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PIANO STRALCIO: estratto divulgativo
5.
PIANO ECONOMICO FINANZIARIO
5.1
PREMESSA Nel presente capitolo si riassumono i criteri individuati per poter finanziare gli interventi prioritari individuati nel Piano Stralcio redatto dalla Provincia di Milano. Com’è noto, detto Piano è stato redatto dalla Provincia di Milano per l’intero territorio provinciale sebbene sullo stesso territorio risultino insediati, dopo le Conferenze d’Ambito del 19/11/2001 e del 22/11/2001, rispettivamente l’ATO Provincia di Milano e l’ATO Comune di Milano come previsto dalla L.R. 21/98 di recepimento della L. Galli. Il Piano Finanziario ed il Modello Gestionale proposti nel Piano sono stati pertanto elaborati in modo disgiunto: l’uno riguarda l’ATO Provincia di Milano escluso quindi il comune di Milano; l’altro interessa l’ATO Comune di Milano. In quel che segue si riporteranno esclusivamente i temi finanziario e gestionale dell’ATO Provincia di Milano anche se nei capitoli che precedono si fa riferimento sul piano economico anche al comune di Milano. Si osserva marginalmente che, come richiesto dalla delibera CIPE n. 52 del 4/4/2001, le due Conferenze hanno proceduto ad approvare il Piano Stralcio e l’aumento tariffario dei servizi di fognatura e depurazione nella misura indicata dalla stessa delibera, ciò in virtù delle necessità finanziarie evidenziate nel Piano stesso. Qui di seguito si richiamerà il fabbisogno già evidenziato in precedenza. Si evidenzia infine che essendo stato avviato il Piano Stralcio prima dell’entrata in vigore della Moneta Unica Europea (Euro), tutti gli importi indicati nei capitoli che precedono sono espressi in Lire. Per uniformità di esposizione e per evitare confusione durante i richiami degli importi riportati nei precedenti capitoli, in quel che segue si manterrà la stessa unità di conto. Le cifre conclusive saranno comunque riportate nelle due valute come vuole la legge in vigore.
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5.2
PIANO ECONOMICO FINANZIARIO DELL’A.T.O. PROVINCIA DI MILANO
5.2.1
Stima del fabbisogno finanziario Le elaborazioni compiute sui dati raccolti ed esplicitate nei precedenti capitoli, evidenziano che l’ammontare degli importi richiesti per sanare a livello provinciale (compreso quindi il comune di Milano) le problematiche che derivano dalla mancata attuazione degli Artt. 27, 31 e 32 del D.Lgs. 152/99, sono quelli indicati nella seguente Tab. 5.1 Tab. 5.1- Importi (in miliardi di L.) necessari, disponibili e finanziati riguardanti gli interventi competenti l’intera Provincia di Milano (compreso il Comune di Milano) Importo complessivo degli interventi 2180,97
Importi già finanziati 858,4
Importi da finan- Importo degli inziare terventi prioritari 1322,5
1741,85
Come ricordato in precedenza, in base alla L.R. 21/1998 il Comune di Milano costituisce Ambito a sé. Ciò implica la necessità di ridefinire i fabbisogni finanziari competenti all’A.T.O. Provincia di Milano. Nella seguente Tab. 5.2 si riportano pertanto, per ogni Settore Funzionale, gli importi disponibili ovvero ancora necessari relativi agli interventi prioritari e non prioritari ad esso competenti. Tab. 5.2- Importi complessivi e prioritari competenti all’A.T.O. Provincia di Milano ed all’ATO Comune di Milano SETTORE FUNZIONALE
Fognature Collettamento Depurazione TOTALE
Importo complessivo necessario [Miliardi L.] A.T.O. Provincia 749,6 259,5 322,1 1.331,2
A.T.O. comune 366,07 0,00 483,68 849,8
TOTALE 1115,67 259,5 805,78 2.181,0
Importi per interventi prioritari A.T.O. Provincia [Miliardi L.] Disponibili Ancora necessari 42,4 427,1 80,3 161,6 184,7 128,5 307,4 717,2
Si osserva marginalmente che avendo adottato per il presente Piano Stralcio la suddivisione territoriale (Comprensori) prevista dal PRRA, nel Comprensorio 8 oltre al Comune di Milano si è fatto rientrare anche il Comune di Settimo Milanese. Quest’ultimo è però escluso 5:2
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dall’ATO che interessa il Comune di Milano e pertanto gli importi riportati nella precedente tabella 5.2 sono determinati sottraendo dalla Tab. 5.1 gli importi delle opere che interessano solo il Comune di Milano e non tutti gli importi attribuiti al Comprensorio 8. L’ammontare quindi del fabbisogno finanziario per l’A.T.O. Provincia di Milano, per far fronte alle necessità indicate dal D.Lgs. 152/99, è pertanto complessivamente di L. 1331,2 miliardi (pari a € 687,5 milioni) e per gli interventi prioritari pari a L. 1024,6 miliardi (pari a € 529,2 milioni). Copertura finanziaria degli interventi richiesti dall’A.T.O. Provincia di Milano
