Anno IV – n. 9 – 26 ottobre 2010
Cure agli immigrati, via libera alla Puglia
Il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva impugnato la legge regionale sulle norme per l'accoglienza delle persone immigrate. La Corte dà ragione alla Regione Puglia: sì alle cure urgenti e alla scelta del medico di base per gli stranieri con STP
Si tratta della sentenza della Corte Costituzionale (n. 299/2010) del 22 ottobre scorso con la quale la Corte respinge quasi per intero il ricorso presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro molte disposizioni contenute nella Legge Regione Puglia 32/2009 ("Norme per l'accoglienza, la convivenza civile e l'integrazione degli immigrati in Puglia"). Viene dichiarata infondata la questione di legittimità di diverse disposizioni. Di particolare interesse è il giudizio sulle disposizioni in materia di assistenza sanitaria. Infatti la legge regionale n. 32/2009 prevede che gli stranieri assistiti con il codice STP abbiano diritto alla scelta del medico di base (cosa non prevista dalle disposizioni nazionali). La Corte dichiara legittima questa disposizione, dato che non altera le restrizioni sul tipo di cure cui lo straniero irregolarmente soggiornante ha diritto (cure urgenti o essenziali, anche a carattere continuativo). La legge regionale prevede anche che ai cittadini comunitari presenti sul territorio regionale che non risultano assistiti dallo Stato di provenienza, privi dei requisiti per l'iscrizione al SSR e che versino in condizioni di indigenza, sono garantite le cure urgenti, essenziali e continuative attraverso l'attribuzione del codice ENI (europeo non in regola). Le modalità per l'attribuzione del codice ENI e per l'accesso alle prestazioni, sono le medesime individuate per gli STP. La Corte, dichiara legittima anche questa disposizione, osservando come essa sia coerente con l'interpretazione delle disposizioni del D.Lgs. 30/2007 offerta dalla Circolare del Ministero della salute 19/2/2008. La questione è rilevante e di peso per le conseguenze che reca. Infatti quella circolare indicava come il fondamento del rilascio del codice ENI fosse proprio nel principio costituzionale della tutela del diritto alla salute (art. 32 della Costituzione). Ora, è la stessa Corte Costituzionale a benedire quella tesi, mettendo al riparo la circolare dai tagli del governo centrale. Le disposizioni dichiarate costituzionalmente illegittime dalla Corte sono invece solo due: quelle che garantiscono il diritto di difesa dello straniero soggiornante a qualunque titolo (si tratta infatti di materia di competenza statale); l'applicazione dei principi della Convenzione ONU 18/12/1990 sui diritti dei migranti e delle loro famiglie (la Convenzione non è stata ratificata dall'Italia e le Regioni non possono dare esecuzione ad accordi internazionali indipendentemente dalle leggi di ratifica). "E' una vittoria sul fronte delle politiche di salute, ma anche di tutte le politiche di settore – è l'esordio soddisfatto dell'assessore regionale al welfare Elena Gentile che aveva promosso e portato in Consiglio regionale quella legge fino alla sua approvazione. Ma è anche una vittoria di civiltà e di chiarezza. Abbiamo avuto ragione – conclude la Gentile - e la Corte ci ha restituito quello che la legge già ci attribuiva: la possibilità di legiferare su questioni di esclusiva competenza regionale".
Tutti i numeri della non autosufficienza in Puglia Sono le statistiche elaborate dall’Ufficio Integrazione sociosanitaria sulle domande pervenute per assegni di cura e assistenza indiretta personalizzata: è una prima fotografia della situazione a livello regionale
Parallelamente alla composizione delle graduatorie, l’Ufficio Integrazione sociosanitaria ha avviato l’elaborazione delle statistiche delle domande pervenute per Assegni di cura e Assistenza Indiretta Personalizzata. I dati sono riferiti a ciascun ambito territoriale e danno conto, nell’ammontare complessivo, dei numeri relativi a tutte le persone non autosufficienti e ai rispettivi nuclei familiari, che hanno fatto domanda di accesso ai contributi economici, quindi una fotografia abbastanza dettagliata e rappresentativa del totale della popolazione non autosufficiente in Puglia.
