Anno XXXXII, 1763 Firenze, 29 gennaio 2011 Giornale on-line. Esce il sabato Direttore responsabile Francesco Canosa
Da L’attenzione solo informazione affidabile e indipendente Editoriale
Gli “scivoloni” della Cassazione! Quando anche della Cassazione non si può avere più fiducia vuol dire che siamo proprio in un Paese da Terzo Mondo! Purtroppo siamo costretti ad evidenziare due “scivoloni” da parte della Cassazione: *-l’obbligo dei genitori, anche se anziani, di mantenere i figli superbamboccioni; ora ci aspettiamo un’altra sentenza con la quale la Cassazione faccia divieto agli anziani genitori di MORIRE perchè obbligati a mantenere i figli! *-l’obbligo per il marito separato di far “brillare” di strass e gioielli l’ex-moglie così come accadeva in costanza di matrimonio. Mantenimento infinito dei genitori in favore dei figli
“Il nostro Paese, a differenza di tutti gli altri in Europa, tende ad una sorta di eccessiva tutela dei figli ultramaggiorenni, a volte anche quarantenni, costringendo la terza età a sobbarcarsi sacrifici economici e patrimoniali che il comune sentire stenta a comprendere. L’Italia rischia di mantenere il primato mondiale dei ‘bamboccioni’ o, per dirla all’americana, dei boomerang kid (i ‘bambini’ che tornano a casa)”, commenta l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente nazionale Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani. Pur comprendendo la grave crisi economica del nostro Paese, l’AMI ritiene urgente un nuovo orientamento giurisprudenziale che porga un argine al malcostume, tutto italiano, di ritrovarsi i figli a 50 anni in casa pronti a trascinare i genitori in Tribunale laddove la paghetta non dovesse essere ritenuta adeguata. “Quasi il 10% delle procedure familiari italiane – conclude Gassani - riguarda vertenze intentate da figli ultramaggiorenni contro genitori pensionati. Questo dato la dice lunga sulla tenuta morale e sociale in Italia. Urgono leggi finalizzate al recupero di determinati valori che possano evitare migliaia di cause civili di figli maggiorenni a danno dei genitori. L’Ami ritiene che soltanto nel caso di gravi patologie fisiche o mentali un figlio possa pretendere, superata l’età di 30 anni, di essere mantenuto dai genitori”. Il marito deve garantire alla ex moglie abiti firmati e gioielli
“L'elevato tenore di vita durante il matrimonio va mantenuto anche dopo la separazione” sente-
pag. 2
nia la Cassazione. Che perla! Possibile che questi giudici non si siano accorti che la separazione arreca sempre danni morali e patrimoniali ai coniugi? Non leggono le notizie (forse perchè toppo occupati a scriver sentenze!) secondo cui in Italia sta crescendo un esercito di nuovi poveri rappresentati proprio dai mariti separati? Altro che identico tenore di vita in costanza di matimonio! La separazione comporta doppio affitto per la casa, doppie utenze spesso la perdita del lavoro, la sicura capacità prodottiva del padre separato, troppo impeganto nelle cause con l’ex-moglie per vedere i figli, per limitare i danni procurati dai giudici delle separazioni che continuano a privilegiare le donne come fossero una specie in via di esrtinzione! Per fortuna che oltre ai giudici civili esistono anche giudici penali nella Cassazione i quali a fronte di esose richieste di ex-mogli lasciano da parte il principio della “costanza” di matrimonio e guardano allo reddituale attuale dell’ex-mrito, rendendo così nulle le denunce alla Procura della Repubblica di affamate ex-mogli decise a rovinare gli ex-mariti. Francesco Canosa
La vedova sconsolata...
troppo spesso sento lamentele nei confronti del giudici. Eppure dovrebbero essere una garanzia assoluta per i cittadini, anche se a volte, visto che sono uomini, anche loro possono sbagliare. Però non è sopportabile che i giudici facciano politica e soprattutto che perseguitano i cittadini. Malgrado tante storture, io continuo ad avere fiducia nella giustizia. Fino a quando? Speriamo per sempre. Se sbaglio, allora Signore Iddio... ... raccoglimi pure accanto a quell’anima benedetta!
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
Editrice Agipress s.a.s. *-Agipress, agenzia di stampa quotidiana, iscrizione Trib. di Firenze n. 2352. Direttore resp: Angelina Aino
Agipress: periodico settimanale on-line (sottotitolo L’attenzione) iscritto Tribunale di Firenze n. 4067 Esce il sabato Direttore responsabile: Francesco Canosa (cell. 338-8991213) Vice-direttore Angelina Aino Direzione, redazione, amministrazione: 593, via Pisana, 50143 Firenze. Tel. 055-7324580, fax 055-7324581. E-mail:
[email protected] Internet: http://www.agipress.it Iscrizione Tribunale di Firenze al n. 41613, Camera di Commercio di Firenze al n. 374442, Partita IVA 03606260481.
Agipress è iscritta al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione) al n. 2171. Costo abbonamento L’attenzione on-line Euro 70,00 L’attenzione settimanale + agenzia quotidiana per temi 600,00 EURO. Pubblicità regionale: 40,00 EURO a modulo (42x35 mm) per la quadricromia e 22,00 EURO a modulo per il bianco e nero. Bandi di concorso e commerciali, gare appalto 55,00 EURO a modulo. Pagina intera b/n 720,00 EURO ‘’ colore 1.200,00 EURO Per la pubblicità + Iva 20%. Pubblicità nazionale e posizione particolare: tariffe doppie.
Stampa e Fotocomposizione in proprio.
Hanno collaborato a questo numero: Ketty Canosa, Nicola Canosa, Jean-Marie Caribbe (Bruxelles), Riccardo Carrai (sport), Donatella Della Queva (Cultura), Nicola Francano (Economia), Marina Mey (Attualità), Tiziana Lusetti (Tecnologie).
AFORISMI Friedrich Nietzsche Chiunque abbia una volta dichiarato che l’altro è uno stupido, un cattivo compagno, si arrabbia se quello dimostra alla fine di non esserlo * Certe madri hanno bisogno di figli felici, onorati; altre di figli infelici, altrimenti la loro bontà di madri non può manifestarsi.
Arthur Schnitzer E’ difficile decidere quanto la stupidità assume le sembianze della furfanteria e quando la furfanteria assume le sembianze della stupidità. Perciò sarà sempre difficile giudicare equamente i politici. * Ogni istante della vita è di per sè così strano che non sarebbe affatto sopportabile, se fossimo in grado di avvertire tale stranezza nel presente con la stessa chiarezza con cui è solita apparirci nel ricordo e nell’attesa.
Ennio Flaiano Uccidersi era una buona soluzione nelle epoche in cui il suicidio era rispettato come protesta o ammissione di sconfitta. Oggi non significa più niente. * Pare che il padreterno - per compensare l’uomo delle enormi deficenze fisiche nei confronti delgi animali - lo abbia dotato della ragione. Omettendo però di fornirlo della combinazione per servirsene.
4 milioni di contatti all’anno sia dall’Italia che da tutto il mondo
www.agipress.it
AGIPRESS è l’unica agenzia di stampa con sede legale in Toscana ad essere ACCREDITATA nel
Repertorio delle Agenzie di Stampa nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'ATTENZIONE “descritta” dall’Agenda del Giornalista
[email protected] * www.agipress.it/lattenzione/
Informativa privacy
I dati sono trattati elettronicamente ed utilizzati dall’Editore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi dell’art. 13 Legge 675/96 è possibile in qualsiasi momento consultare, modificare, cancellare i dati oppure opporsi al loro utilizzo scrivendoci.