5.2.2
5.2.2.1 Individuazione delle somme accantonate o disponibili Sull’importo complessivo di opere prioritarie di £. 1024,6 miliardi gli Enti gestori (o meglio titolari) di ciascun servizio hanno in corso procedure per finanziare opere per un importo di £. 307,4 miliardi, pari al 30% del totale richiesto. Sulla rimanente somma di £. 717,2 miliardi si rende pertanto necessario individuare nuove forme di finanziamento. A questo proposito occorre ricordare che i settori del Piano che beneficiano dei maggiori autofinanziamenti sono quello del collettamento e ancor di più quello della depurazione. Infatti, la disponibilità di risorse economiche per tali settori risulta essere rispettivamente del 65% e del 76% dell’ammontare delle somme necessarie per gli interventi del Piano. Il settore fognario viceversa dispone meno del 20% degli importi necessari il che equivale ad un fabbisogno di oltre £. 650 miliardi per le categorie di interventi prioritari e non. Se si escludono i contributi in conto capitale (assai modesti e dell’ordine di qualche miliardo di lire) erogati dall’Autorità di Bacino del F. Po agli Enti della Provincia, contributi legati all’applicazione della L. 18/05/1989 n. 183 riguardanti in particolare1 il “Programma di opere di razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche per il quadriennio 1998-2001”, non risultano attualmente disponibili stanzia1
Si veda in proposito la Deliberazione n° 11/2001 del 31/01/2001 dell’ dall’Autorità di Bacino del F. Po avente per oggetto: “Aggiornamento dello schema pevisionale e programmatico di cui all’Art. 31 della L. 18/05/1989 n. 183. Modifica al programma di interventi della Regione Lombardia”.
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PIANO STRALCIO: estratto divulgativo menti su specifici capitoli statali o regionali2 che permettano di finanziare le opere igieniche oggetto del presente Piano Stralcio. E’ pertanto doveroso e necessario ricorrere all’autofinanziamento per intervenire in particolar modo nel settore fognario non essendo peraltro disponibili accantonamenti significativi su annualità pregresse derivanti dalla riscossione della relativa tariffa. Ciò è evidenziato dall’analisi dei proventi da tariffa comunicati a tutto il 20 luglio 2001 dai comuni della provincia, da cui risulta che delle somme riscosse per effetto di detta tariffa nel periodo 1996-2000, quasi nulle sono le somme accantonate in quanto generalmente le risorse reperite sono servite per la gestione ordinaria o straordinaria del servizio, ivi compreso il pagamento dei mutui in corso. Ai fini quindi dell’autofinanziamento si deve ricorrere a quanto stabilito dall’Art. 2.3 della Delibera CIPE del 4 aprile 2001, n. 52. Tale Delibera prescrive che per il parziale finanziamento dei Piani Stralcio si provveda, nell’arco del quinquennio 2001-2005, ad aumento cumulato delle tariffe di fognatura e depurazione nella misura massima del 20%. In ogni anno del quinquennio l’aumento non potrà comunque eccedere la misura del 5%. La stessa Delibera sancisce che gli incrementi si applicano sulla quantità di acque scaricate in fognatura da parte di utenze civili e industriali tenendo conto dei principi di carattere generale previsti dagli Artt. 13 e 14 della L. 36/1994. Gli incrementi sono destinati al finanziamento delle opere di Piano in concorrenza con le altre risorse finalizzate alla realizzazione di interventi inseriti nel Piano stesso. L’aumento tariffario si applica anche alle gestioni in economia e decorre dal 1 luglio 2001. 5.2.2.2 Modalità di calcolo degli importi autofinanziati Alla luce di quanto sopra, per determinare l’ammontare delle somme reperibili attraverso l’aumento tariffario si formulano i seguenti criteri di calcolo:
2
Per doverosa precisazione si rammenta che la Regione Lombardia ha emanato la DGR n. 7/4996 dell’8 giugno 2001 avente per oggetto: Contributi in conto capitale per la progettazione preliminare e/o definitiva delle opere di cui alla L.R. 28 aprile 1984, n. 23 “Piano di interventi urgenti nel settore del disinquinamento" e L.R. 10 settembre 1984, n. 53 “Interventi urgenti in materia di approvvigionamento idropotabile per la bonifica e la tutela delle falde idriche”.
