6 settembre 2007 - Anno 5, Numero 140 Primo piano Medici di famiglia in sciopero per la convenzione I medici di famiglia e convenzionati italiani incroceranno le braccia il 21 settembre per protestare contro la mancata apertura delle trattative per il rinnovo della convenzione. Questa prima giornata di astensione, indetta unitariamente dalle maggiori sigle sindacali della medicina generale, proseguirà con un presidio fisso, allestito a Roma a piazza della Repubblica il 21, 22 e 23 settembre, dove verranno illustrate le ragioni dell'agitazione I sindacati dei medici convenzionati - aderenti a Cipe (pediatri), Federazione medici-Smi, Fimmg, Fimp, Snami, Sumai - si sono infatti autoconvocati a Roma per valutare il comportamento della parte pubblica sul rinnovo degli accordi convenzionali. Le organizzazioni sindacali, quindi, hanno denunciato la mancata definizione, da parte della Conferenza delle Regioni, dell'atto di indirizzo, indispensabile per l'apertura delle trattative. E hanno chiesto il rinnovo dell'accordo convenzionale in due tempi: il primo per garantire l'adeguamento economico del biennio 2006 -2007 e l'aumento della contribuzione previdenziale entro il 31 dicembre 2007; il secondo di revisione totale della struttura normativa ed economica da concludere prima della fine del 2008, rafforzando il principio dell'unitarietà nazionale degli accordi. "Speriamo che la protesta unitaria, con la prima giornata di sciopero indetta per il 21 settembre - ha detto all'Adnkronos Salute Mauro Martini, presidente dello Snami - serva per ottenere al più presto l'atto di indirizzo e confidiamo nella ritrovata unità delle sigle sindacali dei medici di famiglia". Gli fa eco Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg. "Questa è la risposta ferma della Fimmg e delle altre organizzazioni sindacali, in un momento che necessita di cambiamento, in particolare rispetto all'emergenza cronicità. E' necessario - conclude Milillo - il rinnovo di un accordo collettivo nazionale che corregga il tiro nei confronti di un'eccessiva frammentazione regionale". Sanità Ministero Salute Turco insedia commissione su ricerca Il ministro della Salute Livia Turco ha insediato ieri la nuova Commissione nazionale della ricerca sanitaria. La Commissione, che è presieduta dalla stessa Turco e ha come vicepresidente Alessandro Liberati, è costituita da 30 membri, di cui 15 nominati dal ministero della Salute e 15 dalla Conferenza Stato-Regioni. La Commissione si articola in un comitato di presidenza, una assemblea generale e un ufficio di segreteria. Tra i suoi compiti, l'elaborazione del programma di ricerca sanitaria e le iniziative da inserire nella programmazione della ricerca scientifica nazionale e nei programmi di ricerca internazionali e comunitari. Ma anche la definizione dei criteri di selezione dei progetti di ricerca, che dovranno essere successivamente valutati da esperti italiani e stranieri secondo il metodo della 'peer review'; il monitoraggio delle iniziative di ricerca sanitaria avviate nonché la valutazione e la diffusione dei risultati. La Commissione esprime, inoltre, pareri su progetti di ricerca finalizzati che vengono proposti direttamente dal presidente su argomenti di particolare rilevanza, corredati da adeguata documentazione, riferiti all'attuazione del Piano sanitario nazionale e in ordine all'istituzione, al coordinamento ed al monitoraggio delle reti di eccellenza (art. 43 legge 3/2003). Essa, inoltre, promuove iniziative finalizzate a garantire sinergie con soggetti pubblici e privati che finanziano la ricerca biomedica e sanitaria in Italia. "Lo sviluppo della ricerca biomedica è una priorità del Governo, perché investire in ricerca vuol dire investire nello sviluppo del Paese", ha sottolineato il ministro della Salute in occasione dell'insediamento del nuovo organismo. "Con la nuova Commissione nazionale per la ricerca sanitaria, che per la prima volta si costituisce in modo paritario tra ministero della Salute e Regioni - ha proseguito la Turco - intendiamo dare un forte impulso alle strategie di innovazione in campo medico e sanitario". Per far questo, "ci baseremo su alcune precise linee di indirizzo - sottolinea - volte a rafforzare la cooperazione
