Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Conferenza dei Sindaci
B1
AREA PERSONE ANZIANE :
I PROGETTI Le progettualità proseguite nel 2012 hanno cercato di coprire tutti gli ambiti di intervento a partire dalla prevenzione dell’invecchiamento fino a interessare la grave disabilità e le cure di fine vita. I bisogni prioritari che hanno fatto da guida sono stati: 1. 2.
Il mantenimento del benessere e del proprio ruolo continuando a partecipare attivamente alla vita sociale e produttiva. Evitare la solitudine e l’emarginazione continuando a vivere il più possibile nel proprio ambiente mantenendo valide relazioni familiari e affettive; La garanzia della qualità delle prestazioni sociali, sanitarie e socio-sanitarie agli anziani non autosufficienti, in particolare quando affetti da gravi patologie cronico-degenerative quali: i tumori, il morbo di Parkinson o la demenza accompagnata da gravi disturbi del comportamento.
Pertanto i progetti dell’Area sono i seguenti:
N.1) “ATTIVITA’ DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI FAMILIARI / BADANTI” - IN COLLABORAZIONE CON ENTE PROVINCIA Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questo progetto si propone come un intervento di formazione volto al miglioramento della competenza del personale di assistenza su temi che riguardano le principali disabilità delle persone non autosufficienti assistite a domicilio. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Organizzazione dei Corsi a livello provinciale e locale
Percorso formativo non attivato dalla Provincia per mancanza di numero adeguato di iscrizioni
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Assistenti domiciliari. Nell’anno 2012 la progettualità non è stata attivata.
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N.2) “ADEGUAMENTO DELLA RECETTIVITA’ DEI CENTRI DI SERVIZIO ALLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE E LOCALE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questo progetto si propone di adeguare la ricettività dei Centri di Servizi dell’Ulss 7 al costante aumento delle persone in condizione di non autosufficienza tenendo conto delle proposte locali e delle indicazioni regionali. Obiettivo 2012 Autorizzazione/Accreditamento come da Scheda di Programmazione dell’All. n. 5 al PDZ 20112015.
Risultati raggiunti Autorizzazioni all’esercizio secondo la programmazione in n. 3 Centri di Servizi
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Anziani non autosufficienti. Effettuata visita per autorizzazione all'esercizio: • • •
Casa Amica di Fregona: n. 23 nuovi posti per non autosufficienti (da 42 a 67) mentre gli autosufficienti passano da n. 40 a n. 22; RSA S. Giuseppe di Follina: n. 16 nuovi posti per non autosufficienti (da 40 a 56) mentre gli autosufficienti passano da n. 20 a n. 12; Villa Bianca di Tarzo: autorizzati n. 4 posti Comunità Alloggio.
N.3) “ MANUTENZIONE LIVELLI INFORMATIVI SITO INTERNET ULSS 7” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questo progetto si propone l’aggiornamento periodico e costante delle informazioni e documentazione contenute nel Sito aziendale nell’ambito dell’Area dedicata alla Terza Età e dell’invecchiamento. Obiettivo 2012 Aggiornamento sito aziendale
Risultati raggiunti Aggiornamento al 2012 delle Guide ai Centri di Servizio e alla domiciliarità
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale;
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Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Tutta la popolazione. Nell’anno 2012 sono state elaborate le schede che raccolgono tutte le informazioni sui servizi domiciliari e semiresidenziali e residenziali per la popolazione anziana che verranno stampati, distribuiti nei vari comuni e pubblicati sul sito internet della Ulss7.
N.4 “BORGO DELLE ARTI E DEI MESTIERI: GIOVANI E ANZIANI SI INCONTRANO E SI RICONOSCONO NELLA DIVERSITÀ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Progetto che è gestito dall’Associazione Medi@età di Vittorio Veneto ed ha ottenuto un finanziamento da parte della Fondazione di Comunità della Sinistra Piave, è stato inserito nel progetto più complessivo del Coordinamento del Volontariato della Sinistra Piave denominato: “AGORA’ : caleidoscopio di persone e attività” “foro urbano della vita collettiva, dove innovazione e tradizione si incontrano e si alleano” della durata biennale, che si rivolge ai giovani dai 18 ai 29 anni. Agorà è un progetto di rete attivo nel Territorio della Sinistra Piave che riunisce 23 realtà associative e del privato sociale, l’azienda Ulss 7 e la Conferenza dei Sindaci, la cui finalità è sostenere i giovani in situazioni di fragilità nel loro apprendimento e valorizzazione dei talenti inespressi, attraverso la messa a disposizione degli anziani delle loro competenze, abilità e conoscenze.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Avvio percorso per individuazione partner e creazione rete territoriale diversificata Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale;
• •
Creata rete territoriale Attivazione del progetto “ AGORA’”
X operatività avanzata; ___ concluso;
Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Anziani autosufficienti e giovani in fase di inserimento nel mondo del lavoro. Nel corso del 2012 sono stati presi contatti con Enti e privati per trovare spazi utili ad avviare laboratori artigianali che siano compatibili con le risorse disponibili.
N.5 “GRUPPI CAMMINO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si prefigge la promozione dell’attività motoria in particolare nei soggetti anziani. L’Azienda Ulss 7 si è fatta promotrice dell’avvio dei cosiddetti “Gruppi Cammino”. Si tratta di gruppi di persone che settimanalmente si ritrovano con la guida di un Walking Leader per camminare insieme in modo corretto.
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Il Walking Leader è una persona laureata in Scienze Motorie o Diplomata ISEF che ha partecipato ad un corso apposito organizzato dall’Azienda Ulss 7 in linea con le direttive regionali. Inizialmente il gruppo si incontra una volta alla settimana, successivamente due o tre volte (in base alle richieste dei partecipanti). Si parte con percorsi facili e non troppo lunghi, per poi allungare il percorso e inserire delle leggere salite. Prima di ogni partenza e all’arrivo vengono svolti degli esercizi fisici di preparazione e stretching. In uno dei primi incontri i partecipanti verranno coinvolti in test di abilità psicomotoria che verranno ripetuti periodicamente per verificare il miglioramento e quindi dare valenza scientifica a tale attività di promozione della salute.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
•
Avvio di n. 2/3 nuovi Gruppi Cammino e mantenimento di quelli esistenti
•
Avviati n. 2 nuovi Gruppi con n. 25 persone cadauno e mantenuti i gruppi precedenti
•
Formazione di nuovi Walking Leader
•
Formati n. 3 nuovi Walking leader
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Persone anziane autosufficienti Nel corso del 2012, sono stati mantenuti attivi gli 11 Gruppi Cammino esistenti, nei Comuni di : Cappella Maggiore, Codognè, Colle Umberto, Follina, Gaiarine, Mareno di Piave, San Pietro di Feletto, Susegana e Vazzola, Conegliano (Scomigo) e a Farra di Soligo. Inoltre sono stati attivati altri due Gruppi. Ogni Gruppo conta circa 20/25 partecipanti.
N.6 “SERVIZIO CIVILE ANZIANI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Nell'ambito degli interventi miranti alla promozione sociale della persona anziana e alla valorizzazione delle risorse di cui è portatrice, la Regione Veneto, con L.R. n. 9 del 22 gennaio 2010, ha promosso il Servizio Civile degli anziani presso le Pubbliche Amministrazioni al fine di potenziare e ampliare i servizi alle persone anziane. Alcune nostre Amministrazioni Comunali si sono attivate e i loro progetti hanno avuto il contributo della Regione. Obiettivo 2012 Monitoraggio dell’attività nei Comuni del territorio
Risultati raggiunti Effettuato il monitoraggio nei Comuni del territorio
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte:
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X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Cittadini anziani disponibili Nel corso del 2012 n. 10 Amministrazioni Comunali hanno aderito alla progettualità coinvolgendo un totale di n. 47 anziani con attività varie, da quelle di “nonno vigile” a quelle di aiuto nell’assistenza a minori nei CEOD, al trasposto di anziani per visite o esami alla cura del verde pubblico.
N.7 “CENTRI DI SERVIZI PER IL TERRITORIO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale La qualità e la sicurezza nell’assistenza agli anziani nei Centri di Servizi sono elementi indispensabili per garantire dignità alle persone che sperimentano i disagi della perdita dell’autosufficienza. Per questa ragione l’Azienda Ulss 7 e i Centri di Servizi hanno avviato una formazione ad hoc e si sono sottoposti alla valutazione di un’agenzia internazionale per confermare l’accreditamento di eccellenza ottenuto nel 2009. Obiettivo 2012 •
Formazione sulla gestione del rischio clinico
•
Accreditamento di eccellenza del sistema della Residenzialità Anziani secondo le procedure di Accreditation Canada International (ACI)
Risultati raggiunti •
Completata la formazione con convegno finale
•
Confermato l’accreditamento del sistema Residenzialità Anziani
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Cittadini anziani auto e non autosufficienti Nel corso del 2012 i Centri di Servizi hanno continuato a lavorare sul controllo del rischio clinico monitorando gli eventi tramite l’incident reporting avvalendosi della consulenza del Sevizio Qualità dell’Azienda Ulss 7. Lo stesso Servizio ha guidato l’autovalutazione in funzione delle visita di accreditamento di Accreditation Canada International e ha sostenuto le Strutture in un piano di formazione/aggiornamento sui seguenti temi: • la contenzione fisica con l’elaborazione di Linee di Indirizzo; • le scelte etiche nelle fasi finali della vita; • il consenso informato.
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N.8 “IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E L’ANZIANO FRAGILE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Progetto prevede la partecipazione da parte dei Medici di Medicina Generale al Percorso Formativo incentrata sui bisogni della persona anziana e sulla rete dei servizi a loro dedicati. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Nuovi Patti Aziendali e riorganizzazione della Medicina Generale secondo le indicazioni regionali con particolare attenzione alle categorie fragili, tra cui gli anziani
Concluso percorso Formativo
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Medici di Medicina Generale. Concluso il percorso formativo, a seguito delle indicazioni regionali, continueranno i contatti con la Medicina Generale per rendere effettiva l’operatività delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT).
N.9 “TRASPORTI A CHIAMATA / TRASPORTI PER MOTIVI LUDICO-RICREATIVI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Spostarsi da casa facilmente per raggiunger i servizi o i luoghi di incontro e socializzazione è una necessità sempre più sentita in particolare dalle persone sole o con ridotta autonomia personale. Sono note iniziative locali, ma mancano una mappatura aggiornata e un coordinamento tra le varie iniziative o la sperimentazione di modalità innovative almeno per il nostro territorio. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Rilevazione e relazione valutativa
Incontro illustrativo dei risultati della valutazione
Fase di realizzazione: ___ avvio; _____ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
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Relazione Valutativa anno 2012
Destinatari del progetto: Popolazione anziani non autosufficienti. Nel corso del 2012 la Cooperativa Sociale Vision di Treviso ha effettuato la rilevazione dei trasporti per anziani nei Comuni del Territorio dell’Azienda Ulss 7. Dall’analisi, illustrata al Gruppo di Lavoro dell’area, nell’incontro del 23/10/2012, si è evidenziato come servizi di questo tipo, per lo più gestiti dal volontariato, siano molto diffusi, ma poco coordinati tra loro. La Cooperativa Sociale Vision ha ipotizzato la possibilità di sperimentare un sistema di trasporti “a chiamata” per il quale è in fase di studio la fattibilità sia tecnica che economica.
N.10 “ATTIVITÀ MOTORIA PERSONALIZZATA ADATTATA - AMPA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto, prosecuzione di una prima fase sperimentale svoltasi tra il 2009 e il 2010 si prefigge la promozione della sport-terapia per pazienti affetti da patologie croniche stabilizzate quali: malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, osteo-articolari, neurologiche e psichiatriche formulando un piano individuale di trattamento. Il progetto prevede un’attività INDOOR (palestra) per i primi 3 mesi e un’attività OUTDOOR per gli altri 8. Le attività si svolgeranno presso le strutture idonee dell’Istituto Cesana Malanotti di Vittorio Veneto.
Obiettivo 2012 Presentazione dei risultati della sperimentazione agli Uffici competenti dell’Azienda Sanitaria, della Regione Veneto e al Ministero della Salute
Risultati raggiunti Realizzato documento sui risultati della sperimentazione e trasmesso agli Enti preposti
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Cittadini con età compresa tra i 35 e 80 anni residenti nel territorio dell’Azienda ULSS7 e affetti da patologie croniche stabilizzate e sensibili alla sport-terapia Nel 2012 è proseguita l’attività con la presa in carico di ulteriori n. 200 pazienti provenienti dal territorio dell’Azienda Ulss 7, segnalati sia dai MMG che giunti direttamente al Servizio di Medicina dello Sport attraverso il passa parola. A tutti sono stati fatti gli accertamenti iniziali (visita anamnestica, prova da sforzo) ed eventuali esami aggiuntivi (se necessari). Ad ogni partecipante è stato preparato un piano di allenamento (prescrizione dell’esercizio fisico) adattato alle caratteristiche della persona (genere, età, patologie, capacità funzionali) da svolgersi tre volte la settimana presso la palestra medica afferente la Medicina dello Sport (Istituto di Medicina dello Sport – Vittorio Veneto).
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Relazione Valutativa anno 2012
N.11 “PROGETTO EUROPEO SULL’ARTROSI: EPOSA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Progetto Europeo sull’artrosi (EPOSA) mira a studiare l’aggravio personale e sociale oltre ai determinanti dell’artrosi in soggetti anziani in sei paesi europei. I paesi partecipanti sono: l’Italia, la Germania, l’Olanda, la Spagna, la Svezia e il Regno Unito. La caratteristica peculiare di questo studio è che la storia naturale e le conseguenze dell’artrosi verranno studiate in una popolazione generale di soggetti anziani, e quindi saranno inclusi sia soggetti con artrosi lieve che soggetti con grave artrosi.
Obiettivo 2012 Esecuzione di visite e interviste
Risultati raggiunti Conclusa la rilevazione dati tramite interviste e visite su n. 600 persone anziane
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Un totale di n. 600 persone anziane di età 65 – 85 anni Nel corso del 2012 sono stati coinvolti n. 600 soggetti di età 65-85 anni, stratificati per età e sesso, selezionati random dalle liste dei MMG dei Comuni di San Fior, Godega di Sant’Urbano, Codogné, Colle Umberto, Cordignano, San Vendemiano, Orsago. I 600 soggetti sono stati intervistati e visitati dai ricercatori del CNR di Padova che stanno conducendo la ricerca.
N.12 “L’HABITAT DELL’ANZIANO: UNA CASA CHE INCONTRI I BISOGNI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Le dimensioni familiari sempre più ridotte, il numero sempre maggiore di anziani soli e a rischio di isolamento e perdita di autonomia sono le motivazioni che inducono ad esplorare le opportunità offerte dalla co-residenzialità con l’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato e contemporaneamente il desiderio di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane.
Obiettivo 2012 Pianificazione di un Seminario da realizzarsi nella seconda metà dell’anno 2012
Risultati raggiunti • •
organizzato Incontro pubblico presso il Comune di Codognè. il Seminario è stato spostato al 2013.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale;
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Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Anziani residenti nel territorio dell’Az. Ulss 7 Soggetto capofila del progetto è l'Associazione Medi@età di Vittorio Veneto che grazie anche al contributo della Fondazione di Comunità è riuscita ad organizzare a marzo 2012 un incontro presso il Comune di Codognè sul tema “Abitare la casa, nuovi bisogni e nuovi modelli di abitare” che ha vista la presenza di circa n. 70 persone. Il Seminario sull’”Abitare Sociale” è previsto per l’anno 2013.
T) “LA PRESA IN CARICO INTEGRATA SUL TERRITORIO DELL’ULSS 7” Percorso di Formazione Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: gennaio 2012 Durata del progetto: Annuale Questo progetto si propone come un intervento di formazione volto al miglioramento del funzionamento delle Unità di Valutazione Multidimensionale distrettuale (UVMD) e alla costruzione e condivisione di prassi e procedure di presa in carico che prevedano il coinvolgimento di diversi soggetti e attori del territorio.
Obiettivo 2012 Realizzazione Percorso Formativo
Risultati raggiunti Con la realizzazione del Percorso Formativo, il progetto si è concluso a gennaio 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Operatori dei Servizi territoriali/distrettuali (Ulss, Comuni e Centri di servizi). Il Percorso Formativo iniziato nell’anno 2011 con la partecipazione di oltre 70 operatori, si è concluso nel mese di gennaio 2012. E’ stato predisposto un documento che raccoglie i diversi Protocolli, Convenzioni e procedure attualmente in vigore nelle diverse unità operative distrettuali.
S) “TUTORAGGIO PERSONALE QUALIFICATO PRIMI GIORNI INSERIMENTO DELL’ASSISTENTE FAMILIARE/BADANTE Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questo progetto si propone come un intervento di formazione volto al miglioramento della competenza del personale di assistenza su temi che riguardano le principali disabilità delle persone non autosufficienti assistite a domicilio.
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Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Predisposizione di un percorso operativo di presa in carico globale e continuativa dei servizi della rete territoriale Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale;
Percorso attualmente interrotto nella sua fase iniziale/progettuale
___ operatività avanzata; .___ concluso.
Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Assistenti domiciliari Nel 2012 la progettualità non è stata attivata.
X) “ REALIZZAZIONE HOSPICE CASA ANTICA FONTE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Biennale Questa azione si propone la realizzazione di una Struttura dedicata ai malati di neoplasia in fase avanzata che necessitano di protezione e assistenza continua sanitaria e/o sociale, temporanea o permanente. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Entrata in funzione dell’HOSPICE in Vittorio Veneto
Inaugurato ed entrato in funzione a Ottobre 2012
Fase di realizzazione: ___.avvio; ____ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione X…si; ….no; parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ….no; … parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X… si; ….no parziale; Destinatari del progetto: Malati terminali oncologici Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha inaugurato lunedì 15 ottobre, l’Hospice “Casa Antica Fonte”, struttura che ospita malati di tumore in fase avanzata dell’Ulss 7, realizzata in via Palmanova 15 a Vittorio Veneto. La struttura prevede la disponibilità di n. 10 posti letto.
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Conferenza dei Sindaci
B2
AREA FAMIGLIA INFANZIA/MINORI
B2.2a
ADOLESCENZA/GIOVANI
AREA FAMIGLIA
I PROGETTI
L’Area Famiglia, coerentemente con quanto evidenziato all’interno del documento di Piano 2011/2015, ha inteso dare continuità alle azioni che sostengono il capitale sociale della famiglia, favorendo la costituzione di partenariati significativi, promuovendo azioni condivise secondo le diverse esigenze e sensibilità delle comunità territoriali, privilegiando l’attivazione della rete locale, l’empowerment e lo sviluppo di competenze. La costruzione e l’attivazione di snodi sostenuti da organizzazioni del terzo settore che integrano l’intervento dei Servizi Sociali e delle risorse istituzionali, ha prodotto interventi congiunti a sostegno della fragilità familiare mediante la ricerca di sinergie, accordi e progettualità comuni. Attivare la capacità delle persone ad assumere comportamenti maggiormente consapevoli e responsabili invece di impostare l’intervento solo sull’intervento pubblico è sembrato il modo migliore per promuovere l’innovazione sociale a favore della famiglia in questo territorio. Il progetto n.1 Un patto per la famiglia, aveva come obiettivo la costruzione di una rete fra le risorse esistenti intorno e per la famiglia e discende da un’esperienza consolidata nel tempo all’interno di un “cantiere” per la famiglia, inteso come luogo di scambio delle buone prassi, laboratorio di idee e di partecipazione condivisa a bandi di finanziamento rivolti alla promozione delle politiche familiari. Nel 2012 non sono state attivate azioni condivise in quest’area, ragione per cui nel 2013, questo progetto sarà sottoposto ad una rivisitazione in relazione alla necessità di integrare il Tavolo di Lavoro con gli Assessori alle Politiche Familiari ed i rappresentati delle associazioni territoriali, oltre al riconsiderare la sostenibilità della costruzione di una Carta per la Famiglia. Il progetto n.2 Attiva Famiglia: Reti di solidarietà per la famiglia: Costruiamo la fiducia ha sostenuto la rete fra attori
sociali del pubblico e del volontariato a favore delle famiglie fragili, che attraverso un finanziamento, per l’anno 2012, da parte della Fondazione di Comunità della Sinistra Piave (costituita dai n. 28 Comuni del territorio dell’Ulss 7) pari a € 4.000,00 (Progetto 1 2 3 Stella del Bando) ha supportato n. 74 nuclei familiari con minori in condizione di fragilità/handicap nelle loro funzioni educative e genitoriali. Il sostegno alle competenze realizzato dai volontari si è caratterizzato più sullo sviluppo delle potenzialità e delle competenze piuttosto che sui deficit e le carenze genitoriali e si è proposto di rompere solitudine e isolamento, rinforzando le reti e le relazioni tra le famiglie mediante azioni costanti nel tempo in cui la concretezza della quotidianità fosse al centro. L’azione di sostegno e di ascolto ai bambini ed alle famiglie, sostenuta da questo progetto, ha rappresentato un modo alternativo per aiutarle a crescere come soggetti responsabili, per coinvolgerle in programmi di sostegno all’autonomia e fargli acquisire competenze nel lavoro di cura dei figli. Il progetto n.4 Attiva Famiglia: attivazione dell’Operativa di Comunità per la famiglia ha inteso promuovere una metodologia di lavoro condiviso a favore della famiglia, attivando nel territorio dei nodi di scambio fra le risorse già presenti e la produzione di legami solidali per favorire i progetti di prossimità fra famiglie. Questo progetto, innovativo e sperimentale sia per la metodologia di lavoro scelta, sia per la ricerca di un nuovo modello di intervento ha ricevuto, per il 2012, un finanziamento da parte della Fondazione di Comunità della Sinistra Piave (costituita dai n. 28 Comuni del territorio dell’Ulss 7) pari a € 1.500,00 (Progetto 1 2 3 Stella del Bando). Nello specifico ha promosso n.1 rete di prossimità fra famiglie nel territorio del
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Relazione Valutativa anno 2012
Distretto sociosanitario sud che ha accolto un minore per 9 mesi. Questa rete ha sostenuto gli interventi a favore del bambino e della sua famiglia, creando una collaborazione tra gli educatori della Coop. Thauma, gli operatori dei Servizi per l’Età Evolutiva dell’Ulss 7, gli insegnati della Scuola, i volontari dell’Auser e gli operatori dei Servizi Sociali del Comune di residenza. Nell’area trasversale, il progetto L) Campagna di informazione donazione del sangue cordonale, nel 2012 si è avviata
la conoscenza delle attuali modalità seguite in Azienda per informare le future mamme sulla donazione del cordone ombelicale e la conoscenza dei protocolli stabiliti dalla struttura ospedaliera, al fine di poter creare sinergie utili in questo campo di intervento. Tale percorso nasce da una collaborazione fra la Direzione Medica, l’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia, l’U.O.C. Infanzia Adolescenza e Famiglia e il Centro Servizi Volontariato della Provincia di Treviso. promosso dal Centro Servizi di Volontariato della Provincia di Treviso, in collaborazione con il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Sinistra Piave e dall’Azienda Ulss 7, ha perseguito l’obiettivo di sostenere e promuovere i Gruppi di AutoMutuoAiuto nel territorio di appartenenza. L’indagine conoscitiva, effettuata nel 2011, ha evidenziato la presenza di oltre n. 80 gruppi di AutoAiuto e AutoMutuoAiuto presenti nel territorio dell’Ulss 7. Nel 2012 è stata presentata la guida di tutti i gruppi presenti nel territorio e sono stati effettuati n.2 percorsi informativi e formativi finalizzati alla sensibilizzazione all’AutoMutuoAiuto, che hanno coinvolto 80 volontari ed operatori. Tutte le attività di promozione e formazione sono organizzate e sostenute in collaborazione con il Nell’area trasversale il progetto K) Indagine Gruppi AMA (Giro di Boa
Coordinamento delle Associazioni di Volontariato, il CSV e l’Azienda Ulss 7.
N.1) e N.3) “UN PATTO PER LA FAMIGLIA” (Azione di mantenimento e Azione innovativa )” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si pone l’obiettivo di costruire una rete fra le risorse esistenti intorno e per la famiglia al fine di dare evidenza alle azioni già in atto e spedibili per fronteggiare e risolvere le criticità incontrate. La complessità che caratterizza i sistemi sociali in cui la famiglia è inserita, necessita l’individuazione di risposte che offrano un sostegno a favore dei nuclei familiari maggiormente esposti/vulnerabili al rischio di povertà esperienziale, relazionale e materiale, ma che rivestano anche una valenza educativa per favorire i processi di empowerment sia verso i singoli individui sia verso i nuclei familiari.