Sono 31.757 le persone che in Puglia hanno fatto richiesta di accedere al contributo dell’assegno di cura, esattamente il 4,39% di tutta la popolazione anziana. Di queste 3.075 sono le domande per assegni di cura rivolti a minori, circa il 10% di tutti i richiedenti. Alta anche la percentuale di anziani soli che hanno fatto richiesta di accesso al contributo: in totale si tratta di 2.860 persone, pari al 9% di tutte le richieste pervenute. Molto minori le domande di utenti inseriti in famiglie numerose: in totale si tratta di 210, pari appena allo 0,66% di tutti i richiedenti. Il dato poi diventa particolarmente interessante quando si incrocia con quello economico: quasi il 41% dei richiedenti dichiara di avere un Isee pari a zero, denunciando quindi un’ulteriore situazione di disagio. Di rilevante interesse anche le caratteristiche dei richiedenti: il 50,5% dei richiedenti ha bisogno di elevate cure sanitarie, il 51,8% ha totale dipendenza nello svolgimento delle attività quotidiane, mentre il 40,1% ha totale assenza di mobilità. “Ma i dati riferiti alle condizioni di salute e di non autosufficienza si basano sulle autodic hiarazioni dei richiedenti .– osserva Anna Maria Candela Dirigente Regionale del servizio Programmazione e Integrazione Sociosanitaria – e bisognerà attendere le valutazioni delle U.V.M. dei distretti per la determinazione dei punteggi relativi ai reali profili di non autosufficienza, che saranno determinanti per la formazione delle graduatorie finali di ambito. Solo le verifiche documentali e in loco da parte delle UVM e che, ci auguriamo, ci restituiranno una fotografia più veritiera della non autosufficienza in Puglia”. Infatti in non pochi casi si sono riscontrate già diverse anomalie: “E’ anomalo – spiega ancora Anna Maria Candela - che ci siano ambiti territoriali in cui l’incidenza delle domande di assegno di cura sulla popolazione anziana sia superiore al 5%, o superiori al 2,3% per l’assistenza indiretta personalizzata, in rapporto alla media regionale. Poi ci sono anche altre situazioni che riguardano entrambi i contributi. Ad esempio vi sono ambiti in cui gli sportelli dei Comuni e quelli dei patronati non hanno fatto un efficace filtro rispetto alle domande meno appropriate in riferimento al livello di gravità dei casi e al possesso effettivo dei requisiti di accesso. Si tratta ad esempio degli ambiti di Vico del Gargano, Troia, San Severo, Nardò, Mola di Bari, Lucera, Cerignola, Grumo Appula, perché l'esubero di domande è riscontrato sia per AdC che per AIP”. Sono invece 14.517 le persone che hanno fatto richiesta dell’assegno per l’assistenza indiretta personalizzata rivolta alle persone non autosufficienti gravi, il 2% di tutta la popolazione anziana pugliese, percentuale che appare in linea con la tendenza nazionale e delle altre regioni italiane. Di queste 1.260 sono le domande per assistenza indiretta rivolta a minori, l’8,68% di tutti i richiedenti. Oltre la metà dei richiedenti (il 52,8%) è costituita da anziani soli: in totale si tratta di 7.632 persone. Bassi i numeri quando invece si considerano le domande di utenti inseriti in famiglie numerose: in totale si tratta di 144, pari appena allo 0,99% di tutti i richiedenti. Il dato poi diventa particolarmente interessante quando si incrocia con quello economico: quasi la metà (il 49,1%) dei richiedenti dichiara di avere un reddito inferiore a diecimila euro, denunciando di fatto un’ulteriore situazione di disagio. Di rilevante interesse anche le caratteristiche dei richiedenti: ben oltre la metà (il 58,4%) dei richiedenti beneficia di elevate cure sanitarie, il 75,7% ha totale dipendenza nello svolgimento delle attività quotidiane, mentre il 55,8% ha totale assenza di mobilità.
