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Woody Allen. L’arte della commedia
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Nuovo cinema israeliano 3. edizione
Cinema e arte: Jean Renoir, Luciano Emmer e i film “en plein air”
31 marzo - 29 aprile 2010
n. 4/2010
Provincia di Milano - V.le Vittorio Veneto, 2 - Milano tel. 02.77401 Presidente: Guido Podestà Vice Presidente e Assessore alla Cultura - Beni culturali ed eventi culturali, Politiche per l'integrazione: Novo Umberto Maerna
Le attività di Fondazione Cineteca Italiana sono sostenute anche da
Fondazione Cineteca Italiana Direzione: Manifattura Tabacchi, viale Fulvio Testi 121, Milano (Tel. 02.87242114) Presidente: Cristina Comencini Direttore generale: Matteo Pavesi Direttore della programmazione: Enrico Nosei Segretario generale-Relazioni esterne: Luisa Comencini Responsabile progetti speciali e Area Metropolis 2.0: Silvia Pareti Ufficio stampa: Silvia Boz Segreteria e scuole: Lorena Iori (responsabile), Giuseppina Le Noci Museo del cinema: Luigi Boledi (responsabile), Archivio Film: Roberto Della Torre (responsabile), Daniele Fagone Archivio materiali extrafilmici: Marcello Parisi Proiezionisti: Amedeo Liberti, Dritan Doci Responsabile biglietteria: Michele Comba Proiezioni Viale Vittorio Veneto 2, angolo piazza Oberdan - Biglietteria: tel. 02.77406316 MM1 e passante ferroviario: stazione Porta Venezia www.cinetecamilano.it Orari: Mercoledì, giovedì, venerdì: ore 17, 19, 21.30 Sabato: ore 15, 17, 19, 21.30 - Domenica: ore 11, 15, 17, 19, 21.30 (gli orari potranno subire leggere variazioni, comunque indicate in calendario, dovute alla durata dei film)
Prezzi Cinetessera annuale: € 3,00, valida anche per le proiezioni all’Area Metropolis 2.0 Biglietto d’ingresso: € 5,00 Spettacoli delle h 15 e h 17 feriali e h 15 festivi: € 3,00 Biglietti in prevendita: € 6,00 (più diritti di prevendita) I tesserini delle Università sono validi come Cinetessera 2010
Si ringraziano: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, Cineteca del Comune di Bologna, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Cineteca del Friuli, Cineteca Griffith, Lab 80, Cineteca Svizzera di Losanna.
Francesco Alberoni, Sergio Toffetti, Laura Argento, Sergio Bruno, Alberto Barbera, Stefano Boni, Claudia Gianetto, Gian Luca Farinelli, Livio Jacob, Max Patrone, Alba Gandolfo, Angelo Signorelli, Lenny Borger, André Chevailler, Nadia Roch, Frédéric Maire. Finito di stampare nel mese di marzo 2010 presso Litografia Pignacca, Piacenza
Woody Allen: l’arte della commedia Dall’1 al 17 aprile
Nel 2010 Woody Allen compie 75 anni. Il suo esordio da regista è del 1966 (Che fai, rubi?). Da allora, in 44 anni di carriera ha diretto 44 film, ai quali va aggiunto un numero imprecisato di collaborazioni come autore di testi o sceneggiature per cinema e televisione. Ha vinto tre Oscar, collezionando una quindicina di nominations, e altri 80 svariati e importanti premi. In questo omaggio in 18 titoli, riproponiamo il meglio della sua produzione nel genere della commedia, opere attraverso le quali Allen ha saputo spesso darci una lettura acuta, ironica, graffiante della realtà contemporanea, insegnandoci a ridere dei nostri difetti e delle nostre paure e a non prendere troppo sul serio le nostre presunte virtù. Inutile tentare di esprimere in poche righe la formidabile ricchezza e sensibilità estetica dell’artista newyorkese, preferiamo riportare alcuni dei suoi mai troppo celebrati aforismi. «Non credo in una vita ultraterrena; comunque porto sempre con me la biancheria di ricambio». «La psicanalisi è un mito tenuto vivo dall’industria dei divani». «Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il
contrario è del tutto impossibile». «Il leone e il vitello giaceranno insieme, ma il vitello non dormirà molto». «Il ballo è una manifestazione verticale di un desiderio orizzontale». «Ho fatto un corso di lettura veloce. Ho letto Guerra e Pace, parla della Russia». «Il mio primo film era così brutto, che in sette Stati americani aveva sostituito la pena di morte».
Segnaliamo che per due appuntamenti della rassegna, si rinnova la collaborazione della Cineteca Italiana con il Centro milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”: venerdì 9 aprile al termine della proiezione di Harry a pezzi Pietro Rizzi leggerà una relazione dal titolo “Quando andare in pezzi non fa troppo male (almeno per gli spettatori)”; venerdì 16 aprile al termine della proiezione di Zelig Roberto Goisis leggerà una relazione dal titolo “Zelig fra verità, finzione e adattamento: una metafora dell’attualità?”. 3
Woody Allen
Woody Allen
Sa. 3 apr. (h 17)/Me. 14 apr. (h 19) Accordi e disaccordi R. e sc.: W. Allen. Int.: Sean Penn, Samantha Morton, Uma Thurman, Brina Markinson, Anthony La Paglia. USA, 1999, col., 95’. Le avventure di un selvaggio, eccentrico genio della chitarra jazz della fine degli anni ‘30, Emmet Ray, infantile ed egocentrico, sempre pronto a sbagliare, a lasciare la donna giusta per sposare quella sbagliata, a sprecare la sua arte, deciso a bruciare la sua vita. Emmet Ray è una figura immaginaria, mentre nel film viene più volte citato Django Reinhardt di cui si sente anche un’incisione famosa. Do. 4 apr. (h 15)/Ve. 9 apr. (h 17) Alice R. e sc.: Woody Allen. Int.: Mia Farrow, William Hurt, Joe Mantegna, Keye Luke, Cybill Sheperd, Alec Baldwin, Judy Davis. USA, 1990, col., 109’. Alice è sposata da 16 anni con Doug, ricco uomo d’affari, vive in una casa lussuosa di Manhattan, ha due bambini. Sembra felice, ma non lo è, e quando scopre i tradimenti del marito il vuoto della sua esistenza si rivela di fronte a lei. Sarà l’incontro con uno strano mago cinese ad aprirle nuovi orizzonti e a restituirle l’incanto della vita. Accordi e disaccordi
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Gio. 1 apr. (h 17)/Do. 11 apr. (h 21.15) Anything Else R. e sc.: W. Allen. Int.: W. Allen, Jason Biggs, Christina Ricci, Stockard Channing, Danny De Vito. USA, 2002, col., 108’. Autore frustrato di testi comici, ebreo newyorchese in analisi, Jerry Falk sogna di scrivere il romanzo della sua vita e, intanto, è irresistibilmente attratto dalla compagna di una sua amica, la bella aspirante attrice Amanda. Ma il vortice di passione che li travolge lascia ben presto il posto alla routine di tutti i giorni, aggravata dal fatto che la mamma di Amanda si installa nell’appartamento della coppia. La situazione diventa insostenibile con Amanda che tradisce apertamente il partner e il manager di Jerry che gli ruba metà dei compensi. Ma quando tutto sembra crollare Jerry trova la soluzione dei suoi problemi nei consigli illuminati di Dobel, un anziano professore conosciuto per caso a Central Park.
Gio. 8 apr. (h 21.15)/Ve. 16 apr. (h 17) Basta che funzioni R. e sc.: W. Allen. Int.: Larry David, Evan Rachel Wood, Patricia Clarkson, Ed Begley Jr., Conleth Hill. USA, 2009, col., 92’, v.o. sott. It. Boris Yellnikoff, misantropo e brontolone, trascorre le sue Basta che funzioni
giornate sproloquiando sull’inutilità del tutto. Ex professore alla Columbia University, con alle spalle un divorzio dalla ricca eaffascinante Jessica, una notte incontra Melody, una ragazza originaria del Mississippi , in fuga e in cerca di un riparo. Boris la accoglie in casa e Melody si innamora di lui. La fortuna e la felicità sembrano finalmente sorridergli di nuovo, ma poi i genitori di Melody giungono a New York e il loro arrivo scatenerà un gorgo di imprevisti intrighi sentimentali il cui esito renderà consapevoli tutti i protagonisti del fatto che in amore non ci sono regole.
Me. 7 apr. (h 19)/Sa. 17 apr. (h 15) Broadway Danny Rose Regia e scenegg.: Woody Allen. Int.: W. Allen, Mia Farrow, Nick Apollo Forte, Sandy Baron. USA, 1984, b/n, 85’. Raccontata da cinque amici in una serata passata al bar, la vita del piccolo, grande Danny Rose, tenero e scalcinato agente teatrale della cui “scuderia” facevano parte artisti derelitti (su tutti, la ballerina di tip tap senza una gamba). In particolare, i cinque rievocano quella volta in cui Danny riuscì a rilanciare un vecchio cantante al rientro dopo un periodo di declino che, come ringraziamento, lo abbandonò per legarsi a un agente più importante.