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PIANO STRALCIO: estratto divulgativo A. Definizione della tariffa di base per ciascun servizio Va preliminarmente ricordato che in ambito provinciale sussistono le seguenti tariffe di base riferite alle utenze civili: SERVIZIO
• •
Fognatura Collettamento/depurazione (servizi congiunti)
TARIFFA all’utenza civile [£/mc] 170 500
Per la maggior parte delle gestioni industriali, operate cioè da Enti consortili (deputati principalmente al servizio Collettamento/Dep.ne), la tariffa applicata risulta leggermente superiore a quella di base sopra indicata. Ad esempio il CAP adotta per il servizio fognatura £. 207/mc e per la depurazione £. 518/mc; l’Alto Lambro ed il Magentino invece, che si occupano solo del servizio Collet./Depurazione, applicano rispettivamente £. 506/mc e £. 510/mc; i comuni ricadenti nei due consorzi adottano a loro volta £. 170/mc per la tariffa della fognatura. Per alcuni casi sporadici e solo per le gestioni in economia, la tariffa applicata per il servizio fognatura ci risulta inferiore a quella base sopra detta. Considerando peraltro che all’utilizzo dei suddetti servizi partecipano anche le utenze industriali, si può ragionevolmente ritenere che la tariffa media ragguagliata alla popolazione residente sia complessivamente superiore a 750 £/mc. Per ragioni prudenziali e per tenere conto delle insolvenze, si adotterà per i successivi calcoli la tariffa base pari a £. 670 per mc di acqua erogata. B. Definizione dei volumi d’acqua a cui applicare l’aumento tariffario L’aumento tariffario verrà qui valutato sulla base del conteggio del volume d’acqua medio annuo erogato alla popolazione residente. Una preventiva analisi condotta su circa 130 comuni della provincia (escluso peraltro Milano), indica che i volumi d’acqua fatturati nell’anno 2000 sono stati in media proporzionali alla popolazione residente in misura prossima a 300 l/abxg. Essendo il volume fatturato in genere superiore del 2%-5% di quello erogato, si ritiene opportuno adottare un coefficiente riduttore Cr non superiore al 5%
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tuno adottare un coefficiente riduttore Cr non superiore al 5% per passare dal primo al secondo volume. Dai dati dello Stato di Fatto del PRRA più volte citato, risulterebbe che l’indice di servizio del sistema acquedottistico, cioè il rapporto tra popolazione servita e popolazione residente (inclusi i fluttuanti) è compreso tra il 87% per i comuni minori, ed il 97% per i comuni maggiori della provincia. Indici decisamente più bassi competono al servizio fognatura. Ai fini del computo della popolazione civili che risulterà in futuro utilizzare il servizio, occorrerà quindi considerare un coefficiente riduttore Cf, variabile tra il 10% ed il 15%, che indica la percentuale della popolazione residente non allacciata alla pubblica fognatura. Quanto sopra prescinde dalla considerazione che il presente Piano Stralcio garantirà un sensibile aumento di infrastrutture fognarie sul territorio provinciale. Per determinare il volume annuo erogato a livello provinciale a cui applicare l’aumento tariffario si ricorre alla seguente relazione: Vol = k x Pop x DI x 365/1000
[mc]
(1)
dove i simboli hanno il seguente significato Vol = k= Pop= DI
Volume annuo erogato [mc] Coefficiente di riduzione, somma del coefficiente Cr (=0,05) e del coefficiente Cf (=0,15) Popolazione residente nell’A.T.O. Provincia di Milano al 31/12/1999 pari a 2.444.863 ab Dotazione idrica giornaliera media annua (l/abxg) pari a 300
Sulla base dei predetti parametri ne consegue che il volume annuo erogato è all’incirca di 214.170.000 mc. C. Stima degli importi derivanti dall’aumento tariffario – Somme reperibili ai fini del finanziamento delle opere di Piano Ai fini dell’applicazione degli aumenti tariffari indicati nella Delibera CIPE, si prevede di adottare la progressione temporale di aumenti indicati nella seguente Tab. 5.3 che hanno come data di partenza il 1 luglio 2001. Gli aumenti da applicare sono quelli arrotondati finali che prevedono sempre di rimanere contenuti entro un massimo di 5% annuo.
