Bollettino del
CIRCOLO S. PIETRO Oremus Oremus pro pro Pontifice Pontifice Nostro Nostro Benedicto, Benedicto, Dominus Dominus conservet conservet Eum Eum et et vivificet vivificet Eum Eum et et beatum beatum faciat faciat Eum Eum in in terra terra et et non non tradat tradat Eum Eum in in animam animam inimicorum inimicorum Eius. Eius. Anno CXL dalla fondazione
2° semestre 2009
Dir. Dir. ee Amm.: Amm.: piazza piazza S. S. Calisto, Calisto, 16 16 -- 00153 00153 Roma Roma -- Reg. Reg. Trib. Trib. di di Roma, Roma, n. n. 10711, 10711, del del 11.1.1966 11.1.1966 -- Poste Poste Italiane Italiane S.p.A. S.p.A. -- Spedizione Spedizione in in abbonamento abbonamento postale postale -- d.l. d.l. 353/2003 353/2003 (conv. (conv. in in l.l. 27/02/2004 27/02/2004 n. n. 46) 46) art. art. 1, 1, comma comma 22 -- DCB DCB Roma Roma
Bollettino del
CIRCOLO S. PIETRO
Sommario
Bollettino del Circolo S. Pietro fondato il 29 aprile 1869 Periodico semestrale Direttore: Leopoldo Torlonia Direttore Responsabile: Beniamino Mancuso Comitato di Redazione: Saverio Petrillo Augusto Pellegrini Piero Fusco Carlo Napoli Redazione: Susanna Miele Marta Rovagna Direzione e amministrazione: Palazzo S. Calisto Piazza S. Calisto, 16 - 00153 Roma tel. 0669887264 - fax 0669887168 Reg. Trib. di Roma n. 10711 dell’11 gennaio 1966 Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma
Tipografia Cardoni s.a.s. - Roma
Lettera del Presidente
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Curare ancora, l’etica della responsabilità verso i più fragili
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Arte e solidarietà
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Carità e servizio, il Circolo per i poveri di Roma
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La sofferenza è una montagna, ma il Signore è la nostra guida
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Quando il gioco diventa solidarietà
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Assemblea Solenne del 24 febbraio 2009
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Udienza del Santo Padre Benedetto XVI al Circolo S. Pietro per la consegna dell’Obolo
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Un luogo di carità, ascolto e misericordia
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Un “compleanno” particolare in Vaticano
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Assemblea Ordinaria del 21 maggio 2009
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Fare le cose volentieri secondo Dio
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Dignità e rispetto al centro dell’azione del Circolo S. Pietro
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Un nuovo Pastorale per il Santo Padre Benedetto XVI
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“Quest’opera di servizio ai malati è il cuore della chiesa”: Il Santo Padre in visita all’Hospice Fondazione Roma
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Vita del Circolo
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LETTERA DEL PRESIDENTE Cari Soci e amici del Circolo S. Pietro, voglio iniziare questo numero speciale del nostro Bollettino con un sentito ringraziamento a tutti voi: con il vostro lavoro, il vostro sacrificio, la vostra generosità, avete contribuito al compimento di un anno veramente particolare, che ha visto celebrare il centoquarantesimo anniversario della fondazione del nostro amato Sodalizio. Il mio grato pensiero va anche ai Soci Fondatori, che con tenacia e abnegazione promossero la nascita di una nuova istituzione cattolica fedele al Papa, in un periodo storico particolarmente difficile e tumultuoso. Al termine di questo anniversario voglio ricordare tutti coloro che, nel corso di questi primi centoquaranta anni, hanno fatto crescere le opere del Circolo, rinnovandole e arricchendole con la fantasia della carità, portando nel nostro antico Sodalizio sempre nuove idee e interventi per dare risposte concrete alle varie forme di povertà sorte nel corso di questi lunghi anni. Si è dimostrata addirittura profetica la frase del Beato Pio IX che, nel regalare al neonato Circolo S. Pietro le pentole degli zuavi pontifici, ebbe a dire che “l’esercito dei poveri non sarebbe mai mancato alla Chiesa”. Oggi più che mai - guardando attentamente la nostra società possiamo scoprire nuove e forse più drammatiche povertà. Un tempo il povero si identificava con chi non aveva da mangiare, un vestito, un ricovero per la notte; ai nostri giorni, mentre queste primarie necessità materiali sono state in larga parte soddisfatte, il nuovo povero si scopre in colui che non ha accoglienza, ascolto, assistenza spirituale, conpartecipazione nei momenti più bui e difficili della sua esistenza. Nuovi e insospettabili poveri sono coloro che, per la crisi finanziaria, per la perdita del lavoro, per una grave malattia o una separazione familiare, silenziosamente, tra l’indifferenza della società, scivolano nelle difficoltà e nel bisogno.
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Allora dunque non si è invano Soci del Circolo S. Pietro: non è inutile o sorpassato quanto facciamo da centoquaranta anni per cercare di alleviare le sofferenze, materiali e spirituali, dei nostri fratelli meno fortunati. Ha un valore universale la nostra testimonianza di cristiani, fedeli al Successore di Pietro e certi di camminare, dietro di Lui, alla sequela dell’unico Maestro, venuto per servire tutti gli uomini. Siamo grati al Circolo S. Pietro che da centoquaranta anni ci dà la possibilità di mettere in pratica quotidianamente il primo e più importante comandamento che ci ha dato Gesù, Lui che si è fatto povero tra i poveri, i piccoli, gli ultimi. Guardiamo con gioia e soddisfazione a quanto generazioni di Soci hanno fatto in questi lunghi anni, pensando che tutto ciò che non abbiamo potuto realizzare non è stato una battaglia persa, ma sarà una sfida per gli anni futuri. E allora, attraverso le pagine del Bollettino, ricordiamo questo anno faticoso ed esaltante, riviviamo i bei momenti che hanno dato un sapore particolare alle nostre attività quotidiane, ripensiamo alle parole di stima e di affetto che eminenti personalità religiose e civili hanno rivolto al Circolo e alle sue opere. Un anno così particolare si è chiuso in maniera straordinaria con la visita di Sua Santità Papa Benedetto XVI ai malati assistiti nell’Hospice Fondazione Roma: il Santo Padre ha voluto così testimoniare la Sua vicinanza alle persone più fragili e sofferenti, coloro che si trovano al termine della loro vita terrena, ed esprimere la Sua particolare e paterna benevolenza per il Circolo S. Pietro, i suoi Soci e le opere che svolgiamo a favore dei fratelli meno fortunati. Vi lascio dunque con ancora nel cuore le parole del Successore di Pietro che da centoquaranta anni seguiamo con amore filiale e sollecito. La Sua stima e il Suo incoraggiamento ci siano sempre di sprone nei momenti difficili e ci aiutino a vivere con costanza il nostro impegno all’interno della famiglia della Chiesa.
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CURARE ANCORA, L’ETICA DELLA RESPONSABILITÀ VERSO I PIÙ FRAGILI Il Circolo S. Pietro ha inteso aprire i festeggiamenti per il centoquarantesimo anniversario dalla fondazione Roma, 24 ottobre 2008 affiancando la Fondazione Roma nell’organizzazione di un importante convegno scientifico che si è svolto il 24 ottobre 2008 presso la Pontificia Università Lateranense. A parlare di bioetica, di malattie croniche ed invalidanti, di percorsi e modelli di cura si sono alternati numerosi e prestigiosi relatori appartenenti al mondo scientifico, politico e del volontariato. In apertura di lavori ha salutato e introdotto l’assemblea Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Rino Fisichella, Arcivescovo tit. di Voghenza, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Ad introdurre il ricco parterre di relatori nello spirito del convegno, il nostro Presidente Don Leopoldo Torlonia, il Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Roma, il Sottosegretario al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali On. Eugenia Roccella e il Dott. Italo Penco, Direttore sanitario dell’Hospice Sacro Cuore. La giornata è stata un’occasione di confronto sull’approccio medico alle diverse tipologie di malattie croniche, con una dettagliata analisi delle cure, anche psicologiche, dei pazienti affetti da tali patologie. In questo senso è stata esemplare l’esperienza dei volontari dell’ A.V.C. S. Pietro che, in questa occasione, ha festeggiato i suoi primi dieci anni di servizio nella struttura dell’Hospice. Con il patrocinio di
CONVEGNO
Curare ancora
Società Italiana di Cure Palliative Federazione Cure Palliative Associazione Italiana di Oncologia Medica
Società Italiana di Gerontologia e Geriatria Associazione Italiana di Psicogeriatria Società Italiana di Neurologia
L’ETICA DELLA RESPONSABILITÀ VERSO I PIÙ FRAGILI
Pontificia Università Lateranense Aula Magna – Piazza S. Giovanni in Laterano, 4
Fondazione Health Care & Research
È stato richiesto l’accreditamento dell’evento per l’ECM per medici e infermieri
Parcheggio riservato
Segreteria scientifica
Marina Colasanti Hospice Sacro Cuore Via A. Poerio, 100 - 00152 Roma Tel. 06.58899.1 - Fax 06.5818619
[email protected]
Segreteria organizzativa
Daniele Greco Tel. 06.5758926 - Fax 06.5759937
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Discorso del Presidente Il Circolo S. Pietro, inscindibilmente legato alla persona del Sommo Pontefice, svolge la sua attività di testimonianza cristiana e di condivisione con i poveri, facendosi strumento di carità del Santo Padre, Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo, impegnandosi, soprattutto nella Diocesi del Papa, a mantenere vivo il messaggio evangelico, offrendo ai Soci una formazione religiosa permanente che li aiuti a tenere un comportamento in piena sintonia con la morale cattolica, alla luce degli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Fin dalla sua fondazione, nel 1869, il Circolo S.Pietro, attraverso i suoi Soci e le sue opere, è andato incontro alle povertà del momento, alle esigenze primarie dei momenti storici salienti di questi centoquarant’anni, intervenendo soprattutto in questa Diocesi, la Diocesi del Romano Pontefice, con un’azione di presenza cristiana tra i poveri e con i poveri, tanto da essere tradizionalmente definito lo strumento della carità del Papa. Dieci anni fa iniziò una meravigliosa avventura per andare incontro alle sofferenze dei malati terminali, massime verso quelli più poveri, più soli, più abbandonati. Quest’iniziativa cominciò per la volontà del mio predecessore, il Marchese Marcello Sacchetti, che con coraggio iniziò con tre stanze singole per i malati terminali e pochi volontari per la loro assistenza, per ridare dignità di vita a quanti, schiacciati dalla sofferenza, sembravano voler desiderare la morte come liberazione dal dolore, dando ingiustificata ragione ai fautori dell’eutanasia. Con questa iniziativa, una delle prime in Italia, si cominciò ad intravedere nelle cure palliative la via per non perdere la dignità e per arrivare all’estremo momento coscienti, fintanto che è possibile, accompagnati fino all’ultimo dall’equipe medico-psico-oncologica, per una morte degna di un essere umano. Il Professor Avv. Emmanuele Emanuele, Presidente dell’allora Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, oggi Fondazione Roma, si unì e promosse con Marcello Sacchetti l’istituzione dell’Hospice Sacro Cuore, fino ad arrivare a poter ospitare trenta pazienti in
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camere singole, con le ultime cure palliative, sotto la direzione del Professor Edoardo Arcuri. Il Circolo S.Pietro con i suoi volontari e amici assicurò da quel momento, attraverso uno specifico gruppo, “I Volontari del Circolo S. Pietro”, una presenza giornaliera e costante per coadiuvare medici, infermiere e suore. I volontari hanno ricevuto una formazione permanente, che dura sin dal primo giorno, con incontri formativi con lo psico-oncologo, il sacerdote e attraverso lo scambio di esperienza del gruppo. In questi dieci anni abbiamo visto trasformarsi positivamente sia l’aspetto esteriore che le modalità delle cure palliative, che si sono andate sviluppando per le nuove scoperte scientifiche, ma anche perché l’esperienza dei medici palliativisti della nostra clinica e la ricerca scientifica, da essi svolta e portata nei convegni, hanno fatto sì che l’attenzione al paziente migliorasse, per accrescere al massimo la sua partecipazione attiva alle cure. Questa collaborazione tra medici palliativisti, psico-oncologi, infermieri e volontari ha dato vita a un’equipe che ha contribuito a fare dell’Hospice Sacro Cuore una perla della Sanità, a fare di questa struttura un soggiorno in cui la speranza non viene soffocata né favorita. E ciò che più ci ha contraddistinti è stata l’imparzialità e la non confessionalità, seppure rivendichiamo il nostro essere cristiani che tutto danno, tutto offrono senza chiedere. Ha fatto dei volontari degli ascoltatori, spesso silenziosi, perché il paziente terminale ha bisogno di fatti, più che di parole, di un sorriso, di una carezza, di un po’ di compagnia, non di compassione, ma di amore. Non spetta a me raccontarvi i mille e passa ricordi di tutti i nostri ospiti, quasi tutti diventati amici, ma posso dirvi, per quello che ho letto, per quanto mi è stato narrato, che ogni giorno di questi dieci anni potrebbe essere descritto in pagine sì dolorose, ma esaltanti. Il bene si diffonde da sé ed è così che è iniziata un’altra attività nel nostro Hospice: il sostegno agli anziani fragili, attraverso le più moderne cure, restituendoli alla famiglia o consentendo loro di poter vivere autonomamente nella maggioranza dei casi.
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Eminenza, Eccellenze, Signori, Signori Medici, il Circolo S. Pietro, come ho accennato all’inizio, si è rivolto sempre alle povertà emergenti, all’assistenza agli emarginati, ai malati, quelli più soli e crediamo che questa iniziativa, di cui oggi ricordiamo il decimo anniversario, sia per la nostra città e per il nostro Circolo una realtà che conferma l’impegno di centoquarant’anni al servizio degli ultimi con spirito di fede cristiana, senza preclusioni di fede, di espressione religiosa, di razza. Ringrazio tutti per la vostra partecipazione, che dimostra la grande attualità e l’importanza di queste tematiche e testimonia la vostra considerazione per il nostro antico Sodalizio: attraverso l’Hospice, che è una delle sue opere più moderne, potrete cogliere le radici, storiche e spirituali, di tutte le attività del Circolo S. Pietro, e comprenderne le motivazioni più profonde e più nobili alla luce della fede e dell’amore che nutriamo per Gesù. Intervento della Signora Alessandra Rocchi Resposabile dell’A.V.C. S. Pietro Nel 1998, quando fu pensato l’Hospice, si decise di inserire nell’equipe incaricata della cura dei pazienti, anche la figura del volontario affidando tale missione al Circolo S. Pietro da sempre vicino ai deboli, agli emarginati ed ai sofferenti. Un primo gruppo, che possiamo definire storico, cominciò quindi a dedicarsi ai pazienti ricoverati affiancando i medici e gli infermieri, con la loro presenza discreta ma efficace. In questi 10 anni abbiamo subito molte trasformazioni e siamo molto cresciuti: dall’assistenza agli iniziali tre pazienti siamo passati agli attuali 30 a cui quotidianamente dedichiamo le nostre cure. Il nostro gruppo è andato modificandosi abbastanza spesso: abbiamo avuto ed abbiamo tutt’ora, volontari che ci hanno lasciato per motivi di salute, di famiglia, di lavoro o burn out ma grazie a Dio, sono state sempre rimpiazzati da altrettanto valide persone. Tra di noi non ci sono mai stati contrasti o voglia di supremazia anzi, si è creato un bel gruppo con una grande voglia di unione e di condivisione.