Descrizione: l'Attenzione, pur essendo settimanale, ha una struttura del giornale tipica del quotidiano, con notizie di politica, economia, cultura, sport, turismo, salute, privo di cronaca e ricco di approfondimenti.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 3
Finanziamento pubblico ai partiti. Effetti collaterali indesiderati ma prevedibili Firenze I fatti di questi giorni portano nuovamente alla luce una stortura del sistema politico del nostro Paese. In Italia -e’ cosa nota, verrebbe da dire- lo Stato di diritto e’ temperato dal principio non scritto “fatta la legge, trovato l’inganno” E’ cosi’, dopo ben due referendum che ne sancivano l’eliminazione, il finanziamento pubblico ai partiti e’ tornato sotto le mentite spoglie di rimborso elettorale. Una lauta remunerazione che la partitocrazia s’e’ assegnata (per ogni legislatura ed al di la’ della sua durata) per sopravvivere e mantenere inalterato l’attuale sistema di potere. Un ginepraio tipico del nostro Paese i cui frutti sono i disastri politici ai quali ogni giorno il cittadino -suddito, disarmato e disamorato- e’ costretto ad assistere. Che cosa accadrebbe se tutto fosse come dovrebbe, se tutto fosse come già accade, per esempio, negli Stati Uniti? Probabilmente, se i partiti dovessero cercare il proprio sostentamento direttamente presso l’elettorato, si sentirebbe parlare di abolizione del canone rai (1), di eliminazione del finanziamento all’editoria (2), di maggiore liberta’ d’espressione (3) e di liberta’ di scelta per le cure e per il fine vita (4). In sintesi la politica sarebbe costretta, gioco forza, a tornare ad occuparsi dei temi che le persone hanno piu’ a cuore, del vivere quotidiano e non delle dispute sul pene delle statue di palazzo Chigi. Non ci si lasci ingannare dalla stanca retorica della necessità del finanziamento pubblico come possibilità per tutti di avere rappresentanza politica, che, altrimenti, resterebbe a favore della solite lobby di potere. E’ vero, nessuno nega che rischi in tal senso possano esserci. La soluzione, tuttavia, non sta nel consentire il procrastinarsi di rimedi chiaramente surrettizi, che recidono alla base il collegamento diretto tra rappresentanti e rappresentati, ma dovrebbe risiedere in un insieme di regole certe la cui osservanza funga di per se’ da garanzia di partecipazione per tutti. Forse la campagna elettorale del tanto osannato presidente Usa Obama non dimostra il contrario? Il cittadino, in questo modo, tornerebbe ad essere titolare di diritti e doveri e non vassallo del potente di turno. Il meccanismo perverso si trasformerebbe in circolo virtuoso, cio’ perche’ chiunque volesse proporsi come guida politica, tanto a livello nazionale, quanto a livello amministrativo, prima d’ogni cosa dovrebbe andare a confrontarsi con chi esercita il diritto di voto e non, come accade oggi, preoccuparsi principalmente d’entrare nelle grazie della casta di burocrati che s’aggirano nelle segreterie dei partiti. Li l’interesse e’ quello di cristallizzare lo status quo, passando sopra ogni regola e quindi infierendo senza ritegno sul principio di legalità, se cio’ e’ funzionale allo scopo prefissato. Come leggere, altrimenti, la corsa frenetica all’occupazione delle poltrone che s’apre ogni qualvolta c’e’ da nominare un membro o il presidente di un’Autorità Garante? Che significato dare alla costante violazione delle leggi elettorali (dal reiterato imbrattamento causato dalle affissioni abusive alle sistematica violazione delle norme relative alla raccolta delle firme per la presentazione delle liste)? Nel frattempo il distacco tra esigenze della vita reale e priorità della discussione politica aumentano a sempre di piu’. Il tutto e’ ben edulcorato da un ricorso costante a finte ideologie il cui unico obiettivo pare quello di vietare e negare diritti piuttosto che orientare scelte personali in un vasto orizzonte di possibilita’ di scelta. Un cambiamento radicale dell’attuale sistema farebbe sì che -per usare un termine di gran moda- l’agenda politica dovrebbe necessariamente tornare a guardare ai bisogni reali. Diversamente si perderebbero la fiducia ed il sostegno dei cittadini. Probabilmente le feste nelle segrete dei palazzi dei signori di turno continuerebbero ad esserci ma quegli stessi signori si batterebbero per concedere maggiore liberta’ a tutti quanti, non potendo piu’ farsi scudo con slogan ed azioni tipiche dell’eta’ puritana: non avrebbero sostegno e soldi per farlo. In questo tripudio di “condizionali”, sarebbe auspicabile, quindi, il ripristino della normalita’ con l’abolizione immediata del rimborso elettorale. (1) http://www.aduc.it/comunicato/imposte+piu+odiate+solito+canone+rai+paese+reale_18639.php (2) http://www.aduc.it/comunicato/finanziamenti+editoria+tutti+alla+corte+re+che_16788.php (3) http://avvertenze.aduc.it/censura/ (4) http://salute.aduc.it/ Alessandro Gallucci, legale Aduc
Prime riflessioni per un bilancio di metà legislatura con uno sguardo sull'incerto futuro prossimo Stefano Ceccanti La maggioranza si era presentata ad inizio legislatura in ottime condizioni numeriche e politiche. Tuttavia due erano i suoi punti di debolezza. Tutti e due, ma soprattutto il secondo, sono rimasti e si sono aggravati. Il primo era relativo alla genesi del Pdl, avvenuta per quote rigide tra i partiti cofondatori: 70 % per Forza Italia e 30% per Alleanza Nazionale. Un compromesso provvisorio, destinato inevitabilmente e abbastanza presto ad essere rimesso in discussione. Il Presidente del Consiglio lo ha ridiscusso di fatto, portando larga parte dell'ex Alleanza Nazionale nella propria area di gravitazione, già più di quanto non lo fosse in precedenza, e precostituendo così le condizioni di una rottura con un Gianfranco Fini marginalizzato. Quest'ultimo, però, invece di contestare lo status quo in nome di un progetto democratico di contendibilità della leadership attraverso primarie o comunque attraverso un metodo democratico e di giungere eventualmente a una rottura su tale base, presentandola positivamente per sé e per il Paese come una legittima difesa nel quadro di un completamento virtuoso della transizione del sistema dei partiti, si è sostanzialmente attestato su successive prese di posizione tattica, dalla rottura per creare una "terza gamba" della coalizione (settembre) fino a quella che lo ha portato, poche settimane dopo, precipitosamente, tra novembre e dicembre, all'opposizione. Per di più ha gestito queste oscillazioni tattiche in prima persona, con un'obiettiva contraddizione rispetto al suo ruolo istituzionale, la cui indipendenza rispetto alla mischia politica quotidiana andrebbe preservata non solo quando si dirige l'Aula. Indubbiamente questa critica è poco credibile se la espone lo schieramento politico di un Presidente del Consiglio abituato a non frequentare quasi mai le Aule delle Camere, come invece si fa nelle normali democrazie parlamentari, a cominciare da quella maggioritaria di Westminster dove la legittimazione popolare si aggiunge al (e non sostituisce il) rapporto fiduciario, ma sbaglierebbero comunque le forze di opposizione a tacere su questo problema per logiche di politique politicienne immediata, per vantaggi di parte. Il rispetto per le istituzioni precede le collocazioni e gli interessi di fazione...
pag. 4
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
Gli Enti Montani della Toscana uniti nel percorso di riassetto istituzionale Importante incontro organizzato da UNCEM Toscana alla presenza di tutti i Presidenti delle Comunità Montane e delle Unioni dei Comuni, e con i Sindaci dei Comuni interessati in merito alle proposte di riforma istituzionale che la Giunta Regionale ha avanzato, anche in riferimento al complesso e spesso convulso processo legislativo (DLG 150/2009; DL 2/2010; L 122/2010) a cui il Governo sta sottoponendo il sistema degli Enti Locali, Regioni comprese, complicando in modo pesante la tenuta della filiera istituzionale. UNCEM Toscana, a nome degli enti montani, ha ribadito la necessità di essere aperti al confronto e alla possibilità di riforma se ritenuta funzionale ai servizi al territorio e ai cittadini, ed ha rimarcato l’imprescindibilità della concertazione e partecipazione, la salvaguardia della Governance Montana che, anche grazie alla Regione Toscana, ha fatto della Montagna toscana un punto di riferimento anche Nazionale. “UNCEM Toscana - ha detto il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani - vuole essere protagonista di una riforma istituzionale responsabile, ed è sicuramente disponibile a sostenere i cambiamenti e le innovazioni necessarie per dar corpo e sostanza ad un tale percorso, ribadendo che il superamento delle Comunità Montane non può comunque rappresentare per nessun motivo un indebolimento delle politiche per la montagna e, quindi una diminuzione dei servizi e del sostegno ai cittadini e delle attività economiche presenti nelle zone montane. “In modo unanime – ha aggiunto Giurlani - è stato ribadito che il percorso di riassetto istituzionale verso l’istituzione delle Unioni dei Comuni Montani deve garantire attraverso provvedimenti attuativi coerenti e partecipati con i territori interessati, il riconoscimento della specificità dei territori montani e delle loro necessità, e il mantenimento della Governance Montana (deleghe, funzioni, finanziamenti)”. L’assemblea dei Presidenti ha poi deciso di dare avvio al percorso di riassetto istituzionale, decidendo di dotarsi di un comitato politico e di un gruppo tecnico, formato dai rappresentanti di tutti i territori, che segua tutte le fasi del suddetto percorso e sia di supporto alla stessa Uncem per tutti gli approfondimenti istituzionali o tecnici che si riterranno necessari. L’assemblea infine ha ritenuto assolutamente imprescindibile procedere in maniera unitaria e con tempi definiti per tutti gli Enti interessati, al fine di arrivare alla trasformazione in Unioni dei Comuni delle Comunità Montane, con l’interezza dei territori rappresentati.
Riccardo Nencini: «Addio alle Comunità montane, più forza ai Comuni» «Aboliremo le Comunità montane, ma daremo più forza ai comuni, subito dopo l'approvazione del Prs, il piano regionale di sviluppo», annuncia Riccardo Nencini (nella foto), assessore al bilancio e alle «cose» istituzionali. Che spiega: «Dopo la crisi economica che ha attanagliato e che ancora angustia buona parte del mondo, i vecchi assetti non potranno restare come prima. E la Toscana deve attrezzarsi con due obiettivi: risparmiare migliorando i servizi ai cittadini. Le Comunità saranno soppresse trasferendo però il loro status alle Unioni fra comuni: questo per continuare ad avere soggetti con lo stato giuridico giusto per poter ricevere fondi Ue. E occorre un'attenzione particolare per i comuni piccoli, per quelli disagiati, per quelli di montagna. Che spesso racchiudono insieme i tre elementi. La bozza è pronta. Sarà valutata dalla giunta regionale credo la prossima settimana, poi verrà inviata al Consiglio regionale per l'approvazione definitiva».
Polemiche? Forse sì. Ma Nencini allarga le braccia e sostiene che la riforma non potrà essere evitata. La Regione punterà su altri due obiettivi: sollecitare le Province a unirsi per gestire alcuni servizi fondamentali, come la raccolta dei rifiuti, la manutenzione delle strade, i progetti in agricoltura. Non basta. Nencini mostra anche un altro progetto: il rilancio delle tre grandi aree vaste della Toscana: la costa; il centro con Firenze-Prato-Pistoia; il centro-sud con Siena-Arezzo-Grosseto. «E' indispensabile ridare spinta a tutta la Toscana partendo da queste grandi aree», insiste Nencini. Che si sofferma sull'asse Firenze-PratoPistoia: «Credo serva una grande attenzione, perchè qui è concentrato non soltanto il 50% della popolazione, ma anche la metà del prodotto interno lordo. La riforma istituzionale, insieme ai tanti interventi migliorativi, è indispensabile per tenere la Toscana in corsa con i tempi. E darle una spinta decisiva». Sandro Bennucci - la Nazione
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 5
I nodi di Basilea 3 ed i timori dei banchieri Maximilian Cellino Tira un'aria diversa quest'anno a Davos. Il vento che soffia giù dai picchi innevati che circondano la fascinosa cittadina elvetica è sicuramente più salutare per i banchieri di tutto il mondo, che quest'anno tornano protagonisti della kermesse con i loro cocktail e ricevimenti. Soltanto due anni fa, a pochi mesi del crack-Lehman, di uomini dell'alta finanza (specialmente da Oltreatlantico) ne erano giunti ben pochi nel Canton Grigioni. E se 12 mesi fa qualcuno, in punta di piedi, si era ripresentato alla platea del World Economic Forum, il 2011 sarà l'anno del ritorno in pompa magna per i numeri uno delle banche, stavolta più dediti alla caccia di nuovi clienti che impegnati a difendersi dalle accuse verso l'industria. L'atmosfera da scampato pericolo è appunto testimoniata dagli appuntamenti mondani già fissati, come l'aperitivo di Jp Morgan al Kirchner Museum o la cena di Bank of America allo Steigenberger Grandhotel Belvedere. Tutto come tre anni fa, insomma, o quasi. Perché se è vero che gran parte della rivoluzione di Basilea 3 è stata diluita nel tempo, non c'è dubbio che il peso delle norme che disegnano i nuovi standard di capitale per gli istituti di credito, pur attutito, si farà sentire. In uno studio che sarà presentato proprio oggi in occasione del Forum, Oliver Wyman stima in 577 miliardi di euro l'ammontare necessario per riportare a norma i ratio patrimoniali delle principali banche mondiali. Non si tratta quindi proprio delle proverbiali noccioline. Ma il problema è che il conto potrebbe non essere esaustivo, perché tra le tante questioni ancora da completare attorno a Basilea 3 resta la definizione della lista delle banche di importanza sistemica, quelle troppo importanti per fallire che saranno chiamate a rispettare criteri di solidità ancora più stringenti e che per questo dovranno migliorare ulteriormente la struttura del capitale. Il tema delle Sifi, le Systematically important financial institution, sarà centrale per il resto del 2011, fino a che il Financial Stability Board e le autorità di vigilanza nazionali non stileranno griglia e requisiti da rispettare: ben lo sanno UniCredit e Intesa Sanpaolo, le candidate italiane a far parte di questa stretta cerchia. Basilea 3 non sarà forse all'ordine del giorno delle tante conferenze di oggi e dei prossimi giorni, ma tra una discesa con gli sci, una tavola rotonda e un cocktail non mancherà di sicuro il tempo per un po' di sana attività di lobbying sul tema.
