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LXIV anno dalla fondazione
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Frank Andiver
Poste Italiane spa - spediz. in a.p. DL.353/03 (conv.L.46/04) art. 1 comma 1, DCB Roma. Autoriz. del Trib. di Roma n. 350 del 16./06/1987. Una Copia € 0,51
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Febbraio 2014
Mensile per la Federazione Italiana Traspor#
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Sommario Mensile per la Federazione Italiana Traspor! Cisl Fondato nel se$embre del 1950 N. 2 - Febbraio 2014 LXIV anno dalla fondazione Autorizzazione del Tribunale di Roma n.350 del 16.6.1987 Proprietà La Rotaia S.r.l. Dire$ore: Giovanni Luciano Dire$ore Responsabile: Giulia Dellepiane Redazione: Gaetano Riccio, Michele Castellano, Massimo Malvisi, Osvaldo Marinig, Salvatore Pellecchia Impaginazione: Fabio Grassini Segreteria di redazione e o%mizzazione grafica: Patrizia Censi Direzione, Redazione, Amministrazione: Via A. Musa, 4 - 00161 Roma Tel. 06-44286307 Fax 06-44286361 e-mail:
[email protected] Stampa: Tipografia CSR Via di Pietralata, 157 - 00158 Roma. Tel. 06-4182113 E’ vietata la riproduzione e traduzione, anche parziale, di ar#coli senza citarne la fonte. Chiuso in redazione il 15/02/2014 Finito di stampare nel mese di febbraio 2014 Tiratura: 28.000 copie
Editoriale
2 Priorità congressuali: arrivano i primi risulta! Sindacato & Strategie
6 Testo Unico sulla Rappresentanza 15 Rappresentanza, le basi, i contenu!, il futuro 19 Se tu# gli uomini del mondo... 22 Ferrovie e riiordino norma!ivo, tu# i pun! da chiarire 25 Rfi, un’alchimia complessa 26 Rfi e la riorganizzazione del se"ore Circolazione 28 La strada del sindacato per gli appal! ferroviari 29 Pensioni, i ferrovieri sempre al palo 32 L’accordo di svollta per Alitalia 41 Un futuro di legalità per la logis!ca 45 Quale sicurezza nelle autostrade? Fit International Strasburgo grande manifestazione 46 Acontro il IV Pacche"o ferroviario 48 Le flo"e del Nord Europa alla ricerca di aiu! di Stato 49 Perché la sicurezza nei cieli europei è ancora a rischio
Regioni
50 Veneto, Valle d’Aosta, Toscana Opinioni & Colloqui
52 Essere consapevoli per la sicurezza 53 Il peso morto della corruzione 54 Intervista all’On. Roberta Oliaro 56 Il coro che vale molto più di uno Zecchno d’Oro
Giovanni Luciano
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Priorità congressuali: arrivano i primi risultati I proposi! congressuali della Fit Cisl A nove mesi dalla conclusione del nostro X Congresso nazionale, ci è venuta la curiosità di andare a rivedere cosa ne è stato dei nostri proposi# e dei nostri obie%vi per il mandato congressuale 2013-2017. Avevamo declinato tre priorità che sinte#camente si possono riassumere come di seguito: L’insediamento dell’Authority dei Traspor#. Per avere una sede di regia unica, visto che non vi era traccia di un Ministro che sviluppasse un’azione di poli#ca integrata dei traspor#; La ridefinizione del Titolo V. Contro la legislazione concorrente tra Stato e En# Locali e per la diminuzione dei livelli amministra#vi; La lo$a alla ca%va cooperazione e all’eccesso di outsourcing, sopra$u$o nei magazzini della logis#ca. Ovviamente abbiamo de$o e proposto mol#ssime altre cose che si stanno sviluppando, ma le tre priorità elencate sopra dalla FitCisl hanno avuto risvol# significa#vi, forse anche grazie alla nostra azione costante, ufficiale e ufficiosa, motu proprio e/o collaborando con la Cisl. Sul primo punto, come sapete l’Authority si è finalmente insediata, anche se la no#zia posi#va non è tanto questa quanto il fa$o che abbiamo avuto un Ministro veramente apprezzabile. I dossier dei quali ci siamo occupa# impegnando Maurizio Lupi e anche l’o%mo So$osegretario Erasmo D’Angelis (uno di centrodestra e uno di centrosinistra) sono sta# mol#, primo tra cui quello Alitalia. Abbiamo anche delle divergenze d’opinione, come per il trasporto pubblico locale o per le tariffe autostradali, ma è apprezzabile la modalità di approccio e la visione poli#ca d’insieme. Per la prima volta da decenni un Ministro dei Traspor# e delle Infrastru$ure guarda al comparto con una visione sistemica e integrata: esa$amente quello che chiediamo da sempre noi della Fit Cisl. C’è stata, finalmente, un’interlocuzione vera, di merito e di strategia e questa per i lavoratori dei traspor# è una cosa di fondamentale importanza. Per noi del Sindacato è un pilastro sul quale poggiare l’azione di proposta e di protesta, quando serve, uscendo dallo sterile e dannoso rito dello sciopero sfogatoio. Ab-
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biamo fiducia che le cose possano con#nuare su questo binario con il Ministero di Porta Pia. Per la riforma del Titolo V della Cos#tuzione, per la quale abbiamo scomodato il Professor Antonini sia nel nostro Congresso che in quello Confederale, se ci pensate all’epoca ne abbiamo parlato solo noi e la Cisl. Il “manifesto” per questa riforma è stato promosso da Raffaele Bonanni e ha coinvolto personalità come Luciano Violante e Gaetano Quagliariello ma, come si usa dire, non se l’era filato quasi nessuno, all’inizio. Ora tu% ne parlano perché è uno dei pun# che il nuovo Presidente del Consiglio ha posto come riforma da fare per sbloccare l’economia italiana. Non è una magra consolazione per noi, anzi. Come spesso accade siamo sta# precursori di proposte incisive. Questo del Titolo V è uno di quegli argomen# che fanno poca presa quando si riuniscono i sindacalis# tra di loro nei consigli generali o assisi di que-
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sto #po: reazioni #epide, al limite del disinteresse medio dei convenu#. Come può avere presa tra i lavoratori nelle assemblee? Se dirigen# sindacali non capiscono l’importanza di guardare oltre il dito e verso la luna come possiamo far capire che quell’argomento non è accademia, ma possibilità concreta di migliorare le cose anche per chi ascolta? Se sarà fa$a, come speriamo, la riforma del Titolo V sarà propedeu#ca a velocizzare la realizzazione delle decisioni prese da chi ne avrà la potestà. Stato o Ente Locale. Questa è necessità di sopravvivenza per evitare di morire economicamente di chiacchiere. Cosa che agli italiani riesce benissimo, purtroppo. Lo stesso pericolo di so$ovalutazione si sta profilando per il cosidde$o Testo unico della Rappresentanza, l’accordo del 10 gennaio 2014 siglato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria (che pubblichiamo integralmente su questo numero della Voce). Quello non è un accordo u#le alle liturgie sindacali che poco importano ai lavoratori. Quello è uno strumento vitale per stabilire, democra#camente, chi decide e per chi, anche a maggioranza. Hanno termine i poteri di veto e le meline infinite da parte di chicchessia. Si definisce chi ha #tolo a presentare piattaforme, anche separatamente, o siglare accordi, anche separatamente, e con quale procedura o indice di rappresenta#vità sono validi erga omnes gli accordi, anche se firma# solo da alcuni. Questa è la vita del posto di lavoro. Non capirlo o banalizzarlo, magari pensando di annacquare le assemblee previste con altri argomen#, è un rischio che la Fit-Cisl deve evitare. Per quanto riguarda, infine, il mostro della ca%va cooperazione, abbiamo segnato un punto molto importante. Il 13 febbraio 2014, presso il Ministero del Lavoro, con il coinvolgimento del So$osegretario professor Carlo Dell’Aringa, abbiamo so$oscri$o un accordo con le contropar# imprenditoriali nell’ambito del cosidde$o
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“tavolo della legalità” nella logis#ca. È un’intesa, firmata con Fedit e Confetra, che repu#amo di grande significato perché prevede le linee guida per poter fare accordi locali ove lo scambio è tra la maggiore produ%vità a fronte della stabilizzazione o internalizzazione dei lavoratori delle a$uali coopera#ve. In questo numero della Voce potrete leggere l’accordo e i commen# degli amici che ci hanno lavorato tecnicamente. Per quanto ci riguarda l’aspe$o poli#co forte è stato quello di aver dato un segnale chiaro contro gli eccessivi subappal# e contro le coopera#ve spurie. L’aver abusato del cosidde$o outsourcing ha portato alla degenerazione del fenomeno e i ritorni economici delle esternalizzazioni si sono rileva# molto costosi per commi$en# che si ritrovano di tu$o. Infiltrazioni malavitose, blocchi selvaggi dei magazzini della grande distribuzione organizzata, sfru$amento dei lavoratori “facchini” al limite di forme di nuova schiavitù spesso ai danni degli immigra# e illegalità varie. Trovare un equilibrio dei cos# garantendo un rapporto di lavoro stabile a lavoratori che diventano dipenden# è quanto può
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far realizzare questo accordo. Sicuramente si registreranno grandi reazioni e opposizioni, anche fuori scala… se così si può dire. Ce lo aspe%amo, ma siamo pron# all’urto, perché di vedere gente che si arricchisce su chi lavora duramente per due lire siamo stanchi. Noi facciamo un altro mes#ere, rappresen#amo interessi di chi deve lavorare, vuole lavorare, ma con la dignità di un salario vero e di un lavoro regolato. Monitoreremo gli sviluppi con il cuore pieno di speranza affinché ancora una volta la contra$azione dia risposte concrete ai problemi.
I proge# in “can!ere” Le nostre tre priorità hanno avuto, quindi, sviluppi importan#, così come s#amo incrementando il lavoro sul versante internazionale ove, cosa non da poco, abbiamo anche iniziato a far crescere giovani leve mandandole ai corsi del sindacato europeo. Per Cisl Re# avremo modo, a breve scadenza, di poter entrare molto meglio nel merito di come avanzerà oltre l’a$uale situazione, che vede comunque già la sede unica al lavoro da se$embre scorso. Meno di un anno e già molte cose realizzate o in can#ere e verificabili. Resta il
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grande problema della situazione del trasporto pubblico locale, ove lo stallo dovuto alle fasi preceden# la caduta del Governo Le$a non ha aiutato. Siamo sul pezzo molto più di quello che si possa vedere dall’esterno. Grande soddisfazione per la chiusura del contra$o dei por#, ma siamo impegna# per la riforma della portualità che, ormai è evidente, va oltre una semplice revisione della legge 84/94. Quello che comunque è stato e rischia di essere ancora per molto tempo l’argomento principale è la vicenda di Alitalia. Il merito di un fondamentale accordo siglato all’alba del 14 febbraio 2014 lo leggerete nelle pagine successive, ma ci consen#rete una piccola soddisfazione. Soddisfazione per aver fa$o andare di traverso qualcosa agli “sfascis#” di cui l’Italia è piena. Quelli che non si indignano se un Presidente di Regione, che è espressione, a suo dire, dei lavoratori, non si cura di dare “paccate” di milioni a Ryan Air anche se questa non versa contribu# e non paga tasse. Quelli che danno spazio, sui giornali di loro proprietà, agli esponen# degli aeropor# che gridano allo scandalo se si chiede e si o%ene non di non far avere voli nei loro aeropor# da parte delle low cost, ma di me$ere a gara i soldi che regalano loro. Altro che aiu# di Stato. Quelli che devono sempre dire che non va bene, a prescindere, perché se Alitalia fallisce loro ci guadagnano, o perché li paga Air France per dire che non va bene. Come Fit Cisl nazionale siamo sta# quelli che hanno lavorato in silenzio per favorire l’ingresso di un socio is#tuzionale che rassicurasse i soci con spalle robuste, favorendo così il loro assenso alla ricapitalizzazione quando tu% gli altri azionis# scappavano. Come Fit-Cisl nazionale abbiamo assediato il Ministro Lupi e l’intero Governo per evitare lo scippo dei 3 euro a biglie$o che oggi finanziano il fondo per la ges#one degli esuberi del trasporto aereo, facendoli rimanere des#na# al se$ore che li produce ed evitando che li divorasse l’Inps. Come Fit-Cisl nazionale abbiamo lavorato a tu% i livelli rifiutando
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dapprima un piano d’impresa asfi%co e fa$o sì che si riuscisse a chiudere bene l’accordo di San Valen#no, tenendo tu% a bordo e impegnandoci quo#dianamente a smussare gli spigoli che a$ori poco accor# introducevano con la loro “muscolarità”. Come Fit-Cisl nazionale abbiamo fa$o la nostra parte anche per agevolare Alitalia e Governo nella ricerca di un partner internazionale, facendo addiri$ura volan#naggio contro lo sciopero di altri nel momento meno opportuno. Come Fit-Cisl nazionale siamo felici che Alitalia sia ancora in piedi e abbia fa$o arrabbiare inglesi e tedeschi per le prospet#ve che si vedono con l’alleanza con Ethiad. Siamo conten# perché abbiamo dato, ancora una volta, prova che lavorando per costruire si raggiungono risulta#. Alla faccia di quelli che volevano che Air France comprasse Alitalia a un euro! Per questo risultato ringraziamo due persone che ci hanno aiutato molto: il Ministro Maurizio Lupi e il Segretario generale Raffaele Bonanni.
La vera missione delle Ferrovie dello Stato Se per quanto riguarda Alitalia siamo conten#, non riusciamo ancora a vedere chiaro sul Gruppo Fs (non riusciremo mai
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a chiamarle Fsi perché se sono ferrovie dello “Stato” non si comprende l’u#lità dell’agge%vo “italiane”). Comincia a farsi sempre più incombente lo scenario di un nuovo Piano industriale dopo quello 20072011 che, nei fa%, ha rido$o le Fs all’osso, anzi al lumicino. Certamente non dal punto di vista finanziario ma da quello industriale sì. Le Fs non sono più un carrozzone e hanno un grado di fiducia dal punto di vista degli inves#tori che è del tu$o lusinghiero, ma hanno tradito la loro missione, che non è quella di far contenta la classe dirigente del Paese che prende solo le Frecce o l’aereo. Ma questo lo abbiamo de$o già altre volte. Purtroppo è lo Stato proprietario che non agisce nel senso di dare una registrata a chi le guida, anzi, si preoccupa solo degli interessi della concorrente Ntv cercando di portare avan# l’ul#ma cosa che serve al trasporto ferroviario: scorporare Rfi dal Gruppo. Come dire, la cura peggio della mala%a. Se il problema è l’amministratore delegato del Gruppo Fs, lo si cambia; non si sfascia un’azienda per avere mano libera o, peggio, pedaggi più bassi per provare a sistemare i bilanci disastra# di chi pensava di fare dumping e si è ritrovato a subirlo. spor! dei Tra VOCE
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Sarà il caso che in Italia qualcuno si accorga che la rincorsa all’abbassamento ossessivo delle tariffe, su beni e servizi, rischia di diventare un boomerang per i consumatori. Pagheranno pure di meno ma poi, come ci$adini, pagano un’enormità di tasse che sostengono anche gli ammor#zzatori sociali dei lavoratori che soffrono per bassa tariffa (caso Alitalia e Ntv ad esempio). Non solo, il consumatore è anche un ci$adino e, quindi, un potenziale lavoratore di aziende che per rincorrere il libero mercato vanno a ramengo, nonostante buona qualità del prodo$o o dei servizi. È la stessa cosa che si sviluppa come base di fenomeni distorsivi, come quello dell’accordo sulle cosidde$e “ribalte” nella logis#ca di cui tra$avamo sopra. La grande distribuzione abbassa i prezzi all’inverosimile costringendo tu$a la filiera dell’approvvigionamento a pra#care prezzi che ovviamente producono illegalità, evasione, non contribuzione, infiltrazioni malavitose e via dicendo. Però il consumatore è contento… peccato che poi rischia di diventare un disoccupato e quindi di non consumare più. Non è difficile da capire, ma chissà se vedremo mai qualcuno della classe dirigente che comincerà a lavorare su ques# conce%, andando oltre le strumentalizzazioni interessate di tan# predicatori professionis# del tubo catodico (si dice ancora così anche se ormai siamo allo schermo pia$o coi led). Tornando quindi al Piano di Impresa del Gruppo Fs, è ora che lo si veda. Il precedente Piano ha rido$o la presenza dell’occupazione dire$a a poco più di 60.000 adde%. Tecnologia a parte, veramente pochi. Sembrespor! dei Tra VOCE
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rebbe che vi sia un approccio diverso sul segmento delle merci, nel senso che Trenitalia avrebbe meno peso rispe$o ad altre società del Gruppo, così come si dà per scontata la nascita di una società per l’Alta Velocità. A queste an#cipazioni giornalis#che vanno associate delle proposte di accordo sindacale su riorganizzazioni in Rfi e Trenitalia che lasciano perplessi. L’obie%vo è sempre lo stesso: tagliare numeri e tagliare s#pendi. Dal punto di vista della controparte può essere compreso anche se, ovviamente, non acce$ato, ma a noi serve capire quale sia la prospe%va. Dobbiamo interrogarci per capire di quale trasporto ferroviario si vuole dotare complessivamente il Paese. Non dimen#cando mai il Meridione. Con buona pace di Ntv o delle altre aziende del Cargo, così come di Trenord o di Tiper, non si può pensare che l’asse$o del Gruppo Fs sia secondario rispe$o all’interroga#vo.
Rianimare il trasporto dei pendolari e dare respiro ai grandi centri Abbiamo un servizio di Alta Velocità che regge egregiamente il confronto con il mondo. Bene! Abbiamo una delle migliori tecnologie sulla sicurezza dell’infrastruttura che è un fiore all’occhiello. Benissimo! Non c’è più industria compe##va della produzione di materiale rotabile. Male! Non c’è più l’idea che le merci debbano viaggiare su rotaia. Malissimo! Sopra$u$o non si prende di pe$o la grande leva che invece dovrebbe essere quella che dà respiro: il trasporto dei pendolari da e per i
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grandi centri, ovunque nelle Regioni. La querelle tra Presiden# di Regione e Mauro More% è stata veramente uno spe$acolo per gonzi e per giornalis# di provincia che devono scrivere il pezzo. Le gare? Con quali soldi se già Trenitalia è creditrice di un miliardo e duecento milioni? È il Paese che deve inves#re sul trasporto ferroviario di penetrazione in centri urbani collassa# da lamiere e pneuma#ci. Primo: deve tornare ad essere una materia so$o la supervisione del Ministero dei Traspor#, non ostaggio dei mille assessori. Secondo: a fronte di maggiore e miglior servizio non ci si può scandalizzare se si possa agire anche sulla leva tariffaria. L’autobus nelle principali ci$à ha avuto aumen# anche del 50% dalla sera alla ma%na. Non pensiamo a cifre così, ma una giusta programmazione e immissione di nuovo materiale rotabile e una maggiore frequenza possono far anche sopportare qualche costo in più, sopra$u$o se il regionale diventa un treno importante e da far arrivare in orario. Serve uscire, quindi, da una situazione dove il treno pendolare è tra$ato come lo è oggi. Serve che se ne comprenda l’importanza vitale per milioni di persone che pagano le tasse e meriterebbero che il Governo centrale investa su questo servizio. Di questo occorrerebbe che ne prendessero coscienza tu%, in primis chi dirige le ferrovie.
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Giulia Dellepiane
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Rappresentanza: le basi, i contenuti, il futuro Fit, Flaei e Fistel hanno convocato in seduta congiunta straordinaria i rispettivi Consigli generali per studiare l’Accordo su rappresentanza e rappresentatività
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iperboli lessicali si sprecano», ha esordito Arca. Il documento, firmato lo scorso 10 gennaio da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, ha un percorso che nasce nel maggio 2008, quando gli Esecu#vi confederali unitari deliberarono una pia$aforma entro cui si delineavano le tracce da seguire. «Questo testo porterà profondi cambiamen# in meglio – ha spiegato il sindacalista – perché farà superare ostacoli storici che si sono frappos# all’evoluzione delle relazioni sindacali italiane in senso partecipa#vo con il superamento di impostazioni di #po ideologico. Ostacoli come il potere di veto delle minoranze, le derive giudiziarie, la parcellizzazione dei sindaca#
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in alcuni se$ori e la confusione di ruoli e competenze, a volte, tra le diverse istanze di rappresentanza: quella generale e quella più propriamente sindacale». Questo accordo inoltre rende inu#le l’intervento legisla#vo, il che è opportuno per non esporre ques# temi «ai capricci delle varie maggioranze che si susseguirebbero al governo». Secondo Arca i conce% chiave rafforza# dal documento sono tre: “Il primo è che il sistema delle relazioni sindacali italiane ha un futuro che non è quello di natura antagonista, che qualcuno vorrebbe ancora reintrodurre in Italia, ma è quello che è stato da sempre promulgato dalla Cisl. Il spor! dei Tra VOCE
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secondo è che ha portato al superamento degli ostacoli sopra cita# e all’a$uazione dell’ar#colo 39 della Cos#tuzione, che è ogge$o di discussione da oltre sessant’anni». Terminato l’intervento di Arca, hanno preso la parola alcuni dirigen# delle tre federazioni, che hanno commentato l’accordo alla luce della loro esperienza e valutandone l’impa$o sulle rispe%ve categorie. In par#colare per la Fit-Cisl sono
intervenu# nell’ordine i Coordinatori nazionali Gaetano Riccio della Mobilità ferroviaria, Antonio Piras della Mobilità tpl, Marino Masucci delle Autostrade e Angelo Curcio dei Servizi ambientali. «Il testo unico sulla rappresentanza è un accordo che si può definire epocale – ha esordito Riccio – e segnerà in modo significa#vo i prossimi anni andando a innovare il modello di relazioni industriali del 1993. Non era semplice me$ervi mano perché affronta uno dei temi più spinosi: la rappresentanza e la rappresenta#vità, in pra#ca la #tolarità a so$oscrivere accordi e come validarli.
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Il nuovo testo raccoglie e me$e assieme gli accordi del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013 e dà risposte, nella piena autonomia delle par#, all’an#ca ques#one della validità erga omnes dei contra%, dimostrando a chiare le$ere che sulla materia le par# sociali hanno capacità e dignità per definire accordi e che non occorre alcuna “definizione” per legge». Riccio è poi sceso nello specifico della Mobilità ferroviaria: «A livello aziendale si
opta per una sola forma di rappresentanza, rsu oppure in alterna#va rsa. Nel se$ore ferroviario abbiamo da tempo una tradizione di elezione di rsu già senza solidarietà tra sigle e sicuramente il nuovo sistema servirà a fare chiarezza su tan# sindaca# minori, segnando la fine del diri$o di veto. Al tempo stesso l’accordo impegna fortemente il gruppo dirigente a tu% i livelli in un rafforzamento della prima linea e nel proseguimento del già avviato programma di formazione rsu. Inoltre diventa ormai non più rinviabile il rinnovo delle rsu in categoria». Per quanto riguarda le clausole e le proce-
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dure di raffreddamento «in categoria lo sciopero è regolato per legge e già esistono le procedure di raffreddamento – ha spiegato il Coordinatore – anche se non o$engono lo scopo per cui sono state create e servono solo ad allungare i tempi. Certo non sarà facile inserire nei contra% forme sanzionatorie per le imprese. Noi abbiamo sempre evidenziato che il sistema sanzionatorio previsto dall’a$uale legge è a senso unico. La clausola transitoria però è interessante e la procedura
arbitrale a livello confederale può essere una sfida e rappresenta un impegno ampio. Inoltre la stessa tenuta del sistema conciliatorio sarà il vero banco di prova per tu%, imprenditori e sindaca#, per promuovere un modello partecipa#vo, di assunzione di responsabilità piu$osto che confli$uale». Subito dopo è intervenuto il Coordinatore della Mobilità tpl: «Quando è stato approvato questo accordo, sono andato a rivedere il preambolo allo Statuto della Cisl, in cui viene ripetuta più volte la parola democrazia – ha esordito Piras – Ebbene, cos’è democrazia se non il 50 per cento più uno? Adesso che non c’è più il terzo di di-
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penden#», ha argomentato Piras. « R i b a d i s co : questo accordo porterà solo vantaggi nella nostra categoria – ha concluso il Coordinatore – E a mio giudizio deve essere
resiste nonostante la crisi, perché è riuscito a tenere insieme gli accordi di economia e di poli#ca del Paese e quelli sui pos# di lavoro, cioè è riuscito con le rsu e le rsa a stare vicino ai lavoratori». Ha avvisato il Coordinatore: «Penso che sia necessario un coordinamento permanente confederale e di federazione che accompagni l’accordo, perché a mio avviso è molto complesso. Inoltre tu% gli accordi dal ’93 in poi non sos#tuiscono quello precedente, per cui possono essere ancora valide alcune sfumature di quello del ’93».
ri$o questa è democrazia e non è più il caos». E, passando al contesto dell’area contrattuale di sua competenza: «La nostra è abbastanza cao#ca – ha spiegato il Coordinatore – Con#amo circa 116mila dipenden# distribui#, in base ai da# del Ministero, in più di 1.200 aziende. La maggioranza ha meno di quindici dipenden# e quindi sarà fuori dalla rilevazione del Cnel, come stabilito dall’accordo. Le aziende sono raggruppate in tre associazioni datoriali, di cui due aderiscono a Confindustria e la terza a Confservizi, con la quale s#amo lavorando per includerla nell’accordo». Secondo Piras la situazione creata dall’accordo favorirà il rinnovo del contra$o colle%vo nazionale del se$ore, a$eso ormai da ben sei anni. «Nel tpl Cgil, Cisl e Uil rappresentano circa il 67% dei lavoratori, mentre le sigle minori circa l’11% - ha proseguito il Coordinatore – e in quest’ul#ma percentuale si contano decine di sindaca# aziendali o territoriali o lega# ai par## poli#ci, per cui la soglia del 5% introdo$a dall’accordo farà sicuramente chiarezza». L’accordo inoltre pone un argine alle deleghe: «Le aziende acce$ano solo quelle di chi ha aderito a questo documento e, oltre a ciò, grazie alla quota minima di iscrizione, si pone un argine alle doppie deleghe, che generano l’anomalia di aziende che hanno più iscri% al sindacato che di-
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propedeu#co a una nuova regolamentazione del diri$o di sciopero. A$ualmente bisogna essere abilissimi giocatori di scacchi per proclamare uno sciopero, perché i sindaca# numericamente irrilevan# possono bloccare le proteste di quelli confederali». Terzo intervento per la Fit, in ordine cronologico, è stato quello di Masucci: «Questo accordo è sia un punto di arrivo sia di partenza, perché si creeranno situazioni che andranno presidiate molto più rispe$o al passato», ha esordito il Coordinatore.
«Bisogna anche fare a$enzione al fa$o che è possibile derogare al ccnl se c’è l’accordo tra il sindacato e l’azienda – ha aggiunto il Coordinatore – per cui qualche sindacato autonomo potrebbe farlo in alcune realtà in cui Cgil, Cisl e Uil non sono rappresentate nelle rsu. Per evitare questo occorre modificare i regolamen# di federazione e so che il nostro Segretario generale già ci sta lavorando. Oltre a ciò l’accordo impedisce di tornare alle rsa una volta scelte le rsu, ma se queste ul#me non funzionano? Occorre pensare a una soluzione anche in questo caso».