Commissione sociosanitaria, lavori al via
Dopo la nomina da parte della Giunta Regionale, si è insediata il 18 ottobre scorso. Obiettivo: far convergere su un unico tavolo gli sforzi di elaborazione di indirizzi per le attività sociosanitarie dei Comuni e dei Distretti pugliesi
Nasce dall’incontro dei due assessorati, quello al Welfare e l’Assessorato alle Politiche della Salute per garantire l’integrazione di tutti quei processi che sommano le competenze sociali e quelle sanitarie. Importantissimi i compiti e gli obiettivi della Commissione. Primo fra tutti la elaborazione, la comunicazione e la promozione degli atti di indirizzo regionali in materia di integrazione sociosanitaria per gli enti locali, per le ASL e per tutti i soggetti erogatori dei servizi sociosanitari. Alla Commissione compete anche il supporto tecnico-specialistico alla elaborazione e alla analisi dei documenti di programmazione regionale, in materia di politiche per la salute e di politiche per l’inclusione sociale, soprattutto riferiti agli obiettivi di integrazione sociosanitaria cui devono concorrere sia il Piano Regionale di Salute che il Piano Regionale delle Politiche Sociali. Obiettivo centrale è il monitoraggio dei processi di integrazione in atto in tutti i distretti sociosanitari e dei risultati conseguiti, in riferimento all’ applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, così come individuati dall’Allegato 1C del DPCM (atto di indirizzo e coordinamento) del 29.11.2001, e in riferimento alla attuazione dei Piani di Attività Territoriali (PAT) e dei Piani Sociali di Zona (PdZ). La Commissione ha altresì il compito di supportare con competenze specialistiche tutte le azioni di monitoraggio e gestione dei flussi informativi dell’Osservatorio Regionale delle Politiche Sociali, e di fornire il supporto tecnico alla programmazione finanziaria degli Assessorati alla Solidarietà e alle Politiche per la Salute.
La Commissione, è coordinata da anna Maria Candela, dirigente del Servizio Programmazione Sociale e Integrazione Sociosantiaria, e composta da dirigenti regionali, Antonella Bisceglia, Fulvio Longo, Silvia Papini, Funvio Longo, e da tecnici dell’ARES, Vincenzo Pomo e Vito Piazzolla, ed esterni, Piero D’Argento. Si è riuniona per l’insediamento lo scorso 18 ottobre, per discutere del proprio regolamento interno e per definire l’agenda dei lavori che nelle prime settimane si concentrerà sulle questioni considerate più urgenti e più importanti: l’approvazione delle linee guida per il funzionamento di PUA e UVM nei distretti, l’espressione del parere tecnico sulla proposta di regolamento di organizzazione dei distretti, prima di avviare l’iter formale di concertazione e di approvazione dello stesso. Subito dopo toccherà l’elaborazione delle linee guida per le cure domiciliari integrate e il monitoraggio dell’obiettivo di servizio ADI.
Nasce su Facebook Puglia Sociale Net
È il profilo dell’assessorato regionale al Welfare. Un’occasione in più per parlare con le persone che nella regione lavorano per i diritti e le pari opportunità di tutti, per i servizi e per cambiare le condizioni di vita della popolazione in difficoltà
Uno spazio in più per comunicare e per essere in contatto con migliaia di cittadini in Puglia, un modo veloce e immediato per restituire tappe del lavoro che da anni vede impegnato l’Assessorato regionale al Welfare nella difesa e nella promozione dei diritti e delle pari opportunità. È con questo spirito che lo scorso 19 ottobre è stato inaugurato il nuovo profilo Puglia Sociale Net su Facebook. Uno strumento di prossimità con i territori per far sì che le distanze di una Puglia geograficamente difficile si possano ulteriormente accorciare. “Ci auguriamo – spiega l’assessore regionale al welfare Elena Gentile - che sia uno spazio utile all'informazione e allo scambio di notizie e di buone pratiche nella rete sempre più grande di operatori sociali, di associazioni, di imprese sociali, di funzionari, ecc... che con passione opera in Puglia per un welfare migliore”. Nei primi giorni di attivazione di profili sono già più di 350 gli utenti entrati nella rete e l’invito è ad estenderla coinvolgendo tutti quelli che possono essere interessati, oltre che ad alimentarla comunicando eventi locali, riflessioni e contributi sulle principali questioni che interrogano amministratori, assistenti sociali, imprenditori e operatori del sociale, famiglie e cittadini.