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Sulla base degli aumenti (arrotondati) per annualità, si prevede di attivare un programma di mutui agevolati, della durata di 20 anni, al tasso d’interesse costante valutato in prima ipotesi nel 5% annuo. Tab. 5.3- Distribuzione temporale di aumenti tariffari applicati nell’A.T.O. Provincia di Milano determinati sulla base della Delibera CIPE 4/4/2001 PERIODO Da luglio a luglio di ogni anno 2001 2002 2003 2004
-
2002 2003 2004 2005
Coef. di aumento (°) (per singola annualità) 5,0% 5.0% 5,0% 5,0%
Valore di tariffa [L/mc] Reale ArrotondaProgressivi to (tariffa di base L. 670/mc) 33,5 703,50 703 67,0 737,00 737 100,5 770,50 770 134,0 804,00 804(°°)
Incrementi [L/mc] Annui 33,50 33,50 33,50 33,50
(°) Aumento annuo sulla tariffa base (°°) L’importo corrisponde esattamente ad un aumento del 20% sulla tariffa di base
L’introito tariffario di ogni annualità conseguente agli aumenti (arrotondati) riportati nella suddetta tabella, determinano un gettito finanziario per singola annualità dipendente dal volume annuo erogato e calcolato con la (1). Ammettendo in prima approssimazione che detto volume non cambi nel tempo3, il gettito annuo sarà quello indicato nella Tab. 5.4. Tab. 5.4- Introiti annui legati all’aumento di tariffa applicati nell’A.T.O. Provincia di Milano. Ammontare dei mutui a rate costanti attivabili ad ogni annualità.
PERIODO Da luglio a luglio di ogni anno 2001 - 2002 2002 - 2003 2003 - 2004 2004 - 2005
3
Ammontare del mutuo [Miliardi di L.]
Incremento tariffario annuo (1)
Introito
[Lire/mc]
[Miliardi L.]
Per annualità
Cumulato
33 34 33 34
7,068 7,282 7,068 7,282
88,077 90,746 88,077 90,746
88,077 178,823 266,900 357,646
annuo (2)
Somme per finanziamento interventi
Diversi studi indicano che in conseguenza di aumenti - anche non consistenti - del costo del servizio, si determina una contrazione dei consumi che tende poi a mutare nel tempo con incrementi tali da attestarsi sui valori originali. Ciò si realizza se le prestazioni generali del servizio non mutano nel tempo; dal momento però che occorrerà ridefinire (al ribasso) le dotazioni idriche dei comuni maggiori dell’ATO in quanto eccedenti i parametri previsti dal PRRA, si ritiene che i consumi idrici a lungo termine possano attestarsi intorno al 85% rispetto al volume erogato attuale.