Masucci ha poi voluto contestualizzare la situazione italiana: «I sindaca# nel mondo non sono messi bene. Quelli inglesi e americani hanno perso mol#ssimi iscri%, al contrario del sistema sindacale del Nord Europa, che funziona perché eroga servizi. E poi c’è il caso italiano, che è a parte e che
Infine è intervenuto anche Curcio, che ha incentrato la sua analisi sulla recen#ssima esperienza delle elezioni delle rsu nei Servizi ambientali su tu$o il territorio nazionale «che hanno coinvolto circa 72mila dipenden#, con un dato medio nazionale di affluenza dell’85% e del 100% in molte
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piccole e medie imprese, sopra$u$o private». E i risulta# sono sta# o%mi: «Il 90% delle lavoratrici e dei lavoratori hanno scelto di votare le liste delle qua$ro organizzazioni sindacali s#pulan# il ccnl», ha spiegato il Coordinatore. Oltre ai risulta# numerici, queste elezioni «ci hanno aiutato a me$erci in discussione e a stare più vicini ai lavoratori», ha de$o Curcio. «Devo ringraziare i territoriali, perché in alcune zone si è votato nonostante grosse difficoltà – ha precisato il Coordinatore – Ad esempio la grave alluvione non ha fermato le votazioni in Sardegna, così come l’Abruzzo, che è stato colpito da una nevicata eccezionale, ha portato al voto anche i dipenden# delle aziende più piccole». Ma sono anche emerse alcune difficoltà nell’applicazione dell’accordo: «Abbiamo avuto un’esperienza nega#va con una commissione provinciale dei garan# incaricata di raccogliere i da# – ha dichiarato il sindacalista – per cui penso sia più adeguato un organismo confederale condiviso sul territorio. Sul potere di inizia#va è previsto che la presentazione delle liste può avvenire anche da organizzazioni che riconoscono l’accordo interconfederale, ma non mi sembra sufficiente: occorre riconoscere anche regole condivise, come il ccnl. C’è poi il tenta#vo di alcune aziende di risparmiare sulle rsu riducendole di numero, ma in questo modo viene meno la fondamentale presenza sul territorio. Inoltre non è specificato con sufficiente chiarezza l’obbligo di dimissioni dell’rsu che lascia il sindacato che l’ha fa$o eleggere: questa norma ci occorre per evitare i furbi. Infine è necessario che la commissione ele$orale verifichi i requisi# dei candida#, perché accade che poi chi non li ha magari viene ele$o comunque e poi costre$o a dime$ersi in ogni caso». L’incontro sull’accordo è stato chiuso dall’intervento della Segretaria confederale Furlan, che ha tra$o le conclusioni: «È stato difficile portare questo accordo a casa ed è merito anche della determinazione di Bonanni se ci siamo riusci#», ha esordito Furlan. spor! dei Tra VOCE
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«L’accordo ha stabilito cos’è la democrazia sindacale – ha spiegato la Segretaria confederale – L’annoso diba%to su legge sì o legge no sulla rappresentanza non ha solo a che fare con il modello di sindacato che vogliamo, ma anche con la scelta tra democrazia formale e sostanziale. Nel primo caso la legge regola i sindaca#, impedendo loro di definirsi le regole a$raverso gli accordi e facendoli so$ostare al parlamento, e quindi ai par##. La Cisl da sempre è per la democrazia sostanziale e contro una legge del genere. A maggior ragione questa posizione è valida oggi, in una fase di profonda crisi della poli#ca: possiamo lasciare a questo parlamento il des#no delle relazioni industriali?». «Già nel documento del 2008, che poneva le basi di questo accordo, abbiamo prefigurato alcuni aspe% – ha ricostruito Furlan – In primis la cer#ficazione della rappresentanza, sia per fare chiarezza ai tavoli, sia per rispondere a chi ci equipara alla poli#ca in crisi. Sempre nel 2008 abbiamo evidenziato bene cos’è la contra$azione, cos’è il contra$o nazionale e quali contenu# deve avere e cos’è la contra$azione di secondo livello e ques# ul#mi aspe% sono sta# conferma# anche negli accordi del 2009 e del 2010». «Per la Cisl non è importante urlare di avere ragione, anche se ce l’avevamo, ma fare buoni contra% – ha proseguito la sindacalista – Ma quando si ha ragione e si ha l’appoggio delle lavoratrici e dei lavoratori, la ragionevolezza arriva anche dalle altre par#, per cui finalmente siamo torna# agli accordi unitari. Per ciò diciamo che questo è l’ul#mo anello di una catena che ha rimesso al centro la contra$azione, valorizzando quella in azienda e sul territorio, e di conseguenza ha esaltato la rappresentanza di chi è protagonista e regolatore delle relazioni industriali, ovvero le associazioni datoriali e quelle sindacali». Furlan ha poi parlato delle par# datoriali: «Abbiamo fa$o fino ad adesso tre accordi confederali: quello con Confindustria, quello con Confservizi e quello con le Coopera#ve. Ovviamente abbiamo già aperto
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i tavoli con gli altri interlocutori. Ma abbiamo delle difficoltà nella rappresentanza delle contropar# che abbiamo davan# e la cosa ci deve preoccupare non poco: tante spaccature in tan# se$ori lavora#vi dentro le contropar#. Questo significa un proliferare di contra% ma anche di dumping contra$uale. Quindi per noi è fondamentale che trovino un loro asse$o e lo rafforzino. In queste condizioni noi lavoriamo peggio». «Questo accordo apre un capitolo importante per quanto riguarda la regolamentazione degli scioperi – ha aggiunto la Segretaria confederale – perché può aiutare a modificarla, per esempio introducendo la soglia minima del 5% per esercitare il diri$o allo sciopero. Sempre sugli scioperi un altro passo avan# che può essere preso a modello è quello delle sanzioni: quelle previste dall’accordo sono molto equilibrate perché valgono non solo per il sindacato ma anche per il datore di lavoro quando non rispe$ano le regole del ccnl». «Occorre spiegare l’accordo a tu% i nostri iscri% a$raverso apposi# incontri», ha concluso Furlan. L’importanza di questo documento, infa%, sta a suo avviso non solo nei contenu# che ha elencato, ma anche nel fa$o che «#ene conto del percorso seriamente riformatore che abbiamo fa$o dal 2008 ed è anche una risposta chiara a chi ci accomuna al declino dei par## poli#ci, a chi pensa che la legge debba regolare le relazioni industriali e chi ha parlato a vanvera sulla democrazia sindacale. Questo grande risultato è anche della Cisl tu$a e delle sue categorie e dobbiamo farlo conoscere e usarlo». Cogliendo l’occasione della seduta congiunta, si è riunito da solo il Consiglio generale della Fit ed ha approvato l’ingresso per cooptazione di Silvia Ferro, ricercatrice presso il Centro studi Fit di via degli Anamari a Roma.
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Testo Unico sulla Rappresentanza Pubblichiamo l’accordo integrale siglato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil a Roma il 10 gennaio 2014 Indice: PARTE PRIMA: misura e cer#ficazione della rappresentanza ai fini della contrattazione colle%va nazionale di categoria. PARTE SECONDA: regolamentazione delle rappresentanze in azienda. PARTE TERZA: #tolarità ed efficacia della contra$azione colle%va nazionale di categoria e aziendale. PARTE QUARTA: disposizioni rela#ve alle clausole e alle procedure di raffreddamento e alle clausole sulle conseguenze dell’ inadempimento. CLAUSOLE TRANSITORIE E FINALI
PARTE PRIMA: MISURA E CERTIFICAZIONE DELLA RAPPRESENTANZA AI FINI DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE DI CA TEGORIA Per la misura e la cer#ficazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali aderen# alle Confederazioni firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo d’intesa del 31 maggio 2013 e del presente Accordo, ai fini della contra$azione colle%va nazionale di categoria, si assumono i da# associa#vi (deleghe rela#ve ai contribu# sindacali conferite dai lavoratori) e i da# ele$orali o$enu# (vo# espressi) in occasione delle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie.
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Il datore di lavoro provvederà, alle condizioni e secondo le modalità contenute nel presente accordo, ad effe$uare la rilevazione del numero delle deleghe dei dipenden# iscri% alle organizzazioni sindacali di categoria aderen# alle Confederazioni firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo 31 maggio 2013 e del presente Accordo. La delega dovrà contenere l’indicazione della organizzazione sindacale di categoria e del conto corrente bancario al quale il datore di lavoro dovrà versare il contributo associa#vo. Il contributo associa#vo non potrà essere inferiore ad un valore percentuale di una retribuzione convenzionale cos#tuita dal minimo tabellare in vigore, nel mese di gennaio di ciascun anno, che ogni singolo ccnl individuerà. Il lavoratore che intenda revocare la delega, dovrà rilasciare apposita dichiarazione scri$a e la revoca, ai fini della rilevazione del numero delle deleghe, avrà effe$o al termine del mese nel quale è stata no#ficata al datore di lavoro. La raccolta delle nuove deleghe dovrà avvenire mediante l’u#lizzo di un modulo suddiviso in due par#, la prima delle quali, contenente l’indicazione del sindacato beneficiario del contributo, sarà trasmessa al datore di lavoro e la seconda, sempre a cura del lavoratore, sarà inviata al medesimo sindacato. Le imprese acce$eranno anche le deleghe a favore delle organizzazioni sindacali di categoria che aderiscano e si obblighino a
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rispe$are integralmente i contenu# del presente Accordo nonchè dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e del Protocollo 31 maggio 2013. Il numero delle deleghe viene rilevato dall’INPS tramite un’apposita sezione nelle dichiarazioni aziendali (Uniemens). Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, tramite apposita convenzione, definiranno con l’INPS l’introduzione nelle dichiarazioni mensili Uniemens di una apposita sezione per la rilevazione annuale del numero delle deleghe sindacali rela#ve a ciascun ambito di applicazione del CCNL. Per questo scopo, le organizzazioni sindacali firmatarie del presente accordo procederanno a catalogare i contra% colle%vi nazionali di categoria, a$ribuendo a ciascun contra$o uno specifico codice, che sarà comunicato anche al Cnel. Le organizzazioni sindacali firmatarie del presente accordo a$ribuiranno uno specifico codice iden#fica#vo a tu$e le organizzazioni sindacali di categoria interessate a partecipare alla rilevazione della propria rappresentanza per gli effe% della s#pula dei contra% colle%vi nazionali di lavoro e ne daranno tempes#va informa#va all’INPS, alla Confindustria e al Cnel. Ciascun datore di lavoro, a$raverso il modulo Uniemens, indicherà nell’apposita sezione, il codice del contra$o colle%vo nazionale di lavoro applicato e il numero delle deleghe ricevute per ogni singola organizzazione sindacale di categoria con rela#vo codice iden#fica#vo nonché la forma di rappresentanza presente nelle unità produ%ve con più di quindici dipenspor! dei Tra VOCE
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den#. Ulteriori da# potranno essere rileva# secondo le modalità definite nella convenzione con l’INPS. In forza della specifica convenzione, l’INPS elaborerà annualmente i da# raccol# e, per ciascun contra$o colle%vo nazionale di lavoro, aggregherà il dato rela#vo alle deleghe raccolte da ciascuna organizzazione sindacale di categoria rela#vamente al periodo gennaio – dicembre di ogni anno. Il numero degli iscri%, ai fini delle rilevazione della rappresentanza di ciascuna organizzazione sindacale di categoria su base nazionale, sarà determinato dividendo il numero complessivo delle rilevazioni mensili, effe$uate in virtù delle deleghe, per dodici. Per l’anno 2014 si rileveranno le deleghe rela#ve al secondo semestre. I da# raccol# dall’INPS saranno trasmessi - previa definizione di un protocollo d’intesa con i firmatari del Protocollo del 31 maggio 2013 e del presente Accordo - al CNEL che li pondererà con i consensi o$enu# nelle elezioni periodiche delle Rappresentanze Sindacali Unitarie da rinnovare ogni tre anni. I da# degli iscri% rileva# dall’Inps in relazione alle unità produ%ve che superino i quindici dipenden# e in cui siano presen# r.s.a. ovvero non sia presente alcuna forma di rappresentanza sindacale saranno trasmessi, entro il mese di febbraio dell’anno successivo a quello di rilevazione, al CNEL. Per consen#re la raccolta dei da# rela#vi ai consensi o$enu# dalle singole organizzazioni sindacali di categoria in occasione delle elezioni delle r.s.u. nei singoli luoghi di lavoro, copia del verbale di cui al punto 19 della sezione terza della Parte Seconda del presente accordo dovrà essere trasmesso a cura della Commissione ele$orale al Comitato Provinciale dei Garan# (o analogo organismo che dovesse essere cos#tuito per lo scopo).
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L’invio dei verbali è previsto sia per le rappresentanze sindacali unitarie che verranno ele$e successivamente all’entrata in vigore del presente accordo sia per quelle ele$e antecedentemente ancora validamente in carica. Il Comitato Provinciale dei Garan# (o analogo organismo che dovesse essere cos#tuito per lo scopo) raccoglierà tu% i da# rela#vi alle r.s.u. validamente in carica alla data del 31 luglio di ogni anno, desumendoli dai singoli verbali ele$orali pervenu# al Comitato medesimo, raggruppandoli per ciascuna organizzazione sindacale di categoria, e li trasme$e al CNEL entro il mese di gennaio dell’anno successivo a quello di rilevazione. Il CNEL provvederà a sommare ai vo# consegui# da ciascuna organizzazione sindacale di categoria, il numero degli iscri% risultan# nelle unità produ%ve con più di 15 dipenden# ove siano presen# r.s.a. ovvero non sia presente alcuna forma di rappresentanza sindacale. Entro il mese di aprile il CNEL provvederà alla ponderazione del dato ele$orale con il dato associa#vo – con riferimento ad ogni singolo c.c.n.l. - secondo quanto previsto ai pun# 4 e 5 del Protocollo d’Intesa 31 maggio 2013, ossia determinando la media semplice fra la percentuale degli iscri% (sulla totalità degli iscri%) e la percentuale dei vo# o$enu# nelle elezioni delle r.s.u. sul totale dei votan#, quindi, con un peso del 50% per ciascuno dei due da#. Effe$uata la ponderazione, il CNEL comunicherà alle par# s#pulan# il presente accordo il dato di rappresentanza di ciascuna organizzazione sindacale di categoria rela#vo ai singoli contra% colle%vi nazionali di lavoro. I da# sulla rappresentanza saranno determina# e comunica# dal CNEL entro il mese di maggio dell’anno successivo a quello della rilevazione e, per l’anno 2015, saranno u#li, oltre che per il raggiungimento della soglia del 5%:
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a) per la verifica della maggioranza del 50% + 1, per tu% i rinnovi contra$uali che saranno so$oscri% dopo la comunicazione effe$uata dal CNEL; b) ai fini della misurazione delle maggioranze rela#ve alle pia$aforme di rinnovo per i contra% che scadono dal novembre 2015. Successivamente e di regola, i da# comunica# dal CNEL saranno validamente u#lizzabili, oltre che per il raggiungimento della soglia del 5% anche per la determinazione della maggioranza del 50% + 1: a) ai fini della so$oscrizione dei ccnl, in base all’ul#mo dato disponibile; b) ai fini della presentazione delle pia$aforme, in base al dato disponibile sei mesi prima della scadenza del contra$o.
PARTE SECONDA: REGOLAMENTAZIONE DELLE RAPPRESENTANZE IN AZIENDA Sezione prima: regole generali sulle forme della rappresentanza in azienda Le par# contraen# il presente accordo concordano che in ogni singola unità produ%va con più di quindici dipenden# dovrà essere ado$ata una sola forma di rappresentanza. Nel caso di unità produ%ve con più di quindici dipenden# ove non siano mai state cos#tuite forme di rappresentanza sindacale, le organizzazioni sindacali firmatarie del presente accordo concordano che, qualora non si proceda alla cos#tuzione di rappresentanze sindacali unitarie ma si op# per il diverso modello della rappresentanza sindacale aziendale: a) dovrà essere garan#ta l’invarianza dei cos# aziendali rispe$o alla situazione che si sarebbe determinata con la cos#tuzione
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della rappresentanza sindacale unitaria; b) alla scadenza della rsa, l’eventuale passaggio alle r.s.u. potrà avvenire se deciso dalle organizzazioni sindacali che rappresen#no, a livello nazionale, la maggioranza del 50%+1 come determinata nella parte prima del presente accordo. In tu% i casi in cui trova applicazione l’art. 2112 Cod. Civ. e che determinino rilevan# mutamen# nella composizione delle unità produ%ve interessate, ferma restando la validità della r.s.u. in carica fino alla cos#tuzione della nuova r.s.u., si procederà a nuove elezioni entro tre mesi dal trasferimento.
Sezione seconda: modalità di cos!tuzione e di funzionamento delle Rappre sentanze Sindacali Unitarie Premessa Le seguen# regole in materia di rappresentanze sindacali unitarie, riprendono la disciplina contenuta nell’Accordo Interconfederale 20 dicembre 1993 con gli adeguamen# alle nuove intese interconfederali. Le seguen# regole trovano applicazione per le procedure di cos#tuzione delle nuove r.s.u. e per il rinnovo di quelle già esisten#.
1. Ambito ed inizia!va per la cos!tuzione Rappresentanze sindacali unitarie possono essere cos#tuite nelle unità produt#ve nelle quali il datore di lavoro occupi più di 15 dipenden#, ad inizia#va delle organizzazioni sindacali di categoria aderen# alle Confederazioni firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo 31 maggio 2013 e del presente accordo interconfederale. Ai fini del computo del numero dei dipenden# i lavoratori con contra$o di lavoro a part-#me saranno computa# in misura proporzionale all’orario di lavoro contrat-
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tuale mentre i lavoratori con contra$o a tempo determinato saranno computa# in base al numero medio mensile di quelli impiega# negli ul#mi due anni, sulla base dell’effe%va durata dei loro rappor# di lavoro. Hanno potere di inizia#va anche le organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del c.c.n.l. applicato nell'unità produ%va ovvero le associazioni sindacali abilitate alla presentazione delle liste ele$orali ai sensi del punto 4, sezione terza, a condizione che abbiano comunque effe$uato adesione formale al contenuto dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo 31 maggio 2013 e del presente Accordo. L'inizia#va di cui al primo comma può essere esercitata, congiuntamente o disgiuntamente, da parte delle associazioni sindacali come sopra individuate. La stessa inizia#va, per i successivi rinnovi, potrà essere assunta anche dalla r.s.u. ove validamente esistente.
2. Composizione Alla cos#tuzione della r.s.u. si procede mediante elezione a suffragio universale ed a scru#nio segreto tra liste concorren#. Nella definizione dei collegi ele$orali, al fine della distribuzione dei seggi, le associazioni sindacali terranno conto delle categorie degli operai, impiega# e quadri di cui all'art. 2095 c.c., nei casi di incidenza significa#va delle stesse nella base occupazionale dell'unità produ%va, per garan#re un'adeguata composizione della rappresentanza. Nella composizione delle liste si perseguirà un'adeguata rappresentanza di genere, a$raverso una coerente applicazione delle norme an#discriminatorie.
3. Numero dei componen! Il numero dei componen# le r.s.u. sarà pari almeno a:
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3 componen# per la r.s.u. cos#tuita nelle unità produ%ve che occupano fino a 200 dipenden#; 3 componen# ogni 300 o frazione di 300 dipenden# nelle unità produ%ve che occupano fino a 3000 dipenden#; 3 componen# ogni 500 o frazione di 500 dipenden# nelle unità produ%ve di maggiori dimensioni, in aggiunta al numero di cui alla precedente le$. b).
4. Diri#, permessi, libertà sindacali, tutele e modalità di esercizio I componen# delle r.s.u. subentrano ai dirigen# delle r.s.a. nella #tolarità di diri%, permessi, libertà sindacali e tutele già loro spe$an#; per effe$o delle disposizioni di cui al #tolo 3° della legge n. 300/1970. Sono fa$e salve le condizioni di miglior favore eventualmente già previste nei confron# delle associazioni sindacali dai c.c.n.l. o accordi colle%vi di diverso livello, in materia di numero dei dirigen# della r.s.a., diri%, permessi e libertà sindacali. Nelle stesse sedi negoziali si procederà, nel principio dell'invarianza dei cos#, all'armonizzazione nell'ambito dei singoli is#tu# contra$uali, anche in ordine alla quota eventualmente da trasferire ai componen# della r.s.u. In tale occasione, sempre nel rispe$o dei principi sopra concorda#, le par# definiranno in via prioritaria soluzioni in base alle quali le singole condizioni di miglior favore dovranno perme$ere alle organizzazioni sindacali con le quali si erano convenute, di mantenere una specifica agibilità sindacale. Sono fa% salvi in favore delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie il c.c.n.l. applicato nell'unità produ%va, i seguen# diri%: diri$o ad indire, singolarmente o congiuntamente, l'assemblea dei lavoratori durante l'orario di lavoro, per 3 delle 10 ore annue retribuite, spe$an# a ciascun lavo-
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ratore ex art. 20, l. n. 300/1970;
8. Clausola di salvaguardia
diri$o ai permessi non retribui# di cui all'art. 24, l. n. 300/1970;
Le organizzazioni sindacali di categoria aderen# alle Confederazioni firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo 31 maggio 2013 e del presente accordo o che, comunque, aderiscano alla disciplina in essi contenuta partecipando alla procedura di elezione della r.s.u., rinunciano formalmente ed espressamente a cos#tuire r.s.a. ai sensi dell'art. 19, della legge 20 maggio 1970, n. 300.
diri$o di affissione di cui all'art. 25 della legge n. 300/1970.
5. Clausola di armonizzazione Le r.s.u. subentrano alle r.s.a. ed ai loro dirigen# nella #tolarità dei poteri e nell'esercizio delle funzioni ad essi spe$an# per effe$o di disposizioni di legge.
6. Durata e sos!tuzione nell'incarico I componen# della r.s.u. restano in carica per tre anni, al termine dei quali decadono automa#camente. In caso di dimissioni, il componente sarà sos#tuito dal primo dei non ele% appartenente alla medesima lista. Le dimissioni e conseguen# sos#tuzioni dei componen# le r.s.u. non possono concernere un numero superiore al 50% degli stessi, pena la decadenza della r.s.u. con conseguente obbligo di procedere al suo rinnovo, secondo le modalità previste dal presente accordo. Il cambiamento di appartenenza sindacale da parte di un componente della r.s.u. ne determina la decadenza dalla carica e la sos#tuzione con il primo dei non ele% della lista di originaria appartenenza del sos#tuito.
7. Decisioni Le decisioni rela#ve a materie di competenza delle r.s.u. sono assunte dalle stesse, a maggioranza, in base a quanto previsto nella parte terza del presente accordo che recepisce i contenu# dell’accordo interconfederale 28 giugno 2011. Le r.s.u. cos#tuite nelle unità produ%ve di imprese plurilocalizzate potranno dare vita ad organi o a procedure di coordinamento fissandone espressamente poteri e competenze.
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In par#colare, le organizzazioni sindacali di categoria aderen# alle Confederazioni firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo 31 maggio 2013 e del presente Accordo, o che comunque ad essi aderiscano, si impegnano a non cos#tuire r.s.a. nelle realtà in cui siano state o vengano cos#tuite r.s.u.. Il passaggio dalle r.s.a. alle r.s.u. potrà avvenire solo se definito unitariamente dalle organizzazioni sindacali aderen# alle Confederazioni firmatarie del Protocollo 31 maggio 2013.
Sezione terza: disciplina della elezione della r. s. u. 1. Modalità per indire le elezioni Almeno tre mesi prima della scadenza del mandato della r.s.u., le associazioni sindacali di cui al punto 1, sezione seconda, del presente accordo, congiuntamente o disgiuntamente, o la r.s.u. uscente, provvederanno ad indire le elezioni mediante comunicazione da affiggere nell'apposito albo che l'azienda me$erà a disposizione della r.s.u. e da inviare alla Direzione aziendale. Il termine per la presentazione delle liste è di 15 giorni dalla data di pubblicazione dell'annuncio di cui sopra; l'ora di scadenza si intende fissata alla mezzano$e del quindicesimo giorno.
2. Quorum per la validità delle elezioni
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Le organizzazioni sindacali dei lavoratori s#pulan# il presente accordo favoriranno la più ampia partecipazione dei lavoratori alle operazioni ele$orali. Le elezioni sono valide ove alle stesse abbia preso parte più della metà dei lavoratori aven# diri$o al voto. Nei casi in cui de$o quorum non sia stato raggiunto, la Commissione ele$orale e le organizzazioni sindacali operan# all’interno dell’azienda prenderanno ogni determinazione in ordine alla validità della consultazione in relazione alla situazione venutasi a determinare nell’unità produt#va.
3. Ele$orato a#vo e passivo Hanno diri$o di votare tu% gli apprendis#, gli operai, gli impiega# e i quadri non in prova in forza all'unità produ%va alla data delle elezioni. Hanno altresì diri$o al voto i lavoratori assun# con contra$o di lavoro a tempo determinato che pres#no la propria a%vità al momento del voto. Ferma restando l'eleggibilità degli operai, impiega# e quadri non in prova in forza all'unità produ%va, candida# nelle liste di cui al successivo punto 4, la contra$azione di categoria, che non abbia già regolato la materia in a$uazione dell’Accordo del 20 dicembre 1993, dovrà regolare l’esercizio del diri$o di ele$orato passivo dei lavoratori non a tempo indeterminato.
4. Presentazione delle liste All'elezione della r.s.u. possono concorrere liste ele$orali presentate dalle: a) organizzazioni sindacali di categoria aderen# a confederazioni firmatarie del presente accordo oppure dalle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del contra$o colle%vo nazionale di lavoro applicato nell'unità produ%va; b) associazioni sindacali formalmente cos#tuite con un proprio statuto ed a$o cos#tu#vo a condizione che:
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acce%no espressamente, formalmente ed integralmente i contenu# del presente accordo, dell’Accodo Interconfederale del 28 giugno 2011 e del Protocollo del 31 maggio 2013; la lista sia corredata da un numero di firme di lavoratori dipenden# dall'unità produ%va pari al 5% degli aven# diri$o al voto nelle aziende con oltre 60 dipenden#. Nelle aziende di dimensione compresa fra 16 e 59 dipenden# la lista dovrà essere corredata da almeno tre firme di lavoratori. Non possono essere candida# coloro che abbiano presentato la lista ed i membri della Commissione ele$orale. Ciascun candidato può presentarsi in una sola lista. Ove, nonostante il divieto di cui al precedente comma, un candidato risul# compreso in più di una lista, la Commissione ele$orale di cui al punto 5, dopo la scadenza del termine per la presentazione delle liste e prima di procedere alla affissione delle liste stesse ai sensi del punto 7, inviterà il lavoratore interessato a optare per una delle liste. Il numero dei candida# per ciascuna lista non può superare di oltre 2/3 il numero dei componen# la r.s.u. da eleggere nel collegio.
5. Commissione ele$orale Al fine di assicurare un ordinato e corre$o svolgimento della consultazione, nelle singole unità produ%ve viene cos#tuita una Commissione ele$orale. Per la composizione della stessa ogni organizzazione abilitata alla presentazione di liste potrà designare un lavoratore dipendente dall'unità produ%va, non candidato.
6. Compi! della Commissione La Commissione ele$orale ha il compito di:
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ricevere la presentazione delle liste, rimettendo immediatamente dopo la sua completa integrazione ogni contestazione rela#va alla rispondenza delle liste stesse ai requisi# previs# dal presente accordo; verificare la valida presentazione delle liste; cos#tuire i seggi ele$orali, presiedendo alle operazioni di voto che dovranno svolgersi senza pregiudizio del normale svolgimento dell'a%vità aziendale; assicurare la corre$ezza delle operazioni di scru#nio dei vo#; esaminare e decidere su eventuali ricorsi propos# nei termini di cui al presente accordo; proclamare i risulta# delle elezioni, comunicando gli stessi a tu% i sogge% interessa#, ivi comprese le associazioni sindacali presentatrici di liste.
7. Affissioni Le liste dei candida# dovranno essere portate a conoscenza dei lavoratori, a cura della Commissione ele$orale, mediante affissione nell'albo di cui al punto 1, almeno o$o giorni prima della data fissata per le elezioni.
8. Scrutatori È in facoltà dei presentatori di ciascuna lista di designare uno scrutatore per ciascun seggio ele$orale, scelto fra i lavoratori ele$ori non candida#. La designazione degli scrutatori deve essere effe$uata non oltre le 24 ore che precedono l'inizio delle votazioni.
9. Segretezza del voto Nelle elezioni il voto è segreto e dire$o e non può essere espresso per interposta persona.
10. Schede ele$orali La votazione ha luogo a mezzo di scheda
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unica, comprendente tu$e le liste disposte in ordine di presentazione e con la stessa evidenza. In caso di contemporaneità della presentazione l'ordine di precedenza sarà estra$o a sorte. Le schede devono essere firmate da almeno due componen# del seggio; la loro preparazione e la votazione devono avvenire in modo da garan#re la segretezza e la regolarità del voto. La scheda deve essere consegnata a ciascun ele$ore all'a$o della votazione dal Presidente del seggio. Il voto di lista sarà espresso mediante croce$a tracciata sulla intestazione della lista. Il voto è nullo se la scheda non è quella predisposta o se presenta tracce di scrittura o analoghi segni di individuazione.
