2 giugno 1946: la scelta degli italiani Materiale raccolto – Pietro Cuomo audio, video, immagini, articoli di giornale, documenti in formato pdf
Linee guida della raccolta Il 2 giugno 1946 gli italiani sono chiamati alle urne per una doppia votazione: si tratta di scegliere la forma istituzionale dello stato (se mantenere la monarchia sotto casa Savoia o divenire una repubblica) e di eleggere i membri dell’assemblea costituente, chiamata a dare una nuova legge fondamentale allo Stato. Gli aventi diritto sono 28 milioni, si tratta della prima votazione a suffragio universale, la prima di capitale importanza dalla caduta del fascismo. Al termine della consultazione, l’Italia diverrà una Repubblica, con uno scarto complessivo di circa due milioni di voti. Il 13 giugno 1946 Umberto II, ultimo re d’Italia, segue la sua famiglia già partita per l’esilio. Per quanto in apparenza facili da riassumere, questi sono stati giorni importanti e complessi, difficili da spiegare con pochi dati statistici e storici. Giorni che hanno segnato la chiusura ufficiale di una stagione e l’inizio di un’altra. Un periodo denso di problemi ma, al tempo stesso, in cui si guardava al futuro con ottimismo e fiducia. Restituire questa dimensione di speranza, senza dimenticare di inquadrarla adeguatamente nel contesto storico che l’ha prodotta, è l’obiettivo. Il tema fondamentale è quello della scelta: dopo 20 anni di regime a partito unico, il paese viene chiamato a prendere non una, ma due decisioni capitali. Si tratta infatti, una volta sciolto il nodo istituzionale, di decidere in quale dei due schieramenti contrapposti collocarsi, in quella che sarebbe divenuta la guerra fredda. Questa seconda scelta sposta l’orizzonte temporale al di là del 1946, almeno fino alle elezioni del 1948, ma gli è stato riservato spazio perché, per modalità e contenuti, rientra a pieno titolo nel più ampio discorso delle aspettative e delle tensioni che animavano la società italiana già al momento del referendum. In questo contesto di profondo rinnovamento, causa e conseguenza al tempo stesso del clima generale di rinascita e delle aspettative per un cambiamento, è l’arrivo delle donne alla pienezza dei diritti politici. Rappresenta uno dei fattori di più grossa novità di questo periodo e, nell’ottica della comunicazione politica, apre un ulteriore fronte, a suo modo caratteristico come si vedrà. 1
I contenuti proposti sono finalizzati a chiarire il contesto e ad aiutare a calarsi nel clima, sia dal punto di vista positivo (situazione fluida, grosse aspettative per il futuro, istanze di cambiamento) sia da quello più legato alla terribile contingenza che si stava vivendo (la fine del conflitto e tutta l’ondata di distruzione che questo aveva comportato). I contenuti sono divisi in 5 macro cartelle tematiche, divise a loro volta, laddove necessario, in sottocartelle. A queste si aggiunge una cartella mista dal punto di vista dei contenuti, accomunati dalla natura multimediale. Il punto di partenza più naturale è costituito proprio dalla cartella “multimedia”: i filmati riassuntivi, i cinegiornali, le testimonianze dei leader sono il modo più immediato per chiarirsi il contesto ed entrare in contatto con la realtà del 1946. Il passo successivo è la lettura dei giornali. Sono stati selezionate tre distinte testate: il Corriere della Sera; la Stampa; l’Unità. Quest’ultimo, dei tre, è l’unico che abbia sede a Roma e si distingue anche dal punto di vista dei codici linguistici adoperati per un attacco senza tregua all’avversario, caratteristica di questa stagione politica che verrà esemplificata più chiaramente nel successivo ragionamento sui manifesti elettorali. I quotidiani restituiscono un vivido spaccato della vita di quei giorni convulsi ed