Per Basilea 3 servono 275 miliardi Primo dato di fatto: sulle banche europee pesa la crescente rischiosità degli stati. Secondo dato di fatto: il costo del rischio in pochi anni è più che raddoppiato rispetto ai ricavi. Terzo dato di fatto: le nuove regole di Basilea 3 richiedono maggiore capitale. Basta mettere questi tre elementi insieme, per giungere a una conclusione ovvia: nei prossimi anni le banche di tutta Europa dovranno chiedere soldi agli azionisti. Tanti soldi. Boston Consulting Group calcola che, solo per adeguarsi ai requisiti di Basilea 3 del 2022, le banche europee dovranno realizzare aumenti di capitale per 275 miliardi di euro. Se si somma anche il potenziale rischio-stati, la cifra lievita ulteriormente. Tanto che in quest'ultima ipotesi, l'istituto di ricerca indipendente Autonomous calcola che solo le banche spagnole
pag. 6
potrebbero essere costrette a ricapitalizzarsi per 250 miliardi, nel caso in cui Madrid finisse nelle stesse grane di Dublino. Si tratta di stime, ovvio. Negli anni le cose potrebbero cambiare. Ma una cosa è certa: a dispetto di quello che dicono i banchieri, ora come ora le banche europee non hanno sufficiente capitale. Andiamo con ordine. La prima spinta al rafforzamento patrimoniale arriva dalle nuove regole di Basilea 3. Come noto, gli accordi di Basilea prevedono che a fronte di ogni rischio una banca metta da parte un po' di capitale. Se si guardano i coefficienti patrimoniali degli istituti europei (cioè quegli indicatori che mostrano la loro solidità), in apparenza sembra che più o meno tutti siano già a posto per soddisfare le normative future di Basilea 3. Il problema è che le nuove regole sono più severe nei calcoli rispetto a quelle attuali di Basilea 2: il fatto che i coefficienti sembrino già oggi in linea con i requisiti di Basilea 3 – afferma Boston Consulting – è dunque solo un effetto ottico. Insomma: prendendo i bilanci di oggi e applicando i metodi di calcolo di Basilea 3, i coefficienti scendono drammaticamente. Boston Consulting ha fatto questo esercizio per 84 banche europee, che coprono il 98% della capitalizzazione totale. E i risultati sono sorprendenti. In alcuni paesi, quelli più aggressivi e che più utilizzano titoli ibridi di capitale, le banche si trovano di fronte ad una vera e propria "emorragia" di Tier 1. Il caso più eclatante è quello della Svizzera: attualmente le banche hanno un «Core Tier 1 ratio» (il coefficiente chiave) al 15,9%, ben oltre i limiti di Basilea 3. Ma se lo stesso coefficiente si calcola con le regole di Basilea 3 (alcune sono ancora da definire, per cui resta un margine d'errore), si perdono ben 12,5 punti percentuali: il «Core Tier 1 ratio», quindi, con le nuove normative scenderebbe al 3,4%. E allora sì che servirebbero aumenti di capitale: 18,4 miliardi solo per le banche svizzere. Calcoli analoghi Bcg li fa per tutti i paesi europei. Si scopre così che le banche tedesche sono quelle che più di tutte dovranno chiedere soldi agli azionisti (65,5 miliardi), mentre quelle italiane hanno bisogno di 42,5 miliardi. «Le italiane – spiega Gennaro Casale, partner di Bcg – da un lato hanno sempre fatto un uso inferiore degli strumenti ibridi di capitale e dall'altro sono più concentrate sull'attività commerciale. Questo le penalizza meno, in termini relativi, rispetto a quelle di altri paesi». E lo stesso concetto è stato espresso, a margine di un convegno a Bergamo, dal presidente del consiglio di sorverglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli: nell'introduzione delle regole più rigorose di Basilea 3 – ha detto – bisogna «tenere conto anche delle diversità delle situazioni, non solo tra paese e paese ma anche tra un modo e un altro di operare delle banche». Ma ci sono anche altri problemi. Sempre Boston Consulting evidenzia che il costo del rischio (cioè le rettifiche di valore più il costo del capitale assorbito) sta salendo a passi da gigante rispetto ai ricavi. Il rapporto era al 30% prima della crisi e ora è al 67%. «Questa – spiega Casale, partner di Bcg – è stata la causa principale della distruzione di valore in Europa. Più che la discesa dei ricavi e il costo della raccolta». D'altro canto, aumenta anche il costo del capitale. E poi, come detto, c'è la variabile indipendente del rischio-stati: se la crisi europea dovesse proseguire, per le banche – molto esposte sui debiti governativi – servirebbe ancora più capitale. Insomma: i banchieri negano tutti, ma il futuro è lastricato di possibili aumenti di capitale. Forse non imminenti. Forse non su queste cifre. Ma difficilmente la partita è finita qui. Altro che dividendi: nei prossimi anni saranno gli azionisti a dare soldi, non viceversa.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
Montagna, turismo sostenibile e di alta qualità TORINO — Più qualità, più informazioni, più tecnologia e attenzione all’ambiente. Questa la via per trasformare il turismo nel volano economico di sviluppo per la montagna italiana. Se ne è parlato a Torino il 26 gennaio in occasione del convegno per la presentazione del progetto “Vetta”, acronimo di “valorizzazione delle esperienze e dei prodotti turistici transfrontalieri delle medie ed alte quote”. Vetta è un progetto di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Svizzera la cui area d’azione si estende dall’Ossola in Piemonte all’Alto Adige, passando per l’area alpina lombarda, il Canton Ticino e il Canton Grigioni. E’ nato nel 2008 per promuovere il miglioramento della qualità dell’escursionismo e dell’accoglienza nei rifugi alpini. Un turismo sostenibile e capace di soddisfare esigenze d’qualità. Al convegnoi si è parlato di certificazione degli itinerari escursionistici, di gestione sostenibile strutture ricettive, di nuove tecnologie applicate alla gestione dei rifugi, di formazione degli operatori, di sicurezza, di monitoraggio flussi turistici e di informazione agli escursionisti. Tre workshop pomeridiani sono stata l’occasione per gli operatori di confrontarsi con tecnici ed escursionisti sullo sviluppo del progetto, che vuole arrivare a definire delle “best practices” e una “Carta di Qualità” che distingua rifugi tecnologicamente avanzati, altamente qualificati e a basso impatto ambientale. I partner del progetto Vetta sono Regione Piemonte (capofila di progetto), Regione Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano e i cantoni Svizzeri, il Cai delle sezioni di Villadossola e Novara, Irealp e il Cai Gruppo Regionale Lombardia.
Turismo: Piemonte, presenze in crescita del 14% in montagna Debutto con il segno più per la stagione invernale piemontese che durante le festività natalizie ha registrato un incremento di presenze fino al 14% sui comprensori sciistici principali e un'occupazione media delle camere nelle strutture ricettive che si e' attestata al 52,6% recuperando 3,3 punti percentuali rispetto al Natale 2009. In crescita del +15-20%, anche, il flusso turistico nei rifugi alpini raggiungibili con escursioni su neve, oltre ad aumenti rilevanti del +15% per le iscrizioni ai corsi di sci alpino ed escursionismo invernale. Trend in salita del +20% anche per le escursioni con le ciaspole mentre il sito piemonteneve.com (il portale che raccoglie e promuove tutte le stazioni sciistiche piemontesi, dal 1° dicembre a oggi ha registrato 30.000 accessi. ''Nonostante le difficolta' di una congiuntura economica che a livello mondiale si riflette inevitabilmente anche sul turismo commenta l'assessore regionale al Turismo, Alberto Cirio - questo primo bilancio positivo ci fa ben sperare sulla possibilita' di confermare e superare le 1,6 milioni di presenze con cui si e' chiusa la stagione passata. E' importante, adesso, continuare a lavorare sia per offrire un prodotto sempre piu' competitivo nel rapporto qualita'-prezzo, ma anche per comunicare nel mondo l'immagine positiva di un territorio d'eccellenza pronto ad accogliere al meglio qualsiasi tipo di turista''.
Turismo scolastico: entro marzo potrà essere richiesto il “bonus gita” di Francesca Dighera C’è tempo fino al 14 marzo per presentare la domanda per ottenere il “bonus gita” di 150 euro che la Regione Piemonte ha deciso di destinare alle scuole di ogni ordine e grado per incentivare il turismo scolastico, nettamente in calo dopo i tagli effettuati della Riforma Gelmini. Tale contributo potrà essere aumentato di 50 euro per ogni giornata successiva alla prima, ma si precisa che tale contributo verrà erogato una sola volta per classe durante l'intero anno scolastico 2010/2011. A riguardo l’Assessore al Turismo, Cultura e Sport della Comunità montana Valli Orco e Soana ricorda la possibilità dei percorsi turistici educativi nelle Valli Orco e Soana, denominati: “A scuola di montagna”. Molto interessanti i percorsi proposti agli studenti: quello sulle tracce di Vittorio Emanuele II, sul Medioevo intorno a noi, sui maestri del rame oltre a brevi escursioni, laboratori didattici, alla visita alla centrale idroelettrica di Ceresole Reale e alla “due giorni” in rifugio nel Parco nazionale Gran Paradiso. Nel catalogo “A scuola di montagna”, realizzato con grande attenzione dall'Uncem, si potranno trovare più di 100 proposte da vivere insieme ai ragazzi per apprezzare la natura incontaminata, ma anche la storia che le vette piemontesi sono in gradi di offrire.
