76 (1.516) • 17 novembre 2006
ANNO
GIOVANI E ADULTI •
Dal fallimento alla speranza?
Tre vicende che riguardano i giovani, ma non esonerano gli adulti, tengono le prime pagine dei giornali. La prima riguarda il raddoppio delle dosi di cannabis per uso personale motivata soprattutto dall’evitare ai ragazzi il carcere. In questa giustificazione c’è il segno di un fallimento dello Stato in ambito educativo che è stato immediatamente denunciato da chi nel nostro Paese, al di là di ogni appartenenza, ha a cuore la vita delle nuove generazioni e non accetta che si giochino sulla loro pelle partite ideologiche e politiche. Insomma, invece di richiamare tutti i cittadini al senso di responsabilità il governo garantisce libertà di droga. Con un grande grazie da parte degli spacciatori. Dopo la presa di posizione di moltissime realtà, soprattutto ma non solo cattoliche, impegnate da sempre nell’educazione, nella prevenzione nel recupero di giovani usciti dal tunnel della droga, 27 senatori e 24 deputati hanno chiesto un confronto con il ministro. Ribadire un fermo no a questa deriva significa prima di tutto accrescere l’impegno educativo e, quindi, denunciare le assenze, le carenze, le fughe dalla responsabilità del mondo adulto. Ed ancora è un tentativo di
dare credibilità e speranza alla stessa politica quando si muove in questi terreni. La seconda vicenda è apparsa addirittura su Internet con un filmato messo su un grande motore di ricerca: un gruppo di ragazzi di una scuola professionale di Torino che se la prendono con un compagno di classe affetto dalla sindrome di down, lo picchiano, lo prendono a calci, lo umiliano, gli buttano addosso i dizionari. Fatto gravissimo: ma ancor più grave che su Google il filmato sia apparso tra i “video divertenti” rimanendovi alcuni giorni e, oltre tutto, risultando tra i più cliccati. A completare la tematica scuola ecco i dati sul bullismo in classe, che parlano di oltre il 30% di ragazzi di liceo che se ne dichiara vittima e oltre il 40% che subisce violenze verbali. Dispetti su libri e quaderni, rubati, stracciati, buttati dalla finestra; ragazzi ricattati e derubati, quando non addirittura fatti oggetto di estorsione. Bullismo in crescita esponenziale non solo tra i maschi, ma anche tra le ragazze, e non solamente tra chi vive in realtà degradate, ma spesso tra studenti di buona famiglia. La scusante degli extracomunitari qui non vale: sono in gran parte ragazzi e ragazze italianissimi. Insomma: cosa succede alla scuola?
ITALIA
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VISITA
SERVICIO DE INFORMACIÓN RELIGIOSA SERVIZIO INFORMAZIONE RELIGIOSA
SERVICE D’INFORMATION RELIGIEUSE
La domanda è mal posta. Succede “nella” scuola, ma riguarda tutta la società italiana; interessa anzitutto le famiglie. La domanda da porre è quindi: cosa succede alla famiglia, cosa succede alla nostra società, ai nostri ragazzi e giovani? Come può una giovane insegnante arrivare a non rendersi conto della gravità di quanto sta facendo? Come possono dei ragazzi - delle scuole medie: non lo si dimentichi! - dopo una simile avventura, vantarsene orgogliosamente in piazzetta con gli amici, mentre questi ultimi approvano: “Che fortuna avete avuto... peccato che io non c’ero”. Come possono dei giovani normali pensare che sia lecito maltrattare un compagno di classe solo perché è più sfortunato? Il problema è allora la famiglia, la capacità di educare ancora i ragazzi a qualche valore. Il problema è una società dove la trasgressione diventa moda, lecita nella misura in cui risponde ai propri istinti, ai propri gusti; dove l’individuo ha tanti diritti e pochi o nessun dovere. VINCENZO RINI direttore “La Vita Cattolica” - Cremona
EUROPA
“AD
LIMINA”
Alla sede degli apostoli M.Semeraro
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BULLISMO
Vittime del nulla
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PRIMA PAGINA
Pellegrino di unità L.Pelatre
int. con A.Oliverio Ferraris
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18 RELIGIÖSER NACHRICHTENDIENST
SIR quotidiano www.agensir.it The daily RIS news bulletin for the European network www.agensir.it
RELIGIOUS INFORMATION SERVICE
Sir n.
SOSTENTAMENTO CLERO
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RUSSIA
Cattolici e ortodossi SIR REGIONE
Un segno di maturità
Campania
La XVIII Giornata nazionale
Servizi per le vittime della criminalità
Incontro a Mosca
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PARLAMENTO UE
Prima le persone Approvata la Direttiva servizi
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VISITA “AD LIMINA”
Alla sede degli apostoli Dal 20 novembre 2006 al 28 aprile 2007 i vescovi italiani incontrano Benedetto XVI
“L
imina apostolorum” sono, secondo un tradizionale linguaggio ecclesiastico, le “memorie degli apostoli” ossia i luoghi sacri di Roma, dove sono custoditi e venerati i sepolcri degli apostoli Pietro e Paolo, i Padri Santi per i quali Roma è il centro dell’unità cattolica e sede della Cattedra di Pietro, nella quale tutti i fedeli e, con loro, i vescovi - sia come singoli, sia stretti tra loro da vincoli collegiali - trovano il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità della fede e della comunione. La visita a queste memorie apostoliche (in latino chiamata visitatio liminum, oppure ad limina apostolorum) è testimoniata sin dal II secolo in forma costante sicché nel IV secolo il pellegrinaggio a Roma è ritenuta la principale forma di pellegrinaggio nell’Occidente, parallelo e convergente, nella sua idea religiosa, con quello verso Gerusalemme, nell’Oriente, che custodiva il sepolcro del Signore (cfr scheda storica, pag.5). Ciò continua ancora oggi, come tutti hanno avuto modo di costatare specialmente durante il Grande Giubileo del 2000. Nel caso dei vescovi, poi, a questa visita si riconosce, in particolari circostanze, un significato tutto speciale sicché essa è intesa come una manifestazione e insieme un mezzo di comunione tra i vescovi e la Cattedra di Pietro. È questa la sintetica descrizione che della visita ad limina ha dato Giovanni Paolo II nella Pastores Gregis. Il n. 57 di questa esortazione apostolica (firmata il 16 ottobre 2003) è interamente dedicato ad essa e riprende, riassumendoli, i documenti precedenti, in particolare la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988. Ad esso s’ispira pure il Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi pubblicato nel 2004 dalla Congregazione per i vescovi. Giovanni Paolo II, nell’Angelus del 9 settembre 1979, spiegava così il senso della visita ad limina: “Attraverso la loro visita
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
Cominciano il 20 novembre, le visite “ad limina apostolorum” dei vescovi italiani: primi saranno gli abruzzesi e i molisani. Da questo numero gli speciali SIR.