11. Preferenze L'ele$ore può manifestare la preferenza solo per un candidato della lista da lui votata. Il voto preferenziale sarà espresso dall'ele$ore mediante una croce$a apposta a fianco del nome del candidato preferito, ovvero scrivendo il nome del candidato preferito nell'apposito spazio della scheda. L'indicazione di più preferenze date alla stessa lista vale unicamente come votazione della lista, anche se non sia stato espresso il voto della lista. Il voto apposto a più di una lista, o l'indicazione di più preferenze date a liste differen#, rende nulla la scheda. Nel caso di voto apposto ad una lista e di preferenze date a candida# di liste differen#, si considera valido solamente il voto di lista e nulli i vo# di preferenza.
12. Modalità della votazione Il luogo e il calendario di votazione saranno stabili# dalla Commissione ele$orale, previo accordo con la Direzione
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aziendale, in modo tale da perme$ere a tu% gli aven# diri$o l'esercizio del voto, nel rispe$o delle esigenze della produzione. Qualora l'ubicazione degli impian# e il numero dei votan# lo dovessero richiedere, potranno essere stabili# più luoghi di votazione, evitando peraltro eccessivi frazionamen# anche per conservare, so$o ogni aspe$o, la segretezza del voto. Nelle aziende con più unità produ%ve le votazioni avranno luogo di norma contestualmente. Luogo e calendario di votazione dovranno essere porta# a conoscenza di tu% i lavoratori, mediante comunicazione nell'albo esistente presso le aziende, almeno 8 giorni prima del giorno fissato per le votazioni.
13. Composizione del seggio ele$orale Il seggio è composto dagli scrutatori di cui al punto 8, parte terza, del presente Accordo e da un Presidente, nominato dalla Commissione ele$orale.
14. A$rezzatura del seggio ele$orale A cura della Commissione ele$orale ogni seggio sarà munito di un'urna ele$orale, idonea ad una regolare votazione, chiusa e sigillata sino alla apertura ufficiale della stessa per l'inizio dello scru#nio. Il seggio deve inoltre poter disporre di un elenco completo degli ele$ori aven# diri$o al voto presso di esso.
15. Riconoscimento degli ele$ori Gli ele$ori, per essere ammessi al voto, dovranno esibire al Presidente del seggio un documento di riconoscimento personale. In mancanza di documento personale essi dovranno essere riconosciu# da almeno due degli scrutatori del seggio; di tale circostanza deve essere dato a$o nel verbale concernente le operazioni ele$orali.
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16. Compi! del Presidente Il Presidente farà apporre all'ele$ore, nell'elenco di cui al precedente punto 14, la firma accanto al suo nomina#vo.
17. Operazioni di scru!nio Le operazioni di scru#nio avranno inizio subito dopo la chiusura delle operazioni ele$orali di tu% i seggi dell'unità produt#va. Al termine dello scru#nio, a cura del Presidente del seggio, il verbale dello scru#nio, su cui dovrà essere dato a$o anche delle eventuali contestazioni, verrà consegnato – unitamente al materiale della votazione (schede, elenchi, ecc.) - alla Commissione ele$orale che, in caso di più seggi, procederà alle operazioni riepiloga#ve di calcolo dandone a$o nel proprio verbale. La Commissione ele$orale al termine delle operazioni di cui al comma precedente provvederà a sigillare in un unico piego tu$o il materiale (esclusi i verbali) trasmesso dai seggi; il piego sigillato, dopo la defini#va convalida della r.s.u. sarà conservato secondo accordi tra la Commissione ele$orale e la Direzione aziendale in modo da garan#rne la integrità e ciò almeno per tre mesi. Successivamente sarà distru$o alla presenza di un delegato della Commissione ele$orale e di un delegato della Direzione.
18 . A$ribuzione dei seggi Ai fini dell'elezione dei componen# della r.s.u., il numero dei seggi sarà ripar#to, secondo il criterio proporzionale, con applicazione del metodo dei res# più al#, in relazione ai vo# consegui# dalle singole liste concorren#. Nell'ambito delle liste che avranno conseguito un numero di vo# sufficiente all'attribuzione di seggi, i componen# saranno individua# seguendo l'ordine dei vo# di preferenza o$enu# dai singoli candida# e, in caso di parità di vo# di preferenza, in relazione all'ordine nella lista.
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19. Ricorsi alla Commissione ele$orale La Commissione ele$orale, sulla base dei risulta# di scru#nio, procede alla assegnazione dei seggi e alla redazione di un verbale sulle operazioni ele$orali, che deve essere so$oscri$o da tu% i componen# della Commissione stessa. Trascorsi 5 giorni dalla affissione dei risulta# degli scru#ni senza che siano sta# presenta# ricorsi da parte dei sogge% interessa#, si intende confermata l'assegnazione dei seggi di cui al primo comma e la Commissione ne dà a$o nel verbale di cui sopra, che sarà trasmesso al comitato provinciale dei Garan# (o analogo organismo cos#tuito per lo scopo di rilevare i risulta# ele$orali). Ove invece siano sta# presenta# ricorsi nei termini sudde%, la Commissione deve provvedere al loro esame entro 48 ore, inserendo nel verbale sudde$o la conclusione alla quale è pervenuta. Copia di tale verbale e dei verbali di seggio dovrà essere no#ficata a ciascun rappresentante delle associazioni sindacali che abbiano presentato liste ele$orali, entro 48 ore dal compimento delle operazioni di cui al comma precedente e no#ficata, a mezzo raccomandata con ricevuta ovvero a mezzo posta ele$ronica cer#ficata, nel termine stesso, sempre a cura della Commissione ele$orale, al Comitato provinciale dei garan# (o analogo organismo che dovesse essere cos#tuito per lo scopo) e alla Associazione industriale territoriale, che, a sua volta, ne darà pronta comunicazione all'azienda.
20. Comitato provinciale dei garan! (o analogo organismo che dovesse essere cos!tuito per lo scopo) Contro le decisioni della Commissione ele$orale è ammesso ricorso entro 10 gg. ad apposito Comitato provinciale dei garan# (o analogo organismo che dovesse essere cos#tuito per lo scopo). Tale Comitato è composto, a livello provinciale, da un membro designato da ciascuna delle
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organizzazioni sindacali, presentatrici di liste, interessate al ricorso, da un rappresentante dell'associazione industriale locale di appartenenza, ed è presieduto dal Dire$ore della DTL o da un suo delegato. Il Comitato si pronuncerà entro il termine perentorio di 10 giorni.
21. Comunicazione della nomina dei componen! della r.s.u. La nomina dei componen# della r.s.u., una volta defini# gli eventuali ricorsi, sarà comunicata per iscri$o alla Direzione aziendale per il tramite della locale organizzazione imprenditoriale d'appartenenza a cura delle organizzazioni sindacali di rispe%va appartenenza dei componen#.
22. Adempimen! della Direzione aziendale La Direzione aziendale me$erà a disposizione della Commissione ele$orale l'elenco dei dipenden# aven# diri$o al voto nella singola unità produ%va e quanto necessario a consen#re il corre$o svolgimento delle operazioni ele$orali.
PARTE TERZA: TITOLARITA’ ED EFFICACIA DELLA CONTRATTAZIONE COL LETTIVA NAZIONALE DI CATE GORIA E AZIENDALE Il contra$o colle%vo nazionale di lavoro ha la funzione di garan#re la certezza dei tra$amen# economici e norma#vi comuni per tu% i lavoratori del se$ore ovunque impiega# nel territorio nazionale. Sono ammesse alla contra$azione collet#va nazionale le Federazioni delle Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente accordo e dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e del Protocollo del 31 maggio 2013, che abbiano, nell’ambito di applicazione del contra$o colle%vo nazionale di lavoro, una rappresenta#vità non
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inferiore al 5%, considerando a tale fine la media fra il dato associa#vo (percentuale delle iscrizioni cer#ficate) e il dato ele$orale (percentuale vo# o$enu# su vo# espressi) come risultante dalla ponderazione effe$uata dal Cnel. Nel rispe$o della libertà e autonomia di ogni Organizzazione Sindacale, le Federazioni di categoria - per ogni singolo CCNL decideranno le modalità di definizione della pia$aforma e della delegazione trattante e le rela#ve a$ribuzioni con proprio regolamento. In tale ambito, e in coerenza con le regole definite nella presente intesa, le Organizzazioni Sindacali favoriranno, in ogni categoria, la presentazione di pia$aforme unitarie. Ai fini del riconoscimento dei diri% sindacali previs# dalla legge, ai sensi dell’art. 19 e ss della legge 20 maggio 1970, n. 300, si intendono partecipan# alla negoziazione le organizzazioni che abbiano raggiunto il 5% di rappresentanza, secondo i criteri concorda# nel presente accordo, e che abbiano partecipato alla negoziazione in quanto hanno contribuito alla definizione della pia$aforma e hanno fa$o parte della delegazione tra$ante l’ul#mo rinnovo del c.c.n.l. definito secondo le regole del presente accordo. Fermo restando quanto previsto al secondo paragrafo, in assenza di pia$aforma unitaria, la parte datoriale favorirà, in ogni categoria, che la negoziazione si avvii sulla base della pia$aforma presentata da organizzazioni sindacali che abbiano complessivamente un livello di rappresenta#vità nel se$ore pari almeno al 50% +1. I contra% colle%vi nazionali di lavoro sottoscri% formalmente dalle Organizzazioni Sindacali che rappresen#no almeno il 50% +1 della rappresentanza, come sopra determinata, previa consultazione cer#ficata delle lavoratrici e dei lavoratori, a maggioranza semplice - le cui modalità saranno stabilite dalle categorie per ogni singolo
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contra$o – saranno efficaci ed esigibili. La so$oscrizione formale dell’accordo, come sopra descri$a, cos#tuirà l’a$o vincolante per entrambe le Par#. Il rispe$o delle procedure sopra definite comporta che gli accordi in tal modo conclusi sono efficaci ed esigibili per l’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici nonchè pienamente esigibili per tu$e le organizzazioni aderen# alle par# firmatarie della presente intesa. Conseguentemente le par# firmatarie e le rispe%ve Federazioni si impegnano a dare piena applicazione e a non promuovere inizia#ve di contrasto agli accordi così defini#. La contra$azione colle%va aziendale si esercita per le materie delegate e con le modalità previste dal contra$o colle%vo nazionale di lavoro di categoria o dalla legge. I contra% colle%vi aziendali per le par# economiche e norma#ve sono efficaci ed esigibili per tu$o il personale in forza e vincolano tu$e le associazioni sindacali, espressione delle Confederazioni sindacali firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo d’intesa del 31 maggio 2013 e del presente Accordo, o che comunque tali accordi abbiano formalmente acce$ato, operan# all’interno dell’azienda, se approva# dalla maggioranza dei componen# delle rappresentanze sindacali unitarie ele$e secondo le regole interconfederali convenute con il presente Accordo. In caso di presenza delle rappresentanze sindacali aziendali cos#tuite ex art. 19 della legge n. 300/70, i sudde% contra% colle%vi aziendali esplicano pari efficacia se approva# dalle rappresentanze sindacali aziendali cos#tuite nell’ambito delle associazioni sindacali che, singolarmente o insieme ad altre, risul#no des#natarie della maggioranza delle deleghe rela#ve ai contribu# sindacali conferite dai lavoratori dell’azienda nell’anno precedente a quello in cui avviene la s#pulazione, rile-
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va# e comunica# ai sensi della presente intesa. Ai fini di garan#re analoga funzionalità alle forme di rappresentanza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, come previsto per le rappresentanze sindacali unitarie anche le rappresentanze sindacali aziendali di cui all’ar#colo 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, quando presen#, durano in carica tre anni. Inoltre, i contra% colle%vi aziendali approva# dalle rappresentanze sindacali aziendali con le modalità sopra indicate devono essere so$opos# al voto dei lavoratori promosso dalle rappresentanze sindacali aziendali a seguito di una richiesta avanzata, entro 10 giorni dalla conclusione del contra$o, da almeno una organizzazione sindacale espressione di una delle Confederazioni sindacali firmatarie del presente accordo o almeno dal 30% dei lavoratori dell’impresa. Per la validità della consultazione è necessaria la partecipazione del 50% più uno degli aven# diri$o al voto. L’intesa è respinta con il voto espresso dalla maggioranza semplice dei votan#. I contra% colle%vi aziendali possono a%vare strumen# di ar#colazione contrattuale mira# ad assicurare la capacità di aderire alle esigenze degli specifici contes# produ%vi. I contra% colle%vi aziendali possono pertanto definire, anche in via sperimentale e temporanea, specifiche intese modifica#ve delle regolamentazioni contenute nei contra% colle%vi nazionali di lavoro nei limi# e con le procedure previste dagli stessi contra% colle%vi nazionali di lavoro. Ove non previste ed in a$esa che i rinnovi definiscano la materia nel contra$o colle%vo nazionale di lavoro applicato nell’azienda, i contra% colle%vi aziendali conclusi con le rappresentanze sindacali operan# in azienda d’intesa con le rela#ve organizzazioni sindacali territoriali di categoria espressione delle Confederazioni sindacali firmatarie del presente accordo interconfederale o che comunque tali accordi abbiano formalmente accettato, al fine di ges#re situazioni di crisi o in presenza di inves#men# significa#vi per favorire lo sviluppo economico ed occupazionale dell’impresa, possono definire in-
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tese modifica#ve con riferimento agli is#tu# del contra$o colle%vo nazionale che disciplinano la prestazione lavora#va, gli orari e l’organizzazione del lavoro. Le intese modifica#ve così definite esplicano l’efficacia generale come disciplinata nel presente accordo.
PARTE QUARTA: DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE CLAUSOLE E ALLE PROCEDURE DI RAFFREDDAMENTO E ALLE CLAUSOLE SULLE CONSE GUENZE DELL’INADEMPI MENTO Le par# firmatarie dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, del Protocollo d’intesa del 31 maggio 2013 ovvero del presente Accordo convengono sulla necessità di definire disposizioni volte a prevenire e a sanzionare eventuali azioni di contrasto di ogni natura, finalizzate a comprome$ere il regolare svolgimento dei processi negoziali come disciplina# dagli accordi interconfederali vigen# nonché l’esigibilità e l’efficacia dei contra% colle%vi s#pula# nel rispe$o dei principi e delle procedure contenute nelle intese citate. Pertanto i contra% colle%vi nazionali di categoria, so$oscri% alle condizioni di cui al Protocollo d’intesa 31 maggio 2013 e del presente accordo, dovranno definire clausole e/o procedure di raffreddamento finalizzate a garan#re, per tu$e le par#, l’esigibilità degli impegni assun# con il contra$o colle%vo nazionale di categoria e a prevenire il confli$o. I medesimi contra% colle%vi nazionali di lavoro dovranno, altresì, determinare le conseguenze sanzionatorie per gli eventuali comportamen# a%vi od omissivi che impediscano l'esigibilità dei contra% colle%vi nazionali di categoria s#pula# ai sensi della presente intesa. Le disposizioni definite dai contra% collet-
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#vi nazionali di lavoro, al solo scopo di salvaguardare il rispe$o delle regole concordate nell'accordo del 28 giugno 2011, del Protocollo del 31 maggio 2013 e nel presente accordo, dovranno riguardare i comportamen# di tu$e le par# contraen# e prevedere sanzioni, anche con effe% pecuniari, ovvero che compor#no la temporanea sospensione di diri% sindacali di fonte contra$uale e di ogni altra agibilità derivante dalla presente intesa. I contra% colle%vi aziendali, approva# alla condizioni previste e disciplinate nella parte terza del presente accordo, che definiscono clausole di tregua sindacale e sanzionatorie, finalizzate a garan#re l’esigibilità degli impegni assun# con la contra$azione colle%va, hanno effe$o vincolante, oltre che per il datore di lavoro, per tu$e le rappresentanze sindacali dei lavoratori nonché per le associazioni sindacali espressioni delle confederazioni sindacali firmatarie del presente accordo, o per le organizzazioni che ad esso abbiano formalmente aderito, e non per i singoli lavoratori.
CLAUSOLE TRANSITORIE E FI NALI Le par# firmatarie della presente intesa si impegnano a far rispe$are le regole qui concordate e si impegnano, altresì, affinché le rispe%ve organizzazioni di categoria ad esse aderen# e le rispe%ve ar#colazioni a livello territoriale e aziendale si attengano a quanto pa$uito nel presente accordo. In via transitoria, ed in a$esa che i rinnovi dei contra% nazionali definiscano la materia disciplinata dalla parte quarta del presente accordo, le par# contraen# concordano che eventuali comportamen# non conformi agli accordi siano ogge$o di una procedura arbitrale da svolgersi a livello confederale. A tal fine, le organizzazioni di categoria appartenen# ad una delle Confederazioni firmatarie del presente accordo, ovvero che
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comunque tale accordo abbiano formalmente acce$ato, sono obbligate a richiedere alle rispe%ve Confederazioni la cos#tuzione di un collegio di conciliazione e arbitrato composto, parite#camente, da un rappresentante delle organizzazioni sindacali confederali interessate e da altre$an# rappresentan# della Confindustria, nonché da un ulteriore membro, che riveste la carica di Presidente, individuato di comune accordo o, in mancanza di accordo, a sorteggio fra esper# della materia indica# in una apposita lista definita di comune accordo, entro 30 giorni, dalle par# s#pulan# il presente accordo.
Nella decisone del collegio, che dovrà intervenire entro dieci giorni dalla sua composizione, dovranno essere previste le misure da applicarsi nei confron# delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro in caso di inadempimento degli obblighi assun# con il presente accordo e, in par#colare, dell’obbligo di farne rispettare i contenu# alle rispe%ve ar#colazioni, a tu% i livelli. Viene poi is#tuita, a cura delle par# firmatarie del presente accordo, una Commissione Interconfederale permanente con lo scopo di favorirne e monitorarne l'a$uazione, nonché di garan#rne l’esigibilità.
consulenza di esper#. Ai componen# non spe$a alcuna indennità. La Commissione è nominata per un triennio e i suoi membri possono essere conferma# una sola volta. Fa$e salve le clausole che disciplinano l’esigibilità per i singoli contra% colle%vi nazionali di categoria, la Commissione Interconfederale stabilisce, con proprio regolamento, da definire entro tre mesi dalla s#pula del presente accordo, le modalità del proprio funzionamento ed i poteri di intervento per garan#re l’esigibilità dei contenu# del presente accordo, definendo ogni controversia anche a$raverso lo svolgimento di un giudizio arbitrale. La Commissione Interconfederale provvede all'autonoma ges#one delle spese rela#ve al proprio funzionamento, nei limi# degli stanziamen# previs# da un apposito fondo is#tuito a tale scopo dalle par# s#pulan# il presente accordo. Il presente accordo potrà cos#tuire ogge$o di disde$a e recesso ad opera delle par# firmatarie, previo preavviso pari a 4 mesi.
La Commissione sarà composta, parite#camente, da sei membri, designa# da Confindustria e dalle tre organizzazioni sindacali più rappresenta#ve al momento della composizione della Commissione, tra esper# in materia di diri$o del lavoro e di relazioni industriali. Un se%mo componente della Commissione Interconfederale, che assumerà funzioni di Presidente, sarà individuato fra esper# della materia indica# in una apposita lista definita di comune accordo. La Commissione potrà avvalersi della Roma, 10 gennaio 2014
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Francesca Di Felice
Se tutti gli uomini del mondo... L’Esecutivo nazionale Fit ha partecipato ad un seminario contro la violenza sulle donne. Il resoconto della Coordinatrice delle donne Fit Francesca Di Felice Il 23 gennaio scorso si è svolto a Roma, presso l’auditorium Antonianum, l’incontro seminariale “Se tu% gli uomini del mondo… più for# insieme contro la violenza sulle donne”. L’inizia#va, promossa dal Coordinamento nazionale donne e a cui hanno preso parte oltre al Coordinamento stesso i componen# del Comitato esecu#vo Fit, ha visto la partecipazione di autorevoli ospi#. Paola Ma$eucci e Antonella Faieta, le professioniste dell’Associazione nazionale volontarie del Telefono rosa, hanno guidato i presen# su un percorso di approfondimento del tema. Ha aperto i lavori Francesca Di Felice, Responsabile nazionale delle donne della Fit, che ha tracciato il lavoro fin qui svolto e quello in programma per contrastare un fenomeno che sta divenendo sempre più dilagante anche sui pos# di lavoro dei traspor#. Preziosi sono sta# i contribu# di Liliana Ocmin, Segretario Cisl nazionale e di Gabriella Carneri Moscatelli, Presidente dell’Associazione nazionale volontarie del Telefono rosa. Il tema della violenza sulle donne è ormai da tempo nell’agenda degli impegni del Coordinamento nazionale donne della Fit. Impegno, sostenuto dalla Segreteria nazionale, che si è concre#zzato, dall’8 marzo 2013, con la collaborazione avviata con il Telefono rosa da cui nascono la realizzazione di due momen# seminariali des#na# alle componen# del spor! dei Tra VOCE
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Coordinamento nazionale donne, l’elaborazione di un ques#onario a$raverso il quale verrà realizzata un’indagine conosci#va sulle dimensioni e sulla percezione del fenomeno nei traspor# e la campagna di mobilitazione nazionale, organizzata in occasione del 25 novembre, a$raverso la dif-
Parlare di violenza di genere, in relazione alla diffusa violenza su donne e minori, significa me$ere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condo$o gli uomini a prevaricare e discriminare le donne. Violenza quindi come uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini e che contrasta il progresso della condizione femminile e dell’intero Paese.
fusione nei luoghi di lavoro di un volan#no per sollevare l'a$enzione sul tema e per essere vicini alle lavoratrici. I dirigen# della Fit si erano lascia# a Salerno con l’impegno di approfondire il tema con un confronto più ampio che coinvolgesse tu$o il quadro dirigente, uomini e donne della Fit, e che elevasse il livello del diba%to. Il seminario del 23 gennaio scorso ha avuto proprio lo scopo di analizzare le dimensioni di un fenomeno, sia dal punto di vista psicologico che legale, divenuto parte integrante della società e cara$erizzato da radici culturali profonde e che vede i traspor#, secondo gli ul#mi da# Istat, come uno dei luoghi in cui si manifesta maggiormente.
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Quindi si tra$a di un fenomeno stre$amente connesso con il rapporto tra i generi e le pari opportunità. Ma di cosa parliamo? La "Dichiarazione Onu sull'eliminazione della violenza contro le donne" del 1993 all'art.1 descrive la violenza contro le donne come: «Qualsiasi a$o di violenza per mo#vi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.».
I !pi di violenza sulle donne Le ricerche compiute negli ul#mi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica nei Paesi industrializza# come in quelli in via di sviluppo. Le vit-
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#me e i loro aggressori appartengono a tu$e le classi sociali o culturali e a tu% i ce# economici. E il rischio maggiore sono i familiari, mari# e padri, segui# dagli amici: vicini di casa, conoscen# stre% e colleghi di lavoro o di studio. La violenza sulle donne può assumere diverse forme: fisica, psicologica, sessuale, economica, stalking, mobbing, moles#e sessuali e rica% sessuali in luoghi pubblici e sul posto di lavoro sia da parte di colleghi che di uten#.
I numeri della violenza sulle donne 6 milioni 743 mila sono le donne vi%me di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. 1 donna su 3 nell'arco della vita subisce violenza. Circa il 28% delle violenze determinata da non partner si verifica sui mezzi pubblici, in stazioni o aeropor#. Sono 1 milione 308mila le donne che hanno subito moles#e/violenze/rica% sessuali sul lavoro negli ul#mi tre anni: moles#e sul lavoro 135mila; violenze sul lavoro 12mila; rica% sessuali sul lavoro 232mila. L’Autore nel 30,8% dei casi è il datore di lavoro o superiore, mentre è il collega di lavoro per il 43,7%. Le moles#e sul lavoro sono trasversali a tu$e le donne ma di più tra le donne tra i 35 e i 44 anni, provenien# dal Centro-Nord e nei grandi centri abita#, nell’ambito di Traspor# e comunicazioni e Pubblica amministrazione. Per quanto riguarda i rica% lavora#vi di #po sessuale, 903mila donne sono state rica$ate sul lavoro nel corso della vita: 208mila i rica% sessuali per mantenere il posto o per la carriera; 220mila i rica% sessuali dichiara# all’assunzione; 582mila le richieste di disponibilità sessuale all’assunzione. Il 99,3% non ha denunciato alle forze dell’ordine l’episodio.
Le radici culturali del fenomeno Le basi culturali del fenomeno e dell’arretratezza della condizione femminile nel
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nostro Paese hanno cara$erizzato la storia formando cicatrici indelebili. "Compete al marito, secondo la convenienza della natura, essere capo e signore; compete alla moglie, e sta bene, essere quasi un’accessione, un compimento del marito, tu$a consacrata a lui e dal suo nome dominata“ (Rosmini). "La donna, insomma, è in un certo modo verso l’uomo ciò che è il vegetale verso l’animale, o la pianta parassita verso quella che si regge e si sostentata da sé” (Giober#). Questo il pensiero di due illustri personaggi della storia italiana per non parlare dell’aspe$o giuridico. Secondo il Codice di famiglia del 1865 le donne non avevano il diri$o di esercitare la tutela sui figli legit#mi, di essere ammesse ai pubblici uffici se sposate e non potevano ges#re i soldi guadagna# con il proprio lavoro. Veniva loro chiesta l’"autorizzazione maritale" per donare, alienare beni immobili, so$oporli a ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, né potevano transigere o stare in giudizio rela#vamente a tali a%. Tale autorizzazione era necessaria anche per o$enere la separazione legale. L’art. 486 del codice Rocco prevedeva una pena deten#va da tre mesi a due anni per la donna adultera, mentre puniva il marito solo in caso di concubinato: “….non è ammessa l’azione di separazione per l’adulterio del marito, se non quando egli mantenga la concubina in casa o notoriamente in altro luogo…”. Mentre l’art. 544 prevedeva, in caso di stupro, il matrimonio riparatore. L’autore delle stupro sposando la vi%ma non incorreva in alcuna pena. La vi%ma quindi, oltre ad aver subito l’oltraggio, avrebbe dovuto condividere la vita con il carnefice.