Obiettivo 2012 • •
Riattivazione dei laboratori per la famiglia Studio di fattibilità per la co-costruzione di una “Carta per la Famiglia”
Risultati raggiunti
•
Progettualità sospesa nel corso del 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Assessori e Consiglieri (rappresentanti politici dell’Area Famiglia), Rappresentanti Associazioni di Volontariato. Nel corso del 2012 non è stato possibile riattivare il Tavolo di Lavoro con gli Assessori di comparto ed i rappresentati delle associazioni territoriali, si rimanda al 2013 la valutazione della fattibilità di riattivare il tavolo di lavoro integrato.
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Relazione Valutativa anno 2012
N. 2) Progetto Attiva famiglia: “RETI DI SOLIDARIETÀ PER LA FAMIGLIA: COSTRUIAMO LA FIDUCIA/RETI SOLIDALI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si pone l’obiettivo di costruire una rete fra le risorse esistenti intorno e per la famiglia al fine di sviluppare progetti di prossimità tra famiglie e reti di solidarietà tra famiglie. La complessità che caratterizza la famiglia oggi, richiede l’individuazione di risposte che offrano un sostegno a favore di quei nuclei maggiormente esposti/vulnerabili al rischio di povertà esperienziale, relazionale e materiale. Gli interventi sono finalizzati a fornire un aiuto ai bambini in difficoltà e/o portatori di handicap attraverso attività di accompagnamento, affiancamento nell’esecuzione dei compiti e sostegno nelle attività ludiche e sportive sia con progetti da sviluppare nel periodo estivo sia durante l’anno scolastico. Accanto a ciò si persegue l’obiettivo di sostenere le famiglie fragili supportandoli nella gestione del proprio ruolo genitoriale.
Obiettivo 2012 Promozione della rete di solidarietà per la famiglia attraverso interventi di aiuto al di fuori dell'orario scolastico presso le famiglie o altre strutture territoriali, per la cui frequenza è necessario l'intervento dell'operatore volontario.
Risultati raggiunti • • • • •
Coinvolte n. 74 famiglie con minori in situazione di difficoltà; n. 619 interventi effettuati con i nuclei familiari; n. 1149 ore dedicate ai bambini da parte dei volontari; n. 7269 km percorsi dai volontari per interventi di trasporto e accompagnamento presso i Servizi Età Evolutiva; n. 18 ore dedicate alla formazione di 20 volontari e di 7 operatori.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Famiglie e bambini residente nel territorio dell’Ulss 7. Nel 2012 il lavoro sinergico fra volontari ed operatori dei Servizi per l’Età Evolutiva ha portato a sostenere nel territorio n.74 nuclei familiari che vivevano situazioni di difficoltà e necessitavano per i propri figli di un supporto da parte dell'operatore volontario. Alcuni bambini hanno beneficiato contemporaneamente di diverse tipologie di intervento, mentre altri hanno ricevuto un aiuto solidale anche durante i mesi estivi, a supporto delle attività di recupero scolastico. Per tali ragioni alcuni bambini sono stati accolti e seguiti dall’operatore volontario per 2/3 volte alla settimana per 8/9 mesi ed altri per periodi di tempo più limitati. Il numero totale degli incontri effettuati dai volontari è pari a 619 per un totale di 1.149 ore dedicate ai bambini. Gli interventi di trasporto e accompagnamento dei minori presso i Servizi territoriali si evidenziano con i 7269 chilometri effettuati dai Volontari. 18 ore sono state dedicate alla formazione degli operatori e dei volontari, organizzata dall’Auser Volontariato di Treviso, Il Servizio per l’Età Evolutiva dell’Ulss 7 e dalla Cooperativa Sociale Thauma di Conegliano.
N.4) Progetto attiva famiglia: a)“SVILUPPO PROGETTI DI PROSSIMITA’” e b)“ATTIVAZIONE DELL’OPERATIVA DI COMUNITA’ PER LA FAMIGLIA: SPERIMENTAZIONE DI UN NUOVO MODELLO DI INTERVENTO”. Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si è posto l’obiettivo di costruire una rete fra le risorse esistenti intorno e per la famiglia al fine di sviluppare progetti di prossimità tra famiglie e reti di solidarietà tra famiglie. La complessità che caratterizza la famiglia oggi, richiede l’individuazione di risposte che offrano un sostegno a favore di quei nuclei maggiormente esposti/vulnerabili al rischio di povertà esperienziale, relazionale e materiale. Gli interventi sono finalizzati a fornire un aiuto alle famiglie in difficoltà da parte di altre famiglie della comunità che si rendono disponibili ad accogliere i bambini nelle proprie abitazioni per
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Relazione Valutativa anno 2012
eseguire i compiti e sostenerli nelle attività ludiche e sportive sia con progetti estivi sia durante l’anno scolastico. Accanto a ciò si persegue l’obiettivo di sostenere le famiglie fragili supportandoli nella gestione del proprio ruolo genitoriale.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Sperimentazione di un modello di intervento in alcune aree territoriali, per l’ attivazione di progetti di prossimità tra famiglie.
n.1 rete di prossimità fra famiglie nel territorio del Distretto Sociosanitario Sud che ha sostenuto un nucleo per 9 mesi.
Fase di realizzazione: non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; no; __X_ parziale; Destinatari del progetto: Famiglie residenti nei territori dell’Ulss 7 Nel corso del 2012 il progetto ha promosso n.1 rete di prossimità fra famiglie nel territorio del Distretto sociosanitario sud che ha accolto un minore per 9 mesi ed il suo nucleo di appartenenza. Questa rete ha sostenuto gli interventi a favore del bambino e della sua famiglia, creando una collaborazione tra gli educatori della Coop. Sociale Thauma di Conegliano, gli operatori dei Servizi per l’Età Evolutiva dell’Ulss 7, gli insegnati della Scuola, i volontari dell’Auser e gli operatori dei Servizi Sociali del Comune di residenza. Nel territorio del distretto la sperimentazione del progetto prevede, per il 2013, l’avvio di una sensibilizzazione delle famiglie accoglienti.
L) Trasversale: “CAMPAGNA DI INFORMAZIONE DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si pone l’obiettivo di promuovere, nel territorio dell’Ulss 7, campagne finalizzate a sensibilizzare le giovani coppie, italiane e straniere, alla donazione del sangue del cordone ombelicale.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Conoscenza di protocolli e percorsi attivi nell’Ulss 7 per la donazione del sangue del cordone ombelicale
Acquisita documentazione e conoscenza in merito ai protocolli operativi. Formalizzazione di una collaborazione tra i soggetti interessati a promuovere un intervento comune in quest’area a favore delle coppie giovani del territorio .
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
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Relazione Valutativa anno 2012
Destinatari del progetto: Giovani coppie del territorio.
Nel 2012 si è avviata la conoscenza delle attuali modalità seguite in Azienda per informare le future mamme sulla donazione del cordone ombelicale e la conoscenza dei protocolli stabiliti dalla struttura ospedaliera, al fine di poter creare sinergie utili in questo campo di intervento. Tale percorso nasce da una collaborazione fra la Direzione Medica, l’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia, l’U.O.C. Infanzia Adolescenza e Famiglia e il Centro Servizi Volontariato della Provincia di Treviso.
K) Trasversale “INDAGINE GRUPPI AMA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale “Giro di Boa” è un’iniziativa del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Provincia di Treviso e dell’Azienda Ulss 7, che attraverso il supporto del Centro Servizi Volontariato, ha l’obiettivo di conoscere il fenomeno dell’auto mutuo aiuto nel territorio. Il progetto intende sostenere i gruppi attivi nel territorio al fine di fornire una guida informativa utile ai cittadini ed alle famiglie e sostenere, con azioni di sensibilizzazione e formazione, i gruppi di auto mutuo aiuto esistenti e promuovere la nascita di nuovi.
Obiettivo 2012
• •
Distribuire la guida informativa. Promuovere percorsi di informazione e formazione per volontari e facilitatori.
Risultati raggiunti Presentata e distribuita la Guida informativa dei Gruppi AMA attivi nel territorio dell’Ulss 7. Effettuati n. 2 percorsi formativi a cui hanno partecipato: • 40 cittadini e rivolto alla sensibilizzazione all’auto mutuo aiuto. • 40 fra volontari ed operatori preparati al ruolo di facilitatori.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Famiglie, Operatori e Volontari e popolazione residente nel territorio dell’ULss7
Nel 2012 è stata presentata la guida di tutti i gruppi presenti nel territorio e sono stati effettuati n. 2 percorsi informativi e formativi finalizzati alla sensibilizzazione all’AutoMutuoAiuto, che hanno coinvolto n. 80 volontari ed operatori. Tutte le attività di promozione e formazione sono organizzate e sostenute in collaborazione con il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato, il Centro Servizi Volontariato di Treviso e l’Azienda Ulss 7.
Piano di Zona 2011/2015 B2.2b
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AREA INFANZIA / MINORI
I PROGETTI I progetti che compongono l’Area sono i seguenti:
N.1) “ADOLESCENZA: UN MODELLO DI INTERVENTO INTEGRATO” Integrato delle seguenti progettualità: • N.1 Attività di valutazione, consulenza e presa in carico breve da parte degli operatori del Consultorio Giovani • N.2 Modulo Operativo Adolescenti • N.11 Costruzione di un modello di intervento e attivazione di una Comunità terapeutica per minori adolescenti in ambito di Area Vasta (11-21 anni) (I progetti confluiscono in un’unica progettualità in quanto rispondono a bisogni complementari) Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale La complessità degli elementi presenti durante la fase adolescenziale e la presenza di diversi livelli di gravità dei disturbi rende necessario pensare ad una organizzazione delle risposte istituzionali altrettanto complessa e articolata. L’organizzazione deve infatti poter rispondere, in modo appropriato e tempestivo, alle diverse caratteristiche con cui si presentano le crisi e i disturbi in adolescenza. Di adolescenti in situazione di disagio e di crisi si occupano strutture diverse: l’ospedale (il PS, la pediatria, la medicina, ecc), i servizi territoriali, i servizi residenziali e semiresidenziali, le comunità terapeutiche Ogni servizio possiede una sua specificità a livello organizzativo, dei linguaggi , delle competenze, e ciò porta con sé il rischio di muoversi in maniera autoreferenziale rendendo difficile la comunicazione, ma soprattutto la condivisione di linguaggi e metodologie per la gestione dei casi complessi e che non sempre appartengono chiaramente all’uno o all’altro. Appare inoltre necessario individuare delle risposte appropriate per le situazioni di adolescenti che presentano quadri clinici che necessitano di ricovero temporaneo o di inserimento in una struttura residenziale. Al fine di ovviare alle criticità evidenziate, si ritiene utile formulare una ipotesi organizzativa che preveda risposte articolate a livello territoriale. In particolare si individuano tre azioni: • Garantire la possibilità di accesso facilitato agli adolescenti attraverso un servizio (il Consultorio Giovani) a bassa soglia; • Individuare un modulo operativo interservizi con funzione di raccordo e di integrazione fra questi per i necessari approfondimenti diagnostici e per l’elaborazione del progetto terapeutico; • Costruire un modello operativo, in collaborazione con il privato sociale, per l’inserimento di minori con situazioni psicopatologiche complesse e con necessità terapeutiche e di contenimento ad elevata intensità in una struttura residenziale. (Progetto che coinvolge l’area vasta).
Obiettivo 2012 Prosecuzione attività del Consultorio Giovani e del Modulo Operativo Adolescenti. Costruzione modello operativo CTRP.
Risultati raggiunti • • •
Consultorio Giovani N. 131 utenti /209 prestazioni. Modulo Operativo Adolescenti: valutati n. 15 casi. Non iniziata la costruzione del modello operativo CTRP.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale;
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Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Adolescenti e giovani adulti in situazione di crisi evolutiva o con quadri psicopatologici strutturati. Nel 2012 l’attività del Consultorio Giovani e del Modulo Operativo adolescenti è continuata, anche se con qualche difficoltà legata soprattutto ad una limitazione nelle risorse umane. Non è invece ancora stato dato avvio al lavoro di elaborazione congiunta con il privato sociale del modello di funzionamento e delle procedure operative per l’attivazione della CTRP che dovrebbe essere attivata nel territorio dell’ULSS 7; il ritardo è legato al rallentamento generale nell’attuazione del progetto collegato alle difficoltà di reperimento dei finanziamenti necessari.
N.3) “PROMOZIONE DELL’AFFIDO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto è finalizzato ad offrire sostegno alle famiglie e ai minori in situazione di disagio e difficoltà attraverso lo strumento dell’affidamento e di altre forme di accoglienza che contribuiscono al potenziamento di una rete di collaborazione tra famiglie Mirato ad incrementare e diversificare le risorse per l'affido eterofamiliare e ad attivare nuove forme di supporto sia per le famiglie affidatarie che per quelle adottive, con particolare attenzione al primo periodo di inserimento del minore nel nucleo familiare.
Obiettivo 2012
•
Migliorare le competenze educative e relazionali delle famiglie affidatarie.
•
Definire per ogni minore in affido percorsi individualizzati.
•
Attivare sinergie con le agenzie attive del territorio.
Risultati raggiunti
• -Realizzazione di azioni di sostegno individuali e di gruppo finalizzate a migliorare le competenze educative e relazionali delle famiglie affidatarie attraverso. • -Rivisitazione di tutti gli affidi in atto e definizione del percorso individualizzato per tutte le nuove richieste. • -Prosecuzione Tavolo degli Affidi con i Comuni e le Associazioni e attivazione della collaborazione con Cooperativa SocialeThauma di Conegliano per iniziative di sensibilizzazione all’ affido.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Minori e famiglie in situazione di disagio; servizi sociali comunali Nel 2012 l’attività di affido etero familiare è proseguita con nuove iniziative di sensibilizzazione per l’ acquisizione di nuove risorse accoglienti. Inoltre si è avviato un confronto con le amministrazioni comunali un confronto sulla gestione delle cosiddette “accoglienze leggere” con l’ obiettivo di condividere criteri e modalità operative. Alla rivisitazione di tutti gli affidi in atto è seguita restituzione a tutti i Comuni di riferimento sulle singole progettualità.
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N. 4) “PROGETTO PROVINCIALE ADOZIONI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto è finalizzato a sostenere e favorire lo sviluppo della genitorialità adottiva e ad accompagnare le coppie che fanno richiesta di adottare un bambino, nel percorso di riferimento . E’ finalizzato inoltre a favorire l’integrazione del minore adottato nel nuovo ambiente familiare e sociale in cui viene inserito, in particolare nel contesto scolastico.
Obiettivo 2012
•
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Risultati raggiunti •
Nel 2012, in collaborazione con gli Enti Autorizzati è stato progettato e prodotto un Opuscolo dal titolo “Apprendere dall’adozione” dedicato agli Insegnanti, ai Genitori e ai Ragazzi. E’ stato pensato come strumento facilitante gli interventi di promozione di approcci adeguati verso la realtà adottiva.
•
E’ stato realizzato un evento, allargato a tutte le coppie in attesa del territorio provinciale, supportato dalla testimonianza diretta di ben due esperienze adottive. E’ stata una iniziativa molto apprezzata dai 60 partecipanti i quali, attraverso contributi non solo teorici ma di tipo esperienziale hanno potuto più facilmente rispecchiarsi e ri-motivarsi rispetto alla genitorialità adottiva.
•
Nel corso del 2012 si sono sperimentate ben due progettualità distinte per metodologia e contenuti con gruppi di famiglie adottive di recente formazione. Ciò ha contribuito ad evidenziare che famiglie adottive con bimbi piccoli tendono a privilegiare una relazione di aiuto da parte dei Servizi di tipo individualizzato, forse maggiormente rispondente alle peculiarità che caratterizzano ogni distinto percorso adottivo.
Contribuire a rendere l’Istituzione Scolastica più competente per dare risposta alle esigenze delle famiglie adottive.
Sostenere la coppia nella fase dell’attesa.
Sostenere le coppie e le famiglie adottive nel periodo post adozione.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: _X__ si; ___ no; parziale ; Destinatari del progetto: Scuola, coppie in attesa di adozione e famiglie adottive Nel corso del 2012 è stata garantita, grazie al finanziamento previsto dalla DGRV 1974/2011 l’intera progettualità nell’area delle adozioni, secondo la programmazione a livello provinciale, coordinata dall’Azienda Ulss 9 di Treviso in qualità di Azienda capofila. Le attività realizzate hanno riguardato i tre ambiti previsti dalla nella DGRV sopracitata: l’attesa, la Scuola, il Post-Adozione. La Direzione Regionale, sempre nel corso del 2012 ha prodotto ed inviato a tutte le Direzioni Generali delle Ulss Venete il “Protocollo Operativo per l’Adozione Nazionale ed Internazionale 2012 -2014” circa l’attuazione dell’art. 39 bis comma Lett C. legge 184/83 con modifiche legge 476/98, sul percorso relativo alle Equipe adozioni, Consultori familiari ed Enti Autorizzati in collegamento con il Tribunale per i Minorenni.
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Relazione Valutativa anno 2012
Viene delineato che il procedimento adottivo può essere suddiviso in quattro fasi distinte e successive: 1. fase di informazione e sensibilizzazione (precedente alla dichiarazione di disponibilità all’adozione al TM); 2. indagine psico-sociale della coppia (su mandato del TM); 3. fase di accompagnamento post-decreto di idoneità (fino all’ingresso in Italia del minore, detta fase di Attesa); 4. fase di post adozione (nella quale sono comprese le attività di vigilanza, la stesura delle relazioni di follow-up, le iniziative di sostegno al minore e alla sua famiglia). Il trend registrato nell’anno delle nuove coppie si è mantenuto stabile nel volume generale confermando la buona percentuale in linea con gli altri territori provinciali. Una considerazione che caratterizza la fase attuale, rimarcata anche dalla Direzione Regionale, è inerente la particolare attenzione assunta da tutte le équipe venete in merito alle iniziative di prevenzione e di contrasto del cosiddetto “Fallimento Adottivo” come uno dei rischi che dovrebbe essere debellato. Ciò ha comportato l’avvio di approfondite ulteriori valutazioni rispetto all’intero percorso adottivo per individuare, nella complessità, le migliori azioni, strategie, criteri e strumenti atti a realizzare un esito di salute.
N. 6) “BUONE PRASSI DI COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Integrato delle seguenti progettualità: • N. 6 Buone prassi di collaborazione interistituzionale • N. 9 Percorsi di accompagnamento del minore e della sua famiglia tra i diversi ambiti istituzionali (I progetti confluiscono in un’unica progettualità in quanto rispondono a bisogni complementari) Il progetto si propone di migliorare il livello di comunicazione e collaborazione tra il mondo della Scuola e quello dei servizi e di condividere in maniera più chiara i percorsi di intervento e di cooperazione servizi favorendo l’individuazione dei percorsi di accompagnamento e di segnalazione delle situazioni problematiche da una realtà all’altra anche attraverso l’introduzione di nuovi strumenti quali protocolli, procedure, schede/modelli di comunicazione, mappa dei percorsi di presa in carico, ecc.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
• Individuazione di uno strumento di comunicazione interistituzionale tra Scuola-PLS-Servizi per la segnalazione delle situazioni di disagio (Protocollo di collaborazione interistituzionale: “La gestione del disagio e della complessità”)
• Presentazione, nell’ ambito dei CTI , degli strumenti di osservazione mirata elaborati per la Scuola e delle schede di segnalazione delle problematiche rilevate dalla scuola, atta a favorire la comunicazione con i PLS e l’ invio ai servizi .
• Individuazione precoce di bambini a rischio di disturbo specifico di apprendimento con il Progetto “Tutti i bambini vanno bene a scuola”
• Realizzazione per il III anno scol. dello Screening di tutti i bambini iscritti al primo anno della scuola primaria, invio dei casi dubbi ai servizi . Avvio nell’ autunno 2012 dello screening per il IV anno
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
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Relazione Valutativa anno 2012
Destinatari del progetto: Minori. Gli strumenti di osservazione mirata delle situazioni di disagio e gli strumenti di comunicazione con i PLS elaborati nell’ ambito della collaborazione tra i Sevizi per l’Età Evolutiva e i 6 Istituti Comprensivi (afferenti ad entrambi i Distretti), sono stati presentati nel 2012 ai CTI e condivisi con i PLS, in previsione di una successiva sperimentazione da parte delle scuole della loro funzionalità . E’ proseguito inoltre per la III annualità il Progetto “Tutti i bambini vanno bene a scuola”, finalizzato alla individuazione precoce di bambini a rischio di disturbo specifico di apprendimento, progetto articolato in screening di tutti i bambini iscritti alle classi prime delle scuole primarie del territorio Ulss, consulenza alla Scuola ed eventuale invio ai Servizi delle situazioni a problematiche. E’ stato inoltre possibile riavviare il progetto per un’ ulteriore annualità grazie a fondi residui e ad un ridimensionamento delle risorse impiegate.
7) “TUTELA E PROTEZIONE DEI MINORI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Integrato delle seguenti progettualità: • N.7 Sostegno del sistema dei servizi per la popolazione, la cura e la tutela dei minori e delle risorse accoglienti • N. 5 Sviluppo di forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento (collaborazione con telefono Azzurro) • N. 8 Costruzione di un percorso di formazione congiunta dei diversi soggetti istituzionali, dal punto di vista giuridico,in materia di protezione e tutela (I progetti confluiscono in un’unica progettualità in quanto rispondono a bisogni complementari) Il progetto intende sostenere e valorizzare lo sviluppo dei servizi per la protezione e tutela dei minori in un ottica di qualificazione degli interventi, di ricerca di un quadro di riferimento unitario e di un sistema di servizi integrato, secondo quanto indicato Delibera Giunta Regionale n.2416/ 08 e recepito dalla Conferenza dei Sindaci dell’ Ulss7. Il progetto prevede inoltre la collaborazione con l’Associazione Tetto Azzurro per i casi più gravi.
Obiettivo 2012 • Prosecuzione attività “MOM unificato” e analisi aree critiche individuate nella gestione delle problematiche inerenti la tutela e la protezione.
Risultati raggiunti •Casi MOM: n 119. Attivati incontri di approfondimento di tematiche inerenti la tutela e la protezione con l’ Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori e tra operatori Mom-Affidi.
• Attivazione i Spazi Neutri richiesti dai Comuni, nell’ ambito del finanziamento dedicato e attraverso Convenzione con il Privato sociale.
• Spazi Neutri attivati: n 3.
• Sostegno a minori in situazione di disagio/trascuratezza ed alle loro famiglie attraverso l’ educativa domiciliare.
• Educativa domiciliare: seguite n. 6 situazioni.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale;
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Minori in situazione di tutela/rischio /trascuratezza/disagio e le loro famiglie, Comuni. Nel 2012 è proseguita l’attività del Mom unificato secondo le modalità definite alla luce delle verifiche effettuate nell’anno precedente. In particolare si è cercato di favorire la collaborazione inter-servizi per la casistica di disagio /rischio al fine di evitare un eccessivo appesantimento dell’ attività Mom. E’ stato inoltre avviato un approfondimento in merito alle criticità emerse nella gestione delle comunicazioni interistituzionali in ambito di beneficità, con il coinvolgimento sia degli operatori/servizi coinvolti che dell‘Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori. L’ attività dell‘ Educativa Domiciliare, finalizzata al sostegno di minori in situazione di disagio/trascuratezza, è proseguita secondo le modalità già sperimentate, limitatamente alle risorse economiche disponibili
B) Trasversale: “SOSTEGNO ALLA FUNZIONE EDUCATIVA DELLA FAMIGLIA E DEGLI ADULTI SIGNIFICATIVI Progetto Educazione alla sessualità/Informarsi per non preoccuparsi 4” Data inizio progetto: gennaio 2012 Data conclusione progetto : marzo 2013 Durata del progetto: Annuale Percorso formativo di Educazione alla Sessualità e all’Affettività rivolto agli studenti del secondo e terzo anno della scuola secondaria di secondo grado del territorio Ulss7. Il primo incontro con i ragazzi a scuola viene gestito da uno psicologo mentre il secondo incontro presso il Consultorio Familiare è condotto da una figura sanitaria ( ginecologo o ostetrica ). Il progetto si rivolge anche ai genitori e agli insegnanti dei ragazzi attraverso un incontro di presentazione del percorso ed uno di restituzione dell’esito con gli stessi.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
• Facilitazione dell'accesso e fruibilità al Servizio di Consultorio Familiare e Consultorio Giovani.
• Interventi di educazione sessuale presso le scuole secondarie di secondo grado con coinvolgimento di n. 570 adolescenti, 263 genitori in un totale di 28 classi. (anno scolastico 2012/13).
• Sostegno individuale agli adolescenti in Consultorio Giovani.