alla Sede degli apostoli [i vescovi] esprimono il legame con Pietro, che unisce la Chiesa su tutta la terra. Venendo a Roma ogni cinque anni, portano qui, in un certo senso, tutte le Chiese, cioè le diocesi che, tramite il loro ministero episcopale e nello stesso tempo tramite l’unione con la Sede di Pietro, si mantengono nella comunità cattolica della Chiesa universale. Insieme alla loro visita alla Sede apostolica i vescovi portano a Roma anche le notizie sulla vita delle Chiese di cui sono i pastori, sul progresso dell’opera di evangelizzazione, sulle gioie e le difficoltà degli uomini e dei popoli tra i quali essi compiono la loro missione”. Più in concreto, i classici momenti della visita ad limina sono: a) l’omaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Questo primo momento è indicativo del fatto che non si tratta di una visita protocollare, o di un fatto amministrativo ma di un vero “pellegrinaggio” col quale ci si riferisce a quell’unica fede, che fu testimoniata dal martirio di Pietro e di Paolo; b) l’incontro col Successore di Pietro. Anche qui si va oltre il semplice scambio d’informazioni per significare l’affermazione e il consolidamento della collegialità episcopale. Il dovere della collaborazione di tutti i vescovi con il Successore di Pietro è fondato sulla loro comunione cum Petro et sub Petro. L’esortazione Pastores gregis afferma esplicitamente che proprio a motivo di ciò la visita ad limina è diretta al bene della Chiesa intera e quindi di ogni Chiesa particolare; c) un ultimo aspetto della visita è l’incontro coi responsabili dei dicasteri della Curia romana perché i vescovi abbiano accesso diretto alle loro rispettive competenze e siano così introdotti ai molteplici aspetti della comune sollecitudine pastorale. I vescovi italiani si sono preparati da tempo a vivere, sia personalmente sia collettivamente radunati in distinte “Regioni eccle-
siastiche”, questo incontro col Papa. È pur vero che, avendo nel vescovo di Roma il loro “Primate”, (e pure per ragioni geografiche) essi hanno più degli altri la possibilità d’incontrarlo, non solo personalmente ma anche congiunti nella Conferenza episcopale nazionale. Questo è già accaduto più volte anche con Benedetto XVI; più recentemente a Verona, nello scorso mese di ottobre. Ciò, però, non muta il valore teologico, spirituale e pastorale di questo evento. I vescovi hanno, perciò, messo a punto e inviato apposite e dettagliate relazioni sullo stato delle diocesi. Queste, come hanno già permesso di fare il “punto della situazione”, così saranno principale punto di riferimento per lo scambio di pareri in vista dell’incremento dell’azione ecclesiale. A questo la segreteria della Cei ha dato un importante contributo col fornire ai vescovi delle schede utili a rilevare la situazione sociale e religiosa del Paese. Allo scopo, inoltre, di meglio mostrare la dimensione teologica e spirituale del momento, la stessa segreteria generale della Cei ha pure disposto un apposito “Sussidio” per le celebrazioni liturgiche, utile anche per altri pellegrinaggi nella città di Roma. Perché, da ultimo, si comprendesse ancora di più il valore ecclesiale della visita ad limina è incoraggiata la partecipazione, almeno in rappresentanza, sia al pellegrinaggio, sia alle celebrazioni liturgiche di sacerdoti e fedeli delle Chiese particolari di volta in volta interessate. Anche così la visita ad limina apparirà quale momento espressivo non soltanto della comunione dei Vescovi intorno al Vescovo di Roma e fra loro, ma pure della consonanza delle Chiese con la Chiesa di Roma la quale, secondo una notissima e ripetuta frase di S.Ignazio d’Antiochia, presiede alla comunione universale della carità. MARCELLO SEMERARO vescovo di Albano
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VISITA “AD LIMINA”: ABRUZZO-MOLISE
Terre di migrazione I vescovi abruzzesi e molisani dal Papa, dal 20 al 25 novembre
IL CALENDARIO 2006 Abruzzo-Molise (20-25 novembre) Basilicata (27-30 novembre) Lazio (1-9 dicembre) Calabria (11-16 dicembre)
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IVERTIMENTI ECCESSIVI. “Sono molteplici i problemi che affliggono l’Abruzzo e il Molise, benché siano in gran parte condivisi con le altre Regioni italiane”. Di questo è convinto mons. CARLO GHIDELLI, arcivescovo di Lanciano-Ortona e presidente della Conferenza episcopale abruzzese molisana. Innanzitutto, “si registra una grande disoccupazione, soprattutto tra i giovani, per cui – sottolinea il presule – molti, specialmente quelli che noi definiamo i cervelli, cioè i più preparati e competenti, emigrano”. Contemporaneamente, Abruzzo e Molise “sono diventate terre che accolgono anche immigrati, albanesi, africani, polacchi ed esistono esperienze positive di convivenza”. Un’altra grave preoccupazione è “il numero eccessivo di infortuni sul lavoro”, dovuti alla mancata adozione “di adeguate forme di prevenzione e sicurezza”. Anche il fenomeno dell’usura è presente: per contrastarlo, “la Conferenza episcopale abruzzese molisana ha dato impulso ai comitati anti-usura, con l’obiettivo non solo di aiutare le vittime ma di renderle protagoniste del loro riscatto”. I giovani, poi, sono motivo di preoccupazione non
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
La Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise è composta da 11 diocesi (Avezzano, Campobasso-Boiano, Chieti-Vasto, Isernia-Venafro, Lanciano-Ortona, L’Aquila, Pescara-Penne, Sulmona-Valva, TeramoAtri, Termoli-Larino, Triveneto). Presidente della Conferenza episcopale abruzzese-molisana è mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano-Ortona; vicepresidente è mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne. Le parrocchie sono 1.059, i sacerdoti secolari 942, quelli regolari 418, i diaconi permanenti 81. La Regione ecclesiastica copre un territorio di 15.472 chilometri quadrati; gli abitanti sono 1.544.362. Le Province sono complessivamente 6 (4 per l’Abruzzo: L’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo; 2 per il Molise: Campobasso e Isernia). I Comuni sono 441 (305 per l’Abruzzo; 136 per il Molise). Dal punto di vista ecclesiale, il cristianesimo giunse molto presto in queste terre, che ai tempi dell’Impero di Roma erano denominate Regione Valeria della IV Regione Italica. Le popolazioni dei monti più alti della catena appenninica furono tra le prime ad accogliere la parola del Vangelo. La fede cristiana mise subito radici molto profonde in queste genti, al punto da rimanere intatta anche quando cadde l’impero e irruppero nelle valli i barbari. Le radici diedero frutti negli eremi, nei monasteri, nelle abbazie e soprattutto nelle chiese, sobrie e serene, in contrasto con le linee aspre del territorio. La viva religiosità popolare sbocciò ardente nelle leggende agiografiche, nelle feste, nelle processioni agresti, nella diffusione dei santuari, che testimoniano il profondo legame degli abruzzesi e molisani con i propri santi. Per il IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona, il testimone scelto dalla Conferenza episcopale abruzzese-molisana è stato Giuseppe Capogrossi, filosofo del diritto di fama internazionale. Nato a Sulmona nel 1889, fu tra i fondatori dell’Ugci (Unione giuristi cattolici italiani) di cui fu anche primo presidente.
solo per la mancanza di lavoro, ma anche perché “spesso prediligono forme di divertimento eccessivo e sconsiderato – evidenzia l’arcivescovo - talvolta anche a rischio della vita”. “Noi vescovi – dichiara mons. Ghidelli – siamo addolorati da tale situazione. Per questo, molti di noi vanno nelle scuole per intraprendere un dialogo con gli studenti. La pastorale giovanile regionale promuove, poi, iniziative, ma abbiamo la certezza, purtroppo, che la maggior parte dei giovani è attratta da ben altre cose”. COORDINAMENTO PROFICUO. L’arcivescovo avverte, quindi, la necessità di un ulteriore sviluppo della pastorale giovanile, ma non solo. “Sarebbe bene incentivare – dice – il turismo religioso nelle nostre zone. Già da 5/6 anni abbiamo cercato di incrementarlo, soprattutto perché l’Abruzzo è una regione che possiede molte attrattive: come non ricordare il miracolo eucaristico di Lanciano, il volto di Manopello, gli eremi di S.Celestino? Il turismo religioso, poi, offre anche l’opportunità di creare occupazione, ma soprattutto di evangelizzare”. C’è molta attenzione da parte della Chiesa pure verso gli anziani, “qui – spiega il pre-
sule - vivono persone molto longeve, per lo più accudite in casa, ma si stanno diffondendo anche le case di riposo, che hanno una funzione sociale forte”, verso il clero e la pastorale vocazionale, “dopo un periodo di crisi, c’è adesso un cenno di ripresa delle vocazioni”. Sul fronte delle comunicazioni sociali, “i vescovi hanno dato vita alla fondazione Cultura e comunicazioni sociali, che può essere un valido strumento per approfondire le tematiche riguardanti la comunicazione”. Con la Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) “stiamo anche studiando – rivela mons. Ghidelli – un coordinamento tra i vari fogli diocesani esistenti”. In generale, oltre a questo settore, “cerchiamo di coordinare il lavoro delle diocesi a livello regionale: si tratta di un impegno bello, interessante e soprattutto proficuo”. L’ultimo documento della Conferenza episcopale abruzzese molisana è di quest’anno e concerne la formazione permanente del clero. “Vorrei sottolineare – conclude mons. Ghidelli - un ultimo aspetto: nel giro di pochi anni quasi tutto l’episcopato, per ragioni di età, sarà rinnovato: l’immissione di energie nuove sicuramente gioverà alla nostra Chiesa”.