A San Valentino innamorati della Toscana Se cercate una meta romantica e dal grande fascino per il vostro San Valentino la risposta è la Toscana: tra l'arte e le località termali, gli innamorati non hanno che l’imbarazzo della scelta su come vivere una vacanza indimenticabile. Dalle città più classiche ai weekend relax, trovate l'idea più adatta a voi e festeggiate il vostro amore. Montagna - Divertimento assicurato durante il giorno sulle piste da sci e poi una serata speciale in baita o nei caratteristici rifugi della montagna toscana. Se amate lo sci e la natura, un soggiorno sulla neve è una bellissima esperienza da vivere in coppia. Dall'Abetone, la stazione sciistica più famosa della Toscana, al Monte Amiata, meno affollato ma non per quello meno rinomato, oltre allo sport avrete modo di seguire anche tanti altri itinerari per gustare i prodotti tipici e scoprire i borghi medievali del territorio.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 7
Nuovi fenomeni nell’usura: piccoli prestiti ad altissimi tassi giornalieri Operazione della Guardia di Finanza di Firenze
Con due distinte operazioni i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Firenze hanno tratto in arresto due persone. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal GIP del Tribunale di Firenze – dott. Michele Barillaro – , su richiesta del PM dott. Paolo Barlucchi – sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze. Le indagini, iniziate a metà del 2008, pur seguendo filoni investigativi indipendenti, hanno fatto luce sulle caratteristiche attuali dell’usura. Si tratta, in sintesi, di: •-prestiti di denaro a piccoli artigiani o commercianti (ad esempio: autotrasportatori, titolari di agriturismi, imprese di ristorazione, gestori di piccoli negozi, impresari edili) in stato di difficoltà a causa della crisi economica; •-richiesta di alti tassi di interesse (di molto superiori ai cc.dd. “tassi soglia” oscillanti tra circa il 16% e 22%); •-previsione di stringenti piani di rientro del debito, spesso collegati al decorso di pochi giorni o settimane dopo il prestito; •-richiesta alle vittime di assegni postdatati (comprensivi di capitale ed interesse, senza l’intestazione del beneficiario) che alla data di scadenza sono stati rinegoziati, incassati o rinnovati. Sostanzialmente ci si è trovati di fronte a piccoli imprenditori che hanno chiesto prestiti usurai anche per carenze di liquidità contingente. Per detti prestiti, nel giro di pochissimi giorni/settimane, sono stati pagati tassi d’interesse elevatissimi di cui, spesso, non viene immediatamente percepita la rilevanza. Ad esempio: per un prestito di € 1.000 si chiede la restituzione di interessi di € 250 dopo 1 settimana, pari ad un tasso annuo del 1.285%. La prima indagine, ha riguardato una giovane rumena, da diversi anni residente in Italia che, oltre all’attività di badante per anziani, era intestataria di una società di restauri e costruzioni (di fatto inattiva). I suoi guadagni provenivano, però, sopratutto da prestiti ad altissimi tassi d’inte-
pag. 8
resse, che variavano a seconda del livello di affidabilità dell’usurato nella restituzione delle somme, ad esempio: •-4.055% (per un prestito di € 1.300 ha preteso la restituzione di interessi pari a € 100 ogni tre giorni, ovvero € 1.000 al mese); •-1.285% (per un prestito di € 1.000 è stata pattuita la restituzione di € 250 a settimana d’interesse), e così via. La donna, di solito una volta al mese, d’accordo con un pregiudicato albanese, contattava l’usurato e comunicava il luogo e l’ora dell’incontro per il pagamento della “rata” mensile. In un caso, un soggetto che non ha rispettato la scadenza, si è ritrovato un biglietto sul vetro della macchina con frasi minacciose; in altri casi si sono succedute telefonate al soggetto usurato o a suoi familiari con offese e pressioni intimidatorie. Relativamente all’attività di badante, svolta presso un anziano possidente (94enne), è risultato che la stessa abbia indotto il suo assistito a firmare un testamento, in suo favore, coinvolgendolo in un falso rapporto sentimentale. La seconda indagine, ha riguardato un distinto signore che: •-ha concesso prestiti, senza essere iscritto all’Albo degli intermediari finanziari, ad innumerevoli imprenditori (identificati, ad oggi, 21 casi); •-ha manifestato un elevato tenore di vita, (casa in affitto al centro di Firenze, arredata con mobili antichi di pregio e numerosi quadri di artisti contemporanei nonché auto di lusso in leasing), pur non
svolgendo alcuna attività lavorativa (è socio accomandante di una galleria d’arte e sino al 2007 è stato gestore di un commercio all’ingrosso di impianti termoidraulici). I soggetti beneficiari dei prestiti sono risultati imprenditori: •-in difficoltà economica, conosciuti direttamente, oppure presentati da conoscenti ed amici; •-residenti in Toscana nonché in tutto il Nord-Italia: Pavia, Trieste, Padova, Verona, Vicenza, Forlì, Brescia, Bologna, Como. In un caso, per un autotrasportatore, a fronte di un prestito di € 30.000 è stata restituita la somma di € 40.000 in un anno. Il predetto, ai fini fiscali, ha dichiarato un reddito di poche centinaia di euro provenienti unicamente dal possesso, in Firenze, di alcuni immobili. Dagli accertamenti patrimoniali sul suo conto sono emerse, invece, movimentazioni di denaro in contanti e titoli di credito tra 13 diversi istituti di credito e 8 società finanziarie. In due cassette di sicurezza e presso la sua abitazione sono stati rinvenuti numerosissimi assegni (291) emessi da vari soggetti per una somma complessiva di € 1.044.000, che sono stati sequestrati. Nel frattempo, continua senza soste l’impegno della Guardia di Finanza per la lotta all’usura ed ai reati finanziari, che andrà avanti anche nel corrente anno per contrastare gli speculatori e difendere le imprese in crisi, a fianco delle quali si può e si deve reagire.
Cooperazione, sei giovani palestinesi in Regione raccontano la loro storia FIRENZE – “Vi invito ad essere ambiziosi. Così ambiziosi da essere disponibili a riconciliarvi con i giovani israeliani. Ambiziosi per la verità delle vostre ragioni e per la verità di quanto avete detto qui stamani”. Così Massimo Toschi, responsabile per la Regione Toscana dei progetti di cooperazione, ha salutato in Palazzo Strozzi Sacrati il gruppo di giovani palestinesi arrivati da Gerusalemme Est e da Hebron in Toscana grazie al progetto di inclusione promosso e finanziato dalla Regione. I sei giovani, quattro ragazze e due ragazzi tra i 16 ai 18 anni, per una settimana potranno incontrare gli studenti di numerose scuole a Firenze, a Lucca, Siena, Buti, e San Giuliano Terme oltre soprattutto a quelli palestinesi che già da un anno frequentano il corso triennale professionale in “Operatore chimico biologico” all’istituto Leonardo da Vinci grazie al progetto didattico “Firenze/Tulkarem”. Nel corso dell’incontro i sei giovani hanno raccontato le loro esperienze di vita quotidiana e i loro problemi, ma hanno anche parlato della loro voglia di superarli. Con loro il responsabile della Ong Oxfam Italia che porta avanti il progetto, i rappresentanti di Arci comitato regionale toscano, del Progetto sviluppo Cgil, dell’associazione Medina, del Cospe, dell’istituzione Centro Nord Sud, della Tavola della Pace, dei Comuni di Siena e di San Giuliano Terme.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
Prevenzione e cura mal di schiena comune
E’ nata l’Alleanza delle cooperative
Grazie a un patto unitario tra le tre centrali cooperative Confcooperative, Legacoop e Agci Nel territorio fiorentino rappresenta 1200 imprese associate, Le patologie del rachide sono in 23.000 occupati e un fatturato di 4 miliardi di euro continuo aumento e l'incremento dell'età media nel mondo Firenze, 27 gennaio 2011 occidentale, spiega solo in parte E’ nata a Roma l’«Alleanza delle cooperative italiane», il colosso che deriva dal patto tra le tre centrali cooperative questo fenomeno. Escluse le malattie dovute a Confcooperative, Legacoop e Agci. Una svolta importante nel processi infiammatori, neopla- mondo della cooperazione che vedrà un’unica guida, a rotaziostici o dismetabolici, l'usura ne, tra i tre presidenti delle Centrali e che affiderà il primo mannaturale delle strutture verte- dato, annuale, rinnovabile, a Luigi Marino, attuale presidente brali è sicuramente fattore sca- nazionale di Confcooperative. tenante il mal di schiena comu- Un’alleanza sancita che a Firenze e provincia vanta numeri importanti: 1200 imprese associate, 23.000 occupati con una ne. In realtà però i dati epidemiolo- presenza femminile che supera il 50% del totale, 650.00 soci, un gici in possesso ci dicono che le fatturato di 4 miliardi di euro. Una realtà significativa nel nostro posture scorrette, le vibrazioni territorio che comprende la rete creditizia delle Bcc, Banche di meccaniche e i carichi fisici credito cooperativo (7 banche, 3 miliardi di depositi e 3 miliardi importanti fanno si che l'insor- di impieghi, presenza capillare sul territorio), colossi della genza di tale patologia riguarda distribuzione come Coop e Conad, significative fette di mercato attualmente ampie fasce di cit- nell'agroalimentare e nei servizi agricoli, welfare socio-sanitario, costruzioni e servizi. tadini di giovane età. Spesso invece l'insorgenza di un primo episodio di “mal di Un passaggio epocale nel mondo della cooperazione voluto, schiena” viene sottovalutato e il tutto si risolve con la prescri- come i tre presidenti nazionali Marino, di Confcooperative, Giuliano Poletti di Legacoop e Rosario Altieri di Agci hanno zione di qualche farmaco e eventualmente riposo. In genere per un certo periodo il dolore scompare, non così il scritto in una lettera inviata al Presidente della Repubblica Napoletano, con l’obiettivo di “rafforzare ancor