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Se si ammette che gli aumenti effettuati ogni anno rimangano invariati nel successivo ventennio, l’introito annuo può costituire la rata annua posticipata di un mutuo al saggio d’interesse sopra detto. L’introito annuo costituisce in pratica l’annualità Rp (rendita certa) dell’ammontare (valore attuale) A del mutuo da contrarre a rate costanti. Pertanto risulterà:
(1 + i )n − 1 n i ∗ (1 + i )
A = Rp x ani = Rp x
[Lire]
(2)
dove i simboli, già precisati pocc’anzi, hanno il significato n i
rappresenta il numero di annualità pari a 20 anni il saggio d’interesse costante pari al 5% rata annua del mutuo ovvero introito annuo da tariffa [Lire] Rp A ammontare del mutuo [Lire]
Sulla base di tali ipotesi, nella stessa tabella 5.4 si riporta per ogni annualità del quadriennio l’ammontare del mutuo che può essere acceso per finanziare le opere indicate dal presente Piano Stralcio. 5.2.2.3 Sintesi degli importi recuperabili con l’autofinanziamento In definitiva, attraverso l’aumento tariffario si potranno reperire a regime le seguenti somme complessive: VOCI DI COSTO
• • • • • •
Incremento di tariffa [Lire/mc] rispetto a quella base di Lire 670/mc Tariffa da applicare a partire dal 2004 [Lire/mc] - [€/mc] Introito annuo a partire dal 2004 determinato dall’aumento di tariffa [Miliardi L.] - [milioni €] Importi necessari per interventi prioritari relativi all’A.T.O. Provincia di Milano [Miliardi L.] - [milioni €] Ammontare complessivo dei mutui attivabili [Miliardi L.] - [milioni €] Importi ancora da reperire per finanziare gli interventi prioritari dell’A.T.O. [Miliardi L.] - [milioni €]
Importi 134
804 - 0,42 28,698 – 14,82
717,2 – 370,40 357,65 – 184,71
359,55 - 185,69
A conclusione dell’analisi compiuta, condotta certamente in modo non consono ai dettami della L. 36/94, si perviene a definire indicativamente il fabbisogno finanziario cui occorrerà rivolgere l’attenzione per effettuare gli interventi previsti dal Piano Stralcio.
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Questi, come più volte rimarcato in precedenza, sono prevalentemente nel settore Fognario in quanto quello del Collettamento/Dep. ha al suo attivo una importante risorsa economica già accantonata che dovrà essere utilizzata quanto prima. Va in fine aggiunto che nei conteggi sopra esposti non si è fatto cenno al fatto che parte delle somme introitate per l’aumento di tariffa dovrà essere destinato alla gestione (e quindi manutenzione) delle opere che s’intendono finanziare. Se pur rilevante in termini assoluti4, tali importi potrebbero essere reperiti dall’attuale tariffa di base che con opportune economie e soprattutto con una adeguata gestione industriale, potrà garantire i capitali necessari atti ad assicurare anche la manutenzione dei nuovi interventi.
4
Vari gestori indicano che per mantenere efficiente una nuova rete di condotti fognari occorra un capitale annuo compreso tra il 10% ed il 15% del costo di ammortamento annuo considerando, all’uopo, ammortamenti trentennali.
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6.
MODELLO GESTIONALE OPERATIVO
6.1
PREMESSA Come già riferito nella Premessa al Cap. 5, anche il Modello Gestionale e stato sviluppato distinguendo l’ATO Provincia di Milano dall’ATO Comune di Milano. Di seguito si propone pertanto solo quello competente al primo dei due ATO.