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VISITA “AD LIMINA”: BASILICATA
Scommessa sui laici I vescovi lucani andranno dal Papa, dal 27 al 30 novembre
IL CALENDARIO 2007 Campania (11-20 gennaio) Emilia-Romagna (22-27 gennaio) Liguria (29 gennaio-3 febbraio) Lombardia (5-10 febbraio) Marche (12-17 febbraio) Umbria (19-24 febbraio) Piemonte (5-10 marzo) Puglia (12-17 marzo) Sardegna (20-24 marzo) Sicilia (26-31 marzo) Toscana (16-21 aprile) Triveneto (23-28 aprile)
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EDE POPOLARE E FAMIGLIA. “La Regione ha due punti forti: la fede popolare e la famiglia”. A presentare un quadro della situazione in Basilicata, in occasione della prossima visita ad limina dei vescovi lucani dal Papa (27-30 novembre), è mons. AGOSTINO SUPERBO, arcivescovo di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo e presidente della Conferenza episcopale della Basilicata. “La fede di popolo – chiarisce il presule – emerge dalla quasi totale partecipazione degli abitanti alle messe domenicali e ai sacramenti, dalla scelta di celebrare i matrimoni in chiesa, dall’opzione dell’insegnamento della religione per i figli nelle scuole”. Anche “la famiglia tiene da noi”, sottolinea l’arcivescovo, “ma non possiamo vivere di eredità, bisogna avere nuove energie”. Un impegno della Chiesa lucana è, quindi, “formare i formatori di pastorale familiare, che s’impegnano nelle parrocchie con corsi di preparazione al matrimonio o sostenendo famiglie in difficoltà e giovani coppie”. Importante, poi, anche “la formazione dei seminaristi e quella permanente dei sacerdoti più giova-
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
La Regione ecclesiastica Basilicata è composta da 6 diocesi (Acerenza, Matera-Irsina, Melfi-RapollaVenosa, Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, Tricarico, Tursi-Lagonegro). Presidente della Conferenza episcopale lucana è mons. Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo; vicepresidente è mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo di Matera-Irsina; segretario è mons. Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa. Le parrocchie sono 268, i sacerdoti secolari 333, quelli regolari 85, i diaconi permanenti 38. La regione ecclesiastica copre un territorio di 9.970 chilometri quadrati; gli abitanti sono 614.070. Le Province sono 2 (Matera e Potenza); i Comuni sono 131 (31 nella provincia di Matera; 100 in quella di Potenza). Dal punto di vista ecclesiale, per quanto siano rimaste poche notizie sulla storia religiosa dell’antica Lucania, certamente nel IV sec. il territorio vedeva già la presenza di alcune comunità cristiane organizzate. Teatro di battaglie e di scorrerie nei secoli delle invasioni barbariche, la regione rifiorì durante il dominio bizantino, fra IX e X sec., fase in cui anche la fisionomia religiosa iniziò a delinearsi con maggiore precisione attraverso l’influsso del mondo greco. In questo periodo si fece intensa la penetrazione di monaci basiliani, fuggiti dalla persecuzione iconoclasta, che costellarono il territorio di chiese scavate nelle rocce delle gravine, creando insediamenti assai caratteristici, di cui oggi rimangono preziose testimonianze nella zona di Matera. Per il IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona, il testimone scelto dalla Conferenza episcopale della Basilicata è stata Maria Marchetta. Nata a Grassano (Mt), il 16 febbraio 1939, fu colpita in piena adolescenza da paraplegia flaccida. La malattia la condusse progressivamente all’immobilità. Il letto, dove rimase bloccata per 14 anni, si trasformò, per la sua volontà tenace e l’amore appassionato a Gesù e alla Chiesa, in un luogo di preghiera e di missione per la conversione del mondo al Vangelo.
ni” perché “sono necessari preti validi per accompagnare i laici ed ottenere buoni risultati”. Il mondo in cui viviamo, infatti, “crea molte fragilità e povertà”, come è stato sottolineato anche durante il Convegno ecclesiale nazionale di Verona, “e noi – sottolinea il presule – dobbiamo essere attenti a queste nuove situazioni”. Proprio per “non disperdere i frutti” del Convegno di Verona “i delegati s’incontreranno, il 18 dicembre, con i vescovi lucani per una riflessione comune. Non manca, comunque, già un fermento nelle nostre diocesi dopo l’appuntamento nella città scaligera”. SPOPOLAMENTO E DISOCCUPAZIONE. I principali problemi della Regione sono, per il presule, essenzialmente due, collegati tra di loro: “Lo spopolamento dei piccoli centri e la mancanza di lavoro”. Il primo, chiarisce mons. Superbo, “è conseguenza della seconda. Infatti, è forte soprattutto l’emigrazione di giovani qualificati”. Inoltre, “pure alcune industrie sorte dopo il terremoto del 1980 grazie alla ricostruzione stanno chiudendo o andando via”. Anche
il Progetto Policoro “non riesce a incidere significativamente”; di qui “la volontà dei vescovi di rilanciarlo per creare una nuova cultura del lavoro”. Purtroppo, osserva il presule, “qui c’è ancora l’abitudine di ottenere i posti di lavoro attraverso rapporti clientelari”. Per cambiare questa mentalità “sono necessari tempi lunghi, ma noi operiamo con speranza”. Disoccupazione e spopolamento, a giudizio dell’arcivescovo, “richiamano, dunque, un nuovo impegno dei cattolici in politica”: di conseguenza, “un’altra scommessa riguarda la formazione dei laici”. Da oltre due anni, è stato avviato un cammino di collaborazione tra associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali, basato sulla stima reciproca. “Il 29 aprile 2006 – racconta mons. Superbo – c’è stata la convocazione del laicato cattolico voluto dalla conferenza episcopale lucana sul tema Costruttori di futuro, che si è conclusa con la consegna di un mandato dei vescovi della Basilicata al laicato lucano ed ai responsabili dei movimenti e delle associazioni ecclesiali della Regione”.
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VISITA “AD LIMINA”: SCHEDA
Le ansie e le speranze I vescovi condividono con il Papa la fatica apostolica
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A PIETRO E PAOLO AD OGGI. La ragione delle visite “ad limina apostolorum” si trova nella lettera di San Paolo ai Galati, quando l’apostolo racconta della sua permanenza presso Pietro per 15 giorni, durante i quali fecero il punto sulla diffusione della fede. Quello può essere considerato il primo incontro di aiuto reciproco e di confronto su tematiche particolari. Circa il termine “visite ad limina apostolorum”: nei primi secoli della storia della Chiesa, le tombe degli apostoli Pietro e Paolo vennero definite, nel linguaggio canonico, “limina apostolorum”; per questo, si chiamarono visite “ad limina” i pellegrinaggi che avevano come meta quelle stesse tombe e, più precisamente, le visite che i vescovi dovevano fare a Roma a determinati intervalli, secondo l’obbligo imposto nel 743 da Papa San Zaccaria. Inserito nel Decreto di Graziano, tale obbligo venne riconfermato successivamente da Sisto V con la costituzione Romanus Pontifex del 20 dicembre 1585, che diede a tali visite cadenza triennale, e da Benedetto XIV con la costituzione Quod sancta del 23 novembre 1740. Con il decreto della Congregazione concistoriale A remotissima del 31 dicembre 1909 (can.IV, 2), recepito nel vecchio Codice di diritto canonico (can.341), le visite “ad limina apostolorum”, a cui sono tenuti non solo i vescovi diocesani, ma anche rutti i soggetti ad essi equiparati (ovvero prelati e abati territoriali, amministratori e vicari apostolici, nonché i prelati di una circoscrizione ecclesiastica personale per
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
Cominciano il 20 novembre, le visite “ad limina apostolorum” dei vescovi italiani. Si tratta di una tradizione antichissima, regolata nei secoli da appositi documenti, che vede i vescovi di tutto il mondo recarsi ogni cinque anni in Vaticano per fare il punto sulla fede e sulla religiosità nel proprio Paese. Le visite servono, altresì, al Papa per avere informazioni sulle singole diocesi, sui problemi, le iniziative, le difficoltà e l’evangelizzazione. Nei prossimi mesi, dunque, i vescovi delle 16 Regioni ecclesiastiche italiane saranno impegnati, in base alla suddivisione del territorio ecclesiastico, nel loro “pellegrinaggio” presso la Santa Sede. Primi ad essere ricevuti i vescovi dell’Abruzzo-Molise, dal 20 al 25 novembre. Le diocesi italiane sono 226. Quali le ragioni delle visite “ad limina apostolorum”? E quale il loro sviluppo storico?