• Visite c/o i Consultori Familiari organizzati dalle scuole per tutti gli studenti di cui sopra. • Mantenimento dell’accesso a consulenze individualizzate in tutte le sedi Consultoriali.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Adolescenti e giovani 14-24 anni; scuole, famiglie Con il 2012 è proseguita l’attività dei Consultori Giovani i tutte le sedi, secondo le modalità consolidate in questi anni e pubblicizzati attraverso appositi depliant. L’attività di educazione sessuale è stata riproposta secondo moduli già sperimentati ma con l’ integrazione di un incontro di approfondimento presso il Consultorio dedicato ai genitori. Con tale nuova modalità si registrata una partecipazione sensibilmente più elevata dei genitori rispetto a quelle proposte in passato solo in un contesto scolastico.
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E) Trasversale: “PROGETTO FORMATIVO E DI SENSIBILIZZAZIONE SU MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : giugno 2012 Durata del progetto: Annuale Con DGRV del 4317/2009 la Regione Veneto ha recepito la legge nazionale n° 7/2006, contenente “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” e ha approvato un programma di formazione per operatori socio sanitari, proponendo strumenti capaci di contrastare tale pratica. Finalità dell’azione è di sensibilizzare gli operatori socio-sanitari fornendo loro gli strumenti per un efficace approccio di contrasto alla pratica delle MGF
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Attivazione delle iniziative di informazione e promozione della salute, rivolte a donne straniere.
N. 10 incontri con la popolazione straniera collaborazione con la Caritas di Vittorio Veneto
in
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X ___ si; ___ no; parziale; Destinatari del progetto: Giovani e popolazione immigrata proveniente da paesi dove la pratica di MGF è tuttora diffusa Nel 2011 l’Azienda Ulss7 ha realizzato un Progetto di formazione con l’obiettivo di contrastare il fenomeno delle MGF attraverso azioni di sensibilizzazione e di formazione degli operatori socio-sanitari che più frequentemente interagiscono con popolazione immigrata Successivamente, nel 2012 sono state avviate, in collaborazione con la Caritas , azioni di informazione/promozione della salute delle donne straniere che sono state portate a termine nel giugno 2012.
C) Trasversale: PERCORSI NASCITA Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Percorso nascita, attivo da numerosi anni, comprende una serie di interventi mirati a sostenere la donna sia sul piano medico-sanitario che psicologico-relazionale durante la gravidanza, il post-parto e nelle prime fasi di assunzione del ruolo genitoriale . L’attività è realizzata in collaborazione con la struttura ospedaliera . Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
• Mantenimento corsi gravide e corsi 0-1.
•
Prosecuzione corsi gravide : n. 26.
• Prosecuzione attività domiciliare per puerpere.
•
Prosecuzione corsi 0-1: n 6 corsi.
•
n. 2400 visite domiciliari.
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Donne in gravidanza, puerpere, genitori di bambini 0-1 anno. Nel 2011, i corsi 0-1 ed i paralleli corsi di massaggio al neonato sono proseguiti a regime. Sono state inoltre apportate alcune modifiche all’organizzazione dei corsi gravide ed alle modalità di espletamento dell’assistenza domiciliare in puerperio.
D) Trasversale: PUNTI DI INCONTRO TRA GENITORI IN SPAZI STRUTTURATI Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Progetto volto a sostenere i genitori nel loro ruolo educativo attraverso l’individuazione di uno spazio dedicato da individuarsi in via sperimentale in uno specifico territorio/Comune dell’Ulss 7.
Obiettivo 2012 Stesura del progetto
Risultati raggiunti Non attivato nel 2012
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Genitori e figli.
N.10) Verifica preliminare, IN AMBITO DI AREA VASTA, della NECESSITA’ di ATTIVAZIONE DI UNA COMUNITA’ RIABILITATIVA RESIDENZIALE E/O DIURNA per minori (6-10 ANNI) Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questa azione mira a verificare l’esigenze e la sostenibilità della attivazione di una comunità riabilitativa residenziale e/o diurna per minori nella fascia d’età 6-10 anni.
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Attivazione di una riflessione
Avviato confronto per costituzione gruppo di lavoro
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Minori in età 6-10 anni che presentano disturbi psicopatologici che necessitano, oltre agli interventi ambulatoriali, l’inserimento in una comunità con finalità riabilitativa. Nel corso del 2011 l’Azienda Ulss7 ha valutato la casistica ed iniziata una riflessione con i responsabili dei servizi sulla esigenza di tale risorsa. Rinviato al 2013 l’analisi dei bisogni nel territorio dell’Azienda Ulss 7 in risposta alla proposta di istituzione della Comunità, da parte del gruppo di lavoro neo costituito.
Piano di Zona 2011/2015 B2.2c
Relazione Valutativa anno 2012
AREA ADOLESCENZA /GIOVANI
I PROGETTI L’Area Adolescenza nel 2012 ha mantenuto l’approccio culturale di tipo promozionale e preventivo, finalizzato a rinforzare e sviluppare fattori protettivi negli ambiti vitali del giovane, quali la famiglia, la scuola, il tempo libero, con l’obiettivo anche di intercettare ed affrontare precocemente i disagi evolutivi. Anche grazie all'impulso dato dal Bando Regionale 2011 “Giovani cittadinanza attiva e volontariato”, nel 2012 è stato possibile valorizzare i giovani in un modo innovativo e consolidare le collaborazioni fra i diversi soggetti istituzionali e non, a partire dalle positive esperienze già presenti sul territorio, nella logica della partnership e progettazione integrata e partecipata. I Laboratori di Educazione alle emozioni/affettività e “Partecipi di volontà” hanno previsto una stretta condivisione e collaborazione con le scuole secondarie di primo grado. Entrambi i progetti rappresentano lo sviluppo ed il rinnovamento di alcune esperienze presenti nel territorio (emozioni, media e nuove tecnologie e percorsi di rappresentanza scolastica) e sono inseriti nella programmazione dell'Operativa di Comunità dei 28 Comuni dell'Ulss 7, che garantisce la presenza in ogni territorio municipale di un educatore e vengono realizzati nell'ottica della progettazione partecipata ed il lavoro di rete.
I progetti che compongono l’Area sono i seguenti:
N.1a) “LABORATORI DI EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI/AFFETTIVITÀ" Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 a Durata del progetto: Quinquennale I laboratori ed i micro-progetti di educazione alle emozioni/affettività si propongono di affrontare, con l'utilizzo di metodologie e strumenti dinamici ed interattivi, i bisogni relativi alla costruzione della propria identità, agendo sul piano dell'affettività e sulla sfera delle emozioni, in un approccio che tenga in considerazione l’impatto che l’utilizzo delle nuove tecnologie (in particolare cellulari di ultima generazione e social network) può avere in campo affettivo e relazionale. Il target principale previsto sono i preadolescenti 11-13 anni; i laboratori vengono realizzati in collaborazione con le scuole secondarie di primo grado del territorio Ulss 7, ma le iniziative possono coinvolgere anche ragazzi in ambito extra scolastico; inoltre alcuni laboratori coinvolgono direttamente sia gli insegnanti che i genitori.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
•
Favorire l'aumento nei preadolescenti e adolescenti delle competenze socio relazionali e dell'autonomia.
•
Sostenere i preadolescenti/adolescenti attraverso interventi di prevenzione ed educazione.
•
Favorire negli adulti l'acquisizione di strumenti utili nella relazione educativa.
•
Mantenimento e sviluppo integrata scuola e territorio.
della
progettazione
•
N. 21 laboratori "Laboratori di Educazione alle emozioni/affettività" realizzati con i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado Ogni laboratorio ha avuto un momento informativo dedicato a insegnanti e genitori all'avvio ed alla conclusione dei laboratori stessi
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale ( criticità: tempi erogazione finanziamento) Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale;
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Studenti delle Scuole Secondarie di primo grado. Il progetto “Laboratori di Educazione alle emozioni/affettività”, in continuità con Operativa di Comunità, prevede una stretta condivisione e collaborazione con le scuole secondarie di primo grado ed ha visto il coinvolgimento attivo di tavoli territoriali previsti dal piano. Dalla somministrazione dei questionari e dalle interviste è dichiarato positivo il gradimento e l'efficacia dei progetti e in taluni casi su espressa richiesta di genitori ed insegnanti, sono stati realizzati moduli formativi a loro dedicati. Il progetto viene realizzato utilizzando le esperienze e le competenze degli Operatori di Comunità. La realizzazione delle azioni si è sviluppata all'interno della programmazione delle politiche giovanili e dell'operativa di comunità dei Comuni.
N.1b) “PARTECIPI DI VOLONTÀ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede che in ogni comune del territorio Ulss 7 sia realizzata un’iniziativa di promozione della partecipazione e cittadinanza attiva rivolta ad adolescenti 11-18 anni e giovani fino ai 25, in particolare i progetti di rappresentanza scolastica, che coinvolgono i 18enni ed i Consigli Comunali dei Ragazzi; visti i positivi risultati raggiunti a livello locale, iin molte realtà queste iniziative sono in questi ultimi anni diventate permanenti; le risorse necessarie sono provenienti dall'Operativa di Comunità e da fondi investiti direttamente dai singoli Comuni. Sono coinvolte le realtà del volontariato e del terzo settore quali partner privilegiati ed insieme si costruiscono opportunità che permettono agli adolescenti e ai giovani di progettare e vivere esperienze attive di partecipazione e volontariato. In particolare vengono realizzate attività di informazione e sensibilizzazione al volontariato sociale valorizzando le esperienze territoriali e quelle rappresentate dal servizio civile nazionale; inoltre nel 2012 in alcuni Comuni sono stati avviati progetti di servizio civico comunale, che valorizzano le risorse giovani e il volontariato anche come palestra verso il mondo del lavoro, anche su impulso del bando regionale giovani cittadinanza attiva e volontariato 2011. I tavoli territoriali previsti dal piano hanno il compito di programmare i laboratori tenendo conto delle realtà territoriali specifiche.
Obiettivo 2012
•
Risultati raggiunti
Garantire continuità ai progetti di promozione della cittadinanza attiva nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado e con i gruppi giovani/gruppi 18 enni dei Centri Aggregativi dei Comuni
•
Valorizzazione delle esperienze di "Servizio Civico Comunale" e Bando Regionale 2011
•
Sostegno e sviluppo Comunali dei Ragazzi
dei
Consigli
•
realizzati n. 9 percorsi di formazione rappresentanti di classe e d'Istituto, accompagnamento consulta provinciale studenti.
•
n. 11 nuovi gruppi 18enni, supporto agli esistenti.
•
n. 26 progetti di cittadinanza attiva e volontariato: gruppi giovani ed animatori hanno realizzato laboratori ed eventi per i più giovani e la comunità anche su impulso del bando regionale 2011;
•
sviluppo e supporto ai Consigli Comunali dei Ragazzi (16 CCR)
•
realizzato primo MEETING DEI CCR DELL'ULSS7
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale ( criticità: tempi erogazione finanziamento) Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale;
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Giovani/Adolescenti 11-24 anni. Il progetto “Partecipi di volontà” , in continuità con Operativa di Comunità, si sviluppa su tre livelli, coinvolgendo i 18enni dei singoli Comuni e/o i gruppi giovani presenti nei territori afferenti ai Centri Giovani e o ai gruppi di interesse municipali ed attraverso la costituzione di Consigli Comunali dei Ragazzi. In alcuni territori si opera anche a livello intercomunale ottimizzando le risorse e valorizzando il livello di collaborazione esistente tra gli enti, questo aspetto è correlato alla modalità già acquisita in alcune aree di lavorare in modo integrato tra servizi ed operatori. Gli Operatori di Comunità sono i soggetti attuatori delle iniziative, ottimizzando le relazioni esistenti e integrando le azioni con le risorse orarie dell'Operativa di Comunità. Per l'anno 2012 la novità è stato il movimento di giovani generato dal bando regionale giovani, cittadinanza attiva e volontariato 2011 che ha consentito di valorizzare alcune esperienze e farne nascere di nuove, promuovendo così la costituzione di nuovi gruppi di giovani (anche a livello intercomunale) che si spendono nel territorio in una logica di solidarietà sociale, sviluppando contemporaneamente competenze trasversali spendibili anche in altri ambiti (es. Quello lavorativo Inoltre è stato realizzato primo meeting di tutti i i Consigli Comunali dei Ragazzi di questo territorio. La realizzazione delle azioni si è sviluppata all'interno della programmazione delle politiche giovanili e dell'operativa di comunità dei Comuni che in alcuni casi hanno integrato economicamente con fondi propri. I giovani che hanno partecipato al servizio civile volontario in questo territorio nel 2012 sono una ventina.
N. 2) “CERTIFICAZIONE DI QUALITA’” ALLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE – EDUCASPORT/F.E.E.L.S Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2012 Durata del progetto: Biennale Questo progetto pilota nasce dai vari bisogni uno su tutti quello di ridefinire lo sport in ambito giovanile, dove educazione, valori, lealtà, rispetto dei bisogni dei ragazzi/atleti vengano messi in primo piano e non secondari rispetto alle esigenze degli adulti e alla tendenza generalizzata alla ricerca del profitto, del successo ad ogni costo. L’originalità del progetto è garantire un percorso formativo permanente che “accompagna “ la società sportiva nel corso di un intero anno sportivo, coinvolgendo tutte le sue componenti in una “scuola di educazione sportiva”che nasce con l’intento di promuovere il concetto di “cultura sportiva” e una dimensione di co-responsabilità educativa, nel rispetto dei ruoli dei diversi attori coinvolti. La scuola intende fornire e sviluppare in dirigenti, allenatori e genitori conoscenze e competenze in campo psico-pedagogico e culturale, promuovendo lo sviluppo di stili e alleanze educative. Questo progetto è sostenuto e promosso anche dal CONI Comitato Provinciale di Treviso, assieme al quale viene riconosciuto l’impegno delle società sportive aderenti attraverso una certificazione che “ri-qualificherà” il loro operato sul territorio.
Obiettivi 2012 • •
•
Certificazione società sportive. Programmazione dell’attività formativa e condivisione delle tematiche da approfondire. Avvio formazione per nuove società sportive.
Risultati raggiunti • • •
Consegna certificazione alle società sportive aderenti. programmati gli incontri sul territorio per il secondo ciclo formativo. realizzazione dei primi due incontri formativi per nuove società sportive.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Destinatari del progetto: Allenatori, dirigenti, genitori/famiglie degli atleti. Nei primi mesi del 2012 sono stati conclusi i primi cicli formativi con la certificazione delle società sportive che sono intervenute in una serata pubblica svoltasi ad aprile e alla quale hanno partecipato circa 370 persone. Successivamente sono stati realizzati nei comuni dell’area coneglianese circa 20 incontri di programmazione e condivisione degli ambiti formativi per la prosecuzione dell’attività formativa e il coinvolgimento di società sportive che non avevano partecipato al progetto nella prima annualità. A fine 2012 sono state realizzate le prime due serate formative per le nuove società sportive.
N. 3) “CREDITI SOCIALI E PARTNERSHIP NORMATIVO Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede l’attivazione di Crediti Sociali a favore dei giovani che praticano l’esperienza di volontariato e di cittadinanza attiva all’interno di accordi tra enti, privato sociale e mondo prudittivo locale.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
•
Supporto e sviluppo di progettualità avviate grazie al bando regionale giovani cittadinanza attiva e volontariato 2011
•
Finanziamento ottenuto per 8 progetti (18 amministrazioni comunali)
•
Riconoscimento di crediti ai giovani coinvolti
•
Coinvolti più di 200 giovani d'età 16-25 anni
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale Destinatari del progetto: Giovani del terrirtorio. Nel corso del 2012 grazie ai finanziamenti ottenuti attraverso il bando regionale è stato possibile riconoscere ai giovani dei crediti, sia in termini di rimborso economico, che in termini di formazione sul campo relativamente allo sviluppo di competenze trasversali. Il progetto ha inoltre consentito di sviluppare/consolidare reti tra gli enti pubblici, il privato sociale e il mondo del volontariato. Il progetto ha inoltre intercettato, valorizzato e messo in rete alcune esperienze già presenti nell'ultimo biennio in alcuni Comuni. L'Operativa di Comunità e la Cooperativa Sociale Thauma hanno rappresentato dei buoni contenitori per lo sviluppo dei progetti, sia da un punto di vista metodologico che di gestione.
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 4) “UNITÀ DI INTERVENTO PER ADOLESCENTI E GIOVANI” INTERCETTAZIONE PRECOCE E AFFRONTAMENTO DEL DISAGIO EVOLUTIVO (11-13 ANNI) Integrato con: I) Trasversale: “NUOVE MODALITA’ DI SCAMBIO FRA OPERATORI SU TEMATICHE PER FASCE DI ETA’ 11/14 E 15/24 che comprende le seguenti progettualità: J) Mappatura e condivisione degli interventi nell’Area della Prevenzione; + Q) Mappatura e messa in rete dei “Sensori” e punti di ascolto pubblici e privati attivi nel territorio; + V) Prevenzione del disagio e della devianza negli adolescenti; (I progetti confluiscono in un’unica progettualità in quanto rispondono a bisogni complementari)
Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto : dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale L’attuale organizzazione dei servizi dell’azienda ULSS 7 e del privato sociale prevede una risposta parcellizzata e settoriale ai bisogni degli adolescenti (14-24 anni) che presentano una situazione di crisi psichica o psicopatologie strutturate. La risposta a tali situazioni è attualmente garantita da diversi Servizi (Età evolutiva, Consultorio Giovani, Sert, Psichiatria, Servizio per i Disturbi del Comportamento Alimentare, Servizio Disabilità età adulta) e dal Centro Crisi gestito dalla Cooperativa Insieme si Può, con la quale l’ULSS7 ha stipulato una convenzione. Per ovviare a tale nel corso del 2007 è stato attivato un percorso formativo sul tema dell’adolescenza dedicato a un gruppo di operatori di diversi servizi Ulss, dell’Operativa di Comunità e del Privato sociale, finalizzato a costruire un pensiero comune e ipotesi organizzative condivise fra i diversi servizi che sul territorio si occupano di adolescenti. Nel 2008 è proseguito il percorso di analisi e riflessione congiunta tra i Responsabili dei Servizi dell’Azienda ULSS7 per individuare obiettivi, funzioni e modalità operative del Modulo Operativo Adolescenza. Il percorso ha condotto alla condivisione di un modello operativo attivato nel 2009. Il Progetto si propone di riorganizzare le modalità di risposta attraverso la creazione di una unità di intervento interservizi che garantisca tempestività nell’erogazione delle prestazioni, procedure diagnostiche specifiche e adeguati progetti terapeutico/riabilitativi. Prevede inoltre una attività di ricognizione dei punti di ascolto per preadolescenti e adolescenti attualmente presenti nel territorio al fine di definire modalità per intercettare precocemente le situazioni problematiche.
Obiettivo 2012
Migliorare il processo diagnostico e terapeutico di adolescenti con situazioni psicopatologiche complesse Aumentare l’integrazione e la condivisione delle modalità operative del Modulo O.A. con gli operatori dei Servizi territoriali
Risultati raggiunti
Prosecuzione attività di valutazione diagnostica ed elaborazione progetto terapeutico da parte del gruppo di operatori interservizi per 15 casi clinici.
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso;
Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Giovani in età compresa fra 11 e 24 anni.
Piano di Zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Nel 2012 è proseguita l’attività di valutazione diagnostica e di elaborazione del progetto terapeutico per 15 casi clinici presentati dagli operatori dei diversi servizi. E’ continuato il rapporto convenzionale con il Comune di Conegliano e gli istituti scolastici del Comune stesso finalizzata ad attivare un lavoro di rete per intervenire in modo congiunto sulle situazioni di disagio giovanile. Nello stesso ambito sono continuati gli incontri con le psicopedagogiste di alcuni Istituti scolastici di entrambi i Distretti per elaborare un progetto relativo alla gestione dei minori in situazione di disagio emotivo-comportamentale. E’ una delle azioni che rientra nel più ampio sistema di interventi rivolti alle situazioni di crisi o psicopatologiche nell’area della fascia preadolescenziale e adolescenziale.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Conferenza dei Sindaci
B3.
AREA PERSONE CON DISABILITA’:
Per l'Area vengono confermati gli obiettivi individuati a costruzione del documento del Piano di zona 2011/2015 che evidenziano in particolare: - il sostegno alla famiglia - la promozione dell’autonomia - il sostegno all’invecchiamento della persona disabile - l'individuazione di risposte alle nuove disabilità. Particolare attenzione permane sui principali ambiti di interventi delle azioni dell’area della disabilità: - La famiglia: è l’ambito di vita principe in cui ciascuno vive e consolida relazioni significative, cresce e si struttura come persona, viene accolto e tutelato nelle sue fragilità (infanzia, adolescenza, disabilità, invecchiamento, etc.) Per la disabilità l’attenzione al sostegno in modo peculiare alle famiglie con persone con disabilità gravi e complesse che rischiano di veder consumate in breve tempo le risorse al loro interno e di faticare a viversi come ambito di crescita positivo e propositivo. La necessità inoltre di approfondire la condivisione del concetto della co-responsabilità nella determinazione dei percorsi da proporre per la disabilità ma anche per le varie aree di fragilità. A queste sarà rivolto lo sforzo nel progettare possibili risposte. -
In questo senso, vista la necessità condivisa anche con le altre aree del Piano, da intraprendere sia per specifici ambiti sia però trasversalmente nell’ottica della rete.
L’analisi dei bisogni emergenti per l’area della disabilità ha evidenziato le seguenti fragilità: 1) Rischio di isolamento sociale - Isolamento scolastico - isolamento lavorativo - isolamento tempo libero e sociale 2) Sviluppo di dipendenza e non di autonomia 3) Rischio implosione capacità relazionali e assistenziali della famiglia: - carenza di risorse (invecchiamento) - affaticamento nelle disabilità gravi - carenza di strumenti per la gestione di disabilità complesse 4) Rischio di isolamento familiare: difficoltà delle famiglie di viversi come risorse per la comunità. 5) Mancanza di assistenza familiare. Le azioni individuate hanno voluto pertanto rispondere in via prioritaria alle seguenti tematiche: - Promozione dell’integrazione sociale attraverso il sostegno all’autonomia (qualità di vita) possibile; - Autonomia lavorativa; - Autonomia sociale; - Autonomia abitativa.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
I PROGETTI I Progetti che compongono l’Area sono i seguenti:
N.1 “SISTEMA DOMICILIARITÀ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto riguarda lo sviluppo di modalità di raccordo per interventi a sostegno di famiglie con minori con disabilità grave( L.162/98; etc.), gravissima in età evolutiva ed adulta con riferimento anche a soggetti con autismo e/o disturbi dello spettro autistico.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti •
• Individuazione percorsi e criteri di accesso • Stesura regolamento
• •
E’ proseguito il lavoro del gruppo di lavoro interservizi che ha individuato gli interventi, i criteri di accesso e le modalità di erogazione. Sono state ottimizzate le procedure e le risorse correlate all’obiettivo principale. E’ stato redatto e deliberato il regolamento al servizio.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Persone con disabilità gravissima in età evolutiva. Nell'analisi dei fattori di disagio e dei bisogni era emersa la necessità di sostenere l'integrazione sociale del portatore di disabilità che più marcatamente si trova in situazione di handicap causa l'impossibilità di fruire delle opportunità territoriali senza adeguato personale. Tale progettualità individua nella costruzione di sinergie tra Servizi dell'Età Evolutiva e dell'Età Adulta la possibilità di considerare la persona disabile nel suo PROGETTO DI VITA in costante cambiamento, nel corso della crescita personale, nelle fasi di modificazioni del contesto di vita e di relazioni, negli adattamenti legati al ciclo biologico, ecc. adeguando di volta in volta le risposte al bisogno emergente. Le azioni si sono concluse in termini di sviluppo con l’attività dell’anno 2012 strutturandosi come attività istituzionale che continuerà nei prossimi anni di Piano.
N.2 “PROSPETTIVA DI RICONVERSIONE E DI INCREMENTO DELLA RETE DI RISPOSTE SEMIRESIDENZIALI SUL TERRITORIO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede realizzazione di una rete di servizi semiresidenziali frutto di un’adeguata programmazione per abbattere le liste d’attesa e mirare le risposte in base al cambiamento dei bisogni della popolazione (era prevista la riconversione del CEOD di Vazzola con10 posti per diminuzione posti dai Ceod di Conegliano e Mareno di Piave che resta sospesa).
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012 •
•
Risultati raggiunti
Mantenere la rete dei servizi adeguata alle richieste e attivare una coerente programmazione. Monitorare i cambiamenti dei bisogni. Proseguo attività del gruppo di lavoro sui bisogni delle persone disabili.
