi terreno edificabile lotto 300 mq ingresso strada privata sito nella via Dossetti fianco Artst. Prezzo interessante. tel. 349 3197582. (04/16) Guspini Vendesi terereno vicino case loc. Filixi mq 1.000 circa. Tel. 349 3190438. (19/15) Guspini Vendo terreno agricolo con circa 100 piante di olivo + 5.000 metri di terreno. Euro 16.000. Tel. 339 7353054. (19/15) Guspini Vendesi terreno edificabile in via Azuni 30. 45 mila euro trattabili. Telefonare allo 070 971473, ora pranzo.(15/15) Vendo uliveto con 50 piante zona Guspini a 100 metri dal paese. Tel. 348 2845518. (19/ 15)
Villacidro vendesi terreno edificabile in via Emilio Lussu (centro storico) di circa 800 metri quadri con annessi 2000 metri quadri di terreno agricolo. Prezzo 85.000 euro. tel. 328 7044466. (01/15) Villanovaforru Terreno 540 mq, edificabile, lottizzato. Accesso da via Argiolas e dalla circonvallazione (viale degli Oleandri). Contatto: Ibba Ugo 070 9300166. (03/16) Villacidro vendesi terreno località Ruinas. Agrumeto circa 1 ettaro compreso un capannone uso porcilaia con varie attrezzature, prezzo interessante.Tel. 340 2497524; ore pasti 070 932442, 360719004. (07/16) Vendesi oliveto in loc. “Sa Terredda” strada per San Gavino - Gonnosfanadiga. 150 piante circa. Tel. 338 3133956. (07/16)
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1 maggio 2016
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Furtei Piazza Municipio.....................domenica 22 maggio Gonnosfanadiga Via Mameli 1..........domenica 29 maggio
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San Gavino Ospedale ................martedì - giovedì - sabato
Samassi Piazza Italia............................domenica 19 giugno Sanluri Piazza Porta Nuova.....................sabato 14 maggio
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Tuili Locali ex scuola media.....................sabato 11 giugno Villacidro Via Guido Rossa ......................sabato 7 maggio Villamar Via Roma 207.................................sabato 9 luglio Villanovafranca
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1 maggio 2016