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A questo siamo giunti con gli anni e con una formazione permanente da parte dello psicologo dell’Hospice, che facilita il nostro scambio di idee, favorisce il superamento di inevitabili nostre difficoltà nell’approccio con i pazienti ed aiuta il rafforzarsi della nostra amicizia. In questi nostri incontri più o meno settimanali, ci scambiamo conoscenze, osservazioni ed informazioni sui pazienti assistiti e sulle relative dinamiche familiari, ci confrontiamo e ci consultiamo circa casi particolari concordando percorsi di approccio alle problematicità che emergono via via. È chiaro che l’incontro quotidiano con le diverse emozioni dei sofferenti e la costante esposizione a situazioni di terminalità e di morte può causare stanchezza, sconforto e burn out. Esercitare l’esercizio di volontariato nell’ambito delle cure palliative richiede, in noi volontari, particolari motivazioni ed una visione della propria missione impregnata di realismo e di umanità. L’incontro di gruppo diventa luogo per raccontarsi, esprimere partecipazione dinanzi ai distacchi, avvertire supporto e ritrovare la carica necessaria per ritornare al capezzale di chi soffre e dare il meglio di se. L’esperienza del singolo può essere di beneficio per l’intero gruppo. Data la delicatezza della nostra assistenza, penso che i volontari che si presentano per essere vicino ai malati terminali, siano già abbastanza psicologicamente maturi e pieni di desiderio di carità: qui infatti, non c’è spazio né per protagonismo né per egocentrismo. Un grosso problema che può sorgere è una eccessiva sensibilità o un portarsi a casa i dolori di alcuni pazienti da cui ci siamo fatti particolarmente coinvolgere. Ecco per cui, l’aiuto indispensabile dello psicologo. Il nostro compito consiste nell’assistere il malato sapendolo ascoltare, dandogli conforto anche con una presenza silenziosa, mostrandogli affetto e simpatia con semplici gesti amorevoli come stringergli una mano, fargli una carezza, mettendosi seduti accanto a lui, prestando la nostra attenzione su qualsiasi argomento lui affronti, cercando di esaltare gli aspetti positivi della sua vita. La nostra quotidiana presenza offre sostegno sia ai malati che ai loro familiari: è una silenziosa ma quanto mai eloquente testimonianza di amore per la vita umana che merita attenzione e rispetto sino all’ulti-
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mo respiro. Ogni essere umano reagisce in maniera diversa ed i bisogni e i desideri variano da persona a persona; con la nostra vicinanza cerchiamo di sostenere umanamente il paziente e la sua famiglia nell’affrontare la sofferenza e la morte. All’approssimarsi della fine, il morente ha bisogno di non essere lasciato solo. Ha bisogno di qualcuno che lo tenga per mano e accolga la sua angoscia. Molto spesso, l’assenza di comunicazione verbale è controbilanciata dall’intensità degli sguardi, dall’intimità delle mani che si stringono e si parlano, dall’ascolto del silenzio che accompagna le lunghe attese. Questa nostra presenza è ancora più importante quando accanto al malato non c’è il sostegno di una famiglia o di amici e quindi l’isolamento psicologico nel quale inevitabilmente sprofonda, gli rende ancora più difficile sopportare le sofferenze fisiche. Sapere che c’è qualcuno vicino che gli parla, gli sorride, gli stringe la mano è per lui di grande conforto. Se la morsa della sofferenza sia fisica che psicologica si allenta, ritornano alla mente ricordi e pensieri: solo riappropriandosi del senso della vita, si può affrontare la morte. Si crea, tra il Paziente ed il Volontario, una amicizia molto speciale, una profonda accettazione dell’altro. In questi 10 anni abbiamo conosciuto veramente tante persone meravigliose a cominciare dal nostro primo paziente Vittorio le cui ultime parole rivolte alla moglie furono: “ Vieni, ci dobbiamo sbrigare per andare verso questa luce”. La moglie che vive a Catanzaro, viene ogni anno per la messa commemorativa dei defunti che celebriamo al Circolo S. Pietro, ed è rimasta con noi tutti in grande amicizia. Abbiamo pazienti che hanno paura, pazienti che sono depressi, quelli che hanno accettato il loro male e quelli che lo hanno rifiutato fino alla fine, quelli che sperano di poter guarire e quelli che sono morti senza sapere perché. Abbiamo pazienti soli, con famiglie inesistenti o lontane, e pazienti con famiglie straordinarie presenti giorno e notte che hanno, anche loro, bisogno di qualcuno con cui condividere le lunghe attese ed esprimere tutta l’angoscia della futura separazione. Ci sono malati che ci raccontano di vite spaventose, piene di povertà e
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miseria, piene di malattie, di morte, di lavori massacranti per mandare avanti la famiglia, di solitudine. Altri invece, ci raccontano di vite meravigliose e, se potessero tornare indietro, le rivivrebbero nello stesso modo ringraziando Dio per quello che hanno avuto. Quotidianamente ci rivolgiamo ai più bisognosi di assistenza, a coloro che più di altri sono nel dolore e, perdendo ogni forza fisica, spesso perdono anche la speranza spirituale di una Vita oltre la Vita, di un Sommo Bene che trascende l’estrema difficoltà del momento presente. A livello spirituale, tutti i dubbi e le speranze che l’uomo ha provato nel corso della sua vita, ritornano in superficie. Egli ha allora bisogno di un clima rassicurante, che gli permetta di esprimere i suoi desideri più profondi e le sue domande esistenziali in una conversazione intima senza paura di vederli considerati con leggerezza. In questo loro cammino di fede, sono facilitati dalla presenza tra i nostri volontari di alcuni sacerdoti e suore. Non sempre però si riesce ad instaurare un rapporto con i pazienti vuoi perché la loro permanenza è troppo corta e quindi non c’è il tempo di conoscerci, vuoi perché arrivano che non sono più in grado di parlare o sono incoscienti, vuoi perché non gradiscono la presenza di persone estranee o vuoi anche perché i familiari stessi creano un muro di protezione intorno a loro. Il volontario non deve sentirsi indispensabile e deve avere l’umiltà di capire quando non è ben accetto allontanandosi dalla stanza. L’essere volontario nasce in generale dal desiderio di essere utile al prossimo instaurando una stretta collaborazione sia con gli operatori sanitari che con la famiglia per garantire una migliore assistenza al malato. In cambio riceviamo un grande insegnamento sull’essere. L’incontro con il malato è un incontro di verità, senza finzioni; è una occasione per interrogarci sulle priorità della nostra scala di valori, per ricordarci da un lato della nostra finitezza e dall’altro, delle cose essenziali della vita. Ci da la possibilità di imparare a saper essere, ad affinare la nostra sensibilità, ad approfondire i nostri valori e motivazioni, a smussare le asprezze del nostro carattere, ad educarci all’ascolto e all’empatia, ad essere una presenza benefica e di conforto accanto a chi soffre.
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ARTE E SOLIDARIETÀ Il 26 novembre 2008 si è tenuto a Palazzo Colonna un concerto di musica classica, gioiosa occasione per incontrare quanti si prodigano in favore delle opere del Circolo. Il Principe Don Prospero Colonna, anch’egli Socio, ha gentilmente messo a disposizione la Galleria e gli splendidi saloni del suo Palazzo romano perché i festeggiamenti fossero veramente un evento da ricordare. La manifestazione è stata resa possibile anche grazie alla cortesia della Fondazione Roma e del suo Presidente, Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, che ha concesso la partecipazione all’evento dell’Orchestra Sinfonica della Fondazione, diretta dal Maestro Francesco La Vecchia, e anche grazie al sostegno di numerosi sponsor, che hanno generosamente contribuito all’organizzazione dell’evento. Dinanzi a un folto e interessato pubblico di Prelati, Autorità, Soci, benefattori e amici del Circolo S. Pietro, che non hanno mancato di ammirare le opere d’arte di Palazzo Colonna, una delle più importanti collezioni private al mondo, sono state magistralmente eseguite la Sinfonia n° 8 in Si minore “Incompiuta” D759 di F. Schubert, e la Sinfonia n° 4 in Mi minore op. 98 di J. Brahms. Prima del concerto il Presidente Generale del Circolo S. Pietro, Duca Leopoldo Torlonia, ha voluto ripercorrere la storia e le attività del Sodalizio, soffermandosi sull’attualità di alcune delle opere più recenti, come l’Hospice dedicato alle terapie palliative, del quale, sempre nel 2008, ricorre il decimo anniversario dalla fondazione, gettando uno sguardo su quelle future, sulle sfide che attendono coloro che vogliono impegnarsi nella carità. Il Prof. Avv. Emanuele, nel corso del suo intervento, ha ricordato la nascita dell’Hospice, sorto dall’incontro di intenti tra lui e l’allora Presidente del Circolo Don Marcello Sacchetti, per un intervento nella Capitale a favore di malati ai quali la medicina ufficiale non dava ascolto, abbandonandoli presso le famiglie, nella maggior parte dei casi assolutamente impreparate a fronteggiare malattie così deva-
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stanti. Quella che sembrava un’avventura “che pochi condividevano” è invece andava avanti con successo, dimostrando che la strada intrapresa è quella giusta, le opere compiute a favore dei poveri e dei sofferenti, animati dalla grazia del Signore, dimostrano la differenza tra una civiltà che ha nelle sue corde dei valori cristiani e una civiltà che, non avendoli, spesso va incontro a veri e propri disastri.
Intervento del Presidente, don Leopoldo Torlonia Eminenze Reverendissime, Eccellenze Reverendissime, Reverendissimi Monsignori, Onorevole Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Onorevole Presidente della Regione, Onorevole Presidente della Provincia, Onorevole Consigliera Delegata del Sindaco, Onorevoli Autorità, amici e sostenitori del nostro Circolo, Signori Soci e volontari Ringrazio in modo particolare coloro i quali ci hanno permesso questo
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incontro: il nostro Socio Don Prospero Colonna per averci gentilmente ospitato in questa splendida Galleria, il Presidente della Fondazione Roma Professore Avv. Emmanuele Emanuele, per aver offerto questo concerto, infine il Gruppo Sangemini, la Società Rizzo- Bottiglieri De Carlini e TERNA per aver sostenuto questa serata. La presenza dell’antico Circolo S. Pietro a Roma dal 1869 ha sempre ricevuto unanime riconoscimento per l’aiuto ai poveri e ai sofferenti della nostra cara città, che testimonia un’autentica condivisione con le sofferenze, tramite l’impegno sociale ed economico dei nostri Soci, sempre ed esclusivamente con i propri mezzi. Il nostro Circolo ha proseguito sempre la sua opera e, pur con i cambiamenti della guida politica e amministrativa del nostro Paese e della nostra città, ha meritato il consenso, l’approvazione e la stima delle autorità. Permettetemi di dire che questi centoquarant’anni di storia sono inscindibilmente legati alla vita civile del popolo romano. Non mi è concesso qui neanche accennare alle decine di opere iniziate dal nostro Circolo per rispondere adeguatamente alle tante richieste che provengono dai poveri e dai Parroci di Roma: a tutte, nello spirito di servizio e di apostolato, abbiamo dato una risposta concreta, sull’esempio dei primi giovani Soci i quali, ricevuti in Udienza dal Beato Pio IX, offrirono la propria disponibilità di cristiani, e, confortati dalla Sua benedizione, cominciarono questo lungo cammino di fede per amore della Chiesa e del Santo Padre. Il laicato cattolico più impegnato dal primo novecento, fino ai giorni nostri, ha fatto parte di questo antico sodalizio. Mi reputo onorato di poter continuare l’opera dei miei predecessori alla guida di questa carità del tutto speciale, confortato dalle parole che il Papa Benedetto XVI, in occasione dell’Udienza concessa per la presentazione dell’Obolo di S. Pietro, ha riservato ai Soci del Circolo: “Voi volete essere così le braccia e il cuore del Papa per i poveri di Roma”, elogiando poi le generose ed impegnative iniziative caritative, rivolte alle esigenze delle persone in difficoltà. Quattro milioni di minestre furono offerte a nome e per conto del Papa al termine del secondo conflitto mondiale: in quegli anni a Roma il
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Circolo aveva venticinque cucine per sfamare quanti si trovavano nell’indigenza assoluta. Ricorre quest’anno il decimo anniversario di un’opera a noi tanto cara: l’Hospice Sacro Cuore. Un’iniziativa nuova voluta da Marcello Sacchetti e che ha potuto svilupparsi fino a raggiungere livelli di eccellenza nelle cure palliative dei malati terminali, grazie all’impegno economico e morale che il nostro Professore Avv. Emmanuele Emanuele ha voluto sostenere quale Presidente della Fondazione Roma. I nostri ospiti sono stati accompagnati dall’equipe medico-psico-pedagogica, dai nostri volontari e dalle Suore della Clinica fino all’ultimo momento, consentendo loro, tramite le cure palliative, di conservare la dignità di persona nel difficile percorso della malattia. Il concerto che tra poco verrà eseguito dall’Orchestra della Fondazione Roma diretta dal Maestro La Vecchia, lo dobbiamo ancora alla sensibilità del Professor Avv. Emmanuele Emanuele. Il Circolo S. Pietro, seguendo l’insegnamento dei Santi Vangeli e del Magistero Petrino, continua con coraggio e generosità la sua opera di carità, pur nella consapevolezza dei propri limiti, ma sicuro di fare la volontà del Padre per amore della Chiesa e del Papa, a cui dedichiamo da sempre ogni nostra iniziativa. Eminenze, Eccellenze, Autorità tutte, Soci e amici del Circolo S. Pietro, grazie per la Vostra presenza, per il Vostro sostegno.
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CARITÀ E SERVIZIO, IL CIRCOLO PER I POVERI DI ROMA Dal 15 dicembre 2008 al 6 gennaio 2009 il Circolo S. Pietro ha collaborato alla campagna “Roma Insieme”, promossa dal Comune di Roma e curata dal Delegato alle Pari Opportunità e per lo Sviluppo dei rapporti con il mondo cattolico On. Lavinia Mennuni, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Roma, il Circolo S. Pietro, la Comunità di S. Egidio, il Mo.d.a.v.i. – Federazione Provinciale di Roma Onlus, e l’associazione Salvamamme-Salvabebè, per la raccolta di generi alimentari, vestiario, coperte, giocattoli e articoli per l’infanzia. Il Comune ha messo a disposizione dei pulmini rossi, facilmente riconoscibili, per raccogliere i doni che moltissimi romani hanno voluto fare alle persone più disagiate, con un particolare riguardo alle mamme e ai bambini. Molti Soci e volontari sono stati impegnati nel I, XI, XV e XVIII Municipio, davanti ad alcuni supermercati, mercati rionali e centri commerciali, e nel mercato natalizio di Piazza Navona, raccogliendo una grande quantità di giocattoli e generi di prima necessità, che, dopo essere stati immagazzinati e catalogati nel Centro di Via Fidene, sono stati prontamente consegnati a parrocchie, enti di assistenza, istituti religiosi e case famiglia durante le festività natalizie, al fine di allietare il Natale dei bambini e delle persone più disagiate. La mattina del 15 gennaio il Sindaco di Roma, On. Gianni Alemanno, ha chiuso la campagna con una visita al nostro Centro Polifunzionale di Via Fidene, dove si è svolta la conferenza stampa di chiusura della manifestazione. Davanti a un nutrito gruppo di giornalisti, di addetti ai lavori, nonché dei Soci impegnati nell’iniziativa, il Sindaco ha sottolineato la generosità di moltissimi romani, che hanno contribuito con grande slancio al pieno successo di questa prima raccolta cittadina.
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Il nostro Presidente, nel ringraziare il Sindaco della visita, con la quale ha voluto implicitamente riconoscere il grande impegno profuso da Soci e volontari nel periodo della raccolta, ha parlato delle varie attività del nostro antico Sodalizio, richiamando l’attenzione dei presenti proprio al luogo nel quale si stava svolgendo la conferenza stampa, sottolineando il servizio svolto dal Centro Polifunzionale e i progetti della Presidenza per la struttura.
Intervento del Presidente, don Leopoldo Torlonia Onorevole Sindaco, vorrei inizialmente ringraziarLa di aver deciso di tenere qui la conferenza stampa di chiusura dell’iniziativa Roma Insieme che ha concretizzato per la prima volta una rete di solidarietà, grazie alla quale il Circolo S. Pietro, la Caritas, S. Egidio, Modavi e Salvamamme Salvabebé - che ringrazio di essere presenti – hanno potuto giovarsi del prezioso soste-
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gno del Comune di Roma, per rispondere adeguatamente alle tante richieste che provengono dai poveri e dai Parroci di Roma. Un ringraziamento particolare voglio porgere a nome di tutti i Soci del Circolo alla Consigliera delegata alle pari opportunità ed ai rapporti con il mondo cattolico Avv. Lavinia Mennuni, che con l’entusiasmo del suo impegno ha fortemente voluto quest’iniziativa. Nell’udienza concessa recentemente agli amministratori degli enti locali il Santo Padre ha voluto sottolineare come “Forse mai come oggi la società civile comprende che soltanto con stili di vita ispirati alla sobrietà, alla solidarietà ed alla responsabilità, è possibile costruire una società più giusta e un futuro migliore per tutti”. A queste parole vengono subito alla mente i tantissimi cittadini che hanno donato con grande generosità generi alimentari, giocattoli e vestiario immagazzinati in questi locali del Centro Polifunzionale Diurno, di cui tra un mese ricorre il decennale. Qui il nostro antico Sodalizio raccoglie e, ove possibile, tenta di risolvere le varie istanze di chi frequenta le nostre Opere, offrendo vari tipi di assistenza, da quella medica a quella psicologica e legale: ad oggi operano un Gabinetto medico, il Centro d’Ascolto ed il Guardaroba. L’obiettivo del Circolo S. Pietro è di pervenire gradualmente alla realizzazione delle strutture idonee al pieno funzionamento del Centro: tuttavia la difficoltà di reperire fondi adeguati non ci ha consentito fino ad ora, nonostante gli enormi sforzi dei nostri Soci, di aprire il Reparto Docce e il Reparto Lavabiancheria. Un ringraziamento infine vorrei riservare ai numerosi Soci che hanno partecipato all’iniziativa Roma Insieme raccogliendo e distribuendo quotidianamente il materiale sia agli assistiti delle nostre Opere (tre mense, due case famiglia, Centro Polifunzionale Diurno) sia alle seguenti Parrocchie, Comunità Religiose ed istituzioni caritative, dalle quali giunge un ringraziamento agli organizzatori: • Associazione “Giacomo Cusmano” (indumenti per adulti e bambini e generi alimentari) • Casa “Allegria” (ragazze madri), Piazza S. Igino Papa, 236 (giocattoli e passeggini)
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• Casa “Regina della Pace” (ragazze madri), via dell’Archeologia, 157/a (giocattoli e passeggini) • Casa di accoglienza “Dono di Maria”, Piazza del S. Uffizio, 9 (generi alimentari) • Casa “Santa Giacinta”, via Casilina Vecchia, 19 (passeggini) • Istituto “San Giovanni Eudes” (giocattoli ed indumenti per bambini) • Parrocchia “Santa Maria Regina degli Apostoli”, via Antonino Pio (generi alimentari, culle e passeggini per neonati, giocattoli, indumenti per adulti e bambini) • Suore “Ancelle di Maria”, via Eurialo, 80 (generi alimentari) • Suore “Divina Provvidenza”, via Innocenzo IV (giocattoli ed indumenti per bambini) • Suore “Madonna di Lourdes” (generi alimentari, giocattoli e indumenti) • Suore “Minime”, via dei Baldassini (generi alimentari) • Suor Paola (giocattoli ed indumenti per bambini) On. Sindaco, al termine dell’Udienza il Santo Padre ha parlato di “un progetto condiviso di sviluppo e di solidarietà, teso a ridurre il più possibile gli squilibri e le contraddizioni presenti a Roma”. La prima edizione di questa iniziativa (che mi auguro si possa ripetere negli anni a venire) è una prova che, utilizzando le parole del Pontefice, da “onesti servitori del bene comune” è possibile creare tale progetto con il coinvolgimento di tutte le associazioni cattoliche che non si risparmiano nel prestare aiuto a quanti sono nel bisogno per offrire risposte concrete. Onorevole Consigliera Delegata, grazie per la fiducia, Onorevole Sindaco, grazie per il sostegno.
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“LA SOFFERENZA È UNA MONTAGNA, MA IL SIGNORE È LA NOSTRA GUIDA” Il 19 gennaio 2009 Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità, si è recato in visita all’Hospice Sacro Cuore facendosi interprete della sollecitudine di Papa Benedetto XVI verso i sofferenti e confortando degenti e familiari.