Gio. 1 apr. (h 19)/Gio. 15 apr. (h 19) Criminali da strapazzo R. e sc.: W. Allen. Int.: W. Allen, Tracey Ullman, Hugh Grant, Elaine May, Carolyn Saxon, Michael Rapaport. USA, 2000, col., 94’. Ray Winkler è un piccolo truffatore con grandi sogni. Reclutata sua moglie e qualche altro compagno di sventura, lascia il suo lavoro di lavapiatti e apre un negozio di dolci vicino a una banca. Mentre sua moglie lavora al negozio, lui e la sua piccola corte dei miracoli lavorano negli scantinati per introdursi nella banca. La ricchezza gli piove addosso da una direzione inaspettata e si realizzano appieno i suoi sogni ma... Gio. 1 apr. (h 21.30)/Sa. 10 apr. (h 15) La dea dell’amore Regia e scenegg.: W. Allen. Fot.: Carlo di Palma. Mont.: Susan E. Morse. Int.: W. Allen, Helena Bonham Carter, Mira Sorvino, Michael Rapaport, F. Murray Abraham, Claire Bloom, Olympia Dukakis. USA, 1995, col., 95’. Woody nei panni di un giornalista sportivo sposato con una gallerista. La coppia non può avere figli, così ne adotta uno. Quando le cose in famiglia cominciano ad andare male, lui va alla ricerca della madre del piccolo, e si ritrova davanti una ragazza bellissima che tira avanti facendo la pornodiva… Broadway Danny Rose
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Woody Allen
Woody Allen Ve. 2 apr. (h 19)/Ve. 9 apr. (h 21) Harry a pezzi Regia e scenegg.: W. Allen. Fot.: Carlo di Palma. Mont.: Susan E. Morse. Int.: W. Allen, Judy Davis, Kirstie Alley, Billy Cristal, Demi Moore, Robin Williams, Eric Bogosian, Elisabeth Shue, Stanley Tucci, Mariel Hemingway. USA, 1997, col., 96’. Harry è un maturo scrittore dalla vita incasinata: varie mogli, amanti sparse, una collezione di psicoanalisti. In crisi creativa, accetta di andare a ritirare un premio assegnatogli dal college frequentato da studente. Alla cerimonia, si presenterà con il figlio, sottratto alla madre senza permesso, e una prostituta di colore. Al termine della proiezione di venerdì 9 aprile, Pietro Rizzi (Centro milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”) leggerà una relazione dal titolo “Quando andare in pezzi non fa troppo male (almeno per gli spettatori)”. Me. 7 apr. (h 17)/Gio. 15 apr. (h 21.30) Io & Annie R.: W. Allen. Sc.: Marshall Brickman, W. Allen. Int.: W. Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane, Paul Simon, Shelley Duvall, Christopher Walken. USA, 1977, col., 93’, v.o. sott. it. Alvy Singer, attore comico di origini ebree, incontra casualIo & Annie
mente Annie Hall, una ragazza carina, un po’ svitata, di famiglia benestante. Alvy, già scottato da due matrimoni falliti, inizia il nuovo rapporto con paura; ma anche Annie, istintivamente, conserva dei dubbi. E in effetti, un poco alla volta i due entrano in crisi e finiscono per lasciarsi. Rimasti amici, Alvy pensa ancora che Annie sia una donna fantastica, che il rapporto uomo-donna vive di irrazionalità, è pazzo e assurdo per molti versi, ma va accettato così.
Sa. 3 apr. (h 21.30)/Sa. 10 apr. (h 19) Manhattan Regia: Woody Allen. Scenegg.: W. Allen, Marshall Brickman. Fot.: Gordon Willis. Musica: Gorge Gershwin. Int.: W. Allen, Diane Keaton, Michael Murphy, Mariel Hemingway, Meryl Streep. USA, 1979, b/n, 96’, v. o. sott. it. Dichiarazione d’amore di Woody Allen per quella che “sarà sempre la sua città”, qui ben più che semplice sfondo alle disavventure sentimentali del tenero e confuso Isaac, perso fra una ex moglie che lo ha lasciato per un’altra donna, una intellettuale nevrotica e irrisolta, e una ragazzina il cui volto è una delle ragioni per cui vale la pena vivere.
Manhattan
Ve. 2 apr. (h 17)/Gio. 15 apr. (h 17) Misterioso omicidio a Manhattan R.: W. Allen. Sc.: W Allen Marshall Brickman. Int.: W. Allen, Diane Keaton, Jerry Adler, Ron Rifkin, Lynn Cohen. USA, 1993, col., 107’ La prematura scomparsa di una casalinga del West Side trasforma alcuni membri dell’élite letteraria di New York in detective dilettanti. I sospetti abbondano e non toccano solo il presunto assassino. Carol Lipton è l’autodesignata condottiera del gruppo. Ex pubblicitaria sposata a un editore, ha abbandonato la carriera per crescere il figlio ed è diventata un’esperta gastronoma, con il sogno di aprire un ristorante. Impulsiva ed indiscreta, con tanto tempo da perdere, si insospettisce per la morte improvvisa della moglie del vicino, suscitando la costernazione del suo ben più ansioso marito, che vorrebbe ignorare del tutto la vicenda.
Do. 4 apr. (h 21.15)/Sa. 10 apr. (h 17) Ombre e nebbia Regia e scenegg.: W. Allen. Fot.: Carlo di Palma. Mont.: Susan E. Morse. Int.: W. Allen, Mia Farrow, John Malkovich, Madonna, Donald Pleasance, Michael Kirby, Jody Foster, Lily Tomlin, Kathy Bates, John Cusack. USA, 1992, b/n, 86’. Negli oscuri anni ’20 dell’est europeo, un maniaco strangolatore terrorizza una nebbiosa cittadina. Il goffo Kleinman, mite impiegato ebreo, prima è coinvolto suo malgrado nella caccia al mostro condotta da un gruppo di persone decise a farsi giustizia da sole, poi diventa il sospettato n. 1, rischiando il linciaggio.
dicolo. Sarà uno dei tirapiedi del boss a salvare David, dandogli preziosi suggerimenti che migliorano il copione e togliendo di mezzo l’improponibile attrice.
Gio. 8 apr. (h 19)/Ve. 16 apr. (h 19) Prendi i soldi e scappa Regia: Woody Allen. Scenegg.: W. Allen, M. Rose. Int.: W. Allen, J. Margolin, M. Hillaire, L. Chapman, J. Hyde. USA, 1969, col., 85’. Tentate rapine, condanne ai lavori forzati, improbabili evasioni di un goffo, piccolo e tutto sommato “innocente” criminale che coltiva fin da piccolo il sogno di diventare un delinquente.
Do. 11 apr. (h 15) La rosa purpurea del Cairo R. e sc.: W. Allen. Int.: Mia Farrow, Stephanie Farrow, Jeff Daniels, Danny Aiello, John Wood. USA, 1985, b/n e col., 82’. Ambientata negli anni ’30, la storia di Cecilia, moglie frustrata che appena può fugge dalla sua infelice esistenza rifugiandosi al cinema. Finché, un giorno, uno dei suoi attori preferiti esce dal film ed entra nella sua vita, facendole trovare il coraggio per cambiarla. Prendi i soldi e scappa
Sa. 3 apr. (h 19)/Sa. 10 apr. (h 21.30) Pallottole su Broadway Regia: W. Allen. Scenegg.: W. Allen, Douglas McGrath. Fot.: Carlo di Palma. Mont.: Susan E. Morse. Int.: John Cusack, Jack Warden, Chazz Palminteri, Joe Viterelli, Dianne West. USA, 1994, col., 99’. Nella New York degli anni ’20, David, giovane e spiantato commediografo, accetta il denaro di un mafioso per riuscire a realizzare la sua pièce. Ma il gangster vuole imporgli la sua amante nel ruolo principale e tutto sembra cadere nel ri-
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Woody Allen Ve. 2 apr. (h 21.30)/Ve. 9 apr. (h 19) Tutti dicono I Love You R. e sc.: W. Allen. Int.: W. Allen, Julia Roberts, Alan Alda, Drew Barrymore, Goldie Hawn, Edward Norton, Natalie Portman. USA, 1996, col., 101’. Girato fra New York, Parigi e Venezia, le peripezie sentimentali di una famiglia ricca, eccentrica, liberal e molto allargata di Manhattan: marito, moglie, entrambi divorziati, con lui vhe si è portato i due figli del precedente matrimonio, un maschio e una femmina, mentre lei ha con sé la figlia del precedente marito. Insieme hanno avuto due figlie e nella loro vita gravita anche Joe, il primo marito della donna, intellettuale e scrittore, che dopo la separazione non riesce a trovare un legame stabile.
Sa. 3 apr. (h 15)/Gio. 8 apr. (h 17) Vicky Cristina Barcelona R. e sc.: W. Allen. Int.: Penélope Cruz, Scarlett Johansson, Javier Bardem, Rebecca Hall, Chris Messina, Kevin Dunn. USA/Spagna, 2008, col., 97’. Vicky, sensibile e vicina alle nozze, e Cristina, esuberante e in cerca di avventure, sono due amiche americane che decidono di passare le vacanze estive a Barcellona. Il soggiorno Tutti dicono I Love You
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spagnolo diverrà per entrambe fonte di vivaci avventure personali e sentimentali grazie all’incontro con il pittore Juan Antonio e con la sua ex María Elena.
Me. 14 apr. (h 17)/Ve. 16 apr. (h 21) Zelig R. e sc.: W. Allen. Int.: W. Allen, Mia Farrow, John Buckwalter, Marvin Chatinover, Stanley Swerdlow. USA, 1983, b/n e col., 84’, v.o. sott. it. Affrontata con taglio documentaristico, la storia, ambientata negli anni ’30 e inventata, di un uomo che, a causa della sua fragilità psichica e conseguente terrore della solitudine, assume le sembianze, il modo di pensare, la lingua di quanti, volta a volta, lo circondano. Innamorata della sua innocenza, la psicoanalista che lo cura riuscirà a salvarlo dalle grinfie dei nazisti. Al termine della proiezione di venerdì 16 aprile, Roberto Goisis (Centro milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”) leggerà una relazione dal titolo “Zelig fra verità, finzione e adattamento: una metafora dell’attualità?”.
Cinema e arte: Jean Renoir, Luciano Emmer e i film “en plein air” Dal 4 al 24 aprile
Vicky Cristina Barcelona
Continuano anche nel mese di aprile le proiezioni a cadenza settimanale di Partie de campagne, presentato in edizione restaurata. Per questo secondo ciclo di appuntamenti, il mediometraggio di Jean Renoir sarà abbinato ogni volta ad alcuni cortometraggi sull’arte firmati da Luciano Emmer che, realizzati in un arco temporale molto ampio, hanno dato vita al suo progetto “Parole dipinte. Racconti dell’arte”. Un progetto di alta divulgazione, nel quale Emmer è riuscito a filmare i capolavori del passato in modo poetico, tale da permettere a tutti di comprenderli e amarli. Il suo sguardo legge nelle opere le storie e le leggende che i grandi artisti hanno raccontato, le figure dipinte sono come gli attori di un dramma o di una commedia, e alla fine ciò che emerge è sia il valore estetico delle opere sia il loro profondo contenuto umano, aiutandoci a capire lo spirito dell’artista nel mo-
mento della creazione e nella realtà dei suoi tempi. La rassegna sarà arricchita dalla proposta di altri cinque film francesi che abbiamo definito, come Partie de campagne, “en plein air” per la loro capacità di farci sentire le vibrazioni della luce che attraversa l’aria e l’acqua, le loro ambientazioni soprattutto in esterni, la scelta di raccontare storie di persone semplici: insomma per la loro estetica impressionista. Fra essi, ricordiamo in particolare il rarissimo primo film di Renoir La Fille de l’eau (1924), girato negli stessi luoghi di Partie de campagne e nella tenuta della famiglia Cézanne. Infine, presenteremo in versione restaurata il cortometraggio inedito in Italia Nogent, Eldorado du dimanche, piccolo capolavoro firmato nel 1929 da un altro maestro, Marcel Carné. 9
Jean Renoir - Luciano Emmer
Jean Renoir - Luciano Emmer Segnaliamo che tutta questa rassegna la vogliamo dedicare a Gianni Comencini, storico timoniere della Cineteca Italiana scomparso il 19 aprile di cinque anni fa ma sempre presente nel nostro ricordo e, ne siamo certi, anche in quello di tutti gli appassionati.