istituzionale tra ministeri, Istituto superiore di sanità, Cnr e strutture regionali del Ssn. L'obiettivo è di superare definitivamente localismi e particolarismi che impediscono l'affermazione di una vera politica nazionale per la ricerca sanitaria fondata sulla sinergia e non sulla divisione e la parcellizzazione degli investimenti e dei progetti. Ecco perché vogliamo trasparenza nelle procedure di assegnazione dei fondi e precise metodologie di valutazione dei risultati ottenuti sulla base delle quali rinnovare o meno i finanziamenti. Tra i grandi settori sui quali implementare la ricerca segnaliamo la cardiologia e le malattie neurovegetative, quali l'Alzheimer, il Parkinson e la Sla, che sempre più colpiscono la nostra popolazione. Ma intendiamo anche sviluppare specifici progetti nel campo materno-infantile e nella cosiddetta salute di genere, senza dimenticare che l'innovazione deve riguardare anche la 'macchina' del Ssn e quindi la sua gestione e organizzazione quali elementi basilari per una buona risposta assistenziale alla popolazione. Su tutti questi temi - conclude il ministro - promuoveremo una grande conferenza nazionale della ricerca sanitaria italiana che si svolgerà a Milano il prossimo mese di gennaio, e il cui programma sarà definito proprio dalla nuova Commissione che insediamo oggi". Pregliasco Influenza da non sottovalutare Meglio non scherzare con l'influenza, anche se negli ultimi anni gli allarmi iniziali sono stati ridimensionati. Parola di Fabrizio Pregliasco, virologo all'università di Milano. "L'influenza - dice all'Adnkronos salute - non è una 'bufala'. Anzi, resta un problema sanitario con cui fare i conti ogni anno. Tanto che anche stagioni blande come la scorsa, per via delle temperature miti - ricorda hanno mietuto in Italia 3-4 mila morti. Dunque, gli allarmi 'disinnescati' delle passate stagioni non devono indurre gli italiani a sottovalutare il virus stagionale e a non vaccinarsi, se si appartiene alle categorie a rischio. Questo è il momento di rivolgersi al medico per parlarne e decidere con lui se e quando vaccinarsi". Pregliasco ribadisce che il vaccino antinfluenzale "resta un valido strumento di prevenzione. L'unico tra l'altro - spiega - con un valido rapporto costo-benefici per il Servizio sanitario nazionale. Cioè che fa risparmiare". Il virologo rivela che se "le persone anziane hanno capito l'importanza del vaccino per restare in salute, sono ancora pochi invece i bambini 'a rischio' che i genitori decidono di vaccinare. Nel mondo scientifico - prosegue - non si è ancora detta l'ultima parola sull'opportunità o meno di vaccinare tutti i bambini, ma certo quelli asmatici, allergici o con fibrosi cistica e problemi di cuore non dovrebbero 'saltare' l'appuntamento". Se per alcune categorie il vaccino è un vero e proprio "salvavita", per altre rappresenta l'opportunità per non ammalarsi, da cogliere, suggerisce Pregliasco, "se si è liberi professionisti, mamme alle prese con tanti figli oppure operatori sanitari. Questi ultimi - aggiunge - sono i veri untori, dunque dovrebbero sempre vaccinarsi, non solo in caso di pandemia". Ricerca Via libera a chimere per ottenere staminali Via libera agli embrioni chimera uomo-animale in Gran Bretagna. Le autorità regolatorie britanniche hanno deciso per l'ok dopo le pressioni della comunità scientifica del Regno Unito e il documento della Human Fertilisation and Embriology Authority (Hfea), secondo cui la maggioranza dei cittadini era favorevole a questa possibilità. Gli embrioni chimera ottenuti con ovuli animali serviranno a ricavare cellule staminali embrionali, dunque capaci di differenziarsi in ogni tipo di tessuto, senza limiti quantitativi. Limiti invece insormontabili in caso di divieto, vista la penuria di cellule uovo umane a disposizione degli scienziati. I ricercatori hanno sempre ricordato, nel dibattito che da un anno agita la Gran Bretagna, che gli embrioni chimera ottenuti verrebbero distrutti entro il 14 giorno di vita. Cioè ben prima che possano venire impiantati in un utero e dare vita a un feto. La decisione delle autorità britanniche è stata accolta con favore dai due team che già avevano fatto richiesta all'Hfea per usare la tecnica: il King's College di Londra e l'università di Newcastle. Le modalità sul come applicare le tecniche nei laboratori verranno invece decise il
prossimo novembre. Entro questo termine sono in molti, in Gran Bretagna, a scommettere che verranno avanzate altre richieste da parte di centri di ricerca. Ricerca Pubblico inglese manipolato sulle chimere "Quel che più mi sorprende di quanto avvenuto in Gran Bretagna", dove l'autorità per la fertilizzazione e l'embriologia (Hfea) ha dato il via libera all'utilizzo dei cosiddetti 'embrionichimera' per la produzione di cellule staminali, "è la manipolazione di cui è stata vittima l'opinione pubblica". A puntare il dito contro la decisione assunta nel Regno Unito è Francesco D'Agostino, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica. "Secondo la stampa britannica - sottolinea il bioeticista all'Adnkronos salute - la maggior parte dei cittadini è d'accordo con il provvedimento, ma in realtà sappiamo benissimo come è semplice