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L’art. 587, il “deli$o d’onore”, prevedeva la riduzione di un terzo della pena per chiunque uccidesse la moglie, la figlia o la sorella per difendere l’onore suo o della famiglia. Sono violenze sulle donne che generano vi%me di ogni età, indipendentemente dalla provenienza e dal ceto sociale, subite nel silenzio e purtroppo, sempre più spesso, accomunate da tragici epiloghi, nella maggior parte dei casi strumentalizza# dai media solo per fare no#zia senza analizzarne le radici. E il riferimento non è solo alla violenza domes#ca, ma anche a quella che si consuma sui pos# di lavoro, su cui come sindacato siamo chiama# ad agire in termini di prevenzione e contrasto. Le violenze sul lavoro, anche queste silenziose e subdole, come le moles#e e il rica$o lavora#vo, si accentuano nei momen# di crisi, per l’accesso al lavoro, per gli avanzamen# di carriera e per la conservazione del posto di lavoro. Senza dimen#care le forme di violenza esterna, quella che vede come potenziale autore l’utenza e che, per le lavoratrici dei traspor#, rappresenta un rischio quo#diano incrociandosi con l’universo della sicurezza sul lavoro. Siamo in presenza di forme di violenza anche quando non si riesce sul posto di lavoro a far rispe$are le norme minime di legge e/o contra$uali a tutela del lavoro femminile: quando le lavoratrici non percepiscono la stessa retribuzione a parità di lavoro e mansione dei colleghi; quando la
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maternità non è considerata u#le ai fini della maturazione del premio di risultato o per gli avanzamen# di carriera, oppure quanto la scelta di un part #me ostacola i percorsi professionali o forma#vi. La violenza di genere solo da pochi anni è diventata tema di diba%to pubblico; mancano poli#che in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, proge% di sensibilizzazione e di formazione. Dal 1996, anno in cui fu approvata la prima legge organica sulla violenza alle donne, i passi avan# sono sta# fa% con la ra#fica della Convenzione di Istanbul, che impegna i Paesi aderen# a introdurre adeguate misure an#violenza, e con la recente norma sul femminicidio che prevede maggiori sanzioni e maggiori garanzie per le vi%me. Come l’allontanamento del partner violento, il gratuito patrocinio, l'irremissibilità della denuncia. Manca ad oggi, però, una norma che contras# la violenza sui pos# di lavoro, ad eccezione della norma#va an#discriminatoria volta a prevenire e rimuovere gli effe% delle discriminazioni e delle moles#e, così come è difficile reperire i da# di questo aspe$o del fenomeno. È dalla realizzazione delle pari opportunità sul lavoro che dobbiamo prendere le mosse per contrastare il fenomeno con l’arma che abbiamo a nostra disposizione: la contra$azione nazionale e, in modo
par#colare, quella di secondo livello. Pari opportunità sul lavoro e condivisione delle responsabilità familiari. È quanto scaturisce dalla proposta d’intesa unitaria rela#va alla violenza sulle donne nei luoghi di lavoro del 27 novembre 2012, dalla piattaforma Cisl sulla prevenzione della violenza sulle donne e i minori e dal recente TU sulla rappresentanza in cui, per quanto riguarda le modalità di cos#tuzione e di funzionamento delle rsu, si sancisce per la composizione delle liste il perseguimento di un’adeguata rappresentanza di gen e r e a$raverso l’applicazione delle norme an#discriminatorie. Come Fit l’impegno sul tema proseguirà con l’indagine conosci#va che si realizzerà a$raverso il ques#onario des#nato a uomini e donne. In base ai risulta# dell’indagine si procederà ad aggiornare le “Linee guida Fit per prevenire la violenza nei traspor#”, che individuano proposte e azioni possibili, per
contrastare il fenomeno, e nella trasformazione delle stesse in pia$aforma da condividere con le associazioni datoriali in un protocollo che suppor# la contra$azione di secondo livello su ques# temi. E per fare questo è necessario l’impegno di ciascun componente della Federazione ad ogni livello. L’incontro seminariale rappresenta un ulteriore passo importante e decisivo per con#nuare un cammino che dovrà ar#co-
larsi nei pos# di lavoro con lo strumento più congeniale per il sindacato: la contrattazione, allo scopo di prevenire e contrastare il fenomeno sempre più subdolo e dilagante e per realizzare le pari opportunità. E non si tra$a della sopraffazione di un genere su un altro, né di rivendicazioni o costruzione di strade privilegiate, ma di equilibrare i rappor# fra uomo e donna, per realizzare quella gius#zia ed equità sociale per il perseguimento della quale nessuno può esimersi, in par#colare chi rappresenta i lavoratori e le lavoratrici. Giovanni Luciano, Segretario generale della Fit, chiudendo i lavori ha riconfermato il supporto della Federazione al Telefono rosa e il sostegno al Coordinamento donne nazionale per il suo impegno volto a prevenire il fenomeno della violenza nei luoghi di lavoro dei traspor# a$raverso l’introduzione di strumen# di contrasto con la contra$azione aziendale.
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Gaetano Riccio
Ferrovie e riordino normativo, tutti i punti da chiarire Gaetano Riccio, Coordinatore nazionale Fit Mobilità ferroviaria, fa il punto su una delicata trattativa
Una problema#ca molto delicata, che impa$a fortemente sul lavoro quo#diano del personale mobile e che abbiamo già affrontato sulle pagine di questo giornale, è quella rela#va al riordino norma#vo e alle conseguen# disposizioni di esercizio emanate da Rfi e a quelle delle imprese ferroviarie, Trenitalia in par#colare.
treno le competenze connesse alla circolazione dei convogli che sono quelle di: “a. Dare l’ordine di partenza nel rispe$o delle condizioni richieste dal servizio da svolgere e dal consenso al movimento, con le modalità stabilite; b. Iden#ficare le prescrizioni di movimento ed ado$are i provvedimen# richies#; c. Durante la marcia,
per quanto il servizio lo consenta, controllare l’osservanza delle prescrizioni ed ado$are i provviden# necessari a garan#re le sicurezza”. Ecco: qui va de$o, innanzitu$o, che il Decreto 4/2012 conferma l’equipaggio treno in quanto è prevista la presenza del capotreno su tu% i treni del trasporto passeg-
Su questo tema abbiamo svolto una serie di approfondimen# all’interno dei Gruppi tecnici nazionali di lavoro sia del personale di bordo che del personale di macchina. Le disposizioni di Rfi, a par#re dalla 12 poi integrata dalle 14 e 18 e, infine, ricomprese tu$e nella disposizione 1/2014, sono state emanate a seguito del Decreto n. 4 dell’agosto 2012 dell’Agenzia nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie. Di questo Decreto la parte che qui ci interessa so$olineare è quella rela#va alle a$ribuzioni del capotreno, in par#colare quella che fa riferimento all’allegato “B” denominato “Regolamento per la circolazione ferroviaria”, in cui al punto 4.28 è de$o: “Sui treni oltre all’agente di condo$a e, per i treni che effe$uano servizio di trasporto passeggeri, al capotreno, devono essere presen# gli altri agen# di accompagnamento”. Sempre nel Decreto 4 nell’Allegato 2, per il Modulo AT, Accompagnamento dei treni, sono indicate per il capo-
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spor! dei Tra VOCE
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geri; inoltre al capotreno sono assegnate specifiche competenze legate alla circolazione dei convogli. Il confronto che abbiamo avuto con l’Ansf, all’interno del protocollo relazionale, è stato molto costru%vo perché ci ha permesso di fare passi avan# sia nella fase precedente all’emanazione del Decreto sia in quella successiva. Le stesse formulazioni rela#ve alla composizione dell’equipaggio non erano assolutamente scontate e va dato a$o all’Agenzia che il lavoro svolto fino ad ora sul riordino norma#vo rappresenta un punto di riferimento fondamentale che fa la necessaria chiarezza su una materia molto delicata come quella della regolamentazione dell’esercizio ferroviario. La prima disposizione emanata da Rfi, la n.12 del luglio 2013, è stata ogge$o di una nota da parte di Ansf in cui è stata evidenziata la problema#ca rela#va a quelle stazioni con binari di partenza “lunghi” e, nella stessa nota, l’agenzia ha indicato le azioni mi#ga#ve necessarie quali l’installazione di pun# informa#vi prima del segnale di partenza, a$rezzando i rotabili con la funzione Vmc. In mancanza di questa tecnologia l’Agenzia ha prescri$o il mantenimento del sistema a$ualmente in vigore per la partenza. Il tavolo con Ansf rela#vo al protocollo relazionale si è allargato anche ad Rfi e, nella prima fase di conspor! dei Tra VOCE
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fronto, su nostra richiesta, è stata pos#cipata l’entrata in vigore della disposizione di Rfi dal 15 gennaio al 31 marzo 2014 in modo da perme$ere alle imprese ferroviarie di affrontare tu$e le cri#cità ancora presen#. Nello stesso incontro, l’ Ansf ha dato indicazione alle imprese ferroviarie di non emanare autonomamente procedure di interfaccia di competenza del gestore infrastru$ura e di abrogare quelle già emanate. A seguito di ciò, in sede di incontro con Trenitalia, abbiamo so$oscri$o un verbale in cui la stessa società si è impegnata a sospendere la formazione in corso del personale e a ri#rare le Deif già emesse. Successivamente è stata emanata da Rfi la disposizione 14 che va a mi#gare i rischi all’a$o della partenza dei treni da località di servizio in cui non vi è la completa protezione offerta dal sistema Scmt/Ssc. A questo proposito, abbiamo fa$o presente le cri#cità comunque ancora presen# evidenziando la necessità di specificare meglio alcuni conce%. Abbiamo ribadito, inoltre, l’importanza della figura del capotreno, dell’imprescindibilità dei contenu# del modulo AT e abbiamo chiesto di proseguire il confronto all’interno del tavolo relazionale con la presenza di Rfi, allargando la partecipazione anche alle imprese ferroviarie. Nonostante la chiarezza delle posizioni espresse sia con Ansf che con Rfi e comunicate alle imprese ferroviarie, è accaduto che il 18 dicembre Trenitalia ha emanato le Deif 41.2 e 42.2 e ha fa$o ripar#re nuovamente la formazione al personale per prepararlo all’entrata in vigore delle disposizioni di Rfi fissata al 31 marzo, senza alcun confronto preven#vo con il sindacato e senza aver risolto tu$e le cri#cità da noi evidenziate. Andando nello specifico, abbiamo evidenziato che, a differenza delle preceden# versioni delle Deif 41 e 42, la 41.2 e 42.2 regolamentano in maniera più de$agliata
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gli specifici compi#, ruoli e competenze dell’equipaggio treno. Ma le ques#oni permangono tu$e aperte e, sopra$u$o, si vanno a prolungare di molto i tempi per la soluzione di alcune situazioni di degrado, facendo aumentare gli eventuali ritardi. Molte delicate ques#oni restano ancora poco chiare e vanno affrontate nel de$aglio. Nei treni viaggiatori dall’entrata in vigore delle sudde$e Deif e della rela#va disposizione Rfi 12/2013 (pag.11 Deif 42.2), poi ripresa nella nuova disposizione 1 di Rfi del 27 gennaio 2014, il capo treno non ges#rà più le prescrizioni di movimento. Ciò comporta una prima importante cri#cità, in quanto tra esse vi sono le prescrizioni an#nfortunis#che che informano il capo treno, tra le altre cose, su eventuali temporanee restrizioni e limitazioni rela#ve a binari, marciapiedi, sen#eri e così via, in modo da non me$ere a repentaglio la sicurezza sia dei lavoratori che, sopra$u$o, dei viaggiatori. Nelle prescrizioni sono presen#, inoltre, indicazioni su eventuali fermate straordinarie per servizio viaggiatori da effe$uare. A questo proposito, riteniamo che le prescrizioni debbano essere date anche al capotreno. Né è ammissibile che il macchinista faccia a sua volta, dopo la presa visione, un M40 al capotreno no#ficandogli le stesse prescrizioni, in quanto ci sarebbe una notevole perdita di tempo e sarebbe necessario aumentare di molto i tempi accessori. Ma il macchinista deve guidare i treni o deve scrivere M40? Un altro aspe$o di par#colare rilevanza che abbiamo evidenziato a Trenitalia è il punto 2.2 della Deif 42.2, che prevede che il macchinista comunichi dire$amente al regolatore della circolazione una serie di “accertamen# ed operazioni” su situazioni che non può “controllare” dalla cabina di guida e che, sui treni viaggiatori, deve necessariamente delegare al capo treno ed in par#colare: Verifica della regolarità della coda del pro-
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prio treno; Verifica dello stato degli en# in linea; Manovra a mano dei deviatoi; Azionamento del tasto TLBCA; Azionamento Maniglia CLE; Azionamento RAR; Estrazione della chiave con TL spiombato. La norma recita che, nei casi previs#, il capotreno dovrà svolgere tali a%vità, scrivere l’eventuale M40 e portarsi fisicamente dal macchinista, in quanto tu$e le comunicazioni formali tra capotreno e regolatore della circolazione devono passare tramite il macchinista con M40. Quest’ul#mo dovrà poi chiamare telefonicamente il regolatore circolazione per de$are l’M40 scri$o dal capo treno al fine di o$enere l’autorizzazione alla partenza o eventuali nuovi ordini/comandi da demandare nuovamente al capo treno. Ques# all’occorrenza farà da spola, in par#colar modo in alcune linee a DCO, tra la testa del treno e l’Ufficio Movimento, aumentando inesorabilmente i tempi di attesa. Tu$o ciò sarebbe facilmente e logicamente risolvibile perme$endo al personale di condo$a di delegare il capotreno a effe$uare le sudde$e operazioni dire$amente con il regolatore circolazione, fino all’o$enimento di un nuovo “pron#”. In assenza di ciò, specie sulle linee a binario unico, si rischia seriamente di rallentare, in caso di avaria degli appara#, molto a lungo la circolazione ferroviaria. Un’ulteriore cri#cità è rappresentata dall’ul#mo capoverso del punto 2.1 della Deif 42.2, che prevede che su linee con Dco in stazioni di origine corsa impresenziate all’occorrenza il PdC compili le prescrizioni di movimento e i rela#vi riepiloghi so$o de$atura del regolatore della circolazione. A nostro parere, questa è un’ incombenza che va demandata al capotreno, visto che spesso in tali stazioni i tempi accessori sono sta# già ampiamente rido%.
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Questa ulteriore a$ribuzione al macchinista appesan#rebbe ulteriormente le tante procedure da effe$uare in partenza, aumentando la possibilità di generare dei ritardi. Ancora: non si capisce perché nell’ul#mo capoverso del punto 2.2 della Deif 42.2 si so$olinei il fa$o che “per le a%vità sulle linee telecomandate il capo treno deve essere in possesso delle specifiche competenze professionali”. Questa puntualizzazione va eliminata sia qui che negli altri casi in cui viene ripetuta, in quanto è ovvio che il capo treno debba avere “sempre” le specifiche competenze, anzi sarebbe più opportuno rimarcare le modalità per il loro mantenimento. Altro elemento fondamentale è che il capotreno, oltre alla scheda orario, debba avere in consegna anche la scheda treno, in modo da poter organizzare al meglio le procedure di sicurezza in caso di emergenza. A tal proposito va verificata opportunamente la valutazione dei rischi in relazione alle procedure e ai regolamen# vigen#.
ha altresì comunicato che chiederà a Rfi una proroga dell’entrata in vigore della disposizione di esercizio n.1/2014, fino a quando tu$e le ques#oni di merito non saranno defini#vamente chiarite. Conseguentemente, ancora una volta, le Deif e la rela#va formazione al personale rimangono sospese per perme$ere gli ulteriori aggiornamen# al riguardo. Trenitalia ci ha informato che chiederà di partecipare alla riunione già programmata per fine febbraio tra Segreterie nazionali, Ansf ed Rfi. La definizione in maniera chiara e inequivocabile dei compi# e delle responsabilità del personale di condo$a e del personale di bordo è fondamentale per la nostra Organizzazione sindacale e faremo aggiornamen# con#nui sull’evolversi della vertenza. A questo proposito, per la loro competenza e per il supporto che in questa delicata fase stanno dando alla Segreteria nazionale, ringrazio tu% i componen# dei gruppi tecnici di lavoro del PdM e del PdB.
Queste sono le ques#oni fondamentali, che certamente non esauriscono tu$e le cri#cità presen#, che abbiamo posto a Trenitalia nel corso del confronto da cui è scaturito un verbale di incontro. Nella stessa riunione, Trenitalia ha ribadito che il ruolo del capotreno non subirà variazioni di cara$ere tecnico e contra$uale, confermando il percorso forma#vo previsto nel Ccnl, compresa la responsabilità sul movimento e ci
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Massimo Malvisi
Rfi, un’alchimia complessa Che la Società Rfi non sia semplicemente quella che ges#sce la circolazione ferroviaria e la manutenzione delle linee è noto, anche se spesso viene iden#ficata per queste due sole funzioni che, ricordiamo, sono proprie del Gestore Infrastru$ura. A tal proposito non bisogna assolutamente ignorare ciò che avviene nei palazzi di Bruxelles né in quelli delle is#tuzioni italiane, come l’Authority dei Traspor#, e la fondamentale importanza per il Paese di evitare uno scorporo inu#le e dannoso. Come non dobbiamo comme$ere l’errore di non prendere nella dovuta considerazione l’aspe$o dei contenu# del Contra$o di Programma. Le a%vità che a$engono a Rfi, sono molteplici, ma vogliamo in questa occasione focalizzare l’a$enzione sull’aspe$o manuten#vo e su tu$o quello che gli ruota intorno. Che il Gruppo Fs ed Rfi sappiano esprimere eccellenze è oramai no#zia consolidata, ma è necessario un ulteriore sca$o di reni, che deve obbligatoriamente ridimensionare la “burocrazia” e prevedere l’assunzione di nuovo personale. Perché si possono immaginare tu$e le riorganizzazioni possibili, ma se manca il personale il meccanismo non funziona. Questo anche nell’ot#ca di internalizzare a%vità manuten#va pregiata, con tu$e le ricadute posi#ve del caso, sia in termini economici che di qualità, determinandone un ulteriore arricchimento personale. Abbiamo u#lizzato nel #tolo l’espressione “alchimia complessa” perché alle volte si ha la sensazione che l’operazione di dosaggio degli elemen# non sia ben calibrata. In ragione di quanto sopra, quando comunemente si parla di riorganizzazione della Manutenzione Infrastru$ure, in realtà non bisogna comme$ere l’errore di focalizzare l’a$enzione solamente sull’a%vità realizza#va, ma si tra$a di un complesso ar#colato di componen# che
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esula dalla Direzione Produzione. Su questo ritorneremo in un secondo momento, adesso vogliamo fare una piccola sintesi sul proge$o di riorganizzazione di Rfi presentato dalla stessa società. Il proge$o di Rfi in primis vede la soppressione del Got e la redistribuzione delle stru$ure so$ostan#. Questo proge$o ha registrato alcune correzioni portate avan# dal Sindacato, nello specifico dalla Fit. È importante anche la ques#one della Formazione in tu$e le sue accezioni. Intanto vi è un abuso della parola nucleo che non rende gius#zia alle persone che vi operano - questo però riguarda non solo la Formazione, ma anche altre tema#che. Oltre alla definizione della stru$ura della formazione, occorre codificare la posizione degli Istru$ori - che riteniamo proficuo collocare in ambito di UT, con tu$o quello che ne consegue in termini anche di mantenimento delle competenze – come anche quella degli AFO e serve concre#zzare la stru$ura della “Scuola Professionale”, che in primis dovrebbe prevedere un forte livello nazionale e possibilmente suddiviso per se$ori. Essendoci tu% gli “ingredien#”, bisogna che Rfi rompa gli indugi e provveda a farle nascere. Sul so$ostante pezzo riguardante le Unità territoriali, siccome si parla di specializzazione, bisogna adeguare anche l'a$uale Reparto Pianificazione. Siccome la proposta societaria vede il superamento di Repar# Esercizio e Zone/Tronchi con la nascita di Unità Manuten#ve, bisogna "leggere" corre$amente tu$e le a%vità svolte dalle figure di Capo Reparto e Capo Impianto, tenendo conto di quanto previsto dalla CO 190 e suddividere le a%vità cosidde$e "core" da quelle non propriamente a%nen# alla manutenzione ferroviaria. Inoltre bisogna definire la ques#one dei possessori di Paten# D/E, nonché quella dei Focus sulle Officine nazionali e sulla Diagnos#ca Mobile. Infine è necessario approfondire il piano di reinternalizzazioni di a%vità pregiate, pur tenendo conto posi#vamente dell'avvio dei meccanismi di codifica per quanto riguarda il montaggio impian#, intendendosi per ciò ad esempio appara# tecnologici come ACC, avviando un percorso virtuoso di smarcamento dalle di$e costru$rici con il famigerato "tu$o compreso".
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Rfi e la riorganizzazione del settore Circolazione Come nella migliore applicazione del passaparola su quello che avviene veramente negli incontri con Rfi per quanto riguarda la riorganizzazione del se$ore Circolazione, la percezione derivante dalle voci incontrollate tra il personale spesso è inesa$a. Addiri$ura passano alcuni messaggi di improbabili accordi già firma#, corrobora# da alcune dichiarazioni pseudo-confidenziali di alcuni rappresentan# territoriali della Società, che non fanno altro che alimentare lo sconcerto tra i lavoratori.
striale 2012/2015. È u#le so$olineare che Rfi non era assolutamente disponibile a discutere di tu$o il mondo circolazione, che non consiste solamente nelle stazioni, ma anche dei Repar# territoriali Movimento, delle Sale Pos# centrali, successivamente denominate CCC, e della tema#ca della riunione della famiglia Movimento in ambito Dtp.
Anche in considerazione di ciò è opportuno cercare di fare un po' di chiarezza, u#le anche a futura memoria.
Il Sindacato – e la Fit in par#colare – si è prodigato affinché la discussione riguardasse tu$o nel suo insieme e questo non è stato né semplice né scontato.
Rfi, a valle dell'accordo del 30 luglio 2013, ha rappresentato l'esigenza di declassare tu$e le stazioni presenziate con personale di livello Q2 e ciò indipendentemente dagli effe% del piano di innovazioni tecnologiche previste entro il termine del piano indu-
Partendo dalla tema#ca della riunione della famiglia Movimento, dopo alcune vicissitudini ineren# una profonda diversità di concezione rispe$o alla visione di Rfi, l'ul#mo avanzamento registra
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dei Tra VOCE
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la creazione, in ambito Controllo Produzione, di uno specifico reparto denominato Controllo Produzione Circolazione, des#nato ad accogliere le a$uali 13 Sale CCC, scorporandole dagli Rtm di Nodo. A tal proposito è bene ricordarsi che il settore Movimento ha sempre avuto una storia e una tradizione di professionalità che, come abbiamo de$o più volte, rischiava di scomparire. Questo è un primo passo, come importante è aver iniziato un confronto sui compi# del Reparto Controllo Produzione e di tu$e quelle ar#colazioni cui fanno riferimento. Sulle Sale CCC rimangono inevase alcune cri#cità quali le foresterie, l'esplicitazione dei contenu# dell'Accordo del 10 marzo 2003, le giurisdizioni di ogni singolo Dco, la tema#ca dello stress lavoro-correlato. Su quest'ul#mo punto dovremmo essere prossimi al decollo dei corsi per la ges#one di tale problema#ca, dopo costan# sollecitazioni in tal senso che come Fit abbiamo portato avan#, tenendo conto anche dell'esperienza di altri se$ori. Come ben sappiamo, da tempo siamo impegna# nel far decollare la stru$urazione della formazione, in questo caso per quanto riguarda il Movimento. Se, per quanto riguarda la Manutenzione Infrastru$ure, vi è una concreta disponibilità di Rfi a sviluppare la materia e affiancare alla Scuola Nazionale Armamento di Bologna analoghe esperienze per gli altri se$ori, nel Movimento Rfi si è presa una pausa di riflessione. Da tempo s#amo ripetendo che, complici i Decre# Ansf e l'affermarsi della specializzazione, è necessario dare vita una struttura di livello nazionale, per uniformare programmi e tes# e per riunire anche la Formazione, uscita frammentata dalle spor! dei Tra VOCE
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varie riorganizzazioni che si sono susseguite. Vi è anche da chiarire, in ambito di Piano industriale di Rfi, la ques#one del proge$o di riasse$o complessivo dei centri di regolazione della circolazione ferroviaria. Sugli Rtm, la proposta di Rfi è di individuarne 37 con la logica di uno per ogni Unità territoriale. Come Fit abbiamo respinto questa logica contabile, più volte abbiamo ripetuto che dobbiamo entrare nel merito delle a%vità in capo a tali strutture, che l'impresenziamento delle stazioni non ha rido$o in maniera consistente le incombenze, anzi, in taluni casi sono risultate aggravate - pensiamo per un a%mo all'a%vità di vigilanza e tempes#vità derivan# dalla presenza del personale Circolazione nelle varie stazioni. Quindi il confronto si deve basare sulle at#vità, sulla geo-morfologia della territorio, sugli en#, sulla tecnologia presente, gli scali merci, le altre imprese ferroviarie e così via. Da ciò se ne ricavano criteri per individuarne il numero e l'organizzazione interna, con un occhio molto a$ento alle funzioni di presenziamento e/o abilitazione in caso di anormalità/emergenza.
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Mentre per quanto riguarda le stazioni, archiviato l'ar#colo matema#co denominato algoritmo, si tra$a di rimboccarsi le maniche e analizzare le stazioni abilitate con personale di Q2, de$agliando tu$a una serie di fa$ori quali piano del ferro (in tale definizione sono comprese tu$e le par#colarità delle linee ferroviarie), geo-morfologia, tecnologia, en#, presenza di impian# di Manutenzione Rotabili, stazioni di confine con altri Sta#, stazioni di Traghe$amento mari%mo, scali merci e altre imprese ferroviarie, presenza di impian# intermodali, stazioni Porta, stazioni con tecnologia Accm e via dicendo. Il successivo confronto si deve basare sulle a%vità svolte dal personale, senza prese di posizione possano creare le condizioni per una ulteriore destru$urazione del settore Circolazione. Comprendiamo che Rfi preferisca le scorciatoie, ma come Fit siamo determina# a entrare nel merito delle ques#oni e non disponibili a percorrerete strade che possono sembrare agevoli nel primo tra$o, ma che poi si rivelano disastrate. MM
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Michele Castellano
La strada del sindacato per gli appalti ferroviari Il se$ore degli appal# ferroviari si arricchisce con#nuamente di nuove situazioni di cri#cità. Non ancora spen# gli echi della difficile conclusione della vicenda legata al subentro di una nuova impresa nella ges#one dei Ferrotel, a seguito della rescissione del contra$o di affidamento della commi$ente società Ferservizi a due aziende per gravi e reiterate inadempienze, ecco abba$ersi sull’intera platea di ques# impian# e sui lavoratori in essi impiega# una nuova condizione di estrema difficoltà. Tu$o nasce circa dieci anni fa, periodo in cui, nella fase di dismissione del patrimonio immobiliare ferroviario non più strumentale, incomprensibilmente sono sta# messi in vendita anche un gran numero di edifici indispensabili per lo svolgimento delle comuni a%vità. Tra ques# sono sta# cedu# anche la quasi totalità dei Ferrotel, tanto che degli a$uali 22 rimas# opera#vi ben 14 appartengono a sogge% priva# esterni. Per un decennio, quindi, essendo necessario u#lizzare quelle stru$ure, per con#nuare a garan#re al personale ferroviario il riposo fuori della propria residenza di lavoro, si sono dovu# pagare canoni di affi$o (ci risulta assai onerosi) contempla#, tra l’altro, negli a% di vendita stessi, insieme ad altre condizioni gravose per Fs. Tu% ques# contra% sono in scadenza nel corso del corrente anno e a oggi ci è stato comunicato che per 5 Ferrotel i proprietari non hanno voluto rinnovarli, intendendo u#lizzare dire$amente le stru$ure, o hanno posto condizioni tali da rendere non sostenibile proseguire nella conduzione. Per i rimanen# “dormitori” le tra$a#ve per eventuali rinnovi sono in corso e non è escluso che ai cinque, comprenden# Firenze, Romito-Grosseto, Napoli, Pescara e Verona che dovranno essere res#tui# dal prossimo 1 marzo, possano aggiungersi anche altri. Conseguenza immediata di questa paradossale situazione è la perdita di occupazione per decine di lavoratori degli appal# per cui si dovrà necessariamente trovare una soluzione di nuova u#lizzazione presso altri can#eri, per evitare loro di dover essere inseri# in procedure di mobilità. Abbiamo appena appreso, inoltre, di un’imminente pubblicazione di bandi di gara da parte di Trenitalia per l’affidamento delle a%vità convenzionalmente definite “accessorie”, che sono svolte nelle officine a supporto delle lavorazioni di manutenzione. La
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novità sta nel fa$o che tali bandi non prevedrebbero, da parte delle aziende appaltatrici affidatarie, l’obbligatorietà di applicazione del ccnl della Mobilità Af al personale impiegato nell’esecuzione delle lavorazioni. Conferme delle intenzioni di Trenitalia di procedere in questa direzione ci sono state già di recente nella sos#tuzione di un’azienda in uno di ques# lo% in cui l’impresa subentrante ha tentato di trasformare i contra% a tempo indeterminato dei lavoratori in determina#. Evitata con intervento sindacale la variazione della durata dei contra%, si è provveduto a sollecitare la commi$ente Trenitalia a predisporre i bandi in corso di emanazione in maniera coerente alla norma contra$uale di riferimento confermando, quindi, per gli operatori di questo importante, anche se poco considerato, se$ore la permanenza nell’ambito dell’area contra$uale delle at#vità ferroviarie. Le due situazioni descri$e rappresentano solo un campione della difficile quo#dianità che nel mondo degli appal# i lavoratori e il sindacato con#nuamente si trovano a dover fronteggiare in aggiunta a quelle croniche sempre presen#, riconducibili al mancato rispe$o o applicazione del contra$o. Siamo di fronte a una situazione insostenibile in cui, nel contrastato rapporto tra appaltante e appaltatore dove ognuno persegue il proprio obie%vo, chi paga le conseguenze è il lavoratore. L’esperienza sul campo ci induce a ritenere necessario che, per contemperare le diverse esigenze, queste debbano ritrovarsi insieme all’interno di una specifica società. Nella costellazione di società che formano il gruppo Fs dovrebbe trovare posto anche una che, prevedendo la partecipazione e la ges#one di operatori del se$ore, garan#sca a tu% i servizi di pulizia, accessori e complementari al trasporto ferroviario. Siamo convin# che, in questo modo, a beneficiarne sarebbero l’intero sistema e tu$e le par# coinvolte. Evitando le implicazioni del ricorso alle gare si supererebbe ogni genere di contenzioso, si eviterebbero con#nui disagi al personale e, non ul#mo, si avrebbe un miglioramento del servizio.