Partie de campagne
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Do. 4 apr. (h 17)/Do. 11 apr. (h 17)/Sa. 17 apr. (h 17)/Sa. 24 apr. (h 17) Partie de campagne (t.l. Una gita in campagna) R.: Jean Renoir. Sc.: Jean Renoir, da una novella di Guy de Maupassant. Fot.: Claude Renoir jr. Scenog.: Robert Gys. Mont.: Margherite Houllé, Marionette Cadix. Mus.: Joseph Kosma. Assistenti alla regia: Jacques Brunius, Jacques Becker, Yves Allégret, Henri Cartier-Bresson, Claude Heymann, Luchino Visconti. Int.: Sylvia Bataille (Henriette Dufour), Jeanne Marken (Mme Juliette Dufour), Georges St. Saens, alias Georges Darnoux (Henri), Jacques Borel, alias Jacques Brunius (Rodolphe), André Gabriello (M. Dufour), Paul Temps (Anatole), Jean Renoir (l’oste Poulian), Pierre Lestringuez (il vecchio prete), Henri Cartier-Bresson, Georges Bataille (studenti seminaristi), Alain Renoir (il ragazzo che pesca). Francia, 1936, b/n, 40’, v.o. sott. italiani, copia restaurata. Monsieur Dufour, un venditore parigino, va a passare una giornata in campagna con la moglie Juliette, la nonna, la figlia Henriette e il contabile Anatole. Alla locanda del signor Poulain, incontrano due giovanotti, esperti canottieri e seduttori, Henri e Rodolphe. Il primo, di indole romantica, è stanco di amorazzi, ma l’amico lo coinvolge nel tentativo di sedurre la ragazza. Dopo una prima superficiale conoscenza, propongono al padre di portare sua moglie e sua figlia in barca sul fiume. La passeggiata in barca procede nell’afa di un pomeriggio d’estate che minaccia il temporale. Mentre la madre, non sembra insensibile al fascino di Rodolphe, in un isoletta solitaria la figlia si concede ad Henri. Il temporale interrompe bruscamente quel bel sogno d’amore senza avvenire. Una domenica di qualche tempo dopo, Henri sta remando sul fiume, d’istinto si accosta all’isoletta della sua storia con Henriette e la trova là. Ma la ragazza non è sola, è venuta con Anatole, il marito impostole dal padre. «Ci torno spesso qui…» mormora malinconico il canottiere. «Io ci penso tutte le sere…» confessa lei in un sospiro.
Do. 11 apr. (prima de L’Atalante)/Sa. 24 apr. (dopo Partie de campagne) Nogent, Eldorado du dimanche R. e sc.: Marcel Carné, con la collaborazione di Michel Sanvoisin. Francia, 1929, b/n, cortomt., muto, musicato. La descrizione di una domenica dei parigini a Nogent, sulle rive della Marna. Uomini, donne, bambini si dedicano ai divertimenti di una giornata “en plein air” : canottaggio, nuoto, fiere, balli e riposo, sui prati o nelle osterie.
Do. 4 apr. (dopo Partie de campagne) Luciano Emmer – Programma 1 Il cantico delle creature R., sc. e adattamento musicale: L. Emmer, Enrico Gras, Tatiana Grauding. Italia, 1943, b/n, 11’. Gli episodi della vita di San Francesco illustrati attraverso gli affreschi di Giotto nella basilica Superiore di Assisi. Racconto da un affresco R. e sc.: L. Emmer, Enrico Gras, Tatiana Grauding. Mus.: Roman Vlad. Italia, 1946, b/n, 10’. La storia di Cristo narrata attraverso le fotografie Alinari Racconto da un affresco
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Jean Renoir - Luciano Emmer
Jean Renoir - Luciano Emmer degli affreschi di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova. Paradiso terrestre R. e sc.: L. Emmer, Enrico Gras, Tatiana Grauding. Mus.: Roman Vlad. Italia, 1946, b/n, 11’. La storia della cacciata dal paradiso terrestre a partire dalle fotografie Alinari del trittico del Giardino delle delizie di Bosch.
Do. 11 apr. (dopo Partie de campagne) Luciano Emmer – Programma 2 Incontrare Picasso R., testo e voce: L. Emmer. Fot.: Giulio Gianini. Mus.: Roman Vlad. Italia, 2000, col., 40’. Riedizione del documentario Picasso del 1953, realizzata in occasione del restauro della pellicola. Descrivendo l’opera pittorica e le scene in cui Picasso è ripreso al lavoro, si mette in maggior evidenza l’impegno civile dell’artista e il valore di denuncia della sua arte.
Sa. 17 apr. (dopo Partie de campagne) Luciano Emmer – Programma 3 Guerrieri R., sc. e adattamento musicale: L. Emmer, Enrico Gras, Tatiana Grauding. Italia, 1943, b/n, 11’. Ricostruzione di una battaglia medioevale attraverso le opere di pittori come Simone Martini, Paolo Uccello, Piero della Francesca. Romantici a Venezia R.: L. Emmer, Enrico Gras. Testo e voce: Diego Fabbri. Fot.: Mario Crateri. Mus.: Roman Vlad. Italia, 1948, b/n, 11’. Emmer torna nella città della sua infanzia e rievoca le atmosfere tipiche del clima romantico attraverso gli occhi di celebri visitatori: da Lord Byron a D’Annunzio, De Musset, George Sand, Richard Wagner. L’invenzione della croce R.: L. Emmer, Enrico Gras. Fot.: Ubaldo Marelli. Mus.: Roman Vlad. Italia, 1948, b/n, 10’. Lo stato di abbandono e degrado degli affreschi di Piero della Francesca nella chiesa di San Francesco ad Arezzo.
Sa. 24 apr. (dopo Partie de campagne) Luciano Emmer – Programma 4 I fratelli miracolosi R.: L. Emmer, Enrico Gras. Fot.: Ubaldo Marelli. Mus.: Roman Vlad. Italia, 1949, b/n, 10’. La storia dei santi Cosma e Damiano attraverso l’opera di Beato Angelico, in particolare la Pala di San Marco. Goya. La festa di Sant’Isidoro/I disastri della guerra R.: L. Emmer. Fot.: Mario Bava. Dir. mus.: Andrés Segovia. Italia, 1950, b/n, 9’. A partire dall’opera grafica e pittorica di Goya, due riflessioni sui danni morali e i vizi degli uomini. La sublime fatica R.: L. Emmer. Mus.: Roman Vlad. Italia, 1966, col., 11’. Un film sull’uomo Michelangelo Buonarroti, una ricostruzione della personalità dell’artista attraverso i suoi scritti e la sua arte. Do. 11 apr. (h 19)/Ve. 23 apr. (h 17) L’Atalante R.: Jean Vigo. Sc.: J. Vigo, Albert Riéra. Fot.: Boris Kaufman. Int.: Michel Simon, Jean Dasté, Dita Parlo, Pierre Prévert, Jacques Prévert. Francia, 1934, b/n, v.o., sott. it., 89’.
Jean e Juliette, una coppia appena sposata, vive su una chiatta che percorre la Senna. A bordo ci sono anche Jules, un vecchio stralunato “lupo di fiume”, un ragazzo e un cane. Vita semplice e dura, e infatti la donna se ne va. Ma poi ritorna, come un angelo…
Sa. 17 apr. (h 18.45)/ Sa. 24 apr. (h 19) Una domenica in campagna R. e sc.: Bertrand Tavernier, da un romanzo di Pierre Bost. Int.: Louis Ducreux, Sabine Azéma, Michel Aumont. Francia, 1984, col., 94’. Come ogni domenica Gonzague Edouard si reca con la sua famiglia in campagna a far visita al padre, monsieur Ladmiral, un pittore abbastanza noto. A movimentare la giornata arriva anche Irène, sorella di Gonzague. Ma al tramonto monsieur Ladmiral è di nuovo solo. Premio per la miglior regia 1984 Me. 14 apr. (h 21.15) La Fille de l’eau (t.l. La ragazza dell’acqua) R.: Jean Renoir. Sc.: Pierre Lestrinbuez. Fot.: Jean Bachelet. Int.: Catherine Hessling, Pierre Philippe, Pierre Champagne, Harold Lewingston, Georges Térof, Pierre Renoir, André De-
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Jean Renoir - Elisabetta Sgarbi rain, Maurice Touze. Francia, 1924, b/n, 80’, muto, v.o. sott. italiani. Le disavventure della giovane Virgine, che dopo aver perso il padre barcaiolo si ritrova alle prese con una serie di individui violenti e disonesti, fra i quali suo zio Jef, che tenta perfino di abusare di lei. A salvarla ci penserà il timido Georges che, innamorato della ragazza, riuscirà anche a conquistarla. Primo film di Renoir, La Fille de l’eau è girato sulle rive del Loing, lo stesso fiume protagonista, dodici anni dopo, di Partie de campagne, e alla Nicotière, proprietà della famiglia Cézanne. Il pittore André Derain fa un breve cameo e la protagonista Catherine Hessling sembra uscita dai dipinti di August Renoir, padre di Jean. Accompagnamento dal vivo al pianoforte di Francesca Badalini.
Do.4 apr. (h 18.45)/Ve. 23 apr. (h 21.15) La moglie del fornaio R. e sc.: Marcel Pagnol, da un episodio del romanzo Jean Le Bleu di Jean Giono. Int.: Raimu, Charles Blavette, Fernand Charpin, Edouard Delmont, Ginette Leclerc, Charles Moulin, Alida Rouffe. Francia, 1938, b/n, 130’. In un piccolo paese della Provenza arriva Aimable, il nuovo
fornaio. La sua bravura e la qualità di ciò che produce gli fanno ben presto conquistare la simpatia di tutti. Finché la giovane moglie di Aimable non scappa con un altro uomo del paese. Disperato, Aimable decide di smettere di lavorare. Rimasti senza pane, tutti gli abitanti del paese si danno da fare per ritrovare la donna. Ve. 23 apr. (h 19)/Sa. 24 apr. (h 15) Racconto d’autunno R. e sc.: Eric Rohmer. Int.: Marie Rivière, Béatrice Romand, Alain Libolt, Didier Sandre, Alexia Portal. Francia, 1998, col., 110’. Una donna vive sola in campagna, dove produce vino. Crede ancora all’amore ma non è più giovanissima. Sarà la sua migliore amica a farle incontrare quello che potrebbe diventare il nuovo uomo della sua vita.