manipolare i risultati di sondaggi semplicemente ponendo la domanda in un determinato modo. Temo che in Inghilterra sia avvenuto esattamente questo". "I formidabili interessi economici che si nascondono dietro decisioni di questo tipo prosegue D'Agostino - possono finire per inquinare la bioetica, che in realtà dovrebbe essere sempre difesa da queste forme di ipocrisia. Del resto la Gran Bretagna - incalza l'esperto - ha puntato da parecchio tempo sulla genetica, pertanto a questo settore sono destinati gran parte dei fondi pubblici per la ricerca". Quanto ai progressi scientifici che potrebbero accompagnare questa nuova opportunità fornita agli studiosi inglesi, "finora non conosciamo molto di queste forme di ibridazione, pertanto potrebbero condurre a grossi risultati ma anche a vere e proprie mostruosità". Anche il fatto che l'embrione-chimera sia al 99,9 per cento umano e allo 0,1 per cento animale non è sufficiente a convincere D'Agostino. "Abbiamo in comune con lo scimpanzé il 99 per cento del nostro patrimonio genetico - osserva - Finché gli scienziati non saranno in grado di spiegarci come questo 1 per cento ci differenzia da questi animali, il mio scetticismo riguarderà anche quello 0,1 per cento che contraddistingue la parte animale degli embrioni ibridi". Cardiologia La prevenzione che verrà Le malattie cardiovascolari nel mondo sono responsabili, nel loro complesso, del 44% di tutte le morti. Il carico morboso ed economico di queste patologie è stato uno dei temi centrali dibattuti in questi giorni a Vienna, all'annuale congresso della European Society of Cardiology (2007). Una novità assoluta, che coinvolge direttamente anche l'Italia, sarà lo studio ARRIVE (Aspirin to Reduce Risk of Initial Vascular Events), un trial multicentrico di prevenzione primaria. Lo studio controllato verso placebo recluterà circa 12.000 soggetti, tra Spagna, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, che saranno seguiti per almeno 5 anni. Due gli aspetti più rilevanti: lo studio sarà effettuato in collaborazione con i medici di base e riguarderà individui sani. Si tratta infatti di un protocollo volto a potenziare le evidenze circa l'assunzione quotidiana di basse dosi di acido acetilsalicilico nella prevenzione primaria di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. Segnalazioni Convegno Strategie per il management infermieristico Modelli e strategie per garantire efficienza, evitare gli errori e avere un buon clima nel proprio reparto Mai come in questi anni stanno aumentano le competenze, le responsabilità, i compiti e in generale la complessità del lavoro degli Infermieri Professionali. L'Istituto Internazionale di Ricerca, da sempre vicino alle problematiche del Mondo Sanità, ha organizzato un convegno unico rivolto ai Coordinatori Infermieristici, a Infermieri Professionali e a tutti coloro impegnati in funzioni organizzativo-gestionali. Il convegno, che si svolgerà a Milano il 21 e 22 novembre prossimi, si propone come uno dei più prestigiosi e completi eventi, con l'obiettivo di affrontare a 360° tutti gli aspetti che riguardano la gestione del Personale Infermieristico. Le responsabilità, i rischi
professionali e le polizze assicurative, l'organizzazione e la programmazione dei turni, la gestione della documentazione infermieristica, gli aspetti di comunicazione e il burn out sono solo alcuni dei temi su cui verteranno le due giornate. Grazie alla presenza di ben 13 testimonianze, sarà possibile confrontarsi con le diverse scelte operate all'interno delle più prestigiose Strutture Sanitarie nazionali in merito alla gestione del Personale Infermieristico. In più sono previsti due Seminari, "L'infermiere nell'Area Critica" (20 novembre 2007) e "Comunicazione e Team Bulding" (23 novembre 2007). Iscriviti entro il 5 ottobre: SCONTO di 450 euro. Il convegno è in fase di Accreditamento E.C.M. Contatto: Dott. ssa Cinzia Ruppi Tel. 02.83847.237
[email protected] Diritto Sanitario Cassazione Civile Punibilità del medico di sorveglianza Il medico addetto alla sorveglianza può essere condannato a risarcire l'azienda sanzionata dall'Ispettorato del Lavoro Massima La normativa di specie pone a carico del datore di lavoro il dovere di provvedere a che i dipendenti in servizio presso i reparti di medicina nucleare siano sottoposti, a cura del medico addetto alla relativa sorveglianza, a visita medica periodica; detta normativa prevede che la sorveglianza medica dei lavoratori di categoria A sia assicurata tramite medici autorizzati, stante che le funzioni di medico autorizzato e di medico competente non possono essere assolte dalla persona fisica del datore di lavoro nè dai dirigenti che amministrano e dirigono l'attività disciplinata, nè