Il volontariato “contro” il bullismo
Una vera e propria rivoluzione nei rapporti educativi e scolastici: le sanzioni trasformate in attività per il volontariato. Parte in Puglia il progetto per contrastare il fenomeno grazie ad un accordo tra Regione, Csv pugliesi e Ufficio scolastico regionale. Coinvolte 30 scuole e 40 associazioni
Si chiama “Il volontariato per la legalità e la cittadinanza sociale nelle scuole di Puglia”, il progetto che, già approvato dalla Giunta regionale pugliese lo scorso anno, si pone l’obiettivo di contrastare e contenere il fenomeno del bullismo, riutilizzando il tempo dei ragazzi a cui è stata comminata una sanzione proprio a causa di comportamenti associati al fenomeno del bullismo. A curarlo, la Regione Puglia - Assessorato al Welfare – l’Ufficio scolastico regionale e CSV Puglia Net (il coordinamento regionale dei Centri di Servizio), grazie ad un accordo siglato all’inizio del 2010. Il progetto riguarda 30 scuole in tutta la regione e 40 associazioni di volontariato e si svolgerà grazie allo stanziamento regionale. Un programma che segna la differenza rispetto alle misure correttive messe in atto dalla scuola negli ultimi anni e che va nella direzione del coinvolgimento responsabile dei ragazzi e delle istituzioni. Punto di forza, proprio la sinergia tra più enti istituzionali e non, con la finalità di riutilizzare il tempo dei ragazzi a cui è stata comminata una sanzione per motivi di bullismo per finalità sociali, affiancando le associazioni di volontariato nelle loro attività ordinarie, investendo il tempo nel potenziamento dell’intelligenza emotiva e relazionale dei ragazzi. Come funziona? Un’Unità di valutazione costituita ad hoc per i casi di bullismo a livello provinciale, esamina il caso, stabilisce la tipologia di intervento commisurata al comportamento sanzionabile e individua l’associazione di volontariato presso cui dovrà esercitare l’azione “riparatrice”. A questo punto il ragazzo è pronto a svolgere la sua attività di volontariato non prima, però, di aver sottoscritto un patto etico. Il patto tra studente “sospeso” e organizzazione di volontariato ha la finalità di evitare che l’allontanamento temporaneo dalla scuola si trasformi in una scelta definitiva e di promuovere il contatto con esperienze di vita alternative alla scelta di violenza, aggressività o prevaricazione, con l’obiettivo ulteriore di prevenire fenomeni di dispersione scolastica che spesso seguono alle sanzioni disciplinari. Così, ai consueti giorni di sospensione corrispondono mesi di attività volontaria presso organizzazioni che si occupano di soggetti fragili o che tutelano l’ambiente, il patrimonio o che promuovono cultura e benessere sul territorio. Una tabella allegata al progetto spiega nel dettaglio: ad un giorno di sospensione corrisponde un mese di attività volontaria, tre giorni equivalgono a tre mesi e 15 giorni di sospensione corrispondono a sei mesi.
“L’idea – spiega Vendola – è quella di vedere il bullismo come la spia di un’emergenza, senza però ricorrere a forme di repressione. Allontanare i soggetti a rischio dal contesto scolastico, spesso non serve ed è anche nocivo ed in fondo è proprio quello che spesso i cosiddetti bulli vogliono. Con il progetto, piuttosto che mettere in libertà dalla scuola per qualche giorno il protagonista in negativo di episodi di bullismo, lo invitiamo, con un patto etico tra studente, scuola e associazione di volontariato, a trascorrere del tempo con associazioni di volontariato. Se qualcuno ha infastidito, poniamo, un disabile, andrà in un’associazione che si occupa di disabili, al di fuori dell’orario scolastico, in modo da rendersi conto di cosa accade lì”. "L'iniziativa della Regione Puglia, che è nata in una stretta collaborazione con la scuola e con il volontariato pugliesedice Luigi Russo presidente di CSV Puglia Net - intende mettere un punto fermo nella gestione delle sempre più numerose situazioni di violenza e di bullismo presenti nella scuola. Occorre ‘educare, non punire’, cioè fornire le competenze relazionali indispensabili alla vita di comunità. Occorre mettere i ragazzi che sbagliano, per un gioco idiota, per leggerezza o perché non hanno ancora costruito la dimensione relazionale, nelle condizioni di riparare ai loro errori convincendoli del valore del prendersi cura degli altri, del patrimonio comune. E' educazione relazionale allo stato puro. Punire aggiunge solo violenza alla violenza".
La Puglia si ribella alla “legge montagna”
Dicono di no le forze politiche e il Coordinamento regionale dei Centri di Servizio all’ipotesi di modifica della legge 266/91 sul volontariato. Parte anche una petizione popolare. Gentile: “E’ un furto alla società civile!”