Nuovo cinema israeliano 3. edizione
Dal 17 al 29 aprile
Racconto d’autunno
Come sempre organizzata dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana, torna la rassegna dedicata al nuovo cinema israeliano che tanto interesse ha riscosso negli anni passati. Il programma di questa terza edizione della manifestazione è particolarmente ricco: rispetto alle precedenti edizioni, più giornate di proiezione, più film (quattordici fra lungometraggi e documentari, tutti inediti per Milano), più incontri. Fra questi segnaliamo fin da ora quello con Gad Lerner che giovedì 29 aprile presenterà il suo libro Scintille. Una storia di anime vagabonde (Feltrinelli, 2009).
Di seguito una presentazione del programma firmata dai due direttori artistici Dan Muggia e Ariela Piattelli. COMPRENDERE L’ALTRO ALL’ALBA DEL NUOVO MILLENNIO L’indagine nel territorio della comprensione dell’altro, la cinepresa puntata verso i conflitti interni, la varietà e la speri-
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The Beetle
Con il contributo di
mentazione stilistica, sono gli elementi che caratterizzano il cinema israeliano degli ultimi anni. I film che vi presentiamo durante la 3. edizione della rassegna “Nuovo cinema israeliano” - a cura della Fondazione CDEC e che comprende una selezione del Pitigliani Kolno’a Festival - rispecchiano questa attuale tendenza. I registi, ognuno a suo modo, affrontano la costante tensione tra emarginazione e comprensione, ponendo la macchina da presa di fronte ai conflitti sociali e famigliari. Già dal film di apertura, ovvero A Matter of Size di Sharon Maymon e Erez Tadmor, questa tematica è al centro della storia. Si tratta di una commedia che in Israele ha avuto grande successo. Ha aperto il festival di Gerusalemme del 2009, e il soggetto è stato acquistato da Hollywood. Il film racconta di un gruppo di obesi emarginati che cerca il proprio riscatto attraverso la disciplina del Sumo. La storia, attraverso la forma stilistica della commedia, è incentrata sul tema della comprensione e dell’accettazione di se stessi. Ben più seri e tragici i conflitti interni affrontati da Keren Yedaya in Jaffa: un
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Nuovo cinema israeliano
Nuovo cinema israeliano melodramma in struttura classica nel quale una coppia formata da un ragazzo arabo e una donna ebrea non può realizzare il proprio amore a causa del conflitto e delle distanze etniche. La Jaffa di Yedaya, regista che si concentra sul tema dell’emarginazione, diventa il luogo di Tel Aviv dove emergono i conflitti etnici, che possono seminare distruzione, ma dove la convivenza resta un dato di fatto e la comprensione dell’altro l’unica via di uscita. In For My Father di Dror Zehevi si instaura una tenera amicizia tra un ragazzo arabo e una ragazza ebrea, che si trovano in una situazione ai limiti del paradosso (forse oltre); anche in questa pellicola la conoscenza del diverso si pone come unico antidoto alla distruzione e al conflitto. Due film ambientati a Giaffa (che fanno da controcanto al cinema che celebra la Tel Aviv del centro), dunque, quartiere della metropoli israeliana dove convivono arabi ed ebrei. I conflitti interni a un nucleo famigliare, che pur parlando la stessa lingua fatica a comprendersi, sono quelli raccontati da Ronit e Shlomi Elkabetz in Seven Days. Una famiglia israeliana di origine marocchina è riunita per la settimana del lutto. Sulla scena emergono antichi rancori, incompresioni, e il dolore per la morte di un giovane componente della famiglia. Gli Elkabetz rispettano in questo film le unità aristoteliche della tragedia, e riprendono senza mai
fermarsi un intero gruppo di persone (tutte star del cinema israeliano), svelandone i legami, le contraddizioni e i sentimenti. It All Begins at Sea del veterano Eitan Green, più che trattare il tema dell’emarginazione, è un film ai margini. Ovvero al margine d’Israele: Green esce dai centri culturali e religiosi e porta lo spettatore ad Askelon, un piccolo centro urbano da dove proviene il regista stesso. In tre episodi Green descrive la storia di una famiglia sempre accompagnata dalla paura della morte.
Come ogni anno portiamo in rassegna una selezione di documentari che rappresentano un ambito in cui il cinema israeliano è particolarmente rigoglioso. The Green Dumpster Mystery di Tal Haim Yoffe è un docu – detective (premiato nel 2008 al Jerusalem Film Festival) in cui il regista ricostruisce la storia di una famiglia attraverso documenti e fotografie trovati per caso in un cassonetto nel quartiere di Florentine (Tel Aviv). In ogni fotogramma emerge in primo piano il senso della ricerca, la volontà di far luce su una storia che seppur dolorosa si pone come paradigmatica rispetto alle vicende di molte persone che hanno contribuito a costruire la società israeliana. David Ofek, uno tra i più noti documentaristi d’Israele, torna sul tema dell’emarginazione A Matter of Size
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in The Tale of Nicolai & the Law of Return, un docu-fiction in cui i veri protagonisti della storia recitano il proprio personaggio e ricostruiscono la vicenda: Nicolai è un giovane rumeno che lavora come muratore in Israele, lontano dal suo Paese, dalla famiglia e dagli affetti a lui più cari. The Beetle di Yishai Orian, come il film di Ofek, è nella zona grigia tra il documentario e la fiction, e ricostruisce una storia ironica e commovente. “Prove di comunicazione” anche in Gut Shabes Vietnam di Ido e Yael Zand, che seguono per un anno intero una coppia di ebrei ultra - ortodossi Chabad nei vicoli di Ho Chi Minh City, con la missione di costituire (e redimere) una comunità ebraica nella città vietnamita. In The Valderama Sisters di Noam Demsky e Mordi Kershner sono protagoniste tre sorelle peruviane che vogliono convertirsi all’ebraismo per poi raggiungere la tanto sospirata Terra Promessa, Israele. I registi seguono le sorelle, che devono affrontare molti problemi, dal Perù fino a Israele, dove la vita non sarà poi così facile (come forse si aspettavano le sorelle Valderama). In The Fire Within il regista Lorry Salcedo Mitrani si mette alla ricerca della presenza ebraica in Amazzonia, scoprendo la storia straordinaria degli ebrei locali assimilati, che hanno deciso di tornare alla religione e alla tradizione.
Infine un omaggio a Tel Aviv, per i suoi 100 anni appena compiuti. Life According to Agfa, di Assi Dayan, attore e regista di gran fama (recentemente ha ricevuto il premio alla carriera agli Israeli Academy 2009) nonché figlio del generale Moshè Dayan, affonda totalmente le radici nella metropoli israeliana per eccellenza. I personaggi, fra tensioni sociali e apparente tranquillità, si ritrovano ogni notte nel locale “Barbie” in una malinconica e crepuscolare “scena” di Tel Aviv. L’affresco provocatorio dipinto da Dayan rimanda ad una città sopita che fatica a raccontarsi e ad una stagione di cinema israeliano che si accinge al tramonto per poi rinascere. Tel Aviv Stories di Ayelet Menahemi e Nirit Yaron racconta di tre donne che vivono la metropoli, ognuna in modo diverso: c’è chi ritrova se stessa scendendo fino alle fogne di Tel Aviv, chi trova la propria identità su un camion che trasporta immondizie, e chi combatte per la libertà a suon di colpi di pistola sulle “vette” del grattacielo “Shalom”. L’imprevisto, la sorpresa e il caso: anche questo è ciò che rende Tel Aviv affascinante, il fascino che il cinema ha raccontato in questi primi cento anni della Città Bianca. Dan Muggia, Ariela Piattelli
It All Begins at Sea
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Nuovo cinema israeliano Sa. 17 apr. (h 21)/Do. 25. apr. (h 21) A Matter of Size (Sippur Gadol - Una Storia Grande) R.: Sharon Maymon ed Erez Tadmor. Sc.: Sharon Maymon, Danny Cohen-Solal. Int.: Itzik Cohen, Irit Kaplan, Dvir Benedek, Alon Dahan, Shmulik Cohen, Levana Finkelstein, Togo Igawa. Israele, 2009, col., 90’. V.o. sott. ital. Un gruppo di persone obese della città israeliana di Ramla prova a fare i conti con un regime di dieta molto rigido, ma ogni tentativo è vano. Uno tra loro, Herzl, inizia a lavorare come lava piatti in un ristorante giapponese dove entra in contatto con il mondo del Sumo, attraverso Kitano, il manager del ristorante. Così Herzl convince Kitano, che ne è stato maestro, ad iniziarlo alla lotta giapponese e pian piano riesce a coinvolgere tutti i suoi amici con gli stessi problemi di “taglia forte”. Attraverso il Sumo questo gruppo di persone riesce a vivere finalmente in armonia con il proprio corpo e presto scoprirà che per accettare se stessi non serve la lotta giapponese… A Matter of Size è stato presentato lo scorso anno al Tribeca Film Festival ed ha aperto il Jerusalem Film Festival 2009. In Israele ha avuto un grandissimo successo e si è rivelato una commedia israeliana intelligente e ben fatta. L’idea del film è stata acquistata da Hollywood per riproporla in versione americana. The Green Dumpster Mystery
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Nuovo cinema israeliano Do. 18 apr. (h 11. 45)/Me. 28 apr. (h 21) The Green Dumpster Mystery (Hata’aluma bamechola hayeruka - Il mistero del cassonetto verde) R.: Tal Haim Yoffe. Fot.: Ari Amit. Mont.: Anat Lachovitz. Israele, 2008, col. e b/n, 50’. V.o. sott. ital. Tal Haim Yoffe percorrendo in motorino le strade di Florentine, quartiere a sud di Tel Aviv, trova in un cassonetto uno scatolone che contiene una serie di fotografie che rimandano ad un uomo, Shoah Wolkowicz. Il giovane regista si appassiona alla storia e, incuriosito, come un detective si mette sulle tracce dell’uomo seguendo alcuni indizi. Consultando i siti internet del Memoriale dell’Olocausto Yad Vashem e dell’Israeli Defense Force, e recandosi al cimitero dei soldati caduti, non solo scopre che l’uomo è morto in guerra a vent’anni, ma riesce a ricostruire la storia della famiglia. Una storia di sofferenze, dall’esperienza della Shoah, ai gulag in Siberia, alle guerre in Israele. Il film di Yoffe è un sorprendente “detective – docu” dove, in ogni fotogramma emerge in primo piano il senso della ricerca, la volontà del regista di far luce su una storia che seppur dolorosa si pone come paradigmatica rispetto alle vicende di molte persone che hanno contribuito a costruire la società israeliana. Il documentario è stato premiato nel 2008 al Jerusalem Film Festival. “Un film serio, complesso ed importante” lo ha definito Uri Klein sul quotiniano «Ha’aretz», mentre Meir Scnitzer di Ma’ariv lo ha definito come “il più brillante ed originale film degli ultimi anni”. La proiezione di domenica 18 aprile sarà a ingresso libero e preceduta da un intervento di Liliana Picciotto (CDEC), storica. La proiezione di mercoledì 28 aprile sarà preceduta da un intervento di Paola Mortara (CDEC), archivista fotografico. Seguirà proclamazione del film più votato dal pubblico
Do. 18 apr. (h 15)/Gio. 22 apr. (h 21) The Beetle (Hachipushit - Il maggiolino) R.: Yishai Orian. Fot.: Yair Sagi. Mont.: Shiri Borchard. Mus.: Tal Yardeni. Israele, 2008, col., 70’. V.o. sott. ital. Yishai, regista e protagonista del documentario, racconta una delle più importanti storie d’amore della sua vita… ovvero quello per la sua vecchia automobile, un maggiolino della Volkswagen, che rappresenta in realtà gli anni del divertimento e della giovinezza. Yishai è sposato e sta per avere il suo primo figlio. La sua auto, parola del meccanico, è in cattive “condizioni di salute”, mentre sua moglie, in vista della nascita del bambino, vorrebbe una macchina nuova che accogliesse nel miglior modo il nascituro. Ma Yishai di rottamare il suo maggiolino non ne vuol sentir parlare, allora si mette alla ricerca di un vecchio proprietario che possa prendersi cura dell’automobile… Presentato in molti festival internazionali il documentario di Orian è una delicata, divertente e commovente metafora del passaggio dall’età spensierata all’età adulta. Il regista resta aggrappato sino alla fine all’idea che si può sempre restare giovani, ma poi si rende conto che esistono cose più importanti, come un figlio… The Beetle è stato scelto come film d’apertura del Docaviv 2008, poi nominato agli Oscar israeliani come miglior documentario.