• Proposte progettuali a cura del gruppo di lavoro sui bisogni delle persone disabili.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Disabili 18 – 64 anni che hanno necessità di accoglienza in strutture semi residenziali. Nel corso del 2012 si è ultimata la proceduta di Autorizzazione all’Esercizio e all’Accreditamento per tutti i Centri Diurni presenti nel territorio ULSS 7, arrivando a definire una dotazione organica di 268 posti, che hanno risposto nel 2012 ai bisogni di n. 320 persone in essi inserite. In relazione alla rete di risposte semiresidenziali anche per il 2012 è stata sospesa la prospettiva di apertura del CEOD di Vazzola (n°10 posti); inoltre, non essendo stata previsto un ampliamento di tale rete, è stata posta particolare attenzione ad azioni che favorissero l’abbattimento della lista d’attesa. I dati emersi, riportati nella relazione di area, hanno stimolato la formulazione di una proposta di progettualità sperimentale (Progetto Circoliamo) attivata a luglio 2012. Per quanto riguarda la realtà dei Centri Semi-residenziali si prevede l’ampliamento della sperimentazione anche a questa realtà. Si è lavorato pertanto per rilevare bisogni emergenti e per attivare azioni di risposta. In tal senso da sperimentare eventualmente nel corso del 2013, il Progetto Auto-circoliamo che promuove azioni di potenziamento dell’autonomia rivolte a persone inserite nei centri da diversi anni, con situazioni stabili dove significativa è l’attività occupazionale, difficilmente però spendibile nel mondo del lavoro. In tali gruppo il rapporto assistenziale, viste le necessità delle persone, è previsto in un rapporto di 1/9.
N.3 “SISTEMA RESIDENZIALITÀ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede l’evoluzione e il completamento delle varie strutture previste dedicate alla residenzialità, articolando una rete di risposte capace di accogliere i diversi bisogni determinati dai vari livelli di disabilità.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Monitoraggio liste d’attesa
Come da programma, proseguo delle azioni concrete dal 2013. Nel corso dell’anno è stata costantemente monitorata la lista d’attesa per le strutture residenziali che per il 2012 è pari a 0.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso;
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Disabili 18 – 64 anni che hanno necessità di accoglienza in strutture residenziali. E’ stata inoltre monitorata la realtà delle persone con disabilità accolte in strutture fuori territorio ULSS 7 al fine di valutare la possibilità di un loro rientro nel territorio
N.4 “PROMOZIONE DELL’AUTONOMIA LAVORATIVA E DELL’AUTONOMIA SOCIALE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto promozione dell’autonomia lavorativa e sociale prevede l’attivazione di Azioni di sostegno delle progettualità fragili (progetti innovativi: Pegaso, Prospettive) e l’attivazione di azioni quali alternative alle strutture semiresidenziali (Progetto Circoliamo).
Obiettivo 2012
•
•
Promozione dell’autonomia lavorativa (attraverso l’attivazione di Azioni di sostegno alle situazioni particolarmente fragili (Progetto Pegaso e Prospettive) e dell’autonomia sociale (Progetto Over 50).Individuazione persone coinvolgibili negli interventi e attivazione nuove risposte. Attivazione Progetto/Azione “CIRCOLIAMO-Vivere la Comunità
Risultati raggiunti
•
Attivata a luglio 2012 la sperimentazione del progetto Circoliamo- Vivere la Comunità per n. 9 persone con disabilità.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Disabili 18 – 64 anni che hanno necessità strutturare percorsi di autonomia sociale e lavorativa a carattere innovativo. Si è attivato un percorso aggiuntivo che permettesse di sostenere la presente progettualità in termini di azioni innovative. E’ stata ulteriormente sviluppata la possibilità di sperimentare abilità e competenze di autonomia per persone con disabilità medio-grave inserite nei CEOD, con la collaborazione fra Cooperative di tipo B, i servizi per la Disabilità Adulta, il SIL al fine di promuovere percorsi sperimentali di inserimento nell’ambito del lavoro ed evitare la sovrapposizione di risposte assistenziali: nel 2012 sono state altre n. 6 le persone dimesse da percorsi di Centro Diurno, arrivando così ad un totale di n. 24 persone dimesse nel triennio 2010-2012. Nel corso del 2012 è stato anche dato avvio al Progetto Sperimentale “Circoliamo/Vivere la Comunità” (progetto di sviluppo di alternative alla rete di strutture semiresidenziali), che partendo dall’analisi di alcuni dati relativi all’utenza inserita nei CEOD, ha definito una ulteriore azione innovativa in collaborazione con la Cooperativa FAI che gestisce la
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Comunità Alloggio“ Il Girasole”: la proposta è rivolta a 9 persone disabili, dai 40 ai 64 anni, inserite nei CEOD mediamente da oltre 15 anni, che risiedono presso la suddetta struttura residenziale, per i quali era prioritario programmare interventi di mantenimento delle abilità acquisite attraverso attività socializzanti e ricreative da svolgersi nel contesto di vita (Comunità Alloggio). La finalità delle azioni contenute nel progetto era di dare adeguata risposta ad utenti che invecchiano, che presentano ritmi di vita diversi dalla maggioranza dei giovani inseriti nei Centri e che pertanto hanno completato il percorso di raggiungimento degli obiettivi di autonomia possibile. Tale attività ha inoltre permesso il perseguimento dei seguenti ulteriori obiettivi: 1. Rendere disponibili nuovi posti nei CEOD. 2. Contenere i costi gestionali tra CEOD e Comunità Alloggio. 3. Ripensare la rete dei Centri Diurni sul territorio. Il Progetto della durata di 1 anno, attivato a luglio 2012, ha visto alla prima verifica semestrale una importante soddisfazione sia dell’utenza coinvolta, sia delle rispettive famiglie.
N.5 “PERCORSI A GARANZIA DELLA CONTINUITA’ PROGETTUALE FRA SCUOLA E LAVORO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto ha l’obiettivo di Permettere alle persone disabili di poter sperimentare abilità e competenze individuando precocemente le potenzialità della persona disabile attraverso il consolidamento di buone prassi fra i vari soggetti coinvolti ( scuola, servizi per la disabilità). Creazione di nuove opportunità di inserimento in contesto lavorativo già durante la scuola al fine di avvicinare il più possibile il percorso formativo al futuro professionale della persona con disabilità . Individuare le esperienze in atto (laboratori orientativi) destinate a sviluppare capacità di scelta di percorsi professionalizzanti nella Scuola Superiore
Obiettivo 2012
• •
Attivazione di collaborazioni ULSS/scuola per utilizzo strumenti comuni di progettazione. Attivazione gruppo di lavoro per generalizzare sperimentazione già intraprese in alcune scuole dell’area del coneglianese.
Risultati raggiunti •
•
Attivato gruppo di lavoro per generalizzare la sperimentazione già intrapresa in alcune scuole dell’area del coneglianese. Proposto un percorso formativo rivolto agli insegnati delle scuole superiori che accolgono ragazzi con disabilità e ad operatori da attivare nel corso del 2013.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Persone con disabilità frequentati la scuola superiore. Nel 2011 è stata portata a termine la sperimentazione del progetto ICARE in alcuni istituti superiori del territorio dell’Ulss 7. La fase successiva ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro che ha descritto le modalità di realizzazione di attività di stage o di alternanza scuola-lavoro nella Scuola Superiore, individuando punti critici e strategie di soluzione in atto; ha deciso l’implementazione delle azioni attuate con eventuali migliorie e/o la realizzazione di nuove azioni ideate all’interno della condivisione. E’ stato inoltre attivato un confronto sulle attività relative al Progetto ICARE implementando per il 2012 il coinvolgimento di altre realtà scolastiche.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N.6 “SVILUPPO DI INTERVENTI IN AREA VASTA A FAVORE DI PERSONE CON AUTISMO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede la promozione della diagnosi e della presa in carico precoce nelle varie età di vita della persona e attivazione di percorsi specifici anche in logica di area vasta. Prevede inoltre l’attivazione di una rete di servizi in area vasta per tale disabilità considerata emergente e complessa che difficilmente trova risposte sia per la quantità che per la necessità di specifici interventi sui singoli territorio delle Aziende ULSS.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Approfondimento dei bisogni rilevati e scelta delle azioni da intraprendere. • Attivazione gruppi di lavoro e approfondimento della problematica.
• •
Avviate fasi propedeutiche a cura del Gruppo di studio costituito a livello provinciale.
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Persone con autismo. Proseguono i lavori di approfondimento dei fabbisogni relativi a queste disabilità a livello di Area Vasta con l’esame di iniziative di tipo residenziale. Sarà prodotta una relazione e trasmessa alle rispettive Direzioni Aziendali delle Ulss 1-2-7-8-9.
N.7 “SVILUPPO DI INTERVENTI IN AREA VASTA A FAVORE DI PERSONE CON ALTRE DISABILITA’” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede l’approfondimento degli bisogni specifici e l’eventuale attivazione di azioni di supporto a favore di disabilità complesse (SLA, cerebro lesioni acquisite).
Obiettivo 2012 •
Attivazione gruppi di lavoro approfondimento problematiche
Risultati raggiunti e
•
Prodotta proposta progettuale a cura Gruppo di studio costituito a livello provinciale
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Destinatari del progetto: Persone con disabilità complesse. Le azioni di sviluppo, seppur pensate per rispondere a bisogni emergenti, hanno avuto un periodo di sospensione nel corso del 2011. Si è ritenuto però di proseguire ugualmente per il 2012 con l’azione al fine di monitorare l’evoluzione del fenomeno e studiare possibili strategie attuative di risposte a livello di area vasta, arrivando a formulare una proposta che verrà approfondita a livello progettuale nel corso del 2013.
H) Trasversale: “PROGETTO FONDAMENTA” – ISTITUTO DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto ha lo scopo di attivare un sportello informativo e di orientamento e consulenza offrendo sostegno alle persone che si trovano in situazione, anche temporanea o parziale, di particolari fragilità e non possono provvedere ai propri interessi personali e patrimoniali (persone colpite da disagio mentale, disabilità fisica, malattie invalidanti e stati di dipendenza). Il progetto mira inoltre ad accompagnare la persona in difficoltà nella gestione dei propri interessi e degli adempimenti necessari senza sostituirsi alla sua volontà e alle sue aspirazioni e a promuovere la disponibilità di quanti possano essere interessati a svolgere la funzione di “Amministratore di Sostegno”.
Obiettivo 2012
• • •
Incremento attività Sportello Attivazione sensibilizzazione territori Formazione per figure di ADS
Risultati raggiunti • • •
Realizzate serate di sensibilizzazione Attivato2° percorso formativo Incrementata, con presenza anche di volontari a supporto dell’attività di front-office, apertura dello Sportello nel Comune di Vittorio Veneto
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Per la fase di sensibilizzazione: popolazione del territorio; Per la fase di attivazione del servizio: persone colpite da disagio, mentale disabilità e malattie invalidanti e loro famiglie. Nel corso del 2012 è stato riproposto un lavoro di rete attraverso incontri di sensibilizzazione e approfondimento sulla figura dell’Amministratore di Sostegno con le associazioni di volontariato, con le assistenti sociali delle Amministrazioni Comunali e operatori dei servizi socio sanitari territoriali dell’Ulss 7, con i giudici del Tribunale di Treviso, con diverse Amministrazioni Comunali. E’ stato attivato a fine anno 2012 il 2° corso di formazione per ADS che ha visto la partecipazione di 45 persone grazie al contributo della Fondazione di Comunità della Sinistra Piave.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
O) Trasversale: STUDIO DI FATTIBILITA’ PER LA REALIZZAZIONE DI SITO WEB PER GESTIONE IN RETE DI INFORMAZIONI ED INIZIATIVE Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede la realizzazione di un sito web per la gestione in rete di informazioni ed iniziative volto a garantire una maggiore conoscenza del sistema di offerta e della rete territoriale anche al fine di ottimizzare le risorse.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Realizzazione sito web
Posticipato inizio attività anno 2013
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Popolazione del territorio.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Conferenza dei Sindaci
B4
AREA DIPENDENZE:
I PROGETTI L’Area dipendenze del Piano di Zona ha sviluppato le sue progettualità in continuità con il precedente Piano di zona e con le linee d’intervento della Regione del Veneto nell’area delle dipendenze. Tali politiche a livello locale hanno trovato espressione nel Piano d’intervento Area Dipendenze 2011 – 2015. I progetti risultano espressione dell’importanza della presa in carico precoce degli adolescenti e delle problematiche allegate all’uso di sostanze, nonché della necessità di considerare la famiglia come partner fondamentale nella gestione del paziente tossico- alcol dipendente. Altrettanto importante l’attenzione riservata alla popolazione con problematiche legate all’uso di sostanze psicoattive e così detta ricorrente, compreso l’orientamento e il reinserimento socio-lavorativo. Si sottolinea l’aumento dell’attenzione verso la patologia del gioco d’azzardo. I Progetti che compongono l’Area sono i seguenti: N.1) “PROGETTO JACKPOT- GAP-NET”: Rete di servizi per l’assistenza al gioco d’azzardo patologico Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: marzo 2013 Durata del progetto: Annuale salvo rinnovo finanziamenti. Il progetto si propone di avviare e sperimentare un nuovo modello organizzativo su base provinciale per l’assistenza ai giocatori d’azzardo patologici e alle loro famiglie, di sviluppare protocolli tecnico-professionali ed organizzativi comuni tra i tre dipartimenti della provincia di Treviso (ULSS n.7, 8 e 9), anche con il fine di fornire alla Direzione Regionale elementi utili a valutare l’appropriatezza del modello, la potenziale estendibilità ad altre aree regionali e di definire le risorse necessarie per una implementazione più generale dell’assistenza ai giocatori d’azzardo patologici della Regione Veneto. Il modello organizzativo si fonda sulla costituzione nel territorio della provincia di Treviso di una rete di ambulatori con operatività coordinata e condivisa in grado di erogare risposte sociosanitarie di primo livello (accoglienza, consulenza, diagnosi, trattamenti brevi, garanzia di integrazione con altri servizi sociosanitari e socioassistenziali) e di un ambulatorio multizonale di secondo livello (presso l’az. ULSS n. 8) in grado di erogare prestazioni diagnostico-valutative e terapeutiche più complesse. Il progetto si propone altresì di implementare un sistema informativo centralizzato al fine di raccogliere i dati clinici e personali dei giocatori che richiedono un trattamento presso i servizi della rete e di poter così caratterizzare le tipologie di problemi che giungono all’attenzione del clinico.
Obiettivo 2012 • Implementazione e sviluppo di un ambulatorio di primo livello Formazione del personale • Avvio e sperimentazione di un gruppo psicoeducativo multifamiliare per famiglie con problemi correlati al gioco d’azzardo • Avvio e sperimentazione di un sistema a carattere provinciale di raccolta dei dati clinici essenziali dei giocatori che si rivolgono ai servizi per consulenza e/o trattamento.
Risultati raggiunti • Avviato un ambulatorio di primo livello locali per una prima accoglienza, valutazione, assistenza, ed eventuale integrazione con altri servizi sociosanitari e socio assistenziali • Partecipazione ad iniziative di formazione sul tema • realizzato un gruppo psicoeducativo multifamiliare per famiglie con problemi correlati al gioco d’azzardo • Avviata e sperimentata a livello provinciale la raccolta dei dati clinici essenziali dei giocatori che si rivolgono ai servizi per consulenza e/o trattamento.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; - operatività iniziale; X_ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X_ si; ___ no; _parziale; Destinatari del progetto: Giocatori d’azzardo patologici e/o famiglie in trattamento = 100/anno (complessivamente nei tre dipartimenti della Provincia). Nel 2012 è iniziata l’attività operativa con l’arrivo del personale dedicato all’ambulatorio per il GAP dell‘Az. ULSS 7 (uno psicologo a 20 ore a settimana) previsto dal progetto. E’ stato anche attivato il percorso psicoeducativo per familiari.
N.2) “PROGETTO PEER- EDUCATION ALCOL” - Prevenzione all’abuso di sostanze alcoliche Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: quinquennale Il progetto di prevenzione di contrasto al consumo precoce e all’abuso alcolico con la peer education, è stato elaborato nell’anno scolastico 2008/2009 con il coinvolgimento diretto degli attori target dell’intervento e si pone il fine di contrastare i comportamenti a rischio legati al consumo precoce e all’abuso di alcol e promuovere atteggiamenti e comportamenti consapevoli e responsabili. Il progetto, è stato elaborato considerando le osservazioni e i contributi di fonti autorevoli in tema di prevenzione, i dati della Ricerca-azione Progetto Sibilla, osservazioni emerse dal focus group con 70 ragazzi di terza superiore degli Istituti Superiori Cerletti di Conegliano e Alberghiero di Vittorio Veneto unitamente a quelle effettuate dai dirigenti scolastici e dagli insegnanti durante incontri di presentazione. Si avvale dalla metodologia della peer-education (educazione fra pari), strategia particolarmente efficace ed indicata per le attività di prevenzione e promozione della salute con i giovani, in quanto il gruppo dei pari in adolescenza costituisce il contesto privilegiato di riferimento per gli apprendimenti e per assunzione di atteggiamenti e di stili comportamentali, anche su argomenti importanti come quelli che riguardano l’educazione alla salute. Finalità dell’intervento, indirizzato agli alunni delle scuole superiori di primo e secondo grado, è aumentare nei ragazzi non solo le conoscenze, ma soprattutto la consapevolezza in merito ai rischi connessi al consumo precoce e all’abuso di alcol. Esso si propone e promuovere atteggiamenti e comportamenti responsabili, favorire in tal modo l’aumento dei giovani che ritardano la sperimentazione dell’alcol e non attuano comportamenti a rischio. Nel rafforzare la capacità degli studenti di agire nella propria comunità scolastica, si intende costituire e formare, negli Istituti secondari aderenti, gruppi di studenti (definiti Peer Educator, PE) con conoscenze e capacità per condurre iniziative presso i compagni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per la prevenzione dell’abuso di bevande alcoliche.
Obiettivo 2012
• Intervento di EP di Vittorio Veneto formati nel 2011 nelle classi delle scuole secondarie di I° e II° grado del territorio • Avviare formazione di 1 nuovo gruppo di EP Istituto di Vittorio Veneto (VV) • Avviare selezione e formazione di 1 gruppo di EP Istituto di Conegliano (CN)
Risultati raggiunti A Vittorio Veneto • si è conclusa la formazione di 1 gruppo di n. 18 P.E. • I PE formati sono intervenuti con n. 20 classi di prima e seconda superiore ed n.1 terza media, per un totale di 450 ragazzi partecipanti • Avviata formazione di un nuovo gruppo di 20 PE all’Alberghiero A Conegliano • Formato piccolo gruppo di PE nell’Istituto M. Fanno • I PE formati sono intervenuti con n. 3 classi superiori di prima e seconda superiore
• Intervento di EP di Conegliano formati nelle classi delle scuole secondarie di I° e II° grado del territorio
• Adesione al progetto altro Istituto Superiore, l’Ipsia Pittoni, e definizione della collaborazione all’intervento • Reclutamento, con i PE formati, di un nuovo gruppo di 20 PE provenienti dagli Ist. M. Fanno e Ipsia Pittoni.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Studenti delle classi delle scuole secondarie di I° e II° grado di Vittorio Veneto e Conegliano. Nel 2012 è proseguita e si è consolidata la collaborazione con le Amministrazioni Scolastiche e Comunali di Vittorio Veneto, dove, all’Istituto Beltrame, si è completata la formazione di un gruppo di peer educator, intervenuti poi in 20 classi di prima e seconda superiore ed una terza media, coinvolgendo n. 450 ragazzi complessivamente, con un progetto articolato in 2 incontri di due ore ciascuno, mentre si è avviata la formazione di un nuovo gruppo di n. 20 PE reclutati, che interverranno a loro volta con i compagni nel 2013. Nel Comune di Conegliano si è potuto formare un piccolo gruppo di PE, studenti dell’Istituto Marco Fanno, che hanno effettuato il loro intervento in 3 classi di seconda e quarta superiore e che riproporranno il progetto ad inizio 2013 in altre classi. La prosecuzione dell’attività di promozione negli Istituti del territorio ha consentito, ad inizio anno scolastico 20122013, l’adesione dell’Istituto Pittoni ed il consolidamento della collaborazione con l’Istituto Marco Fanno.
N.3) “CENTRO PER LE DIPENDENZE GIOVANILI: Unità di valutazione multidisciplinare” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: quinquennale Il progetto intende dare continuità e promuovere lo sviluppo e la qualificazione di un’esperienza già attiva da tempo presso il Dipartimento per le Dipendenze dell’Azienda Ulss 7 finalizzata alla presa in carico, alla valutazione, alla motivazione e all’orientamento terapeutico di minori/adolescenti/giovani (14-24 anni) con problematiche di uso e abuso di sostanze psicoattive e al supporto delle loro famiglie. In particolare la finalità è quella di qualificare l’unità di valutazione specialistica in funzione di un’utenza maggiormente differenziata, complessa e proveniente da tutto il territorio regionale. Inoltre si propone di rappresentare anche un riferimento esperienziale a tutto il territorio regionale per la gestione della casistica di interesse che afferisce ai diversi Dipartimenti per le Dipendenze.
Obiettivo 2011
Risultati raggiunti
Attuazione del progetto. (formazione equipe di lavoro, stesura procedure di collaborazione, coinvolgimento dell’utenza).
Il progetto non è stato attuato per mancanza di finanziamento regionale.
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Adolescenti 14-24 anni con problematiche di uso e abuso di sostanze residenti nella Regione Veneto. Il progetto non è stato realizzato per mancanza di finanziamento regionale.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 4) “CENTRO PER LE DIPENDENZE GIOVANILI: Progetto di osservazione residenziale” Data inizio progetto: ottobre 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2012 Durata del progetto: Annuale salvo rinnovo finanziamento Il Progetto prevede l’accoglienza residenziale specialistica per la diagnosi e l’orientamento terapeutico per minori adolescenti tossicodipendenti di età compresa fra i 14 e i 24 anni Il presente progetto si pone la finalità di qualificare, stabilizzare e capitalizzare le strategie residenziali del Centro per le Dipendenze Giovanili dell’ULSS 7 come Centro Regionale per la diagnosi e l’orientamento terapeutico di minori/adolescenti tossicodipendenti della fascia di età 14/24 anni. In tale ottica le risorse previste dal progetto sono quelle necessarie a garantire la qualità e l’intensità della relazione educativa che usualmente, a livello quantitativo, viene garantita dalle strutture terapeutiche residenziali che lavorano in area tutela minorile (1 educatore ogni 1,5 utenti)
Obiettivo 2012 •
• • • •
•
Prima fase di attuazione del progetto con l’utenza per verificare l’impianto generale e l’efficacia delle azioni procedurali messe in atto Verifica intermedia Eventuale rivisitazione del progetto a fronte della verifica intermedia Attuazione a pieno regime del progetto Ricerca delle modalità e delle risorse necessarie per capitalizzare le azioni progettuali e passare da Progetto a Servizio stabile per la Regione del Veneto Verifica finale e produzione atti finali (relazione e rendicontazione)
Risultati raggiunti
•
Il progetto è stato interamente realizzato, gli obiettivi e il target raggiunti. Infatti sono stati inseriti n. 22 utenti della fascia di età 15-24 anni, 16 maschi e 6 femmine; inoltre sono state seguite n. 19 famiglie per la valutazione familiare. I minori di età inseriti e seguiti sono stati n. 9, 4 femmine e 5 maschi. La media degli utenti inserti contemporaneamente è stata di n. 4,5 utenti.
Fase di realizzazione: ___ avvio; _ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Minori/adolescenti tossicodipendenti della fascia di età 14/24 anni. Nell’anno 2012 il progetto ha visto la sua piena attuazione. Si è concluso formalmente il 31 ottobre 2012, anche se alcune azioni hanno avuto seguito fino al mese di dicembre 2012. Con il progetto si è sperimentata la possibilità di mettere in campo un trattamento innovativo delle diverse forme di dipendenza, ossia: − è stato realizzato un programma di presa in carico e trattamento residenziale esclusivamente dedicato a minori e adolescenti tossicodipendenti e alcoldipendenti. Infatti nell’arco dell’anno di realizzazione del progetto sono stati accolti e trattati in totale 22 adolescenti, di cui 9 minori e il rimanente di una media di età di anni 19. In tal senso il progetto ha di fatto sperimentato la possibilità di implementare – a livello regionale – una nuova unità di offerta di servizio residenziale che pone in sinergia l’area dipendenze con quella della tutela minorile; − il trattamento residenziale è stato innovativo non solo perché specifico e dedicato esclusivamente al target minori/adolescenti tossicodipendenti e alcoldipendenti, ma anche perché all’interno della modalità residenziale sono state avviate e realizzate azioni specifiche per la diagnosi, l’orientamento terapeutico e l’incentivazione alla cura per utenti che di solito non si mostrano motivati ad un trattamento terapeutico riabilitativo continuativo per la tossicodipendenza; − il progetto ha dato la possibilità concreta di consolidare e “mettere a regime” un modello di gestione e trattamento specifico per le dipendenze giovanili portato avanti dal Dipartimento per le Dipendenze dell’ULSS 7 con il Centro per le Dipendenze Giovanili di Conegliano (TV).