«La fede è un orizzonte e la sofferenza è come una montagna; si fa fatica a salire ma il Signore ci sta accanto come una guida, e la preghiera è il nostro ossigeno. E poi ci sono gli angeli custodi che ci accompagnano». Il Cardinale Agostino Vallini spiega così, con una metafora semplice e essenziale, il cammino al Calvario di un malato terminale, Giancarlo, uno dei 30 ricoverati dell’Hospice Sacro
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Cuore, che nel pomeriggio di ieri, lunedì 19 gennaio, il porporato ha visitato per salutare e benedire i degenti che si stanno avviando alla morte. Poche parole, una preghiera insieme, una benedizione e, laddove le condizioni lo hanno permesso, una parola di speranza e un dialogo con Filomena, Ada, Liliana, Ida, Irene ed Emanuela. Nomi e volti di una struttura sanitaria che quest’anno festeggia i suoi primi dieci anni e che ha accompagnato alla morte molte persone, ognuno con la sua storia, il suo vissuto e la sua sofferenza. L’Hospice Sacro Cuore, avviato nel 1998 a Roma dal Circolo S. Pietro, con i suoi 150 operatori (medici, infermieri, dirigenti e impiegati), ha in carico 118 persone che usufruiscono delle cure palliative, di cui 66 affette da Alzheimer e 4 affette da Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica). I servizi non si limitano al ricovero nella struttura ma è attiva anche l’assistenza domiciliare, oltre all’ambulatorio per la terapia del dolore, il Day Hospital, la diagnostica generale, un laboratorio di analisi e un reparto di radiologia. Il progetto è destinato ad espandersi perché, grazie alla Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, è stata acquisita la palazzina accanto all’Hospice, nella quale si creerà il nuovo padiglione per i malati di Alzheimer, che lasceranno il posto alle persone affette da Sla, dal primo ottobre 2008 assistite a domicilio. Accolto dal Presidente del Circolo S. Pietro, il duca Leopoldo Torlonia, e da molti membri dello storico circolo, che quest’anno festeggia i 140 anni dalla fondazione, il Cardinal Vallini – che, da Vicario del Papa per la diocesi di Roma, si è fatto interprete della sollecitudine del Santo Padre per i malati terminali, espressa in più occasioni – ha avuto modo di conoscere e pregare accanto a pazienti scelti, come ha ricordato il duca Torlonia, «tra persone con storie di vite spezzate, di solitudine vera e di abbandono». L’aiuto offerto, che si concretizza in una intensa attività di volontariato del Circolo, presente con 30 volontari che sono a servizio dei malati dal lunedì al sabato, è fatto di gesti semplici: «Senza tenere conto mai del credo religioso, della razza e della condizione sociale – ricorda il
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Presidente del Circolo – abbiamo portato il nostro aiuto cristiano. Siamo stati anche rifiutati e non accolti, ma nell’estremo momento eravamo spesso gli unici che stringevamo la mano del sofferente, pregavamo in silenzio accanto a lui e gli chiudevamo gli occhi». E nella continua lotta tra la vita e la morte vivono anche gli operatori sanitari, coloro che ogni giorno sono accanto ai malati e che vedono tante storie di sofferenza, del malato e dei parenti, «spesso - ricorda il caposala del secondo piano - più difficili da gestire dei pazienti veri e propri, che hanno un loro decorso e si avvicinano alla morte con maggiore consapevolezza». E anche se la morte per noi, ha ricordato il Cardinal Vallini «è solo la penultima parola, perché l’ultima è la vita eterna», la battaglia che si combatte ogni giorno nelle stanze dell’Hospice Sacro Cuore è dura. Dura come quella di Emanuela, 39 anni e due figli piccoli, che ha perso la sua battaglia contro il tumore, la cui mamma non riesce a trattenere le lacrime e una domanda al Cardinal che è entrato nella loro stanza: «Perché proprio a mia figlia, così giovane? Non è giusto». La risposta del Vicario del Papa è calda, di slancio: «Solo la fede aiuta ad affrontare qualcosa che umanamente non si capisce. Pregherò per voi, statene certi». La fede, solo quella, ricorderà poi il Cardinal Vallini a Irene, la paziente della stanza successiva, può aiutare a combattere anche quando non si hanno le forze per farlo: «Guardi il Crocifisso che ha davanti – l’ha esortata il porporato –, ci parli, o se vuole rimanga in silenzio, perché il Signore capisce tutti i linguaggi. Gesù ha scelto la via della sofferenza perché quando anche noi vi ci troviamo Lui ci può dire “coraggio, non siete soli”». La sensazione, vedendo entrare il Cardinale nelle stanze, ognuna con la sua realtà così forte di vita e di morte, è proprio quella di una Chiesa che accarezza e accoglie i fratelli più amati, i più simili al Cristo. «Come non ricordare – ha detto alla fine della visita il Cardinal Vallini, a cui è stato consegnato un ricordo come Socio Onorario del Circolo S. Pietro – il Vangelo di Matteo, al capitolo 25 (Venite, benedetti del Padre mio... Perché io ho avuto fame e mi avete dato da man-
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giare... malato e mi avete visitato)? Siamo noi che riceviamo il bene in questo posto così ricco di dolore e di speranza: prendiamo maggiore coscienza di cos’è la vita e la sua piccolezza, e capiamo che la grandezza di una persona – ha concluso il Cardinale – si misura solo dalla nostra capacità di donare e di amare». (dal settimanale Roma Sette)
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QUANDO IL GIOCO DIVENTA SOLIDARIETÀ Nel pomeriggio di sabato 7 febbraio si è svolto alla Sede del Circolo S. Pietro il 1° Torneo di Burraco il cui ricavato è stato utilizzato per proseguire la costruzione di una scuola in Laos, progetto interamente finanziato dal Circolo S. Pietro e gestito dalla Commissione Aiuti Internazionali. Notevole è stato il successo riscontrato tra i quasi cento amici presenti. Nei momenti di pausa il ricco e squisito buffet, in parte preparato dalle volontarie del Circolo, ha permesso a tutti di ristorarsi commentando il bel pomeriggio. Le 32 coppie di giocatori si sono sfidate sotto lo “sguardo vigile” di ben 11 Papi nella bella cornice dell’omonima Sala. Al termine della gara sono stati assegnati i premi: la prima coppia classificata ha ricevuto il 1° trofeo Circolo S. Pietro, sono state premiate anche le coppie classificate al 2° e 3° posto e la coppia con miglior punteggio tecnico. Un particolare ringraziamento va alla Signora Anna Sansoni “anima e cuore” del torneo, alla Signora Nefer Campos che ha diretto in maniera impeccabile la gara, ed ai generosi volontari che hanno accolto ed assistito gli ospiti.
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ASSEMBLEA SOLENNE DEL 24 FEBBRAIO 2009 Il 24 febbraio 2009 si è svolta presso la sede di Palazzo S. Calisto l’Assemblea Solenne del Circolo S. Pietro, particolarmente significativa e partecipata in questo anno del centoquarantesimo. Numerosi i Soci, i Prelati e le Autorità presenti, che hanno partecipato al più importante avvenimento dell’anno sociale, ripercorrendo insieme le tappe principali di questi primi 140 anni.
Relazione morale del Presidente, don Leopoldo Torlonia Eminenze, Eccellenze, Reverendissimi Monsignori, caro Monsignor Assistente, Autorità, Signore e Signori Soci, cari Amici, dichiaro aperta la centoquarantesima Assemblea Solenne del Circolo S. Pietro.
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La memoria storica ricorda con gratitudine coloro che, con il loro amore per il Santo Padre e la loro volontà di testimoniare la propria fede, si riunirono in Casa Lancellotti per gettare le basi della nascita del Circolo S. Pietro, che tradizionalmente è individuata nella data del 28 aprile 1869. I Fondatori furono: il principe Filippo Lancellotti, don Pietro Aldobrandini, Paolo Mencacci, Attilio Ambrosini, Giacomo Bersani, Francesco Bersani, Camillo Boreani, don Bartolomeo Grassi, don Gaetano Giulio Lepri, Tommaso Marola, Salvatore Marola e don Domenico Jacobini. Furono loro, in una storica Udienza, a ricevere l’approvazione e la benedizione del Papa. I loro nomi sono impressi nella memoria dei cultori della storia del nostro antico Sodalizio e ad essi questa sera siamo riconoscenti. Essi iniziarono questa storica, magnifica avventura, fatta di gesti, di solidarietà cristiana, di testimonianza di fede, di aiuto fraterno ai poveri, ma soprattutto di condivisione al Magistero Petrino e in difesa della sacra persona del Santo Padre, vilipesa da tante parti. La loro generosa attività fece stringere attorno a questo primo gruppo il fior fiore della società romana, che vide nel Circolo S. Pietro appena nato un modo nuovo e autentico per restare vicino al Papa e professare pubblicamente l’amore al Sommo Pontefice. Desidero sentirli vicini a tutti noi, oggi, per partecipare alla gioia del nostro incontro, lieti di vedere che le loro Azioni, le loro Preghiere, i loro Sacrifici sono stati un seme che ha prodotto frutti di carità, di amore, di filiale fedeltà al Papa e alla Chiesa lungo tutti questi 140 anni di storia. Quando ancora il “volontariato”, il “terzo settore”, le “ONLUS” non erano conosciuti, i Fondatori e quanti man mano chiedevano di unirsi a loro misero in pratica quanto professavano con le parole: il filiale attaccamento al Papa e la preoccupazione del bene spirituale e materiale dei più deboli. Con questi ideali, riassunti nel motto del nostro Circolo, i Soci hanno iniziato le loro opere, estendendo poi i loro interventi, sempre attenti alle nuove povertà. Oggi questi ideali possono sembrare una scelta anacronistica, ma l’unica per iniziare quel faticoso cammino di rina-
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scita civile e sociale invocato da più parti, come una sorta di nuovo Umanesimo all’inizio del terzo millennio. Dopo le primissime iniziative, quali il Denaro di Pietro (l’Obolo di S. Pietro), istituito immediatamente dopo la costituzione e il riconoscimento del Circolo, il Gabinetto di Cultura, la pubblicazione del periodico “Il Divin Salvatore” e del giornale “La Stella”, l’apertura della Biblioteca, tutte iniziative destinate alla crescita della fede cristiana e alla difesa del Santo Padre, i primi Soci, prendendo via via sempre più coraggio, capiscono che devono imitare Cristo nell’aiutare i poveri. Nel 1872 il Circolo S. Pietro si fa promotore per l’intervento dei Cattolici romani alle elezioni amministrative; nel 1875 sono istituite le scuole serali cattoliche e nel 1887 è aperta in Vicolo Orbitelli la prima Cucina Economica. Nello stesso anno i Soci iniziano a prestare regolare assistenza ai pellegrini che giungono a Roma: da questa iniziativa sorgerà, a distanza di qualche anno, l’Opera Romana Pellegrinaggi. Nel 1888 il Circolo riceve l’incarico ufficiale da Monsignor Maggiordomo di effettuare il Servizio d’Onore nelle funzioni papali; l’anno successivo viene istituita la Commissione Guardaroba dei Poveri, seguita dalla Commissione Studenti e dalla Commissione Circolo. Nascono così sempre nuove iniziative, secondo le necessità del momento: nel 1895 viene istituito il Segretariato del Popolo, per la tutela e la difesa dei più deboli; nel 1897 nasce la Commissione per l’Assistenza Morale e Civile nell’Agro Romano, che si preoccupa di mantenere vivo il culto nelle numerose chiese e cappelle disseminate nella campagna intorno a Roma. Nel 1898 nasce l’Opera dei Vangeli della Domenica, per venire incontro ai soldati in Crimea e farli partecipare alla Messa. Questa idea fu poi sviluppata anche da altri e, dopo un lungo silenzio, è rinata con i foglietti che trovate ogni domenica sui banchi delle Vostre Chiese. Nel 1908, in occasione del catastrofico terremoto in Calabria e in Sicilia, viene costituita l’Opera di Assistenza ai profughi e nel 1911 viene aperta la prima Casa Famiglia.
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Lo scoppio della Grande Guerra vede i Soci impegnati in una serie di opere di assistenza ai profughi e alle famiglie dei richiamati al fronte: è un momento drammatico per il Paese; la popolazione è stremata dalla guerra, dalla fame, dalle malattie, come la terribile epidemia di spagnola; molte famiglie perdono un loro caro nelle vicende belliche di un conflitto che farà sentire le sue tragiche conseguenze nella società anche negli anni successivi al 1918. Nel 1920 vengono istituite la Commissione Opere di Pietà e Religione, la Commissione Sport, la Mensa per gli Universitari Cattolici e l’Opera S. Francesco Regis per la legittimazione dei matrimoni e dei figli. Nel 1928, dopo essersi dati un nuovo Statuto, i Soci costituiscono la Commissione Opere Missionarie e, nel 1935, l’Opera degli Asili Climatici di Rocca Priora. L’anno successivo il Circolo riceve l’incarico di provvedere all’ufficiatura della Cappella di Santa Maria della Pietà al Colosseo: ancora oggi tutti i sabati e le domeniche vi viene celebrata la Santa Messa, alla quale partecipano Soci, amici e anche turisti in visita all’Anfiteatro Flavio. Il periodo della seconda guerra mondiale vede come protagonista la Commissione Cucine Economiche, che distribuirà più di 4.000.000 di pasti e sarà insignita del prestigioso titolo di Pontificia; per alleviare le famiglie viene costituito l’Ufficio Ricerche per i sinistrati dispersi. Dopo la fine del secondo conflitto, i Soci rivolgono le loro attenzioni ad altre attività di sostegno e di aiuto ai più poveri: nel 1950 vengono aperte le Case del Pellegrino, posti di ristoro e di sosta per i numerosi pellegrini che giungono a Roma in occasione dell’Anno Santo, e l’anno successivo i Soci intraprendono varie iniziative a favore delle popolazioni del Polesine, a seguito delle alluvioni che avevano colpito quella regione; ugualmente i Soci si attiveranno nel 1966 a favore della popolazione calabrese, in occasione dei dolorosi eventi naturali che colpirono la Regione. Dopo la stesura di un nuovo Statuto, avvenuta nel 1967, il Circolo festeggia il suo centenario nel 1969: Sua Santità Papa Paolo VI, Socio
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del Circolo S. Pietro, durante l’indimenticabile Udienza per il centenario, decorerà con una medaglia d’oro da lui offerta la bandiera del Circolo. Ma nel corso degli anni sorgono nuove forme di povertà e di bisogno, alle quali occorre dare risposte diverse, con un impegno considerevole sia economico che umano: nascono così la Commissione Aiuti Internazionali, che ha allargato la sfera di intervento del Circolo in vari Paesi; il Centro di Via Fidene, inizialmente Centro di Ascolto per fornire consulenze legali, amministrative e sanitarie, oggi Centro Polifunzionale; l’Hospice della Clinica Sacro Cuore, il primo a Roma e uno dei primi in Italia, che assiste i malati per ridare dignità di vita a quanti, schiacciati dalla sofferenza e dall’angoscia, sembrano desiderare la morte come liberazione. Quest’anno, oltre ai 140 anni del Circolo, ricorre anche il decimo anniversario di queste ultime due opere: in questi dieci anni i Soci e i volontari hanno confermato, con un servizio particolarmente attento e delicato, la loro vicinanza ai più fragili e ai più deboli, condividendo le loro storie di abbandono e di solitudine. Stiamo vivendo oggi un periodo di grandi difficoltà, materiali e spirituali. La comunità internazionale segue con grande preoccupazione l’evolversi della più grave crisi economico-finanziaria del dopoguerra, le cui conseguenze nelle vite delle persone, soprattutto le più deboli, devono ancora manifestarsi in tutta la loro drammaticità. La crisi che ha provocato un impensabile e devastante terremoto nella finanza mondiale ha dimostrato che nessuno, neanche la più grande e potente economia al mondo, può permettersi di lasciare soli i più piccoli, i poveri, i deboli, abbandonandoli al loro destino nel momento del bisogno. Da quanto accaduto dobbiamo prendere spunto per imparare a considerare con maggiore attenzione il nostro operare per il raggiungimento del miglior bene comune. Dunque il nostro compito deve essere quello di testimoniare, soprattutto davanti alle giovani generazioni, l’importanza dell’impegno a favore degli altri, nella convinzione che la nostra credibilità sta nell’operare secondo gli insegnamenti del Vangelo,
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anche a costo del sacrificio personale. Questa continua tensione, questa vitalità, la tenace volontà di portare aiuto sono una delle componenti del nostro operato. In occasione del centoquarantesimo anniversario dalla fondazione il Circolo si è dotato di un nuovo Statuto, approvato da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Camillo Ruini il 13 giugno 2008; la Presidenza poi ha pensato di migliorare e ampliare alcune delle opere già esistenti: sono ormai terminati i lavori nella Cucina di Via Adige e stiamo completando la ristrutturazione dell’Asilo Notturno di Santa Maria in Cappella; sta partendo il progetto per la trasformazione del Centro Polifunzionale di Via Fidene, che potrà offrire più servizi ai nostri assistiti; verrà potenziata l’offerta assistenziale dell’Hospice della Clinica Sacro Cuore. Il Circolo ha poi partecipato a varie iniziative in collaborazione con altre associazioni caritative e con le Pubbliche Istituzioni: ricorderò l’Emporio della carità, sotto l’egida del Comune di Roma, con la collaborazione della Caritas Diocesana, della Compagnia di S. Paolo, della Comunità di Sant’Egidio, dell’Arciconfraternita di S. Trifone e del Banco Alimentare, grazie al quale persone sole e nuclei familiari, che vivono in situazioni particolarmente disagiate, potranno ottenere gratuitamente generi di prima necessità; la campagna “Romainsieme”, promossa dal Comune, che ha visto molti Soci e collaboratori su alcune piazza romane, durante il periodo natalizio, per la raccolta di generi alimentari, giocattoli, capi di abbigliamento e articoli per l’infanzia, che sono stati donati a moltissime parrocchie, associazioni e case di accoglienza. La conclusione di questa collaborazione si è tenuta nel nostro Centro Polifunzionale di Via Fidene con l’intervento dell’ On. Gianni Alemanno, Sindaco di Roma. Grazie Signori Soci per il Vostro contributo nel servizio nelle varie Commissioni del Circolo e tramite Voi voglio ringraziare innanzi tutto le Vostre famiglie, che inevitabilmente, ma credo con piacere, vi aiutano e condividono con Voi le nostre attività caritative. Vi prego di rendervi interpreti di questi sentimenti anche verso i Vostri amici che, tramite Voi, sostengono le nostre opere.