Do. 18 apr. (h 17) Tel Aviv Stories (Sipurei Tel Aviv - Storie di Tel Aviv) R.: Ayelet Menahemi, Nirit Yaron. Sc.: Shemi Zarchin, Ayelet Menahemi, Nirit Yaron. Int.: Yael Abekasis, Ruti Goldberg, Anat Waxsman, Sasson Gabai. Israele, 1992, col., 108’. V.o. sott. ital. Pellicola in tre episodi. Protagoniste tre giovani donne, nella Tel Aviv degli anni ’90. Nel primo episodio, titolato “Sharona, dolce”, una bellissima stilista (interpretata da Yael Abekasis) è alle prese con molti uomini, tutti “possibili amori”, ma si rende conto che nessuno tra questi la vuole veramente. Eppure la vita riserva sempre sorprese inaspettate e per la modella, forse, una la attende in un camion che raccoglie l’immondizia. “Operazione gatto” racconta, invece, la battaglia di Soffie
(Ruti Goldberg) giovane giornalista con la testa tra le nuvole, che decide di salvare un gattino, contro tutti e tutto. E proprio dalle fogne di Tel Aviv, dove è imprigionato il piccolo animale, che ricomincia la rinascita della donna. Un divorzio “espresso” è quello che vuole Tiki (Anat Waxman), ultima protagonista del film. Nell’episodio “Divorzio” infatti la donna poliziotto incontra per caso suo marito, che anni prima l’aveva lasciata con un bambino senza concederle il divorzio. Così la donna sequestra il marito e dei malcapitati, per dar vita ad una catena di aneddoti dentro il grattacielo di Tel Aviv che si chiama, ironia della sorte, “Shalom”.
Tel Aviv Stories dipinge tre tipi di donna classici e li introduce nella metropoli israeliana, Tel Aviv. Mentre nell’ultimo episodio prende piede il femminismo e la ricerca della libertà a tutti i costi, nei primi due lo stile ha il sopravvento e diviene protagonista (più delle donne stesse): così il film segna l’inizio del cinema israeliano post moderno anni ’90.
Do. 18 apr. (h 19.30)/Do. 25. apr. (h 10.45) The Tale of Nicolai & the Law of Return (Ha’agada al Nicolai vehok hashvut La favola di Nicolai e la legge del ritorno) R.: David Ofek. Fot.: Dror Lebendiger. Mont.: Arik Lahav-Leibovich. Mus.: Baldi Olier. Israele, 2008, col., 54’. V.o. sott. ital. La storia di Nicolai inizia in un piccolo villaggio in Moldavia. Con la caduta del comunismo Nicolai, come migliaia di suoi concittadini, cerca fortuna all’estero, lontano dalla sua casa, dalla moglie e da una figlia nata in sua assenza. Per tre anni lavora come muratore in Israele, il suo lavoro viene sfruttato da una compagnia locale che, in cambio della maggior parte dello stipendio, gli assicura il permesso di soggiorno. Ma un giorno, per caso, Nicolai viene informato che se dimostrerà di essere ebreo, in base alla legge del ritorno, può diventare padrone della sua vita. In effetti Nicolai ricorda che sua nonna era ebrea…. Così inizia la ricerca delle sue radici… David Ofek e uno dei più noti documentaristi israeliani e ha diretto tra gli altri No. 17 e Ulpan, già presentati nell’ambito
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Nuovo cinema israeliano del Pitigliani Kolno’a Festival 2007. Con questo documentario (premiato nel 2008 con il Wolgin Award al Jerusalem Film Festival) continua ad esplorare i confini del genere documentario. Questa volta affida il ruolo di Nicolai a Nicolai stesso che rivive la sua storia davanti alla cinepresa. Cosi la realtà si trasforma in un ironico racconto.
Do. 18 apr. (h 21)/Lu. 19 apr. (h 19) It All Begins at Sea (Hakol matchil bayam Yutto inizia al mare) R. e sc.: Eitan Green. Int.: Ron Jaegermann, Dorit Lev-Ari, Yuval Segal, Zhahi Grad. Israele, Canada, 2008, col., 93’. V.o. sott. ital. Il film, dramma con elementi comici, è composto da tre episodi: il primo si svolge in riva al mare, il secondo in un parco archeologico, il terzo nella nuova casa dei Goldstein, dove la famiglia si è trasferita in previsione della nascita della nuova figlia. Ognuna di queste situazioni è sfiorata dal pericolo e dal dramma. Tutte e tre insieme, contribuiscono a unire tra di loro i membri della famiglia, con un legame che diventa sempre più forte. Il film, basato su episodi accaduti realmente durante l’adolescenza e la vita d’oggi del regista, racconta la storia di una famiglia israeliana media che affronta
Nuovo cinema israeliano le esperienze quotidiane della vita – l’amicizia, l’amore, il sesso, la morte – nella cittadina marittima di Ashkelon. It All Begins at Sea è stato presentato per la prima volta alla scorsa edizione del Haifa International Film Festival, nell’ambito di una retrospettiva dedicata a Eitan Green, che comprendeva fra altri: Lena, All Night Long, American Citizen, e As Tears Go By. Il film ha vinto l’ “Innovation Award“ della Giuria del Montreal Film Festival. La colonna sonora è stata composta da Josef Bardanashvili, uno dei più grandi compositori israeliani contemporanei, autore anche dell’opera lirica tratta dal romanzo di A.B. Yehoshua “Viaggio alla fine del Millennio”.
Lu. 19 apr. (h 21)/Do. 25 apr. (h 19) Jaffa (Kalat hayam - La sposa del mare) R.: Keren Yedaya. Sc.: Keren Yedaya, Ayala Ben Porat. Int.: Dana Ivgi, Moni Moshonov, Ronit Elkabetz, Mahmood Shalaby, Roy Asaf, Hussein Yassin Mahjne. Israele, 2009, col., 100’. V.o. sott. ital. Mali (Dana Ivgi) e suo fratello (Roy Asaf) lavorano nell’ officina del loro padre (Moni Moshonov) mentre la mamma casalinga (Ronit Elkabetz) li controlla da lontano. Anche Taufik (Mahmood Shalaby) e suo padre (Hussein Yassin Mahjne) laJaffa
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vorano come meccanici nella stessa officina. I rapporti tra la famiglia araba e quella ebraica del padrone sembrano essere sempre stati più che corretti. Ma una serie di eventi fatali rischia di spezzare questa falsa armonia per dar spazio alla gelosia, al razzismo e alla violenza. Così la tragedia irrompe sulla scena. Keren Yedaya riunisce di nuovo Ronit Elkabetz e Dana Ivgi nel ruolo di madre e figlia (come in passato nel film Or, presentato al RKF 2006) per costruire con i loro personaggi una storia d’amore fatale in forma classica, ispirata al cinema melodrammatico egiziano, di cui si trovano vari elementi: l’amore clandestino, la fuga, la lotta, la violenza, la morte, la separazione, l’ingiustizia, la lettera, l’incontro, il grido e il silenzio. Tutto questo per dar vita alla tensione etnica e politica che domina la vita quotidiana dei cittadini arabi e ebrei di Tel Aviv-Yaffo.