6.2
MODELLO GESTIONALE OPERATIVO PROPOSTO PER L’A.T.O. PROVINCIA DI MILANO
6.2.1
Generalità Il sistema di collettamento e depurazione della Provincia in fase di completamento; allo stato attuale è coperto circa il 66% del fabbisogno di trattamento reflui del carico civile rispetto a un fabbisogno stimato di 3.750.000 abitanti di cui, tra l’altro, poco meno di 1.400.000 abitanti ricadente nel comune di Milano notoriamente privo di trattamenti. Ciò è ottenuto grazie al fatto che all’interno del territorio della provincia operano 6 Consorzi Provinciali di depurazione che da qualche decennio si preoccupano di progettare, eseguire e gestire gli impianti di collettamento e depurazione. Tali Enti, come indicato nel Cap. 1, sono richiamati nella Tab. 6.1. Tab. 6.1- Elenco degli Enti di riferimento a cui competono i Comprensori di Tav. 1 in allegato. N. Comprensorio
NOME CONSORZIO
1234-
Consorzio di Tutela Ambientale del Magentino Consorzio Idrico e di Tutela delle Acque del Nord Milano Consorzio Provinciale di Bonifica dell’Alto Lambro IDRA S.p.A. – Consorzio Provinciale per il Risanamento Idraulico del NordEst Milanese CAP Milano-Consorzio per l’Acqua Potabile Consorzio Tutela Ambientale del Sud Milanese
57-
Gli ambiti territoriali di competenza dei suddetti Enti sono i Comprensori evidenziati nella Tav. 1. Tale delimitazione, lo si ricorda an6:1
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cora, fa riferimento ai cosiddetti “ambiti” previsti nel P.R.R.A. che ora non trova una perfetta corrispondenza con la realtà delle gestioni in atto. Basti al riguardo ricordare che il CAP, non si limita per i fini della gestione del trattamento reflui al Comprensorio 5, ma estende le proprie competenze anche in altri Comprensori, come ad esempio nel Comprensorio 7, avendo all’interno di questo la gestione dell’impianto di Zelo Surrigone nonché dell’impianto di Vizzolo Predabissi (impropriamente denominato Dairago in quanto i reflui trattati appartengono quasi esclusivamente a questo comune). 6.2.2
La situazione delle gestioni in atto All’interno dei territori ove operano i predetti Consorzi di depurazione (alcuni peraltro già trasformatisi in Società per Azioni) partecipano 167 comuni. Tali Enti gestiscono ora circa 35 impianti di depurazione; 52 comuni consorziati non sono serviti da impianti perché mancano o sono in fase di ultimazione le reti di collettamento. Pur essendo le gestioni comunali (cioè non consortile) in numero limitato (15), il numero viceversa degli impianti comunali è rilevante e sono circa 30 dei quali però circa 10 lo sono già o lo saranno a breve dimessi ed i corrispondenti reflui saranno collettati ad impianti centralizzati già gestiti da uno dei predetti Consorzi. Tal’è il caso di Rodano, Colturano, Arese, ecc. che avranno a breve un impianto consortile di riferimento. I comuni infine che attualmente non depurano le proprie acque sono 5 tra cui anche Milano. Da quanto sopra si evince che la quasi totalità dei comuni saranno nei prossimi anni allacciati esclusivamente ad impianti centralizzati di depurazione che fanno capo ai 6 soggetti gestori prima elencati. Nel settore fognario la gestione viene quasi esclusivamente effettuata in economia. Pochi e solo recenti sono i casi di affidamento della gestione di questo servizio ad aziende e consorzi. Non si è potuto reperire nel dettaglio questa informazione durante la campagna di indagini descritte nei precedenti capitoli; si stima comunque che in tutta la provincia sono 30-40 i comuni che hanno affidato la gestione della fognatura ad uno dei consorzi prima citati, mentre sono meno di 10 quelli che lo hanno affidato ad una azienda municipalizzata (ad
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esp.: Abbiategrasso, Legnano, Seregno, Monza). Queste municipalizzate sono in quasi tutti i casi affidatarie di servizi plurimi come acqua, gas, nettezza urbana e raramente anche della depurazione. Proprio per l’affinità che ha il servizio di fognatura con quello di collettamento e depurazione (visto in modo congiunto e non potrebbe esserlo diversamente), la tendenza dei Comuni è quella di affidare sempre più di sovente il primo servizio agli Enti che si occupano del secondo. Modello gestionale proposto per l’A.T.O. Provincia di Milano
6.2.3
Essendo le opere di collettamento intercomunale l’emissario naturale delle opere fognarie comunali, non si può eccepire sul fatto che per risolvere i problemi dell’uno si debbano risolvere anche i problemi dell’altro servizio. Stante quindi l’affinità sul piano gestionale del servizio di collettamento a quello della fognatura, è quanto mai opportuno che ad occuparsi di quest’ultimo siano gli attuali gestori del servizio di collettamento (e annessa depurazione). Il modello gestionale qui proposto considera la applicazione del principio che all’interno dei territori dei Comprensori o di una unità territoriale ad essa affine, dove oggi già opera in prevalenza un Ente che si occupa a livello intercomunale del servizio di Collettamento/Depurazione5, sia ad Esso attribuita per intero la gestione delle opere di fognatura che trovano naturale recapito nel sistema condotti/impianto appartenente ad uno degli schemi depurativi in essere o previsti dal PRRA e sue integrazioni. Per quanto riguarda la gestione degli impianti di depurazione comunali, essa andrà concessa al medesimo soggetto gestore che si dovrà occupare, per quanto sopra, del comparto fognario del medesimo comune. Nell’ambito di tale principio generale potranno tuttavia convivere in una fase iniziale situazioni particolari che comunque dovranno tendere a centralizzare presso un unico gestore industrialmente qualificato i due servizi di Fognatura, Collettamento/Depurazione. 5
Si evidenzia che per definizione il servizio di collettamento va sempre inteso come un servizio a carattere intercomunale e non può essere disgiunto da un altrettanto servizio di depurazione, anch’esso intercomunale.
