Linguaggi visivi della comunicazione – Lumsa a.a. 2011/2012 – Piero Polidoro
6 dicembre 2011 lezione 12
retorica visiva
Sommario
1. La retorica classica 2. Tropi e figure nel visivo
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La retorica classica
La retorica classica si divide in cinque branche: inventio l’arte di trovare i giusti argomenti
dispositio l’arte di disporre correttamente gli argomenti
elocutio l’arte di scegliere parole e strutture adeguate per i propri argomenti
actio l’arte di pronunciare e condurre un discorso
memoria l’arte di memorizzare un discorso
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L’elocutio
A sua volta l’elocutio ha tre aspetti: correttezza consiste nell’usare correttamente il linguaggio
chiarezza dedicata alla comprensibilità dei discorsi
ornatus dedicato all’abbellimento, all’ornamento del discorso
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Organizzazione dell’elocutio
ELOCUTIO ornatus verba singula sinonimi
tropi
spostamento di limite
figure di parola
figure di pensiero
traslocazione o salto
all’interno del contenuto
oltre il piano del contenuto
sineddoche
metonimia
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verba coniuncta
metafora
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La norma e lo scarto
Il meccanismo di funzionamento degli effetti retorici è molto semplice. Ne aveva, più o meno, già parlato Aristotele: «Gli uomini infatti provano di fronte allo stile la stessa sensazione che provano di fronte agli stranieri e ai concittadini: si deve di conseguenza rendere esotico il linguaggio, poiché gli uomini ammirano ciò che è lontano, e ciò che provoca meraviglia è piacevole» [Ret. 1404b]. In altre parole esiste una norma (ciò che in pratica sarebbe normale aspettarsi) e una deviazione rispetto a questa norma. Questa deviazione prende solitamente il nome di scarto.
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La metafora
La metafora accosta (e scambia) due termini che hanno qualcosa in comune. Una volta avvenuto lo scambio ognuno dei termini prende un po’ le caratteristiche dell’altro
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La metafora
laura ha i capelli d’oro biondo colore
colore fili
lunghezza
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oro
prezioso pesante
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La metafora visiva
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La metafora visiva
«Entrate per la porta stretta; perché larga è la porta, e spaziosa è la via che conduce alla perdizione; e molti sono quei che entrano per essa. / Quanto angusta è la porta, e stretta la via che conduce alla vita; e quanto pochi son quei che la trovano!» (Mt, 7, 13-14)
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La metafora visiva
Un gruppo di semiologi, detto Groupe μ, ha cercato di classificare i diversi tipi di tropi visivi che possiamo trovare. Per farlo ha incrociato due categorie di analisi: in praesentia / in absentia congiunzione / disgiunzione
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In praesentia / in absentia La retorica visiva si basa, come abbiamo detto, sugli stessi principi di quella verbale. Un elemento ne sostituisce un altro che normalmente avrebbe occupato quella posizione. Questo scarto avvia un processo di interpretazione, che ci permette di ricondurre il grado percepito al grado concepito, con tutti gli effetti di senso che ne derivano. Il grado percepito deve, ovviamente, essere sempre presente, mentre quello concepito solitamente è assente (figura in absentia). È quello che accade se diciamo che Laura ha i capelli d’oro: i capelli sono in effetti biondi, ma al grado concepito (“biondo”) possiamo arrivare solo tramite il grado percepito (“oro”). Ci sono dei casi, però, in cui il grado concepito può essere presente insieme al grado concepito. Potremmo per esempio dire che “Laura ha i capelli biondi come l’oro”. In questo caso la figura è in praesentia. © Piero Polidoro, 2011-2012
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Congiunzione / disgiunzione
Non è però sufficiente la distinzione fra figure in praesentia e in absentia, perché nel linguaggio visivo possono verificarsi spesso casi in cui grado percepito e grado concepito si sovrappongono (congiunzione), confondendosi e mantenendo solamente alcuni tratti.
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Classificazione del Groupe μ
in praesentia
in absentia
congiunzione
in praesentia congiunto
in absentia congiunto
disgiunzione
in praesentia disgiunto
in absentia disgiunto
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Modo in absentia congiunto
Il grado percepito occupa lo stesso posto di quello concepito e quest’ultimo è assente (in questo caso le pupille del capitano Haddok trasformate in bottiglia – una metalepsi –, ma anche il corpo di Tin Tin – una metafora).
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Modo in praesentia congiunto
Le due entità sono copresenti e occupano lo stesso luogo, sovrapponendosi. Si formano in questo modo dei veri e propri ircocervi visivi, come nella pubblicità del caffè Chat Noir (metafora).
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Modo in praesentia disgiunto
I due elementi occupano due luoghi differenti, senza sostituzione. In pratica due entità disgiunte instaurano un rapporto di similitudine. Un esempio può essere il dipinto di Magritte Les promenades d’Euclide, dedicato agli inganni della prospettiva.
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Modo in absentia disgiunto
In questo caso il grado percepito può soddisfare una prima lettura. Ma ad uno sguardo più attento lo si può leggere come una figura se si proiettano sull’immagine determinati temi (la colonna è spesso metafora di Cristo).
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La metafora visiva e la somiglianza
Come abbiamo visto, la metafora visiva è spesso un accostamento o sostituzione che si basa sulla somiglianza non di una parte del contenuto, ma dell’aspetto visivo (questa è un’importante differenza rispetto alla metafora verbale). Sulla base di questa somiglianza visiva si può iniziare lo scambio di contenuti tipico della metafora.
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Metafora visiva (analisi)
Per l’analisi vedi il libro (Polidoro, pp. 38-40) © Piero Polidoro, 2011-2012
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Metafora visiva (analisi)
V1
V2
F
Per l’analisi vedi http://www.pieropolidoro.it/metafora/metafora6.pdf (paragrafo 6.2.3, pp. 34-35) 21
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Metafora audiovisiva
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Metonimia visiva
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Metonimia visiva
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Riferimenti bibliografici (per chi vuole approfondire)
P. Polidoro, Metafora: retorica, semiotica e scienze cognitive http://www.pieropolidoro.it/metafora.htm
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Da studiare
Polidoro, Capitolo 2, paragrafo 3 (pp. 34-40).
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