Me. 21 apr. (h 17.30)/Do. 25 apr. (h 17) The Valderama Sisters (Ha’achayot Valderama - Le sorelle Valderama) R.: Noam Demsky e Mordi Kershner. Fot.: Noam Demsky, Mordi Kershner, José Vargas. Mont.: Ido Bahat, Vered Yeruham. Mus.: Arik Rudich. Israele, 2009, col., 50’. V.o. sott. ital. Lucy, Rosa e Flor, le tre sorelle della famiglia Valderama, vivono a Trujillo, in Perù. Fanno parte dei ‘Bnei Moshe’ (I figli di Mosè) una comunità di cattolici che vogliono avvicinarsi e convertirsi all’ebraismo: sono donne indipendenti decise a realizzare il loro sogno, ovvero convertirsi ed immigrare in Israele. Nel febbraio del 2005 un comitato composto da rabbini arriva da Israele in Perù per decidere chi, tra i membri della comunità, possa essere convertito ufficialmente. Lucy, che gestisce un piccolo ostello frequentato da israeliani passa facilmente l’esame, Rosa fa più fatica e Flor viene bocciata, così dovrà restare sola, con cinque figlie, a praticare le regole religiose ebraiche nel suo villaggio. Il film, girato da due registi religiosi emergenti, segue sia in Perù che in Israele i protagonisti di questa storia straordinaria. Un documentario, fatto tra due angoli lontani del globo, sull’epopea di chi cerca una nuova Patria, e quando crede di averla raggiunta si ritrova in realtà al punto di partenza, lontano da casa…
Me. 21 apr. (h 18.45) Life According to Agfa (Hachayim al-pi Agfa - La vita secondo Agfa) R.: Assi Dayan. Sc.: Assi Dayan. Int.: Gila Almagor, Shuli Rand, Avital Dicker, Irit Frank, Danny Litani, Akram Tillawi, Smadar Kilchinsky, Sharon Alexander, Shmil Ben Ari. Israele, 1992, b/n, 100’. V.o. sott. ital. Un pub di Tel Aviv, frequentato da gente che non ha altri posti dove andare. Ogni notte il locale “Barbie” si riempie di persone sole, con storie diverse alle spalle. Ci sono sempre le due donne, padrone del posto, Dalia (interpretata da Gila Almagor) e Leora, ognuna con i propri problemi. C’è Benny il poliziotto, Frank, Riki, una donna instabile psicologicamente, a cui il dottore ha raccomandato di non stare mai da sola, un cantante, spacciatori di droga, qualche soldato e gli arabi che lavorano in cucina. Così, tra tensioni sociali e apparente tranquillità, notte dopo notte, questo gruppo di persone si ritrova nel locale in una malinconica e crepuscolare “scena” di Tel Aviv. Diretto da Assi Dayan, attore e regista israeliano di gran fama (recentemente ha ricevuto il premio alla carriera agli Israeli Academy 2009) nonché figlio del Generale Moshè Dayan, Life According to Agfa è un film che affonda totalThe Valderama Sisters
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Nuovo cinema israeliano mente le radici nella metropoli israeliana per eccellenza, Tel Aviv. L’affresco provocatorio dipinto da Dayan rimanda ad una città sopita che fatica a raccontarsi e ad una stagione di cinema israeliano che si accinge al tramonto per poi rinascere…
Gio. 22 apr. (h 16.30)/Sa. 24 apr. (h 21) Seven Days (Shivà - Sette giorni di lutto) R.: Ronit e Shlomi Elkabetz. Sc.: Ronit E Shlomi Elkabetz. Int.: Ronit Elkabetz, Sulika Kadosh, Albert Ilouz, Moshe Ivgy, David Ohaion, Rafi Amzaleg, Alon Abutbul, Yehiel Elkabetz, Keren Mor, Ruby Porat-Shoval, Yael Abecassis, Hanna Laszlo, Orit Sher. Israele/Francia, 2998, col., 115’. V.o. sott. ital. Storia di una famiglia di origine ebraico-marocchina che si trova riunita per celebrare i sette giorni di lutto per un giovane scomparso improvvisamente. E sulla scena vengono fuori le profonde tensioni, le storie rimosse, i litigi, i nuovi e i vecchi amori della famiglia. Con una macchina da presa sempre puntata sul nucleo famigliare, dentro la casa dove si raccolgono i famigliari in lutto, i registi riescono a raccontare, contemporaneamente, le storie personali di un intero gruppo di persone. Il film dei fratelli Elkabetz, già noti al pubblico internazio-
Nuovo cinema israeliano nale per il loro To Take a Wife, rappresenta una delle opere più importanti del nuovo cinema israeliano, un film corale di altissima qualità cinematografica, un esempio eccezionale di ensamble di attori (la concentrazione di una tale quantità di star in un film israeliano è cosa assai rara). Seven Days è un film girato in grande stile con un profondo senso di umanità e ironia. Il film è stato presentato a Cannes e pluripremiato al Jerusalem Film Festival. Nel 2008 il Festival Internazionale del Film di Roma ha dedicato un evento all’opera degli Elkabetz. Prima della proiezione di giovedì 22 aprile, intervento di Gabriella Zippel, psicopedagogista.
Gio. 22 apr. (h 19)/Do. 25. apr. (dopo The Tale of Nicolai…) Gut Shabes Vietnam R.: Ido e Yael Zand. Fot.: Ido Zand. Mont.: Yael Leibovitz Zand. Mus.: Gil Nagel. Israele, 2008, col., 52’. V.o. sott. ital. La missione assegnata ad una giovane coppia di ebrei ortodossi Chabad, è quella di lasciare Israele per raggiungere il Vietnam, dove dovranno “redimere” tutti gli ebrei che vivono lì. Quando lasciano la loro casa Menachem e Racheli, insieme al loro piccolo bambino, sanno bene che forse non torneranno mai in Israele. Arrivati A Ho-chi-Min City (Saigon), a Seven Days
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pochi giorni da Rosh Ha-Shanà (il Capodanno ebraico), la vita è difficile. Come sopravvivere in una città dove sei l’unico a praticare le regole dettate dalla religione ebraica? Come trovare un pesce kasher in un mercato “affollato” di frutti di mare? In Attesa del loro container i giovani si aggirano sconfortati in un’enorme casa vuota e in una città che sembra non accoglierli al meglio… Il documentario della coppia Zand dà voce ad una delle grandi realtà ebraiche nel mondo; ovvero i 4000 messaggeri ortodossi che seguono i dettami del loro rabbino Lubavitch e nel corso degli anni hanno raggiunto i quattro angoli della terra per offrire ad ogni correligionario la possibilità di rispettare le regole religiose e “redimere” gli ebrei laici della diaspora. Gut Shabes Vietnam è un film che, grazie all’eleganza nel Mont.:, riesce a rendere al pubblico la storia incredibile della coppia Hartman in un racconto universale sulle distanze culturali e la solitudine legata all’immigrazione. Prima della proiezione di giovedì 22 aprile, intervento di Bessie Garelik del movimento chassidico Lubavich.
Gut Shabes Vietnam
Do. 25 apr. (h 15)/Gio. 29 apr. (h 18.30) For my Father (Sof shavua b’Tel Aviv - Fine settimana a Tel Aviv) R.: Dror Zahavi. Sc.: Ido Dror, Jonatan Dror. Int.: Shredi Tabarin, Hili Yalon, Shlomo Wishinski, Michael Moshonov, Jony Arbid, Shadi Fahr-Al-Din, Rosina Kambus, Oren Yadger, Dina Golan. Israele/Germania, 2008, col., 100’. V.o. sott. ital. Tarek è un ragazzo palestinese che, per riscattare l’onore di suo padre, viene coinvolto in un attentato suicida a Tel Aviv. La sua missione è farsi esplodere in uno dei mercati più affollati della città. Il caso vuole che il detonatore da lui indossato faccia cilecca. Così il ragazzo è costretto a trascorrere il fine settimana a Tel Aviv, in attesa di far aggiustare l’interruttore della bomba. Ma il ragazzo, durante quelle quarantott’ore, viene a contatto con la gente che voleva uccidere, ovvero alcuni israeliani, tra cui una giovane donna, Keren…. Dror Zahavi si è laureato in cinema in Germania, dove ha lavorato molti anni anche per la televisione, vincendo alcuni premi a festival internazionali. Con For My Father Zahavi ha ricevuto, tra gli altri, il premio del pubblico al Moscow International Film Festival, il premio per il Miglior Film all’Asian Film Festival di Mumbai ed è stato nominato all’Israeli Film Academy Awards. For My Father
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Appuntamento speciale
Nuovo cinema israeliano Me. 28 apr. (h 17) Ingresso libero A History of Israeli Cinema 1. parte (Historia shel h’akolnoa ha’Israeli (Storia del cinema israeliano) R.: Raphael Nadjari. Fot.: Frederic Lefebvre. Mont.: Sean Foley. Israele/ Francia 2009, col. 120’. Il documentario - a impianto storicistico/cronologico con interviste e molti spezzoni di film - ricostruisce la storia della cinematografia israeliana esaminando le opere e gli autori più interessanti del panorama filmico, nonché l’evoluzione del linguaggio cinematografico e dei temi affrontati. Si apre con un excursus sul cinema sionista con lavori di matrice politico/propagandistica su modello sovietico e prosegue attraversando gli orrori della Seconda Guerra Mondiale con la conseguente ricerca di un’identità collettiva tra le etnie così diverse che composero la società israeliana del dopoguerra. Negli anni ’60 e ’70 la cinematografia israeliana entra in contatto con i modelli espressivi del cinema francese d’autore e con quello americano faticando a fare una scelta tra modelli così diversi. Nello stesso periodo si presentano anche le difficoltà di rapporto col mondo arabo che “costringe” i cineasti a fare i conti con le problematiche della diversità culturale e religiosa. Successivamente, negli anni ’90, diventa preponderante la questione femminile, nonché il vissuto perThe Fire Within
sonale, le relazioni genitori/figli, marito/moglie, trovando infine una originalissima propria identità. La proiezione sarà introdotta da un intervento di Maurizio G. De Bonis, esperto di cinematografia israeliana. A seguire buffet.
Gio. 29 apr. (h 16.30) The Fire Within R.: Lorry Salcedo Mitrani. Sc.: Augusto Cabada. Fot.: Sami Weisselberger. Mont.: Sergio Garcia Mayer. Perù/USA, 2008, col., 57’. V.o. sott. ital. L’eccezionale storia della comunità ebraica di Iquitos in Perù. Tra gli avventurieri arrivati nella giungla d’Amazzonia nell’800 durante “la febbre della gomma”, c’erano anche alcuni ebrei. Molti uomini si fermarono nella dimenticata città di Iquitos, in mezzo alla giungla, dove sposarono donne indigene; le famiglie mantennero nomi ebraici: Cohen, Khan, Pinto, etc. Ciò che restava loro della tradizione ebraica si è mescolato inesorabilmente con le usanze locali, dando vita ad una nuova tradizione, originale ma debole. Negli ultimi anni la loro riscoperta ha dato luogo ad un’interessante fenomeno di ricerca delle proprie radici (e in alcuni casi del desiderio di andare in Israele). Un documentario in forma classica (basato su una ricerca metodologica, materiale d’archivio, documenti, interviste, immagini di luoghi lontani) che fornisce uno sguardo verso una storia straordinaria del popolo ebraico. Una storia commovente sulla forza della tradizione. Il film è stato presentato a numerosi festival tra cui il Warsaw Jewish Motifs Film Festival, il Santa Barbara Jewish Film Festival, il Sephardic Jewish Film ed il Jerusalem Jewish Film Festival. Al termine della proiezione, Gad Lerner, giornalista, presenta il suo libro Scintille. Una storia di anime vagabonde (Feltrinelli, 2009). Interviene Rav Roberto Colombo. Modera Enrico Nosei.
Orson Welles – Giuseppe Battiston fra cinema e teatro Mercoledì 31 marzo Ingresso ridotto (€ 3) per gli abbonati del Teatro Elfo Puccini
Dal mese di marzo c’è un nuovo teatro in città, l’Elfo Puccini, con il quale la Cineteca Italiana inaugura da subito una collaborazione che, ci auguriamo, proseguirà in modo costante nel futuro, garantendo ai rispettivi spettatori proposte più ricche e agevolazioni sugli ingressi. Come primo appuntamento, questa giornata dedicata al genio di Orson Welles – più all’attore che al regista – in occasione dello spettacolo Orson Welles’ Roast, in scena all’Elfo Puccini dal 23 marzo all’1 aprile, nel quale Giuseppe Battiston giganteggia nei panni del mitico Orson. In programma tre lungometraggi e un corto. Al termine della proiezione serale di Il terzo uomo, Giuseppe Battiston sarà presente in sala per proporre un breve estratto del suo spettacolo.