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Relazione Valutativa anno 2012
N. 5) PROGETTO “SOSTEGNO ALL’ASSOCIAZIONE - DIPENDE ! - ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale L’Associazione DIPENDE! di Conegliano si è costituita nel dicembre del 2009 dopo una riflessione di due anni di alcuni familiari che facevano parte di un percorso di gruppo terapeutico, ed ha sentito la necessità di mettere a disposizione la propria esperienza per attivare percorsi idonei ad aiutare altre famiglie nelle medesima situazione.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Mantenimento dell’attività del gruppo di auto aiuto con incontri quindicinali serali presso l’Area Fenderl a Vittorio Veneto e del coordinamento da parte del SerD
• •
L’associazione si incontra a cadenza quindicinale Incontri periodici con operatori SerD
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Familiari di soggetti con problematiche di tossicodipendenza Nel corso del 2012 è proseguita la collaborazione tra il Ser.D. e l’Associazione Dipende! di Conegliano. Si è mantenuta l’attività del Gruppo di Auto Mutuo Aiuto.
N. 6) “LABORATORIO DELLE RISORSE FAMILIARI”: GRUPPO DI SOSTEGNO AI FAMILIARI DI PERSONE CON PROBLEMATICHE DI DIPENDENZA”:. Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale
Il progetto prevede l’attivazione nell’ambito del Servizio per le Tossicodipendenze e Alcologia di attività di gruppo per i familiari dei pazienti in carico, in una prima fase con l’obiettivo di effettuare un’analisi dei bisogni e delle richieste e poi per fornire spazi supportivi e di contenimento.
Obiettivo 2012 • Contattare i familiari individuati. • Avviare e concludere il Gruppo “Comunicare in modo efficace” . • Somministrare i questionari di valutazione dell’intervento. • Incontri del Gruppo di Lavoro per la valutazione dei questionari e per la programmazione del 2° livello di intervento (avvio del gruppo terapeutico a termine “Il Filò”. • Avviare il gruppo “Il Filò”
Risultati raggiunti
• N. 10 incontri della durata di 2 ore relativi alla comunicazione efficace. Avviato e concluso il Gruppo “Comunicare in modo efficace” (marzo/settembre 2012). • N. 3 incontri di analisi dei dati e di progettazione dell’attività • Avviato il gruppo terapeutico a termine “Il Filò”
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Familiari di pazienti seguiti per disturbo per uso di sostanze Nel corso del 2012, si è avviato e concluso il Gruppo “Comunicare in modo efficace” al fine di favorire nei familiari una più consapevole capacità di riconoscere e comunicare i propri bisogni; si sono analizzato i dati emersi sia rispetto al miglioramento delle capacità comunicative da parte dei familiari sia rispetto alle loro capacità di esplicitare nuovi bisogni. Inoltre è stato avviato il gruppo terapeutico a termine “IL Filò” con l’obiettivo di favorire, attraverso l’espressione emotiva e l’identificazione fra i membri, la possibilità di reperire risorse personali per far fronte ai problemi relativi alla problematica di dipendenza.
N. 7) PROGETTO “UNPLUGGED” Data inizio progetto: gennaio 2010 Data conclusione progetto: dicembre 2012 Durata del progetto: biennale (gennaio 2010 – dicembre 2012) Il Progetto, sperimentato e valutato all’interno dello studio multicentrico EU-Dap (European Drug Addiction Prevention trial), è un programma di prevenzione scolastica dell’uso di sostanze basato sul modello dell’influenza sociale e delle life skills. E’ mirato a contrastare il primo consumo di tabacco, alcool e sostanze stupefacenti illegali tra gli studenti. “UNPLUGGED” è rivolto nello specifico agli studenti frequentanti le classi terze, Scuole Secondarie di Primo Grado e classi prime, Scuole Secondarie di Secondo Grado; è suddiviso in dodici unità e viene implementato direttamente in classe dagli insegnanti individuati dalla scuola i quali partecipano ad un percorso formativo della durata di 20 ore prima dell’inizio dell’intervento.
Obiettivo 2012 Messa a disposizione del pacchetto formativo su richiesta e su finanziamento degli Enti richiedenti
Risultati raggiunti
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Pacchetto formativo a disposizione dei richiedenti
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Insegnanti di studenti frequentanti le classi terze, Scuole Secondarie di Primo Grado e classi prime, Scuole Secondarie di Secondo Grado. Nel corso del 2012 è stata rilanciata un’azione informativa per le scuole e i comuni (attraverso la predisposizione di una scheda informativa ad hoc ed incontri di presentazione) del pacchetto formativo, ora disponibile su richiesta e su finanziamento degli enti richiedenti. Il corso è condotto da n. 2 professionisti psicologi appositamente formati per il
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
programma “UNPLUGGED”; si svolge in n. 3 incontri per un totale di n. 20 ore prima dell’inizio dell’intervento dell’insegnante nella propria classe.
N. 8) “PERCORSI FORMATIVI PER GENITORI” Data inizio progetto: gennaio 2010 Data conclusione progetto: dicembre 2012 Durata del progetto: biennale (gennaio 2010 – dicembre 2012) Il Progetto “G.E.A. - Genitori Efficaci in Adolescenza”: prevede l’attivazione di sei corsi di formazione per genitori di figli preadolescenti. Ha come obiettivi principali l’apprendimento di strategie volte a migliorare sia la relazione con i figli, sia il clima familiare, attraverso la promozione della reciproca comprensione e collaborazione. L’assunzione di base è che le abilità genitoriali adeguate per l’educazione di figli adolescenti possono essere apprese e che ciascun genitore è in grado, se solo lo desidera, di migliorare il proprio stile educativo e la relazione con i figli. I destinatari sono genitori di figli preadolescenti frequentanti le medie inferiori.
Obiettivo 2012 Messa a disposizione del pacchetto formativo su richiesta e su finanziamento degli Enti richiedenti
Risultati raggiunti •
Pacchetto formativo a disposizione dei richiedenti
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Genitori di figli preadolescenti frequentanti le medie inferiori. Nel corso del 2012 è stato predisposto il pacchetto formativo, ora disponibile su richiesta e su finanziamento degli enti richiedenti. Il percorso formativo si rivolge a genitori con un corso di n. 10 incontri per un tot. di n. 15 ore di formazione su argomenti quali: conoscere le caratteristiche dell’adolescente, comprendere il significato delle emozioni per migliorare le relazioni familiari, imparare ad incoraggiare più efficacemente i propri figli, sviluppare capacità di ascolto ed imparare a conoscere e gestire i comportamenti a rischio degli adolescenti
N. 9) PROGETTO “AZIONI DI ORIENTAMENTO, TUTORAGGIO E ACCOMPAGNAMENTO FINALIZZATE ALL’INSERIMENTO SOCIO-LAVORATIVO” Data inizio progetto: ottobre 2011 Data conclusione progetto: ottobre 2013 Durata del progetto: biennale, con possibilità di finanziamento per un’altra annualità sulla base dei risultati raggiunti". Il Progetto RELI – Ministero Politiche Antidroga e Regione Sardegna. si propone la realizzazione di 36 percorsi personalizzati (nelle due annualità) finalizzati all’inserimento o al reinserimento professionale di soggetti tossicodipendenti. Ogni intervento pone il beneficiario al centro di un percorso orientato alla qualificazione/riqualificazione e all’inserimento/reinserimento lavorativo attraverso l’implementazione di interventi miranti al raggiungimento di obiettivi specifici e personalizzati.
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Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012 • •
Costituzione gruppo di progetto, Strutturazione materiale brochure, progetti formativi…)
Risultati raggiunti coordinamento
•
(convenzioni,
•
Costituito il Gruppo di Coordinamento del progetto con Operatori Ser.D e Privato Sociale. In attesa di convenzione firmata da parte della Regione Sardegna
Fase di realizzazione: _ non avviato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Pazienti ed ex pazienti con problematiche da uso di sostanze psicoattive Il progetto è stato avviato nel secondo semestre 2012 con Convenzione biennale 2012-2013. Sono state avviate nel 2012 n. 12 borse lavoro.
N. 10) STUDIO FATTIBILITA’ PER SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DISPONIBILI “AL TRANSITO”” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Progetto si propone di favorire percorsi di inclusione sociale dei giovanissimi (18-24 anni) con problematiche di dipendenza attraverso il sostegno di famiglie disponibili al transito (famiglie disponibili ad accogliere giovani soggetti appena usciti dal percorso terapeutico in comunità).
Obiettivo 2012 • Dopo studio di fattibilità, nel corso dell’anno 2012 il progetto è stato formulato presentato e approvato dalla Regione del Veneto.
Risultati raggiunti •
Approvazione e finanziamento da parte della Regione Avviato nel mese di dicembre 2012
Fase di realizzazione: _ non avviato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Famiglie e adolescenti Nel 2011 il progetto non è stato attivato. Nel 2012 il progetto “Famiglie per il transito - Reti familiari per l’inclusione sociale di minori adolescenti in difficoltà e in carico ai Servizi del territorio” è stato approvato e finanziato con Decreto n°388 del 13/11/2012 “Interventi a favore di
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Relazione Valutativa anno 2012
organismi che promuovono l’attività non lucrativa e di utilità sociale, di solidarietà e di volontariato” L.R.11 del 13/04/2001 art. 133. Formalmente il progetto è stato avviato nel mese di dicembre 2012.
N. 11) PROGETTO “PIT – STOP : Spazio aggregativo/educativo per pazienti tossico/alcol dipendenti ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Negli ultimi anni si è evidenziato nel territorio un incremento degli utenti cosiddetti ricorrenti, che si caratterizzano per un alta cronicità della patologia, un’emarginazione sociale, numerosi fallimenti terapeutici precedenti e una scarsa aderenza a programmi ambulatoriali integrati, oppure con una estrema difficoltà di raggiungimento di una autonomia lavorativaabitativa. Si assiste inoltre ad un progressivo invecchiamento di questa parte dell’utenza con un relativo innalzamento delle richieste socio-assistenziali a cui il territorio non riesce a rispondere in modo adeguato. Ne consegue che molti di questi pazienti finiscono con il ricorrere ad espedienti vari (anche di tipo illegale), stazionano in modo improprio in ambienti pubblici e in alcuni casi possono creare situazioni di disturbo nei vari contesti del tessuto sociale. Il Progetto si pone l’obiettivo di ridurre il deterioramento bio-psico-sociali della popolazione dei ”ricorrenti” favorendo soluzioni aggregative alternative a quelle spontanee per pazienti adulti che valorizzino le loro capacità residue e promuovano una richiesta di aiuti più evoluta.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
• Diffusione del progetto nel territorio • Costituzione equipe e condivisione progetto e metodologia
Il progetto non è stato attivato
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Pazienti tossicodipendenti/alcol dipendenti ricorrenti. Il soggetto titolare/Associazione Piccola Comunità Onlus di Conegliano ha aderito al bando di cui alla DGRV 2138/2010 ma non è stato finanziato; pertanto il progetto non ha avuto avvio.
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Relazione Valutativa anno 2012
N. 12) STUDIO FATTIBILITA’ PROGETTO RESIDENZIALE DI COMUNITA’ PER PAZIENTI ALCOLDIPENDENTI” Data inizio progetto: gennaio 2012 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Progetto si propone la realizzazione di una comunità specialistica per pazienti alcol dipendenti sul territorio ULSS 7. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Predisposizione studio di fattibilità
Il progetto non è stato attivato
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Pazienti alcol dipendenti. Nel corso del 2011 il progetto non è stato attivato, rinviato lo studio.
N 13) “CENTRO PER LE DIPENDENZE GIOVANILI: PROGETTO DI PREVENZIONE SELETTIVA, aggancio precoce e trattamento degli utenti consumatori di cannabinoidi e altre sostanze ricreative, alcol incluso. Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2013 Durata del progetto: Triennale, salvo rinnovo convenzione Tramite convenzione tra l’Azienda ULSS 7 e l’Associazione Comunità Giovanile di Conegliano, è stato approvato, per l’anno 2011, un programma d’intervento specifico - nell’ambito delle dipendenze giovanili - di prevenzione selettiva, aggancio precoce e trattamento di minori/adolescenti tossicodipendenti e/o consumatori di cannabinoidi e altre sostanze ricreative (alcol incluso). E’ una tipologia di intervento che nel territorio dell’Azienda ULSS 7 è stato garantito, dal 2007 al 2010, grazie a due progetti denominati “Il Muretto” e “Giona-TAN”, finanziati dal Fondo Lotta alla Droga e gestiti da enti del privato sociale (Associazione Comunità Giovanile, Coop. Insieme Si Può, Coop. Thauma, Ceis di Belluno). Si tratta di interventi effettuati sul territorio (in strada, presso le scuole, nei luoghi del divertimento, nei centri aggregativi, ecc.) al fine di intercettare giovani soggetti (13-24 anni) che presentano situazioni di rischio collegate al consumo e all’abuso di sostanze psicoattive. L’obiettivo generale è quello di facilitare la costruzione di una relazione di fiducia del giovane nei confronti dell’operatore e, quando necessario, agevolare l’aggancio presso il servizio specialistico del Centro per le Dipendenze Giovanili o presso altri servizi/contesti idonei alla situazione. Gli operatori, che intervengono sull’intero territorio dell’Azienda ULSS 7, in collegamento con altre realtà delle politiche giovanili, sono disponibili ovviamente anche per confronti/consulenze richieste da parte di adulti con ruolo educativo: insegnanti, genitori, educatori, ecc. Oltre alla prevenzione selettiva e all’aggancio precoce di giovani consumatori di sostanze, il programma ha messo in essere due altre importanti azioni innovative: le attività motivazionali e trattamentali per giovani consumatori di cannabinoidi e altre sostanze ricreative (alcol incluso) e gruppi psicoeducativi per genitori (e altri adulti con responsabilità educativa).
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Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012 • • • •
• •
Numero di soggetti contattati dall’educativa di strada Numero di soggetti inviati al CDG Numero di interventi di monitoraggio ambientale nei luoghi a rischio Numero di interventi totali nelle scuole (consulenze a insegnati, colloqui/incontri con gli alunni, interventi nei gruppi classe, ecc.) Numero di soggetti inseriti nelle attività semiresidenziali Numero di genitori/familiari che partecipano ai gruppi genitori
Risultati raggiunti • • • •
• •
Contattati n. 83 soggetti Numero di soggetti contattati dall’educativa di strada e inviati al CDG n. 24 su 83 Numero di interventi di monitoraggio ambientale nei luoghi a rischio = 10 Numero di interventi totali nelle scuole = 7 interventi di consulenza e/o prevenzione selettiva gruppale (anche di più incontri l’uno nei gruppi classe) Numero di soggetti inseriti nelle attività semiresidenziali = 16 genitori/familiari in contatto con CDG che partecipano ai gruppi = 20 genitori.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Giovani adolescenti consumatori di sostanze ricreative. Nel 2012 il Progetto ha proseguito l’attività centrata sullo sviluppo della Prevenzione selettiva e aggancio precoce attivata nel territorio tramite apposita convenzione tra Azienda ULSS7 e Associazione Comunità Giovanile.
N14) ALL 4 YOU - Nuove alleanze per il contrasto al consumo di alcol quale strumento di benessere dei giovani Data inizio: gennaio 2012 Data fine: settembre 2013 Durata del progetto: 21 mesi La finalità del progetto è la promozione, tra i giovani dell’area transfrontaliera, di uno stile di vita sano e di comportamenti che contrastino il consumo di alcol quale strumento di benessere. Il progetto viene realizzato nell’ambito del programma Interegg IV Italia-Austria che promuove progetti di cooperazione transfrontaliera e vede coinvolte tre regioni: Friuli Venezia Giulia (Lead Partner), Carinzia e Veneto. La Direzione Servizi Sociali della Regione Veneto, sulla base dei criteri definiti dalle azioni pilota, ha deciso di affidare all’Associazione Comunità Giovanile di Conegliano, la realizzazione di un’azione pilota multilivello, con il duplice obiettivo di offrire l’opportunità ai giovani a rischio di realizzare percorsi di autonomia e di inclusione sociale e di favorire lo sviluppo di nuove realtà di mediazione e avvicinamento tra i giovani la realtà locale e la rete dei servizi sanitari e sociali.
Obiettivo 2012 •
Sensibilizzare i giovani sul rischio correlato all’uso di alcol coinvolgendoli nell’analisi sociale e comunicativa del fenomeno, promuovendone il protagonismo nella realizzazione di azioni pilota per lo sviluppo di reti locali.
Risultati raggiunti
• •
•
Sperimentare una strategia transfrontaliera di governance di risposta al fenomeno giovani ed alcol e di comunicazione coerente sul tema giovani e alcol.
Realizzazione percorso formativo con i ragazzi della Comunità Giovanile Partecipazione agli incontri di Steering Committee Transfrontaliero
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Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___non avviato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ____no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto • Gruppo di giovani che stanno portando avanti un percorso terapeutico riabilitativo presso la Comunità Giovanile • Gruppi pilota di adolescenti del territorio L’Associazione Comunità Giovanile, dopo la fase preliminare di studio e programmazione, ha attivato nel mese di giugno 2012: 1. Un programma che coinvolge, gli adolescenti con problemi di uso di sostanze ed alcol, i quali stanno portando avanti un percorso terapeutico riabilitativo presso la Comunità Giovanile. L’obiettivo di tale azione è quello di prevenire l’abuso di alcol e il passaggio dalla tossicodipendenza all’alcoldipendenza. 2. Un programma che coinvolge quattro gruppi pilota di adolescenti del territorio con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani al rischio correlato l’uso di alcol, coinvolgerli nell’analisi sociale, comunicativa del fenomeno, promuovere e sviluppare percorsi di aggregazione di più attori locali, in forma di associazioni, comuni o comitati di cui i Servizi per le Dipendenze sono parte attiva. Le due azioni, di cui sopra descritto, si svolgono parallelamente (una coinvolge il gruppo di ragazzi della comunità, l’altra i gruppi di adolescenti di varie realtà del territorio) e coprono l’arco temporale che va da giugno 2012 ad aprile 2013. 3.
4.
La terza azione del progetto, sarà prevista nel periodo aprile-giugno 2013, metterà a confronto i due gruppi, nell’ottica della peer education e dell’inclusione sociale. Gli obiettivi si delineeranno nell’agevolazione dei processi di inclusione sociale per i ragazzi in trattamento in Comunità Terapeutica, nello scambio di esperienze sulle attività svolte, nella produzione di materiali e nella realizzazione di un evento ad esse collegato. L’ultima azione concerne la verifica in itinere e finale del progetto e si attua attraverso il monitoraggio dell’esito del programma impiegando lo strumento del follow up.
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Relazione Valutativa anno 2012
Conferenza dei Sindaci
B.5
AREA SALUTE MENTALE:
I PROGETTI La valutazione dei bisogni ha messo in evidenza: -
-
La necessità di introdurre nel progetto riabilitativo delle strutture residenziali dei collegamenti con il territorio al fine di un ottimale reinserimento nella comunità di appartenenza, creando una rete di sostegno territoriale e domiciliare per garantire forme di intervento flessibili e collaborazioni con le amministrazioni comunali per la condivisione dei progetti residenziali; La difficoltà di un approccio efficace alla vita lavorativa da parte dei pazienti che presentano situazioni e complessità molto differenziate che determinano quindi l’esigenza di promuovere supporti e progettualità differenziati in modo da offrire delle soluzioni che si possono integrare meglio alle diverse situazioni. La necessità di riconoscere gli esordi psicotici nei giovani attivando interventi precoci mirando anche alla prevenzione dell’esordio stesso, implementando la collaborazione e la sinergia fra i servizi che a vario titolo si occupano di questa fascia di età.
I Progetti che compongono l’Area sono i seguenti:
N. 1) “GRUPPI AMA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si pone l’obiettivo di lavorare sulle parti sane dei pazienti stimolandone le capacità di empowerment ed assicurarne una risposta comprensiva e individualizzata ai bisogni di salute mentale della persona. Valorizzando gli aspetti di gruppalità e di socializzazione e venendo a costituire un riferimento valido e costante per i pazienti. Le difficoltà relazionali costituiscono una problematica molto diffusa fra i pazienti seguiti dal CSM , la partecipazione ai gruppi AMA in alcune situazioni si può configurare come una progettualità riabilitativa che lavora su tali difficoltà.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Mantenimento dei gruppi AMA esistenti e creazione di un gruppo nuovo.
Mantenimento ed incremento numerico dei pazienti frequentanti i gruppi AMA esistenti .La creazione di un nuovo gruppo Ama a Vittorio Veneto per pazienti seguiti dal Servizio viene posticipata all'anno prossimo.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale;
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Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Pazienti del DSM per i quali si ritiene importante inserire nel loro programma riabilitativo una attività con una forte componente di socializzazione come sono i gruppi AMA. Nel corso del 2012 si sono mantenute le attività dei vari gruppi AMA con un incremento numerico dei pazienti, passando dai n. 61 utenti al 31.12.2011 e n. 76 utenti in totale nell’ano 2011 a rispettivamente n. 65 utenti al 31.12.2012 e n. 80 utenti in totale nell’anno 2012 e si sono poste le condizioni per la costituzione a Vittorio Veneto un ulteriore gruppo AMA per pazienti seguiti dal servizio.
N. 2) Progetto “IL LAVORO PER ME” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Nell’ambito dell’attività tese ad avvicinare il paziente al mondo del lavoro, il Progetto prevede il reinserimento del paziente con grave disabilità nel circuito lavorativo attraverso la formazione presso una coop di tipo B.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Mantenimento degli attuali livelli di progettazione
Mantenimento dell’utenza in carico
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Pazienti con gravi disabilità nel circuito lavorativo. Pur con le difficoltà legate alle peculiarità del mondo cooperativo operante sul territorio, nella nostra Azienda si sono mantenute, le attività di inserimento. Nelle cooperative di tipo B sono stati inseriti n.14 utenti, in un terzo dei casi si è verificato il passaggio a tirocinio di formazione; un altro terzo dei pre-tirocini è proseguito anche nel 2013 e un terzo si è concluso. Il bilancio del 2012 è da considerarsi particolarmente positivo, perché attraverso questi percorsi hanno potuto avvicinarsi all’area della formazione-lavoro anche utenti con importanti compromissioni del funzionamento personale, grazie alla possibilità di sperimentarsi all’interno di contesti molto flessibili e protettivi come le cooperative di tipo B. Gli esiti sono da considerarsi validi sia per coloro che hanno mantenuto con continuità l’impegno ed hanno proseguito il progetto formativo, sia per quanti hanno maturato i requisiti per il passaggio ad una fase successiva del percorso mediante tirocinio (per un utente si è poi approdati anche all’assunzione). Anche per i casi per i quali la progettualità è stata interrotta l’esperienza è da considerarsi comunque utile, perché ha permesso di testare i livelli di motivazione reale e le capacità effettive in relazione alle richieste di inserimento lavorativo. Tenendo conto di tali risultati e dell’appropriatezza di questo strumento per diversi pazienti con disturbi psichici, va sottolineato che le cooperative di tipo B convenzionate hanno, di fatto, diminuito e in alcuni casi anche esaurito gli spazi di inserimento e si trovano nell'impossibilità di mettere a disposizione ulteriori opportunità. Pertanto, anche nell’ambito dei pre-tirocini si ripropone il problema di una presenza delle cooperative sociale di tipo B nel territorio dell’ULSS n°7 storicamente più limitata (rispetto alle realtà limitrofe o di altri contesti provinciali) e in grado di offrire minori possibilità formative e occupazionali agli utenti.
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N. 3) “Progetto MODELLO IPS” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il Progetto Modello Individual Placement and Support - IPS si pone lo scopo di aiutare dei pazienti con elevate potenzialità a riprendere l'attività lavorativa con l'appoggio di un operatore che sostiene il paziente negli aspetti concreti legati alla esperienza lavorativa. Questo modello articola la strategia di intervento intorno ad alcune fasi: 1. invio dell'utente nel programma IPS da parte dell'equipe che lo ha in carico (determinante per tale invio è la motivazione al lavoro dell'utente, senza di essa non si potrebbe applicare nessun tipo di strategia di intervento riabilitativo professionale, ed è compito dell'operatore IPS gestire al meglio tale motivazione); 2. presa in carico; 3. valutazione professionale, data dalla raccolta di informazioni riguardanti il curriculum formativo e professionale dell'utente, ma non solo, l'attenzione deve essere posta anche agli obiettivi dell'utente, attuabilità degli obiettivi, storia clinica, relazioni tra esperienze lavorative e storia clinica, capacità lavorative, attitudini/interessi/desideri e motivazioni, abuso di sostanze, stato economico, ect.. I dati devono quindi rappresentare la storia personale, familiare, clinica, formativa-lavorativa dell'utente; 4. piano di intervento, costruito in base alla valutazione professionale; 5. ricerca dell'impiego, che utilizza i tradizionali strumenti per la ricerca di lavoro (annunci, agenzie interinali, ect). L'operatore IPS in questa fase deve supportare l'utente e non sostituirsi a lui; 6. supporto costante e continuativo. Il rapporto tra utente e operatore IPS ha carattere di continuità e non termina con l'acquisizione dell'impiego, ma si mantiene anche durante lo svolgimento del lavoro.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Mantenimento degli attuali livelli di progettazione.
n. 24 utenti seguiti di cui n. 8 nuovi casi.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Pazienti con elevata autonomia lavorativa Nel corso del 2012 il numero totale dei pazienti è discretamente aumentato passando da n. 18 pazienti del 2011 a n. 24 pazienti nel 2012.