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Il ringraziamento mio, di tutti i nostri Soci e dei nostri assistiti va ai tanti benefattori che ci sostengono da moltissimi anni. Ringrazio il Governatorato della Città del Vaticano, che contribuisce con generi alimentari al rifornimento delle nostre Cucine; la Fondazione Roma, che ci consente di mantenere il livello di eccellenza nell’Hospice Sacro Cuore; la Banca d’Italia, la Fondazione Peretti, la Provincia di Roma. Voglio ringraziare don Prospero Colonna per aver ospitato il concerto offerto dal Presidente della Fondazione Roma, Professor Avv. Emmanuele Emanuele, eseguito dall’Orchestra della Fondazione, con cui si è iniziato il ricordo del centoquarantesimo anno della nostra storia. Caro don Franco, a Lei sento di dover rivolgere particolari sentimenti di riconoscenza per la Sua presenza nella guida spirituale di tutti noi. Le sono riconoscente per il Suo prezioso consiglio e per la sua partecipazione alle opere di carità che svolgiamo. La sua guida spirituale ci rende più forti nella fede, più attivi nella carità. Eminenze, Eccellenze, Signore e Signori Soci, siamo un piccolo Circolo che da centoquarant’anni è strumento della carità che il Papa fa giungere ai figli più deboli della Sua Diocesi. Fieri di un passato sempre attivo, ci impegniamo a proseguire per portare aiuto, consolazione, amore ai poveri e agli ammalati, e stasera confermiamo questi sentimenti autentici come una promessa ulteriore del nostro amore a Gesù, confortati dall’amore di Maria Santissima, qui venerata sotto l’antico titolo di “Salus Populi Romani”. Auguro al Circolo S. Pietro e a tutti noi di continuare a operare ancora per lunghi anni per portare al mondo la speranza cristiana. Pensiero spirituale dell’Assistente Ecclesiastico Mons. Franco Camaldo Signor Cardinale, Eccellenze Reverendissime, Reverendissimi Monsignori, illustrissimo e caro Signor Presidente Generale, carissimi Soci ed amici qui presenti. È sempre gradito dovere dell’Assistente Ecclesiastico del Circolo S. Pietro prendere la parola al termine dell’annuale Assemblea Solenne per
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rivolgere, come da tradizione, un pensiero prima della preghiera e della Benedizione finale. Brevemente vorrei questa sera fermarmi sulla Festa della Cattedra di S. Pietro che celebriamo oggi e che è anche la Festa del nostro amato Circolo. Si tratta di una tradizione molto antica, attestata a Roma fin dal secolo IV, con la quale si rende grazie a Dio per la missione affidata all’apostolo Pietro e ai suoi Successori. La cattedra, letteralmente, è il seggio fisso del Vescovo, posto nella chiesa madre di una Diocesi, che per questo viene detta cattedrale, ed è il simbolo dell’autorità del Vescovo e, in particolare, del suo magistero, cioè dell’insegnamento evangelico che egli, in quanto successore degli Apostoli, è chiamato a custodire e trasmettere alla Comunità cristiana. Quando il Vescovo prende possesso della Chiesa particolare che gli è stata affidata, egli, portando la mitra e il bastone pastorale, si siede sulla cattedra. Da quella sede guiderà, quale maestro e pastore, il cammino dei fedeli, nella fede, nella speranza e nella carità. Quale fu, dunque, la cattedra di S. Pietro? Egli, scelto da Cristo come roccia su cui edificare la Chiesa (cfr Mt 16, 18), iniziò il suo ministero a Gerusalemme, dopo l’Ascensione del Signore e la Pentecoste. La prima sede della Chiesa fu il Cenacolo, ed è probabile che in quella sala, dove anche Maria, la Madre di Gesù, pregò insieme ai discepoli, un posto speciale fosse riservato a Simon Pietro. Successivamente, la sede di Pietro divenne Antiochia, città situata sul fiume Oronte, in Siria, oggi in Turchia, a quei tempi terza metropoli dell’impero romano dopo Roma e Alessandria d’Egitto. Di quella città, evangelizzata da Barnaba e Paolo, dove “per la prima, volta i discepoli furono chiamati cristiani” (At 11, 26), dove quindi è nato il nome cristiani per noi, Pietro fu il primo vescovo, tanto che il Martirologio Romano, prima della riforma del calendario, prevedeva anche una specifica celebrazione della Cattedra di Pietro ad Antiochia. Da lì, la Provvidenza condusse Pietro a Roma, centro dell’impero, simbolo dell’Orbis - l’Urbs la città che esprime l’Orbis la terra - dove concluse con il martirio la sua corsa al servizio del Vangelo. Per questo la sede di Roma, che aveva
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ricevuto il maggior onore, raccolse anche l’onere affidato da Cristo a Pietro di essere al servizio di tutte le Chiese particolari per l’edificazione e l’unità dell’intero Popolo di Dio. La sede di Roma, dopo queste migrazioni di S. Pietro, venne così riconosciuta come quella del Successore di Pietro, e la cattedra del suo Vescovo rappresentò quella dell’Apostolo incaricato da Cristo di pascere tutto il suo gregge. Lo attestano i più antichi Padri della Chiesa, come ad esempio Sant’Ireneo, Vescovo di Lione, ma che veniva dall’Asia Minore, il quale, nel suo trattato Contro le eresie, descrive la Chiesa di Roma come “più grande e più antica, conosciuta da tutti;… fondata e costituita a Roma dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo”; e aggiunge: “Con questa Chiesa, per la sua esimia superiorità, deve accordarsi la Chiesa universale, cioè i fedeli che sono ovunque” (III, 3, 2-3). Tertulliano, poco più tardi, da parte sua, afferma: “Questa Chiesa di Roma, quanto è beata! Furono gli Apostoli stessi a versare a lei, col loro sangue, la dottrina tutta quanta” (La prescrizione degli eretici, 36). La cattedra del Vescovo di Roma rappresenta, pertanto, non solo il suo servizio alla comunità romana, ma la sua missione di guida dell’intero Popolo di Dio. Celebrare la Cattedra di Pietro significa, perciò, attribuire ad essa un forte significato spirituale e riconoscervi un segno privilegiato dell’amore di Dio, Pastore buono ed eterno, che vuole radunare l’intera sua Chiesa e guidarla sulla via della salvezza. Tra le tante testimonianze dei Padri, mi piace riportare quella di S. Girolamo, tratta da una sua lettera scritta al Vescovo di Roma, particolarmente interessante perché fa esplicito riferimento proprio alla cattedra di Pietro, presentandola come sicuro approdo di verità e di pace. Così scrive Girolamo: “Ho deciso di consultare la cattedra di Pietro, dove si trova quella fede che la bocca di un Apostolo ha esaltato; vengo ora a chiedere un nutrimento per la mia anima lì, dove un tempo ricevetti il vestito di Cristo. Io non seguo altro primato se non quello di Cristo; per questo mi metto in comunione con la tua beatitudine, cioè con la cattedra di Pietro. So che su questa pietra è edificata la Chiesa” (Le lettere I, 15, 1-2).
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A conclusione vorrei parteciparvi quanto detto dal Santo Padre Benedetto XVI sia domenica scorsa all’Angelus e sia il 22 febbraio di tre anni fa: “Nell’odierna domenica cade anche fa festa della Cattedra di S. Pietro, importante ricorrenza liturgica che pone in luce il ministero del Successore del Principe degli Apostoli. La Cattedra di Pietro simboleggia l’autorità del Vescovo di Roma, chiamato a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio. Subito dopo il martirio dei Santi Pietro e Paolo, alla Chiesa di Roma venne infatti riconosciuto il ruolo primaziale in tutta la comunità cattolica, ruolo attestato già nel II secolo da Sant’Ignazio di Antiochia (Ai Romani, Pref.: Funk, I, 252) e da Sant’Ireneo di Lione (Contro le eresie III, 3, 2-3), Questo singolare e specifico ministero del Vescovo di Roma è stato ribadito dal Concilio Vaticano II. “Nella comunione ecclesiastica, leggiamo nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa - vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni, rimanendo integro il primato della Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale della carità (cfr S. Ign. Ant., Ad Rom., Pref.), tutela le varietà legittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non nuoccia all’unità, ma piuttosto la serva” (Lumen gentium, 13). Cari fratelli e sorelle, nell’abside della Basilica di S. Pietro, come sapete, si trova il monumento alla Cattedra dell’Apostolo, opera matura del Bernini, realizzata in forma di grande trono bronzeo, sorretto dalle statue di quattro Dottori della Chiesa, due d’occidente, Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, e due d’oriente, S. Giovanni Crisostomo e Sant’Atanasio. Vi invito a sostare di fronte a tale opera suggestiva, che oggi è possibile ammirare decorata da tante candele, e pregare in modo particolare per il ministero che Iddio mi ha affidato. Alzando lo sguardo alla vetrata di alabastro che si apre proprio sopra la Cattedra, invocate lo Spirito Santo, affinché sostenga sempre con la sua luce e la sua forza il mio quotidiano servizio a tutta la Chiesa. Di questo, come della vostra devota attenzione, vi ringrazio di cuore.”
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Per noi essere strettamente uniti e vicini al Papa; per Lui offrire le nostre preghiere, le nostre azioni, i nostri sacrifici è fondamento della nostra vita e anche del nostro essere Soci del Circolo: anche in questo particolare momento storico in cui di nuovo le potenze del male sembra che vogliono accrescersi e intensificarsi nei confronti del Santo Padre. Sono attacchi ingenerosi, meschini e gretti, pieni soltanto di risentimento, animosità ed astio! Al nostro amatissimo Santo Padre Benedetto XVI vogliamo qui solennemente riconfermare dal profondo del cuore e con tutta l’intensità e la forza di cui siamo capaci, il nostro sincero amore, la nostra assoluta fedeltà, la nostra fervente preghiera! È la tradizione del nostro Circolo da 140 anni. È l’eredità che ci hanno lasciato i nostri antichi Soci. È il proposito che desideriamo realizzare tutti insieme. È l’impegno che vogliamo assumere ancora una volta questa sera Con l’aiuto di Dio, la protezione di Maria Santissima Salus Populi Romani, l’intercessione di S. Pietro, Principe degli Apostoli e nostro celeste Patrono. Grazie. Intervento di Sua Eccellenza Jean-Pierre Mazery Gran Cancelliere del Sovrano Militare Ordine di Malta Eminenze, Eccellenze, Reverendissimi Monsignori, Signori Soci, Caro Presidente, Roma ha il bene di avere la presenza di questo antico Circolo che porta aiuto ai poveri e agli ammalati con generosità da centoquaranta anni, con costanza, con amore, con discrezione. Ho ascoltato attentamente le parole del Presidente, dalle quali si comprende che oltre alle molteplici iniziative, c’è quel tanto in più dei Soci che operano con amore nella totale fedeltà alla Chiesa e al Sommo Pontefice. È questa dedizione che fa la differenza e fa del Circolo S. Pietro un unicum tra le numerose istituzioni esistenti a Roma.
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Conoscendo le benemerenze di questa antica e nobile Istituzione il Sovrano Consiglio dell’Ordine di Malta ha deciso di tributare al Circolo S. Pietro un raro onore che ho il piacere di conferire stasera: la Croce al Merito Melitense. Non sembri strano questo gesto, dovuto al vostro operato, finalità che il Sovrano Ordine di Malta persegue da quasi mille anni. Il nostro è un incontro di grande significato per i sentimenti ed i valori che ci uniscono alla Chiesa e al Santo Padre. È con questi sentimenti di gratitudine per il Vostro operato, che a nome di Sua Altezza Eminentissima il Principe e Gran Maestro dell’Ordine di Malta Frà Matthew Festing e del Sovrano Consiglio, ho l’onore di conferire la Croce al Merito Melitense alla bandiera del Circolo S. Pietro in occasione dei centoquarant’anni della sua fondazione. In occasione del centoquarantesimo del Circolo riproponiamo a tutti i Soci la professione di fede che viene pronunciata in occasione del passaggio a Socio Effettivo. È l’occasione per fare memoria dell’impegno assunto ufficialmente davanti all’assemblea dei Soci, guida di tutte le opere di carità compiute in nome del Sommo Pontefice. Eletto a far parte di questo Circolo, prometto solennemente alla presenza di Dio, di professare e praticare con lealtà la Religione cattolica nella quale sono nato e in cui spero, con la Grazia di Dio, di morire. Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, Nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso morì e fu sepolto; discese all’inferno; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
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CONSEGNA DEL DISTINTIVO DORATO AI SOCI CHE HANNO COMPIUTO 25 ANNI DI APPARTENENZA AL CIRCOLO S. PIETRO Comm. AUGUSTO DI IANNI Cav. Dott. VINCENZO DOMINICI Dott. SALVATORE GERALDI Dott. GIUSEPPE LAI Dott. MARCO PANNUCCI Comm. Prof. AUGUSTO PELLEGRINI Cav. Gr. Cr. Dott. MARCELLO PELLEGRINI Dott. ANTONIO RAIMONDO Dott. MASSIMO RUSPANTINI Dott. GIANFRANCO STEFANUCCI Gr. Uff. Dott. GIUSEPPE TEDESCHI
CONSEGNA DELLA MEDAGLIA DORATA AI SOCI CHE HANNO COMPIUTO 50 ANNI DI APPARTENENZA AL CIRCOLO S. PIETRO Avv. FABIO MASSIMO LAIS Dott. Prof AGOSTINO MALTARELLO Comm. Prof. ARTURO VASTA
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I NUOVI SOCI EFFETTIVI Duchessa Donna CINTIA TORLONIA On. GIANFRANCO BAFUNDI Dott. Arch. PATRIZIO BUSIRI VICI Sig.ra ALESSIA CEFALI S.E. Cav.Gr.Cr. Dott. ALBERTO CONSOLI PALERMO NAVARRA Conte Cav.Gr.Cr. Prof. GIUSEPPE DELLA TORRE DEL TEMPIO SANGUINETTO Dott. MASSIMILIANO D’ANGELO Cav. Ing. ALESSANDRO FALEZ Dott.ssa CLAUDIA GAUCCI Dott. GUGLIELMO INNOCENTI Sig.ra SUSANNA MIELE Avv. CESARE MORELLI Don PAOLO PATRIZI NARO MONTORO Cav. del Lav. Dott. GIAN ANNIBALE ROSSI DI MEDELANA SERAFINI FERRI On. Avv. CLAUDIO SANTINI Dott. PIERO URODA Comm. Ing. PIER CARLO VISCONTI Cav. Dott. ANTONIO ZAPPI
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ONORIFICENZE benevolmente concesse da Sua Santità Benedetto XVI ai Soci che si sono particolarmente distinti nelle opere del Circolo COMMENDATORE DELL’ORDINE DI S. GREGORIO MAGNO Comm. PIERLUIGI CENCELLI Comm. RANIERO SALVAGGI COMMENDATORE DELL’ORDINE DI S. SILVESTRO PAPA Comm. GIUSEPPE FERRARO Comm. MASSIMO FUSCO Comm. CIRO SCOGNAMIGLIO DAMA DELL’ORDINE DI S. GREGORIO MAGNO Dott. ssa FRANCESCA MANNA ROSSI CAVALIERE DELL’ORDINE DI S. GREGORIO MAGNO Cav. ALESSANDRO VALERIO BACCARINI Ing. MARCO SIMONCINI CAVALIERE DELL’ORDINE DI S. SILVESTRO PAPA Cav. RUGGERO ROSCI CROCE PRO ECLLESIA ET PONTIFICE Sig.ra CATERINA BEVACQUA PANARELLO
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UDIENZA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL CIRCOLO S. PIETRO PER LA CONSEGNA DELL’OBOLO Il 3 aprile 2009 la Presidenza del Circolo è stata ricevuta da Sua Santità Benedetto XVI nella tradizionale Udienza annuale, nel corso della quale è stato umiliato al Santo Padre l’Obolo di S. Pietro raccolto dai Soci nella Diocesi di Roma.
Cari Soci del Circolo S. Pietro! Con vero piacere vi incontro e porgo a ciascuno di voi il mio cordiale saluto, che estendo volentieri ai vostri familiari e a quanti operano con voi nelle diverse attività promosse dal vostro benemerito sodalizio. Saluto, in particolare, il Presidente Generale, il Duca Leopoldo Torlonia, che ringrazio per le parole con le quali ha interpretato i comuni sentimenti, e il vostro Assistente spirituale, Mons. Franco Camaldo.
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L’occasione mi è propizia per rinnovarvi il mio vivo apprezzamento per il servizio che rendete al Papa, e per il contributo che offrite alla comunità cristiana di Roma, specialmente venendo incontro ai bisogni di tanti nostri fratelli poveri e indigenti. Vi ringrazio perché con queste vostre iniziative di solidarietà umana ed evangelica voi rendete presente, in un certo modo, la premura del Successore di Pietro verso chi si trova in condizioni di particolare necessità. Noi sappiamo che l’autenticità della nostra fedeltà al Vangelo si verifica anche in base all’attenzione e alla sollecitudine concreta che ci sforziamo di manifestare verso il prossimo, specialmente verso i più deboli ed emarginati. Così, il servizio caritativo, che può dispiegarsi in una molteplicità di forme, diventa una privilegiata forma di evangelizzazione, alla luce dell’insegnamento di Gesù, il quale riterrà come fatto a se stesso quanto avremo fatto ai nostri fratelli, specialmente a chi tra loro è “piccolo” e trascurato (cfr Matteo 25, 40). Perché allora il nostro servizio non sia soltanto azione filantropica, pur utile e meritevole, è necessario alimentarlo con costante preghiera e fiducia in Dio. Occorre armonizzare il nostro sguardo con lo sguardo di Cristo, il nostro cuore con il suo cuore. In tal modo, il sostegno amorevole offerto agli altri si traduce in partecipazione e consapevole condivisione delle loro speranze e sofferenze, rendendo visibile, e direi quasi tangibile, da una parte la misericordia infinita di Dio verso ogni essere umano, e dall’altra la nostra fede in Lui. Gesù, il suo Figlio Unigenito, morendo in croce, ci ha rivelato l’amore misericordioso del Padre che è sorgente della vera fraternità tra tutti gli uomini, e ci ha indicato l’unica via possibile per diventare credibili testimoni di questo Amore. Tra qualche giorno, nella Settimana Santa, avremo la possibilità di rivivere intensamente la somma manifestazione dell’Amore divino. Potremo immergerci, ancora una volta, nei misteri della dolorosa passione e della gloriosa risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo. Il Triduo Pasquale sia per ciascuno di voi, cari fratelli, occasione propizia per rinsaldare e purificare la vostra fede; per aprirvi alla contemplazione della Croce che è mistero di amore infinito a cui attingere forza per fare della vostra esistenza un dono ai fratelli.