il rito o altri motivi, come gli Ordinari militari o castrensi), furono portate a cadenza quinquennale o decennale per gli Ordinari delle sedi extraeuropee, facoltà quest’ultima non più contemplata dal vigente Codice (can.400). Tutto ciò che concerne le visite “ad limina” e la loro cadenza quinquennale è stato ulteriormente riordinato dalla Congregazione per i vescovi con il decreto Ad Romanam Ecclesiam del 29 giugno 1975, in base al quale le zone per i quinquenni sono state ridistribuite. Nel Codice di diritto canonico del 1983 le visite “ad limina apostolorum” sono prescritte da due canoni: 399 e 400. Dopo la Costituzione Pastor Bonus del 1988, le visite consistono, diversamente da quanto prevede il can. 400 §1, in tre momenti principali: “Il pellegrinaggio ai sepolcri dei principi degli Apostoli, l’incontro con il Sommo Pontefice e i colloqui presso i dicasteri della Curia romana”. Sempre nel 1988, con la pubblicazione del Direttorio per la visita “ad limina”, è stato istituito in seno alla Congregazione dei vescovi l’Ufficio di coordinamento delle visite “ad limina”. Nel 2003, Giovanni Paolo II ha dato una sintetica descrizione della visita ad limina nella Pastores Gregis. Il n. 57 di questa esortazione apostolica è interamente dedicato a essa e riprende, riassumendoli, i documenti precedenti, in particolare la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988. Ad esso s’ispira pure il Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi pubblicato nel 2004 dalla Congregazione per i Vescovi.
IL SENSO DELLE VISITE. Le visite “ad limina” – viene spiegato nel Direttorio della Congregazione dei vescovi, pubblicato nel 1988 - non sono un “semplice atto giuridico-amministrativo consistente nell’assolvimento di un obbligo rituale, protocollare e giuridico”. Esse portano un “arricchimento di esperienze” al ministero del Papa e al suo “servizio di illuminare i gravi problemi della Chiesa e del mondo”, diversi a seconda dei “luoghi, dei tempi e delle culture”. Giovanni Paolo II, parlando all’assemblea straordinaria dei vescovi italiani il 26 febbraio 1986, disse di “annettere grande importanza” alle visite “ad limina”: “Esse costituiscono un’occasione privilegiata di comunione pastorale: il dialogo pastorale con ciascuno di voi mi consente di partecipare alle ansie e alle speranze che si vivono nelle Chiese da voi guidate in atteggiamento di ascolto per i suggerimenti dello Spirito”. Concetti ribaditi da Benedetto XVI, nell’intervista concessa in lingua tedesca, il 5 agosto 2006, a tre testate televisive tedesche e alla Radio Vaticana, in preparazione al viaggio apostolico in Germania: “Le visite ad limina, che ci sono sempre state, vengono ora valorizzate molto di più, per parlare veramente con tutte le istanze della Santa Sede e anche con me. Io parlo personalmente con ogni singolo vescovo. [...] In questi incontri, in cui appunto centro e periferia si incontrano in uno scambio franco, cresce il corretto rapporto reciproco in una tensione equilibrata”. A CURA DI VINCENZO CORRADO
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CEI: SOSTENTAMENTO CLERO
Un segno di maturità La XVIII Giornata nazionale in tutte le diocesi
“I sacerdoti aiutano tutti. Aiuta tutti i sacerdoti”: è lo slogan per la XVIII Giornata nazionale per il sostentamento del clero, che si celebrerà domenica 26 novembre. La Giornata sarà un’occasione per informare tutti i fedeli sul nuovo sistema di sostentamento del clero diocesano e, in particolare, sulle offerte deducibili dirette all’Istituto centrale sostentamento clero e sarà anche un’opportunità per formare le comunità sul valore perequativo e solidale di questa forma di partecipazione alla vita della Chiesa, scaturita dalla revisione concordataria del 1984.
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ESPONSABILITÀ COMUNE. Da ormai 20 anni i sacerdoti non ricevono più la “congrua” dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso le offerte deducibili. Prima del 1989 la remunerazione dei sacerdoti diocesani (solo parroci, vescovi e canonici) si basava sui redditi dei “benefici” (beni immobili donati dalla comunità il cui reddito era destinato al sostentamento del clero). Nel caso in cui le rendite dei benefici fossero state insufficienti per sostenere il parroco, lo Stato le integrava con un assegno mensile chiamato “congrua”. Dal 1989, con l’avvio del nuovo sistema, lo Stato non ha più versato la congrua ai sacerdoti e sono nate le offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Esse, dunque, nascono come strumento di comunione ecclesiale ed equità, per contribuire non solo alle necessità del proprio parroco, ma anche ai bisogni di tanti sacerdoti che vivono in comunità piccole e bisognose, per sostenere i sacerdoti malati e anziani e i 600 fidei donum che operano nelle missioni all’estero. “L’impegno dei parroci e delle loro comunità a celebrare
la Giornata nazionale può contribuire a far crescere sempre più la corresponsabilità e la partecipazione alla vita della Chiesa”, afferma PAOLO MASCARINO, responsabile del Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. “Ogni offerta donata a tutti i sacerdoti – chiarisce Mascarino - sarà così un gesto di comunione fraterna e di stima verso tutti i nostri presbiteri. Pur non conoscendo tutti i sacerdoti che riusciremo a sostenere con le nostre offerte deducibili, permetteremo comunque a tutti loro di dedicarsi a tempo pieno al Vangelo, con la stessa tranquillità, contando sugli stessi mezzi”. A FAVORE DI TUTTI. Nel 2005 sono state raccolte circa 170.000 offerte, per un totale di oltre 17 milioni di euro, lievemente inferiori agli anni precedenti. Queste offerte concorrono a rendere possibile la remunerazione dei sacerdoti, il cui valore, nel caso di un parroco appena ordinato per il 2006, è pari a 833 euro per 12 mesi. Solo per alcuni di loro questa cifra è coperta dalle offerte della propria comunità o da eventuali stipendi da insegnante. Per altri,
invece, queste fonti non bastano e si deve ricorrere alle offerte per il sostentamento. Tali offerte arrivano all’Istituto centrale sostentamento clero e sono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente quelli che ne hanno più bisogno. In questo modo, tutti i sacerdoti, anche quelli delle comunità più piccole e povere, potranno contare su una distribuzione equa delle offerte. Per sostenere i sacerdoti diocesani con le offerte per il sostentamento, si hanno a disposizione quattro modalità: con versamenti sul c/c postale n. 57803009; per titolari della carta di credito Cartasì con offerte al numero verde 800 825000 oppure collegandosi al sito www.cartasi.it o a quello www.offertesacerdoti.it; con bonifici bancari; con versamenti direttamente presso gli Istituti diocesani sostentamento clero. Le offerte per il sostentamento dei sacerdoti versate a favore dell’Istituto centrale sostentamento clero sono deducibili dal proprio reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali, fino ad un massimo di 1032,91 euro annui.
Scheda La raccolta delle offerte per il sostentamento del clero contribuisce, assieme ad altre fonti, al sostentamento del clero diocesano in Italia. In particolare, nel 2005 sono stati 38.495 i sacerdoti secolari e religiosi a servizio delle 226 diocesi italiane: 35.471 hanno esercitato il ministero attivo, tra i quali circa 600 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi in via di sviluppo come fidei donum, mentre 3.024 sacerdoti, per ragioni di età o di salute, sono stati in previdenza integrativa. Nel consuntivo relativo al 2005, il fabbisogno complessivo annuo per il loro sostentamento è ammontato a 525.109.968,40 euro lordi, comprensivi delle integrazioni nette mensili ai sacerdoti (12 all’anno), delle imposte Irpef, dei contributi previdenziali e assistenziali e del premio per l’assicurazione sanitaria. A coprire il fabbisogno annuo provvedono per il 22,2% gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (per esempio quali insegnanti di religione); per il 9,5% le remunerazioni percepite dagli enti presso cui prestano servizio pastorale (parrocchie e diocesi). Il resto è coperto per l’8% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 60,4% l’Istituto centrale sostentamento clero attraverso le offerte deducibili per il sostentamento del clero e con una parte dei fondi derivanti dall’otto per mille.