Le risorse del volontariato per le emergenze sociali potrebbero andare alla montagna. Lo prevede un progetto di legge presentato dalla Lega e contestato dal vasto mondo di associazioni e ong impegnate nel sociale che si sta mobilitando per bloccarlo: se andasse in porto, il progetto metterebbe in crisi un intero sistema sociale, non solo il mondo del volontariato. Il progetto di legge in questione (per il quale è stata chiesta la sede legislativa) è il n. 41 su "Disposizioni in favore dei territori di montagna" presentato dal leghista Roberto Simonetti, che ne è anche il relatore in Commissione bilancio alla Camera dove ora si trova. L'articolo 5 del progetto di legge modificherebbe la legge sul volontariato (la 266/91) permettendo l'accesso alle risorse destinate ogni anno al volontariato per le emergenze sociali, anche ad interventi per le zone montane. Ma non è l’unica modifica prevista. All’interno del progetto di legge, anche la previsione di estendere la platea dei fruitori dei servizi dei Centri Servizi al Volontariato, organizzazioni che forniscono gratuitamente servizi e attività di supporto alle organizzazioni di volontariato. In Italia contano 40 mila iscritti, tutti volontari, nella sola Puglia servono una platea di 90mila volontari per un totale di 2.200 associazioni di volontariato. Secondo la norma i CSV dovrebbero estendere i loro servizi anche a cooperative, onlus, bande musicali, filodrammatiche, gruppi sportivi, cori alpini. “È un progetto di legge gravissimo, criminale – dichiara senza mezzi termini l’assessore regionale al welfare Elena Gentile. “Ancora una volta si mina il patrimonio del Sud, per mano di politici del Nord, in un momento peraltro cruciale, come quello della crisi che sta mettendo in grave sofferenza famiglie, singoli, imprese, istituzioni e a cui il mondo del volontariato sta fornendo, attraverso la sua enorme competenza e le sue straordinarie energie, un supporto eccezionale e indispensabile. Che è il supporto della solidarietà e della coesione sociale”. Anche sulla procedura annunciata, l’assessore regionale Elena Gentile ha toni netti: “Trovo gravissimo che si possa modificare così profondamente una legge come quella del volontariato, senza chiamare attorno ad un tavolo i principali protagonisti; trovo gravissimo che in uno stato di democrazia si possa pensare di abdicare all’iter legislativo, saltando a piè pari la Camera, per far approdare direttamente la legge al Senato, senza le interlocuzioni e i dibattiti necessari”. “Per questo – conclude la Gentile metteremo in campo tutte le nostre forze politiche per sventare questo furto, che è un furto ai cittadini italiani, alla società civile tutta, alla solidarietà e un attentato alla già fragile coesione sociale!”. Caustico il commento di Luigi Russo, presidente del Coordinamento regionale dei CSV pugliesi: "È veramente preoccupante questa idea del deputato leghista, di una normativa pensata per la giusta valorizzazione delle comunità montane ma che va a colpire il mondo del volontariato. Quelle risorse potrebbero, invece, essere reperite in altri settori, magari nei tagli agli sprechi della pubblica amministrazione, alle auto blu, all’evasione fiscale. Per il volontariato meridionale, che sta già subendo gravi danni per effetto della crisi finanziaria internazionale che ha tagliato di oltre il 50% le risorse disponibili, tutto questo potrebbe significare il tracollo e la chiusura dei Centri Servizio. La Lega fa solo gli interessi del suo territorio e delle sue lobby di interesse. Noi difendiamo il valore di tutto il volontariato italiano".
Intanto in Puglia il Coordinamento Regionale dei Centri di Servizio (CSV Puglia Net) e il Forum Terzo Settore hanno indetto una petizione popolare per la raccolta delle firme, petizione che presto verrà mutuata in tutte le altre regioni italiane. "In relazione al metodo – si legge nella petizione – ci preme osservare che non ci risulta che su queste modifiche ci siano state interlocuzioni con il mondo del volontariato e del terzo settore, direttamente coinvolto dalle modifiche stesse. In relazione al merito segnaliamo di seguito le modifiche che a nostro parere genererebbero danni all’intero sistema del Terzo settore e dei CSV italiani, quindi alle 28.000 associazioni italiane e ai 4 milioni di volontari che in esse operano”. "È su queste questioni che si gioca il futuro del volontariato pugliese e italiano – commenta ancora Luigi Russo. Per questo invitiamo tutte le associazioni, i singoli cittadini, le istituzioni che in questi anni hanno condiviso gran parte dei nostri percorsi, a divulgare la petizione e a raccogliere in poco tempo il maggior numero possibile di firme". Per farlo è semplicissimo, basta scaricare la petizione su uno dei siti dei Csv pugliesi, stamparla, raccogliere le firme e recapitarle alle varie sedi.