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La Croce di Cristo - scrive il Papa S. Leone Magno - è “sorgente di tutte le benedizioni, è causa di tutte le grazie” (cfr. Disc. 8 sulla passione del Signore, 6 - 8). Dalla Croce scaturisce anche la gioia e la pace del cuore, che rende testimoni di quella speranza di cui si avverte un grande bisogno in questo tempo di crisi economica diffusa e generalizzata. E di tale speranza saranno segni eloquenti le varie iniziative di carità del vostro benemerito Circolo S. Pietro, come pure e soprattutto le vostre stesse esistenze, se vi lascerete guidare dallo Spirito di Cristo. Cari amici, come ogni anno, siete venuti quest’oggi a consegnarmi l’obolo di S. Pietro, che avete raccolto nelle parrocchie di Roma. Grazie per questo segno di comunione ecclesiale e di concreta partecipazione allo sforzo economico che la Sede Apostolica dispiega per andare incontro alle crescenti urgenze della Chiesa, specialmente nei Paesi più poveri della terra. Desidero, ancora una volta, manifestare il mio vivo apprezzamento per tale vostro servizio, animato da convinta fedeltà e adesione al Successore di Pietro. Il Signore vi renda merito e ricolmi di benedizioni il vostro Circolo; aiuti ciascuno di voi a realizzare pienamente la propria vocazione cristiana in famiglia, nel lavoro e all’interno della vostra Associazione. La Vergine Santa accompagni e sostenga con la sua materna protezione i vostri propositi e i vostri progetti di bene. Da parte mia, vi assicuro la mia preghiera per voi qui presenti, per tutti i soci e i volontari, come pure per quanti vi affiancano nelle varie vostre attività, e per coloro che incontrate nel vostro quotidiano apostolato. Con tali sentimenti, vi imparto con affetto una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre famiglie e alle persone a voi care. L’indirizzo d’omaggio del Presidente Generale, don Leopoldo Torlonia Beatissimo Padre, grazie per questa specialissima Udienza che ci incoraggia attraverso la parola del Papa. Il prossimo 28 aprile compiremo 140 anni dalla fondazione del
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Circolo, avvenuta con la benedizione e l’incoraggiamento del Beato Pio IX. Da quel momento i Soci del Circolo hanno dedicato ogni loro sforzo per andare incontro ai poveri della città di Roma, e per tutti questi anni sono sempre stati ispirati dalla parola del Successore di Pietro. Quest’anno il Cardinale Vicario Agostino Vallini benedirà i locali ristrutturati dell’Asilo Notturno, dove trovano accoglienza i poveri senza dimora. La nostra attività del centoquarantesimo anno è impegnata nella ristrutturazione di una Cucina, dove mangiano gli assistiti, e di un Centro Polivalente, dove, durante il giorno, trovano accoglienza immigrati, ai quali viene tenuto un corso di alfabetizzazione informatica e dove è stato allestito un gabinetto medico e un Centro di Ascolto e di distribuzione di indumenti e coperte. Quest’anno abbiamo ricordato anche il decimo anniversario della costituzione dell’Hospice Sacro Cuore, che ha accolto in questi anni diecimila malati terminali, accompagnati con dignità all’ultimo momento, confortati da un’assistenza medico-psico-oncologica e dall’assistenza morale e religiosa dei Soci del Circolo S. Pietro. Umanamente siamo soddisfatti del nostro impegno cristiano, ma sappiamo di aver solo posto il seme e che certamente non vedremo il raccolto, ma abbiamo testimoniato con la nostra presenza e la nostra attività la fede in Cristo e l’amore al Papa, per il quale ogni iniziativa viene fatta nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo. Padre Santo, siamo ben consci della reale situazione della Diocesi di Roma, nella quale accorrono stranieri e poveri e non a tutti si riesce a dare l’aiuto di una promozione umana vera, ma certamente tutti possono beneficiare della solidarietà cristiana del nostro Circolo. Le nostre Case Famiglia, in una delle quali accogliamo le famiglie dei bambini ricoverati nell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e nell’altra giovani studentesse, sono seguite con particolare attenzione, affinché l’accoglienza e l’assistenza spirituale faccia sentire a tutti meno pesante la lontananza delle famiglie, e affrontare il distacco e la sofferenza in un luogo che li ospita con sensibilità e con affetto. Grazie Santità.
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UN LUOGO DI CARITÀ, ASCOLTO E MISERICORDIA Il 24 aprile 2009 è stata aperta nuovamente al pubblico la Cucina Economica di Via Adige, dopo importanti lavori di ammodernamento e ristrutturazione dei locali. Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Renato Boccardo, Vescovo tit. di Acquapendente e Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha benedetto la struttura rinnovata alla presenza del Presidente e di numerosi soci del Circolo.
Venerdì 24 aprile 2009 Mons. Renato Boccardo, Vescovo tit. di Acquapendente e Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha benedetto le due sale della cucina economica di via Adige 11, riaperte dopo un periodo di ristrutturazione dei locali. Presenti alla benedizione di Mons. Boccardo il Presidente del Circolo duca don Leopoldo Torlonia, l’Assistente Ecclesiastico
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Mons.Franco Camaldo, il Consigliere comunale e delegata del Sindaco allo Sviluppo dei rapporti con il mondo cattolico Avv. Lavinia Mennuni. Ad animare il momento di preghiera sono stati i ragazzi del gruppo parrocchiale di San Roberto Bellarmino accompagnati da monsignor Andrea Celli, direttore dell’ufficio giuridico del Vicariato di Roma. «Il Circolo S. Pietro – ha sottolineato Mons. Boccardo – da 140 anni tenta di essere come quell’uomo samaritano che vede il bisognoso sul ciglio della strada e si vuole fare strumento della carità del Papa. Siamo qui quindi – ha aggiunto – a prendere coscienza di questa opera di attività incessante di cui il Circolo ci da testimonianza». Il tipo di povertà che cura il Circolo, secondo l’alto prelato «non è solo di chi non ha un piatto di minestra o un bicchiere di vino – ha spiegato Mons. Boccardo – ma soprattutto di chi manca di compagnia, accoglienza e ascolto». La Cucina economica del Circolo diventa quindi, grazie all’impegno dei volontari, «luogo di carità, di ascolto e di misericordia». Il segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha invocato quindi la benedizione su coloro che «vivono in questo luogo: i volontari del Circolo S. Pietro e coloro che ogni giorno vengono qui a cercare qualcosa da mangiare ma anche consolazione, ascolto e speranza». Entusiasta della riapertura della mensa di via Adige è stata anche la Dottoressa Lavinia Mennuni, che ha spiegato come «da sempre il Circolo S. Pietro si distingue per l’eccellenza dei servizi offerti ed è un vero e proprio punto di riferimento per il sociale. Speriamo – ha concluso – che questo tipo di iniziative possano proliferare su tutto il territorio capitolino». A fare gli onori di casa il presidente del Circolo don Leopoldo Torlonia: «Le nostre Cucine economiche – ha sottolineato accogliendo gli ospiti – sono aperte a tutti: si conserva l’anonimato di chi siede alla mensa per mangiare un pasto caldo e nessuno va via senza essere stato servito». La struttura di via Adige, nel cuore del quartiere Trieste, serve 20mila pasti caldi all’anno e con le altre due mense di proprietà e gestione del Circolo S. Pietro contribuisce alla distribuzione di 80mila coperti annuali.
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L’intervento del Presidente, don Leopoldo Torlonia Eccellenza Reverendissima, Mons. Celli, Mons. Assistente, Autorità, cari Soci e amici del Circolo S. Pietro, centoquarant’anni fa, quando avemmo la benedizione del Beato Papa Pio IX a fondare il Circolo S. Pietro, fra le prime preoccupazioni del Santo Padre ci fu quella di pensare alle moltitudini di poveri a cui poter offrire una minestra calda, quella minestra che sarà poi tradizionalmente chiamata dai nostri assistiti “la minestra del Papa”. Così è conosciuta a Roma; prima era Pontificia Opera delle Cucine Economiche, per sottolineare la sollecitudine del Papa verso i bisognosi. In tutti questi anni, l’opera delle Cucine Economiche ha avuto delle punte altissime di distribuzione, che sono culminate nell’ultimo dopoguerra con la distribuzione di quattro milioni di porzioni in un anno ed in quel momento, a Roma, agivano venticinque cucine. In questi ultimi vent’anni, cessata ormai l’emergenza e con l’avvento della Caritas e di altre organizzazioni, il Circolo S. Pietro continua la sua tradizione nelle sue tre cucine, alle quali i poveri accedono gratuitamente e liberamente, cioè senza procedure burocratiche. I Soci del Circolo sono presenti nelle cucine per l’accoglienza degli ospiti. Oggi ci siamo incontrati, e vi ringrazio per la vostra presenza, per inaugurare la cucina di Via Adige, ristrutturata e messa a norma secondo le vigenti leggi, come abbiamo dovuto fare nel corso degli anni per questa e per le altre cucine. Come tutti sanno, non è questa l’unica opera in cui il Circolo profonde il proprio impegno, ma è quella che più di ogni altra ha fatto conoscere la generosità del Santo Padre, al quale ogni azione caritativa del Circolo è dedicata e noi siamo orgogliosi di essere definiti strumento della carità del Papa. Consentitemi, ora, di ringraziare tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di tutto questo, in particolare la Fondazione Roma Terzo Settore, già FEO – FIVOL della Fondazione Roma, nelle persone del suo Presidente, Dott. Mario Pandozy, del Segretario generale,
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Professoressa Alessandra Taccone, e del Dott. Nicola Massimini, Responsabile Sportello della Solidarietà, per aver voluto sostenere con il loro contributo parte dei lavori. È per questo motivo che abbiamo voluto ricordare il munifico intervento della Fondazione con una targa ricordo apposta all’interno della Cucina. Con piacere voglio ringraziare i ragazzi di S. Roberto Bellarmino per il loro prezioso servizio verso i poveri che frequentano la nostra Cucina. È per me motivo di grande soddisfazione vedere i giovani impegnarsi in questa bella attività al servizio della carità. Un particolare ringraziamento a Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Renato Boccardo, sempre vicino alle opere del nostro Circolo, anche attraverso donazioni di generi alimentari del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Ringrazio Mons. Andrea Celli per l’aiuto concreto dei giovani che lui prepara a S. Roberto Bellarmino. Caro Mons. Assistente, lei è parte viva della nostra preparazione spirituale, attraverso la quale ci indica la strada della carità, quale segno di condivisione con i poveri e di testimonianza cristiana. Ringrazio tutti per la presenza a questa inaugurazione che è segno visibile della carità che il Circolo offre nella Diocesi del Papa.
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UN “COMPLEANNO” PARTICOLARE IN VATICANO Il 28 aprile 1869 nei saloni di Palazzo Lancellotti vedeva la luce il Circolo S. Pietro. Centoquaranta anni dopo gli eredi dei Soci fondatori hanno festeggiato l’importante ricorrenza con una Santa Messa celebrata da Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Fernando Filoni, Sostituto della Segreteria di Stato, nella Cappella Redemptoris Mater nel Palazzo Apostolico Vaticano. Per lo storico Sodalizio è stato un grande onore e un segno di amicizia e considerazione profonda aver potuto celebrare tale ricorrenza nel cuore stesso della Chiesa.
Omelia di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Fernando Filoni Cari Soci del Circolo S. Pietro, ho accolto volentieri l’invito, che mi avete gentilmente rivolto a presiedere questa celebrazione eucaristica, a 140 anni dalla fondazione
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del vostro benemerito sodalizio, istituito dal Beato Pio IX il 28 aprile 1869. È per me un’occasione propizia per salutarvi tutti cordialmente, a cominciare dal vostro Presidente generale, il Duca Leopoldo Torlonia e dal vostro Assistente Spirituale, Mons. Franco Camaldo. Mi faccio con piacere interprete dell’apprezzamento del Santo Padre per il servizio che quotidianamente voi compite con encomiabile generosità, e specialmente per l’intensa vostra attività caritativa a favore dei più poveri e dei malati. Continuate così ad essere un fedele prolungamento della mano caritatevole del Successore di Pietro, al tempo stesso realizzando una valida attività di evangelizzazione. Questo vostro servizio non si esaurisca pertanto nell’aiuto materiale, ma sia un vera testimonianza evangelica; non basta infatti andare incontro ai bisogni concreti, occorre soprattutto rispondere alle esigenze più vitali dello spirito. Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci parla proprio di un cibo che non è opera delle nostre mani, ma viene da Dio stesso e che è il più utile per la nostra esistenza. Gesù propone ai suoi ascoltatori un parallelismo tra il pane che sazia solo momentaneamente e il pane che invece fa vivere eternamente. Nel deserto - egli afferma - Iddio sfamò la fame del suo popolo con la manna; ora invece Egli ha consegnato all’umanità il Pane vero, che non sono i miracoli dei quali la gente resta stupita, non é un potente sostegno materiale, non è nemmeno un risolutivo progetto politico, sociale o economico, come molti auspicavano. Il pane che Gesù annuncia è un Pane che dà la vita, vita eterna, vita che non muore. Dice Gesù: «Io sono il pane della vita». Ed aggiunge: «chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete». È lui dunque il Pane che ci fa vivere; chi ne mangia realizza la propria felicità. Egli è Pane di Vita che sfama l’eterno desiderio dell’uomo di ‘un di più’, di ‘un oltre’ che solo Iddio può soddisfare. Con questo ‘segno’, il segno del Pane disceso dal Cielo che dà la vita, l’evangelista Giovanni ci svela la vera identità di Gesù: il Figlio di Dio salvatore, venuto nel mondo per la nostra salvezza. L’uomo ha bisogno di Dio; ha ‘fame’, ‘desiderio’ di un Dio che si doni a noi, che ci riveli il senso della nostra esistenza; di un Dio che ci ‘nutra’ quando le mise-
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rie attanagliano il nostro essere fragile e soggiacente alla schiavitù della morte. Abbiamo bisogno di Qualcuno che ci faccia diventare ciò che profondamente sperimentiamo di essere e che fatichiamo a tradurre nei mille gesti di ogni giorno, e cioè persone chiamate a vivere la loro esistenza come un dono da accogliere e da condividere. In definitiva, possiamo dire che il Cristo, attraverso il segno del pane e le parole che lo accompagnano, rivela noi a noi stessi e ci rende capaci di essere ciò che siamo secondo il progetto del Creatore: esistenza che si dona ai fratelli. La parola di Dio, che la liturgia propone oggi alla nostra meditazione, è stimolo per ciascuno di noi, cari amici del Circolo S. Pietro, a vivere in maniera sempre più intensa e profonda la nostra vocazione cristiana. È invito per la vostra Associazione a realizzare il proprio servizio con spirito evangelico, consapevoli di ciò che la Chiesa attende da ciascuno di voi. In quanto fedeli laici, voi in effetti siete chiamati a ricomporre nella vostra quotidiana attività in famiglia, sul lavoro e nella società, l’unità d’una vita che nel Vangelo trova ispirazione e forza per realizzarsi in pienezza. Il vostro Sodalizio, inoltre, deve contribuire a formare fedeli che, illuminati dalla Parola di Dio e dall’insegnamento della Chiesa, si impegnino in prima linea nella difesa del dono sacro della vita, nella salvaguardia della dignità della persona umana, nella promozione del vero significato del matrimonio e della famiglia, nella tessitura della pace e della giustizia, nella costruzione di una nuova umanità. Tutto questo attraverso la sincera e personale adesione al Vangelo, che si esprima nella quotidiana sequela di Cristo. Se ci si lascia attrarre dall’amore per il Signore, tutto il resto viene di conseguenza e, nelle diverse situazioni della vita, si riesce a diffondere l’energia redentrice del Vangelo, mediante la santità, all’interno delle realtà temporali. E questo in modi e stili diversi, come abbiamo potuto ammirare nei cinque santi che domenica scorsa il Papa Benedetto XVI ha solennemente canonizzato in Piazza S. Pietro. Arcangelo Tadini, Bernardo Tolomei, Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, Geltrude Comensoli e Caterina Volpicelli sono sicuramente personalità tra loro molto diverse, con carismi loro tipici, sono vissuti in contesti differen-
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ti, ma ad accomunarli c’è l’amore appassionato per l’Eucaristia. Se quest’anelito sarà in ciascuno di voi, cari membri del Circolo di S. Pietro, voi potrete contribuire a trasmettere a quanti incontrate la ricchezza dei valori e i fermenti di vita propri del messaggio evangelico. Cari fratelli e sorelle, tra poco accompagnerò il Santo Padre nella sua visita ai terremotati dell’Aquila e di diversi paesi d’Abruzzo. L’esperienza tragica del terremoto, che ha colpito quella popolazione, ha mostrato anche una confortante gara di generosità nell’opera dei soccorsi. Ci sono eventi, come questo, che fanno apparire quanto precaria sia la nostra umana esistenza e come tutto possa finire in pochi istanti. Diviene allora più pressante l’invito a poggiare la nostra vita su ciò che non perisce perché l’unica cosa che non crolla è l’amore. Torniamo così alle parole di Gesù e al “segno” del Pane di vita immortale. Questo pane di vita, questo pane di amore ci rende capaci di affrontare tutte le prove dell’esistenza. Vorrei concludere invitandoci, cari amici, ad accogliere la Parola di Dio che abbiamo ascoltato. Vedremo così affinarsi i nostri occhi e Gesù ci apparirà come il vero Pane disceso dal cielo, che sazia la nostra fame d’infinito. Questo è in definitiva il miracolo che quotidianamente si realizza nell’Eucarestia, corpo spezzato e sangue versato, che ridona la vita; Gesù dono di sé offerto ed effuso largamente per tutti gli uomini. La Vergine Maria, perfetta discepola del Signore, ci aiuti a comprendere questo mistero di amore e a tradurlo nei gesti quotidiani della vita. Amen! Il saluto del Presidente, don Leopoldo Torlonia Eccellenza Reverendissima, la celebrazione di questa mattina ci trova coinvolti emotivamente per la straordinarietà di trovarci nel cuore della Chiesa, in questa Cappella, Redemptoris Mater, in cui si respira, come disse l’amato Papa Servo di Dio Giovanni Paolo II, con i due polmoni dell’Oriente e dell’Occidente, in questo Palazzo Apostolico Vaticano, dove vive il
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Vicario di Cristo, Successore di S. Pietro, e da dove esercita il ministero di Vescovo di Roma e di Pastore della Chiesa Universale. Siamo qui convenuti, oggi in cui ricorre il centoquarantesimo anniversario dalla fondazione, avvenuta per volontà del Beato Papa Pio IX, anche in rappresentanza dei Soci, degli assistiti, dei degenti e dei volontari dell’Hospice Sacro Cuore, per ringraziare Gesù di averci accompagnato in questo lungo cammino di carità, di condivisione fraterna con quanti soffrono, di preghiera per il Papa. La nostra riconoscenza al Signore è grande, come la nostra emozione per averci concesso di vivere questo momento di intensa spiritualità, che ci invita a continuare nel cammino iniziato dai nostri predecessori, un cammino di testimonianza cristiana nella Diocesi del Papa. Eccellentissimo Monsignor Sostituto, rinnoviamo il nostro giuramento di fedeltà alla Chiesa e al Papa, al quale da sempre è dedicata ogni nostra azione. Deponiamo ai piedi di Maria Santissima, Salus Populi Romani, tutte le nostre intenzioni di bene, invocando la Sua materna intercessione, sempre accompagnati dalla protezione di S. Pietro nostro Patrono. La ringraziamo ancora, Eccellenza Reverendissima, per il magnifico dono della Sua presenza e della Sua preghiera e chiediamo a Vostra Eccellenza di voler trasmettere al Santo Padre Benedetto XVI, Cui va il nostro affetto e la nostra devozione, l’assicurazione della nostra fervente preghiera con la quale accompagneremo Sua Santità oggi nella visita all’Aquila nelle zone colpite dal terremoto e a quelle care popolazioni che colà vivono. Grazie Eccellenza.