più l'azione di problema che prima o poi tornerà a manifestarsi. rappresentanza delle cooperative”. Il dolore invece non è altro che un sintomo. Sarebbe utile, fin da subito indagare tale condizione con una “Quello che è accaduto oggi è molto importante perché noi crevisita dallo specialista ed eventuali esami strumentali a supporto diamo fermamente che l’unità del mondo della Cooperazione ci darà maggiore forza per superare la crisi - ha detto il presidente di una diagnosi certa. In genere però questo non accade, ci si limita alla remissione di Confcooperative Firenze- Prato Stefano Meli -. Nel nostro della sintomatologia dolorosa e spesso si crea un circolo vizioso territorio, infatti, già da molti anni la collaborazione fra le tre che induce atteggiamenti posturali o compensi dai quali è diffi- Centrali è stata efficace anche per la continua ricerca di rendere unitaria la nostra posizione ai tavoli di concertazione con le cile uscire in maniera definitiva. Tutto questo si traduce in un costo sociale elevatissimo per la amministrazioni locali”. collettività, sono infatti migliaia le ore di lavoro perse a causa del mal di schiena. Risulta fondamentale prevenire tale situazione fin dalla giovane età, monitorando e correggendo gli eventuali vizi di portamento “La Società della Salute: strumento dei bambini con la ginnastica correttiva. Negli adulti i disturbi della colonna hanno invece origine multiessenziale per rispondere ai bisogni fattoriale. di salute dei cittadini” La cosa migliore è andare a correggere quei movimenti di tutti i giorni che nel tempo creano rigidità articolari e accorciamenti muscolari. La cosiddetta Back school insegna ad assumere, mantenere e controllare le posizioni più corrette nello svolgimento delle atti- Ad affermarlo con fermezza il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani che ha sottolineato come le Società della Salute vità quotidiane, come ad esempio le faccende domestiche. Nel caso si scateni il mal di schiena, comunque la prima cosa da non rappresentino affatto un carrozzone, anzi tutt’altro. È chiaro che sono perfezionabili ma ad oggi rappresentano un’ottima ed fare è rispettare il dolore soprattutto nella fase acuta. Attualmente si tende a limitare al massimo l'immobilità o l'uso efficiente realtà per la Toscana ed in particolare per i territori di corsetti di supporto, tanto che appena il soggetto comincia a montani. È una sfida fondamentale quella che stanno portando stare meglio può iniziare il percorso di esercizi mirati a ristabili- avanti i comuni con i loro Sindaci che, attraverso la Società della Salute, si mettono in gioco come attori principali della goverre il giusto funzionamento della colonna. In accordo con il medico e sotto la supervisione di personale nance della salute. L’UNCEM in particolare -ha concluso esperto si possono dunque eseguire tutti quei movimenti che da Giurlani - sta lavorando, sia attraverso un Tavolo Salute, sia con una parte vanno a mobilizzare e regolarizzare il tono di tutte le progetti speciali, per permettere che la crescita delle SdS avvenstrutture interessate e dall'altro rafforzare quei distretti muscola- ga in modo coordinato ed efficiente, e ciò assume un valore ancora più grande considerando le difficoltà in atto, e previste ri che possono fornire un sostegno attivo per la colonna. La durata di un programma di questo tipo non è quantificabile, per l’immediato futuro, a causa dei tagli su tutti i fronti che il l'ideale sarebbe mantenere il più possibile uno stile di vita attivo, Governo Centrale sta apportando nel campo del sociale mettentanto da far rientrare gli esercizi in una prassi quotidiana da do in crisi l’intero sistema. Da considerare il fatto che nelle SdS non sono previste né indennità, né stipendi, e il personale è quelsvolgersi regolarmente. Evidenze cliniche hanno confermato come i maggior benefici in lo che già opera da tempo sul territorio”. questi casi si ottengano nella pratica costante e continuativa. di Riccardo Carrai
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 9
Stati generali: la scuola toscana punta sulla qualità SIENA - Buone pratiche nel rapporto toscano fra scuola ed enti locali; buone pratiche per ricostruire la scuola dal basso. Se n’è parlato a Siena, presso l’aula magna del Tecnico “Bandini”, nel primo dei dieci incontri organizzati dalla vicepresidente di Regione Toscana, e assessore all’Istruzione, Stella Targetti che ha così inaugurato una nuova fase negli “Stati generali della Scuola”: un particolare cammino che, su iniziativa della Regione, sta coinvolgendo l’intera comunità che in Toscana si occupa di scuola, educazione, formazione. Nelle fasi precedenti degli “Stati”, dallo scorso ottobre, furono raccolti circa 450 progetti poi selezionati da un’apposita Commissione tecnica. Quelli che incidono sul rapporto fra scuola ed enti locali (per l’esattezza 13) sono stati presentati a Siena. Gli altri saranno illustrati nei 9 incontri successivi ( il prossimo a Firenze l’8 febbraio e l’ultimo a Prato il 29 marzo). “Filo conduttore dell’intero cammino – sottolinea Stella Targetti – le nuove disposizioni costituzionali in materia di istruzione con il riconoscimento, nel nuovo Titolo V della Carta, di nuovi poteri proprio per le Regioni. Noi vogliamo farci trovare preparati e fornire risposte adeguate alla forte domanda di qualità che sale dal mondo della scuola, un mondo che oggi ha estremo bisogno di ritrovare le sue motivazioni per non smarrirsi nella sfiducia”. Fra le tematiche di cui si è parlato a Siena, educazione ambientale e conoscenza dei territori, rapporto fra tradizioni anche artigianali e frontiere educative, nuovi rapporti fra scuola e mondi lavorativi, utilizzo delle reti telematiche, futuro per le scuole in zone montane, partecipazione delle famiglie, sperimentazioni, educazione degli adulti, esercizio delle competenze trasferite con l’attuazione del federalismo. “Non solo una vetrina - conclude Stella Targetti, riferendosi al cammino appena iniziato - su quanto di innovativo esprime la comunità educante toscana, ma soprattutto la sottolineatura che, almeno qui in Toscana, non vogliamo arrenderci e intendiamo ancora lottare affinché la scuola ritrovi la capacità di darsi quei colpi d’ala oggi fondamentali per riprendere a volare”. Dopo il saluto del presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, i lavori sono stati introdotti da Simonetta Pellegrini, assessore provinciale all’Istruzione, Anna Maria Cotoloni, dirigente Ufficio Scolastico Territoriale e dalla stessa Stella Targetti. Affidata ad Andrea Bernabei la relazione sul significato degli “Stati” voluti dalla Regione (“Ricostruire dal basso una nuova organizzazione scolastica basata sulla sussidiarietà”). Nel pomeriggio la presentazione dei 13 progetti provenienti da altrettante zone toscane: Versilia, Montagna fiorentina, Zona pisana, Casentino, Gallicano, Piazza al Serchio, Zona fiorentina sud-est, Provincia di Pisa, Montelupo Fiorentino e Mugello. Tre i progetti provenienti dal senese: due dal Comune di Siena per conto dell’Articolazione Zonale Senese (un pool di 15 Comuni, fra cui il capoluogo) e uno dal Comune di Poggibonsi. Iniziativa non solo condivisa ma anche sostenuta da Uncem Toscana ha deciso di portare il proprio contributo attraverso la presentazione alla Regione di alcuni progetti per salvaguardare i territori montani, tra cui “A scuola senza zaino”, “Errequadro”, “E-book”.
L’Uncem e la scuola: incontro a Montignoso Incontro presso la Scuola Media G. B. Giorgini di Montignoso sul tema “Il futuro della scuola”, organizzato dal PD. I lavori sono stati coordinati dall’ Assessore alla Pubblica Istruzione di Montignoso Settimo Del Freo, con interventi di Angela Bertocchi (Candidata alle primarie per Sindaco di Montignoso), Oreste Giurlani (Presidente UNCEM Toscana – Vicepresidente UNCEM Nazionale), Raffaele Parrini (Assessore provinciale alle Politiche del Lavoro - Pubblica Istruzione - Formazione Professionale ed orientamento) e chiu-
pag. 10
sura dei lavori da parte dell’On. Rosa Bruna De Pasquale (Membro della Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera). L’incontro ha visto un’ampia partecipazione di cittadini che erano molto interessati a capire come superare le difficoltà che vivono le scuole di montagna, ma anche, come ha detto Giurlani “a superare l’attuale confusione ed incertezza che regna nella scuola e sopratutto come mantenere la scuola nei piccoli comuni montani ed evitare disagi agli scolari ed alla famiglie”. Non c’è dubbio che la didattica nella scuola ha un grande valore, così come ha fatto notare la De Pasquale, la quale ha ribadito la necessità di garantire una scuola di eccellenza in montagna che esca dai rigidi schemi ministerali che spesso non tengono conto della realtà, così come ha dimostrato il TAR del Lazio che ha accolta la prima class action italiana contro la Pubblica Amministrazione. Si tratta di una azione avviata dal Codacons contro il Ministero della Pubblica Istruzione, e fa riferimento alle cosiddette ''classi pollaio'', ossia quelle aule scolastiche (che il Codacons ha raccolto in un apposito elenco depositato al Tar) nelle quali il numero di alunni supera i limiti fissati dalla legge, ''con grave danno - si legge in una nota - per la sicurezza di studenti e insegnanti''. Nel frattempo la Regione Toscana ha annunciato che martedì 25 gennaio parte il tour degli Stati generali della scuola per tastare il polso alla scuola e confrontarsi sulle progettualità più innovative nella costruzione di una nuova comunità educativa. L'iniziativa è di Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega all'istruzione, e rientra negli "Stati generali della scuola", il percorso che caratterizza questa parte di legislatura regionale in stretto rapporto con il territorio toscano.