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Si rammenta che la disposizione territoriale dei Comprensori e dei relativi Enti di riferimento sono quelli riportati nella Tab. 6.1 in premessa al capitolo. Indicazioni dei criteri di scelta adottati
6.2.4
L’aver individuato, quale gestore delle fognature e impianti di depurazione attualmente gestiti in economia (a gestione comunale), un unico soggetto (Ente o Azienda) già deputato all’interno di ogni Comprensorio di una pluralità di gestioni, significa avere scelto nello spirito della L. Galli quel soggetto che conduce nel segno dell’efficienza, efficacia ed economicità le gestioni di più impianti e pertanto offre garanzie di affidabilità nonché, vista la tipologia e dimensione del territorio attualmente coperto, di capacità finanziaria per impostare un’equipe che sappia risolvere le problematiche emerse col presente Piano Stralcio. La più che decennale esperienza nel campo del trattamento acque reflue e della gestione delle infrastrutture idrauliche che fanno capo a tanti schemi depurativi presenti nei vari Comprensori, danno modo di pensare che gli attuali 7 soggetti rappresentativi dei Comprensori di Tab. 6.1 siano garanzie sufficienti per attestare che le gestioni dei futuri impianti comunali risulteranno condotte con criteri imprenditoriali. In attesa che si compiano tutti i passaggi necessari a definire il modello gestionale previsto dalla L. 36/94, le modalità della gestione andranno infatti definite da apposita convenzione che sarà concordata tra comune (titolare della fognatura o dell’impianto di depurazione comunale) ed un Ente di gestione. Rapporto con le gestioni esistenti
6.2.5
Risultando appartenere la maggior parte dei comuni della provincia ad uno dei soggetti gestori individuati in quanto statutariamente formano parte dei Consorzi di Depurazione6, risulta evidente che il rapporto delle nuove gestioni con quelle esistenti non sarà altro che un allargamento di competenze senza alcuna modifica dei rapporti già istituiti. 6
Si evidenzia che tutti i Consorzi di bonifica della provincia, stanno procedendo (ed alcuni lo hanno già fatto) alla trasformazione giuridica in società per azioni.
6:4
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PIANO STRALCIO: estratto divulgativo
6.2.6
Criteri di valutazione dell’efficacia, efficienza ed economicità del modello gestionale operativo proposto L’aver individuato un modello di gestione dei due servizi (Fognatura e Collet./Dep.) che consideri per il futuro la presenza di appena una decina di Enti a capo della gestione, anziché come avviene oggi di 160-170 e forse più soggetti, significa certamente gettare i presupposti per il raggiungimento degli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità nella gestione di tali servizi. Tale prospettiva trova peraltro conforto nei risultati delle gestioni operate nei precedenti anni dai medesimi Enti, ancora oggi in veste di Consorzi di bonifica, individuati tra soggetti preposti alle future gestori, i quali hanno dimostrato capacità amministrativa ed efficace programmazione tanto che hanno quasi sempre portato a termini i programmi di intervento di volta in volta previsti. Si ritiene quindi che anche per il futuro le medesime strutture risulteranno in grado di svolgere con altrettanta capacità i nuovi compiti che saranno loro affidati.
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