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ASSEMBLEA ORDINARIA DEL 21 MAGGIO 2009 RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE CAV. PIERO FUSCO Signor Presidente, Monsignor Assistente, Egregi Consoci, cari Amici, benvenuti al consueto incontro annuale, durante il quale è compito del Segretario Generale riepilogare le attività del nostro Circolo, per illustrare quanto abbiamo fatto nel corso dell’anno e parlare dei progetti futuri a favore dei nostri assistiti. Quest’anno, poi, l’appuntamento ha una valenza particolare, perché celebriamo il centoquarantesimo anniversario dalla fondazione del nostro amato Sodalizio. Mi piace pensare ai Soci Fondatori mentre, il 28 aprile 1869, nelle sale di Palazzo Lancellotti, compilavano l’atto di nascita del Circolo: forse mai avrebbero potuto immaginare che la nascente Associazione della Gioventù Cattolica Romana sarebbe approdata al terzo millennio, dopo un lungo cammino di impegno a favore dei bisognosi della nostra Città e di filiale sequela, costante e devota, al suo Vescovo, il Papa. La nostra presenza qui stasera dimostra che abbiamo voluto raccogliere la loro eredità, che vogliamo continuare a vivere la nostra fede applicando ogni giorno gli ideali che da 140 anni guidano i Soci e che sono riassunti nel nostro motto: la Preghiera, quale costante abbandono al Signore e sostegno nelle inevitabili difficoltà quotidiane, l’Azione, che rende vera e credibile la nostra fede, il Sacrificio, misura stessa del sentimento che guida le nostre azioni. Se costanti sono stati i riferimenti più profondi delle nostre opere, sono invece cambiati nel corso degli anni i tipi e i modi della carità, perché sono cambiate le esigenze della povertà e i bisogni dei nostri fratelli meno fortunati. Dal soddisfacimento di semplici bisogni primari, fornire un pasto caldo, un ricovero dignitoso per la notte, un vestito decente, tutte cose che oggi ci sembrano scontate, ma che erano dram-
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matiche emergenze fino alla metà del secolo scorso, abbiamo ampliato il nostro campo d’azione, con il Centro di Ascolto, l’Hospice, gli Aiuti Internazionali, per rispondere ad altri bisogni, non più solo materiali, ma anche morali e spirituali. La Commissione Cucine Economiche, oltre a proseguire nella gestione delle ormai storiche mense per i poveri, a Via della Lungaretta e a Via Mastrogiorgio, che hanno distribuito circa 35.000 pasti completi, ha portato a compimento i lavori di ristrutturazione della Cucina di Via Adige, che è stata riaperta il 24 aprile con una cerimonia alla quale hanno partecipato molti Soci. Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Renato Boccardo, Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, sempre vicino alle nostre opere, ha benedetto i locali e ha donato per l’occasione una bella riproduzione di un quadro del ‘500 raffigurante Maria Madre della Famiglia. La Commissione, inoltre, ha assistito numerose famiglie bisognose e vari Istituti religiosi e collaborato con il Centro Polifunzionale di Via Fidene e la Commissione Guardaroba, consegnando derrate alimentari di vario tipo. È già ripresa l’attività di sostegno alla cucina di Via Adige da parte dei ragazzi della Parrocchia di S. Roberto Bellarmino, che assicurano con discrezione e gioia cristiana la loro presenza almeno due volte a settimana. I Soci presenti all’inaugurazione hanno avuto modo di conoscerli mentre animavano l’azione liturgica. Anche la Commissione Asili Notturni sta completando gli impegnativi lavori edili della struttura di Via Santa Maria in Cappella, nella quale era temporaneamente sospesa l’attività di accoglienza dei poveri e dei senza tetto. Grazie alla professionalità dei tecnici impiegati, grazie alla tenacia e alla determinazione dei Soci che seguono i lavori, stiamo per riaprire l’Asilo, tornando a fornire questa importante assistenza a numerose persone costrette a passare la notte in strada. Il nostro Presidente ha voluto una particolare attenzione alla dignità degli assistiti, tanto che nel recupero di tale opera sono state previste solo camerette singole. La Commissione Guardaroba, oltre a fornire abiti, scarpe e coperte ai poveri, ha partecipato anche all’iniziativa “Romainsieme”, promossa dal Comune di Roma unitamente ad altre associazioni operanti nel
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nostro territorio. Tale manifestazione, che si è svolta dal 15 dicembre al 6 gennaio, ha coinvolto molti Soci e collaboratori, nonché molti giovani, nella raccolta di generi alimentari di prima necessità, abiti, giocattoli e materiale per bambini. Tutto ciò che è stato raccolto nelle piazze di Roma da appositi “pullmini della solidarietà” è stato donato a numerose parrocchie e comunità, facendo arrivare a tante persone in difficoltà un segno tangibile della generosità dei romani, che hanno aderito in gran numero alla raccolta. Continua la collaborazione con la Diocesi di Albano, per tramite della Caritas Diocesana, con la consegna periodica di abiti, scarpe, lenzuola. Rileviamo anche la presenza del Circolo nell’Annuario Diocesano. La Commissione Case Famiglia gestisce la Casa Giovanni Paolo II di Via della Lungaretta, dove sono accolti i genitori dei bambini ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e la Casa della Madonnina del 16 di Via S. Giovanni in Laterano, nella quale sono ospitate ragazze non abbienti sotto il vigile sguardo delle Maestre Pie Venerini. Anche nelle due Case sono stati eseguiti piccoli ma indispensabili interventi di manutenzione. Molto importante, oltre alla semplice accoglienza, anche l’assistenza religiosa, assicurata dalle suore che operano nelle strutture e da Padre Leonardo Sileo, che segue le ragazze ospitate in Via S. Giovanni in Laterano. Proprio il clima familiare, la sollecitudine delle suore e l’assistenza religiosa costantemente fornita, in piena adesione ai principi ispiratori delle nostre opere, sono le cose maggiormente apprezzate dai nostri ospiti. L’importanza per il territorio del Centro Polivalente di Via Fidene, che festeggia i suoi primi dieci anni e che comprende un Centro di ascolto, un punto di assistenza sanitaria, un centro informatico e alcuni settori di consulenza, è stata sottolineata anche dalle istituzioni: infatti il Sindaco di Roma, On. Gianni Alemanno, ha voluto chiudere la campagna “Romainsieme”, alla quale abbiamo partecipato, con una conferenza stampa che si è tenuta proprio nella struttura di Via Fidene, un’occasione per il nostro Presidente di illustrare le attività del Circolo ai numerosi giornalisti presenti. Il Centro Polivalente risponde a esigenze di vario tipo di moltissime persone: ricorderò a mero titolo esemplifica-
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tivo che i Soci e i volontari impegnati forniscono circa 4.000 consulenze annue, ascoltando problemi personali, fornendo assistenza fiscale, legale e medica, distribuendo, in collaborazione con altre Commissioni, viveri di prima necessità, buoni pasto, indumenti e biancheria. Anche il Centro verrà interessato da importanti lavori di ristrutturazione, per ampliare l’offerta di servizi e diventare sempre di più un punto di riferimento per quanti vivono nell’abbandono e nel disagio. L’A.V.C. S. Pietro ha festeggiato i dieci anni dalla sua istituzione organizzando a ottobre un importante convegno medico - scientifico dal titolo “Curare ancora – L’etica della responsabilità verso i più fragili”, argomento di grande interesse e attualità, che si è tenuto nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense. Nel corso del convegno la Responsabile della Commissione ha presentato una relazione sul ruolo del volontario all’interno del percorso di cura. Il 19 gennaio Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità, ha visitato l’Hospice Sacro Cuore, complimentandosi con i medici e il personale della Clinica e soprattutto con i volontari del Circolo per quanto fanno per le persone ricoverate, che usufruiscono delle cure palliative. Il centro, che offre anche assistenza domiciliare, grazie all’insostituibile contributo della Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, si amplierà con un padiglione dedicato ai malati di Alzheimer e di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Lo scopo di questa opera del Circolo è dare testimonianza di solidarietà cristiana ai pazienti in situazione di terminalità, all’interno di una struttura che cerca di dare loro la migliore qualità di vita, fornendo così una valida e caparbia alternativa alle teorie che vedono nell’eutanasia l’unica risposta a malattie inguaribili o particolarmente invalidanti, nella convinzione che ogni vita umana è preziosa e insostituibile in tutti i momenti e in tutte le condizioni. Anche nell’Hospice una cura particolare è rivolta all’assistenza spirituale dei malati e delle loro famiglie, sia durante l’anno presso la Clinica, sia al Circolo, dove viene celebrata una Santa Messa in suffragio dei pazienti deceduti, alla quale partecipano molti familiari e volontari.
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La Commissione per la Carità del Papa esprime la vicinanza e il filiale attaccamento del Circolo al Vicario di Cristo raccogliendo, per privilegio ultracentenario, l’antico Obolo di S. Pietro nella Diocesi di Roma. Si assiste a un progressivo aumento delle presenze di Soci, loro parenti e amici impegnati in questa che è una delle attività più caratteristiche del nostro antico Sodalizio, motivo di grande orgoglio e soddisfazione nell’essere un vero e proprio braccio operativo del Santo Padre verso i fedeli della Sua stessa Diocesi. La Commissione lavora tutto l’anno, ma il punto centrale della sua attività è la raccolta che si svolge nelle Basiliche Papali il 29 giugno. Tutto quello che viene raccolto è umiliato al Santo Padre nel corso dell’Udienza annualmente concessa alla Presidenza del Circolo. Colgo l’occasione per sollecitare tutti i Soci ad aderire a questa opera così caratteristica del nostro antico Sodalizio con offerte personali, facendosi promotori della Carità del Papa con parenti e amici, nei luoghi di studio e di lavoro e, infine, partecipando di persona alla raccolta, che quest’anno si terrà nei giorni 27, 28, 29 giugno. La Sezione Servizi d’Onore è l’altra opera con la quale i Soci hanno la possibilità di manifestare, anche fisicamente, la loro vicinanza al Papa, assicurando il servizio durante le cerimonie presiedute dal Santo Padre e in varie celebrazioni della Chiesa di Roma. Quest’anno la Sezione ha svolto quaranta servizi d’onore, con circa mille presenze di Soci, che hanno vissuto così l’amore e il filiale attaccamento alla persona del Successore di Pietro e alla Chiesa. Vero e proprio filo rosso che lega e sostiene tutte le nostre opere, fornendo ai Soci il nutrimento spirituale che consente loro di testimoniare in maniera fattiva la loro fede, è la Commissione Culto, che cura tutte le celebrazioni liturgiche del Circolo durante l’anno, sia la Santa Messa domenicale nella Cappellina di Santa Maria della Pietà al Colosseo, luogo di culto veramente unico al mondo, e i primi venerdì del mese, sia le funzioni in occasione delle principali ricorrenze cristiane o di eventi particolari. Quest’anno l’Ora Santa di Adorazione, tradizionale appuntamento che insieme alla festa dell’Immacolata Concezione apre le celebrazioni
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dell’Avvento, è stata guidata da Sua Eminenza Rev.ma il Signor Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, che ha donato ai numerosi Soci presenti un momento di intensa spiritualità e di profonde riflessioni cristiane. Per celebrare il giorno della fondazione, il 28 aprile Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Fernando Filoni, Sostituto della Segreteria di Stato, ha celebrato la Santa Messa nella Cappella Redemptoris Mater, riservando ai Soci il privilegio di festeggiare insieme questo importante anniversario nel cuore della Chiesa, nel Palazzo Apostolico, vicino al Successore di Pietro. La Commissione Aiuti Internazionali anche quest’anno ha sostenuto varie attività caritative e formative in molti Paesi disagiati, contribuendo alla costruzione di una scuola materna in Laos, la prima scuola cattolica, è bene ricordarlo, in quella regione, una delle più povere del mondo. In questo modo il Circolo vuole essere uno dei mezzi con cui il Vescovo di Roma fa giungere la Sua carità e la Sua tenerezza anche a fratelli lontani geograficamente, ma sempre vicini al Suo cuore di Pastore Universale. La Commissione Circolo non manca mai di mantenere e di rinforzare i rapporti tra i Soci, nelle maniere più diverse. Ricorderò l’organizzazione degli incontri che seguono le catechesi di Monsignor Assistente, la tombolata natalizia, il supporto alle vendite di beneficenza, divenute ormai un appuntamento irrinunciabile per moltissimi Soci e amici del nostro Sodalizio. Quest’anno la Commissione ha anche organizzato un torneo di burraco, che è stato molto apprezzato e ha creato un’ulteriore occasione di incontro tra Soci, amici e benefattori del Circolo. La Sezione Bollettino e Stampa cura la diffusione delle informazioni sui più importanti avvenimenti della Chiesa e sugli eventi sociali, tramite il Bollettino e il sito internet del Circolo, che viene aggiornato praticamente in tempo reale con le notizie di tutte le nostre attività. Da quest’anno dopo ogni evento che riguarda il Circolo viene redatto un comunicato stampa, riportato anche questo sul sito internet, che ci
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permette di essere presenti nella pagina della cronaca cittadina di molti quotidiani, non soltanto cattolici, e sulle reti televisive, un’occasione per diffondere le nostre attività presso un pubblico sempre più vasto. La Sezione sta curando la pubblicazione di un numero speciale del Bollettino per il centoquarantesimo, per ripercorrere la storia e le attività del nostro Sodalizio lungo tutti questi anni. La Tesoreria e l’Economato hanno, come sempre, contribuito alla gestione e al controllo delle attività finanziarie del Circolo, con un lavoro puntuale ed efficiente che ha consentito alle varie Commissioni di svolgere al meglio il loro lavoro. La Segreteria ha assicurato la gestione dell’archivio Soci, inviando migliaia di lettere e comunicazioni, ed è stata un vero e proprio supporto logistico e di coordinamento per tutte le Commissioni e per la Presidenza. Quest’anno, poi, la Segreteria ha dovuto far fronte a una mole di lavoro supplementare, organizzando e gestendo, oltre ai consueti avvenimenti sociali, anche le varie manifestazioni legate alle celebrazioni per il centoquarantesimo. Tra le tante attività svolte quest’anno ricorderò la revisione dello Statuto e del Regolamento del Circolo, un lavoro veramente impegnativo, al quale hanno contribuito numerosi Soci, portando il prezioso contributo della loro esperienza e della loro professionalità. La Presidenza ha voluto aprire le celebrazioni per il centoquarantesimo anniversario della fondazione organizzando un concerto dell’Orchestra della Fondazione Roma, diretta dal Maestro Francesco La Vecchia, gentilmente concessa dal Presidente della Fondazione, Prof. Avv. Emmanuele Emanuele. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone tra Soci, familiari, amici, Autorità religiose e civili, si è svolta negli splendidi saloni di Palazzo Colonna, generosamente messici a disposizione dal Principe don Prospero Colonna, ed è stata un evento davvero memorabile, che, insieme alla conferenza medico – scientifica di ottobre, ha inaugurato un anno denso di iniziative e ricco di riconoscimenti per il Circolo. Per tutto quello che è stato realizzato nel corso di quest’anno, per
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quello che è in corso di realizzazione, per tutte le nostre attività devo ringraziare tutti voi, a cominciare dal Presidente, che fin dal primo anno del suo incarico è entrato in perfetta sintonia con lo spirito e il fervore che animano le nostre opere, continuandole rispettando la tradizione del nostro antico Sodalizio, ma con gli indispensabili rinnovamenti suggeriti dai nostri tempi, dalle leggi attuali e dalle esigenze delle nuove povertà. Ringrazio tutti i membri della Presidenza, per la loro guida paterna e affettuosa e per l’appoggio che anche quest’anno non mi hanno fatto mancare. Desidero rivolgere un ringraziamento particolare al Rev.mo Mons. Assistente, sempre pronto a offrirci il prezioso dono della sua guida e della sua esperienza pastorale per farci crescere sempre più nella fede e per dirigere i nostri passi con la luce della Parola. A Voi tutti, cari amici Soci del Circolo S. Pietro, va il mio più sentito ringraziamento, per la Vostra sollecitudine, la Vostra abnegazione, il Vostro volerVi fare prossimo dell’altro. Il Vangelo ci presenta Gesù, tra le tante immagini, come la vite, quella vera, della quale noi siamo i tralci. È un’immagine enorme, incredibile, quella di un Dio che vuole servirsi di noi per donare al mondo i suoi frutti, vuole aver bisogno degli uomini per espandere il Suo Regno di bontà, di giustizia, d’amore. È proprio questo il senso delle nostre opere, la ragione più profonda del nostro impegno, il significato del motto che da 140 anni indirizza generazioni di Soci. Dobbiamo essere non soltanto fieri, ma anche felici di essere Soci del Circolo S. Pietro, che ci dà la possibilità di trasformare la nostra fede in opere concrete, senza le quali non potremmo dirci compiutamente cristiani. Guardiamo a Maria Santissima, che è sempre rimasta unita a Dio, tralcio che ha donato all’umanità il frutto più prezioso; invochiamola come Salus Populi Romani, affinché protegga i Soci del romano Circolo S. Pietro, come fa da 140 anni, e consenta loro di continuare ancora a portare frutti di carità e di bene. Viva il Papa!