Me. 31 mar. (h 16.30) Moby Dick la balena bianca
R.: John Huston. Sc.: John Huston, Ray Bradbury, dal romanzo omonimo di H. Melville. Int.: G. Peck, R. Basehart, O. Welles, F. Liedebur, L. Genn. GB, 1956, col., 116’. Il folle viaggio del capitano Achab all’inseguimento della balena bianca, invincibile leviatano degli abissi e incarnazione della potenza divina.
Me. 31 mar. (h 19) F come falso
R.: Orson Welles. Mus.: Michel Legrand. Int.: O. Welles, Oja Kodar, Joseph Cotten. Francia/Iran/RFT, 1973, col., 85’. Vertiginosa riflessione di Welles sul tema del falso e del vero nell’arte 24
come nella vita. Il regista si propone come un prestigiatore capace di farci credere all’impossibile, quindi presenta una serie di celebri falsari di genio.
Me. 31 mar. (h 20.45) Il terzo uomo
R.: Carol Reed. Sc.: Graham Greene. Int.: Orson Welles, Joseph Cotten, Alida Valli, Trevor Howard. Gb/USA, 1949, b/n, 104’. La storia si svolge nella Vienna dell’immediato dopoguerra, città segnata dal conflitto in cui si reca lo scrittore americano Holly su invito del suo vecchio amico Harry. Qui Holly viene a sapere che Harry è appena deceduto, ma le cose non sono chiare. Scoprirà che in realtà l’amico è vivo e ricercato come contrabbandiere di medicinali adulterati che seminano la morte. Al termine della proiezione, incontro con Giuseppe Battiston che riproporrà un breve estratto del suo spettacolo Orson Welles’ Roast in scena al teatro Elfo-Puccini di Milano. A seguire La ricotta (Episodio del film Ro.Go.Pa.G.) R. e sc.: Pier Paolo Pasolini. Int.: Orson Welles, Mario Cipriani, Laura Betti, Edmonda Aldini. Italia, 1963, col., 35’. La fame atavica del povero “Stracci”, comparsa sul set di una film sulla Passione diretto da Orson Welles nel quale interpreta la parte di uno dei due ladroni. Ingozzatosi di cibo fra lo scherno generale, morirà sulla croce per indigestione. 25
Cinema senza barriere
Burma Vj - Cronache da un paese blindato Mercoledì 7 aprile Anteprima per Milano
Premiato in oltre 40 festival internazionali, candidato all’Oscar 2010 per il Miglior Documentario, siamo orgogliosi di presentare in anteprima per Milano Burma Vj - Cronache da un paese blindato. Il documentario è l’esaltante e commovente cronaca della “rivoluzione zafferano” birmana del settembre 2007, raccontata attraverso le immagini dei videoreporter clandestini di Democratic Voice of Burma che, rischiando torture e carcere, sono l’unica fonte di informazione da un paese in pugno a una spietata dittatura militare e impraticabile per i giornalisti stranieri. A coordinare questo gruppo di attivisti e citizen journalists, armati solo di telecamere amatoriali e videotelefoni, è Joshua, 27 anni. Grazie a loro il mondo saprà della rivolta dei monaci buddisti, scesi in strada per guidare i cittadini birmani in una protesta contro il regime di proporzioni mai viste, ispirata dalla dissidente e premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. Contrabbandati fuori dalla Birmania, i nastri dei reporter di Democratic Voice of Burma sono diventati il materiale prezioso che, nelle mani del regista Anders Østergaard e dei suoi montatori, si è trasformato in uno dei documentari di denuncia sui diritti umani più forti e importanti degli ultimi anni, come confermato, oltre che dai già ricordati 40 premi in festival in tutto il mondo e dalla nomination all’Oscar 2010, dal successo e dall’emozione suscitati in occasione della presentazione nell’ottobre scorso al festival del settimanale «Internazionale» a Ferrara. Questo appuntamento davvero da non perdere è stato organizzato grazie a GA&A, distributore esclusivo di Burma Vj per l’Italia, e CineAgenzia, neonato progetto di distribuzione cinematografica non commerciale, che hanno unito le forze per portare il film in una selezione di sale che si distinguono per originalità delle proposte e spettatori particolarmente attenti e sensibili.
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CINEMA SENZA BARRIERE V edizione
Le tappe del tour: Roma (Nuovo Cinema Aquila, sabato 6 marzo, ore 20.30); Bologna (Cinema Lumière, mercoledì 10 marzo, ore 22.15); Torino (Cinema Massimo, sabato 20 marzo, ore 21.00 e domenica 21 marzo, ore 16.30); Udine (Cinema Visionario, mercoledì 24 marzo, ore 20.30); Pordenone (Cinemazero, giovedì 25 marzo, ore 20.45); Firenze (Cinema Auditorium Stensen, giovedì 1 aprile, ore 21.00); Milano (Spazio Oberdan, Mercoledì 7 aprile, ore 21.15); Rovereto (Nuovo Cineforum/MART, Martedì 13 aprile, ore 21.)
Me. 7 apr. (h 21.15) Burma VJ – Cronache da un Paese blindato
R.: Anders Østergaard. Sc.: Anders Ostergaard, Jan Krogsgaard. Fot.: Simon Plum. Mus.: Conny CA Malmquist. Mont.: Janus Billeskow Jansen, Thomas Papapetros. Danimarca, 2008, col., 85’, v.o. sott. italiani. Forse non esiste al mondo dittatura più imperscrutabile e sanguinaria della giunta militare che dal 1962 è al potere in Birmania. Un solo episodio dà la misura del terrore che governa il paese: quando nel 1988 gli studenti manifestarono in piazza per ottenere maggiori libertà, la giunta rispose inviando immediatamente l’esercito che aprì il fuoco sulla folla, uccidendo per strada in un solo giorno più di tremila persone. Negli ultimi anni si è creata nel paese una rete clandestina di giovani e giovanissimi reporter (Video Journalist) che con mezzi di fortuna e immenso coraggio riescono a filmare e trafugare all’estero notizie sulle repressioni e la violenza governativa. È grazie a questi indomiti eroi che il mondo ha potuto vedere le terribili scene, subito rilanciate dai grandi network di tutto il pianeta, della “rivolta dei monaci buddhisti” che nel 2007 ha agitato il paese. Il documentario, realizzato dal regista danese Anders Østergaard a partire dalle immagini contrabbandate fuori dal paese nei modi più rocamboleschi, è un racconto straziante sul coraggio individuale e disperato della libertà. La notizia che chiude il film sigilla il dramma di questa impresa: scoperti dalla polizia segreta, due dei giovani giornalisti autori del film sono stati condannati all’ergastolo in una prigione speciale. È probabile che nessuno li rivedrà mai più.
Martedi 27 aprile ore 20 Ingresso: € 5 senza obbligo di tessera; € 2 per disabili Ingresso gratuito per accompagnatori disabili motori e della vista Penultimo appuntamento stagionale con “Cinema senza barriere”, progetto ideato nel 2005 da AIACE, promosso dalla Provincia di Milano/Settore cultura e Direzione centrale sviluppo economico, formazione e lavoro, e dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Attraverso questa iniziativa, giunta alla quinta edizione, la città di Milano, prima in Italia, si è fatta promotrice di un modo totalmente nuovo di vivere la cultura che, attraverso il prodotto cinema, diventa trait d’union tra il mondo dei normodotati e quello dei diversamente abili, insieme in un luogo, insieme a godere di un’opera, con le stesse opportunità per poterne parlare e per confrontarsi. Le persone con disabilità della vista possono prenotare e utilizzare in sala una cuffia a raggi infrarossi che diffonde un commento audio e sullo schermo appaiono sottotitoli per non udenti contenenti dialoghi e indicazioni sui rumori e suoni.
Ma. 27 apr. (h 20) Io, loro e Lara
R.: Carlo Verdone. Sc.: Francesca Marciano, Pasquale Plastino, C. Verdone, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini, Angela Finocchiaro, Sergio Fiorentini. Int.: C. Verdone. Italia, 2010, col., 115’. Padre Carlo Mascolo è un missionario in un villaggio nel cuore dell’Africa dove, a suo dire fa “il medico, il preside, l’agricoltore, il meccanico e lo sceriffo a tempo pieno”. A causa della crisi spirituale che lo affligge decide di tornare a Roma per cercare conforto nelle parole del proprio padre spirituale, il quale lo esorta a trascorrere un po’ di tempo in famiglia, per ritrovare se stesso attraverso il calore dei propri cari. Ma a casa lo aspettano delle belle sorprese: suo padre, decisamente ringiovanito e arzillo, ha appena sposato Olga, la sua badante ucraina; i suoi fratelli, Bea - mamma di adolescenti emo e ipocriti - e Luigi - cocainomane che si è dato alla finanza - sono perciò arrabbiatissimi e decisi a dichiarare guerra a quella che considerano un’usurpatrice. All’improvvisa morte di Olga i destini della famiglia si intrecciano con quello della di lei figlia Lara, personaggio enigmatico dalla doppia vita, che di giorno ostenta aria da educanda e di notte indossa mise hard, esibendosi davanti ad una web-cam. È a lei che l’anziano padre vuole lasciare la propria casa. Lara porterà scompiglio nella vita dei tre fratelli, in quella di don Carlo in particolare, che non è né perfetto né tantomeno incrollabile nella sua aderenza ai dogmi cristiani cui un sacerdote dovrebbe attenersi.