Toscana, le rimesse degli stranieri aumentano del 9,8% FIRENZE – Aumentano le rimesse degli immigrati. Nel 2009, in Toscana, gli stranieri hanno trasferito nei paesi di origine oltre 900 mila euro, il 9,8% in più rispetto all’anno prima, con una quota pro capite di 3.018 euro (superiore alla media italiana, che è di 1.735 euro). Firenze, con 253.740 euro complessivi, rappresenta il 3,8% delle intere rimesse nazionali, collocandosi al quarto posto dopo Roma (26,5%), Milano (13,2%) e Prato (7,2%) nel ranking provinciale. Nel comune di Firenze sono 7.492 gli stranieri con cariche in imprese attive, la maggior parte dei quali appartengono al settore del commercio (3.004) e dell’industria (2.806). Aumentano anche le imprese gestite da stranieri: sono 57 mila in Toscana e rappresentano l’8,2% del totale.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
Con la telematica processi più veloci FIRENZE - Tutto pronto per una intesa fra Regione Toscana e Ministeri (della Giustizia e per la Pubblica Amministrazione) in modo da sottoscrivere un nuovo protocollo destinato a sviluppare servizi telematici capaci di far accelerare i tempi dei processi civili. Le firme dovevano essere messe nei giorni scorsi a Firenze come ciliegina sulla torta di un affollato convegno organizzato da Regione Toscana, Ordine degli Avvocati e Rete Telematica Regionale Toscana - ma i ministri Angelino Alfano e Renato Brunetta non hanno potuto raggiungere il capoluogo toscano e la firma è slittata. "Tempi comunque brevi", ha assicurato il presidente della Corte d'Appello di Firenze, Massimo Drago, che presiedeva la manifestazione. "Noi siamo pronti", ha confermato l'assessore al Bilancio di Regione Toscana, Riccardo Nencini, nel suo saluto introduttivo precisando che "se il federalismo non può essere certo applicato alla Giustizia è comunque possibile ricorrere alla collaborazione e alla sussidiarietà per migliorare i servizi anche in materia di giustizia riducendo ai minimi livelli, proprio grazie all'informatica, i tempi di gestione dei processi". Non solo il presidente della Corte d'appello (definendolo "basilare") ha lodato l'apporto della Regione Toscana verso questo obiettivo, ma parole di forte apprezzamento sono venute anche dal procuratore generale della Repubblica a Firenze Beniamino Deidda ("L'esperienza toscana è virtuosa e si pone come esemplare") mentre Giancarlo Bellizzi, presidente dell'Unione distrettuale degli Ordini forensi della Toscana, ha auspicato "che su questa strada non ci si fermi e anzi si velocizzino le procedure perchè è, questo, un barlume di luce nel tunnel che avvolge la Giustizia". La Regione Toscana ha collaborato, in modo sperimentale, già fin dal 2001 con la Corte d'appello di Firenze per consentire l'accesso, agli avvocati, dei procedimenti ivi depositati: ciò ha consentito a ciascun avvocato di poter ricevere direttamente sul proprio indirizzo di posta elettronica le comunicazioni di cancelleria nonchè di inviare, sempre via e-mail, gli atti di parte (dal 2001 fino al 2008 il sistema è stato messo a punto arrivando a circa 100 mila accessi ogni anno con tremila avvocati registrati nel sistema). Poi, nel gennaio 2008 in base a uno specifico accordo fra Regione e ministeri, il servizio è stato esteso alla quasi totalità degli Uffici giudiziari toscani (i tribunali di Lucca, Prato, Pistoia, Grosseto, Massa-Carrara, Pisa, Siena, Arezzo più il tribunale dei minorenni). Quasi 10 mila (dati 2010) gli avvocati iscritti al sistema con 987.949 accessi, circa 100 mila e-mail di comunicazione spedite dagli uffici ai professionisti, circa 700 consulenti tecnici. Gli accessi per il tribunale dei minorenni hanno raggiunto quota 23.627 e sul portale Giustizia in Toscana (www.giustizia.toscana.it) dal 5 ottobre 2010 al 12 gennaio 2011 si sono registrate 5.425 visite. Anche molti uffici anagrafici dei Comuni toscani utilizzano questo sistema per comunicare le variazioni dello stato civile (divorzi, adozioni ...): per l'esattezza sono 153 (39 in provincia di Arezzo, 34 a Lucca, 17 a Massa, 33 a Pisa, 22 a Pistoia, 8 a Prato). E' stata effettuata una indagine on-line sugli avvocati che utilizzano la Cancelleria telematica: su 8 mila iscritti ha risposto la metà con il 94% di risposte che considerano decisamente "utile" un sistema che consente notevoli risparmi di tempo. Con il nuovo protocollo, che sarà presto sottoscritto dal presidente Enrico Rossi con i ministri Alfano e Brunetta, saranno sviluppate nuove funzioni telematiche con valore legale sia per i professionisti che per i magistrati che per i cittadini.
Pac 2014-2020 premierà le aree svantaggiate e la qualità <
>. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali Andrea Sisti, in occasione della riunione di fine anno organizzato dall’Ordine dei dottori forestali della provincia di Perugia, in cui si è parlato delle prime proposte per la Pac dopo il 2013. <>. Ed inoltre l’importanza della ricerca e del trasferimento dell’innovazione: <>. Del totale del bilancio dell’Unione Europea il 42% delle risorse è destinato all’agricoltura, e nei prossimi anni – secondo i dati del professor Angelo Frascarelli, docente Economia e Politica Agraria, Università degli Studi di Perugia – ci sarà una progressiva diminuzione, comunque contenuta, fino ad arrivare al 33% nel 2020. Da sottolineare, però, come la Pac nella somma di tutti i singoli bilanci degli Stati UE valga soltanto lo 0,43% delle risorse. <>. Sulla Politica agricola comune c’è il pericolo di <> ha proseguito Francesco Pennacchi, preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia, <>. Ha ricordato l’impegno della Regione Umbria, il presidente Catiuscia Marini, per lo sviluppo e la competitività dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Anche per l’assessore regionale all’agricoltura c’è <>, e sulla Pac <>.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 11
AMBIENTE
Eolico offshore: un 2010 con numeri da record
FIRENZE. L'European wind energy association (Ewea), ha presentato a Bruxelles i dati relativi all'eolico offshore relativi al 2010, con numeri da record. Sono stati installati 883 MW per 308 nuove installazioni, pari ad un incremento del 51% della capacità totale di eolico offshore, giunta a 2964 MW. L'incremento delle installazioni (1136 turbine) per un valore di circa 2,6 miliardi di euro, ha interessato cinque paesi e nove parchi eolici con 2,9 milioni di famiglie che vedono soddisfatto il loro fabbisogno medio di elettricità attraverso l'energia fornita dal vento. «Le prospettive per il futuro sono rosee- informano da Ewea- nel 2011 una nuova capacità tra i 1000 e 1500 MW di offshore sarà completamente collegata alla rete, contro gli 883 MW del 2010». In Europa sono attualmente in costruzione dieci nuovi parchi eolici, per un totale di 3000 MW e i dati contenuti nel rapporto Ewea rivelano che è già stato dato il pieno accordo per la realizzazione di 19000 nuovi MW di energia offshore. Se verranno realizzati genereranno 66,6 Terawatt di elettricità in un anno, sufficienti per sopperire alle necessità di 14 grandi metropoli europee, tra cui Parigi, Londra e Berlino. Tra i vari paesi europei la Gran Bretagna si attesta come leader europeo (e mondiale) nella produzione di eolico offshore con una capacità totale di 1342 MW, seguita da Danimarca (854 MW), Olanda (249 MW), Belgio (195), Svezia (164), la Germania (92), Finlandia (26), Irlanda (25), Norvegia (2,3 MW). Italia non pervenuta a conferma delle difficoltà che incontra questa tipologia di eolico nel nostro paese, nonostante l'impatto ambientale ridotto rispetto all'eolico costruito a terra. Eppure in un documento presentato qualche tempo fa dal Governo italiano al Parlamento europeo, veniva riportato che l'eolico marino ha un forte potenziale nei mari italiani, addirittura paragonabile a quello onshore, potendo raggiungere nei prossimi cinque anni i 500 MW e 2.000 MW nel 2020. Vedremo. Intanto Ewea fa sapere che ci sono buone notizie anche sul fronte finanziario il punto dolente per i grossi investimenti nei parchi marini. «Il clima sta migliorando con le banche private, le istituzioni finanziarie come la Bei, le utilities e i fondi pensione, disposti ad investire nel settore».
Uncem: “rimodulare i certificati verdi per valorizzare le risorse naturali montane” Rimodulare il sistema di incentivazione delle produzioni energetiche da fonti rinnovabili, in maniera tale da garantire certezze nei tempi e negli investimenti e valorizzare le risorse naturali della montagna in un'ottica di sussidarietà: sono queste le richieste che sono state avanzate dall'Uncem al Senato, nel corso di un'audizione con la commissione attività produttive di palazzo Madama sul decreto legislativo relativo alla promozione dell'uso di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel mercato interno. La delegazione Uncem, composta dal presidente Enrico Borghi, dal membro di giunta e presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Marino Simoni e dall'amministratore delegato dell'ACSM Primiero Luciano Zeni, ha anzitutto sottolineato come il sistema dei Certificati Verdi, oltre a garantire la partenza di nuove iniziative nel mondo delle fonti rinnovabili, ha fatto sì che anche i grandi impianti idroelettrici (fondamentali nel garantire il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020 in materia di quota complessiva da fonti rinnovabili) siano stati oggetto di ammodernamento. A tale proposito, è stato evidenziato come la maggior parte di tali impianti (la gran parte dei quali collocati in territori montani)abbia una progettualità di oltre 60 anni, e che quindi richiedere un aumento della produttività per la concessione dei certificati verdi sia una spinta propulsiva verso l'ammodernamento dell'intero settore. Altra sottolineatura fatta riguarda il fatto che l'attuale sistema di incentivazione, corretto prudenzialmente con gli effetti che si presume produrrà la legge 122 del 30 luglio 2010 (e cioè la riduzione del 30% della spesa annuale del GSE), riesca a fornire una copertura appena sufficiente per importanti investimenti nell'ambito dell'idroelettrico. Di conseguenza, solo il mantenimento di un livello di incentivazione pari almeno all'attuale può permettere di affrontare ingenti investimenti, che altrimenti non verrebbero realizzati con detrimento dell'ambiente, della sostenibilità e dell'economia montana. "La soluzione più lineare per non fermare gli investimenti nel settore-ha detto il presidente Enrico Borghi- è la previsione di una norma di garanzia che assicuri un livello minimo, ma certo, di incentivo, al fine di programmare seriamente gli investimenti". Affrontato anche il tema delle biomasse, per il quale Uncem ha richiesto una modifica del meccanismo incentivante, con l'introduzione di un criterio di premialità per le biomasse forestali montane a filiera corta, che puntano sulla realizzazione di impianti di piccola taglia e che si inseriscono in processi di certificazione ambientale. "Essendo risorse pubbliche -ha osservato Borghi- occorre canalizzare gli incentivi per premiare gli investimenti che sono sostenibili ambientalmente e creano un'economia di mercato a filiera locale, anzichè garantire la speculazione e la rendita di grandi impianti a biomassa proveniente spesso dall'estero, che oggi è incentivata in maniera analoga. Occorre in altri termini puntare sulla qualità anzichè sulla rendita".