esprimono, due su tre, il bisogno di rinnovamento della società già a partire dal loro titolo. Sono infatti “Il Nuovo Corriere della Sera” e “La Nuova Stampa”. Sfogliarli significa davvero compiere un viaggio dietro le quinte della storia, rendendosi conto di quanto in alcuni momenti poco pacifici siano stati quei giorni (le polemiche sul conteggio, le manifestazioni sia da una parte che dall’altra, etc.) e di quanta importanza si attribuisse al Referendum. La portata storica dell’evento è restituita anche dalle piccole cose e dalla risoluzione dei problemi logistici, come la decisione di mettere a disposizione treni gratuiti o l’avvertenza alle donne di fare attenzione con il loro rossetto per non invalidare la scheda. Così come le tensioni legate al comportamento del re subito dopo la proclamazione dei risultati, fino alla partenza improvvisa accompagnata da un contestatissimo, ultimo, proclama. Dopo essersi immersi nel contesto storico, politico e sociale, è possibile apprezzare appieno i contenuti della sotto cartella “referendum” (cartella “l’Italia alle urne”): raccolta di immagini della propaganda sia a favore che contro casa Savoia, oltre a immagini relative alla scheda referendaria e immagini varie legate allo storico evento. Già si nota quella tendenza che diventerà parte integrante del 2
processo comunicativo per le elezioni del 1948: la scelta di fare, oltre a una comunicazione a favore del proprio schieramento, una comunicazione contro l’avversario, sottolineandone ipocrisie reali e presunte. Fa ufficialmente la sua comparsa la propaganda contro l’Urss, finalizzata a mettere in cattiva luce il suo referente italiano, il PCI. Stesso discorso, ma ribaltato, per quanto riguarda gli attacchi rivolti alla DC e agli Stati Uniti1. Nell’ottica di agganciare la politica nostrana alle dinamiche dei blocchi contrapposti, poche immagini hanno la potente immediatezza, tra quelle proposte, del manifesto sul “pane italiano” fatto al 60% con farina americana. Nella comunicazione politica, inoltre, fa il suo ingresso ufficiale il messaggio rivolto alle donne, contraltare del suffragio universale. Sono nella massima parte primi tentativi, come si vede dai materiali scelti alcuni decisamente rozzi ma significativi, di rivolgersi a questo nuovo elettorato. Al tema dell’ingresso delle donne in politica è dedicata in particolare la cartella “donne e voto”, con immagini e documenti: la conquista dei pieni diritti politici da parte delle donne non fa che accrescere il carattere “storico” di questo momento e la valenza della scelta, estendendo la categoria degli aventi diritto e gettando le basi per un profondo rinnovamento sociale oltreché politico. Ultima, la sezione fumetti. Il tema più generale è naturalmente quello della comunicazione politica, ma le vignette qui proposte si ricavano uno spazio a sé. Tre gli autori selezionati, alcuni testimoni diretti dei fatti oggetto di interesse (Guareschi, Scalarini) altri, in aggiunta a questo, autori di una riflessione a posteriori che non manca di offrire interessanti spunti di riflessione (Jacovitti). A metà strada tra la comunicazione politica e l’arte, i contenuti proposti sono stati inclusi nella selezione per la potenza del messaggio espresso (spesso molto lontano da una forma di intrattenimento che si potrebbe giudicare elementare) e per la capacità di offrire spunti di riflessione al lettore.
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I comunisti usavano una “lista civetta” ante litteram, sotto il nome di Fronte Democratico Popolare, usando il volto di Giuseppe Garibaldi come testimonial. Non pochi sforzi nella comunicazione della Dc furono rivolti a rendere chiaro agli italiani cosa si nascondesse dietro il volto del celebre padre della patria.