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Osvaldo Marinig
Pensioni, i ferrovieri sempre al palo
Il can#ere delle pensioni non chiude mai. Mentre riparte il dibat#to su come evitare, in futuro, il ripetersi del fenomeno “esoda#”, sulla gazze$a ufficiale del 16 gennaio 2014 è stato pubblicato il regolamento di armonizzazione dei requisi# di accesso alla pensione per i lavoratori che al 31 dicembre 2011 godevano di requisi# diversi dagli iscri% all’assicurazione generale obbligatoria (Ago). Purtroppo, nonostante le pressioni, per far rientrare anche i ferrovieri iscri% al fondo speciale è prevalsa l’interpretazione le$erale dell’ul#mo periodo del comma 24 dl n. 201/2011, conver#to con la legge n. 214/2011, che man#ene inalterato il contenuto del palese refuso riportato nella norma e non riprende lo spirito della sua formulazione, appositamente inserita proprio in quel par#colare comma del decreto. Il decreto doveva essere emanato entro il 30 giugno 2012, ma i tempi di elaborazione e pubblicazione sono sta# decisamente più lunghi a causa delle riserve espresse, per ragioni poli#che e spor! dei Tra VOCE
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tecniche, dalle Commissioni parlamentari incaricate di redigere il provvedimento. Il regolamento introduce nuovi requisi# pensionis#ci a far data dal 1 gennaio 2014. Tu$avia, per espressa previsione del suo ar#colo 13, entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in gazze$a ufficiale, e quindi il 17 gennaio 2014. Questo non è il primo dei pun# che dovrà essere ogge$o di chiarimento, in quanto palesemente in contraddizione con sé stesso.
Disposizioni generali Il regolamento riguarda l’armonizzazione dei requisi# di accesso alla pensione. Non riguarda quindi altri aspe% di cara$ere previdenziale, come ad esempio le aliquote contribu#ve oppure le modalità di calcolo dei tra$amen#. A quest’ul#mo proposito vale la pena ricordare che le anzianità contribu#ve maturate a par#re
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dal primo gennaio 2012 saranno sogge$e al metodo di calcolo contribu#vo, che ha valenza generale e si applica a tu$e le categorie di lavoratori, indis#ntamente. Il regolamento precisa, inoltre, che a par#re dal 2013 si applica a tu% i lavoratori des#natari del regolamento l’adeguamento alla speranza di vita, sia per quanto riguarda il requisito anagrafico sia per quanto riguarda il requisito contribu#vo della pensione an#cipata. I des#natari del provvedimento Il personale del comparto difesa-sicurezza, vigili del Fuoco e soccorso pubblico, gli spedizionieri doganali, i lavoratori dei poligrafici, gli spor#vi professionis#, i lavoratori dello spe$acolo, (fondo a$ori, ballo, canto), il personale viaggiante adde$o ai pubblici servizi di trasporto (autoferrotranvieri), i lavoratori mari%mi, gli iscri% al fondo volo, i controllori di volo, des#natari del regolamento di armonizzazione, con#nuano ad avere diri$o alla pensione secondo le regole preceden# se hanno maturato i requisi# anagrafici e contribu#vi entro il 31 dicembre 2013. Il regolamento prevede una serie di deroghe all’applicazione delle nuove regole per: i colloca# in mobilità ai sensi degli ar$. 4 e 24 legge 223/1991 e successive modifiche, in base ad accordi sindacali s#pula# entro il 31 agosto 2013, anche se a tale data non risul#no cessa# dall’a%vità lavora#va, i quali maturino i requisi# al pensionamento entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità ai sensi dell’art. 7 commi 1 e 2 legge 223/1991; i colloca# in mobilità lunga ai sensi dell’art. 7 commi 6 e 7 legge 223/1991 e ss. per effe$o di accordi colle%vi s#pula# entro il 31 agosto 2013 e che alla stessa data abbiano cessato l’a%vità lavora#va; i lavoratori che entro il 31 agosto 2013 siano sta# autorizza# alla prosecuzione volontaria della contribuzione e che perfezionino i requisi# anagrafici e contribu#vi u#li alla decorrenza del tra$amento pensionis#co entro il 31 agosto 2016. Essi non devono aver ripreso l’a%vità lavora#va dopo l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria e alla data del 31 agosto 2013 deve risultare accreditato o accreditabile almeno un contributo volontario; i lavoratori che alla data del 31 agosto 2013 siano in congedo straordinario per assistere figli con disabilità grave (art. 42 comma 5 d.lgs. 151/2001) con perfezionamento – entro 24 mesi dalla data di inizio del congedo – del requisito contribu#vo per l’accesso al pensionamento indipendentemente dall’età anagrafica di cui all’art. 1 comma 6 legge 243/2004 e successive modifiche (vale a dire 40 anni di contribu#); i lavoratori che abbiano risolto il rapporto di lavoro entro il 31 agosto 2013 per effe$o di accordi individuali so$oscri% anche
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ai sensi degli ar$. 410, 411 e 412 ter cpc e che - senza successiva rioccupazione in qualsiasi a%vità lavora#va – avrebbero maturato, secondo le regole previgen#, la decorrenza del tra$amento pensionis#co entro il 31 agosto 2016; i lavoratori che in applicazione di accordi colle%vi di incen#vo all’esodo s#pula# entro il 31 agosto 2013 dalle organizzazioni sindacali compara#vamente più rappresenta#ve sul piano nazionale, senza successiva rioccupazione in qualsiasi altra a%vità lavora#va avrebbero maturato, secondo la previgente norma#va, la decorrenza del tra$amento pensionis#co entro il 31 agosto 2016; i lavoratori colloca# in Cigs finalizzata al prepensionamento ai sensi dell’art. 37 comma 1 le$. a legge 416/1981 in forza di accordi di procedura so$oscri% entro il 31 agosto 2013. Inoltre, nel decreto si precisa che restano comunque applicabili ai lavoratori des#natari del regolamento di armonizzazione, se più favorevoli, le disposizioni rela#ve alle salvaguardie, vale a dire: art. 24 commi 14 e 15 legge 214/2011 con le modifiche introdo$e dall’art. 6 comma 2-ter legge 14/2012 (salvaguardia 65.000 lavoratori), art. 22 legge 135/2012 (salvaguardia 55.000 lavoratori), art. 1 comma 231 legge 228/2012 (salvaguardia 10.130 lavoratori), art. 11 dl 102/2013 (salvaguardia 6.500 lavoratori).
Perdita del !tolo abilitante alla specifica a#vità lavora!va Il regolamento stabilisce che con#nuano ad applicarsi le preceden# disposizioni in ordine al requisito e alla decorrenza della pensione di vecchiaia nei confron# dei lavoratori: per i quali viene meno il #tolo abilitante allo svolgimento della specifica a%vità lavora#va per raggiun# limi# di età e i cui ordinamen# di se$ore nel disciplinare il rilascio e il rinnovo del #tolo non prevedano l’elevazione dell’età; nel caso in cui i limi# di età possano essere eleva#, la deroga trova applicazione solo se il lavoratore non abbia o$enuto il rinnovo del #tolo abilitante a seguito del giudizio di inidoneità.
Fondo volo Tu$avia, nel caso dei lavoratori iscri% al Fondo volo (pilo#, assisten# e così via), per i quali viene meno il #tolo abilitante allo svolgimento della specifica a%vità lavora#va per raggiun# limi# di età, si applicano, in presenza delle condizioni appena elencate, i requisi# di accesso e di decorrenza delle pensioni di vecchiaia vigen# al 31 dicembre 2011. Pertanto, nel caso di perdita del #tolo abilitante ques# lavoratori raggiungeranno il diri$o alla pensione a 55 anni di età le donne e 60 anni di età gli uomini.
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Controllori di volo
giungano il diri$o alla pensione con un requisito anagrafico rido$o di cinque anni rispe$o a quello tempo per tempo applicabile alla generalità dei lavoratori. Di conseguenza da un lato si va verso una progressiva unificazione del requisito tra uomini e donne, dall’altro il requisito minimo viene elevato in modo signi-
I lavoratori di cui all’art. 5 legge 248/1990, controllore del traffico aereo, pilota e operatore radiomisure, esperto di assistenza del volo e meteo, con#nuano a maturare il diri$o e l’accesso alla pensione secondo le regole pensionis#che vigen# al 31 Anno Uomini dicembre 2013, vale a dire 60 anni. Dal 1/1/2014 61 anni e 3 mesi Tu$avia, dal primo gennaio al 31/12/2015
Anno
Donne
Dal 1/1/2014 58 anni e 9 mesi al 31/12/2015
2014 l’accesso alla pensione Dal 1/1/2016 61 anni e 3 mesi + ulteriore va- Dal 1/1/2016 60 anni e 3 mesi + ulteriore vacon il metodo misto e contri- al 31/12/2020 riazione speranza di vita al 31/12/2017 riazione bu#vo a un’età inferiore a 60 Dal 1/1/2018 61 anni e 3 mesi + ulteriore vaanni è consen#to solo in preal 31/12/2020 riazione speranza di vita senza di un’età contribu#va di 42 anni e 3 mesi per gli uomini e di 41 anni e 3 mesi per le donne. Nel caso di accesso a fica#vo, sopra$u$o per le donne, secondo la seguente tabella. questa pensione an#cipata, viene però applicata, sulla quota di pensione calcolata con il metodo retribu#vo rela#va alle anziaLavoratori mari#mi nità contribu#ve maturate alla data del 31 dicembre 2011, la penalizzazione: dell’1% fino a due anni di an#cipo per ogni anno I pilo# del pilotaggio mari%mo (art. 4 commi 2 le$. c e 3 legge (quindi in caso di pensionamento a 59 e 58 anni 2% di penalità); 413/1984) possono raggiungere il diri$o alla pensione con il redel 2% in caso di pensionamento ad età inferiori (quindi in caso quisito anagrafico rido$o di cinque anni rispe$o a quello tempo di pensionamento all’età di 56 anni la penalità sarà del 6%, a 55 per tempo in vigore per la generalità dei lavoratori. anni dell’8% e così via). Il requisito della pensione an#cipata per i lavoratori mari%mi Nel caso in cui l’età di pensionamento non sia intera, la percentuale è proporzionata al numero di mesi. Viene abrogato il comma 4 dell’art. 1 del d.lgs. 149/1997, che concedeva ai dipenden# dell’Enav, rientran# nei profili professionali sopra indica#, con anzianità contribu#va inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 l’aumento, nel limite di 5 anni, di 1 anno ogni 5 di servizio intero svolto in de% profili anche nel caso dell’accesso alla pensione di anzianità. Questa maggiorazione di servizio non è più applicabile nel caso di pensione an#cipata ma solo in quello di vecchiaia rispe$o al requisito anagrafico. La penalizzazione prevista nel caso di pensione an#cipata a un’età inferiore a 60 anni non prevede eccezioni, a differenza di quanto è accaduto alla norma contenuta all’art. 24 comma 10 applicabile alla generalità dei lavoratori il cui rigore, almeno fino al 2017, è stato “alleggerito” con una serie di disposizioni successive.
Personale viaggiante adde$o ai pubblici servizi di trasporto Premesso che il personale viaggiante del soppresso fondo traspor# con#nuava, in base all’art. 3 comma 1 le$. b) della legge n. 414/1996, ad accedere alla pensione in base alle regole preceden# il d.lgs. 503/1992, vale a dire 55 anni di età per le donne e 60 anni di età per gli uomini, il regolamento di armonizzazione modifica la disposizione prevedendo che ques# lavoratori rag-
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(art. 31 legge 413/1984) viene elevato da 55 a 56 anni fino al 31 dicembre 2015, a 57 anni fino al 31 dicembre 2017 e a 58 anni a par#re dal primo gennaio 2018. Questa prestazione esige comunque che siano fa$e valere 1040 se%mane di contribuzione, esclusi i periodi assicura#vi non corrisponden# ad a%vità di navigazione, di cui almeno 520 se%mane di effe%va navigazione al servizio macchina o di stazione radiotelegrafica di bordo.
Le nuove regole Ai lavoratori, ai quali si applica il regolamento di armonizzazione, che non abbiano maturato i previgen# requisi# entro il 31 dicembre 2013 (che dovrebbe essere, a rigor di logica spostata al 16 gennaio 2014 in base alla data di entrata in vigore del Dpr) e non rientran# nelle deroghe, si applicheranno dal 2014 i requisi# anagrafici e contribu#vi più eleva# e non si applicherà lo spostamento della decorrenza (finestra mobile). Il diavolo si annida nei par#colari. Gli effe% della complessità delle norme e sopra$u$o delle deroghe potrnno essere compresi fino in fondo solo durante la fase applica#va. Ci sono mol# dubbi interpreta#vi che dovranno essere sciol# dall’Inps o dai Ministeri competen#. Per il momento possiamo solo auspicare che le riposte non siano intrise di preconce% e pregiudizi come, purtroppo, dobbiamo constatare nei confron# delle giuste richieste di armonizzazione avanzate dai ferrovieri.
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Emiliano Fiorentino
L’accordo di svolta per Alitalia Il Coordinatore nazionale della Fit per il Trasporto aereo Emiliano Fiorentino spiega l’importanza di questo accordo e soprattutto cosa lo distingue dai precedenti L’accordo siglato da Alitalia e da Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTraspor# e UglTraspor# è un risultato decisamente importante, perché era l’ennesima volta che eravamo chiama# a ges#re una situazione alquanto complicata. Dopo solamente cinque anni dalla partenza di Alitalia-Cai e dopo essere ricorsi per ben due volte agli ammor#zzatori sociali, c’era di nuovo il rischio di licenziamento per 1.900 persone. La Fit si è impegnata ai massimi livelli e ha ricercato e o$enuto con non poche difficoltà l’apertura di un tavolo di sistema al Ministero dei Traspor# per l’intera filiera del trasporto aereo, tavolo presidiato costantemente dallo stesso Ministro Maurizio Lupi. Il primo risultato di questa inizia#va è stato la proroga dell’a$uale regime del Fondo speciale del trasporto aereo fino al 2018, fondamentale per poter ges#re una situazione cri#ca come quella di Alitalia. Fa$o il primo passo, ci siamo imba$u# in questa delicata tra$a#va che vedeva comunque, anche con la garanzia del sostegno del Fondo, circa 400 unità in regime di cigs a zero ore. Lo sforzo maggiore è stato quello in primis di far capire ad Alitalia che non eravamo assolutamente dispos# a me$ere nessuno fuori dal ciclo produ%vo e in seguito di ricercare soluzioni capaci di contenere nel bacino tu$e le risorse interessate. Così si è ragionato molto sul discorso di riqualificazione-formazione del personale, in modo da ricollocare le persone che a$ualmente sono in aree non più produ%ve in par# di azienda più opera#ve, garantendo così - seppur a$raverso un cambio di mansione - un posto di lavoro a tu%. Come Fit siamo soddisfa% per il risultato o$enuto da questa vertenza, anche se siamo coscien# che il momento
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è delica#ssimo e che fino a quando non ci sarà ufficialmente un partner importante, serio e con le spalle coperte, rischiamo sempre di essere chiama# a fare i “pompieri”, ammesso e non concesso che ci sia ancora qualcosa da bruciare. Con questo non voglio cri#care nessuno, ma credo sia ormai un dato di fa$o che noi in ques# anni abbiamo chiesto ai lavoratori e concesso ad Alitalia tu$o ciò che si poteva concedere. Ora è il momento che Alitalia inizi a farci vedere che qualcosa sta cambiando. Anche in questo l’azienda si dice convinta, tanto è vero che nell’accordo è stato condiviso un passaggio importante (da noi sempre richiesto), che dimostra la volontà di trasparenza di un’azienda che oramai non può perme$ersi di nascondere alcunché. Qui di seguito il testo le$erale: “Le par! si danno a"o della necessità di verificare congiuntamente le tendenze e gli andamen! complessivi di cara"ere produ#vo ed economico dell'azienda, al fine di valutare la possibile implementazione di azioni corre#ve. A tale scopo entro il mese di aprile, sarà formalizzato un ambito di confronto stru"urato, con modalità di funzionamento e periodicità da condividersi tra le Par! nei tempi su indica!, composto dalle OO.SS. FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI e UGLTRASPORTI e dalla Azienda come strumento di partecipazione dei lavoratori nella conoscenza delle scelte strategiche dell’Azienda, di contributo alle stesse nonché alle fasi di verifica e controllo sopra citate”.
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L’accordo e i lavoratori A cura di Mauro Carle#, Alessandro Cenci e Giuseppe Passiga# Le prossime se%mane saranno cruciali per il futuro dei lavoratori del Gruppo Alitalia. Le tra$a#ve con E#had sono infa% entrate nella fase decisiva e anche il tavolo di confronto sindacale sul Piano industriale sta affrontando le ques#oni più spinose ancora da risolvere. I dipenden# hanno ben chiara l’importanza della posta in gioco. Nel nuovo Piano industriale messo a punto da Alitalia per fronteggiare le proprie ingen# perdite opera#ve, sono previste misure di efficientamento e ristru$urazione in tu$e le aree produ%ve, con pesan# ricadute sul dimensionamento degli organici per tu$e le categorie. Anche le a%vità di volo saranno interessate da ques# processi.
I pilo! Nel 2014 il Gruppo CAI ha pianificato circa 430.000 ore di volo, in contrazione del 2% rispe$o al volato 2013 che si è a$estato a 438.000. Per diminuire i cos# la Compagnia punta ad u#lizzare una flo$a rido$a da 141 a 130 aeroplani, incrementando contestualmente l’u#lizzazione media giornaliera di macchine ed equipaggi. Il se$ore più interessato da questo processo è quello dei voli di medio raggio, che prevede un sensibile aumento delle ore di volo giornaliere dei pilo#. Anche il network ha subito una profonda rivisitazione, a$raverso il cosidde$o “ReHubbing”, ovvero il riposizionamento della
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sosta no$urna degli aeroplani dagli aeropor# periferici verso l’hub di Fiumicino. Questa operazione ha generato una riduzione di 13.500 giornate di linea, che si traducono in minori necessità di organico di Personale navigante. Alitalia inoltre, avendo sviluppato una rete di collegamen# ancora troppo sbilanciata sul mercato domes#co subisce, oltre alla concorrenza delle low cost, anche gli effe% della stagionalità della domanda. In pra#ca, nei mesi invernali, vengono effe%vamente impiega# in linea 15 aeroplani in meno rispe$o all’estate, con conseguente sovra organico di pilo# nei mesi di scarsa a%vità. Gli effe% combina# di queste misure generano, secondo l’azienda, 280 esuberi tra i pilo#. Per fronteggiare tale cri#cità è stata scelta la solidarietà difensiva. L’accordo sindacale del 13 febbraio 2014 prevede infa% che le 280 eccedenze vengano trasformate in cinque giornate medie mensili di solidarietà da distribuire tra tu% i circa 1.600 pilo# Alitalia. La solidarietà avrà una durata di 24 mesi e scadrà automa#camente a febbraio 2016.
Gli assisten! di volo Per gli assisten# di volo sono previste in esubero 521 unità, di cui 25 Avr, 72 Avr2 e 424 Av Full Time Equivalent, il tu$o senza far ricorso a misure espulsive. I numeri elenca# rappresentano il metodo per sviluppare i giorni di solidarietà a rotazione per qualifica. L'accordo prevede la perequazione sia delle giornate di solidarietà che delle ore di volo, con verifica periodica congiunta di ques# elemen#. Per un Avr saranno qua$ro giornate, per gli Avr2 tre giornate e per gli Av di Air One qua$ro giornate, a differenza degli Av di Cai, Cai1 e Cai2, che ne avranno cinque. Queste ul#me cifre hanno un valore medio mensile che può subire un’oscillazione delle giornate secondo i periodi di
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a%vità. In alta stagione il numero sarà inferiore, mentre in bassa stagione sarà superiore. Le giornate saranno riproporzionate per i colleghi in regime di part #me e sarà possibile u#lizzare ogni #tolo di viaggio – Caf, Id e via dicendo – durante le giornate di solidarietà. Oltre a questo, vista la presenza del nuovo ammor#zzatore sociale, spariranno i cosidde% “sfridi” sos#tui# dalle giornate di solidarietà. Inoltre siamo riusci# ad o$enere, e non con pochi sforzi, l’an#cipazione da parte aziendale dei compensi Inps della solidarietà.
Il personale di terra Per il personale di terra, i proge% aziendali - realizza# in ragione degli asse% organizza#vi, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali e le professionalità presen# nel gruppo - prevedono il ricorso alla cassa integrazione per una forza complessiva pari a 4.524 risorse umane di tu$e le aree aziendali, per un monte complessivo equivalente a 1.437 unità, intese come esubero iniziale. L’applicazione della cassa integrazione, con modalità a rotazione, rispe$o ai numeri precisa# prevede anche il riassorbimento delle 480 unità equivalen#, precedentemente individuate come esubero, governate su una più vasta platea di lavoratori a$raverso il ricorso del contra$o di solidarietà difensivo ex accordo del 6 giugno 2013 che, una volta definito l’accordo negoziale sulla cigs, cesserà di
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avere effe$o. Nelle fasi del confronto, si è determinata la verifica sugli interven# da a$uare nelle unità produ%ve rela#ve ai segmen# industriali dell’area della manutenzione aeromobili, nell’area Ground Opera#ons e nell’area Head Quarter, tu$e interessate ai processi di riorganizzazione e a interven# finalizza# a fronteggiare le inefficienze della stru$ura ges#onale e ad adeguare l’organico a%vo alle esigenze industriali. Su tu$e le aree citate vi è la necessità di a$uare un programma dedicato al ricorso della cassa integrazione per un’iniziale durata di ven#qua$ro mesi, tramite la sospensione di giornate di lavoro ridistribuite secondo le necessità organizza#ve. Nell’area della manutenzione, la sospensione dal lavoro vede coinvolte 1.531 unità, con una media mensile da due a qua$ro giornate per le risorse dire$e dell’opera#vo e da qua$ro a quindici giornate mensili per le risorse indire$e o di supporto all’opera#vo. Nell’area del Ground Opera#on l’applicazione ricade su una forza lavoro pari a 636 unità, con una media mensile da tre a o$o giornate per le aree dove non sono presen# operatori stagionali e da se$e a sedici giornate mensili per le aree di staff. Nell’area dell’Head Quarter la sospensione dal lavoro vede coinvolte 2.289 unità, con una media mensile da cinque a sedici giornate pro capite. Il confronto negoziale volto alla condivisione del percorso di riorganizzazione par#colarmente complesso, dovrà contenere per quanto ci riguarda, concre# proge% d’inves#mento, che dovranno essere realizza# su specifiche a%vità produ%ve, azioni vitali orientate a facilitare i percorsi forma#vi e di riqualificazione, nonché ad agevolare il reinserimento del personale par#colarmente colpito da questa operazione.