pag. 12
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
Le Comunità montane in Toscana: Comunità Montana Amiata Val d’Orcia
Il territorio della Comunità Montana Amiata Val d’Orcia è caratterizzato dalla presenza di castagneti, boschi di faggi, aree con l'aspetto tipico della macchia mediterranea e terreni adibiti al pascolo o alla coltivazione. I boschi della zona, ricchi di varietà vegetali, costituiscono una delle principali ricchezze dell'area. La fauna è abbondante e assortita e comprende specie di grande valore naturalistico, in modo particolare l'avifauna che include moltissime specie recensite. I comuni: Abbadia San Salvatore, Castiglione d'Orcia, Montalcino, Piancastagnaio, Pienza, Radicofani Abbadia San Salvatore Abbadia San Salvatore sorge sulle pendici orientali del Monte Amiata, su di un pianoro alla base del cono vulcanico e a dominio della Valle del Paglia. Sorge al limite della copertura boschiva e domina il paesaggio spoglio della valle. Attualmente la città antica costituisce solo una piccola parte del centro abitato, che si è notevolmente accresciuto in seguito alla trasformazione della struttura economica e sociale prodotta dall'apertura della miniera di mercurio, nel 1895.
A proposito dell'Abbazia, la tradizione vuole che all'origine della fondazione dell'Abbazia di San Salvatore ci sia stato un evento miracoloso, che vide protagonista un re longobardo. Al tempo di Papa Zaccaria morì il re Liutprando e i longobardi elessero re Rachis. Egli si dedicò molto alla vita spirituale e promise di costruire in Toscana dei monasteri. Essendosi fermato ai piedi del Monte Amiata per una battuta di caccia, venne a sapere che sul Monte alcuni guardiani di suini vedevano su un albero un lume, ora uno, ora trino. Mandò delle persone ad indagare. Quando gli inviati confermarono ciò che si diceva era vero, il re volle andare di persona sul Monte ed anche a lui apparve la stessa visione. Così nel luogo in cui sorgeva l'albero fece costruire una chiesa.
Piancastagnaio Palio delle Contrade Le corse dei cavalli sono una manifestazione antica in cui spesso la bravura del cavaliere si dimostrava nella capacità di afferrare o portar via al volo un drappo, un panno, un pallium che finì per dare nome alla corsa stessa. Nel medioevo furono per i signori feudali il divertimento per eccellenza e l'occasione per mostrare la propria ricchezza; nei liberi comuni – e Piancastagnaio fu tra questi – occasione di sfida tra contrade che nobilitavano nelle insegne, nei colori, nelle strategie delle corse dei cavalli rivalità talvolta più sanguigne. E tali manifestazioni hanno retto così bene all'usura del tempo, che ancora oggi sono presenti in molte nostre città medievali. A Piancastagnaio sono documentate a partire dal secolo XVI. In piena estate, finiti tutti i lavori agricoli, la gente poteva godere di un periodo di feste a cui soprintendevano tre Signori e un Depositario (economo) eletti dal Consiglio della Comunità di Piano che nel periodo dal 16 al 24 di agosto, San Bartolomeo patrono del paese, organizzavano, balli, una grande fiera fuori dalle mura e corse di cavalli in cui si vinceva un "paglio" di seta dipinto con immagini sacre. Nel 1637 uno dei signori della Festa di San Bartolomeo fu Francesco Nasini che in quegli anni affrescò il santuario della Madonna di San Pietro.
ti del loro passaggio, riferibili all'età del neolitico superiore e del bronzo. Enea Silvio Piccolomini, umanista raffinato e insigne, intrapresa la carriera ecclesiastica e divenuto Papa, volle che in questo luogo, che aveva visto la sua nascita, sorgesse una città il cui nome ricordasse il suo papato. II Piccolomini non voleva una città qualunque ma un centro urbano fortemente degno e in ideale antitesi con l'altra città che l'aveva, con la sua famiglia, ingiustamente emarginato: Siena. Pretese così che architetti famosi e artisti di grido lavorassero ad un progetto nel quale fossero impliciti i canoni costruttivi e filosofici di un'età che si apriva ricca di promesse: il Rinascimento italiano. In soli tre anni, dal 1459 al 1462, sorse Pienza, la Città d'Autore, la Città Ideale, la Città Utopia. La città "nata da un pensiero d'amore e da un sogno di bellezza" come scrisse Giovanni Pascoli. Difficile dire che cosa sarebbe diventata Pienza, se il Papa non fosse prematuramente scomparso alla vigilia di una crociata contro i musulmani. Era il 14 agosto 1464. In tre anni e mezzo il nucleo e qualcosa di più della "città di Pio" era ormai nato. "Corsignan de' Ladri", la borgata di frontiera che già il Boccaccio aveva ricordato nella sua celebre novella di Cecco di Fortarrigo, poteva cambiare nome e immagine grazie al suo grande protettore.
Pienza La storia di Pienza è strettamente legata al suo fondatore: Papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, che vi nacque nel 1405 da genitori membri della nobile famiglia senese che i rovesci politici avevano confinato nella proprietà di campagna. L'allora Corsignano era una borgata fortificata già conosciuta in epoca romana che, ancor prima, remoti abitatori avevano scelto come residenza primitiva lasciando tracce abbondan-
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 13
SALUTE E ... DINTORNI
Piano sanitario nazionale approvato dal Consiglio dei Ministri
Il Piano Sanitario Nazionale (PSN) 2011-2013 approvato, su proposta del Ministro della salute, dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 21 gennaio 2011, è basato sui principi di responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona; di eguaglianza e di equità d’accesso alle prestazioni; di libertà di scelta; di informazione e di partecipazione dei cittadini; di gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla legge, di globalità della copertura assistenziale come definito dai livelli essenziali di assistenza (LEA). Il Piano Sanitario Nazionale valorizza le eccellenze del servizio sanitario e investe in settori strategici, come la prevenzione, la ricerca, le innovazioni mediche. La salute è un bene collettivo da conquistare e tutelare attraverso l’integrazione tra le azioni che competono alle Istituzioni ed alla società. Tra le novità: ambulatori aperti 24 ore gestiti dai medici di famiglia, per i casi meno gravi, evitando il ricorso al pronto soccorso degli ospedali. Tra gli obiettivi da raggiungere nel Piano triennale, vanno promossi e sviluppati una serie di interventi, quali, fra l’altro: prestazioni sulla base del quadro clinico del paziente; percorsi diagnostici terapeutici (Pdt), fissati i relativi tempi massimi di attesa; gestione degli accessi attraverso l’uso del sistema Cup; vigilanza sistematica delle situazioni di sospensione della prenotazione e dell’erogazione delle prestazioni; comunicazione sulle liste d’attesa attraverso campagne informative e apertura di Uffici relazioni con il pubblico,ecc.
Dossier : il Nuovo Piano Sanitario per gli anni 2011-2013 Il Piano Sanitario Nazionale (PSN) 20112013 approvato, su proposta del Ministro della salute, dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 21 gennaio 2011, è basato sui principi di responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona; di universalità, di eguaglianza e di equità d’accesso alle prestazioni; di libertà di scelta; di informazione e di partecipazione dei cittadini; di gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla legge, di globalità della copertura assistenziale come definito dai livelli essenziali di assistenza (LEA). È necessario realizzare un sistema di accesso alle prestazioni nell’ambito di specifici percorsi diagnostico terapeutici per le patologie più diffuse e sviluppare una serie di interventi, tra i quali, in sintesi, sono da considerare prioritari: 1. l’uso delle classi di priorità per le prenotazioni ambulatoriali e di ricovero: le prestazioni devono essere garantite sulla base del quadro clinico presentato dal paziente; 2. l’individuazione di percorsi diagnostico terapeutici (PDT) nell’area cardiovascolare e oncologica e la fissazione dei relativi tempi massimi di attesa per garantire la tempestività della diagnosi e del trattamento; 3. la messa a sistema di soluzioni operative per la gestione dei flussi informativi disponibili per monitorare i tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali e quelli di ricovero programmato, erogate singolarmente o nell’ambito di specifici percorsi, garantite dal SSN sia in ambito istituzionale che in libera professione, per garantire l’affidabilità e la trasparenza dei dati sui tempi d’attesa; 4. la definizione delle modalità di utilizzo della libera professione intramuraria nell’ambito del governo delle liste d’attesa per conto e a carico delle aziende, per contenere i tempi di attesa per le prestazioni particolarmente critiche in regime istituzionale;
pag. 14
5. la gestione degli accessi attraverso l’uso del sistema CUP sulla base di quanto previsto dall’Intesa Stato-Regioni del 29-04-2010, anche prevedendo possibilità di sviluppo di iniziative di “Information & Communication Technologies” (ICT) per realizzare funzionalità automatizzate ai fini della gestione del processo di prescrizione, prenotazione e refertazione; 6. l’individuazione delle modalità di “ristoro” per il cittadino, prevedendo forme alternative di accesso alla prestazione, nel caso in cui non vengano garantite a livello aziendale le prestazioni nei tempi massimi di attesa individuati in sede regionale; 7. la vigilanza sistematica delle situazioni di sospensione della prenotazione e dell’erogazione delle stesse; 8. l’attuazione di interventi condivisi per migliorare la qualità prescrittiva, in particolare per le prestazioni a maggiore criticità in termini di liste e tempi di attesa; 9. la comunicazione delle liste d’attesa
anche attraverso la valorizzazione della partecipazione di utenti e di associazioni di tutela e di volontariato, per favorire sia un’adeguata conoscenza delle attività e delle modalità di accesso alla prenotazione delle prestazioni, attraverso campagne informative, Uffici relazioni con il pubblico (URP), Carte dei servizi, nonché sezioni facilmente accessibili sui siti web regionali e aziendali; 10. il monitoraggio sistematico dei tempi massimi regionali sui siti web di Regioni e P.A. e di Aziende sanitarie pubbliche e private accreditate, per garantire la trasparenza e l’accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa. Il livello centrale, a garanzia del diritto di tutti gli utenti del SSN ad ottenere un’informazione adeguata e trasparente e del diritto di tutti gli operatori ad un ampio confronto e all’aggiornamento costante, promuove un incontro annuale tra tutti gli attori del sistema, anche ai fini della trasferibilità delle esperienze più significative.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
ESTERO Inviato Nicola Canosa
Dubai, nel paradiso dello shopping Oltre due milioni di persone arrivano ogni anno a Dubai negli Emirati Arabi per il Dubai shopping festival, un vero delirio per i maniaci delle spese. Nata nel 1996, questa festa continua a riscuotere un certo successo per i forti sconti che negozi e centri commerciali applicano a favore dei turisti in visita. Dal 1° al 28 febbraio, quindi, il Paese arabo si apre a una vera e propria orgia consumistica. Tuttavia la città non vive di soli commerci, e in occasione del festival sono decine gli eventi che accendono la notte di Dubai. Questo piccolo villaggio di pescatori, che il petrolio ha trasformato in una delle più avveniristiche città del mondo, è un luogo che lascia a bocca aperta. Sole, sabbia, mare, il lusso sfrenato di alberghi a 7 stelle, e viste mozzafiato dalla cima di futuristici grattacieli: tutto ciò è raccolto in questo piccolo Emirat Da non perdere un giro sul 'wonder bus', un vero mezzo anfibio che, passando dal mare alla terra, vi farà fare un originale giro turistico della città. Tra i luoghi classici da visitare c'è la Grande Moschea, luogo sacro della città che non dimentica le sue radici islamiche. Nell'Heritage village potremo ammirare l'artigianato locale, mentre nel Diving village è stata ricreata la vita tipica a Dubai nei tempi che furono: dalla ricostruzione di un villaggio beduino a una vera fabbrica di utensili antichi.