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CER (CONFERENZE EPISCOPALI REGIONALI)
Comune gratitudine SICILIA: prima giornata cattolico–evangelica
Organizzata dal Centro regionale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) e dalle Chiese evangeliche in Sicilia, si è svolta, nei giorni scorsi, al Palacannizzaro di Caltanissetta la prima giornata cattolico–evangelica sul tema “Giustificazione e riconciliazione. Il cammino ecumenico dalla dichiarazione cattolico-luterana sulla giustificazione alla Charta oecumenica, alle nuove sfide del Terzo millennio”. Erano presenti oltre 600 persone tra cattolici ed evangelici provenienti da tutte le province siciliane: avventisti, battisti, luterani, metodisti e valdesi, una delegazione della Chiesa evangelica apostolica e una della Chiesa internazionale pentecostale, tutti hanno preso parte all’appuntamento introdotto da una liturgia interconfessionale.
C
HIESA CATTOLICA. “L’idea di questa
a chi si presenta altro: altro nella fede, al-
ci senza paure, dopo secoli di demonizza-
giornata ecumenica a Caltanissetta
tro nella religione, altro nella sponda del
zioni reciproche”. Nella parole del pastore
è nata dalla convinzione profonda
nostro mare, altro nella sua convinzione”.
valdese un augurio: “Da questo incontro
di dovere amare la Chiesa altrui come la
E da Caltanissetta uno sguardo più ampio:
nasca nel cuore di tutti la sincera convin-
propria e vuole essere un seme di speranza
“La riconciliazione della Chiesa potrebbe
zione che, come credenti, siamo chiamati
per il nostro cammino ecumenico”. Lo af-
portare non solo alla riconciliazione del-
all’incontro e alla condivisione della fede,
ferma don CALOGERO MILAZZO, delegato
l’Europa dei molti Stati nell’accoglienza
dell’amore di Cristo, per incamminarci in
per l’ecumenismo e il dialogo interreligio-
della loro diversità, ma anche a essere un
un sentiero di testimonianza comune ac-
so della diocesi di Caltanissetta e membro
dono per gli altri popoli, per formare una
canto ai poveri, agli emarginati e agli ulti-
della Commissione cattolico-evangelica
sola famiglia”.
mi che dalla Chiesa si aspettano una testi-
siciliana. “Sento dal più profondo del mio
monianza accogliente che produca i frutti
cuore – ha detto Milazzo – un’immensa gra-
VALDESI. “I valdesi e metodisti della Sicilia
titudine verso il Signore che mi ha fatto
hanno partecipato con grande entusiasmo
cristiano all’interno della Chiesa cattoli-
al formarsi della Commissione cattolico-
AVVENTISTI. “Un incontro di riconciliazione
ca, e ritengo che lo stesso sentimento di
evangelica siciliana perché vi hanno in-
e d’amore sotto la guida della Spirito San-
gratitudine debba animare anche il cuo-
dividuato la possibilità di un dialogo e un
to”. Così definisce il congresso nisseno, “il
re dei miei fratelli verso le loro Chiese o
confronto con altri fratelli e sorelle sui
primo in Italia”, il reverendo ENZO PAOLO
Comunità ecclesiali nelle quali si trovano
temi della comune fede in Gesù Cristo”.
CAPUTO, pastore della Chiesa cristiana
inseriti”. A Caltanissetta è ormai da circa
Lo ha detto il pastore GIUSEPPE FICARA,
avventista di Piazza Armerina. “Una gior-
30 anni che la Chiesa cattolica è in dialogo
della Chiesa valdese di Palermo, che ha
nata memorabile – ha affermato - vissuta
fraterno con la Chiesa valdese e la “Mo-
aggiunto: “Tutto ciò potrà farci progredire
all’insegna della fratellanza e della ricer-
stra ecumenica” di 16 pannelli esposti al
in un dialogo ecumenico che sia veramen-
ca del dialogo per trovare punti in comune
Palacannizzaro evidenzia le varie tappe
te autentico e proveniente dalla profonda
sui quali costruire insieme”. Una impres-
del cammino intrapreso insieme. “Siamo
convinzione che Dio stesso ci chiama al-
sione che il pastore dice essere non solo
tutti figli dello stesso Padre – afferma don
l’unità della fede, pur nella diversità del-
sua, ma “di tutti gli avventisti e non, con
Milazzo - parziali, ma complementari gli
le interpretazioni bibliche e teologiche”.
cui ho potuto dialogare. Del resto, i mo-
uni gli altri, come membra dello stesso
La partecipazione della sua comunità alla
menti di adorazione, il mimo, i cori, al-
corpo, chiamati a formare l’unica famiglia
Giornata cattolico-evangelica a Caltanis-
cune testimonianze sia da parte cattolica
del Signore Gesù”. “Il messaggio che par-
setta è stata vissuta come “uno dei mo-
sia evangelica, sono riusciti a coinvolgere
te dalla giornata ecumenica è che Dio ci
menti che ci sono dati dal Signore perché
l’assemblea che ha partecipato non solo
ama, malgrado noi stessi, i nostri peccati,
non ci manchi l’opportunità di accoglierci
emotivamente”.
le nostre pochezze. Noi pertanto non ab-
reciprocamente, ma anche di conoscerci
biamo il diritto di chiudere il nostro cuore
meglio per imparare anche a comprender-
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
dell’amore”.
A CURA DI
M.CHIARA IPPOLITO
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DIOCESI: PENSIERI E PROGETTI
Buone regole per il dialogo MODENA: un “codice di comportamento” per le Chiese cristiane
“C
AUTELA” NEI MATRIMONI MISTI. “Le famiglie in cui convivono diverse confessioni cristiane vanno aiutate a trovare soluzioni rispettose della coscienza dei diversi membri”, si legge nel “Codice”, che dedica ampio spazio alla questione dei “matrimoni misti”. Fra cattolici ed evangelici valdesi e metodisti, “i due ministri di culto devono collaborare insieme per la preparazione dei futuri sposi”. Non deve essere richiesta “alcuna dichiarazione scritta” circa l’obbligo di battezzare ed educare i figli nell’una o nell’altra Chiesa, “ma l’impegno morale a fare il possibile perché ciò avvenga”. Il matrimonio può essere celebrato in una delle due Chiese, a scelta della coppia, ma “il rito deve essere uno, all’interno del quale “come regola generale non viene celebrata l’Eucaristia”, tranne “in casi eccezionali”. Più complesso il caso del matrimonio fra ortodossi e protestanti, dove “se una coppia richiede il matrimonio ortodosso come sacramento, è necessario che entrambi i contraenti si dichiarino ortodossi”. Difficoltà possono sorgere anche nel caso di un matrimonio fra cattolici e ortodossi: da parte cattolica, “un matrimonio celebrato da un sacerdote ortodosso secondo il rito della sua Chiesa è considerato valido se sono state osservate tutte le condizioni che la Chiesa cattolica considera necessarie per la validità”. La Chiesa cattolica, dunque, “può dare il permesso di celebrare il matrimonio secondo il rito per gravi motivi”, come “la
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
“Promuovere la conoscenza reciproca, superando distorsioni e pregiudizi” ed “evitare ogni forma di proselitismo, il tentativo cioè di sottrarre fedeli a un’altra Chiesa cristiana”. Questi gli obiettivi principali del “Codice di comportamento” approvato dal Consiglio delle Chiese cristiane di Modena, e presentato ieri, 16 novembre, in una conferenza stampa. Dopo una prima parte descrittiva sulle prassi sacramentali e liturgiche nelle varie Chiese, il libretto – siglato da mons. Benito Cocchi, arcivescovo di Modena-Nonantola, Sergio Ribet, pastore della Chiesa evangelica metodista, e padre Giorgio Arletti, del Patriarcato di Mosca, parroco della Chiesa ortodossa modenese – contiene alcuni suggerimenti pratici, o meglio “alcune regole di buon comportamento ecumenico che, spesso, sono nelle intenzioni dei responsabili delle chiese ma, a volte, per le ragioni più diverse, non vengono praticate”.