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Alitalia, gli accordi integrali VERBALE DI ACCORDO In data 13 febbraio 2014 si sono incontrate la Società AlitaliaCompagnia Aerea Italiana S.p.A. (di seguito, Alitalia), anche in nome e per conto delle Società Air One S.p.A., CA.I. FIRST S.p.A., C.A.I. SECOND S.p.A. e Alitalia Loyalty S.p.A., e le Segreterie Nazionali delle OO.SS. FILT-CGIL, FITCISL, UILTRASPORTI, UGLTRASPORTI, al fine di procedere all'esame congiunto di cui all'art. 2 D.P.R. n. 218/2000 nell'ambito della procedura di cui alla Legge 23 luglio 1991, n. 223, come modificata dalla Legge 28 giugno 2012, n. 92 e sue ulteriori modificazioni. PREMESSO CHE • In data 28 genna10 2014 la Società Alitalia ha avanzato richiesta di a%vazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per riorganizzazione con conseguen# sospensioni dei rappor# di lavoro per il personale di terra (a zero ore ed a rotazione); • il sudde$o processo di riorganizzazione si inserisce nel contesto qui descri$o ed è da ricondurre alle seguen# mo#vazioni; • con gli accordi so$oscri% in sede governa#va in data 4/11 marzo 2011 ex l. 291/2004 e s.m.i, è stato definito l'accesso alla CIGS a zero ore, per la durata di 4 anni, nella misura massima di 700 risorse (575 provenien# dai vari se$ori del personale di terra e 125 navigan#). Tale provvedimento si era reso necessario, all'esito del progressivo completamento dell'integrazione delle Società del Gruppo, per o%mizzare strutture e processi ges#onali ed industriali e perseguire migliori livelli di efficienza; • in data 6 giugno 2013 è stato so$oscri$o un Contra$o di Solidarietà efficace nel periodo 10 giugno 2013 - 9 giugno 2015 volto a risolvere - senza il ricorso a misure espulsive - la situazione di eccedenza di personale per 480 unità conseguente alla rivisitazione dei processi amministra#vi e ges#onali imposta dalla nega#va congiuntura economica nazionale e dai conseguen# riflessi sul trasporto aereo. Il calo della domanda, fortemente intensificato nel periodo 2012-2013, ha infa% richiesto misure di dras#co ridimensionamento delle stru$ure e dei cos# non dire$amente connessi all'a%vità produ%va. Il contra$o di solidarietà del 6 giugno 2013 trova applicazione nei confron# del personale di terra occupato nelle stru$ure centrali di Head Quarter e Commerciali (riduzione corrispondente a 38,5 ore di sospensione dell'a%vità distribuite all'in-
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terno del mese), trovando applicazione modulata anche nelle stru$ure di Staff Opera#ons, Ingegneria e Manutenzioni, Staff Ground e HUB Fiumicino. Nelle sudde$e aree ove è opera#vo il regime di CIGS a zero ore di cui agli accordi del 4/11 marzo 2011 si è provveduto, in linea con le vigen# disposizioni di legge e prassi applica#ve, alla individuazione di bacini di risorse dis#n#; • Pur in presenza degli strumen# sopra menziona#, il Gruppo Alitalia ha varato un piano di intervento improntato ad una forte discon#nuità, indispensabile per garan#re l'equilibrio economico dell'a%vità e per tutelare la con#nuità aziendale e i livelli occupazionali; • In par#colare, il varo di de$o nuovo programma, si è reso necessario stante: o l'andamento economico fortemente nega#vo dell'anno 2013, che ha rappresentato il culmine della crisi congiunturale del Paese e dei suoi effe% sui volumi del trasporto aereo italiano; o la crisi di compe##vità dei ve$ori nazionali nei confron# di compagnie europee prevalentemente "low cost" che hanno sviluppato la loro presenza anche grazie ad asimmetrie concorrenziali derivan# da forme di finanziamento concesse a livello territoriale e dall'u#lizzo di anomali regimi norma#vi, contra$uali, previdenziali, fiscali e regolatori significa#vamente di miglior favore rispe$o a quanto previsto dall'ordinamento italiano; o l'impa$o dell'accresciuta compe##vità dell'offerta di servizi di trasporto ferroviario nei collegamen# nazionali. • L'Azienda - nel contesto qui descri$o - prevede la difesa della dimensione industriale della Compagnia, la revisione radicale dei principali fa$ori di costo, il rafforzamento del sostegno dei ricavi e della promozione commerciale, l'accentuazione dell'offerta su tra$e internazionali e intercon#nentali, il perseguimento di efficienze organizza#ve, al fine di raggiungere l'equilibrio economico e perseguire obie%vi di sviluppo e potenziale ampliamento della capacità offerta; • al fine di tutelare i livelli occupazionali e le professionalità presen# nel Gruppo, con la presente procedura, fermo restando il regime di CIGS a%vato con gli accordi del 4/11 marzo 2011 per 575 unità del personale di terra, si intende pertanto a%-
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vare una nuova CIGS per il personale di terra superando e sos#tuendo l'a$uale Contra$o di Solidarietà so$oscri$o in data 6 giugno 2013; • Più in par#colare, la CIGS per riorganizzazione di cui al presente accordo opererà contemporaneamente alla CIGS di cui agli accordi del 4/11 marzo 2011 e coinvolgerà, per il personale di terra: Nr. 4.524 risorse di tu$e le aree aziendali fino a un monte complessivo di sospensione equivalente a 1.437 unità/mese per l'intero periodo di riferimento di 24 mesi, per un totale di giornate annue pari a 375.057. In questo numero di 1.437 unità sono ricomprese le 480 unità equivalen# a$ualmente in regime di solidarietà difensiva ex accordo del6 giugno 2013 citato. • la Società, già prima dell'avvio della presente procedura, ha avviato un percorso di condivisione del piano di riorganizzazione con tu$e le OO.SS. firmatarie del presente accordo. A tal riguardo sono sta# già effe$ua# i seguen# incontri: o Presentazione delle linee complessive del piano, con illustrazione degli elemen# economici, commerciali, industriali ed opera#vi degli anni trascorsi e iden#ficazione delle quan#tà complessive di risorse coinvolte nella riorganizzazione (1.900 full #me equivalent aggiun#ve, tra personale di terra e di volo): in data 10 e 11 dicembre 2013. o Approfondimento sugli impa% occupazionali ed organizza#vi derivan# del: 22 gennaio 2014; o Personale di Terra: approfondimen# specifici del27 e 28 gennaio 2014. • il complesso degli interven# previs# è stru$urato nella prospe%va di affidare al Gruppo Alitalia, in sé considerato, una posizione compe##va nel mercato del trasporto aereo. Eventuali accordi con altri ve$ori potrebbero pertanto determinare l'opportunità di a%vare i confron# e gli approfondimen# tra le Par# necessari per l'aggiornamento delle linee e degli strumen# a%va# a$raverso il presente accordo; • Le par# si danno a$o della necessità di verificare congiuntamente le tendenze e gli andamen# complessivi di cara$ere produ%vo ed economico dell'azienda, al fine di valutare la possibile implementazione di azioni corre%ve. A tale scopo entro il mese di aprile, sarà formalizzato un ambito di confronto stru$urato, con modalità di funzionamento e periodicità da condividersi tra le Par# nei tempi su indica#, composto dalle OO.SS. FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI e UGLTRASPORTI e dalla Azienda come strumento di partecipazione dei lavoratori nella conoscenza delle scelte strategiche del-
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l’Azienda, di contributo alle stesse nonché alle fasi di verifica e controllo sopra citate. Tu$o ciò premesso Le premesse sono parte integrante del presente accordo. Le Par#, dopo ampio diba%to, nel corso del quale hanno approfonditamente analizzato i presuppos# e le possibili modalità applica#ve della CIGS, convengono quanto segue. In considerazione delle esigenze organizza#ve aziendali correlate alla realizzazione del plano di interven# di cui sopra, per il personale di terra si conviene l'a%vazione di un regime di CIGS per riorganizzazione, di cui all'art. 1, comma 3, della legge n. 223/91, per una durata di 24 mesi, prorogabile. La sospensione in CIGS, per l'intero periodo temporale di riferimento, è quan#ficata nell'en#tà massima indicata in premessa di n. 1.437 unità FTE/mese (personale di terra), per un totale di giornate massime annue pari a 375.057. ll regime di CIGS di cui al presente accordo coinvolgerà complessive 4.524 unità del personale di terra (di cui 956 operai; 3.065 impiega#; 503 quadri) occupato nelle aree aziendali di seguito riportate. Per le aree aziendali interessate, il piano di riorganizzazione prevede un programma di interven# finalizza# a fronteggiare le inefficienze della stru$ura ges#onale e ad adeguare l'organico a%vo alle esigenze industriali richieste dall'a$uazione del piano e dall'esigenza di perseguire l'equilibrio economico delle a%vità. Il programma che verrà implementato, in coerenza con la riorganizzazione del Lay-Out produ%vo dell'Azienda, prevede inves#men# sulle a%vità produ%ve coinvolte nonché implementazione di a%vità di formazione e riqualificazione fmalizzate ad agevolare il reinserimento del personale coinvolto dalla CIGS. Resta inteso che il personale rientrante nell'ambito di applicazione del presente accordo è tenuto a svolgere a%vità forma#va secondo il piano di formazione definito dall'azienda, da fruire in via telema#ca e/ o in aula, nelle giornate di prevista sospensione. Per quanto concerne la riqualificazione del personale, le Par# condividono l'opportunità di procedere ad un programma di riqualificazione, anche con previsione di specifico addestramento tecnico, sulle figure che svolgono a%vità in forte ridimensionamento verso a%vità stre$amente connesse con funzioni opera#ve correlate ad es business dell'Azienda. Il personale coinvolto nel regime di CIGS potrà essere, anche in via temporanea e secondo le esigenze produ%ve aziendali, assegnato ad altri se$ori con l'a$ribuzione di mansioni/livelli inquadramentali anche non equivalen#. In tale ul#mo caso, si procederà sulla base del consenso individuale e previo confronto con le OO.SS. in sede aziendale.
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Se previsto nella stru$ura di des#nazione, il personale potrà essere escluso dal regime CIGS, con conseguente proporzionale riduzione del montante di CIGS previsto per l'area aziendale di originaria appartenenza, ed al rela#vo rapporto di lavoro verrà applicato il tra$amento economico e norma#vo proprio del profilo professionale/ se$ore di des#nazione, fermo restando il livello inquadramentale.
in CIGS sarà pertanto distribuita all'interno delle macro aree secondo en#tà differenziate e coeren# con l'esigenza di tutelare la normale efficienza del ciclo produ%vo. Nell'ambito delle singole stru$ure aziendali di cui agli allega# A, B, C opererà pertanto un regime di rotazione che prevede una distribuzione della CIGS nell'ambito dei singoli uffici, omogenea a parità di posizione di lavoro/profilo professionale/mansioni effe%vamente svolte.
La riorganizzazione è accompagnata da un complesso piano di inves#men# in tu$e le aree aziendali, il cui volume complessivo, nel biennio 2014-2015, è in incremento rispe$o agli anni trascorsi, ricomprendendo in tali inves#men# anche le inizia#ve forma#ve rivolte al personale in CIGS.
In ogni caso, il quan#ta#vo massimo di CIGS pro capite è fissato nella misura di 13 giorni/mese o, comunque, della equivalente riduzione oraria giornaliera della prestazione.
AMBITO DI APPLICAZIONE
Per il personale part-#me il numero di giornate di CIGS sarà dire$amente riproporzionato.
In coerenza con le esigenze organizza#ve e produ%ve connesse alla realizzazione del piano, il ricorso alla CIGS, fermo restando il montante complessivo sopra indicato, è distribuito nelle seguen# macro aree aziendali: Macro Area 1: Corporate, Commerciale, Staff Opera#ons, Staff Ground ed area CAMO: si richiede l'a%vazione di CIGS fino a complessive n. 1.000 unità FTE/mese (corrispondente a 261.000 giornate/anno equivalen#, pari ad 2.009.700 ore/anno). La CIGS nella macro area di riferimento, coinvolgerà 2.358 risorse; Macro Area 2: Ground Opera#ons: si richiede l'a%vazione di CIGS fino a complessive n. 238 unità FTE/mese (corrispondente a 62.118 giornate/anno equivalen#, pari ad 478.309 ore annue). La CIGS nella macro area di riferimento coinvolgerà 852 risorse; Macro Area 3: Manutenzione: si richiede l'a%vazione di CIGS fino a complessive n. 199 unità FTE/mese (corrispondente a 51.939 giornate/anno equivalen#, pari a 399.930 ore). La CIGS, nella macro area di riferimento, coinvolgerà 1.314 risorse. Fermo restando il quan#ta#vo massimo annuo sopra indicato, per ogni macro area le giornate/ore eli CIGS potranno essere modulate mensilmente in aumento o in dinlinuzione in relazione all'andamento stagionale proprio dell'a%vità opera#va della compagnia, alle diverse distribuzioni eli a%vità, ed alla realizzazione del piano. In ogni caso nell'arco temporale di 12 mesi non potrà essere superata la soglia di CIGS sopra individuata, in termini di giornate annue equivalen#. *** Con riferimento alle sudde$e macro aree aziendali, il quan#ta#vo di giornate di CIGS sopra indicato è distribuito come indicato nelle tabelle A, B, C e sarà a$ribuito, anche in modo non uniforme secondo le modalità illustrate e concordate. In considerazione di quanto sopra specificato, e prendendo a riferimento la sostenibilità economica dell'Azienda, la collocazione
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La riduzione potrà essere applicata anche su base oraria, salvo diverse ar#colazioni nell'ambito degli uffici anche locali.
Al personale distaccato presso altre società del Gruppo potrà essere applicato il quan#ta#vo di giornate assegnate presso la stru$ura/ente della società distaccante. *** Le Tabelle di seguito riportate evidenziano i quan#ta#vi di CIGS previs# all'interno delle singole Macro Aree. Tabella A - Macro Area 1: Aree Aziendali Corporate, Commerciale, Staff Opera#ons, Staff Ground ed area CAMO: l'en#tà complessiva di giornate di CIGS su base annua è ripar#ta nelle diverse stru$ure come specificato nella Tabella A. Tabella B - Area Aziendale 2: Ground Opera#ons: l'en#tà complessiva di giornate di CIGS su base annua è ripar#ta nelle diverse stru$ure come specificato nella Tabella B. Tabella C - Area Aziendale 3: Manutenzione: l'en#tà complessiva di giornate di CIGS su base annua è ripar#ta nelle diverse strutture come specificato nella Tabella C. *** L'Azienda, su richiesta delle OO.SS., si riserva la possibilità di valutare eventuali istanze di non opposizione al regime di CIGS a zero ore, provenien# da risorse eventualmente interessate, sulla base delle proprie esigenze tecnico/organizza#ve e in coerenza con il piano di riorganizzazione. In tal caso la distribuzione della CIGS, secondo quanto previsto dal presente accordo, verrà conseguentemente riproporzionata. *** Con il presente accordo le par# convengono che con decorrenza dalla data di a%vazione della CIGS viene defini#vamente superato il Contra$o di solidarietà so$oscri$o il 6 giugno 2013. Resta invece confermata la collocazione in CIGS di 575 unità del perso-
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nale di terra ai sensi di quanto previsto dagli accordi 4/11 marzo 2011. Fermo restando quanto sopra richiamato rispe$o alla individuazione delle modalità di a$uazione della presente intesa, le Par# s#pulan# il presente accordo sin d'ora definiscono l'opportunità di incontrarsi e con cadenza trimestrale, al fine di monitorare la distribuzione delle giornate in modo coerente sul personale interessato, evitando concentrazioni individuali nelle modalità di fruizione che dovranno risultare correlate alle esigenze opera#ve, fermo restando quanto sopra concordato rispe$o alla cd. "non opposizione". In caso di evoluzioni rilevan# dello scenario industriale di riferimento le Par# si incontreranno tempes#vamente per valutame l'impa$o sulla ges#one degli ammor#zzatori sociali a%va# con il presente accordo e per procedere con inecessari adeguamen#.
Con la presente intesa, le Par# si danno reciprocamente a$o di aver esperito e concluso con esito posi#vo la procedura di cui all'art. 2 D.P.R 218/20002, e di cui alla Legge 23luglio 1991, n. 223, come modificata dalla Legge 28 giugno 2012, n. 92 e sue ulteriori modificazioni. Le$o, confermato e so$oscri$o ALITALIA ALITALIA LOYALTY AIRONE CAI FIRST CAI SECOND
FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI UGLTRASPORTI
L'Azienda provvederà ad accelerare e ridurre i tempi tecnici minimi per l'invio al Ministero del Lavoro e all'INPS/Fondo Speciale citato delle istanze e comunicazioni necessarie all'approvazione dei tra$amen# di cui ai verbali in ogge$o.
VERBALE DI ACCORDO In data 13 febbraio 2014 si sono incontrate la Società Alitalia Compagnia Aerea Italiana S.p.A. (di seguito, Alitalia), anche in nome e per conto delle Società Air One S.p.A., CA.I. FIRST S.p.A., C.A.I. SECOND S.p.A. e le Segreterie Nazionali OO.SS. FILT- CGIL, FIT- CISL, UILTRASPORTI, UGLTRASPORTI PREMESSO CHE • Con accordo so$oscri$o in sede governa#va l'11 marzo 2011 ex l. 291/2004 e s.m.i., in recepimento dell'accordo aziendale s#pulato in data 4 marzo 2011, è stato definito l'accesso alla CIGS a zero ore, per la durata di 4 anni; con nuovo accordo so$oscri$o in sede governa#va il 28 dicembre 2012 ex l. 291/2004 e s.m.i. la CIGS di cui al precedente punto è stata estesa, per il PNC con qualifica di Assistente di Volo; • Pur in presenza degli strumen# sopra menziona#, il Gruppo Alitalia ha varato un nuovo programma di intervento, improntato ad una forte discon#nuità, indispensabile per garan#re l'equilibrio economico dell'a%vità e per tutelare la con#nuità aziendale e i livelli occupazionali; • in par#colare, il varo di de$o programma si è reso necessario, stante: o l'andamento economico fortemente nega#vo dell'anno 2013, che ha rappresentato il culmine della crisi congiunturale del Paese e dei suoi effe% sui volumi del trasporto aereo italiano; spor! dei Tra VOCE
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o la crisi di compe##vità dei ve$ori nazionali nei confron# di compagnie europee prevalentemente "low cost" che hanno sviluppato la loro presenza anche grazie ad asimmetrie concorrenziali derivan# da forme di finanziamento concesse a livello territoriale e dall'u#lizzo di anomali regimi norma#vi, contra$uali, previdenziali, fiscali e regolatori significa#vamente di miglior favore rispe$o a quanto previsto dall'ordinamento italiano; o l'impa$o dell'accresciuta compe##vità dell'offerta di servizi di trasporto ferroviario nei collegamen# nazionali. • L'Azienda - nel contesto qui descri$o - prevede la difesa della dimensione industriale della Compagnia, la revisione radicale dei principali fa$ori di costo, il rafforzamento del sostegno dei ricavi e della promozione commerciale, l'accentuazione dell'offerta su tra$e internazionali e intercon#nentali, il perseguimento di efficienze organizza#ve, al fine di raggiungere l'equilibrio economico e perseguire obie%vi di sviluppo e potenziale ampliamento della capacità offerta; • conseguentemente, in coerenza con le modifiche del network, ed al ne$o del personale navigante collocato in CIGS a zero ore, ai sensi degli accordi 4/11 marzo 2011 sopra cita# e del 28 dicembre 2012, è stata avviata una procedura di riorganizzazione con l'evidenza, nell'ambito del personale navigante, di un esubero complessivo (comprensivo della situazione di eccedenza di cui all'accordo CIGS del 28 dicem-
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bre 2012 - rotazione per ca. 32.000 giornate su base annua) di 801 unità così suddiviso: PNT 280 e PNC 521; • In data 28 gennaio 2014 la Società Alitalia – Compagnia Aerea Italiana S.p.A. (di seguito, Alitalia), anche in nome e per conto delle società Air One S.p.A., CAI FIRST S.p.A. e CAI SECOND S.p.A. ha comunicato l'intenzione di a%vare il Contra$o di Solidarietà Difensiva ai sensi della Legge n. 863/1984 per evitare la risoluzione delle sudde$e risorse in esubero. • Ferma restando la CIGS a zero ore di cui agli accordi 4/11 marzo 2011 e la CIGS a zero ore di cui all'accordo del 28 dicembre 2012 (28 unità PNT e 182 unità PNC), a$ribuita con il criterio di non opposizione ai sensi degli accordi cita#, con la presente intesa si intende superare la CIGS a rotazione per il Personale Navigante di Cabina di cui all'accordo 28 dicembre 2012, addivenendo ad un Contra$o di Solidarietà Difensiva per il Personale Navigante Tecnico e per il Personale Navigante di Cabina, al fine di tutelare i livelli occupazionali e le professionalità presen# nel Gruppo; • la Società, già prima della apertura delle presente procedura, ha avviato un percorso di condivisione del piano di riorganizzazione con tu$e le OO.SS.. A tal riguardo sono sta# già effettua# i seguen# incontri: o Presentazione delle linee complessive del piano, con illustrazione degli elemen# economici, commerciali, industriali ed opera#vi degli anni trascorsi e iden#ficazione delle quan#tà complessive di risorse umane coinvolte nella riorganizzazione (1.900 full #me equivalent aggiun#ve, tra personale di terra e di volo): in data 10 e 11 dicembre 2013; o approfondimento sugli impa% occupazionali ed organizza#vi derivan# dal Piano: 22 gennaio 2014; o personale di Terra: approfondimen# specifici del27 e 28 gennaio 2014. • il complesso degli interven# previs# è stru$urato nella prospe%va di affidare al Gruppo Alitalia, in sé considerato, una posizione compe##va nel mercato del trasporto aereo. Eventuali accordi con altri ve$ori potrebbero pertanto determinare l'opportunità di a%vare i confron# e gli approfondimen# tra le Par# necessari per l'aggiornamento delle linee e degli strumen# a%va# a$raverso il presente accordo; • Le par# si danno a$o della necessità di verificare congiuntamente le tendenze e gli andamen# complessivi di cara$ere produ%vo ed economico dell'azienda, al fine di valutare la possibile implementazione di azioni corre%ve. A tale scopo entro il mese di aprile, sarà formalizzato un ambito di confronto stru$urato, con modalità di funzionamento e periodi-
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cità da condividersi tra le Par# nei tempi su indica#, composto dalle OO.SS. FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI e UGLTRASPORTI e dalla Azienda come strumento di partecipazione dei lavoratori nella conoscenza delle scelte strategiche dell'Azienda, di contributo alle stesse nonché alle fasi di verifica e controllo sopra citate. Tu$o ciò premesso e considerato, si conviene quanto segue.
OCCUPAZIONE Fermo restando quanto sopra previsto, le Par# ritengono opportuno ado$are tempes#vamente quelle misure necessarie al riequilibrio economico ed alla sostenibilità industriale dell’impresa, che si affianchino a quelle già ado$ate a tutela dell'occupazione a par#re dal 2011, così come descri$e in premessa. Al fine di evitare la risoluzione di rappor# di lavoro del personale navigante le Par# condividono di a%vare con il presente accordo il contra$o di solidarietà difensiva. Pertanto, con la so$oscrizione del presente accordo si conviene: a) di confermare la validità e l'a$ualità dell'ambito di applicazione della CIGS di cui agli accordi del 4-11 marzo 2011 e del 28 dicembre 2012 confermando la collocazione in CIGS a zero ore delle risorse; b) di procedere alla cessazione in data 28 febbraio 2014 (ul#mo giorno di efficacia) del modulo di CIGS a%vato in regime di rotazione per il PNC con qualifica di Assistente di Volo di cui all'accordo in sede governa#va del 28 dicembre 2012, per un totale di ca. 32.000 giornate su base annua per qualifica Assistente di Volo; c) contestualmente, e dunque con decorrenza dal 1° marzo p.v., si conviene, a fronte del grave deterioramento della situazione aziendale, di fare ricorso allo strumento della solidarietà per il personale navigante, al fine di accompagnare la realizzazione degli interven# di cui in premessa, evitando l'adozione di misure espulsive per un numero complessivo di 801 (PNT 280, di cui Comandan# 136 unità, Pilo# 144 unità); PNC 521, di cui AVR 25 unità, AVR2 72 unità e AV 424; d) in tal senso le Par# convengono di ricorrere al contra$o di solidarietà, il cui scopo resta quello di evitare la risoluzione di rappor# di lavoro, per la durata di 24 mesi, eventualmente prorogabile. La riorganizzazione è, altresì, accompagnata da un complesso piano di inves#men# in tu$e le aree aziendali, il cui volume complessivo, nel biennio 2014-2015 è in incremento rispe$o agli anni trascorsi, ricomprendendo in tali inves#men# anche le inizia#ve forma#ve rivolte al personale in solidarietà. In tal senso, le Par# confermano l'opportunità di rendere disponibile un nuovo di
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piano di formazione, non stre$amente tecnica, da fruire anche durante le giornate di riduzione. Le Par# si incontreranno entro la fine del corrente mese per definire quanto sopra. *** Al fine di evitare la risoluzione dei rappor# di lavoro del personale navigante in esubero, la solidarietà troverà applicazione con modalità di seguito specificate per ciascuna categoria nell'ambito del personale in organico opera#vo. ***
Ambito di applicazione del contra$o di solidarietà Le disposizioni del presente accordo si applicano, nell'ambito delle previsioni norma#ve vigen#, a tu$o il personale navigante a tempo indeterminato dipendente dalle società Alitalia-CAI, CAI First, CAI Second, Air One, ivi compreso il personale con contra$o a tempo parziale, il cui numero di giornate di solidarietà sarà dire$amente riproporzionato. Le risorse potenzialmente coinvolte nel regime di solidarietà sono pari a 4.946, corrisponden# all’intero organico di personale navigante in forza. La riduzione oraria di cui al presente accordo riguarderà solo il PN assegnato in a%vità opera#ve inserito nei turni. *** Personale Navigante Tecnico In coerenza con il numero degli esuberi dichiara#, per il PNT la riduzione complessiva media è pari a 5 giornate pro capite su base mensile, corrispondente a ca. il 25% sulla prestazione mensile contra$ualmente dovuta, nel rispe$o delle ar#colazioni di seguito specificate. La misura media complessiva della riduzione mensile dell'orario di lavoro è la seguente: • MEDIO RAGGIO CAI, CAI FIRST, CAI SECOND, n. 4 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo ed i differen# COA, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento. • MEDIO RAGGIO AIRONE, n. 3,5 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento.
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• LUNGO RAGGIO CAI n. 7,5 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento. Il personale dipendente da società del Gruppo coinvolte nel processo di solidarietà che opera in regime di distacco opererà secondo quanto previsto nell'Azienda distaccataria/se$ore di appartenenza. Per il personale part-#me il numero di giornate di solidarietà sarà dire$amente riproporziona to. Personale Navigante Di Cabina In coerenza con il numero degli esuberi dichiara#, per il PNC la riduzione complessiva media è pari a 5 giornate pro capite su base mensile, corrispondente a ca. il 25% sulla prestazione mensile contra$ualmente dovuta, nel rispe$o delle ar#colazioni di seguito specificate. La misura media complessiva della riduzione mensile dell'orario di lavoro è la seguente: • AV CAI, CAI FIRST, CAI SECOND, n. 5 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volume di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni eli a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo ed i differen# COA, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento. • AV AIR ONE, n. 4 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni IATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento. • AVR2 CAI, CAI FIRST, CAI SECOND, n. 3 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo ed i differen# COA, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento. • AVR2 AIR ONE, n. 3 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento.
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• AVR CAI, n. 4 giornate medie mensili pro capite. Tale riduzione sarà mensilmente susce%bile di variazione, tenuto conto dei diversi volumi di a%vità dis#n# nelle stagioni lATA, ed alle diverse distribuzioni di a%vità tra le basi opera#ve del Gruppo ed i differen# COA, in incremento fino ad un massimo di giornate mensili pari a 13, o in decremento. Il personale dipendente da società del Gruppo coinvolte nel processo di solidarietà che opera in regime di distacco opererà secondo quanto previsto nell'Azienda distaccataria/se$ore di appartenenza.
Le Par# si impegnano a so$oscrivere in sede ministeriale il contenuto della presente intesa.
Allega! Allegato A: elenco nomina#vo dei lavoratori appartenen# alla categoria PNT interessa# dall'applicazione del regime di solidarietà, so$oscri$o dai rappresentan# delle OO.SS. e delle imprese. Allegato B: elenco nomina#vo dei lavoratori appartenen# alla categoria PNC interessa# dall'applicazione del regime di solidarietà, so$oscri$o dai rappresentan# delle OO.SS. e delle imprese.
Per il personale part-#me il numero di giornate di solidarietà sarà dire$amente riproporzionato. Gruppo ALITALIA-CAI
NORME FINALI I nomina#vi del personale interessato alla riduzione di orario di cui al presente accordo - ad eccezione del personale in ClGS a zero ore (vedi sopra) - sono riporta# negli elenchi allega# (All. # A e B) al presente accordo di solidarietà, che ne cos#tuisce parte integrante e verranno comunica# agli en# competen#..
FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI UGLTRASPORTI
Nel rispe$o dei limi# quan#ta#vi di cui al presente accordo le giornate di solidarietà verranno comunicate con la programmazione mensile delle a%vità di volo. Fermo restando quanto sopra richiamato rispe$o alla individuazione delle modalità di a$uazione della presente intesa, le Par# s#pulan# il presente accordo sin d'ora definiscono l'opportunità di incontrarsi e con cadenza trimestrale, al fine di monitorare la distribuzione delle giornate di solidarietà in modo coerente sul personale interessato, evitando concentrazioni individuali nelle modalità di fruizione che dovranno risultare correlate alle esigenze opera#ve. Le Par# convengono di fissare il termine iniziale di decorrenza del contra$o di solidarietà come stabilito dal presente accordo e quindi di piena opera#vità della presente intesa, alla data del l 0 marzo 2014; il termine finale della solidarietà resta fissato al29 febbraio 2016. Durante il periodo di vigenza della solidarietà tu% gli is#tu# legali e contra$uali e gli elemen# retribu#vi fissi e variabili dire%, indire% e differi# (es. 13ma mensilità, 14ma mensilità) corrispos# dalle Aziende ai lavoratori interessa# saranno proporzionalmente rido% - come previsto dalle vigen# disposizioni in materia - in base alle giornate/ore di effe%va prestazione, ferma restando l'eccezionalità sopra richiamata. L'Azienda provvederà ad accelerare e ridurre i tempi tecnici minimi per l'invio al Ministero del Lavoro e all'INPS/Fondo Speciale citato delle istanze e comunicazioni necessarie all'approvazione dei tra$amen# di cui ai verbali in ogge$o.