Progetto ROSA, nuovo avviso per i Patronati
Per favorire la sensibilizzazione e l’animazione territoriale e favorire la comunicazione capillare nei confronti delle famiglie e degli assistenti familiari. Scadenza 3 novembre 2010
Con atto della Dirigente del Servizio Politiche di Benessere Sociale e Pari Opportunità n. 670 del 6 ottobre 2010, è approvato un nuovo Avviso pubblico rivolto ai Patronati per attività di animazione e sensibilizzazione territoriale nell’ambito del Progetto R.O.S.A. - Rete Occupazione Servizi Assistenziali. L’Avviso prevede l’articolazione di vari interventi tra cui il monitoraggio e l’ascolto mirati a conoscere le esperienze locali di recepimento e attuazione delle norme regionali in materia di contrasto al lavoro non regolare; la sensibilizzazione e animazione territoriale circa la strategia su cui si basa il Progetto R.O.S.A., gli strumenti di cui ci si serve per raggiungere gli obiettivi prefissati, nonché le azioni che si intendono intraprendere per la buona riuscita del Progetto stesso; la comunicazione capillare e specifica nei confronti dei destinatari finali del Progetto (famiglie, assistenti familiari). I progetti dovranno pervenire entro e non oltre il 20° giorno dalla pubblicazione dello stesso Avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, avvenuta in data 14 ottobre 2010 nel n. 158. La scadenza prevista è dunque per ilo giorno 3 novembre 2010. La proposta progettuale dovrà essere contenuta in busta chiusa recante sul frontespizio l’indicazione del mittente e la dicitura “Avviso Pubblico patronati - Progetto R.O.S.A”, a pena di esclusione. Potranno essere ammesse alla valutazione solo le richieste che alla data di presentazione della domanda, e comunque entro il termine di scadenza dell’avviso, siano presentate dai soggetti ammissibili. Ai fini del rispetto del termine di presentazione delle domande fa fede il timbro dell’Ufficio postale ricevente. Non è consentita alcuna altra modalità di presentazione della proposta progettuale. Le proposte vanno inviate a Regione Puglia – Assessorato al Welfare Servizio Politiche di Benessere Sociale e Pari Opportunità, Via Caduti di Tutte le Guerre n. 15 – III Piano 70126 Bari. Tutti i dettagli sul sito della Regione Puglia alla pagina dedicata “Puglia Sociale” e contraddistinta dalla girandola, nella sezione “Avvisi in scadenza”.
Progetto ROSA, in corso i Forum provinciali
Per conoscere tutti i dettagli dell’avviso in corso per l’erogazione di incentivi alle famiglie. Prima tappa a Lecce il 21 ottobre scorso.
Si è avviato giovedì 21 ottobre a Lecce il ciclo di forum di presentazione e approfondimento dei contenuti dell’Avviso pubblico emanato nell’ambito del Progetto R.O.S.A. (Rete per l’Occupazione e i Servizi di Assistenza). L’Assessore al Welfare Elena Gentile è impegnata, insieme agli Assessori provinciali al Lavoro e alle Politiche sociali, alla presenza dei referenti dei Centri per l’impiego, dei responsabili dei patronati coinvolti nel Progetto e dei rappresentanti delle associazioni del terzo settore interessate, per illustrare le condizioni e le modalità per la presentazione delle domande di incentivo all’assunzione di assistenti familiari iscritti negli appositi Elenchi provinciali istituiti con il Progetto R.O.S.A che, al 31 agosto 2010, sono 1379. Il finanziamento complessivo dell’Avviso pubblico ammonta a euro 854 mila euro di cui euro 559 mila erogati dalla Regione, mentre euro 295 mila co-finanziati dalle Province e dall’Ufficio della Consigliera di Parità di Lecce. L’incentivo sarà destinato integralmente al ristoro delle somme versate dai nuclei familiari/datori di lavoro all’INPS a titolo di contributi previdenziali in capo all’assistente familiare assunto dagli appositi Elenchi provinciali. La presentazione delle domande dovrà avvenire esclusivamente attraverso la piattaforma dedicata della Regione Puglia – Assessorato al Welfare (http://rosa.pugliasociale.regione.puglia.it) entro il 13 dicembre 2010. Le prossime date dei forum provinciali sono: 28 ottobre ore 15,30 a Brindisi presso l’Auditorium Museo di Piazza Duomo, 3 novembre a
Taranto ore 16.30 presso la Sala Giunta della Provincia , 11 novembre ore 11,00 a Barletta presso la Sala rossa del Castello Svevo. Da definire la data per il forum di Foggia, in primis fissato per il 26 ottobre, ma rinviato per ragioni tecnico-logistiche. L’Avviso per l’erogazione degli incentivi è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 146 del 16.09.2010 ed è scaricabile dal sito regionale e dalla piattaforma dedicata ai bandi dell’Assessorato al Welfare. Siti di riferimento: http://rosa.pugliasociale.regione.puglia.it e www.consiglieraparitalecce.it.