dai preposti che ad essa sovrintendono. Proprio questi motivi, laddove l'azienda ospedaliera abbia stipulato una convenzione che stabilisce a carico del medico autorizzato parte delle incombenze gravanti per legge sul datore di lavoro, in caso di mancato adempimento della visita per taluni dipendenti, pur dovendo l'azienda indicare e ad avviare, in occasione degli accessi, i dipendenti a rischio, spetta al medico autorizzato, titolare della convenzione, la prova di tale obbligo incombente sull'azienda. In mancanza della suddetta prova, il medico addetto alla sorveglianza può essere condannato al rimborso della ammenda comminata all'Azienda per aver omesso il controllo dei dipendenti. (Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net) Scienza Gastroenterologia Lynch: necessario screening tumori del tenue Nei pazienti con sindrome di Lynch potrebbe essere necessario lo screening dei tumori dell'intestino tenue, purchè venga effettuato con metodi non invasivi: in caso contrario il rischio è probabilmente troppo basso per raccomandarlo. La sindrome di Lynch, conosciuta anche come sindrome tumorale colorettale non-polipotica ereditaria, è una patologia autosomica dominante che aumenta il rischio di diverse malattie, compresi i tumori del tenue. Mentre il rischio relativo di questi tumori in presenza di sindrome di Lynch è elevato, quello assoluto non lo è, e non era pertanto finora chiaro se valga la pena effettuare lo screening. (Gut 2007; 56: 1198-201) Nefrologia e urologia Tumori testicolari connessi al peso alla nascita Sia il peso neonatale elevato che quello basso incrementano il rischio di tumori testicolari nell'uomo, e le ragioni di questo fenomeno sono poco chiare. Un elevato tasso di tumori testicolari negli uomini giovani suggeriscono che eventi precoci nella vita potrebbero svolgere un ruolo nello sviluppo di questi tumori: questa teoria è supportata da diversi studi che hanno suggerito
un'associazione con il peso neonatale. Dato che i neonati ad alto rischio di tumore testicolare costituiscono un gruppo eterogeneo con fattori predisponenti differenti, sono necessari ulteriori studi epidemiologici e meccanicistici per chiarire la biologia di base che potrebbero contribuire all'incremento del rischio. (Int J Cancer 2007; 121: 1123-31) Neurologia Stimolazione ipotalamica per la cefalea Nei pazienti con cefalea a grappolo farmacoresistente, la stimolazione cerebrale profonda (DBS) dell'ipotalamo posteriore limita efficacemente gli attacchi notturni, il che porta ad un miglioramento del sonno. La DBS porta infatti ad un sonno più continuo con aumento della durata totale del sonno, dell'efficienza del sonno e degli stadi ad onde lente, con una diminuzione degli indici polisonnografici del sonno frammentato. I dati del presente studio, derivati da tre soli pazienti, necessitano di verifiche in campioni più ampi, ma sono comunque coerenti con il coinvolgimento dell'ipotalamo posteriore nella patogenesi degli attacchi della cefalea a grappolo, e probabilmente anche della frammentazione del sonno e del movimento periodico degli arti nel sonno. (Headache 2007; 47: 1085-90) Oftalmologia Disturbi visione notturna dopo chirurgia LASIK La chirurgia LASIK, anche se coronata da successo, potrebbe essere seguita da fenomeni di disturbi della visione notturna. Tale fenomeno è stato osservato a seguito di interventi per miopia ed astigmatismo, e consiste in un incremento della visualizzazione di aloni intorno alle fonti di luce in condizioni di visione notturna. Il presente studio ha dimostrato che il fenomeno dell'alone che interferisce con la visione notturna interviene anche a seguito di procedure coronate da successo, e le dimensioni delle pupille non sembra importante ai fini dei disturbi del visus notturno percepito soggettivamente. (Br J Ophthalmol 2007; 91: 1031-7) Pneumologia L'eterogeneità ventilatoria nell'asma La distribuzione non omogenea della ventilazione dei polmoni, denominata eterogeneità ventilatoria, rappresenta un fattore predittivo indipendente di iperresponsività delle vie aeree con asma. L'infiammazione delle vie aeree e l'eterogeneità ventilatoria sono state entrambe connesse all'iperresponsività ventilatoria con asma, ma non era finora chiaro se l'eterogeneità ventilatoria fosse ancora un fattore predittivo significativo in assenza di infiammazione. I dati del presente studio suggeriscono che una maggiore comprensione dei fattori determinanti dell'eterogeneità ventilatoria potrebbe portare ad un più efficace trattamento dell'asma e fornire un ulteriore strumento per il monitoraggio del trattamento, determinando un miglioramento degli esiti a lungo termine per i pazienti asmatici. (Thorax 2007; 62: 684-9)