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Arnaldo Neri e Maurizio Diamante
Un futuro di legalità per la logistica Il Coordinatore nazionale della Fit per l’Autotrasporto-merci Logistica Arnaldo Neri e Maurizio Diamante spiegano le prospettive aperte dall’accordo sulla legalità appena firmato da parti sociali e datoriali
Il 13 febbraio 2014 è stato so$oscri$o un documento che vuole regolarizzare il mondo degli appal# della logis#ca. Si tra$a di un accordo che riteniamo importante, perché si prefigge di modificare attraverso accordi aziendali il tessuto degenerato delle terziarizzazioni nell’area delle “ribalte”. «La volontà delle par# – ha spiegato Pasquale Paniccia, Segretario nazionale della Fit – è di inver#re questa deriva nega#va. Quindi è assolutamente necessario avspor! dei Tra VOCE
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viare, per mezzo di questo nuovo modello di contra$azione, un processo che por# nel se$ore una maggiore estensione dei diri% e delle tutele dei lavoratori e una migliore qualificazione delle a%vità d’impresa, a$raverso percorsi che garan#scano rappor# di lavoro con personale dipendente e stabile, che avrà migliori condizioni salariali e norma#ve rispe$o alle a$uali». Siamo par## da Chia 2013, quando nella relazione congressuale il nostro Segretario
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generale aveva evidenziato e denunciato la degenerazione dell’area della terziarizzazione - dove per terziarizzazione si intende tu$o quel mondo riguardante la ges#one degli appal#, concessi da grandissime società, di cui molte mul#nazionali, operan# nel mondo della logis#ca e della grande distribuzione. I gestori dei magazzini sono delle aziende in maggior parte coopera#ve le quali, a$raverso la compressione dei salari e delle condizioni del lavoro, hanno fa$o deflagrare questo si-
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stema che rischia di diventare incontrollabile. Oggi le aziende commi$en#, che hanno una percentuale di lavoratori dire% rispe$o a quelli terziarizza#, cercano di aumentare i profi% e competere tra loro scaricando tu% gli effe% nega#vi sul costo del lavoro. Infa% ques# lavoratori sono per la maggior parte stranieri, molte volte ancora uni# tra loro con lo scopo di auto tutelarsi fino a conservare usi e costumi dei propri Paesi, assun# con le più svariate #pologie contra$uali: dai soci subordina# ai lavoratori a proge$o alle par#te iva, per finire alle associazioni in partecipazione. Pra#camente una giungla. In questo contesto sono nate società che, spesso con infiltrazioni criminali, aprono e cessano le loro a%vità in tempi molto rapidi dopo avere creato forme di caporalato teso al rica$o (permesso di soggiorno) e allo sfru$amento dell’immigrato. La situazione è peggiorata per il proliferare di consorzi ai quali vengono affida# appal# basa# esclusivamente sul minimo ribasso, che a loro volta perpetuano la filiera ribassando ancor di più la tariffa, quindi determinano un mercato privo di regole basato sulla concorrenza sleale tra le società, con ricorren# dumping contra$uali e sociali che hanno strozzato il sistema. Questa è la situazione a$uale. Quindi questo accordo che le par# hanno so$oscri$o è un documento importante, perché in una logica di internalizzazione e stabilizzazione si vuole promuovere la legalità e la trasparenza dei rappor# di lavoro. È necessario intervenire negli appal# dei magazzini e delle ribalte per contrastare il decadimento del processo produt#vo e delle condizioni del lavoro, rilanciando relazioni sindacali a tu% i livelli e monitorando costantemente quest’area merceologica. Oggi, nella logis#ca, è stato stravolto il modo tradizionale di fare cooperazione, quella che avevamo imparato a conoscere e apprezzare dalla sua nascita. La degene-
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razione degli appal# ha reso la cooperazione cosidde$a spuria uno degli strumen# più a rischio di pericoli di infiltrazioni malavitose e, in mol# casi, oggi gran parte di queste coopera#ve sono tra le più illegali di tu$o il territorio nazionale. Di fa$o il sistema è ormai al collasso; tu% abbiamo capito di dover modificare strutturalmente questa a%vità terziarizzata. Come so$olineato al Congresso dal nostro Segretario generale, è da molto tempo che ci siamo pos# l’obie%vo di normalizzare quest’area produ%va, sapendo che si sarebbero resi necessari interven# importan# e stru$urali per migliorare le condizioni dei lavoratori, evitando che il solo cavalcare il malcontento, senza un obie%vo stru$urale preciso, rischi di complicare i problemi di fondo. L’accordo quadro da noi so$oscri$o è una delle risposte che può iniziare ad arginare quanto descri$o, che ci perme$e di far rispe$are le regole all’appaltante e all’appaltatore e che ridarà dignità a quei lavoratori considera# fino ad oggi di categoria diversa, per non dire inferiore, ed evitare che gli appal# vengano assegna# col solo criterio del minimo ribasso. Certo è un impegno difficile da mantenere e probabilmente di non immediata realizzazione, ma da effe$uare a tu% i cos#. Infa% la fase applica#va sarà molto delicata. Ma sarà uno dei modi più importan# per aggredire tale devastazione con la massima decisione e volontà. Va ricordato che nei prossimi giorni si svolgerà presso il Ministero del Lavoro un incontro con all’ordine del giorno la legalità nel sistema degli appal# in Italia. Al tavolo saranno presen#, oltre a Confetra, che è la confederazione datoriale che associa le grandi mul#nazionali commi$en#, le organizzazioni sindacali confederali e di categoria con le confederazioni delle coopera#ve che, va ricordato, non hanno ancora so$oscri$o il rinnovo del ccnl avvenuto il 1 agosto 2013.
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Una considerazione da ritenersi importante è, senza alcun dubbio, quella riferita alla catena degli appal#. Le a%vità terziarizzate avranno un affidamento dire$o, limitato quindi ad un solo passaggio di appalto. In presenza di stru$ura consor#le l’a%vità potrà essere affidata ad una singola impresa/coopera#va consorziata. Nell’ambito di questa considerazione, l’obie%vo delle par# è stato quello di individuare meccanismi per realizzare rappor# di lavoro dipendente che, all’interno dell’organizzazione del lavoro, diano la necessaria flessibilità ed efficienza rendendo produ%va ed efficace la risposta alle esigenze del mercato. Sulla base di quanto sopra de$o gli accordi saranno aziendali e, fermo restando l’applicazione del ccnl della Logis#ca, Trasporto Merci e Spedizione, saranno applicate le opportune flessibilità. Gli accordi di stabilizzazione, avranno una durata triennale, durante la quale saranno svol# momen# di verifica. È importante rilevare che le organizzazioni sindacali. dovranno essere convocate congiuntamente e unitariamente sia a livello nazionale che regionale. Gli Accordi che verranno so$oscri% dovranno essere deposita# presso l’Osservatorio in seno ad Ebilog. Questa intesa è aperta a tu$e le associazioni firmatarie del contra$o che ne condividano lo spirito ed il fine sociale e produ%vo. Conclude il Segretario nazionale Paniccia: «Questo è un importante primo passo in avan# in un comparto par#colarmente difficile. Tu$avia, siamo convin# che sia necessario garan#re delle regole in questo mondo degli appal#, al fine di tutelare meglio i lavoratori».
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L’Accordo integrale Addì 13 febbraio 2014 in Roma presso il Ministero del Lavoro in occasione dell'insediamento del Tavolo della Legalità presieduto dal So$osegretario Carlo Dell'Aringa tra FEDIT assis!ta dalla CONFETRA e FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI sono state so$oscri$e le seguen# "Linee guida per la realizzazione di un nuovo modello per il lavoro delle ribalte" PREMESSA PER REGOLAMENTARE, ATTRAVERSO UN NUOVO MODELLO, IL LAVORO SULLE RIBALTE. Le par# condividono la necessità di intervenire nel se$ore degli appal# dei magazzini e delle ribalte, per contrastare la degenerazione del processo produ%vo e delle condizioni del lavoro, rilanciando le relazioni industriali a livello nazionale e regionale. Le Par# si impegnano a valorizzare ed estendere la contra$azione aziendale. In quel se$ore si registra un crescendo di confli$ualità fuori controllo, con fenomeni di illegalità diffusa, susce%bili di strumentalizzazioni di varia natura. Le par# constatano come la degenerazione dello strumento degli appal#, a fronte di una tensione sociale giunta in cer# casi a livelli intollerabili, s#a in defini#va provocando da una parte il peggioramento delle condizioni dei lavoratori e dall'altra uno scadimento delle qualità del processo produ%vo. Per contribuire ad inver#re questa deriva nega#va, le par# ritengono u#le avviare per mezzo della contra$azione un processo che por# nel se$ore una maggiore garanzia dei diri% e delle tutele dei lavoratori ed una migliore qualificazione delle a%vità d'impresa, a$raverso percorsi di internalizzazione e processi di stabilizzazione dei rappor# di lavoro. Per stabilizzazione si intende la scelta ado$ata dalle imprese, comprese quelle in forma coopera#va che siano in regola con gli adempimen# contribu#vi, retribu#vi e fiscali, di instaurare rappor# di lavoro con personale dipendente e stabile, per l'applicazione della presente intesa. Le par#, a$raverso le presen# linee guida, intendono realizzare gli obie%vi sopra menziona# con intese sperimentali a livello aziendale che dovranno essere coeren# con le opportunità generate dalle misure incen#van# la produ%vità e la compe##vità, previste dalle norma#ve vigen# in materia. Le Par# firmatarie della presente intesa si impegnano ad effet-
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tuare confron# periodici per verificare la concreta realizzazione degli obie%vi concorda#. Le a%vità terziarizzate avranno un affidamento dire$o e quindi limitato ad un solo passaggio di appalto. In presenza di stru$ura consor#le l'a%vità potrà essere affidata ad una impresa/coopera#va consorziata. Le presen# linee guida potranno essere condivise anche da altre associazioni datoriali firmatarie del vigente CCNL logis#ca, trasporto merci e spedizione.
LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO MODELLO PER IL LAVORO DELLE RIBALTE Premesso che 1. è obie%vo condiviso dalle par# s#pulan# il presente Accordo individuare meccanismi di incen#vazione per le imprese, anche in forma coopera#va, in grado di favorire la scelta del ricorso a rappor# di lavoro dipendente per il personale di ribalta; 2. l'a%vità delle moderne imprese, anche in forma coopera#va deve poter contare su un'organizzazione del lavoro flessibile ed efficiente in grado di garan#re la produ%vità necessaria per rispondere efficacemente alle esigenze del mercato;
si conviene che • a livello aziendale potrà essere negoziato il presente modello per il personale di ribalta nell'area di lavoro dipendente sogge$o al CCNL logis#ca, trasporto merci e spedizione con modalità tali da controbilanciare la maggiore tutela dei lavoratori interessa# con la necessaria flessibilità che questo nuovo asse$o organizza#vo comporta per le imprese; • In par#colare, ferma restando l'applicazione del citato CCNL, in presenza dei processi di stabilizzazione e di internalizzazione, le par# convengono che il negoziato aziendale si potrà svolgere nei termini del presente accordo quadro. • Quanto all'orario di lavoro si conviene che la durata dell'orario normale è di 39 ore se%manali. I ROL e le ex fes#vità verranno sos#tui# con diverse modalità di pagamento che saranno definite nell'ambito di specifici accordi che is#tuiscano un Premio di Risultato, ovvero a$raverso la definizione di di-
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verse modalità di fruizione. L'orario di lavoro se%manale, distribuibile dal lunedì al sabato, viene determinato come media su un arco temporale di 6 mesi e la prestazione lavora#va giornaliera sarà ar#colata con un minimo di 4 ore ed un massimo di 10 ore, con il nastro lavora#vo giornaliero non superiore a 13 ore. Non si darà luogo al pagamento di alcuna maggiorazione per le ore prestate di sabato quando la prestazione è nel normale orario di lavoro se%manale; le modalità opera#ve saranno comunicate preven#vamente alle OO.SS. firmatarie la presente intesa. • Si conviene una ulteriore modalità di part #me la cui durata minima della prestazione ordinaria potrà essere di 16 ore set#manali, con una prestazione minima di 4 ore giornaliere consecu#ve. Resta ferma l'applicazione delle clausole elas#che e flessibili che devono essere comunicate al lavoratore con un preavviso di almeno 11 ore prima della prestazione lavora#va. Le clausole elas#che e flessibili potranno essere disde$ate soltanto a$raverso un accordo scri$o tra azienda e lavoratore. Le prestazioni lavora#ve rese secondo modalità elas#che potranno superare in ogni anno solare il limite complessivo procapite del 20% della prestazione concordata, con un massimo che potrà essere definito a livello aziendale. Le modalità opera#ve saranno comunicate preven#vamente alle OO.SS. firmatarie la presente intesa.
zione; le par# firmatarie confermano quindi che la diminuzione del fenomeno rientra tra gli obie%vi della loro azione; pertanto, laddove a livello aziendale si riscontrasse che le assenze per mala%a raggiungono sia a livello individuale che di singola unità produ%va livelli da incidere nega#vamente sulla normale organizzazione del lavoro, al di fuori delle assenze per mala%e gravi, le par# individueranno, nell'ambito di specifici accordi aziendali, le misure e gli strumen# finalizza# a ridurre tale fenomeno. • Gli accordi aziendali di stabilizzazione avranno durata triennale ed in ogni caso, per tu$e le #pologie di accordo previste nella presente intesa, vale il principio dell'ultra%vità. • Per la loro validità, oltre che dalle imprese interessate, gli accordi di stabilizzazione/internalizzazione dovranno essere sottoscri% dalle par# firmatarie la presente intesa, intendendosi, per la parte sindacale, le competen# stru$ure nazionali e regionali firmatarie il vigente CCNL, che dovranno essere convocate congiuntamente ed unitariamente. • I prede% accordi aziendali dovranno essere deposita# presso l'Osservatorio cos#tuendo in seno ad EBILOG.
FEDIT assis#ta dalla CONFETRA
• Quanto alla reperibilità si conviene che i lavoratori assun# in a$uazione del presente Accordo saranno tenu# ad essere reperibili in ore non lavora#ve per sopperire ad esigenze aziendali, secondo modalità da definire a livello aziendale, compresa la rotazione tra il personale e l'ammontare di una specifica indennità; i lavoratori non possono rifiutarsi, salvo gius#ficato impedimento, di rispondere alle chiamate; i periodi di reperibilità saranno comunica# al lavoratore ad inizio di ogni mese. •
FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI
Quanto all'inquadramento contra$uale si conviene che il personale neo assunto adde$o alla movimentazione merci sarà inquadrato, per effe$o degl' accordi aziendali previs# dalle presen# linee guida, al livello 6°J per quanto riguarda il profilo di "a%vità manuali di carico e scarico merci-facchino"; al livello 6° per quanto riguarda il profilo di "facchino qualificato". Le modalità opera#ve saranno comunicate preven#vamente alle OO.SS. firmatarie la presente intesa. Il lavoratore, trascorso un periodo di 24 mesi decorren# dalla data di assunzione, verrà inquadrato nel livello contra$uale di corrispondenza professionale.
• Quanto alla mala%a, le par# firmatarie dell'accordo riconoscono che i livelli anomali di assenze improvvise e non pianificate sono tra le cause che incidono nega#vamente sull'organizzazione produ%va, sull'efficienza e sulla compe##vità delle aziende e, di conseguenza, sulla stessa occupa-
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Marino Masucci
Quale sicurezza nelle autostrade? Marino Masucci, Coordinatore nazionale Fit per le Autostrade, spiega le iniziative unitarie a tutela della sicurezza di lavoratori e utenti Il 12 febbraio si è svolta a Roma un’assemblea unitaria di tu$e le rsa unitamente ai rls per affrontare l’importante problema#ca della viabilità autostradale nel gruppo Autostrade per l’Italia. La ques#one, che dura ormai da diversi mesi, ha visto il sindacato par#colarmente impegnato con azioni di sciopero e con proteste diffuse in tu$e le realtà produ%ve; la decisione aziendale, unilaterale, di organizzare le pa$uglie della viabilità autostradale con un singolo operatore, con tu$e le conseguenze che si riferiscono alla sicurezza dei lavoratori e degli uten# autostradali, ha determinato da parte del sindacato la necessità di predisporre una strategia di risposta il più possibile efficace e immediata. Dopo aver consultato il collegio dei legali delle tre federazioni nazionali di se$ore e aver appreso che il contrasto ex art. 28 fosse non proprio certo in termini di realizzazione, abbiamo deciso di comune accordo di avvalerci della consulenza degli esper# delle tre Confederazioni Cgil, Cisl e Uil. Il servizio di viabilità, dopo anni di sperimentazione, ha trovato un suo importante sviluppo all’interno di un protocollo d’Inspor! dei Tra VOCE
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tesa so$oscri$o da Ministero degli Interni e Aiscat nel 1998, all’interno del quale erano descri$e le mansioni degli ausiliari della viabilità autostradale e l’organizzazione del servizio, che cos#tuisce un importante presidio per la sicurezza e l’assistenza dell’utenza autostradale.
rienza tu$’altro che facile ma, in soccorso alle posizioni espresse dal sindacato, è intervenuto un importante provvedimento legisla#vo, un decreto interministeriale Ministero dei Traspor#, del Lavoro e della Salute – che ha codificato in maniera inequivocabile l’a%vità dei lavoratori impegna# su strade e autostrade alla presenza di traffico veicolare. Dopo mesi di confronto tra esper# del sindacato - per la Cisl la do$oressa Cinzia Frascheri, responsabile confederale per la Sicurezza del Lavoro - ed esper# della Società Autostrade si è ormai arriva# a una fase di stallo.
Dopo anni di crescita dimensionale degli organici e d’interessan# sperimentazioni, come per esempio la scorta ai transi# eccezionali, a causa della diminuzione del traffico e degli inciden#, la società Aspi ha pensato bene di riorganizzare il servizio prevedendo il dimezzamento delle squadre e dei presidi. Riuscire a conciliare la libertà d’impresa di organizzazione con la tutela dei lavoratori e degli uten# si è dimostrata un’espe-
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Il sindacato sos#ene che il decreto, intervenuto dopo la decisione aziendale unilaterale, ha in sostanza definito con chiarezza cosa può e sopra$u$o cosa non può fare l’operatore singolo e ha quindi chiesto di rivedere il manuale opera#vo a suo tempo predisposto dall’azienda; l’azienda dal canto suo ri#ene le proprie procedure opera#ve conformi, tranne qualche aggiustamento al de$ato norma#vo. Le tre Federazione dei Traspor# con#nuano quindi a lavorare per superare un vulnus relazionale che ha scarsi preceden# nel comparto autostradale.
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A Strasburgo grande manifestazione contro il IV Pacchetto ferroviario
Prosegue il braccio di ferro di E) con le is#tuzioni europee impegnate nella scri$ura del IV Pacche$o ferroviario. La voce della contrarietà alle proposte di modifica, in votazione al Parlamento europeo, è stata amplificata dalla grande manifestazione tenutasi il 25 febbraio, davan# alla sede di Strasburgo. Da tu$a Europa numerose e nutrite delegazioni di sindaca# affilia# ad E), assieme a mol# lavoratori francesi e tedeschi hanno rimarcato le ragioni della protesta: contro l’ulteriore liberalizzazione e frammentazione delle ferrovie; per il mantenimento dei diri% e delle condizioni dei lavoratori quale prerequisito per la sicurezza e il buon funzionamento del sistema ferroviario e per servizi di alta qualità; per difendere il servizio ferroviario pubblico. La dimostrazione è servita anche a fare ulteriore pressione sugli europarlamentari ricordando loro la prossima scadenza elettorale.
Il perché dell’invito ad agire Il Parlamento ha compiuto un importante passo votando in prima le$ura i tes# che modificano le sei dire%ve che compongono il IV Pacche$o. Prendono così forma le decisioni di uno dei due legislatori europei (l'altro è il Consiglio dei Ministri dei Traspor#). Ricordiamo che la procedura di co-decisione dell'Ue, per rendere defini#vi i provvedimen#, prevede il passaggio di più le$ure dei provvedimen# sia in Parlamento che nel Consiglio. Questo primo voto è molto importante perché definisce la posizione del Parlamento europeo nei futuri negozia# con il Consiglio. Solo dopo l’approvazione finale le dire%ve divente-
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ranno obbligatorie per tu% i Paesi dell'Ue (e per i Paesi candida# a entrare) definendo il nuovo quadro di riferimento norma#vo per tu$e le ferrovie europee nonché le conseguenze per i lavoratori del se$ore.
La posta in gioco Nell’ambito del pilastro poli#co del IV Pacche$o, la Commissione Europea propone la completa apertura al mercato del trasporto ferroviario e l’inserimento misure più restri%ve che me$ono in pericolo l’attuale organizzazione in forma integrata delle holding ferroviarie. La Commissione traspor# del Parlamento europeo ha parzialmente alleggerito le posizioni della Commissione pur sostanzialmente confermandone l’approccio, come emerso durante la votazione del 17 dicembre 2013, che prevede: la liberalizzazione del trasporto ferroviario nazionale passeggeri e in par#colare per i servizi ad alta velocità (libero accesso, liberalizzazione); la promozione e la facilitazione della concorrenza nei servizi di trasporto pubblico ferroviario, a$raverso: la frammentazione degli ambi# territoriali da me$ere a gara; l’u#lizzo del materiale rotabile per mezzo del trasferimento del rischio finanziario sulle autorità pubbliche; l’applicazione di condizioni più restri%ve per il ricorso agli affidamen# dire% dei servizi che saranno, successivamente, emanate dalla Commissione; l’ulteriore separazione dei gestori dell'infrastru$ura dalle imprese ferroviarie imponendo maggiori restrizioni norma#ve per le a$uali holding ferroviarie. Un aspe$o posi#vo della votazione, del 17
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Dicembre 2013, è risultato il rafforzamento delle tutele sociali. La Commissione Traspor# del Parlamento europeo ha reso obbligatorio, per le autorità che definiscono gli obblighi di servizio pubblico, l’inserimento di norme che impongono clausole sociali a garanzia del personale che sarà coinvolto nel cambio dell’operatore nell’ambito delle procedure di gara d’appalto. Aspe$o molto nega#vo è invece l’introduzione dei servizi minimi in caso di sciopero anche nei Paesi dove non è previsto.
Le conseguenze per i lavoratori delle ferrovie Con l'estensione della concorrenza nel trasporto ferroviario di passeggeri nazionale e il frazionamento delle rimanen# società integrate, il processo di priva#zzazione incrementerà la pressione per tagliare i cos# e si aggraveranno le già note conseguenze quali: riduzione del numero dei dipenden#; aumento dell’outsourcing e del subappalto dei servizi; aumento dell’occupazione precaria; aumento dell’u#lizzo dei lavoratori in somministrazione; intensificazione dei carichi e della pressione sul lavoro; aumento degli orari di lavoro flessibili, dello spezze$amento dei turni di lavoro, del ricorso al lavoro straordinario. Ciò inevitabilmente comprome$erà la si-
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curezza e la qualità dei servizi. La concorrenza, il libero accesso al trasporto passeggeri significa lasciare le linee più reddi#zie nelle mani dei soli# no# che, spingendo verso il basso i prezzi, me$eranno in serio pericolo le condizioni di lavoro sia per i dipenden# del nuovo operatore che per quelli del vecchio: entrambi dovranno fare profi%. I manca# ricavi dei gestori di re# più vaste comprome$eranno la possibilità di compensare i minori introi# sulle linee meno frequentate o di proporre scon# sulle altre linee. Gli uten# potranno avere dei vantaggi solo sulle linee più frequentate e reddi#zie, mentre dovranno pagare di più per u#lizzare gli stessi servizi nei territori periferici e meno servi#. Il ricorso alle procedure di gara per assegnare i servizi invece degli affidamen# dire% porterà a for# ribassi che saranno scarica# sul fa$ore lavoro. Ci sarà un calo dell’occupazione, sopra$u$o tra il personale di bordo e mobile, oltre a un aumento del precariato. La figura del ferroviere come la conosciamo oggi è in serio pericolo di es#nzione. La Commissione Traspor# del Parlamento europeo ha ammesso l’esistenza di tali effe% e ha ado$ato una disposizione che obbliga le autorità competen# a fissare clausole sociali che obbligano il nuovo operatore ad assumere il personale interessato al cambio di gestore. Abbiamo for# dubbi sull’effe%vo rispe$o di queste regole. Per quanto riguarda le imprese ferroviarie integrate, emerge chiaramente l’idea che la separazione dal ges#one delle infraspor! dei Tra VOCE
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stru$ure separata garan#rebbe meglio la concorrenza, anche se sarà consen#ta l’esistenza di holding ferroviarie ma a costo di soggezioni norma#ve che sostanzialmente le renderanno inu#li. Chi ne farà le spese saranno i ferrovieri: sarà più difficile assicurare una protezione sociale sopra$u$o per il personale dell’esercizio che risulterà inidoneo; sempre più difficoltoso risulterà mantenere o migliorare le condizioni di u#lizzo dei lavoratori del se$ore.
genze specifiche dei loro ci$adini e dei territori;
Le richieste del sindacato al Parlamento Europeo
il ricordarsi che i servizi ferroviari sono pubblici!
Le richieste da noi avanzate sono le seguen#:
L’azione sindacale
Il rige$o della proposta di liberalizzazione dei servizi nazionali di trasporto ferroviario dei passeggeri; di respingere la separazione tra i gestori dell'infrastru$ura e le imprese di trasporto e di mantenere l’organizzazione di imprese integrate;
di assicurare il mantenimento dei diri% e delle condizioni dei lavoratori quale prerequisito per il buon funzionamento del sistema ferroviario e per servizi di alta qualità; di non toccare il diri$o di sciopero, eliminando l'introduzione di servizi minimi in caso di sciopero;
La prima le$ura in Parlamento non significa che non si possano apportare modifiche. A Strasburgo è andato in scena solo il primo a$o di una mobilitazione che con#nuerà incessantemente: non c’è alcuna intenzione di diminuire la pressione sulle is#tuzioni incaricate di legiferare in materia.
di consen#re agli Sta# membri il diri$o di organizzare i servizi di trasporto pubblico nel modo migliore considerando le esi-
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Remo Di Fiore
Le flotte del Nord Europa alla ricerca di aiuti di Stato Dopo aver fa$o un’opposizione velata ma nei fa% sostanziale agli aiu# di Stato a sostegno dell’armamento così come configura# a livello di Unione europea, oggi i sindaca# Nordeuropei e gli armatori in par#colare di Svezia e Norvegia hanno modificato completamente la loro posizione. Infa% si stanno a%vando affinché le loro flo$e possano beneficiare di interven# a sostegno come quelle dei Paesi del Sud Europa. Inizialmente pensavano che la crisi non avrebbe messo in ginocchio i loro traspor# mari%mi, ma soltanto quelli dei Paesi del Sud Europa e quindi, a$raverso una poli#ca di dumping, avevano ipo#zzato l’acquisizione di maggiori quote di mercato. Il fenomeno ha toccato in par#colare la Svezia, dove le 240 navi che nel 209 erano in bandiera nazionale sono scese a 100. La flo$a norvegese sta vivendolo stesso dato di crisi me$endo in difficoltà i 100.000 norvegesi che operano nel cluster marit#mo e riducendo i 15 miliardi di sterline che l’a%vità mari%ma produce per l’economia di quel Paese. Il sindacato dei mari%mi svedesi Seko, che è affiliato al sindacato dei servizi e delle comunicazioni, sta fortemente mobilitandosi affinché lo Stato intervenga a sostegno del trasporto mari%mo. In quel paese l’85 per cento del traffico non nazionale avviene via mare e giornalmente 300 navi mercan#li ormeggiano nei por# svedesi. Stranamente dal punto di vista del controllo la flo$a svedese ha visto un aumento nell’ul#mo anno del 3% della capacità di trasporto, ma sfortunatamente questo sviluppo ha riguardato navi che
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non sono in bandiera nazionale. In effe%, la flo$a svedese ha seguito l’andamento di altre flo$e comunitarie. Nel 1921 questo Paese contava in bandiera nazionale 2790 navi ges#te da 1600 compagnie di navigazione. Nel 1970 le navi erano scese a 800, nel 2000 a 250 e nel 2009 a circa 100. Gli armatori svedesi hanno chiesto al sindacato di abbandonare le condizioni contra$uali in a$o per salari e condizioni più basse chiedendo nel contempo l’is#tuzione di un secondo registro. Le navi che hanno abbandonato la bandiera svedese si sono trasferite so$o il territorio autonomo danese delle isole Faroe che non fa parte dell’unione Europea. Altre navi si sono mosse verso la bandiera finlandese per beneficiare del sistema della tonnage tax. In tu% ques# processi il sindacato norvegese SEKO ha perso 1000 degli 8000 iscri% e pensa che a breve il numero scenda ulteriormente a 3000. A #tolo di esempio diciamo che la Viking Line ha passato il traghe$o Viking XPRS in bandiera estone, risparmiando circa qualche milione di euro all’anno sulla ges#one.
stere passivamente alla lenta sparizione di una flo$a nazionale. È chiaro quindi che l’idea che ques# due Paesi potessero beneficiare in qualche modo della crisi del trasporto mari%mo nei Paesi del Sud Europa è risultata perdente e ora in tu$a fre$a cercano soluzioni a$raverso la creazione di un registro internazionale e l’introduzione della tonnage tax. Anche sul versante sindacale, in sede E) e I), si sono avver## dei cambiamen# nei nostri colleghi che sino a ieri pensavano non aver bisogno di aiu# di Stato per salvare le flo$e nazionali e i pos# di lavoro. Lo scenario è quindi completamente mutato e non a caso più volte c’è stato chiesto di illustrare loro le soluzioni che all’interno delle regole comunitarie sono state adottate nel nostro Paese. In par#colare li preoccupa il fa$o che provvedimen# quali il Registro internazionale finiscano per limitare il ruolo del Sindacato, a differenza di quanto avvenuto in Italia, ove siamo chiama# ad esprimere per il Ministero quello che è definito un parere di conformità affinché una nave possa beneficiare degli aiu# di Stato.