Varate le nuove Linee Guida per la riabilitazione
Presentato ai primi di ottobre dal Ministro della Salute Fazio e dal Sottosegretario Martini il Piano di indirizzo per la riabilitazione che aggiorna il sistema riabilitativo del 1998
Mancava da dodici anni un piano che aggiornasse il sistema riabilitativo e quello presentato ai primi di ottobre dal ministero della salute mette al centro del sistema il cittadino disabile e il suo contesto familiare nella loro interazione con l’ambiente sociale e con le istituzioni, orientando tutte le attività rispetto a tale priorità e verificandone i risultati. In Italia sono 2.609.000 le persone non autosufficienti, di cui 361.391 nel 2008 sono inserite in programmi di riabilitazione. Molte le novità contenute nelle nuove linee guida ministeriali. Nasce il percorso riabilitativo individuale portato avanti da un team multidisciplinare al cui interno rientrano a pieno titolo oltre che i professionisti della riabilitazione anche il caregiver, vale a dire il familiare o la persona di riferimento coinvolta nella presa in carico della persona disabile ai fini della gestione delle sue problematiche attuali e future. Si conferma il ruolo centrale nel recupero delle autonomie dell’attività fisica perché facilita l’acquisizione di stili di vita utili a mantenere la migliore autonomia e qualità di vita. L’attività fisica inoltre combatte l’ipomobilità e favorisce la socializzazione. Per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità il Gruppo di lavoro sulla riabilitazione, composto da vari esperti istituzionali, ha analizzato le criticità emerse dal precedente piano di indirizzo e le necessità emergenti legate all’evoluzione epidemiologica e demografica, allo sviluppo di nuove tecnologie e alle criticità post acute nelle gravi disabilità. Novità assoluta per garantire la continuità della riabilitazione ospedale-territorio, la creazione di Dipartimenti ad hoc per la riabilitazione che sono garanti di una forte integrazione organizzativa con i presidi privati accreditati eventualmente presenti sul territorio secondo i principi di efficienza e di appropriatezza. Infatti proprio per la complessità dei percorsi assistenziali riabilitativi e per la loro necessaria e coerente articolazione nell'ambito di diversificate tipologie di setting ospedaliero, territoriale, sanitario e sociale appare indispensabile un'organizzazione dipartimentale delle attività di riabilitazione. Ogni Regione stabilirà la tipologia organizzativa o gestionale del Dipartimento per garantire la continuità tra l’ospedale e il territorio. EVENTI Taranto, Bari, Lecce. StraOrdinarie Separazioni Iniziativa importante quella organizzata dall'Ordine regionale degli Assistenti Sociali in collaborazione con i Tribunali per i minorenni di Puglia e con le Camere minorili. Un ciclo di tre seminari dal titolo “Straordinarie separazioni” per riflettere e confrontarsi sulle “Linee guida per la regolazione dei processi di sostegno e allontanamento dei minori” risultato di un lavoro di sintesi che ha visto coinvolti l’Associazione italiana Magistrati per i minorenni e per la Famiglia, l’Anci, il Consiglio nazionale Forense, il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, il Consiglio Superiore della Magistratura, la Commissione Minori dell’Associazione Nazionale Magistrati, il Ministero del lavoro e Politiche sociali. Tre gli appuntamenti fissati: il primo si è svolto a Taranto lo scorso 25 ottobre, il secondo è in programma il 26 ottobre a Bari presso l’Hotel Excelsior a partire dalle ore 9, l’ultimo a Lecce il 27 ottobre presso le Officine Cantelmo a partire dalle ore 9. “E' bene precisare – sottolinea il presidente dell’Ordine pugliese Giuseppe De Robertis - che in primo luogo c'è il lavoro di prevenzione e di sostegno alle situazioni di fragilità delle famiglie e delle coppie, attivando i servizi competenti all'ascolto dei bisogni e, dove esistenti, i servizi per la prevenzione dei conflitti, di tutoraggio sociale, di educativa familiare e di mediazione familiare. Ma in casi estremi l'allontanamento del minore diventa una forma di protezione e tutela indispensabile. In questi casi va sempre perseguito un intervento che tenga in considerazione il rispetto delle persone, l'informazione dei soggetti coinvolti, la ricerca delle modalità più opportune per l'esecuzione del provvedimento e la necessaria tempestività, in relazione sia alla sua efficacia sia all'esigenza di ridurre quanto più possibile il trauma che il minore ed i suoi familiari ne possano riportare”.