Si rileva che: • 10 utenti hanno svolto più lavori nel corso dell'anno • 3 utenti hanno seguito corsi di formazione • 4 utenti sono stati seguiti dall'anno precedente e supportati • 4 utenti hanno terminato il progetto per scarsa motivazione o limitata aderenza al progetto.
Il progetto IPS appare in via di consolidamento, poiché sta progressivamente incrementando l’utenza (8 utenti nel 2012, 18 nel 2011 e 24 nel 2012) e riesce a fornire risposte concrete, formative e occupazionali, in una fase di grave crisi economica. La validità del progetto e del metodo va valutata da diversi punti di vista: • si rivolge e coinvolge anche quella fascia di utenti che sono in possesso di migliori curricula e competenze scolastiche e/o professionali e che non appare opportuno inserire nei classici circuiti riabilitativi del DSM; • consente di trovare reali opportunità all’interno del mercato del lavoro. Tali occupazioni possono avere
anche caratteristiche di temporaneità e precarietà, ma costituiscono, di fatto, le offerte prevalenti
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Relazione Valutativa anno 2012
dell’attuale sistema economico e rappresentano comunque una fonte di reddito; • valorizza e tiene viva la motivazione del paziente nella ricerca attiva del lavoro. Tale approccio da un lato può limitare il rischio che i pazienti diventino dei disoccupati- rassegnati e dall’altro può avere riflessi positivi sulla loro stabilità psichica e sulla capacità di sostenere le frustrazioni; • fornisce agli utenti un supporto continuativo anche per il mantenimento del lavoro, con azioni di sostegno e rinforzo rispetto alle normali difficoltà che possono incontrare nello svolgimento dell’attività; • opera in una logica di empowerment degli utenti, puntando al massimo sviluppo delle loro potenzialità e della loro capacità d’iniziativa. L’intervento delle operatrici IPS produce, quindi, effetti non solo nello specifico ambito lavorativo, ma aiuta il paziente ad attivarsi in molti altri ambiti della propria sfera personale e sociale, favorendo un migliore inserimento nel contesto di vita e nella comunità. Va sottolineato che un eventuale ulteriore aumento dell’utenza seguita con l’IPS sarà strettamente vincolato anche al monte ore assegnato alle due operatrici e che pertanto l’andamento del progetto andrà monitorato anche in funzione di questo elemento organizzativo.
N. 4) Progetto “INTEGRA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto si pone l’obiettivo di offrire pari opportunità e pari dignità nell’accedere ai servizi per il collocamento mirato attraverso contatti presso i Centri per l’Impiego del proprio territorio di appartenenza ed azioni di sostegno a cura di personale dedicato (sil o cooperativa di tipo “B”) quando la persona presenta disabilità psichiche che richiedono una presa in carico dei servizi socio sanitari; Attraverso l'intervento di accompagnamento dell'operatore Integra , il progetto mira ad attivare il percorso di collocamento lavorativo nell'ambito delle ditte con obbligo di assunzione ai sensi della legge 68/99 Obiettivo 2012 Offrire opportunità di inserimento lavorativo con finalità di assunzione.
Risultati raggiunti Valutate n. 16 persone di cui n. 14 utenti in carico al DSM , svolto n. 1 stage.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Pazienti del CSM con difficoltà nell'ambito lavorativo. Il Progetto Integra, dopo la sospensione dell’anno 2011 per mancanza di fondi, è stato riavviato nel maggio 2012 con la ripartizione delle risorse a livello provinciale e l’individuazione nell’ULSS n°7 degli utenti con disabilità psichica iscritti nelle liste speciali e da collocare ai sensi della Legge 68/99. Sono state valutate le prime 16 persone in lista al Centro per l’Impiego (CPI) e sono stati individuati 14 utenti in carico al DSM; successivamente è iniziata la fase di contatto con le aziende segnalate dal CPI e di reperimento di posti per inserire in stage. La disponibilità da parte delle ditte è stata molto limitata ed è stato possibile avviare solamente n. 1 stage. Si riscontra che l’attuale congiuntura economica ha fortemente ridotto gli spazi di applicazione della Legge 68/99 a causa del fatto che molte aziende con obbligo di assunzione degli invalidi (ditte con più di 15 dipendenti) sono entrate in crisi o comunque hanno ridotto il circuito produttivo, tanto da non poter sostenere nuove assunzioni. Il progetto, nella sua attuale articolazione, su questo territorio dimostra una difficoltà di applicazione e gli esiti sono assolutamente esigui, soprattutto in rapporto alle fasi iniziale del progetto (che nel primo triennio ha consentito l’assunzione di circa una ventina di utenti in carico al DSM). Sono diminuite le opportunità occupazionali ma è stato ridotto anche il numero dei destinatari del Progetto (nella prima annualità sono state raccolte le adesioni di 40 utenti, sono stati avviati circa 20 stage e ci sono state 11 assunzioni). Tali risultati impongono, dunque, una riflessione critica circa l’efficacia delle modalità di attuazione del Progetto
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Relazione Valutativa anno 2012
Integra nell’odierno sistema produttivo del nostro territorio, tenendo anche conto dell’incertezza relativa al rifinanziamento da parte della Provincia. N.5) PROGETTO PER IL BENESSERE PSICOFISICO Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale In questo progetto e nel successivo, N. 14, l'obiettivo generale è quello di lavorare sulla salute e sulla prevenzione delle malattie dei nostri pazienti. La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. E' importante quindi favorire questi processi curando il benessere psicofisico delle persone e delle famiglie mediante stimoli cognitivi ed esercizio fisico. Lo stato di salute fisica correla con lo stato di salute psichico. Le persone con malattie psichiche complesse (MPC), quali disturbi schizofrenici, bipolari, e depressione, hanno un peggiore stato di salute e una ridotta aspettativa di vita rispetto alla popolazione generale. La mortalità in queste persone è infatti di 2-3 volte più elevata della popolazione sana e il divario di mortalità si è andato allargando nelle recenti decadi. Le persone con una MPC hanno un aumento di mortalità associato a malattie fisiche, soprattutto cardio e cerebrovascolari. E’ possibile ridurre tale mortalità con programmi specifici di azione sui fattori di rischio ( sedentarietà, fumo, alimentazione, riduzione del peso). All'interno delle nostre strutture riabilitative, in particolare nei Centri diurni, Comunità alloggio e CTRP sono programmate attività motorie di diverso tipo volte a migliorare lo stato di salute, a prevenire le patologie legate alla sedentarietà e ad aumentare il benessere psicofisico degli utenti inseriti.
Obiettivo 2012 Mantenimento dei progetti di benessere psicofisico con attività di Gruppi di Cammino con incremento del numero dei partecipanti.
Risultati raggiunti Incremento del numero dei partecipanti (n. 33 pazienti) alle attività provenienti da strutture diverse ed in particolare da: • n. 2 da centri diurni di Conegliano • n. 2 da centri diurni di Vittorio Veneto • n. 1 da CTRP di Susegana e n. 1 da CTRP di Vittorio Veneto • n. 1 dal CSM di Conegliano e n. 1 dal CSM di Vittorio Veneto
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Pazienti dei CSM, pazienti afferenti ai Centri Diurni di Conegliano e Vittorio Veneto e pazienti delle CTRP di Susegana e Vittorio Veneto. I gruppi hanno una cadenza da una a due volte alla settimana a seconda delle strutture; hanno interessato complessivamente circa n. 70 pazienti, provenienti sia dalle strutture riabilitative residenziali e semiresidenziali che dai CSM di Conegliano e Vittorio Veneto.
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N. 6) FORMALIZZAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO MISTO MMG/DSM/NPI/PLS Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto ha la finalità di utilizzare al meglio le risorse del territorio attraverso un corso di formazione che permetta ai volontari che collaborano con il Dipartimento una adeguata conoscenza delle problematiche dei pazienti che soffrono di disturbi mentali nella relazione di aiuto.
Obiettivo 2012 Costituzione del Gruppo di lavoro e inizio dei lavori
Risultati raggiunti Formalizzazione del Gruppo di lavoro ed incontri di lavoro del Gruppo
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Psichiatri; Medici di medicina generale, Pediatri, Neuropsichiatri infantili. Nel corso del 2012 è stato formalizzato il Gruppo di Lavoro e si sono svolti degli incontri nei quali si sono analizzati alcuni casi clinici e si è lavorato sulle criticità. Uno dei tanti elementi di complessità nei casi di esordio precoce è la collocazione di “confine” dei pazienti. L'esordio precoce si colloca in una fascia di età dai 14 ai 18 anni che rappresenta una terra di confine fra vari “territori” : la pediatria , i pediatri di libera scelta, la neuropsichiatria, la psichiatria ed i medici di medicina generale. Tale collocazione impone una reciproca conoscenza e sinergia fra i vari servizi, aspetti sui quali il Gruppo Interdisciplinare ha lavorato e sta lavorando. Il Gruppo si pone l'obbiettivo di formulare delle modalità condivise di presa in carico del paziente e della famiglia attraverso una non rigida suddivisione formale delle competenze, ma attraverso un percorso che tenga in considerazione le varie peculiarità dei casi.
N. 7) FORMAZIONE DEI FACILITATORI dei Gruppi AMA Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale L’azione formativa rientra nelle attività di promozione della salute e di empowerment dei pazienti. Prevede la partecipazione da parte di alcuni pazienti che hanno frequentato il Gruppo AMA al Corso per facilitatori in modo da poter svolgere , in base alla esperienza maturata nel gruppo e alle competenze maturate nel corso, attività di facilitatore in un gruppo AMA.
Obiettivo 2012 Formazione di facilitatori per corso AMA
Fase di realizzazione:
Risultati raggiunti Azione avviata con la frequentazione del corso per facilitatori da parte di n. 8 pazienti
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Volontari e pazienti. Il Progetto formativo è stato attivato nel 2012 ed ha avuto una ottima partecipazione: n. 8 pazienti hanno frequentato il Corso di formazione. Ciò rappresenta un ottimo risultato in quanto testimonia il buon coinvolgimento dei pazienti che hanno frequentato i gruppi ama negli anni precedenti. La partecipazione a questa nuova esperienza è la conferma della loro consapevolezza di ruolo attivo nella comunità anche nelle vesti di facilitatore di gruppo.
N. 8) MIGLIORAMENTO SITO AZIENDALE Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto ha l’obiettivo di aggiornare il sito aziendale al fine di rendere maggiormente fruibili le informazioni riferite ai servizi e alle opportunità offerte in ambito di salute mentale. Obiettivo 2012 Aggiornamento sito aziendale
Risultati raggiunti Azione in fase iniziale da raccordare anche con i contenuti della carta dei servizi (prog. N. 10)
Fase di realizzazione: _ non attivato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; _ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; _ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; no; X parziale; Destinatari del progetto: Popolazione. Il Progetto non è stato attivato entro il 2012, ma si prevede l’avvio con il 2013. Contatti avviati con il Servizio Qualità per la verifica delle informazioni già presenti e le modifiche da apportare. Il lavoro che si sta effettuando è in stretta relazione con la costruzione della carta dei servizi (prog. N. 10).
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 9) PROMUOVERE LA CREAZIONE DI UNA RETE TRA LE COOPERATIVE SOCIALI Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale L’azione rientra in un ottica di sinergia da parte delle risorse operanti nel territorio , e di una offerta di servizi variegata e attenta alle specificità del territorio.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Costituzione di una rete di cooperative sociali
Azione spostata nella progettualità R) Area Trasversale
Fase di realizzazione: _ non attivato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Cooperative operanti nel territorio Azione spostata all’interno del progetto R) “Promozione di interventi di politiche attive del lavoro” dell’area Trasversale che vede come area capofila “Marginalità e inclusione sociale”.
N. 10) CARTA DEI SERVIZI DEL DSM Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale L’azione rientra nell'ambito dell'informazione all'utenza dei servizi che il Dipartimento di Salute Mentale è in grado di offrire . Prevede la costituzione di una Carta dei Servizi nella quale sono specificati i servizi , le modalità di ottenerle , la carta dei diritti dei pazienti Obiettivo 2012 Costituzione della carta dei servizi
Risultati raggiunti Completamento prima stesura della carta in raccordo con i contenuti del sito aziendale.
Fase di realizzazione: _ non avviato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; _ no; X_ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi:
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
___ si; ___ no; X parziale;
Destinatari del progetto: Utenza e popolazione. Il Progetto è stato solo avviato nel 2012 dal gruppo di lavoro misto del DSM e si prevede la sua realizzazione nel 2013 con la messa a punto dei testi riguardanti i seguenti argomenti: • Salute mentale e diritti • Cosa sapere sul Dipartimento di Salute mentale (DSM) dell’Ulss n. 7 • I punti più importanti nel lavoro del DSM • Le strutture e i servizi del DSM • La riabilitazione • Le strutture riabilitative • Il Centro per i Disturbi Alimentari • Il Centro Crisi • Informazioni importanti
N. 11) “PROGETTO CASA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede la costituzione di nuclei abitativi (convivenze) nel territorio a bassa valenza assistenziale in modo da favorire la promozione delle capacità di vita autonoma e supporto alle abilità sociali e relazionali della persona. Il progetto mira a favorire la dimissione degli utenti dalle strutture residenziali del DSM, fornendo un supporto domiciliare che facilita e sostiene la gestione della vita quotidiana e media nelle situazioni di coabitazione.
Obiettivo 2012 Realizzazione dei progetti individualizzati riferiti a utenti in carico al DSM
Risultati raggiunti Consolidamento risultati raggiunti: N 3 appartamenti - N 5 utenti
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Pazienti con elevato grado di autonomia in grado di gestire in modo quasi del tutto autonomo le normali attività del vivere quotidiano, con un limitato supporto da parte degli operatori . Nel corso del 2012 si sono mantenute le attività nei 3 appartamenti nei quali sono ospitati n.5 pazienti. Tale Progetto può rappresentare per alcuni pazienti il coronamento di un percorso terapeutico riabilitativo in un situazione di bassa assistenza ed elevata autonomia ed integrazione sociale. Tale progettualità rappresenta infatti la realizzazione di una progettualità condivisa che vede l’esito di un percorso riabilitavo con un effettivo reinserimento nel proprio territorio e la valorizzazione delle competenze ed abilità individuali del paziente.
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Relazione Valutativa anno 2012
N. 12) PROGETTO “ANALISI DEI BISOGNI DA PARTE DEI MMG – Medici sentinella” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale L’obiettivo del progetto è quello di migliorare la comunicazione fra MMG e il DSM e di svolgere un lavoro di ricerca che analizzi la situazione specifica sul territorio della nostra ULSS rispetto ai bisogni emergenti nell’area psichiatrica
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Individuare MMG disponibili alla partecipazione del progetto
Azione posticipata
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Medici di Medicina Generale (MMG). Si prevede l’individuazione di uno spazio e l'avvio delle azioni con il 2013.
N. 13) “GRUPPO PER I FAMILIARI che hanno parenti con Disturbo Bipolare” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto mira a fornire ai familiari di pazienti affetti da disturbo bipolare elementi informativi sul disturbo, per favorire una migliore comprensione delle modalità di approccio al problema, una migliore accettazione delle cure e la riduzione delle ricadute. Il progetto prevede la Costituzione di un gruppo di ascolto a valenza dipartimentale rivolto a parenti di pazienti con diagnosi di Disturbo Bipolare Obiettivo 2012 Elaborazione progetto
Risultati raggiunti Azione posticipata
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi:
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
___ si; X no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Familiari di pazienti con Disturbo bipolare Si prevede l’avvio delle azioni nei primi mesi del 2013.
N.14) PROGETTO PSICOFITNESS: INTEGRAZIONE CON MEDICINA DELLO SPORT Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto ha lo scopo di migliorare la capacità funzionale e lo stato di benessere, di stimolare i processi attentivi e di concentrazione, di accrescere il senso di autostima e percezione della propria competenza fisica, di promuovere stili di vita salutari.
Obiettivo 2012 Continuazione del Progetto Psicofitness con incremento del numero di utenti : n. 31 pazienti con attività settimanale presso Istituto Medicina dello Sport
Risultati raggiunti Attivato il progetto con incremento del numero di utenti.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Pazienti DSM. Nel corso del 2012 sono stati individuati n. 31 pazienti, per i quali è stato realizzato un progetto individualizzato e sono stati inseriti anche nel Progetto Benessere (n.5) e inviati presso l’Istituto Medicina dello Sport per la valutazione medica e psicologica. I soggetti sono stati inoltre monitorati durante il trattamento attraverso l’utilizzo del questionario SAVE dell’Istituto Superiore di Sanità.
N. 15) “CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI/FAMIGLIE/POPOLAZIONE NELL’AMBITO DELLA SALUTE MENTALE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto ha la finalità di utilizzare al meglio le risorse del territorio. Attraverso un corso di formazione si intende favorire nei volontari che collaborano con il Dipartimento una adeguata conoscenza delle problematiche legate ai pazienti che soffrono di disturbi mentali nella relazione di aiuto. Obiettivo 2012 Definizione del Programma
Risultati raggiunti Realizzazione del Corso con un elevato numero di partecipanti: 30
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Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Volontari che fanno richiesta di prestare la loro opera nell'ambito psichiatrico Nel corso del 2012 è stato definito il Programma del Corso che sarà realizzato nel 2013.
F) Trasversale: PROGETTO ADOLESCENTI Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Percorso di formazione/informazione rivolto a famiglie/popolazione
Obiettivo 2012 Campagne di formazione/informazione
Risultati raggiunti Azione confluita all'interno del Progetto n. 6
Fase di realizzazione: non avviato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Utenza e popolazione. Le azioni sono confluite all'interno del Progetto n. 6 “FORMALIZZAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO MISTO MMG/DSM/NPI/PLS”.
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Relazione Valutativa anno 2012
17) “PROGETTO PSICOFITNESS” a favore degli utenti del Dipartimento di Salute Mentale. Data inizio progetto: gennaio 2012 Data conclusione progetto: dicembre 2013 Durata del progetto: Annuale Il Progetto comprende diverse attività finalizzate al miglioramento della salute psicofisica dei soggetti con disturbi psichici complessi. Oggi nelle realtà territoriali ove si promuove la cura del soggetto affetto da disturbo psichico accanto alla clinica e al percorso terapeutico esiste una base fatta di attività socializzanti che vedono nello “stare con” il paziente la base su cui impostare interventi di carattere terapeutico. Tra le attività socializzanti quelle sportive e corporee introducono un profondo aspetto regolativo che è molto importante per i pazienti che si trovano in una situazione confusiva. Le attività sportive puntano altresì al rispetto delle regole del gruppo da parte del singolo e sulla possibilità di concedersi momenti di piacere e benessere.
Obiettivo 2012 Organizzare un incontro a settimana della durata di 1 ora di Sport-Terapia ai pazienti psichiatrici per ogni gruppo di n. 6 pazienti
Risultati raggiunti Organizzati 4 gruppi di n. 6 pazienti ciascuno
Fase di realizzazione: non avviato; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Pazienti con disturbi psichici Il progetto prevede quale risultato: • riduzione assunzione di farmaci; • diminuzione dei ricoveri ospedalieri; • variazione dello stile di vita; • individuazione dei criteri di efficacia per i percorsi della patologia. Il progetto è stato realizzato in partnership con il Dipartimento di Salute Mentale e il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Ulss 7, l’istituto Medicina dello Sport e dell’Attività motoria di Vittorio Veneto, l’Associazione Raggio di Luna, l’Associazione Psiche2000, la Cooperativa “Insieme si Può” e l’Istituto Cesana Malanotti di Vittorio Veneto che ha messo a disposizione la palestra medica.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Conferenza dei Sindaci
B6
AREA MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE:
I PROGETTI Nel corso degli ultimi 3-4 anni, l’insorgere della crisi economico-finanziaria ha determinando la necessità di rivedere soprattutto l’opportunità di un approccio comune, di rete e di sistema, da parte dei diversi Enti e Organizzazioni che si occupano di povertà ed inclusione sociale, al fine di promuovere una più efficace presa in carico dei bisogni delle persone che si trovano in situazioni di disagio e fragilità, anche economica. Nel corso del 2012 poche azioni per motivi organizzativi non hanno potuto prendere avvio ed in modo particolare risulta ancora difficile promuovere la creazione di una rete intersettoriale territoriale. L’analisi del lavoro svolto nel corso del 2012 ha evidenziato comunque una conferma degli obiettivi individuati nel Documento del Piano di zona 2011/2015 e il raggruppamento delle azioni nelle seguenti due macro aree: -
Situazioni di esclusione sociale già note e situazioni esistenti non rilevate dalla rete dei Servizi Socio Sanitari con caratteristiche di consolidamento del bisogno e definizione di una situazione statica (senza fissa dimora, patologia psichiatrica, disabilità, dipendenza, conflittualità familiari, compromissione dei livelli di autonomia, immigrazione); Situazioni di fragilità sociale già note e situazioni esistenti non rilevate dalla rete dei Servizi Socio Sanitari, ma a rischio di esclusione sociale. Tali situazioni possono determinarsi anche come conseguenza di un evento contingente che richiede un cambiamento improvviso delle precedenti abitudini di vita riferite al contesto “salute” (definizione OMS "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia"). Nel corso del 2012 in questo ambito di intervento è stato costituito un tavolo contro la violenza alle donne e lo stalking che ricade nell’area delle situazioni di fragilità.
Sulla base di queste macroaree si ravvisa la fondamentale importanza di uno stretto raccordo fra i diversi soggetti coinvolti, in particolare accanto alle Amministrazioni Comunali, i Servizi per l'Impiego della Provincia di Treviso e tutte le Onlus del territorio che a vario titolo possono rappresentare opportunità e risorse di inclusione socio-lavorativa e di partecipazione alla vita attiva. I Progetti che compongono l’Area sono i seguenti:
N.1) “LA CASA SOLIDALE” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Dall’analisi della realtà territoriale e dei bisogni, è emerso l’aumento costante negli ultimi anni dei disagi di persone in povertà estrema e senza dimora, in particolare maschi. Si è ravvisata, pertanto, la necessità di attivare forme di collaborazione che favoriscono l'acquisizione delle risorse necessarie del territorio per a far fronte ai bisogni primari delle persone indigenti, ponendosi in rete con i servizi del territorio, per attuare percorsi di accoglienza dedicati a PERSONE provenienti dall'AREA dell'INCLUSIONE SOCIALE, VITTIME di TRATTA e SFRUTTAMENTO, ABBANDONI FAMILIARI. Pertanto il progetto si propone di garantire, con una struttura di prima accoglienza, pari opportunità ai cittadini in disagio; questa azione prevede la realizzazione di una struttura di prima accoglienza per permettere agli uomini in disagio di poter riacquistare dignità, soddisfando i bisogni primari (igiene personale, pasto regolare e caldo) attuando un percorso personalizzato in collaborazione con gli enti preposti del Territorio
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012 • • •
Acquisizione della struttura e restauro inizio attività con stesura del progetto e del regolamento per l'inserimento collegamento con enti e strutture di riferimento
Risultati raggiunti
•
la Diocesi di Vittorio Veneto ha messo a disposizione 4 nuclei abitativi a Vittorio Veneto.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Persone inoccupate o escluse dal mondo del lavoro, sfrattate o senza fissa dimora, in situazione temporanea indigenza economica Il progetto prevede l’avvio dei primi inserimenti nei nuclei abitativi di Vittorio Veneto con il 2013.