conservazione dell’armonia familiare”. Da parte ortodossa, vista la “molteplicità di giurisdizioni” ortodosse presenti sul territorio italiano e “alcune contraddizioni fra discipline diverse”, “la Chiesa ortodossa ritiene che quando la sposa è ortodossa è auspicabile che educhi i figli nella propria Chiesa, come nell’uso ebraico, onde evitare situazioni conflittuali”. NESSUNA “CONVERSIONE”. Non mancano, nel “Codice”, “suggerimenti” riguardo al passaggio ad una Chiesa di diversa confessione. “È scorretto – si precisa nel testo – parlare di conversione ad una Chiesa; si può passare da una confessione all’altra, ma ci si converte solo da Dio”. “Quando il fedele di una Chiesa chiede di entrare in un’altra Chiesa di confessione diversa – si raccomanda nel libretto – il ministro di culto interessato, prima di accoglierlo, deve accertare con serietà le ragioni di tale scelta e, col consenso dell’interessato, informare il ministro della Chiesa di provenienza”. Stessa prassi viene consigliata per i genitori che chiedano di fare battezzare i loro figli in una Chiesa di confessione diversa dalla loro. In questi casi, “fatta salva la libertà di coscienza delle persone, che deve essere comunque rispettata”, per la diocesi di Modena “si deve bandire ogni forma di proselitismo diretto o indiretto, come l’utilizzo di aiuti materiali o facendo leva sulla mancanza di luoghi di culto o su momenti particolari di fragilità umana delle persone”.
L’INTERCOMUNIONE E LA “PIENA UNITÀ”. “Allo stato attuale delle relazioni ecumeniche, l’intercomunione è un fine e non un mezzo per il raggiungimento della piena unità”. È quanto si legge nel “Codice” a proposito della partecipazione occasionale dei fedeli all’Eucaristia in una Chiesa di confessione diversa dalla propria. Per le Chiese cattolica e ortodossa, si ricorda nel documento, l’Eucaristia “può essere partecipata, in via generale, soltanto ai rispettivi fedeli”. Solo “in casi eccezionali”, come il pericolo di vita o la mancanza del ministro della propria Chiesa, la Chiesa cattolica “può concedere l’Eucaristia ai fedeli di altre Chiese ortodosse e anche evangeliche, purché il richiedente manifesti la giusta comprensione del sacramento richiesto”. Sempre in casi eccezionali “è consentito ai fedeli cattolici accostarsi all’Eucaristia in una Chiesa ortodossa”, prassi non consentita invece in una Chiesa evangelica “non essendoci, da parte cattolica e da parte ortodossa, il riconoscimento del ministro ed essendoci una diversa comprensione del Sacramento”. Per la Chiesa evangelica metodista e per quella valdese, come per altre Chiese che si rifanno alla Riforma, la “Cena del Signore” è aperta anche ai fedeli di altre confessioni, ma più come “ospitalità eucaristica” che come “intercomunione”. A CURA DI M.MICHELA NICOLAIS
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DIOCESI Chieti: “non pagare le tasse è un peccato grave” “Non pagare le tasse è un peccato grave, è rubare!”. A ricordarlo è stato mons. Bruno Forte, arcivescovo di CHIETI-VASTO, durante un incontro pubblico con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa Schioppa. “Quali possono essere le politiche utili a generare ricchezza e a redistribuirla in maniera equa in modo tale che la società italiana non sia più spaccata tra cittadini che vivono per il superfluo e altri che incontrano difficoltà a portare avanti una vita dignitosa?”. Questa la domanda a cui ha cercato di rispondere il presule, secondo il quale “fondamento primo di qualsiasi politica economica efficace, che abbia effettivamente presa sui cittadini nell’attuale momento storico, è che questa provenga da una classe dirigente credibile che faccia comprendere ai destinatari dei provvedimenti più ‘odiosi’ ma necessari che quella intrapresa è la migliore strada percorribile per il bene della nazione”. Di qui la necessità di una “classe politica dirigente credibile” capace di vincere “la mancanza di fiducia verso i politici” sempre crescente fra i cittadini. “Il rispetto dei principi etici e morali in ambito pubblico, è la tesi del vescovo, genererà frutti virtuosi nella società civile, facendola deviare dal sentiero egoistico di chiusura alle esigenze del prossimo, che adesso si trova a percorrere. Solo allora si potrà effettuare una seria lotta all’evasione fiscale, principale strumento per il risanamento finanziario e fonte di risorse utili alla redistribuzione delle risorse”.
Prato: un corso sulla dottrina sociale della Chiesa “I vescovi la richiamano continuamente, laici cattolici e aggregazioni laicali ne fanno motivo di ispirazione per le loro attività, nel dibattito politico viene citata trasversalmente. Ma la Dottrina sociale della Chiesa, che ha inciso fortemente nella storia italiana ed europea da più di un secolo a questa parte, non è a conti fatti così conosciuta”. E’ il presupposto attorno a cui è nata l’iniziativa di un corso di introduzione alla Dottrina sociale della Chiesa, promosso da un gruppo di giovani e organizzato dalla Scuola di teologia della diocesi di PRATO. Dopo la relazione introduttiva del vescovo, mons. Gastone Simoni, dal titolo: “Vangelo, Chiesa, società”, il programma delle lezioni proseguirà il 29 novembre, con una lezione su “La persona”, tenuta da mons. Pierluigi Milesi, vicario episcopale per il laicato e le aggregazioni ecclesiali; il 13 dicembre tornerà il vescovo per parlare de “I principi della dottrina sociale”. Le lezioni proseguiranno fino al marzo 2007. Info: www.diocesiprato.it
Terni: “la carità cuore della Chiesa” “L’amore per i poveri è una dimensione centrale per una comunità cristiana che vuole vivere il Vangelo, che sappia crescere nella fantasia della carità e nella creazione di forme nuove di aiuto per i bisognosi, oltre alle tante espressioni concrete di sostegno ai poveri, già da tempo messe in opera dalla diocesi e dalle parrocchie”. E’ quanto si legge nella presentazione dell’assemblea annuale della diocesi di TERNI-NARNI-AMELIA, che si aprirà oggi, 17 novembre, sul tema: “La carità cuore della Chiesa”. Punto di partenza dell’iniziativa, presieduta dal vescovo, mons. Vincenzo Paglia, l’enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”, che “ha riproposto la centralità dell’amore evangelico quale fondamento per la costruzione di un futuro nuovo per i popoli e per ciascun uomo”.
Senigallia: torna un capolavoro E’ tornata nella sua sede, dopo un accurato restauro, la cinquecentesca tela raffigurante l’Immacolata concezione e Santi, opera del pittore Ercole Ramazzani. A darne notizia è la Pinacoteca diocesana di Arte sacra di SENIGALLIA, che ricorda come la Pala d’Altare, realizzata per la parrocchia di S. Benedetto in Morro d’Alba, era stata parte integrante della mostra di Senigallia dedicata, nel 2004, al 150° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata concezione di Maria da parte del beato Pio IX. E’ stato proprio in quell’occasione che si era potuto individuare l’autore del prezioso manufatto, quell’Ercole Ramazzani “da Roccacontrada” – come allora si firmava – che aveva realizzato il quadro nel 1595. “Torre, palazzo, tempio, cipresso, fonte, pozzo”: sono tutte immagini presenti nel quadro – spiegano alla direzione della Pinacoteca – che rimandano a raffigurazioni bibliche, ad invocazioni litaniche o ad eventi della storia della salvezza: le rose rosse sono un richiamo alla passione del Redentore, quelle bianche al candore di Maria, la torre è la stirpe di Davide da cui viene il Cristo, l’edificio monumentale il tempio e l’arca che conteneva, anch’essa immagine di Maria, “arca della nuova alleanza”. Per informazioni: www.diocesisenigallia.it
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DIOCESI: DOPO VERONA (5)
Esperienza che continua La prima accoglienza nelle Chiese locali
C
Continua il nostro “viaggio” tra i primi bilanci nelle diocesi italiane su come proseguire l’impegno pastorale sul territorio dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Verona (cfr SIR 74/2006).