I seminari prevedono l’attribuzione di cinque crediti formativi. La partecipazione è libera e gratuita ma è necessario iscriversi preventivamente inviando una mail all’indirizzo
[email protected], fino ad esaurimento posti. Nella comunicazione va indicato sempre cognome, nome, riferimenti per eventuali contatti, sede e data alla quale si intende partecipare. Tuttavia, fanno sapere dall’Ordine, i posti disponibili sono già esauriti. Solo per la sede di Bari sarà possibile probabilmente ampliare la sala con nuove disponibilità. Bari 29 ottobre 2010. “In prima fila contro il diabete” In Italia tre milione di persone sono affette da diabete, la maggior parte sono al sud del paese. Una fetta importante della popolazione. Per questo su tutto il territorio nazionale sono nate, grazie alla casa farmaceutica Takeda, iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e informazione sulla malattia. Dopo le tappe di Viareggio, Verona e Mantova, sbarca a Bari il prossimo 29 ottobre l’iniziativa itinerante “In prima fila contro il diabete”. L’iniziativa ha preso il via in settembre e si concluderà il 28 gennaio 2011, toccando undici città italiane dal nord al sud dell’Italia. L’originale progetto ha come obiettivo quello informare utilizzando strumenti nuovi e interattivi, sulla prevenzione e il controllo del diabete di tipo 2. La formula è quella del talk-show: infatti tutti gli appuntamenti sono organizzati principalmente all’interno di teatri e cinema, con dibattiti tra medici, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni dei pazienti e l’intrattenimento del giornalista Franco Di Mare e del cabarettista Pierfrancesco Poggi. Ed è con questa scaletta che venerdì 29 ottobre a Bari presso il teatro Kursaal Santalucia, si svolgerà l’iniziativa pugliese di sensibilizzazione e informazione sulla malattia. Accanto al dibattito e al confronto tra i presenti e gli esperti non mancheranno momenti di vero e proprio spettacolo. A garantirli il cabarettista Pierfrancesco che, con la sua chitarra riprenderà spezzoni di film celebri che hanno a tema il cibo, come la famosa abbuffata di Alberto Sordi in “Un americano a Roma” o il popolare piatto di fagioli di Terence Hill in “Lo chiamavano Trinità”. All’intrattenimento si alterneranno momenti di dibattito durante i quali i cittadini e le persone con diabete potranno approfondire alcune tematiche legate alla malattia con l’ausilio di medici esperti nel settore. L’iniziativa e` rivolta ai pazienti diabetici, o con storia famigliare di diabete, e a tutti i cittadini che intendono ricevere informazioni sul diabete di tipo 2 e su cosa fare per ridurre il rischio di ammalarsi o di andare incontro a c omplicanze. Coloro che desiderano partecipare, devono comunicarlo telefonando al numero 0516493982 da lunedi` a venerdi` dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. Alla serata interverranno: Giuseppina Galasso, coordinatrice regionale Fand (Associazione italiana diabetici), Riccardo Giorgino, ordinario di clinica medica all’università di Bari, Nicola Pansini direttore generale della Asl di Bari e Vito Piazzolla dirigente regionale Ares (agenzia sanitaria regionale) Puglia. Per maggiori informazioni e` possibile consultare anche il sito internet www.diabetesottocontrollo.it dove, inoltre, si puo` compilare un semplice test online per conoscere il proprio rischio di sviluppare la malattia.
Chiusura dei testi ore 08.00 del 26 ottobre 2010 PugliaSocialeNews Notiziario sulle politiche per il welfare A cura dell’Assessorato al Welfare Redazione: Serenella Pascali, Agenzia Redattore Sociale (www.redattoresociale.it). Contatti: tel. 080-5403224 – fax 0734 681015 - email:
[email protected]