In Turchia misure per la stabilità La Banca centrale della Turchia (Bct) ha deciso di percorrere una strada aggressiva e sperimentale per ottenere stabilità finanziaria, in un periodo di grandi tensioni create dal diluvio della liquidità delle economie avanzate. La sfida è difficile, e qualche investitore ha già chiesto un premio maggiore per il rischio: la nuova politica è troppo complessa e gli effetti troppo incerti. D’altra parte la Turchia ha storicamente un forte deficit corrente con l'estero: importa risparmi per gli investimenti, elevati in un'economia da miracolo economico. In parallelo a questo disavanzo si muove il credito interno, troppo vivace per la banca centrale. Per affrontare questa sfida, il governatore Durmus Yilmaz ha aderito alla "scuola Bri", la Banca dei regolamenti internazionali che da tempo invita le autorità monetarie a tener conto del rischio di creare instabilità finanziaria. Il primo pilastro punta a disincentivare l'indebitamento a favore delle azioni. Il terzo pilastro incentiverà sempre più il ricorso all'indebitamento in lira turca, invece che in moneta estera. Riuscirà la Banca centrale a gestire questa complessità di strumenti e obiettivi? Le banche non sembrano così solide per sostenere le nuove regole e la situazione interna e globale potrebbe cambiare e spingere l'inflazione. Se questi rischi dovessero materializzarsi, gli investitori potrebbero presto «pensare che la rischiosa strategia sia solo un errore di politica». Oltretutto la Turchia vive già da tempo una situazione di palese contrapposizione tra Oriente ed Occidente Prendiamo Istanbul : è una bella città, caotica perchè grande e con un fortissimo contrasto tra la parte europea e la parte musulmana, qui camminando per strada si incrociano donne con il capo coperto e ragazze con minigonne stratosferiche senza che l'una o l'altra se ne curi troppo! In fondo questo è uno dei pochi posti al mondo dove le due religioni/culture riescono a convivere senza troppi problemi! E con esse anche l’economia. Lo dimostrano i rapporti commerciali che questo Paese tiene anche con l’Italia. Noi che ci occupiamo di ricerche di mercato siamo coscienti della capacità dei turchi di sviluppare rapporti commerciali. Un esempio: due ditte italiane (Ecotechincs di Sesto Fiorentino e Gartec di Varese) sono bene inserite nel mercato turco con i loro prodotti che vogliamo qui ricordare: Ecotechnics che produce macchine per riciclo e ricarica del gas degli impianti di condizionamento
delle auto e la Gartec di Varese che produce sistemi di distribuzione di fluidi e lubrificanti per le officine. Ma i rapporti tra Italia e Turchia non si fermano al commercio. Infatti, sta partendo anche un interessamento turistico della Turchia per l’Italia, destinato ad incrementare i rapporti. La Turchia e il Giappone hanno scoperto Madonna di Campiglio, localita' dolomitica del Trentino tra le piu' turistiche. I primi clienti, secondo quanto rende noto l'Azienda per il turismo Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, dovrebbero arrivare da febbraio, dopo l'interessamento di operatori turistici turchi e giapponesi, che si aggiungono ai tradizionali mercati di Russia, Belgio e Gran Bretagna. decisi per la scelta sono stati sci, cucina e le Dolomiti Patrimonio dell'Unesco. Nel frattempo la Turchia sarà pronta nel 2014 per l'ingresso in Europa. Lo ha detto al quotidiano Sabah il Ministro per i rapporti con l'Europa Egemen Bagis, in vsita a Bruxelles. Il ministro ha detto che il suo ottimismo circa l'ingresso del Paese nella Ue è aumentato negli ultimi due anni. "Da quando mi sono seduto al tavolo con i dirigenti europei come caponegoziatore sono più consapevole delle nostre potenzialità. Non siamo un Paese che ha disperatamente bisogno dell'ingresso in Ue, ma che può dare grandi contributi al blocco. Ma a ogni visita che faccio vedo l'Unione sempre più concentrata sui suoi problemi interni".
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 15
MODA: RUBRICA DI ANGELINA AINO
Prada ha sfilato a Pechino
La maison Prada è sbarcata a Pechino con una sfilata di moda donna e uomo, in cui sono stati presentati, in anteprima mondiale, alcuni modelli esclusivi accanto a una selezione di look della collezione primavera/estate 2011. L'evento si è svolto sabato scorso, presso il Central academy of fine arts museum, uno dei punti di riferimento culturali e dei poli creativi della capitale cinese. La griffe guidata da Patrizio Bertelli, che ha appena aperto il primo monomarca a Perth, in Australia, sulla base dei dati preliminari sui ricavi al 31 dicembre 2010, ha già deciso che la remunerazione agli azionisti per il 2010 sarà un dividendo complessivo pari a 31 milioni, che arriva dopo la cedola straordinaria di 80 milioni pagata lo scorso giugno. Nonostante il bilancio si chiuderà ufficialmente solo il 31 gennaio, la maison di Miuccia Prada, quindi, è già stata in grado di quantificare il dividendo da distribuire ai suoi azionisti.
Tre giorni di moda alta a Parigi È l’haute couture per la prossima estate un appuntamento classico, che si colloca tra la fine delle presentazioni del pret-aporter maschile e l’inizio di quelle del pret-a-porter femminile. Con la differenza che l’alta moda che sfila è dedicata alla prossima stagione calda mentre il pret-aporter, per ovvie esigenze di produzione e distribuzione, anticipa di più proponendo le collezioni per il prossimo inverno. Venti sfilate in tre giornate, il calendario è sempre più ristretto stagione dopo stagione. Ma i grandi nomi non abbandonano la scena della haute couture, la considerano non solo un fiore all’occhiello, ma una importante occasione di ricerca e una buona campagna pubblicitaria. Tra i grandi nomi in passerella Christian Dior e Giorgio Armani Privè. Quindi Chanel, Givenchy e dMaurizio Galante, infine sfileranno Elie Saab, Jean Paul Gaultier e Valentino. Come ormai è tradizione, la rassegna dell’alta moda serve anche da occasione per le presentazioni di accessori preziosi e per inaugurazioni ed eventi. Ma anche
come proscenio per una serie di couturier, spesso giovani e provenienti da tutto il mondo, che si presentano fuori dal calendario ufficiale, tentando di catturare l’interesse degli osservatori internazionali. L'alta moda non sembra essere intaccata dalla quotidianità, dal calo dei consumi, dal caro vita. Appartiene al mondo dei
sogni e pertanto gode di una certa immunità che la fa sopravvivere in una magica bolla, non intaccata, almeno apparentemente, dagli eventi esterni. E così, come ogni anno, Parigi rimane indiscutibilmente la capitale di questi abiti principeschi, da fiaba ha apero le porte all'haute couture fino a giovedì 27 gennaio, con abiti creati per la prossima primavera-estate. Hanno sfilato Christian Dior e Giorgio Armani Privé poi Chanel,
pag. 16
Givenchy e l'italiano Maurizio Galante, quindi Jean Paul Gaultier e Valentino. Sedute in platea ci saranno ricche signore con le loro figlie, principesse arrivate da Dubai, dall'India, magnati russi, e nuovi ricchi dal Brasile. Tutti a corte degli imperatori della moda che hanno fatto sfilare abiti da mille e una notte da scegliere per feste importanti, fidanzamenti, nozze, ingressi in società. Abiti realizzati da mani esperte di sarte ormai introvabili, merce rara. E questo è uno dei grossi problemi dell'alta moda: non avere più a disposizione manodopera all'altezza. Certamente l'haute couture è stata e rimane una reale possibilità per una piccola clientela d'elite. Chi produce alta moda di certo non si arricchisce, ma serve tantissimo per la ricaduta di visibilità, visto che le griffe si sfidano a colpi d'abito per sfilare sui red carpet di Hollywood, Cannes e Venezia. Insomma in buona sostanza l'alta moda alle maison serve per farsi tanta buona pubblicità e poi vendere più profumi, scarpe e vestiti più facilmente vendibili.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
30 SECONDI DI RIFLESSIONE!
Politica: guerra tra bande
Al centro dell’attenzione sempre le dimissioni... degli altri! Fini continua a chiedere le dimissioni di Berlusconi, il Pdl continua a chiedere le sue dimissioni. Berlusconi sarebbe colpevole di rapporti sessuali con ragazze, Fini sarebbe colpevole per via della casa di Montecarlo che da AN è passata a suo cognato. Inoltre Pdl e Lega Nord sostengono che Fini non è più super partes perchè non rispetta il ruolo istituzionale di presidente della Camera e fà il capo partito e l’oppositore feroce al Governo.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.763 Firenze 29 gennaio 2011
pag. 17