OSTRUIRE “COMUNITÀ APERTE”. Un
gno, “laicità e popolarità della fede signifi-
rare percorsi anzitutto di natura sociale,
Convegno pastorale incentrato sul-
cano parlare e operare per tutto il popolo.
di condivisione”. Un invito a partire dalla
lo stesso tema di Verona: “Testimo-
Il problema è come aiutare la formazione
parrocchia, per ripensare l’attività pasto-
ni di Gesù Cristo, speranza del mondo”. È
di coscienze cristiane sulle tematiche del-
rale quotidiana alla luce di quanto è emer-
quello che si svolgerà a Rovigo domenica
la città”. Il tema della cittadinanza è stato
so a Verona, viene da mons. Pietro Maria
prossima, 19 novembre. A chiamare a rac-
anche al centro di un incontro organizzato
Fragnelli, vescovo di CASTELLANETA, che
colta i fedeli della diocesi di ADRIA-ROVI-
dalla diocesi di CARPI, protagonista mons.
invita anche a “ripensare la struttura, l’ar-
GO è il vescovo, Lucio Soravito, con una
Gian Carlo Bregantini, vescovo di Locri,
chitettura dei nostri edifici; non più solo
lettera in cui fa notare che il Convegno “ha
che alla luce del Convegno di Verona ha ri-
in funzione del culto, con al centro solo la
chiamato i cristiani a costruire comunità
percorso così la propria esperienza in terra
chiesa e qualche ambiente collegato, ma
aperte, in dialogo con il mondo, presenti
di Calabria: “Sono stato nominato vescovo
ripensare la logistica delle parrocchie, in
attivamente nella società. Li ha chiamati
a 45 anni e Locri è stata la mia prima desti-
funzione di questa vita da condividere nel
a costruire una Chiesa sempre più ‘amica’
nazione, a gennaio saranno 13 anni. Spero
momento della festa, nel momento della
delle persone, della vita quotidiana, della
di rimanere qui per sempre. Le difficoltà
solidarietà, nel momento della promozio-
dimensione umana dell’esistenza, a parti-
ci sono ancora, ma adesso tanti volti, tanti
ne e formazione culturale, nel momento
re dalle situazioni ordinarie e quotidiane
nomi, i miei collaboratori potrebbero an-
dell’apertura del territorio e, oltre il terri-
dell’esistenza di tutti”.
dare avanti da soli. Problemi esterni ce ne
torio, della missione in generale”.
sono, ma c’è una fiducia inimmaginabile I CRISTIANI E LA CITTADINANZA. Una sera-
prima. Anche il dialogo con le istituzioni
TRADURRE “A CASA”. La sfida? “Tradurre”
ta sul tema della “cittadinanza”, animata
esiste, ed è produttivo. La Calabria, la Lo-
Verona “a casa”, non con nuove strutture
dai tre delegati diocesani e promossa in
cride, sta procedendo, a piccoli passi ma
pastorali ma grazie ad una “visione inte-
collaborazione con due associazioni, “Pro-
lo sta facendo. I segni ci sono, non comple-
grata” della stessa pastorale. È il suggeri-
spettiva” e “Incontri dell’Abbazia”. Ad
ti certo, ma inducono a sperare. E dopo il
mento di don Andrea Turchini, rettore del
organizzarla è stata la diocesi di MANTO-
Convegno di Verona, sperare è ancora più
Seminario vescovile e direttore dell’Ufficio
VA, come riferisce il settimanale locale,
semplice”.
di pastorale giovanile della diocesi di RI-
“La Cittadella”. Sulla “fatica del pensare”
MINI, che dà alcuni suggerimenti per pro-
come compito tipico in modo particolare
RIPENSARE LA PARROCCHIA. “Se nei prossi-
seguire il cammino indicato dal Convegno
del laicato si è soffermato Paolo Lomelli-
mi anni la parrocchia prenderà sempre più
nelle chiese particolari, tra i quali “una
ni, delegato diocesano per l’ambito della
coscienza di essere un tessuto di relazioni,
formazione a tutti i livelli che valorizzi
“cittadinanza”, secondo il quale l’appun-
che al suo interno ha un ruolo definito dal
soprattutto la vita reale delle persone e
tamento scaligero ha anche riproposto con
diritto-dovere di relazionarsi con gli altri
che aiuti nel discernimento in vista di una
forza la questione della “legalità”, che in-
– gli anziani con i bimbi, i bimbi con gli
presenza profetica nel mondo”, a partire
teressa varie aree del Paese e non solo il
anziani, i giovani con gli adulti – questo
dalla “valorizzazione del ruolo dei laici
Sud. Per don Claudio Cipolla, coordinatore
modo di intendere la parrocchia farà sì
come esperti dell’umanità”.
diocesano per la preparazione al Conve-
che sentiremo tutti la necessità di elabo-
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ASSOCIAZIONI • ENTI Telechiara: lo speciale “Match” con 5 vescovi Cinque vescovi in televisione per riflettere su cosa abbia da dire Gesù al mondo moderno: è la formula scelta da TELECHIARA, l’emittente televisiva pluriregionale di ispirazione cristiana con sede a Padova, che inaugura questa sera, venerdì 17 novembre, le cinque puntate speciali del programma di approfondimento “Match”, sul tema generale “Dialoghi intorno a Gesù”. A parlarne sono stati invitati 5 vescovi che si confronteranno con diverse realtà del territorio: il lavoro, con il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Giuseppe Zenti; i giovani, con il vescovo di Vicenza, mons. Cesare Nosiglia; i ragazzi, con quello di Padova mons. Antonio Mattiazzo; il rapporto territorio immigrati, con il card. Ersilio Tonini; le famiglie, con il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Lucio Soravìto De Franceschi. All’appuntamento di questa sera con mons. Zenti (ore 21) interverranno Franco Lorenzon, componente della segreteria regionale veneta della Cisl; Vendemiano Sartor, presidente della Confartigianato del Veneto; Paola Pagotto, della cooperativa “Insieme si può” di Treviso; Nicola Rossi, presidente provinciale della Confesercenti di Padova; Monica Galvanin, presidente della Confapi veneta (Confederazione delle piccole industrie). Venerdì 24 novembre sarà la volta di mons. Cesare Nosiglia, il primo dicembre di mons. Antonio Mattiazzo. In collaborazione con la cooperativa “Magnolia” di Piove di Sacco, il 15 dicembre andrà in onda la puntata con il card. Ersilio Tonini sul tema dell’integrazione culturale. Infine, il 22 dicembre, il vescovo di Adria-Rovigo Lucio Soravito De Franceschi che incontrerà il mondo della famiglia.
A.Ge.: “Premio Andrea” per la qualità in sanità “I bambini ricoverati in ospedale hanno bisogno di tanti colori e di tante persone intorno, hanno fastidio e timore del colore bianco, vogliono essere coccolati e rassicurati dagli adulti”: con queste parole il presidente nazionale dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI (A.GE.), Maurizio Salvi, ha riassunto per il SIR ciò che è emerso dall’analisi degli elaborati pervenuti da oltre 200 scuole italiane, che verranno premiati sabato 18 novembre a Torino nell’ambito del “Premio Andrea per la qualità in sanità”. La manifestazione ha avuto un prologo ieri, giovedì 16 novembre, con una sessione di riflessione presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, a Torino, sui temi medici ed infermieristici. Oggi, venerdì 17, si entrerà nel vivo del “Progetto Andrea”, con riflessioni di esponenti dell’A.Ge. e di operatori sanitari. Sabato 18 ci sarà la premiazione delle scuole partecipanti con la presenza delle autorità scolastiche. “Siamo giunti alla sesta edizione del Premio - aggiunge il presidente Salvi - e abbiamo riscontrato una crescente attenzione da parte del mondo sanitario. Si comprende sempre più che se migliora la qualità del servizio sanitario in pediatria, migliora in genere per tutto il sistema sanitario del paese”. Negli scorsi anni la manifestazione si è svolta a Roma, presso l’ospedale di S. Giovanni Rotondo, in Molise, a Brescia. Il prossimo anno è già prenotato l’ospedale Meyer di Firenze. “Oltre al coinvolgimento dei ragazzi e giovani nel concorso – aggiunge Salvi – la nostra iniziativa rappresenta anche lo spunto per fare incontrare molti pediatri italiani, che così possono scambiarsi opinioni operative e realizzare una cooperazione migliore tra gli ospedali e la famiglia, che è poi quanto auspicano i ragazzi ricoverati, le loro famiglie e gli stessi medici”. La giornata di sabato 18 novembre si svolgerà presso la “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani” in corso Galileo Ferraris 266/c a Torino, e sarà interamente dedicata a bambini e ragazzi con animazione, mostra degli elaborati pervenuti da oltre 200 scuole italiane di ogni ordine e grado sul tema “Io il mio diritto alla salute lo vedo così…” e infine la premiazione.