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“FARE LE COSE VOLENTIERI SECONDO DIO” Il 25 giugno 2009 il Circolo S. Pietro ha avuto l’alto onore di celebrare la Festa dei Santi Pietro e Paolo con la Santa Messa presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità. La cerimonia si è svolta nella bella cornice della Chiesa di Maria Madre della Famiglia, presso il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Omelia di Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità Caro Presidente, caro Monsignore, Assistente Ecclesiastico, cari fratelli e sorelle!, ho accolto volentieri il vostro invito ad unirmi a voi per ringraziare il
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Signore del bene che il Circolo S. Pietro ha compiuto in questi 140 anni di storia. Siete infatti nati come associazione nel 1869, grazie all’iniziativa di un generoso gruppo di giovani nobili romani, ed il sodalizio ebbe subito la benedizione dall’allora Pontefice, il Beato Pio IX. Questa ricorrenza è allora molto opportuna per ricordare quanti vi hanno preceduto e le opere da loro realizzate; è un’occasione anche per guardare al presente e al futuro ed alle prospettive apostoliche che vi animano. Vogliamo porre sull’altare quanto è stato fatto finora e quello che intendete compiere, ringraziando il Signore per la Sua costante e provvidente assistenza. Sono questi i sentimenti che mi animano mentre vi saluto con affetto, e con grande piacere vi partecipo il saluto e la speciale benedizione del Santo Padre Benedetto XVI, a cui vi sentite legati da stretti vincoli di affetto e devozione, a motivo del carisma che qualifica la vostra Associazione. È infatti proprio la fedeltà incondizionata alla Chiesa e al Romano Pontefice il distintivo del Circolo S. Pietro, che sintetizza il suo programma di azione nel motto: “Preghiera-Azione-Sacrificio”, ed i cui pilastri sono la testimonianza della fede, della carità fraterna e il servizio ai sofferenti. La Parola di Dio appena proclamata ci aiuta a focalizzare qualche aspetto peculiare del vostro carisma e i suoi assi portanti. Nella prima lettura S. Pietro esorta gli anziani a pascere il gregge “volentieri, secondo Dio di buon animo”, facendosi per i fedeli modelli da imitare. Si tratta - è chiaro - di una esortazione rivolta ai pastori della Chiesa, ma l’invito a “fare le cose volentieri secondo Dio” è appropriato per ogni cristiano, e specialmente per quanti sono chiamati a svolgere un peculiare servizio nella Chiesa. Possiamo allora trarre da queste parole di S. Pietro un’applicazione concreta per la nostra vita spirituale. Essendo discepoli di Cristo domanda un impegno costante ad accettare e a fare tutto con gioia - “volentieri” - , in modo responsabile - “facendovi modelli” -, tenendo conto del vero bene dei fratelli. Mai allora ci succeda di agire “per vile interesse”, ma sempre “di buon animo”, sapendo accettare con serenità anche le contrarietà e le incomprensioni, guardando, come a esempio sublime da seguire, a Gesù, il quale
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per il suo gregge - per tutti noi - ha dato la vita immolando se stesso sulla croce. Celeste patrono e modello a cui ispirarsi è l’apostolo Pietro, il quale aveva un cuore pieno di amore per il Signore, nonostante gli errori, i peccati e le debolezze umane. È molto familiare la figura di questo Apostolo a noi che lavoriamo al servizio del Papa, e ripercorrerne la vicenda umana ci fa meglio comprendere quanto buono e misericordioso sia il Signore con chi si fida di Lui e Lo ama. Ecco, è l’amore la chiave di volta di tutta la nostra esistenza. Nel brano del Vangelo abbiamo riascoltato la commovente professione di fede di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Confessione importante perché riconoscere Gesù come Cristo (Messia), significa dichiarare che non c’è nessun altro capace di dare senso vero alla propria vita. Ma il riconoscerlo come Messia - replica Gesù a Pietro - non è frutto di indagine o riflessione introspettiva – “Né la carne né il sangue te l’hanno rivelato” -, ma è rivelazione che viene dall’Alto: te l’ha rivelato “il Padre mio che sta nei cieli”. La fede è dunque dono! Sí, cari amici, è un dono che con il Battesimo ciascuno di noi ha ricevuto; un dono che per sua natura richiede un impegno che investe tutta la persona. Il brano evangelico secondo Matteo, che è stato proclamato, ci presenta inoltre il ruolo che Pietro e i suoi Successori rivestono nella Chiesa. Poggiata sull’infallibile professione di fede di Pietro, la Chiesa cammina guidata dalla potenza dello Spirito Santo. Dobbiamo però aggiungere che essa quasi “si nutre” di perdono, a partire proprio dall’esperienza del Pescatore di Galilea che, caduto nella tentazione, si è rialzato, ha confessato la sua colpa tra le lacrime e ha ricevuto il perdono di Cristo. La comunità cristiana è nella sua intima essenza luogo del perdono, luogo dell’amore che poggia sulla fiducia nella misericordia di Dio e si traduce in accoglienza e compassione per le sofferenze dei fratelli e per le loro debolezze. Anzi, potremmo aggiungere che la Chiesa viene tenuta insieme dal perdono, non essendo una comunità di perfetti, ma di peccatori sempre bisognosi di dare e ricevere perdono. Se leggiamo in questa ottica evangelica gli eventi quoti-
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diani delle nostre comunità dove emergono episodi e atteggiamenti pieni di fragilità, invece di scoraggiarci o scandalizzarci, siamo portati a toccare con mano una verità fondamentale: non sono le risorse umane, anche se necessarie, a tenere unita una comunità, una famiglia, un’associazione, bensì l’umile accoglienza dell’amore misericordioso di Dio, il quale si fida dell’uomo nonostante le sue manchevolezze, limiti e tradimenti. Cari amici, il Circolo S. Pietro è nato per essere al servizio del Successore di Pietro, per aiutarlo e per farlo conoscere e amare; soprattutto per far giungere ai poveri la sua carità. Per voi valga sempre ciò che diceva S. Giovanni Crisostomo, che “ogni boccone di pane é in qualche modo un boccone del pane che appartiene a tutti, del pane del mondo”. Mantenetevi fedeli a questa missione, e coltivate in voi e tra di voi sentimenti di sincera accoglienza e di amicizia fraterna, sapendo bene che la concordia, alimentata dalla fiamma viva della carità, converte i cuori. Una vera cultura della pace non penetra nelle profondità del cuore umano se non attraverso gesti umili e quotidiani di carità, di bontà, di perdono, prima che attraverso gli obiettivi diplomatici e politici. Potrete così proseguire quel servizio che da sempre svolgete con abnegazione nella Diocesi di Roma, mediante molteplici attività caritative e assistenziali: penso alla Commissione Asili Notturni, che fornisce a chi ne è privo un letto e un dignitoso riparo per la notte; alle tre mense attive dalla fine del diciannovesimo secolo, che assicurano settantamila pasti caldi l’anno; alle Case Famiglia, che accolgono ogni anno tra i dieci e tredicimila ospiti; all’Hospice Sacro Cuore, per le cure palliative ai malati terminali; al Centro Polifunzionale diurno di via Fidene, che ogni anno offre a oltre duemila persone consulenze gratuite di carattere psicologico, giuridico ed amministrativo, oltre ad aiuti materiali; e alle molte altre forme di intervento sociale. Cari amici, nella prima lettura S. Pietro ci ha ricordato la prospettiva che sempre ci deve guidare: ricercare la ricompensa della “corona di gloria che non marcisce”. Tutto ciò che compiamo sia pertanto un gratuito servizio di fede e di amore, che non attende a gratificazione la
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lode umana, ma ricerca la gloria di Dio. Continuate ad operare con questo stile! È un modo eloquente per annunciare e testimoniare la speranza cristiana, di servire il Papa e di svolgere una capillare opera di evangelizzazione. Vi accompagni e protegga la Vergine Santa, venerata a Roma con il titolo di Salus Populi Romani, e il vostro Patrono, S. Pietro, vi aiuti a rispondere con amore alla vostra vocazione al servizio del Successore di Pietro e della Chiesa. Amen! Discorso del Presidente, don Leopoldo Torlonia Eminenza Reverendissima, grazie, per aver voluto accogliere il nostro invito a celebrare questa Santa Messa nell’anno del centoquarantesimo anniversario della fondazione del nostro antico Sodalizio. Partecipiamo al sacrificio eucaristico con la gioia di questo anniversario: 140 anni fecondi di bene, ricchi di impegno a favore dei bisognosi, che i Sommi Pontefici, da Pio IX al Santo Padre Benedetto XVI, ci hanno sempre voluto riconoscere con affetto e generosità. Siamo onorati che il Papa abbia voluto rinnovare, nell’Udienza per la consegna della raccolta dell’Obolo di S. Pietro, questo nostro speciale servizio, indicandoci quale strumento della Carità del Papa nella Sua Diocesi. L’impegno e il sacrificio di tutti i Soci del Circolo S. Pietro ha fatto sì che questo centoquarantesimo anniversario abbia visto realizzare la riapertura della Cucina di Via Mastrogiorgio e la ristrutturazione dell’Asilo Notturno di Santa Maria in Cappella, che a giorni verrà inaugurato dall’Eminentissimo Signor Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Sua Santità; non è questo il momento per tracciare bilanci, ma lo è per rinnovare a Vostra Eminenza la nostra incondizionata fedeltà alla Chiesa e al Santo Padre, una fedeltà che dura da sempre e che si rinnova, giorno dopo giorno, nella preghiera per il Papa e nell’Apostolato fra i bisognosi di Roma. Siamo convinti di aver fatto il nostro dovere, ma sappiamo quanto ce ne resta da fare. Pio IX ci disse
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che non aveva più un esercito, ma che l’esercito dei poveri non gli sarebbe mai mancato: a questo rivolgiamo le nostre attenzioni, il nostro amore e il nostro aiuto. La speranza di un mondo migliore ci fa proseguire nel nostro compito di condivisione fraterna con quanti soffrono ed è per noi palestra per esercitare le nostre menti e i nostri cuori alla carità alla sequela del Vangelo e questa è stata la catechesi che il nostro Assistente, Mons. Camaldo, ha sviluppato nell’anno. Gli argomenti che Monsignore ha trattato, alla luce del messaggio evangelico, hanno voluto approfondire la parola del Papa, soprattutto per quanto concerne l’amore verso gli ultimi. Possiamo dire, Eminenza Reverendissima, che il Circolo S. Pietro da centoquarant’anni è sempre in prima linea, sempre pronto a portare il suo contributo verso le nuove povertà. Eminentissimo Signor Cardinale, Segretario di Stato, sono certo che l’Eminenza Vostra vorrà rendersi interprete presso il Santo Padre dei sentimenti di gratitudine e filiale devozione dei Soci del Circolo S. Pietro, sempre attenti alla parola del Magistero Petrino in unione di preghiera, secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.
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DIGNITÀ E RISPETTO AL CENTRO DELL’AZIONE DEL CIRCOLO S. PIETRO Il 15 luglio 2009 Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità, ha inaugurato la rinnovata struttura dell’Asilo Notturno di Santa Maria in Cappella, che ha riaperto i battenti dopo impegnativi lavori di ristrutturazione dell’edificio. Ad accogliere il Vicario Generale di Sua Santità il Presidente, i Soci del Circolo, amici e benefattori oltre agli ospiti dell’Asilo medesimo, con i quali Sua Eminenza si è intrattenuta dopo la benedizione dei locali.
È stato aperto il 15 luglio 2009 il nuovo asilo notturno “Papa Leone XIII”, lo storico dormitorio del Circolo S. Pietro nel cuore del quartiere di Trastevere, rinnovato e inaugurato alla presenza di
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Sua Eccellenza Rev.ma il Sig. Card. Agostino Vallini Vicario di Sua Santità, che ne ha benedetto i locali. La struttura, aperta il primo luglio 1880 in via di Santa Maria in Cappella con la benedizione apostolica impartita dal Santo Padre Leone XIII, è stato riaperta dopo due anni di lavori di ristrutturazione e 300mila euro investiti. Il dormitorio offrirà agli ospiti – indigenti della Capitale, senza fissa dimora, anziani con una pensione minima e immigrati – 29 stanze singole arredate con dignità. L’investimento è stato sostenuto da donazioni importanti come quella della Fondazione Nando Peretti. «In questi 140 anni avete anticipato la dottrina sociale della Chiesa, dalla “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII alla recente enciclica di Papa Benedetto XVI “Caritas in veritate”– commenta il Cardinale Vallini –, agendo concretamente per testimoniare come l’attenzione all’uomo e a chi ha bisogno è l’elemento che caratterizza i cristiani». Nel giorno del giudizio infatti, sottolinea il porporato, «saremo giudicati su questo, su quanto abbiamo identificato nella nostra vita Cristo con il fratello povero e bisognoso». Sotto questo punto di vista, per il Cardinale Vallini, il Circolo S. Pietro offre un esempio concreto di carità: «Siate benedetti e ringraziati – afferma – per questa vostra sensibilità e per il vostro essere la longa manus del Papa». Secondo il Cardinal Vicario, il sodalizio petrino ricorda a tutti «che non bisogna chiudere gli occhi nei confronti di chi è povero. Se l’amore reciproco, la carità che dona e la gioia nel condividere, fosse alla base delle relazioni sociali questa – conclude – sarebbe una sfida affascinante». A riaffermare il valore della dignità dell’uomo è invece il Presidente del Circolo S. Pietro, il duca Leopoldo Torlonia, che spiega: «La ristrutturazione dell’asilo notturno conferma l’attenzione che il Circolo ha per la dignità dei nostri assistiti, maggiormente garantita da spazi personali come le stanze singole». Nel corso dell’inaugurazione arriva anche il messaggio del Sindaco di Roma On. Gianni Alemanno: «Ringrazio il Circolo S. Pietro per l’opera preziosa e unica che svolge nella nostra città da 140 anni accanto a chi si trova in difficoltà e vive ai margini». Per il primo cittadino della
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Capitale «bisogna sapere trovare nuovi strumenti nei confronti delle categorie sociali svantaggiate, come i nuclei familiari monoreddito, gli anziani soli e coloro che chiedono accoglienza nel nostro Paese in modo – prosegue Alemanno nel suo messaggio – da potenziare la stupenda rete di solidarietà che contraddistingue la città di Roma». In occasione della riapertura dell’asilo notturno, infine, è stata scoperta una targa commemorativa dell’evento, posizionata nell’atrio del dormitorio. Discorso del Presidente, don Leopoldo Torlonia Eminenza Reverendissima, grazie per aver voluto accogliere il nostro invito a benedire questi locali che accoglieranno 29 nostri assistiti. Siamo felici anche perché la riapertura di questa opera ultra centenaria avviene durante il centoquarantesimo anniversario della fondazione del nostro antico Sodalizio. Partecipiamo a questo momento con la gioia di questo anniversario: centoquarant’anni fecondi di bene, ricchi di impegno in favore dei bisognosi. Siamo onorati che il Papa abbia voluto rinnovare, nell’Udienza per la consegna della raccolta dell’Obolo di S. Pietro, questo nostro speciale servizio, indicandoci quale strumento della Carità del Papa nella Sua Diocesi. L’impegno e il sacrificio di tutti i Soci del Circolo S. Pietro ha fatto sì che questa ristrutturazione confermasse l’attenzione che il Circolo ha nei confronti della dignità dei nostri assistiti. Eminenza, abbiamo realizzato solo stanze singole, in ciascuna vi è il necessario per poter avere una vita dignitosa, i servizi sono completamente nuovi. Desidero rinnovare a Vostra Eminenza la nostra incondizionata fedeltà alla Chiesa di Roma e al Santo Padre, una fedeltà che dura da sempre e che si rinnova, giorno dopo giorno, nella preghiera per il Papa e nell’Apostolato fra i bisognosi di Roma. Con animo grato mi rivolgo a quanti hanno reso possibile questa
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ristrutturazione: il Ministero dei Beni Culturali, rappresentato dal Sottosegretario On. Francesco Maria Giro, la Sovrintendenza dei Beni Culturali, nelle persone dell’Arch. Federica Galloni, dell’Ing. Luciano Marchetti e l’Arch. Di Santo, e la Fondazione Peretti, che ci ha sostenuto e sostiene sempre le nostre opere. Signora Elsa Peretti, un grazie di vero cuore, sappiamo che la Sua Fondazione è attiva in diverse parti del mondo e ne apprezziamo le molteplici iniziative. L’Assemblea dei Soci, su proposta del Consiglio Direttivo, ha voluto annoverarLa fra i Soci Onorari. Molti Soci si sono impegnati in questa realizzazione che ci fa tornare al 1° luglio 1880, giorno in cui, sotto la Presidenza di Filippo Tolli, fu inaugurata questa opera con la Benedizione Apostolica del Santo Padre Leone XIII. Le cronache ricordano quei giorni con molta enfasi, il Circolo rispondeva alla pressante necessità di dare un ricovero a chi non aveva nulla, con l’aiuto della Famiglia Doria Pamphili. Oggi, in modi diversi, sono sempre qui gli stessi attori, il Circolo S. Pietro e la Fondazione Doria Pamphili, che voglio ringraziare per aver permesso tutto questo. Grazie, Jonathan, Massimiliano e Gesine, per voler continuare quanto iniziato da chi ci ha preceduto, con cui condividiamo l’amore per il prossimo, l’amore di Dio che ci viene indicato da Gesù nel brano del Vangelo che leggeremo. Eminentissimo Signor Cardinale, sono certo che l’Eminenza Vostra vorrà portare a conoscenza del Santo Padre questa nostra attenzione verso i poveri e rendersi interprete presso di Lui dei sentimenti di filiale devozione dei Soci del Circolo S. Pietro, sempre impegnati nella carità, rendendo le nostre opere moderne ed efficienti nel rispetto delle leggi vigenti. Signor Cardinale Vicario, la significativa presenza di Vostra Eminenza è per noi di conforto e di incoraggiamento a proseguire sulla strada tracciata dai nostri Fondatori. Grazie ancora.