Poli#camente la situazione di declino preoccupa, al punto che il Ministro dei Traspor# Catharina Elmsater-Svard ha annunciato la preparazione di un proge$o per arrestare questo fenomeno. La Norvegia, rispe$o al prodo$o interno lordo si trova in una situazione meno cri#ca grazie ai proven# dell’estrazione del Gas e del petrolio dai suoi mari, ma comunque ha deciso di non poter più assi-
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Riccardo Rubini
Perché la sicurezza nei cieli europei è ancora a rischio Il 30 gennaio scorso, ha avuto luogo il secondo Ac#on day di E), che ha visto coinvol# i sindaca# dei servizi di assistenza al volo (controllo del traffico aereo) di 11 Paesi. La revisione ai regolamen# Ses (Single European Sky) con una proposta denominata Ses2+, la proposta di obie%vi prestazionali (Performance Target) stabili# a livello europeo e impos# a livello nazionale (proposta focalizzata su una for#ssima riduzione dei cos#, incurante degli effe% sulla safety, sui provider e sui lavoratori) e la proposta di Eurocontrol di accentramento a Bruxelles della ges#one di servizi strategici nazionali (Centralized Services) rappresentano un insieme di operazioni il cui scopo finale è la creazione di un nuovo e potente monopolio governato e ges#to dire$amente dall’euro-burocrazia, che indebolisce il ruolo degli Sta# membri e dei provider, sgretolando la catena della sicurezza nella fornitura dei servizi di assistenza al volo e generando ricadute nega#ve sui livelli occupazionali. La Commissione europea (Ec) con#nua a ignorare ques# effe% nega#vi e i numerosi warning lancia# da E) nel corso del 2013. Ques# sono gli elemen# a cui si oppongono Filt-Cgil, Fit-Cisl e UilTraspor#, assieme ad E) e a tu$o il sindacato confederale europeo, a$raverso questo secondo Ac#on Day; il primo Ac#on Day ha avuto luogo il 12 giugno scorso, seguito da una dimostrazione davan# al Parlamento europeo tenutasi il14 o$obre scorso. La posizione espressa dal Governo ita-
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liano, in una le$era condivisa con i Governi spagnolo e francese indirizzata al Commissario dei Traspor# europeo Mr. Siim Kallas, conferma le nostre paure e preoccupazioni: «Un largo numero di rappresentanze degli Sta# Membri ha dichiarato che i target propos# dalla Commissione […] non sono realis#ci ne possono essere raggiun#». E con#nua: «poiché il costo del lavoro corrisponde a circa il 60% dei cos# totali dei provider, tentare di o$enere tali riduzioni dei cos# porterebbe ad un dras#co taglio dei pos# di lavoro del personale opera#vo inclusi i controllori del traffico aereo». Ecco spiegate in sintesi le ragioni di un’azione di protesta che vuole rafforzare la stabilità economica e le prospe%ve di sviluppo dell’azienda e del sistema-Paese nel medio-lungo termine, tutelando contestualmente il futuro dei lavoratori. Enav è una delle poche realtà del trasporto aereo italiano che, oltre a produrre primariamente sicurezza per il trasporto aereo, produce u#li per lo Stato. Le recen# proposte della Commissione europea rischiano solamente di me$ere in una situazione d’instabilità economica Enav (come numerosi provider europei) azzerando gli inves#men# degli ul#mi decenni e ricucendo contestualmente i livelli occupazionali del se$ore. Lo stesso giorno la Commissione Traspor# del Parlamento europeo ha votato gli emendamen# alla proposta di modifica dei regolamen# Ses presenta# dall’Ec. Con stupore osserviamo come la maggioranza dei gruppi poli#ci europei abbia supportato la proposta della Ec, orientata a favorire gli interessi economici delle linee
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aeree, ignorando il ruolo di servizio pubblico essenziale svolto dal controllo del traffico aereo e gli effe% sulla sicurezza e sui livelli occupazionali. Il prossimo appuntamento sarà la votazione in riunione plenaria del Parlamento europeo, che si svolgerà il 13 marzo prossimo. Il 4 febbraio sono sta# approva# dalle rappresentanze degli Sta# membri gli obie%vi prestazionali europei per i servizi alla navigazione aerea. Anche qui gli interessi principali sono focalizza# a$orno ad un’incessante e irrealis#ca riduzione dei cos# (cost-efficiency target), dove i target prestazionali sui ritardi e sull’ambiente hanno un ruolo secondario nella discussione, per non parlare dei target sulla safety, che tuttora non hanno uno status di obbligatorietà, ma rimangono su base volontaria. In linea con le nostre rimostranze è con piacere che osserviamo come gli Sta# abbiano rifiutato la proposta iniziale della Ec. Grazie a E) e alle azioni dei sindaca# membri siamo riusci# a riportare un briciolo di realismo in un’Europa che sembra sempre più distaccata dalla realtà. Quanto approvato rimane comunque una sfida difficile per i provider che avrà inevitabili ricadute sui lavoratori. I prossimi 18 e 19 febbraio il Comitato Air Traffic Management di E), presieduto dal do$or Riccardo Rubini, rappresentante Fit-Cisl, si riunirà in sessione plenaria per valutare i risulta# di queste due importan# votazioni e stabilire la linea poli#ca e la strategia per l’azione sindacale comunitaria dei mesi a venire.
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Illegittimi i licenziamenti dei nostri sindacalisti alla Agno Chiampo bunale di Vicenza depositata lo scorso 20 gennaio a conclusione di una delle più bru$e pagine nella storia delle relazioni industriali in Veneto e che ha visto coinvolte, come parte offesa, la Fit Veneto e la Fit di Vicenza.
I due Rsa Fit-Cisl licenzia# dalla Agno Chiampo Ambiente srl sono sta# reintegra#. Lo ha disposto una sentenza del Tri-
Agno Chiampo Ambiente è una società a controllo pubblico del settore igiene ambientale della provincia di Vicenza che, prima con una serie di azioni di isolamento e delegi%mazione poi con il licenziamento, ha punito i rappresentan#
sindacali della Fit-Cisl. A seguito di questa prevaricazione gli iscri% Fit Cisl sono passa# da oltre 40 a 4. Oltre alle azioni sui singoli lavoratori è stata dunque riconosciuta dal giudice del tribunale una condo$a an#sindacale ex art. 28 dello Statuto dei lavoratori. «Gius#zia è stata fa$a», hanno rimarcato all’unisono Gaetano Antonello della Fit Veneto e Laura Chioccarello della Fit-Vicenza. «Ora auspichiamo che l’azienda si muova nell’o%ca di ristabilire le corre$e relazioni sindacali».
Il dannoso isolamento della Valle d’Aosta tenta# economici. Tante risposte ma nessun colpevole. Non è immune dalla crisi nemmeno la Valle d’Aosta che, oltre a essere una Regione a statuto speciale, di speciale ha l’aria e il cibo. Per il resto ha i medesimi problemi delle altre regioni d’Italia. Nei diba%# tv e sulle pagine dei quo#diani si sprecano milioni di parole per scoprire chi ha provocato la crisi: colpa dell’al#ssimo debito sociale contra$o nel passato, colpa della poli#ca, colpa dei po-
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In ambito ferroviario si ha l’impressione che ci sia la ferma volontà di far peggiorare le cose. Basta dare uno sguardo ai proge% delle re# di trasporto trans-europee: i corridoi ci sfiorano sia a
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nord oltre le alpi sia a sud sul territorio piemontese, ma nessun collegamento ferroviario regionale ci inserisce nel traffico nazionale. L’Italia non è divisa a metà nei traspor# con velocità differen# tra nord e sud, ma è un puzzle dove mancano pezzi per completare un disegno di comunicazioni e di trasporto. I traspor# non si sono ferma# solo a Eboli. Heros Marra Segretario generale Fit-Cisl Valle d’Aosta
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Rifiuti, la filiera toscana Fit nazionale, Stefano Boni, Segretario generale Fit toscana, Patrizia Pellega%, Segretario generale Cisl Pistoia, Roberto Pisto-
nina, Segretario generale Cisl Firenze, Giovanni Ronchi, Responsabile Usz Cisl Valdarno. Il piano dei rifiu# predisposto dalla Regione prevede che si arrivi a una raccolta
Il 6 febbraio la Fit-Toscana, insieme alla Ust di Firenze-Prato e a quella di Pistoia, Ato Centro, ha analizzato la filiera dei rifiu# e delle tariffe. All’incontro con gli amministratori pubblici erano presen# Maurizio Petriccioli, Segretario confederale Cisl, Paola Serra della Cisl nazionale, Giovanni Luciano, Segretario generale
differenziata del 70%, lasciando il residuo 30% al recupero energe#co, di cui circa il 5-6% in discarica. Come Fit-Cisl siamo convin# che i nuovi termovalorizzatori siano uno strumento u#le. In questo contesto, quello che ci sta par#colarmente a cuore sono i processi produ%vi e la forza lavoro. Vediamo di buon occhio l’accorpamento delle aziende in un unico gestore che tenga unito sia il ciclo della raccolta che quello dello smal#mento, creando opportunità di futuro e sicurezza per l’occupazione. Stefano Boni Segretario generale Fit-Cisl Toscana
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Essere consapevoli per la sicurezza rilevando e di cui siamo finalmente consapevoli sia effe%vamente il primo che abbiamo innestato. In poche parole ci è richiesto di interrompere immediatamente e con ogni risorsa disponibile l’uscita da una buona S.A..
Parlare in 3500 ba$ute di Situa#on Awareness (S.A.) è piu$osto complicato. Tuttavia si può porre le basi per comprendere insieme come aumentare il proprio livello di consapevolezza all’interno di un processo delicato. La S.A. è quel livello di consapevolezza che ci consente di essere presen# nella maniera più efficace quando si sta effe$uando un’operazione che potenzialmente comporta dei rischi. Si esprime a$raverso l’osservazione, l’analisi e l’an#cipazione degli even#. Lo sviluppo della S.A. è uno degli elemen# fondamentali su cui si basa il CRM (Crew Resource Management), che è alla base dell’addestramento dei pilo# civili e militari di tu$o il mondo. Avere un equipaggio che affronta tu% i voli della giornata con la giusta consapevolezza riduce in maniera dras#ca gli errori e, quindi, i potenziali inciden#.
un incidente. I fa$ori opera#vi sono quelli lega# agli obie%vi non realizza#, all’uso di procedure non documentate, alle deviazioni dagli standard opera#vi, alle violazioni, alla ges#one superficiale della condo$a del velivolo e così via. Gli aspe% umani, invece, riguardano anomalie nella comunicazione, ambiguità, incongruenze non risolte, preoccupazione, carico di lavoro, confusione, fa#ca opera#va e via dicendo.
A$raverso l’analisi degli inciden# aerei si è cercato di classificare in termini rilevabili gli elemen# che potessero in qualche modo ‘misurare’ il livello di S.A. all’interno della cabina di pilotaggio: gli indici della perdita di S.A. Ques# elemen# possono essere di #po opera#vo e altri lega# a degli aspe% umani
L’elenco comprende per ciascuna categoria circa ven# elemen#; tu$avia si è rilevato che in ogni incidente aereo studiato non si è mai arriva# a contarne se$e. Quindi, sei o meno di ques# elemen# possono essere concausa di un incidente aereo.
che portano un equipaggio a ridurre l’effe%va capacità di valutazione e di osservazione del volo, aumentando in questo modo il rischio di divenire l’anello debole del processo, se non addiri$ura la causa di
Come professionis#, a noi pilo# è richiesto di allertarci in maniera decisa qualora riconoscessimo anche uno solo di ques# elemen#, siano essi mancanze, indiscipline, omissioni, perché non è possibile capire se l’elemento nega#vo che s#amo
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La capacità di mantenere una elevata Situa#on Awareness è uno degli elemen# più importan# nella stru$ura professionale di un pilota, ma è un argomento che riguarda solo i pilo#? Sono i pilo# gli unici che possono avere inciden#? Solo i pilo# possono interrompere consapevolmente una catena di even# nega#vi? Credo che la risposta a queste domande sia ovviamente no. Essere al centro del processo, consapevoli di poter divenire l’anello debole dello stesso, è una preroga#va di molte professioni. Possiamo estendere ques# conce% nel trasporto su rotaia, su gomma, nel trasporto navale. Imparare quali siano gli elemen# da comba$ere per non perdere S.A. dovrebbe essere parte della formazione di tu%. Non sono conce% lega# stre$amente a una professione, ma servono ad aumentare la Safety Culture e dovrebbero essere impara# a scuola persino prima di andare a guidare uno scooter.
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Il peso morto della corruzione Corruzione? Un reato che ogni anno, in Europa, inghio$e 120 miliardi di euro. È un fenomeno che interessa tu% i 28 Sta# membri. E in questa non proprio esaltante compagnia di giro l’Italia gioca un ruolo da leader, perché le leggi nazionali «non intaccano la percezione di un quadro norma#vo di quasi impunità». Quest’analisi impietosa è della Commissaria europea agli Affari interni Cecilia Malmström, sulla scorta delle rilevazioni di Eurobarometro (lo strumento nelle mani del Parlamento europeo per cogliere il sen#mento dell'opinione pubblica negli Sta# membri) raccolte in una de$agliata relazione. In Italia. Il 97% degli italiani considera che la corruzione sia diffusa in Italia (la media europea è del 76%) e il 42% afferma di subire personalmente la corruzione nel quo#diano (contro una media Ue del 26%). Per l’88% dei nostri connazionali corruzione e raccomandazioni sono il modo più semplice per accedere a determina# servizi pubblici, contro una media con#nentale del 73%. Il 92% delle imprese italiane crede che il favori#smo e la corruzione ostacolino la libera concorrenza. Solo il 2% degli interpella# amme$e di essere stato ogge$o di richiesta di pagamento di una tangente. Il rapporto della Commissione ricorda che in Italia un chilometro di Alta velocità ferroviaria costa 61 milioni, contro i 10,2 in Francia. Insomma, le imprese corre$e e abituate a norma#ve trasparen# staranno lontane dal Belpaese. Da noi arriveranno i più scaltri, quelli dispos# a tu$o, quelli a cui non dispiacerà oliare il meccanismo delle bustarelle. La Commissione so$olinea che «in Italia i legami tra poli#ci, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei #tolari di cariche ele%ve e di governo spor! dei Tra VOCE
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sono tra gli aspe% più preoccupan#, come tes#monia l’alto numero di indagini per corruzione». Nel 2012 sono sca$ate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare nei confron# di esponen# poli#ci locali in circa metà delle 20 Regioni italiane; sono sta# sciol# 201 consigli municipali, di cui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali, e più di 30 deputa# della precedente legislatura sono sta# indaga# per rea# collega# a corruzione o finanziamento illecito ai par##. In Europa. Per tre quar# degli europei (76%) la corruzione è un fenomeno dilagante e per più della metà (56%) il livello di corruzione nel proprio Paese è aumentato negli ul#mi tre anni. Un europeo su dodici (8%) afferma di essere stato ogge$o o tes#mone di casi di corruzione. Perseguimento e sanzioni. L’efficacia dell’azione delle forze dell’ordine e della magistratura nelle indagini sui casi di corruzione varia considerevolmente all'interno dell’Ue. In alcuni Sta# membri si possono constatare o%mi risulta#. In altri invece le azioni penali che vanno a buon fine sono poche, oppure le indagini sono lente. Nella maggior parte dei Paesi membri mancano sta#s#che complete sui rea# di corruzione, il che complica il confronto e la valutazione. In alcuni Sta# membri il perseguimento dei casi di corruzione è ostacolato dalle norme procedurali, comprese quelle sulla revoca delle immunità parlamentari. Aree a rischio. Negli Sta# membri il rischio di corruzione è generalmente più elevato a livello regionale e locale, dove i sistemi di controllo e contrappeso e i controlli interni tendono a essere più deboli di quelli a livello centrale. Sviluppo urbano, edilizia e assistenza sanitaria sono se$ori vulnerabili alla corruzione in vari Paesi membri. Sussistono alcune lacune per quanto ri-
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guarda la vigilanza sulle imprese pubbliche, con la conseguenza che la vulnerabilità di tali imprese aumenta. Appal! pubblici. La relazione con#ene un capitolo speciale sugli appal# pubblici. Si tra$a di un se$ore molto importante per l’economia europea, poiché circa un quinto del Pil Ue è speso ogni anno da en# pubblici per l’acquisto di forniture, lavori e servizi. Fin qui la cronaca della relazione e i suoi da#. Game over dunque? No. L’auspicio, de$o con tu$o il rispe$o possibile nei confron# dell’is#tuzione, è che l’Europa faccia qualcosa di più sul piano di una piena e rappresenta#va unità poli#ca. Perché se è vero che la corruzione è un fa$o economico (nella sua forma più evidente), è altre$anto vero che gli strumen# per aggredirla sono eminentemente culturali, e dunque poli#ci. L’euro, suo malgrado, è diventato anche una moneta del malaffare. Non aspe%amo, cari Europei, che lo stesso veleno penetri nel Vecchio Con#nente, nella sua anima poli#ca. Perché la corruzione dell’essenza poli#ca, questa sì, sarebbe irreversibile.
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Trasporti: ne parliamo con ... Intervista all’Onorevole Roberta Oliaro Genovese, quarantenne, l’Onorevole Roberta Oliaro è par#colarmente esperta nel se$ore anche per essere un’affermata imprenditrice dei traspor# internazionali e della logis#ca. È ascoltato membro della Commissione Traspor# della Camera dei Deputa#.
MINISTERO. Un giudizio dal Suo osservatorio di neoparlamentare su ques! mesi di a#vità del Ministro Lupi. Come valuta i risulta!? E la ques!one delle grandi navi a Venezia? Sono un po' delusa per quanto riguarda il mio se$ore specifico che è quello portuale. Non dimen#chiamo che l'intero se$ore garan#sce entrate per l'Erario di circa 13 miliardi di euro di IVA, il 25% dei dazi sulle merci in importazione oltre a più di 1 milione di occupa# tra dire% e indire%. S#amo parlando del 3% del Pil. Fino ad oggi nessuna misura è stata ado$ata per rilanciare il settore portuale al fine di rendere i nostri por# compe##vi rispe$o ai concorren# europei e del Nord Africa. Qui, invece, si con#nuano a me$ere pezze alla Legge 84/94. Quanto alle grandi navi, esiste il rischio che, una volta cancellata Venezia dagli i#nerari delle compagnie crocieris#che, sarà difficile tornare indietro. È anche per questo mo#vo che Scelta Civica ha presentato un proprio proge$o per risolvere il problema. FERROVIE ITALIANE. Fs ha raggiunto indubbi risulta! con i treni Frecciarossa nei collegamen! ad Alta velocità, nonostante la “concorrenza” di Italo di Ntv. Ora però i Presiden! delle Regioni Veneto e Toscana vorrebbero disdire i contra# con Trenitalia per il trasporto locale. L'accusa è di privilegiare i più pres!giosi treni ad Av a scapito dei lavoratori pendolari. Hanno ragione loro oppure Mauro More#? Penso che More%, essendo a capo di una Spa, abbia l'obbligo di fare u#li. Indubbiamente, gli inves#men# nell’Alta velocità hanno garan#to buoni ritorni economici per l'azienda e anche in termini di servizio per i passeggeri. È anche vero che il trasporto regionale e interregionale, al contrario, presenta inefficienze e disservizi che devono assolutamente essere risol#. Mi chiedo però se tu$e le responsabilità siano da a$ribuire a Trenitalia o se anche le Regioni abbiano le loro. Se le Regioni Veneto e Toscana riusciranno a ges#re con altri for-
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nitori un servizio migliore a favore dei pendolari, perché no? L'importante è che More% sia collabora#vo. EURO BOND FS. L'eurobond delle Ferrovie italiane dello scorso dicembre è andato a ruba, portando nelle casse 600 milioni di euro da u!lizzare in infrastru$ure ferroviarie e acquisto di nuovo materiale rotabile. Ma i giornali ne hanno parlato poco. Non fa no!zia? Se il Gruppo Fs ha emesso obbligazioni il cui ricavato viene des#nato a inves#men# infrastru$urali e su nuovo materiale rotabile, non ci vedo niente di male. L'importante è che lo faccia. AUTORITÀ PER I TRASPORTI. Il neo Presidente Camanzi in una recente intervista ha preannunciato entro giugno 2014 una relazione sull'eventuale “divorzio” tra Trenitalia ed Rfi per meglio garan!re un accesso equo e non discriminatorio alla rete ferroviaria da parte di tu# i concorren!. Ma una separazione tra le due già c'è. All' estero una linea iperliberista ha dato esi! disastrosi anche per la sicurezza. Come valuta? Credo che la liberalizzazione del se$ore e l'apertura del mercato ad una vera concorrenza siano posi#vi sopra$u$o per la qualità dei servizi resi. Vero è però che ci devono essere regole chiare e
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uguali per tu%. Sulla sicurezza non credo ci siano problemi. Esiste l'Agenzia per la sicurezza che, per sen#to dire, mi risulta applichi regole e controlli ancora più restri%vi rispe$o alla norma#va europea. PIANO NAZIONALE DEGLI AEROPORTI. Il precedente Ministro Passera aveva lasciato in eredità un controverso proge$o con 31 aeropor! “promossi” e 15 “boccia!”. Ora il Ministro Lupi ne sta presentando nelle varie sedi is!tuzionali uno nuovo basato su un accorpamento degli scali in 10 bacini di traffico (in ognuno dei quali ne viene individuato uno solo come “strategico”) e con 26 aeropor! di secondo livello. Come mai ad ogni cambio di musicista cambia anche la musica, ricominciando ogni volta daccapo? Il perché andrebbe chiesto ai musicis#. Secondo me il problema risiede nella mancanza di programmi strategici globali a lungo termine. La mia personale opinione è che, individuato il proge$o, occorre poi il coraggio di realizzarlo in modo con#nua#vo anche a costo di scontentare qualcuno. AEROPORTO DI FIUMICINO. Nei mesi scorsi è arrivato il via libera per l'ampliamento di Fiumicino Sud. Per Fiumicino Nord (il cosidde$o Grande Leonardo con quarta pista e seconda aerostazione) con inves!men! per 12,5 miliardi, invece, ci sono ostacoli per varie opposizioni a livello locale e ambientale. I problemi occupazionali dei lavoratori sembrano interessare di meno. Chi ha ragione? Gli inves#men# devono essere sostenu# da analisi realis#che anche nel rispe$o dell'area paesaggis#ca interessata e con piani industriali perseguibili. Se lo sviluppo di Fiumicino e il suo ampliamento sono gius#fica# da ritorni economici ed occupazionali reali, perché non farlo?
Ci sono state polemiche di metodo e di merito. Il meccanismo che regola i rappor! tra Stato e concessionari autostradali, di fa$o proprietari della rete autostradale, potrebbe essere rivisto? Penso varrebbe la pena revisionare i piani industriali delle società “proprietarie” della rete autostradale e quan# siano effe%vamente gli inves#men# che i “concessionari” si sono impegna# ad a$uare in manutenzioni e miglioramen# delle re#. Questo anche per capire e verificare i costan# aumen# e rincari dei pedaggi a scapito dei fruitori. Anche una revisione delle concessioni non sarebbe male, visto che, se non erro, hanno date di s#pulazione molto an#che e con durate infinite. ALITALIA. Il tormentone è noto. Ora i francesi si sono !ra! parzialmente indietro e si profila con una certa consistenza un asse con gli arabi di E!had. Intanto è stato nominato un nuovo board di transizione in a$esa di capire gli sviluppi. Nel fra$empo le low cost sono diventate più aggressive e sono pronte ad accaparrarsi le reddi!zie ro$e di Fiumicino. Come finirà? Come finirà non lo so. Sicuramente un inves#tore extra Ue potrebbe essere molto posi#vo, perché potrebbe avere l'interesse a realizzare un hub internazionale in Italia con ricadute posi#ve anche turis#che. Sulla ges#one di Alitalia non entro nel merito. Certo che, dal punto di vista imprenditoriale, qualche errore sulle strategie aziendali, credo sia stato compiuto. Mi chiedo se le responsabilità siano state individuate e sopra$u$o se siano sta# presi provvedimen# in merito. A cura di Chiara Campanella
AUTOSTRADE. I rincari dei pedaggi autostradali sono sca$a! puntualmente con decorrenza 1 gennaio 2014. I Ministeri delle Infrastru$ure e della Economia hanno concesso un aumento medio del 3,9% alle società di ges!one autostradali, sostenendo di essere riusci! a contenere richieste dei gestori del 4,8%, e hanno introdo$o i primi scon! per i pendolari.
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Il coro che vale molto più di uno Zecchino d’Oro E i genitori di oggi comprendono il vostro modello educa!vo? Le mo#vazioni devono par#re dal bambino che deve partecipare con frequenza a questa a%vità e quindi deve essere mo#vato e non è una telecamera che mo#va. Cos’è che mo!va i bimbi?
Sono cinquantadue, hanno tra i tre e gli undici anni e sono di varie nazionalità, tra cui quelle malgascia, francese, rumena, dominicana, irlandese, ecuadoriana, cingalese, colombiana, argen#na, bengalese e ucraina. Sono i membri del Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna, che ha compiuto cinquant’anni l’anno scorso. Famoso sopra$u$o per la sua tradizionale partecipazione allo Zecchino d’Oro, la storica rassegna canora internazionale, il Piccolo Coro in realtà è davvero molto di più, perché è sponsor di vari proge% di solidarietà porta# avan# dall’Antoniano di cui fa parte. Il tes#mone della fondatrice Mariele Ventre, a cui il Coro è dedicato, è ora in mano a Sabrina Simoni, che dirige i bimbi dal 1995. Dire$rice, qual è l'importanza del coro dell'Antoniano oggi? Per il mondo dell’infanzia è un’a%vità, una proposta educa#va musicale, sopra$u$o di gruppo, molto a$uale nella sua par#colarità e importante per mantenere o anche evolvere e recuperare meccanismi
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di relazione che sono alla base del buon vivere sociale. Quali sono i valori che trasme$ete ai bambini, considerando che oggi siamo in una fase di ripensamento del modello educa!vo dovuta alla crisi in a$o in Italia? Forse si fa di tu$a un’erba un fascio: i giovani non sono tu% bamboccioni. Quanto a noi, i modelli che vengono qui respira# e, ci auguriamo, anche trasmessi sono collaborare insieme per un obie%vo comune, che non significa omologarsi: significa che ognuno in questo caso apporta la sua voce, quindi le sue cara$eris#che vocali, espressive, anche emo#ve e insieme si costruisce qualche cosa. Nell’immediato può essere il brano musicale, nel lungo periodo persino la possibilità di sostenere delle at#vità di volontariato sponsorizzandole tramite il coro. È quindi una duplice visione: interna, rivolta al bambino, che lo aiuta nella sua crescita a livello cogni#vo ed espressivo in relazione agli altri bambini. Ed esterna, che si proie$a verso ciò che circonda il bimbo, il quale cioè impara il valore delle opere sociali e benefiche legate al coro.
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Questo dovremmo chiederlo a loro, perché quelli che arrivano mi sembra che siano già molto conten# di esserci, quindi raramente c’è un ripensamento. Sanno già che #po di impegno devono affrontare, altrimen# glielo spieghiamo molto bene: è simile a quello spor#vo agonis#co. Credo che il nostro appeal sia essere molto ones# su quello che chiediamo, ma diamo anche molto, li coccoliamo. C’è una bella sintonia e un bel rapporto. Voi vi occupate anche di volontariato. Di quan! proge# vi occupate? Ne avete qualcuno in par!colare che vi sta a cuore? Sì, ne abbiamo tan# e li sosteniamo in vari modi. Per esempio sul territorio bolognese abbiamo un centro di ascolto, un dormitorio, un centro di accoglienza e la storica mensa dell’Antoniano, la più an#ca di tu$e le a%vità – compie 60 anni quest’anno. Durante lo scorso Zecchino d’Oro abbiamo lanciato il proge$o di solidarietà “Costruiamo Casa Ninna Mamma” a sostegno di mamme e bambini in difficoltà in Mozambico, contro la trasmissione del virus dell’Hiv. Ma siamo presen# anche in Bangladesh, Ruanda, Hai# e via dicendo.
Giulia Dellepiane
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