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Contenuti proposti - Multimedia o [Il tempo e la storia]: scelto per la qualità delle immagini d'epoca e per il contenuto 1 e 2: il contesto storico, istituzionale, sociale e politico: file agili, concisi, utili come introduzione per il tema elettorale e la contestualizzazione; 3: la campagna elettorale; 4: il 2 giugno. Immagini da località diverse del paese e breve racconto della giornata; 5: testimonianze della giornata; 6: il ritardo nei conteggi e il pessimismo di de Gasperi; 7 dichiarazioni: la voce di alcuni dei principali leader politici del tempo dopo la vittoria della Repubblica o Istituto Luce 1 - l'Italia alle urne: i documentari originali dell'epoca hanno sempre un valore particolare. Questo trasuda fiducia e speranza in ogni sua parte: sia nel lodare il modo in cui gli italiani si sono presentati alle urne, sia nell'indicare un futuro denso di opportunità, è una voce viva e squillante nel tono e densa di aspettative per il futuro; 2 – Il referendum - risultati: il racconto delle ultime fasi del conteggio e della prima dichiarazione della cassazione. la partenza del re. 3 - La partenza del re (con giornali): immagini (mute) di Umberto che lascia il Quirinale, intervallate da immagini di giornali che rendono conto della tensione dei giorni precedenti la partenza. o Cinegiornale Italia, elezioni amministrative – il voto delle donne o Testimonianze Il ricordo delle donne: audio tratto dalla trasmissione “Ora D” del 2 giugno 1986 (interviste di Elisabetta Girolami) o [Varie] La Costituzione. La Costituzione non è solo la legge fondamentale dello stato, è anche il frutto dell'accordo di praticamente tutti i partiti, anche di quelli che saranno protagonisti, su schieramenti 4
opposti, della declinazione italiana della guerra fredda. Prima della totale contrapposizione, lo sforzo comune: tutti riuniti allo stesso tavolo a sancire per iscritto il patto costituzionale. Per origini e contenuto la costituzione non è soltanto una legge, ma è il frutto più duraturo ed evidente di una stagione di speranza ed ecco perché si propone questo breve documento multimediale. o Film Vittorio de Sica – Nascita della Repubblica: un nonno racconta al nipote la fatidica transizione, in una passeggiata per Roma che diventa, di flashback in flashback, un viaggio nei ricordi e nei fatti di quei giorni. De sica combina storia e narrazione fino a creare questo che non si può considerare un documentario (si tacciono molti aspetti controversi) ma che va molto oltre il semplice lungometraggio. Una vita difficile – estratto: due italie a confronto nella magione dei principi Rustichelli. Silvio e Anna, due persone normali nell’Italia del 1946, cariche di sogni e di difficoltà materiali. Si ritrovano a cena dalla nobile famiglia romana proprio in concomitanza con la divulgazione dei risultati della consultazione, sicché la tavola imbandita diventa davvero il terreno di confronto tra due concezioni del mondo che, alla contrapposizione classica miseria/nobiltà aggiunge la connotazione monarchia/repubblica. Alberto Sordi, diretto da Dino Risi, ha il compito di incarnare, alla sua maniera inconfondibile, le aspirazioni repubblicane. Uno spezzone che racchiude la contrapposizione e tutto il carico di speranze che contrassegnava il periodo. Mediterraneo – estratto: soldati italiani “dimenticati” su un’isola greca nel 1941, tornano a casa a guerra finita. Salvatores ne sottolinea una volta di più l’umanità facendoli imbarcare (alcuni quanto meno) carichi di speranza verso il paese che stanno andando a costruire. - Giornali: L’approccio che tengono rispetto al quesito referendario è piuttosto diverso. Mentre le due testate del nord cercano, pur non nascondendo in realtà orientamenti definiti, di mantenere un approccio imparziale, l’Unità si presenta come un classico giornale di partito e conduce una vera e propria battaglia contro il re. 5
- L’Italia alle urne: raccolta di immagini di vario genere attinenti alle due consultazioni: manifesti elettorali, riproduzione delle schede, proclami, etc. Diviso tra due sottocartelle che richiamano le due consultazioni, rispettivamente: o Referendum o 1948 - Donne e voto: oltre alle immagini e ai video, si allegano due documenti pdf: o Italia 1946: le donne al voto. Dossier a cura di Mariachiara Fugazza e Silvia Cassamagnaghi: contiene documenti, testimonianze e articoli sulla partecipazione politica delle donne in Italia. Il focus è sulla stagione referendaria e l’inizio della partecipazione politica femminile (punti 1-16) mentre nella parte conclusiva offre spunti di riflessione sul tema e il suo sviluppo nei successivi decenni effettiva vita della Repubblica (punti 17-20). o Donne della costituente: raccolta di articoli sul tema, tratti da quotidiani e periodici presenti nell’emeroteca del Senato della Repubblica. - Fumetti: tre autori, tre stili. Guareschi si segnala per la sua ferma presa di posizione anticomunista (non a caso, dalla sua penna emergerà Don Camillo, mirabile rappresentazione della contrapposizione tra i due blocchi in salsa italiana) con punte che non mancano di toccare anche il macabro. Diverso l’approccio di Jacovitti, attraverso i suoi personaggi racconta la stagione di transizione (Battista, l’ingenuo fascista è un graffiante ritratto dei vizi degli italiani, sempre pronti a cambiare bandiera) senza risparmiare il re e senza sconti per lo stato miserevole dell’Italia (la Rovina in commedia). Il tutto, senza trascurare i contenuti finalizzati alla campagna elettorale, anche lui sul versante decisamente anticomunista. Di chiara ispirazione antimonarchica anche le vignette selezionate del disegnatore Scalarini.
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