N.2) “LA RETE DI SOLIDARIETA’ “ Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto, insieme all’Azione Trasversale P) – “Valori Nascosti”: dare evidenza alle Reti di solidarietà esistenti, ha l’obiettivo di promuovere nei e fra Comuni punti informativi che costituiscono patrimonio e identità delle famiglie, associazioni, gruppi formali, informali, adulti significativi, istituzioni, attori del privato sociale; sostenere la partecipazione attiva della comunità nelle azioni co-responsabili che definiscono processi di cambiamento culturale; favorire la fruibilità delle risorse umane e strumentali in ambito sia pubblico che privato sostenendo l’empowerment della famiglia, della rete sociale e della comunità. Obiettivo 2012 • • •
• Individuare più referenti rappresentativi della diversità territoriale condividere l’obiettivo generale del progetto • co-costruzione del tavolo di lavoro che potrà accogliere competenze e saperi in relazione alle azioni di processo coerentemente con i bisogni rilevati
Risultati raggiunti Incontri tra le diverse realtà associative Avviato il confronto per un’analisi delle presenze nel territorio e per individuare aree di disomogeneità con avvio della mappatura delle reti territoriali di solidarietà
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; no; X ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale;
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Destinatari del progetto: I soggetti promotori e i cittadini in situazione di marginalità o a rischio di esclusione sociale. Il gruppo di lavoro ha ritenuto opportuno far confluire entrambe le Azioni “La Rete di solidarietà” e “Valori nascosti” in una unica progettualità in quanto rispondono a bisogni complementari; tale progettualità è stata oggetto di analisi nel 2012.
N.3) “ INCONTRIAMOCI IN STRADA ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Dall’analisi della realtà territoriale e dei bisogni, è emerso l’aumento costante di casi di persone in condizione di marginalità estrema. Si tratta di adulti di età compresa fra i 40 e 60 anni che hanno residenza in diversi comuni dell’Ulss 7, ma che per offerta di spazi pubblici circuivano prevalentemente nel coneglianese. Queste persone, conosciute dai servizi competenti, accedono agli sportelli e ai servizi con richieste prettamente di natura assistenziale (pasto caldo, posto letto…) e difficilmente accettano interventi di natura progettuale, nel quale pensarsi in un percorso personalizzato di recupero. Si è ravvisata, pertanto, la necessità di attivare azioni di aggancio informale in strada attraverso un gruppo di operatori volontari (d’ora in poi definiti unità di strada) che formati e coordinati possano avvicinare queste persone e, muovendosi collaborando con la rete dei servizi del territorio, possano in condivisione con tutti gli attori interessati (Servizi sociali dei comuni, Ulss, Caritas…), approfondire la conoscenza del caso e accompagnare la persona al servizio di riferimento in un ottica progettuale contempo sostegno alle famiglie per tutte le pratiche connesse all’assunzione del suddetto personale.
Obiettivo 2012 • • •
•
Costituzione del gruppo di operatori di strada (volontari) Acquisizione di competenze specifiche per le azioni di aggancio e accompagnamento • Definizione di un protocollo di segnalazione, accompagnamento ai servizi e di intervento fra ULSS – Enti locali e Unità di strada Aggancio informale dei destinatari e accompagnamento ai servizi
Risultati raggiunti
Progetto approvato, ma non avviato a causa di problemi tecnico/organizzativi
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Persone senza tetto del territorio Nel corso del 2012 il progetto, pur avendo avuto un finanziamento da parte del Centro Servizi Volontariato di Treviso, ha avuto una temporanea sospensione dovuta a motivi tecnico/organizzativi (che ne hanno determinato la perdita del contributo assegnato).. Si verificherà con la fine del nuovo anno, la possibilità di ripresentare domanda per altro contributo, quale rimborso spese, indispensabile per l’avvio delle azioni previste.
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Relazione Valutativa anno 2012
N.4) “ REGOLAMENTO CONDIVISO DI CRITERI DI ACCESSO ” dei servizi sociali comunali Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questa progettualità intende promuovere la sperimentazione di un regolamento dei servizi sociali comunali considerando l’accessibilità dei servizi come indicatore per la definizione dei criteri minimi. S’intende promuovere la coerenza sull’uso competente delle risorse in riferimento alla fruibilità specifica che caratterizza ogni servizio . Il regolamento potrebbe essere formato da unità di regole afferenti alla modalità di accesso ai servizi sociali che ogni Comune dopo aver risposto al mandato istituzionale decide di adottare in relazione alla sua specificità. Obiettivo 2012 • •
•
Raccolta e analisi dei regolamenti comunali esistenti fra le amministrazioni dell’ ULSS 7 • Possibilità di avvalersi di altri regolamenti ed esperienze dei servizi comunali che possono • costituire dei modelli di riferimento (ambiti regionali e nazionali) Rilevazione dei maggiori indicatori di bisogno rilevati dai servizi sociali.
Risultati raggiunti
Sono stati raccolti alcuni regolamenti, tutti molto differenti tra loro; Si sono realizzati degli approfondimenti con ANCI che ha dato la disponibilità a realizzare un incontro di formazione ed approfondimento sulle prassi in uso e su ipotesi di miglioramento
Fase di realizzazione: non avviato; X _ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: La popolazione residente nei 28 Comuni del territorio Nel corso del 2012 il progetto è stato appena avviato; oggetto di confronto all’interno del coordinamento assistenti sociali delle amministrazioni comunali.
R) “ PROMOZIONE DI INTERVENTI DI POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO ” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Questa progettualità dell’Area Trasversale R), insieme all’altro progetto della medesima Area “Sviluppo Agenzia di avviamento al lavoro del privato sociale” G), ha l’obiettivo di fornire informazioni in modo capillare per garantire pari accessibilità ed opportunità lavorative in ambito provinciale. La forte crisi economica ed occupazionale ha interessato nell’ultimo triennio molte realtà produttive del nostro territorio, sono così aumentati i soggetti che non hanno alcuna forma di sostegno al reddito e allo stesso tempo accentuate le difficoltà di inserimento lavorativo per le persone con disabilità o deboli, persone che senza un sostegno rischiano di perdere le proprie abilità e competenze con conseguenti costi per le politiche socio assistenziali.
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Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012 •
•
•
Diffondere nel territorio le informazioni su opportunità esistenti e progettualità finanziate di politiche attive e a sostegno del reddito( POR 2007-2013 FSE –Asse II –Occupabilità) . Favorire il ricorso ai bandi regionali ( DGRV 1114/2012) nazionali/europei a sostegno di iniziative promosse dagli enti locali e in generale da pubbliche amministrazioni, per l'occupazione temporanea di lavoratori disoccupati sprovvisti di ammortizzatori sociali in collaborazione con le cooperative B. Promuovere interventi di informazione e conoscenza volti a far emergere e rilevare le occasioni di lavoro
Risultati raggiunti
• Il progetto è stato attivato parzialmente. Sperimentate in alcuni comuni (Vittorio Veneto, Colle Umberto) collaborazioni con cooperative B per alcune attività di pubblica utilità in capo alla DGRV 1114/2012 sui lavori di pubblica utilità • Presentati progetti di Work Experience (DGRV 2141/2012 su finanziamento del POR-programma operativo regionale –FSE) da ente di formazione accreditato (Piccola Comunità)
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Svantaggiati e disabili disoccupati privi di ammortizzatori sociali Esiste una buona rete in ambito territoriale tra i servizi per l’impiego della Provincia e tutti gli altri attori che si occupano di formazione, orientamento ed inclusione sociale e lavorativa. In particolare tra la Provincia di Treviso e l’Azienda Ulss 7 è stato siglato un protocollo d’intesa che ha per oggetto l’integrazione lavorativa di persone svantaggiate e disabili dove si sottolinea quanto integrazione lavorativa ed inclusione sociale favoriscano il benessere sociale, culturale ed economico della comunità e valorizzino il capitale umano presente all’interno della stessa. L’Azienda Ulss 7 partecipa alla Commissione Provinciale Lavoro con il SIL ed esistono momenti di confronto per analizzare strategie di sostegno al reddito e all’occupazione, ai quali partecipano i tre presidenti delle conferenze dei sindaci e i responsabili dei tre SIL insieme a tutti gli attori del territorio con la finalità di condividere progettualità e risorse per rispondere in modo omogeneo in tutto l’ambito provinciale. Nel corso del 2012 il progetto nella sua strutturazione, accorpamento dei due progetti che rispondono a bisogni complementari: il progetto Trasversale - Sviluppo Agenzia di avviamento al lavoro del privato sociale (G) e il progetto Trasversale - Promozione di interventi di “Politiche Attive del lavoro” (R), ha incontrato le difficoltà legate al persistere della situazione di crisi.
N) “ ATTIVAZIONE DI A.I.S.A. – Agenzia di Intermediazione Sociale all’Abitare” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Tra le cause determinanti la difficoltà diffusa di accesso e nel mantenimento dell’alloggio, oltre la generale tendenza all’impoverimento, è utile evidenziare una certa sproporzione (anche in termini qualitativi) dell’offerta abitativa rispetto alla domanda. Malgrado i grandi flussi di investimenti che negli ultimi anni si sono riversati sul comparto dell’edilizia la produzione di case si è irrigidita su un’offerta standardizzata rivolta verso costi elevati con il risultato evidente di una parziale incapacità di incontro tra domanda ed offerta a danno di chi necessita di alloggi a canone moderato.
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Relazione Valutativa anno 2012
Rispondere a tale bisogno deve essere una priorità di tutta la comunità in quanto il mancato accesso ad un alloggio dignitoso per intere fasce di cittadini ha gravi ripercussioni sul benessere complessivo del territorio, in particolare sul fronte della sicurezza, della salute, dei rapporti di convivenza e sulla produttività. Nell’ottica della sussidiarietà e della collaborazione pubblico - privato sociale, vanno ricercati strumenti innovativi, mettendo al centro della propria visione e missione l’abitante e dunque la persona portatrice di un disagio legato alla mancanza di un alloggio o alla difficoltà di mantenimento e gestione del medesimo.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti •
•
Attivazione e sperimentazione del servizio su un’area di almeno 5 comuni.
apertura di uno Sportello nel Comune di Pieve di Soligo, senza finanziamenti europei (per un giorno alla settimana) risultato di utilità per i servizi sociali e per dirimere situazioni di conflitto tra inquilini
Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Persone in situazione di disagio socio economico. Dal mese di gennaio 2012, attraverso la Cooperativa sociale “Una Casa per l’Uomo” di Castelfranco Veneto, si è attivato a Pieve di Soligo lo “Sportello casa – AISA” a beneficio dei cittadini in disagio abitativo dei Comuni del Quartier del Piave e Vallata, presso gli spazi messi a disposizione dal Comune. Nel mese di dicembre 2012 la Cooperativa ha partecipato al bando “FEI-Mediazione sociale” con il Comune di Castelfranco Veneto in rappresentanza dei 30 comuni dell’Ulss 8 e degli 8 comuni del Quartier del Piave e Vallat, ma il progetto non è stato accolto. Si presume comunque di poter riattivare il servizio dal mese di giugno 2013 con fondi propri dei Comuni interessati. Si valuteranno opportunità future di partecipazione a bandi per garantire la continuità del servizio ed, eventualmente, replicare l’esperienza in altre parti del territorio dell’Ulss 7.
Y) “ PROGETTO CENTRO SERVIZI “VICOLO MIOTTI” DI REVINE LAGO Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto prevede la realizzazione di un centro servizi integrato con i servizi esistenti (servizi territoriali ULSS 7/ ospedale/medici di base/servizi sociali comunali/ strutture residenziali…) che realizzi interventi domiciliari multidisciplinari socio-sanitari anche massicci al bisogno, che accolga in emergenza persone senza fissa dimora, persone anziane autosufficienti e/o adulte in condizioni di marginalità sociale in forma residenziale, che ospiti in centro diurno o notturno persone anziane fragili, che diventi supporto “forte” allo sviluppo della domiciliarità (sede di ambulatori specialistici, medici di base,counselling, infermieristici, FKT, logopedici, punto di raccolta di biancheria da lavare e stirare, servizio spesa, servizio igiene personale, stampa referti specialistici ULSS7) Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Costituire un gruppo di lavoro misto, pubblico e privato Realizzazione incontri preliminari da parte del Gruppo di lavoro che sviluppi la bozza progettuale presentata. Fase di realizzazione: ___ avvio; X operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso;
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; ___ no; X parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; ___ no; X parziale; Destinatari del progetto: Persone anziane autosufficienti e/o persone adulte in condizione di fragilità Nel corso del 2012 il Gruppo di lavoro ha effettuato alcuni incontri finalizzati allo sviluppo della bozza progettuale nella sua fase iniziale.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Conferenza dei Sindaci
B7
AREA IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’:
I PROGETTI Obiettivo generale del Progetto “Piano per l’integrazione in materia di immigrazione nel territorio dell’Azienda Ulss 7”, approvato dalla Conferenza dei Sindaci è la promozione del processo di integrazione della popolazione straniera residente nei Comuni del territorio, potenziando e dando rappresentatività alle associazioni tra e con gli immigrati, rafforzando le fasce più deboli della popolazione, quali le donne, i bambini e gli adolescenti immigrati, attraverso la partecipazione attiva delle municipalità e dell’Azienda Ulss 7, nonché del mondo della Scuola, l’associazionismo e le agenzie del privato sociale presente sul territorio. In continuità con le annualità precedenti, il Progetto è uno strumento di promozione di interventi condivisi tra gli Enti Locali e l’Azienda Socio Sanitaria, la rete territoriale del Terzo Settore, la rete socio educativa del mondo scolastico e a conferma del ruolo centrale dei Comuni nelle strategie dei processi di inserimento degli immigrati e delle loro famiglie nel territorio dell’Azienda Ulss 7. I progetti individuati sono stati diversificati tra l’area formazione, con l’invio a finanziamento con la Provincia di Treviso (Accordo di programma Regione – Province Venete sull’Immigrazione), e l’area più generale dell’integrazione sociale e scolastica degli immigrati, con il finanziamento da parte della Regione del Veneto/Italia Lavoro. I progetti sono stati tutti attivati secondo i tempi dettati dai bandi di finanziamento. I Progetti che compongono l’Area sono stati realizzati nell’ambito del Piano Territoriale per l’Integrazione di cui si è parlato in premessa. Le informazioni che seguono fanno riferimento all’arco temporale di attività del Piano che segue il calendario scolastico, in questo caso il periodo ottobre 2011/giugno 2012
I PROGETTI I Progetti che compongono l’Area sono i seguenti:
N.1) “ATTIVITA’ DEI CENTRO DI SERVIZI PER L’IMMIGRAZIONE” C.S.I. Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale I Centri Servizi per l’Immigrazione (CSI) sono sportelli polifunzionali voluti dalle Amministrazioni Comunali della Conferenza dei Sindaci per favorire la soluzione delle complesse problematiche legate all’immigrazione. Sono servizi professionalmente erogati a supporto degli operatori comunali e sociosanitari dell’Azienda Ulss 7. Il servizio si occupa delle specifiche problematiche legate al fenomeno migratorio ed è realizzato con la consulenza di operatori esterni in diritto dell’immigrazione, diritto d’asilo e libera circolazione comunitaria; supporta il cittadino straniero nella fase di compilazione ed inoltro delle domande di rilascio e di rinnovo dei permessi e delle carte di soggiorno. Gli adempimenti utili alla presenza regolare nel territorio sono attività complesse che richiedono una puntuale e aggiornata conoscenza della normativa in condizione di adempimenti routinari, in presenza di situazioni specifiche complesse (minori, ricongiungimenti, particolari condizioni di salute ecc.). Questo vale sia per le persone immigrate che per gli utenti e Servizi che si devono interfacciare con loro. I CSI sono spazi informativi e di consulenza che, in gironi ed orari prestabiliti ricevono il pubblico e danno informazione, consulenza legale e amministrativa. Negli stessi giorni e orari sono a disposizione degli operatori per fornire le indicazioni utili a far fronte a specifiche fattispecie derivanti dalla condizione di immigrato.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
Fornire ai cittadini italiani e immigrati informazione amministrativa e consulenza legale per gli adempimenti necessari alla presenza regolare nel territorio: attivazione n. 2 Sportelli CSI. Fornire agli Enti (Comuni, Servizi ULSS ) consulenza legale e amministrativa in merito alla normativa in materia di soggiorno e gestione di situazioni problematiche.
Attivazione del Centro Servizi per l’Immigrazione nelle sedi di Conegliano e Vittorio Veneto: apertura all’utenza bisettimanale a Conegliano e settimanale a Vittorio Veneto. E’ stata data: • risposta a problematiche specifiche, quali il diritto dell’immigrazione e diritto d’asilo e libera circolazione in ambito UE; • consulenza amministrativa e legale a Servizi comunali e dell’Azienda Ulss 7 sui temi del diritto di famiglia, dei rapporti tra coniugi, della tutela della minore età, del diritto alla salute; sono inoltre state affrontate questioni inerenti il diritto penale.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: 1.
2.
attività front-office: • popolazione immigrata residente nel territorio dell’ULSS 7 in difficoltà nella comprensione e attuazione delle disposizioni normative riguardanti la presenza regolare nel territorio; • Cittadini italiani che, per diverse contingenze (es. persone che si valgono del lavoro di badanti immigrate), necessitano di informazioni specifiche per tutelare legittimi interessi e agire nel rispetto della norma; attività back-office • operatori dei Servizi comunali e dell’ULSS che necessitano di pareri e/o di soluzioni tecniche in materia di diritto dell’immigrazione e correlazione con le norme specifiche per le diverse fasce d’età, diritto internazionale privato, diritto d’asilo e libera circolazione comunitaria
Le persone che nell’annualità 2011/ 2012 si sono rivolte ai CSI per consulenza amministrativa e/o legale sono state: N. 222 primi accessi, così suddivisi n. 119 per la sede di Conegliano; n. 103 per la sede di Vittorio V.to. N. 2778 accessi da utenza storica, dal 2006, così suddivisi: n. 1821 per la sede di Conegliano; n. 957 per la sede di Vittorio Veneto. La tabella che segue descrive le aree da cui proviene la maggior parte dell’utenza dei CSI Tab. n. 1 Utenza CSI e Nazionalità
ANNUALITA'
NAZIONALITÀ
STORICO
2011-2012
Totali
MAROCCO
403
39
442
ALBANIA
352
25
377
MACEDONIA
206
29
235
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
UCRAINA
212
22
234
SENEGAL
162
8
170
CINA
148
15
163
ITALIA
155
6
161
GHANA
102
4
106
MOLDAVIA
96
7
103
ROMANIA
92
8
100
SERBIA-KOSOVO
82
4
86
CAMERUN
76
5
81
NIGERIA
76
3
79
PAKISTAN
45
14
59
La tabella che segue illustra la distribuzione per Comune di residenza o dimora delle persone che si sono rivolte ai CSI Tab. n. 2: Residenza o dimora nei Comuni dell’ULSS 7 degli utenti CSI COMUNI
ANNUALITA'
COMUNE (residenza o dimora dichiarata)
STORICO
2011-2012
Totali
CONEGLIANO
760
60
820
VITTORIO VENETO
634
80
714
SUSEGANA
135
8
143
SAN VENDEMIANO
101
6
107
SANTA LUCIA DI PIAVE
99
3
102
SAN FIOR
65
9
74
VAZZOLA
65
5
70
CORDIGNANO
62
8
70
TARZO
61
9
70
MARENO DI PIAVE
66
4
70
GODEGA DI SAN URBANO
59
COLLE UMBERTO
53
5
58
FREGONA
48
3
51
PIEVE DI SOLIGO
40
1
41
CAPPELLA MAGGIORE
38
2
40
REVINO LAGO
37
ORSAGO
32
1
33
FOLLINA
27
4
31
SAN PIETRO DI FELETTO
30
1
31
CODOGNE'
31
SARMEDE
23
FARRA DI SOLIGO
27
CISON DI VALMARINO
21
GAIARINE
23
MIANE
17
59
37
31 5
28 27
2
23 23
2
19
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA
19
19
MORIAGO DELLA BATTAGLIA
13
13
Nel corso del 2012 i CSI hanno affrontato le diverse problematiche cui si è fatto riferimento con questo andamento quantitativo: Tab. n. 3: Problematiche all’attenzione dei CSI 1
TABELLA DELLE PROBLEMATICHE SOTTOPOSTE AL SERVIZIO
ANNUALITA' UTENZA 2 STORICA
2011-2012
CARTA SOGGGIORNO (SOGGIORNANTI LUNGO PERIODO)
188
81
PERMESSO DI SOGGIORNO FAMIGLIA
192
PROBLEMATICA (descrizione sommaria calcolata sugli accessi annotati)
Totali 269 192
PERMESSO DI SOGGIORNO RINNOVO (anche per attesa occupazione)
103
71
174
RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
119
3
122
CITTADINANZA ITALIANA (ACQUISTO O RINOSCIMENTO IURE SANGUINIS)
80
38
118
PROBLEMATICHE LEGALI
17
69
86
VISTO TURISTICO
51
9
60
INSERIMENTO FIGLIO MINORENNE NEL PERMESSO DI SOGGIORNO
49
7
56
ATTESA OCCUPAZIONE
46
NOTA INFORMATIVA QUESTURA - PREFETTURA
41
STUDIO VISTO PERMESSO TEST ITALIANO AFFIDAMENTO MINORENNE O REGOLARIZZAZIONE
25
25
GRAVIDANZA MATERNITA'
20
20
46 3
44
39
1
40
10
21
31
DECRETO FLUSSI
8
11
19
FAMILIARE DI CITTADINO (CARTA SOGGIORNO E/O REGOLARIZZAZIONE)
13
5
18
TITOLI DI STUDIO RICONOSCIMENTO
14
1
15
ASSISTENZA SOCIALE
13
DECRETO FLUSSI
13
INFORMAZIONI AVVIO ATTIVITA' LAVORATIVA
9
3
12
CIRCOLAZIONE UE CEDOLINO
11
1
12
EMERSIONE COLF BADANTI
2
9
11
DIRITTO D'ASILO
5
4
9
PERMESSO DI SOGGIORNO CONVERSIONE
7
2
9
TESSERA SANITARIA ISCRIZIONE SSN CURE MEDICHE
8
PERMESSO DI SOGGIORNO DISTACCO MINORENNE
5
3
8
CONTRATTO DI SOGGIORNO
3
2
5
PERMESSO DI SOGGIORNO RILASCIO
4
4
PERMESSO DI SOGGIORNO LAVORO AUTONOMO
4
4
RESIDENZA ELETTIVA
13 13
8
3
3
ESPULSIONE
3
3
FAMILIARE CITTADINO
2
2
INSERIMENTO
1
1
INPS
1
1
GRATUITO PATROCINIO DICHIARAZIONE OSPITALITA' 1
1 1
Stesse persone hanno chiesto l’intervento per più problematiche. E’ denominato utente “storico” chi già negli anni precedenti si è rivolto ai CSI.
2
1 1
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
LICENZIAMENTO - RAPPORTO DI LAVORO
1
1
PASSAPORTO
1
1
PERMESSO DI SOGGIORNO RILASCIO
1
1
PERMESSO DI SOGGIORNO VISTO RELIGIOSO
1
1
LAVORO STAGIONALE VISTO PERMESSO
1
1
NEOCOMUNITARI
1
NON RILEVATA
3504
TOTALE
4616
1 3504 349
4965
Si sottolinea come, in coerenza con l’andamento del fenomeno migratorio, hanno valori significativi le tematiche legate ai lungo-soggiornanti e alle richieste di acquisizione della cittadinanza italiana, mentre è inferiore il dato relativo al ricongiungimento familiare e ai nuovi arrivi. Il supporto fornito dai CSI è stato completato dall’interfaccia con le rappresentanze periferiche del Ministero dell’Interno (Prefettura UTG, Sportello Unico per l’Immigrazione, Questura, Commissariato, Comando CC), con rappresentanze consolari e diplomatiche italiane all’estero e straniere in Italia. L’attività di back office, prestazioni di carattere legale, sono state fornite dall’avvocato, solitamente su richiesta espressa o mediata, degli Uffici Comunali, dell’Azienda Ulss 7 o di altri enti qualificati, per problematiche inerenti: L’istituto di tutela dei minori; Il riconoscimento dello status giuridico di rifugiato e altra protezione umanitaria; L’invalidità/disabilità e diritto al soggiorno; Il rimpatrio volontario assistito.
N. 2) “MEDIAZIONE LINGUISTICA CULTURALE A FAVORE DEGLI OPERATORI DELLA SCUOLA E DEI COMUNI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale La progettualità prevede l’intervento dei mediatori l.c. su richiesta degli operatori dei Comuni e della Scuola. Il mediatore ha collaborato con la specifica competenza su difficoltà di relazione/comunicazione/integrazione con alunni/famiglie immigrate affiancando l’insegnate sia nelle comunicazioni con la famiglia che nella relazione con l’alunno di recente migrazione
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti •
•
•
Implementare la conoscenza delle norme che regolano i Servizi Comunali e migliorarne l’accesso alla popolazione immigrata. Sostenere/favorire la relazione di alunni immigrati e loro famiglie con il sistema scolastico.