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UN NUOVO PASTORALE PER IL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Il Santo Padre ha inaugurato l’anno liturgico utilizzando un nuovo pastorale, simile a quello che usava il Beato Pio IX. La particolarità è insita nel fatto che entrambi i pastorali sono un omaggio del Circolo S. Pietro: il primo fu donato dallo storico Sodalizio a Papa Mastai nel 1877, in occasione del cinquantesimo anniversario della Sua ordinazione sacerdotale. Papa Ratzinger lo aveva ricominciato ad utilizzare in occasione della domenica delle Palme del 2008. Il Circolo rinnova così la tradizionale fedeltà al Successore di Pietro, testimoniata in tutti i 140 anni della sua storia. “Sabato pomeriggio, durante i primi vespri di Avvento nella basilica Vaticana, il Papa userà un nuovo pastorale”. Lo annuncia monsignor Guido Marini, alla vigilia della celebrazione con cui si apre l’anno liturgico. “Simile nelle fattezze alla ferula di Pio IX finora in uso aggiunge il maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie - questo può essere considerato a tutti gli effetti il pastorale di Benedetto XVI”. Donato dal Circolo San Pietro, è alto 184 centimetri, pesa 2 chili e 530 grammi e ha una miglior maneggevolezza rispetto a
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quello di Papa Mastai Ferretti, grazie alle più ridotte dimensioni del bastone e della croce. Ed è anche più leggero di 140 grammi, addirittura di 590 rispetto a quello di Giovanni Paolo II. Va infatti ricordato che Papa Ratzinger ha utilizzato inizialmente il pastorale argenteo sormontato dal crocifisso – realizzato da Lello Scorzelli – introdotto da Paolo VI e poi usato anche da Giovanni Paolo I e da Papa Wojtyla. Successivamente, dalla domenica delle Palme del 2008, ha cominciato ad adoperare la ferula dorata a forma di croce greca, appartenuta a Pio IX, anch’essa donata al Pontefice dal Circolo San Pietro nel 1877. L’antico sodalizio romano rinnova così la propria tradizione di fedeltà al Papa, testimoniata sin dalla fondazione risalente a 140 anni fa, nel lontano 1869. Nella parte anteriore del nuovo pastorale di Benedetto XVI sono raffigurati al centro l’agnello pasquale e ai lati della croce i simboli dei quattro evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Il motivo della rete riprodotto sui bracci della croce richiama quella di Pietro il pescatore di Galilea. Sul retro sono incisi: al centro, il monogramma di Cristo – formato dalle prime due lettere della parola Christòs in greco, la X e la P intrecciate insieme – e alle quattro estremità, i volti dei padri della Chiesa di Occidente e di Oriente: Agostino e Ambrogio, Atanasio e Giovanni Crisostomo. “L’agnello e il monogramma di Cristo posti al centro – commenta monsignor Marini – riflettono l’unità del mistero pasquale: croce e risurrezione”. Soffermando lo sguardo sull’anello sottostante la croce, si notano: nella parte superiore, il nome di Benedetto XVI “che lo personalizza e lo rende suo” spiega il maestro; in quella inferiore, quello dei donatori, cioè il Circolo San Pietro. Un ultimo elemento significativo, infine, si ritrova nella parte alta del bastone, dov’è impresso lo stemma di Papa Ratzinger. Un’altra novità predisposta dall’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice per i vespri di sabato riguarda l’immagine della Madonna che sarà collocata sotto all’altare della confessione: si tratta della scultura lignea policroma, raffigurante la Vergine in trono con il Bambino benedicente, che negli anni passati veniva esposta solo nella
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solennità della Santissima Madre di Dio e che lo scorso anno venne introdotta a partire dalla Notte di Natale fino all’Epifania. Quello di Avvento è infatti un tempo mariano, in cui l’attesa del Signore che viene è accompagnata dall’esempio di quella di Maria, com’è sottolineato dal canto dell’antifona mariana Alma redemploris Mater a conclusione del rito. La consuetudine iniziata con Benedetto XVI di celebrare i primi vespri di Avvento in San Pietro evidenzia l’apertura di un nuovo ciclo annuale, nel quale la Chiesa rivive tutto il mistero di Cristo: dall’Incarnazione alla Pentecoste e all’attesa del ritorno del Signore. Per questo l’addobbo floreale è sobrio, a significare la specificità liturgica e spirituale di questo tempo di attesa del Signore che viene, nel segno della gioia ma anche della penitenza e della vigilanza, come evoca il ritornello cantato alle intercessioni: Veni, Domine, et noli tardare. In questo stesso senso va compreso anche l’utilizzo del colore viola nelle vesti liturgiche, che accompagna tutto il tempo di Avvento, a cominciare dai vespri di sabato 28. Prima dell’inizio del rito, come nelle altre celebrazioni, è previsto un tempo di preparazione, affinché l’assemblea si disponga alla preghiera lasciandosi alle spalle i rumori e le distrazioni della vita quotidiana. In questa attesa verranno eseguiti alcuni brani musicali e letti passaggi dell’omelia di Benedetto XVI ai primi vespri di Avvento del 2008. Durante la celebrazione vera e propria, che avrà inizio alle ore 17, brevi pause di silenzio al termine dei salmi e della lettura breve aiuteranno la preghiera personale e il raccoglimento. Tratta come di consueto dalla prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, la lettera breve acquista nella circostanza un particolare significato. Il primo viaggio internazionale di Benedetto XVI nel 2010 sarà, infatti, a Malta, per celebrare i 1950 anni del naufragio dell’Apostolo sull’isola del Mediterraneo. (dall’Osservatore Romano)
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“QUEST’OPERA DI SERVIZIO AI MALATI È IL CUORE DELLA CHIESA”. Vicino ai sofferenti, il Santo Padre in visita all’Hospice Fondazione Roma Il 13 dicembre 2009 Sua Santità Benedetto XVI ha visitato i malati assistiti nell’Hospice Fondazione Roma. Discorso del Santo Padre Benedetto XVI Cari fratelli e sorelle! Ho accolto volentieri l’invito a rendere visita all’Hospice Fondazione Roma e sono molto lieto di essere in mezzo a voi. Rivolgo il mio cordiale pensiero al Cardinale Vicario Agostino Vallini, agli Eccellentissimi Vescovi Ausiliari ed ai Sacerdoti presenti. Ringrazio vivamente il Professor Avv. Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Roma, e Don Leopoldo dei Duchi Torlonia, Presidente del Circolo San Pietro, per le significative parole che mi hanno cortesemente rivolto. Con loro saluto la Dirigenza dell’Hospice Fondazione Roma, il suo Presidente, Ing. Alessandro Falez, il
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Personale sanitario, infermieristico e amministrativo, le Suore e quanti prestano in diverso modo la loro opera in questa benemerita istituzione. Rivolgo poi un particolare apprezzamento ai Volontari del Circolo San Pietro, dei quali mi è noto lo zelo e la generosità con cui portano aiuto e conforto ai malati ed ai loro familiari. L’Hospice Fondazione Roma è nato nel 1998, con la denominazione di Hospice Sacro Cuore, per iniziativa dell’allora Presidente Generale del Circolo San Pietro, Don Marcello dei Marchesi Sacchetti, che saluto con viva e grata deferenza. Compito di tale istituzione è la cura dei pazienti terminali, per alleviarne il più possibile le sofferenze e accompagnarli amorevolmente nel decorso della malattia. I ricoverati nell’Hospice, in undici anni, sono passati da tre a più di trenta, seguiti quotidianamente dai medici, dagli infermieri e dai volontari. A questi dobbiamo aggiungere i novanta assistiti a domicilio. Tutto ciò contribuisce a fare dell’Hospice Fondazione Roma, che nel tempo si è arricchito dell’Unità Alzheimer e di un progetto di assistenza sperimentale rivolto a persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica, una realtà particolarmente significativa, nel panorama della sanità romana. Cari amici! Sappiamo come alcune gravi patologie producano inevitabilmente nei malati momenti di crisi, di smarrimento e un serio confronto con la propria situazione personale. I progressi nelle scienze mediche spesso offrono gli strumenti necessari ad affrontare questa sfida, almeno relativamente agli aspetti fisici. Tuttavia, non sempre è possibile trovare una cura per ogni malattia, e, di conseguenza, negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutto il mondo ci si imbatte sovente nella sofferenza di tanti fratelli e sorelle incurabili, e spesso in fase terminale. Oggi, la prevalente mentalità efficientistica tende spesso ad emarginare queste persone, ritenendole un peso ed un problema per la società. Chi ha il senso della dignità umana sa, invece, che esse vanno rispettate e sostenute mentre affrontano le difficoltà e la sofferenza legate alle loro condizioni di salute. A tale scopo, oggi si ricorre sempre più all’utilizzo di cure palliative, le quali sono in grado di lenire le pene che derivano dalla malattia e di aiutare le persone inferme a
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viverla con dignità. Tuttavia, accanto alle indispensabili cure cliniche, occorre offrire ai malati gesti concreti di amore, di vicinanza e di cristiana solidarietà per venire incontro al loro bisogno di comprensione, di conforto e di costante incoraggiamento. E’ quanto viene felicemente realizzato qui, all’Hospice Fondazione Roma, che pone al centro del proprio impegno la cura e l’accoglienza premurosa dei malati e dei loro familiari, in consonanza con quanto insegna la Chiesa, la quale, attraverso i secoli, si è mostrata sempre come madre amorevole di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Nel compiacermi per la lodevole opera svolta, desidero incoraggiare quanti, facendosi icone concrete del buon samaritano, che “prova compassione e si prende cura del prossimo” (cfr Lc 10,34), offrono quotidianamente agli ospiti ed ai loro congiunti un’assistenza adeguata e attenta alle esigenze di ciascuno. Cari malati, cari familiari, vi ho appena incontrato singolarmente, e ho visto nei vostri occhi la fede e la forza che vi sostengono nelle difficoltà. Sono venuto per offrire a ciascuno una concreta testimonianza di vicinanza e di affetto. Vi assicuro la mia preghiera, e vi invito a trovare in Gesù sostegno e conforto, per non perdere mai la fiducia e la speranza. La vostra malattia è una prova ben dolorosa e singolare, ma davanti al mistero di Dio, che ha assunto la nostra carne mortale, essa acquista il suo senso e diventa dono e occasione di santificazione. Quando la sofferenza e lo sconforto si fanno più forti, pensate che Cristo vi sta associando alla sua croce perché vuole dire attraverso voi una parola di amore a quanti hanno smarrito la strada della vita e, chiusi nel proprio vuoto egoismo, vivono nel peccato e nella lontananza da Dio. Infatti, le vostre condizioni di salute testimoniano che la vita vera non è qui, ma presso Dio, dove ognuno di noi troverà la sua gioia se avrà umilmente posto i suoi passi dietro a quelli dell’uomo più vero: Gesù di Nazaret, Maestro e Signore. Il tempo dell’Avvento, nel quale siamo immersi, ci parla della visita di Dio e ci invita a preparagli la strada. Alla luce della fede possiamo leggere nella malattia e nella sofferenza una particolare esperienza dell’Avvento, una visita di Dio che in modo misterioso viene incontro per liberare dalla solitudine e dal non-senso e trasformare il dolore in
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tempo di incontro con Lui, di speranza e di salvezza. Il Signore viene, è qui, accanto a noi! Questa certezza cristiana ci aiuti a comprendere anche la “tribolazione” come il modo con cui Egli può venire incontro e diventare per ciascuno il “Dio vicino” che libera e salva. Il Natale, al quale ci stiamo preparando, ci offre la possibilità di contemplare il Santo Bambino, la luce vera che viene in questo mondo per manifestare “la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” (Tt 2,11). A lui, con i sentimenti di Maria, tutti affidiamo noi stessi, la nostra vita e le nostre speranze. Cari fratelli e sorelle! Con questi pensieri invoco su ciascuno di voi la materna protezione della Madre di Gesù, che il popolo cristiano nella tribolazione invoca come Salus infirmorum e vi imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica, pegno di spirituale ed intima letizia e di autentica pace nel Signore. Il Presidente del Circolo S. Pietro, don Leopoldo Torlonia ha pronunciato, prima del discorso di Sua Santità Benedetto XVI, un breve indirizzo di omaggio al Sommo Pontefice a nome di tutti i Soci dello storico sodalizio.
Indirizzo di saluto a Sua Santità Benedetto XVI da parte del Presidente del Circolo S. Pietro Duca Leopoldo Torlonia Padre Santo, la presenza di Vostra Santità in questo Hospice è per noi motivo di grande incoraggiamento a proseguire nelle opere di carità nella Diocesi di Roma e soprattutto in quest’opera che nasce dieci anni fa per una felice intuizione del mio predecessore il Marchese Marcello Sacchetti e per volontà del Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, oggi Fondazione Roma. I volontari sono inseriti nella equipe medico-psico-oncologica e si dedicano a portare aiuto e conforto al paziente e ai suoi familiari. I nostri volontari sono impegnati settimanalmente in una formazione permanente, anche religiosa, con un aggiornamento da parte dei medici e per un confronto sulle modalità di aiuto da offrire. I nostri pazien-
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ti, spesso, sono persone sole o con famiglie che non hanno la possibilità di potersi occupare di loro. Sono più di mille le storie di vita che ci sono passate vicino, ciascuna ha lasciato in noi un profondo ricordo ed ognuna per differenti motivi. Nel rispetto totale della libertà di ciascuno, la nostra assistenza si fa preghiera silenziosa e concreta e noi, insieme al personale medico, infermieristico e ausiliario, cresciamo nella fede e cerchiamo di donare speranza. I nostri volontari, sempre presenti, sempre testimoni di queste deboli vite sono partecipi e testimoni del cambiamento della persona, in quasi tutti avviene una progressiva crescita umana e spirituale dovuta alle cure palliative. Durante la visita, Vostra Santità, ha incontrato pazienti, medici, infermieri, personale sanitario, personale amministrativo e volontari. Tutti, pur nella differenza del loro incarico, sono partecipi dell’unica missione che è quella di un’accoglienza sincera e fraterna verso colui che soffre e verso la sua famiglia. Le Suore della Divina Volontà sono un essenziale completamento per questa nostra assistenza. Al termine di questa indimenticabile confortatrice visita della Santità Vostra, umilmente chiediamo la Benedizione Apostolica per i nostri malati, per le loro famiglie, per tutti gli operatori socio-sanitari del nostro Hospice, per i membri della Fondazione Roma e per i Soci del Circolo S. Pietro. Grazie Padre Santo per Sua presenza tra i nostri malati e Le assicuro il nostro ricordo nella preghiera. Ha quindi preso la parola il Presidente della Fondazione Roma Prof. Avv. Emmanuele Emanuele. Dopo aver ripercorso brevemente la storia della istituzione, ha ricordato la gratuità dell’assistenza nonostante i raggiunti livelli di eccellenza “perché - ha detto – vogliamo sostenere il paziente e accompagnarlo lontano dalla sofferenza”. Ha poi citato gli insegnamenti di Pio XII per ribadire l’importanza delle cure palliative poiché “il controllo del dolore, senza la perdita della conoscenza, aiuta ad affrontare la morte con dignità”. E questo “è ciò che si propongono – ha aggiunto – le cure palliative. È sicuramente una risposta concreta alla crescente voglia di eutanasia che la società di oggi vuole imporci”. (dall’Osservatore Romano)
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VITA DEL CIRCOLO A conclusione di questo numero speciale del nostro Bollettino alcuni avvenimenti che hanno riguardato da vicino i Soci e le loro famiglie: Il 26 ottobre a Villa Borghese è stata inaugurata una strada intitolata al Duca Leopoldo Torlonia, nonno del nostro Presidente, Sindaco di Roma. Alla presenza dell’On. Umberto Croppi, Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma e dell’On.Lavinia Mennuni, Consigliera Delegata del Sindaco allo Sviluppo dei rapporti con il mondo cattolico e alle pari opportunità e di alcuni membri del Consiglio Direttivo del Circolo, il Presidente ha ringraziato l’Amministrazione Comunale, che ha voluto ricordare il suo antenato, e ha scoperto la targa con il nome della nuova via. Durante la cerimonia d’investitura dei nuovi Cavalieri e Dame della Sezione Roma, svoltasi nella Basilica Papale di S. Giovanni in Laterano il 12 dicembre, S.E. il Governatore Generale Conte Agostino Borromeo ha comunicato la nomina di S.E. il Cav. di Gr. Cr. Dottor Saverio Petrillo, nostro Vice Presidente Generale, a Luogotenente per l’Italia Centrale (Lazio, Abruzzo e Molise) dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro. Il 17 novembre è stato conferito al Circolo il premio “Una racchetta per il sociale”. La manifestazione, giunta alla sua settima edizione, è nata nel 2003 da un’idea del presidente dell’Associazione Amico Handicap e conferisce un riconoscimento ad organismi, enti, ricercatori e personaggi che si distinguono per la loro particolare attenzione alle problematiche sociali in tutto il mondo. Il 18 novembre un numeroso gruppo di Soci ha potuto visitare la mostra “Il Potere e la Grazia. I Santi Patroni d’Europa” a Palazzo Venezia, interessante occasione per approfondire le conoscenze di una parte così
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importante delle nostre tradizioni religiose e storiche. La visita privata è stata possibile grazie all’interessamento e alla cortesia di Sua Eccellenza il Dott. Antonio Zanardi Landi Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Socio Onorario del nostro Sodalizio, che ha accolto i Soci. Il 25 novembre, presso la Sede del Circolo, si è svolta una conferenza di carattere medico scientifico dal titolo “Tessuto tumorale infiammato: un amico o un nemico?”. Relatori della conferenza sono stati il Prof. Domenico del Principe, già Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Roma “Tor Vergata”, e il Prof. Giuseppe Sconocchia, Ricercatore dell’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare CNR Roma e Docente di Oncologia Dermatologica presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Entrambi hanno cercato di introdurre i presenti, nel modo più semplice e chiaro possibile, in un argomento di carattere specialistico, particolarmente apprezzato dai Soci impegnati da ormai dieci anni nell’assistenza ai ricoverati dell’Hospice Sacro Cuore. Il 10 dicembre l’On. Gianfranco Bafundi ha organizzato presso l’auditorium dell’Istituto Massimiliano Massimo l’annuale concerto per la raccolta di fondi per la Commissione Aiuti Internazionali. La somma raccolta è destinata al completamento della costruzione di una scuola materna in Laos. Ricordiamo a tutti i soci che anche quest’anno il Circolo parteciperà alla Campagna RomaInsieme del Comune di Roma, per la raccolta di generi alimentari, giocattoli, articoli per l’infanzia e generi di prima necessità per gli indigenti della Capitale. Invitiamo i Soci a dare la loro disponibilità per presidiare le piazze nelle quali il Circolo sarà presente per effettuare la raccolta. Il 12 ottobre è nata Sara, figlia di Alessia Cefali, nostra Socia, e dell’Avv. Enrico Bauzulli, e nipote di Alessandro Cefali, Socio del Circolo da molti anni. A mamma Alessia, a papà Enrico e al fratellino Francesco gli auguri di tutti i Soci.
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Il 27 novembre, a Cagliari, è nata Maria, nipote del Socio Antonino Panarello. Ai genitori, Giuseppe e Raffaella, ai nonni Antonino e Caterina i nostri auguri di ogni bene. Il 7 dicembre è nata Viola, figlia di Francesco e Silvia Lanzi. Ai genitori e al nostro Pierfranco Lanzi, che festeggia l’arrivo della seconda nipotina, auguri di ogni bene e serenità. Il 15 novembre è tornato alla Casa del Padre il Cav. di Gr. Cr. Avv. Giuseppe Paciotti, Gentiluomo di Sua Santità. Socio dal 1944, aveva attivamente partecipato alle varie opere del Circolo, soprattutto nella Commissione Obolo, della quale era Presidente Onorario. Lo ricordiamo con grande affetto e riconoscenza. Il 2 dicembre, dopo una lunga malattia, è mancata la moglie del Comm. Prof. Umberto Moscarelli. A lui e alla sua famiglia giungano le sentite condoglianze di tutti i Soci. Come sempre, assicuriamo a tutti i nostri cari defunti il costante ricordo nella preghiera quotidiana. Poco prima di andare in stampa apprendiamo l’improvvisa scomparsa, avvenuta l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, del nostro Socio Sua Eccellenza Sˇ tefan Falezˇ , Gentiluomo di Sua Santità, Ambasciatore della Slovenia Indipendente e, successivamente, del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Santa Sede, Cavaliere del Lavoro. Sua Eccellenza, oltre ad aver svolto un ruolo determinante nel processo di indipendenza della Slovenia, è stato particolarmente vicino ai Pontefici: era stato l’organizzatore laico di tutti i viaggi di Papa Paolo VI e dei primi venticinque viaggi di Papa Giovanni Paolo II, dedicando tutta la sua vita al servizio della Chiesa e del Successore di Pietro. Tutti i Soci sono vicini ai figli, Alessandro e Francesco, e si uniscono loro nella preghiera.
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