Prenotazione cuffie: feriali Cineteca Italiana 02.87.24.21.14 Sabato e domenica Spazio Oberdan 02.77406316
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Presenze-Amsterdam Color Cafè Johan Van Der Keuken
Calendario delle proiezioni
Venerdì 30 aprile dalle ore 15.30 Ingresso libero
me. 31 h 16.30 h 19 h 20.45
Ospitiamo allo Spazio Oberdan la giornata dedicata al cinema del festival “PresenzeAmsterdam Color Cafè” che si terrà a Milano dal 26 aprile al 4 maggio 2010. Si tratta di una manifestazione interdisciplinare che si articola attraverso proposte di teatro di Figura, di cinema e di letteratura, nella prospettiva di affrontare l’articolata realtà della cultura nederlandese, in una duplice opportunità: ricercarne una testimonianza che mostri l’aspetto delle origini, dall’epoca delle migrazioni coloniali, e verificarne l’aspetto dell’accoglienza e il dialogo con coloro che nei Paesi Bassi hanno trovato (ieri come oggi) un nuovo habitat di vita e di cultura. Questo percorso - realizzato con il contributo e il sostegno dell’Ambasciata e del Consolato dei Paesi Bassi, della Fondazione per la Letteratura Nederlandese e della Casa Editrice Iperborea - si inserisce nel progetto FRAMMENTI D’EUROPA, sezione parallela ad IF festival Internazionale di Teatro di Immagine e Figura, progettato dal Teatro del Buratto di Milano. In questo appuntamento allo Spazio Oberdan, Il Festival Presenze-Amsterdam Color Cafè, con il sostegno del Consolato Olandese di Milano, rende omaggio al grande documentarista e fotografo olandese Johan van der Keuken (1938 – 2001). Vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali con le sue oltre quaranta opere cinematografiche, van der Keuken ha tracciato un percorso continuo di ricerca formale e narrativa, sfruttando spesso i modelli del viaggio e del diario alla scoperta di nuove coordinate per capire il mondo, le città, la natura umana, i rapporti interpersonali, la società multiculturale. 28
Le proiezioni dei due film in programma saranno introdotte dal critico cinematografico Luca Mosso.
Ve. 30 apr. (h 15.30) Ingresso libero Amsterdam Global Village (parte 1 e parte 2)
Regia: Johan van der Keuken. Olanda, 1996, 245’. Un viaggio attraverso Amsterdam diviene per JvdK occasione per viaggi in paesi lontani. Nelle strade della città olandese, “villaggio globale” che diventa un crogiuolo di razze, incontra persone provenienti da ogni parte del mondo e ne segue le tracce: un ritorno ai paesi di orgini ma anche una presa di coscienza della situazione sociale, politica, ed economica attuale. Fra la prima e la seconda parte del film è prevista un pausa di circa 10’.
Ve. 30 apr. (h 21) Ingresso libero The Eye Above the Well
Regia: Johan van der Keuken. Olanda, 1988, 90’. Johan Van der Keuken descrive senza commento e con la potenza di un’immagine accurata e attenta le pratiche di trasmissione del sapere in India: la danza, i testi sacri, il canto fondato su rituali religiosi e una disciplina intensa. Una salvaguardia della propria identità e al tempo stesso una resistenza a ogni cambiamento.
mar. Moby Dick la balena bianca (J. Huston) F come falso (O. Welles) Il terzo uomo (C. Reed) La ricotta (P.P. Pasolini) Al termine, incontro con Giuseppe Battiston che riproporrà un breve estratto del suo spettacolo Orson Welles’ Roast in scena al teatro Elfo-Puccini di Milano
gio. 1 apr. h 17 Anything Else (W. Allen) h 19 Criminali da strapazzo (W. Allen) h 21.30 La dea dell’amore (W. Allen)
ve. 2 apr. h 17 Misterioso omicidio a Manhattan (W. Allen) h 19 Harry a pezzi (W. Allen) h 21.30 Tutti dicono I Love You (W. Allen)
sa. 3 apr. h 15 Vicky Cristina Barcelona (W. Allen) h 17 Accordi e disaccordi (W. Allen) h 19 Pallottole su Broadway (W. Allen) h 21.30 Manhattan (W. Allen) v.o. sott. it.
do. 4 apr. h 15 Alice (W. Allen) h 17 Partie de Campagne (J. Renoir) v.o. sott. it. Luciano Emmer, programma corti n. 1: Il cantico delle creature; Racconto da un affresco; Paradiso Terrestre h 18.45 La moglie del fornaio (M. Pagnol) h 21.15 Ombre e nebbia (W. Allen)
me. 7 apr. h 17 Io e Annie (W. Allen) v.o. sott. it. h 19 Broadway Danny Rose (W. Allen) h 21.15 Burma VJ – Cronache da un Paese blindato (A. Østergaard) v.o. sott. it. Anteprima
gio. 8 apr. h 17 Vicky Cristina Barcelona (W. Allen) h 19 Prendi i soldi e scappa (W. Allen) h 21.15 Basta che funzioni (W. Allen) v.o. sott. it.
ve. 9 apr. h 17 Alice (W. Allen) h 19 Tutti dicono I Love You (W. Allen) h 21 Harry a pezzi (W. Allen) Al termine della proiezione di venerdì 9 aprile, Pietro Rizzi (Centro milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”) leggerà una relazione dal titolo “Quando andare in pezzi non fa troppo male (almeno per gli spettatori)”.
sa. 10 apr. h 15 La dea dell’amore (W. Allen) h 17 Ombre e nebbia (W. Allen) h 19 Manhattan (W. Allen) v.o. sott. it. h 21.30 Pallottole su Broadway (W. Allen)
do. 11 apr. h 15 La rosa purpurea del Cairo (W. Allen) h 17 Partie de Campagne (J. Renoir) v.o. sott. it. Luciano Emmer, programma corti n.2: Incontrare Picasso h 19 Nogent, Eldorado du dimanche (M. Carné) cortomt. L’Atalante (J. Vigo) v.o.sott.it. h 21.15 Anything Else (W. Allen)
me. 14 h 17 h 19 h 21.15
gio. 15 h 17 h 19 h 21.30
apr. Zelig (W. Allen) v.o. sott. it. Accordi e disaccordi (W. Allen) La Fille de l’eau (J. Renoir) muto Accompagnamento dal vivo al pianoforte di Francesca Badalini apr. Misterioso omicidio a Manhattan (W. Allen) Criminali da strapazzo (W. Allen) Io e Annie (W. Allen) v.o. sott. it.
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ve. 16 apr. h 17 Basta che funzioni (W. Allen) v.o. sott. it. h 19 Prendi i soldi e scappa (W. Allen) h 21 Zelig (W. Allen) v.o. sott. it. Al termine della proiezione di venerdì 16 aprile, Roberto Goisis (Centro milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”) leggerà una relazione dal titolo “Zelig fra verità, finzione e adattamento: una metafora dell’attualità?”.
sa. 17 apr. h 15 Broadway Danny Rose (W. Allen) h 17 Partie de Campagne (J. Renoir) v.o. sott. it. Luciano Emmer, programma corti n.3: Guerrieri; Romantici a Venezia; L’invenzione della croce h 18.45 Una domenica in campagna (B. Tavernier) h 21 Inaugurazione della rassegna “Nuovo cinema israeliano” 3. edizione. Saluti delle autorità e presentazione di Dan Muggia (Direttore artistico) A seguire, proiezione: A Matter of Size (S. Maymon, E. Tadmor) v.o. sott. it.
do. 18 apr. h 10.45 “Io sono lui – Dimensione privata e collettiva nel cinema israeliano”. Lezione di Dan Muggia (Direttore artistico). Ingresso libero h 11.45 The Green Dumpster Mystery (T. H. Yoffe) v.o. sott. it. Prima della proiezione, intervento di Liliana Picciotto (CDEC), storica. Ingresso libero h 15 The Beetle (Y. Orian) v.o. sott. it. h 17 Tel Aviv Stories (A. Menahemi, N. Yaron) v.o. sott. it. h 19.30 The Tale of Nicolai and the Law of Return (D. Ofek) v.o. sott. it. h 21 It All Begins at Sea (E. Green) v.o. sott. it. lu. 19 apr. h 19 It All Begins at Sea (E. Green) v.o. sott. it. h 21 Jaffa (K. Yedaya) v.o. sott. it.
gio. 22 apr. h 16.30 Seven Days (R. e S. Elkabetz) v.o. sott. it. Prima della proiezione, intervento di Gabriella Zippel, psicopedagogista h 19 Gut Shabes Vietnam (I. e Y. Zand) v.o. sott. it. Prima della proiezione, intervento di Bessie Garelik del movimento chassidico Lubavich h 21 The Beetle (Y. Orian, 70’) v.o. sott. ital.
ve. 23 apr. h 17 L’Atalante (J. Vigo) v.o. sott. it. h 19 Racconto d’autunno (E. Rohmer) h 21.15 La moglie del fornaio (M. Pagnol)
sa. 24 apr. h 15 Racconto d’autunno (E. Rohmer) h 17 Partie de Campagne (J. Renoir) v.o. sott. it. Nogent, Eldorado du dimanche (M. Carné) cortomt. Luciano Emmer, programma corti n. 4: I fratelli miracolosi; Goya. La festa di sant’Isidoro/I disastri della guerra; La sublime fatica h 19 Una domenica in campagna (B. Tavernier) h 21 Seven Days (R. e S. Elkabetz) v.o. sott. it.
do. 25 apr. h 10.45 The Tale of Nicolai and the Law of Return (D. Ofek) v.o. sott. it. Gut Shabes Vietnam (I. e Y. Zand) v.o. sott. it. h 15 For my Father (D. Zahavi) v.o. sott. it. h 17 The Valderama Sisters (N. Demsky, M. Kershner, 50’) v.o. sott. ital. h 19 Jaffa (Keren Yedaya) v.o. sott. it. h 21 A Matter of Size (S. Maymon, E. Tadmor) v.o. sott. it. ma. 27 apr. h 20 Cinema senza barriere Io, loro e Lara (C. Verdone)
me. 28 apr. h 17 A History of Israeli Cinema 1. parte (R. Nadjari) v.o. sott. it. Ingresso libero La proiezione sarà introdotta da Maurizio G. De Bonis, esperto di cinematografia israeliana. A seguire, buffet h 21 The Green Dumpster Mystery (T. H. Yoffe) v.o. sott. it. Presentazione di Paola Mortara (CDEC) e proclamazione del film più votato dal pubblico
gio. 29 apr. h 16.30 The Fire Within (L. Salcedo Mitrani, 57’) v.o. sott. ital. Al termine della proiezione, Gad Lerner, giornalista, presenta il suo libro Scintille. Una storia di anime vagabonde (Feltrinelli, 2009). Interviene Rav Roberto Colombo. Modera Enrico Nosei h 18.30 For my Father (D. Zahavi, 100’) v.o. sott. ital.
ve. 30 apr. h 15.30 Festival “Presenze-Amsterdam Color Cafè”: Amsterdam Global Village (parte 1 e parte 2) (J. van der Keuken) Introduce il critico cinematografico Luca Mosso Fra la prima e la seconda parte del film ci sarà una pausa di 10’ circa Ingresso libero h 21 Festival “Presenze-Amsterdam Color Cafè”: The Eye Above the Well (J. van der Keuken) Introduce il critico cinematografico Luca Mosso Ingresso libero
me. 21 apr. h 17.30 The Valderama Sisters (N. Demsky, M. Kershner) v.o. sott. it. h 18.45 Life According to Agfa (A. Dayan) v.o. sott. it.
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