•
• •
Disponibilità di mediatori linguistico culturali delle etnie maggiormente diffuse nel territorio; Aiuto agli operatori dei Comuni impegnati nella gestione di situazione complesse e/o multiproblematiche per la comunicazione linguistica e la decodifica dei comportamenti in termini culturali; Appoggio agli insegnanti per la condivisione con le famiglie immigrate del percorso scolastico-educativo; Sostegno alle famiglie immigrate per la comprensione e l’adesione alle modalità operative del sistema scolastico italiano.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi:
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto Il progetto si rivolge ad una doppia utenza nella fase di reciproco interfaccia: • Operatori dei servizi comunali coinvolti a vario titolo per l’utenza immigrata, con particolare riferimento ai Servizi sociali impegnati nella gestione di situazioni complesse dove la componete culturale può essere elemento di ulteriore aggravio del disagio sociale; • Insegnanti che necessitano di specifico supporto alla comunicazione/relazione con gli alunni immigrati e con i loro genitori per condividere con le famiglie il percorso formativo educativo posto in essere dalla scuola, individuando e superando incomprensioni oppure ostacoli connessi alla dimensione culturale. • Persone immigrate che risiedono nel territorio ma che, anche dopo anni di presenza, sono carenti degli strumenti linguistici e delle competenze sociali fondamentali per agire nel contesto locale, con ricaduta negativa sulla qualità del rapporto con le istituzioni e quindi sulla possibilità di integrazione. Il progetto è stato realizzato attingendo al finanziamento riservato dalla Regione Veneto con Decreto Dirigenziale n. 76 del 15.12.2010 alle Associazioni di immigrati di cui l’Amministrazione provinciale è tesoriere. L’attività è stata svolta dall’Associazione di mediatori linguistico culturali “Mondo Insieme” di Conegliano, attiva da anni nel territorio, ed ha interessato: n. 18 istituti comprensivi per un totale di n. 113 alunni; n. 3 Scuole Secondarie di secondo grado coinvolgendo n. tre classi.
N. 3) “SUPPORTO ALL’ORIENTAMENTO PROFESSIONALE/LAVORATIVO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2012 Durata del progetto: Quinquennale La presenza rilevante di giovani immigrati e la difficoltà delle loro famiglia ad accompagnarli nella scelta consapevole ed informata di percorsi scolastici e professionali, nonostante l’azione di orientamento svolta dal sistema scolastico, ha sollecitato un’azione che aiuti le seconde generazioni nella scelta coerente e realistica tra aspettative personali e opportunità offerte dalla scuola e dinamica del mondo del lavoro. Obiettivo 2012
In sinergia con la scuola informare i giovani su: • rapporto tra formazione scolastica/professionale e condizione professionale • tecniche di ricerca del lavoro • conoscenza delle risorse personali come punti di forza • dare strumenti di auto orientamento.
Risultati raggiunti •
• •
Sono state trasmesse a giovani migranti e alle loro famiglie - informazioni e consulenza tecnica per l’accesso al mondo del lavoro; - Strumenti per acquisire e valorizzare competenze professionali coerenti con le richieste del mercato del lavoro: Si sono aiutati e gli alunni immigrati le loro famiglie nella conoscenza dell’offerta formativa della scuola; Si è accompagnato il processo della scelta d’istruzione superiore contestualizzato al progetto di vita del giovane migrante
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: • •
Studenti della scuola secondaria di I° in difficoltà nella scelta formativa; Genitori di studenti prossimi alla scelta d’istruzione secondaria di 2° da motivare all’opportunità degli studio nel progetto di vita del figlio/a.
. Sono state interessate dal progetto 19 Scuole Secondarie di 1° dei 20 Istituti Comprensivi presenti nel territorio dell’ULSS 7 coinvolgendo in totale di 116 studenti di classe terza. In 12 Scuole Secondarie di 1° si sono tenuti incontri con i genitori, incontrando complessivamente 19 persone.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 4) “INCONTRI INTERCULTURALI NELLA SCUOLA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale La presenza rilevante di alunni immigrati nella scuola configura situazioni di multiculturalità che possono determinare divisione e conflittualità se non opportunamente governate ed elaborate. Il Progetto propone agli alunni, italiani ed immigrati, che frequentano la scuola Primaria e Secondaria di I° un’attività strutturata in moduli di tre incontri ciascuno per riflettere sulla formazione dell’identità personale in rapporto alle diverse appartenenze culturali, sulle ragioni della scelta migratoria e sul riconoscimento di valori universali che si accompagnano al “diritto all’uguaglianza” quale premessa alla conoscenza e al dialogo.
Obiettivo 2012
Risultati raggiunti •
Contribuire, in sinergia con la scuola, a far conoscere la natura socio-economica del fenomeno migratorio in dimensione microsociale. Collaborare all’istaurarsi nelle classi comportamenti di rispetto delle diversità, comprensione, dialogo e collaborazione
• •
Gli Interventi previsti dal progetto sono stati svolti presso tutti i 20 Istituti Comprensivi del territorio; Sono state interessate in modo omogeneo le classi di scuola primaria e secondaria di I°; L’attività ha raggiunto la popolazione scolastica nel suo insieme promuovendo un atteggiamento di attenzione non giudicante verso diversi stili di vita nel rispetto dei valori fondamentali della persona
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: L’insieme della popolazione scolastica della scuola primaria e secondaria di I° Nel corso del 2012 il progetto ha visto coinvolti i 20 Istituti Comprensivi del territorio. Sono state realizzate attività propositive/interattive che hanno permesso agli studenti di interagire e far emergere le loro capacità di relazione e comprensione del tema interculturale. Il progetto prevedeva due percorsi distinti tra la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, comprendenti sia moduli a due o tre incontri sia singoli interventi con le classi. Sono stati effettuati complessivamente 56 incontri interessando 1400 alunni di scuola primaria e secondaria di I° Le tavole che seguono illustrano nel dettaglio i destinatari dell’azione. ATTIVITA’ INTERCULTURALE NELLA SCUOLA N. Destinatari totali
Scuola primaria
Scuola secondaria I°
TOTALI
n. Alunni
975
425
1400
n. Insegnati
45
25
75
ATTIVITA’ INTERCULTURALE NELLA SCUOLA N. Destinatari immigrati n. Alunni
Scuola primaria
Scuola secondaria I°
TOTALI
185
77
262
E’ stato inoltre realizzato un concorso a fumetti sul tema delle relazioni interculturali cui hanno aderito 7 Istituti Comprensivi per un totale di 11 classi di cui 7 di Scuola Primaria e 4 di Scuola Secondaria di I°.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N.5) “PERCORSO DI EDUCAZIONE INTERCULTURALE – SCUOLE SECONDARIE DI 2° PROGETTO -STUDENTI TUTORS- presso I.P.S.I.A. PITTONI – CONEGLIANO” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: giugno 2011 Durata del progetto: annuale La seconda generazione di immigrati che vive la particolare condizione definita di “doppia appartenenza” sociale e culturale, sperimenta spesso l’inclusione socio-culturale e relazionale come un problema anziché un’opportunità. Si perciò rende necessario intervenire, soprattutto nei luoghi di formazione e di studio, perché la diversa storia personale e familiare sia elemento di arricchimento per l’insieme dei giovani del territorio e non fattore di esclusione delle giovani generazioni di migranti. La proposta si colloca in continuità con quanto già realizzato negli anni scolastici precedenti presso l'IPSIA Pittoni di Conegliano, dove i Tutors hanno realizzato alcune iniziative per la promozione della conoscenza reciproca tra le diverse etnie e culture presenti all’interno dell’Istituto, in particolare cui una giornata dedicata all’intercultura, interamente progettata e realizzata dagli studenti.
Obiettivo 2011 In sinergia con la Scuola formare i giovani : • a maturare capacità di accoglienza ed ascolto dell'Altro, nella logica della “peer education” e dell'integrazione sociale e culturale, quale concreta occasioni di scambio e conoscenza reciproca.; • a sviluppare consapevolezza dell'autonomia di pensiero e di giudizio nell’ottica della co-responsabilità sociale; Supportare gli “Studenti Tutors” nella assunzione di ruolo per la realizzazione delle azioni scelte.
Risultati raggiunti
•
•
•
•
Si sono svolti confronti democratici sul tema delle relazioni interculturali che pur riguardando la quotidianità degli studenti spesso vengono affrontate/vissute in modo conflittuale. Sono stati individuati fenomeni di malessere non manifesti poi efficacemente affrontati in sinergia con altre risorse, istituzionali e informali, del territorio; Si è stimolato e riscontrato interesse e partecipazione attiva delle intere classi ai temi proposti; Si è registrato il riconoscimento della scuola al contributo del progetto sul tema dell’integrazione tra studenti di diversa matrice culturale.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X___ si; ___ no; parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X__ si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X___ si; ___ no; __parziale; Destinatari del Progetto Giovani studenti della Scuola Secondaria di II° . Le azioni rivolte ai giovani migranti confluiscono nelle azioni del Piano di Zona dedicate alla popolazione giovanile/Area Adolescenza/Giovani della quale i primi sono componente strutturale.
N. 6) “PROPOSTE OPERATIVE SUI TEMI RITENUTI DI OSTACOLO ALL’INCLUSIONE SOCIALE DEGLI IMMIGRATI RESIDENTI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Incontri dibattito, promossi dalle associazioni di immigrati rivolte alla popolazione italiana e immigrata del territorio su temi afferenti a nodi critici della relazione fra popolazione immigrata e le istituzioni del territorio ( Rapporti Famiglia e Scuola, ruolo dell’associazionismo, aggiornamento normativo).
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Obiettivo 2012 -
Risultati raggiunti
dare ai residenti immigrati strumenti di autonomia sociale e promuovere la riflessione sugli aspetti culturali dell’integrazione; aprire presso gli immigrati residenti la riflessione sul ruolo della donna sia nel contesto migratorio che nei Paesi d’origine
-
Realizzati n. 11 incontri nel Comune di Conegliano. Presentazione e dibattito su temi rilevanti e “critici” per il processo di integrazione delle persone immigrate.
Fase di realizzazione: ___non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X___ si; ___ no; parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X__ si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X___ si; ___ no; __parziale; Destinatari del progetto: Cittadini residenti nel territorio dell’ULSS 7, in prevalenza immigrati. La formazione realizzata, dal titolo “CITTADINI CONSAPEVOLI”, ha registrato l’interessata partecipazione delle persone immigrate residenti nel territorio. Sono stati organizzati n. 11 incontri con la partecipazione di circa 60 persone. I temi affrontati sono stati: Il lavoro e la disciplina del lavoro; La disciplina della sicurezza stradale; La tutela sociale della donna nella gestione dei suoi diritti e dell’economia familiare; il ruolo della donna nella storia e nella nuova società africana; il ruolo della donna nella storia e nella nuova società africana; donne immigrate, religione e cultura; la funzione della scuola e il rapporto con l’istituzione scolastica; l’Associazionismo: dialogo e convivenza interculturale; regole di convivenza: normativa italiana in materia di immigrazione; il ruolo della poesia nelle espressioni culturali. Il progetto, è stato realizzato attingendo al finanziamento riservato dalla Regione Veneto con Decreto Dirigenziale n. 76 del 15.12.2010 alle Associazioni di immigrati di cui l’Amministrazione provinciale è tesoriere. Soggetto promotore è stata l’Associazione Culturale “Senegalesi in Italia” in collaborazione con il “Coordinamento “Cittadinanza Attiva” e l’Associazione ANOLF di Treviso. Il progetto ha interessato tutto il territorio provinciale
N.7) “LABORATORI EDUCATIVI POMERIDIANI” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Percorso rivolto a ragazzi immigrati e autoctoni dove viene sviluppata la socializzazione e la conoscenza del territorio (servizi, associazioni, agenzie educative, opportunità offerte dal territorio) in dimensione interculturale. Realizzazione di percorsi specifici per alunni di recente immigrazione dove l’apprendimento della lingua italiana si coniuga alla valorizzazione dei vissuti legati al Paese d’origine e all’arrivo in Italia.
Obiettivo 2012
• • • •
• stimolare/rafforzare la conoscenza della lingua italiana; favorire l’autostima; stimolare il desiderio di conoscere e confrontarsi con la realtà italiana; • favorire l’incontro e confronto con la cultura veneta.
Risultati raggiunti gli alunni immigrati della scuola primaria e Secondaria di I° sono stati accompagnati nel processo di conoscenza e acquisizione di competenze sociali e linguistiche essenziali per la loro inclusione tra i pari, che la famiglia, per limiti derivanti dall’esperienza migratoria non è in grado di fornire; si è aiutata e supportata metodologicamente la visione del lavoro scolastico pomeridiano come un momento di vita e di apprendimento utile per la vita delle persone.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Alunni della scuola primaria e secondaria I° in prevalenza immigrati. I Laboratori Educativi Pomeridiani sono rivolti agli alunni immigrati e italiani che per mancanza di strumenti comunicativi, linguistici e socio culturali, incontrano difficoltà nell’integrazione scolastica. Attraverso modalità interattive di relazione vengono forniti stimoli ed informazioni per migliorarne la capacità di adattamento sociale e avvicinati a strumenti utili allo studio con metodo. Nel corso del 2012 il progetto ha interessato 13 Istituti Comprensivi per un totale di 300 bambini. Sono stati attivati 24 laboratori, di cui 9 presso Scuole Secondarie di Primo Grado e 15 per gli alunni della Scuola Primarie.
N. 8) “IMPLEMENTARE UN MODELLO DI PRIMA ACCOGLIENZA DELL’ALUNNO MIGRANTE” Data inizio progetto: gennaio 2014 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: triennale Il progetto si pone la finalità di elaborare una procedura di accoglienza, che si possa valere degli strumenti predisposti con le passate attività e che renda omogenea la modalità di approccio all’alunno nel primo accesso alla scuola italiana. Una modalità d’azione che contribuisca anche all’utilizzo della mediazione linguistico culturale professionale in modo omogeneo nel territorio, in quanto correlata ad operatività unitariamente definite dalla scuola. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
_______
Prevista valutazione per attivazione nel 2014
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Minori. Possibile prevedere avvio nell’anno 2013 in rete con l’attività di mediazione nella scuola e con l’utilizzo del materiale didattico tradotto in prosecuzione del progetto dell’Ufficio. Scolastico Regionale “Sui banchi dell’intercultura” .
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 9) “LABORATORI SOCIO LINGUISTICI DI FORMAZIONE ALL’USO DELLA LINGUA ITALIANA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2012 Durata del progetto: Quinquennale Il progetto intende contrastare le situazioni di disagio e di esclusione sociale che vivono le donne, immigrate e non, residenti nel territorio dell’Ulss 7 e di conseguenza delle loro famiglie. E’ prevista la realizzazione di azioni capaci di sostenere percorsi di gruppo in grado di contrastare le situazioni di disagio, attraverso la realizzazione di laboratori di economia familiare e di interculturalità. Obiettivo 2012 Promuovere l'apprendimento della lingua italiana in • forma orale, implementare gli strumenti correlati ai saperi sociali, favorire la ricerca attiva di opportunità lavorative attraverso la realizzazione di incontri periodici • pomeridiani a Vazzola (e San Vendemiano) per il DSS Sud e a Pieve di Soligo, Sernaglia della Battaglia, Farra di Soligo e Moriago della Battaglia per il DSS Nord.
Risultati raggiunti Realizzazione nei Comuni del Distretto Socio Sanitario Nord e Sud interessati al progetto di Laboratori di integrazione rivolti alle donne immigrate; Maturazione nelle partecipanti di competenze linguistiche e sociali con l’acquisizione di strumenti utili per interfacciare il mondo del lavoro.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; __operatività avanzata; X concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Donne in condizione socio economiche svantaggiate, immigrate e autoctone, residenti nei Comuni interessati al progetto: Farra di Soligo, Moriago della Battaglia, Pieve di Soligo, Sernaglia della Battaglia e Vazzola. Il progetto, che è stato realizzato con il contributo della Fondazione di Comunità, ha visto la partecipazione di 83 donne (73 straniere e 10 italiane) con un’età compresa tra i 18 e i 45 anni (in media sui 25/30 anni), per la maggior parte casalinghe, sposate e con figli. In totale, nei comuni che hanno aderito al progetto (Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Moriago della Battaglia, Sernaglia della Battaglia e Vazzola) sono stati realizzati 5 laboratori: 3 laboratori di interculturalità e 2 di economia familiare. I laboratori di interculturalità si sono realizzati nei comuni di: - Vazzola: 34 donne iscritte; PROVENIENZE: 12 dal Marocco, 7 dal Senegal, 3 dalla Macedonia, 3 dall'India, 2 dalla Nigeria, 2 dal Bangladesh, 2 dalla Bosnia, 1 dal Ghana, 1 dalla Moldavia, 1 dal Kosovo; - Pieve di Soligo: 17 donne iscritte; PROVENIENZE: 14 dal Bangladesh, 2 dal Marocco, 1 dallo Srilanka; - Moriago della Battaglia: 19 donne iscritte; PROVENIENZE: 17 dal Marocco, 1 dalla Nigeria, 1 dall'Algeria. I laboratori di Economia Familiare, si sono realizzati nei comuni di: - Vazzola: 25 donne iscritte, di cui 6 italiane; - Pieve di Soligo: 26 donne iscritte, di cui 4 italiane. Si è creato un gruppo tra le donne al di là della provenienza d’origine: le donne hanno iniziato a trovarsi anche al di fuori del laboratorio, aiutandosi vicendevolmente, alcune si sono scambiate l'amicizia su facebook; Questo progetto, in continuità con le esperienze passate, ha valorizzato il lavoro di integrazione fatto in precedenza, sia dal punto di vista di conoscenza del territorio, sia dal punto di vista di apertura a diversi stili di vita; le attività svolte hanno portato le donne straniere a migliorare le loro capacità di relazionarsi, chiedere e fare proposte rispetto alle proprie necessità e interessi; il progetto ha inciso positivamente sull'autostima perché ha contribuito ad avvicinare le donne straniere alla comunità locale ed esserne una risorsa. Esempi di questo sono: il racconto delle favole per i bimbi in biblioteca, la richiesta di poter avere una stanza per un laboratorio di cucito aperto a tutti e la disponibilità a fare da punto di riferimento per altre donne, la disponibilità per organizzare dei laboratori di cucina multietnica.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 10) “SPAZIO DONNA” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Azione rivolta alle donne immigrate, sperimentalmente svolta in due Comuni del territorio (uno del Distretto S.S. Sud e uno del Distretto S.S. Nord). Saranno realizzati incontri periodici, con cadenza quindicinale, nel corso dei quali accompagnare le donne immigrate a ricercare e attuare comportamenti efficaci per affrontare situazioni ritenute importanti ma di difficile soluzione in dimensione individuale Obiettivo 2012 Specifica attenzione alla relazione con gli insegnati, elaborazione, sperimentazione e realizzazione di comportamenti efficaci per un’adeguata comunicazione scuola-famiglia, attraverso la promozione di incontri periodici con le donne immigrate residenti nei Comuni di Farra di Soligo e Susegana.
Risultati raggiunti -
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Costituzione, nei Comuni di Farra di Soligo e Susegna, di due gruppi di donne immigrate che riconoscono nell’Associazione lo spazio di aggregazione dove condividere esperienze e problematiche legate alla migrazione, Avvio della ricerca di soluzioni condivise per far fronte a difficoltà, anche di vita quotidiana.
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale;
Destinatari del progetto: Donne immigrate residenti nel territorio dell’azienda Ulss 7. Nel 2012 l’attività si è svolta in due Comuni, Susegana per il Distretto S.S. Sud e Farra di Soligo per il Distretto S. S Nord, sono stati realizzati incontri informativo/formativi rivolti alle donne immigrate con la partecipazione in qualità di esperti di : Il Servizio Sociale Comunale per informare su norme, risorse, procedure e modalità di accesso ai servizi comunali; I Rappresentanti degli Istituti Comprensivi dei due territori che si sono confrontati con le mamme immigrate sulle modalità organizzative della scuola e sulle criticità ricorrenti nella condivisione della progettualità educativa tra scuola e famiglia; Le Capo Sala delle Unità Operative Cure Primarie dei Distretti S.S. Nord e Sud che hanno illustrato la configurazione territoriale del sistema sanitario nel rispondere al bisogni di salute della popolazione, soffermandosi sulle criticità d’intervento con i migranti e suggerendo modalità corrette di interazione. Hanno aderito complessivamente 62 donne, 27 per il Distretto S.S Sud e 35 nel Distretto S.S. Nord.
N. 11) “PERCORSI DI PARTECIPAZIONE DEI GENITORI IMMIGRATI E DI ACCOMPAGNAMENTO PEER TO PEER IN AZIONI DI VALORIZZAZIONE DEGLI STESSI GENITORI” Data inizio progetto: gennaio 2014 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: biennale Le diverse comunità di migranti che risiedono nel territorio risultano essere coese al proprio interno e strutturate in reti fortemente connesse e ricche di relazioni. Una strutturazione capace di sviluppare inclusione se adeguatamente intercettata e valorizzata nelle componenti più integrate alla realtà del territorio. il progetto si pone nell’ottica di valorizzare quelle competenze, riconoscendo in quei genitori una specifica sensibilità personale ed un’attribuzione di valore alla comunicazione e alla relazione con il contesto migratorio.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
Il progetto ritiene che stimolando la mediazione sociale sia possibile operare nel tessuto di relazioni che unisce le comunità migranti, aprendolo alla condivisione con l’operatività propria del territorio. Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
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Prevista valutazione per attivazione nel 2014
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Genitori di alunni immigrati. Come da previsione, è prevista l’attivazione nel 2014.
N. 12) “SPORTELLO DI GENITORI GESTITO DA GENITORI IMIGRATI” Data inizio progetto: gennaio 2014 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: biennale Il progetto, facendo proprie le riflessioni dell’azione precedente, intende dare forma strutturata all’azione di mediazione sociale di cui possono essere capaci i genitori migranti più motivati alla promozione delle relazioni interculturali Obiettivo 2012 -
Risultati raggiunti -
Prevista valutazione per attivazione progetto nel 2014 (correlato al progetto precedente “percorsi di partecipazione dei genitori immigrati”)
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Genitori di alunni/studenti. Come da previsione, è prevista l’attivazione nel 2013
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2012
N. 13) “PROMOZIONE RUOLO DELLA DONNA” – Gruppo di lavoro fra Soggetti diversi Data inizio progetto: gennaio 2014 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Non attivato in quanto intervento che valorizza il ruolo dell’associazionismo immigrato confluito nel Piano Territoriale 2011/2012, quota riservata alle Associazioni di immigrati/Amministrazione Provinciale funzione di tesoriere Obiettivo 2012
Risultati raggiunti
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Prevista valutazione per attivazione nel 2014
Fase di realizzazione: X non avviato; ___ operatività iniziale; ___ operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: ___ si; X no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: ___ si; X no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Donne immigrate residenti sul territorio Ulss 7. L’eventuale finanziamento confluisce nella quota riservata dalla Regione Veneto con Decreto Dirigenziale n. 76 del 15.12.2010 alle Associazioni di immigrati di cui l’Amministrazione Provinciale è tesoriere.
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2011
Conferenza dei Sindaci
B8
AREA TRASVERSALE
I PROGETTI L’Area Trasversale comprende progettualità diverse che afferiscono a più Aree tematiche. Per ogni progetto trasversale è stato comunque identificata una Area Tematica capofila di riferimento tematico ed organizzativo. Al fine di dare coerenza organizzativa e funzionale alla Relazione Valutativa, all’interno di ogni Area tematica capofila, viene riportato il dettaglio delle singole progettualità trasversali ad essa riferite. Si specifica di seguito la progettualità U) trasversale: Promozione di iniziative di “Fund Raising” in quanto vede coinvolte tutte le Aree del Piano di Zona.
U) Trasversale: PROMOZIONE DI INZIATIVE DI “FUND RAISING” Data inizio progetto: gennaio 2011 Data conclusione progetto: dicembre 2015 Durata del progetto: Quinquennale Azione avviata dalla Fondazione di Comunità della Sinistra Piave attraverso la pubblicazione di un Bando volto ad individuare e finanziare le progettualità che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della comunità dell’Ulss 7.
Obiettivo 2012 Pubblicazione del Bando e selezione dei progetti
Risultati raggiunti Realizzato Bando anno 2012 e individuati i progetti da finanziare
Fase di realizzazione: ___ avvio; ___ operatività iniziale; X operatività avanzata; ___ concluso; Rispetto dei tempi di attuazione: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto delle risorse professionali coinvolte: X si; ___ no; ___ parziale; Rispetto dei risultati e prodotti attesi: X si; ___ no; ___ parziale; Destinatari del progetto: Associazioni di Volontariato e Cooperative Sociali presenti nel territorio dell’ Ulss 7
Piano di zona 2011/2015
Relazione Valutativa anno 2011