Sacra Famiglia: aiuto per le persone autistiche Una comunità alloggio progettata espressamente per poter ospitare persone autistiche e la celebrazione della “Giornata europea per la disabilità” del 3 dicembre dedicata all’autismo: sono queste le due iniziative che la FONDAZIONE SACRA FAMIGLIA di Cesano Boscone (Milano) ha in calendario per l’inizio di dicembre. La nuova comunità alloggio, chiamata “Villa Sacro Cuore”, è la sesta realizzata dalla “Sacra Famiglia” con caratteristiche di casa famiglia. L’inaugurazione avrà luogo il 2 dicembre, presso Palazzo Granaio in largo Papa Giovanni XXIII di Settimo Milanese (Mi). In Lombardia le persone affette da autismo sono 9mila, in Italia 160mila. La comunità alloggio Villa Sacro Cuore è stata realizzata anche grazie ai contributi di Fondazione Cariplo, Angsa (Associazione genitori di persone autistiche) e Regione Lombardia. La comunità di Settimo è una assoluta novità poiché nessuna struttura di questo tipo, in Italia, era mai stata progettata e dedicata interamente alle persone affette da autismo. “Seppure la scienza non abbia ancora scritto la parola fine nella ricerca delle cause che generano l’autismo - dicono alla Sacra Famiglia - quel che è certo è che la comunità alloggio, a tutt’oggi, sembra essere la risposta più adeguata alla sindrome: perché prevede tempi e modalità di interventi personalizzati”. L’altro evento, la
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ASSOCIAZIONI • ENTI “Giornata europea per la disabilità”, vede la Fondazione ancora in primo piano. Oltre ad aver previsto incontri e spettacoli benefici, concerti e iniziative di solidarietà, è stata anche prevista la “banca del tempo” quale occasione per prenotare attività di volontariato presso la comunità alloggio per persone autistiche. La giornata sarà contrassegnata da momenti di incontro, mercatino di beneficenza, mostra di disegni e pitture realizzati da bambini e adulti affetti da autismo. Alla “Sacra Famiglia” spiegano il perchè dell’attenzione all’autismo: “Cosa sarà di mio figlio dopo di me? E’ la domanda che i genitori si rivolgono ossessivamente senza avere risposte adeguate. Una certezza però esiste: qualora venga garantito un contesto di vita stabile e organizzato, affettuoso, tollerante ma stimolante, e animato da una costante tensione abilitativa, le persone autistiche sono in grado di percorrere un importante cammino di crescita con un conseguente sviluppo di capacità e competenze in grado di condurli verso più elevati livelli di autonomia e di indipendenza”.
Salesiani: ricerca sul disagio minorile Lunedì 27 novembre, a Roma presso la sede nazionale Unicef, in via Palestro 68, verranno presentati i risultati della ricerca che la FEDERAZIONE SCS/CNOS (SERVIZI CIVILI E SOCIALI/CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE) ha realizzato sulle proprie strutture di accoglienza per i minori. Il lavoro è stato condotto con la collaborazione della facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana. L’indagine ha riguardato gli educatori nelle diverse strutture di accoglienza per minori in difficoltà; la qualità educativa delle strutture e, infine, il tipo di rapporto con i Salesiani e con il territorio. Interverranno: Vito Orlando, curatore della ricerca e direttore dell’Istituto di metodologia pedagogica della facoltà di Scienze dell’educazione; Luciano Tosco, dirigente del settore minori del Comune di Torino; Fabio Gerosa, pedagogista; Giulia De Marco, già presidente del Tribunale per i minorenni di Torino; Cecilia Donaggio, sottosegretario del ministero della Solidarietà sociale; Pier Fausto Frisoli, superiore Salesiano per l’Italia e il Medio Oriente. Coordina i lavori il presidente della Federazione SCS/CNOS Domenico Ricca. Informazioni: tel. 06/4940522.
Don Gnocchi: la cura degli anziani oggi Lunedì 20 novembre nella Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano (via San Paolo, 12, ore 8,30), si terrà un convegno organizzato dalla FONDAZIONE DON GNOCCHI sul tema “La cura degli anziani nell’epoca delle passioni tristi: la proposta della Fondazione Don Gnocchi”. I lavori saranno aperti da Gian Carlo Abelli (assessore alla famiglia e solidarietà sociale della Regione Lombardia) e da mons. Gianni Zappa (moderator curiae della diocesi di Milano). I relatori saranno don Leonardo Zega (Direttore di Club 3 e già direttore di Famiglia Cristiana), Eugenio Zucchetti (professore della facoltà di sociologia dell’Università Cattolica di Milano), mons. Angelo Bazzari (presidente della Fondazione Don Gnocchi), Marco Trabucchi (direttore del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia) e Gianbattista Martinelli (responsabile dell’area formazione e sviluppo della Fondazione Don Gnocchi). Per informazioni: tel. 02/40308604.
Informagenitori: serata interculturale in Friuli La sera di giovedì 23 novembre si terrà a Spilimbergo (Pordenone) un incontro promosso dall’associazione INFORMAGENITORI sul tema “Di tutti i colori. Educare all’identità e all’intercultura nella scuola multietnica e dell’autonomia”, riprendendo il titolo del libro di Ezio Compagnoni, edito da La Meridiana. L’autore, che sarà presente all’incontro, insegna all’università di Brescia e ha partecipato alle prime ricerche promosse dal Consiglio d’Europa sull’interculturalismo in Francia, Svizzera, Germania, Belgio e ha realizzato le prime sperimentazioni italiane di pedagogia interculturale in Umbria, in Emilia Romagna, in Lombardia e nelle Provincia di Bolzano. Tra le varie sue opere è molto nota quella dal titolo “Mondo rotondo. Materiali ed esperienze di intercultura nella scuola dell’infanzia”, basata sulle osservazioni svolte in provincia di Bolzano, nelle cui scuole insieme ai bambini di madrelingua italiana ci sono numerosi bambini di madrelingua tedesca, alcuni bambini di madrelingua ladina, bambini immigrati extracomunitari, un numero significativo di bambini profughi dall’ex Jugoslavia e bambini nomadi, Sinti e Rom. Inoltre la vicinanza dei confini di Brennero e San Candido porta, in alcune scuole, bambini austriaci le cui madri lavorano nei paesi italiani di confine. L’incontro vedrà anche la consegna ai responsabili di una scuola in Burkina Faso di un’opera in mosaico realizzata dal locale comitato genitori nell’ambito dei progetti interculturali delle scuole locali. Per informazioni: tel. 0434/221111.
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
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BULLISMO
Vittime del nulla Assenza dei genitori e prepotenza dei media
Come spiegare, rispetto al passato, la diffusione del bullismo in ambito scolastico? “Negli ultimi decenni la scuola ha conosciuto diversi cambiamenti, tra cui una maggiore tolleranza verso i ragazzi e un allentamento della sorveglianza. Scomparsi, inoltre, i grandi luoghi di aggregazione, la scuola costituisce un importante spazio di incontro ma, al tempo stesso, diviene catalizzatore di conflitti. Un tempo la frequentavano solo alunni appartenenti alla classe medio-alta; oggi vi si mescolano studenti di ogni classe sociale. Il confronto non è solo sul rendimento scolastico o sulla capacità di integrazione: anche le disuguaglianze di tipo economico costituiscono motivo di attrito”. Un episodio grave in sé, ulteriormente aggravato dalla ripresa e dalla diffusione su Internet… “Non è una novità. Dall’Inghilterra si è propagata da qualche anno la moda dell’ happy- slappy (schiaffo felice), che consiste nell’aggredire qualcuno per filmarne le reazioni e metterle in rete. Una sorta di Paperissima, ma più cattiva. D’altra parte i nostri ragazzi sono cresciuti con questi modelli. Una trasmissione come Paperissima è fortemente diseducativa perché incoraggia a ridere delle difficoltà altrui. Non bisogna dunque meravigliarsi se alcuni ragazzi si divertono nel sopraffare altri e nel filmare le loro difficoltà. Amplificando l’eco delle proprie gesta su Internet essi si sentono invincibili”.
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
“Un fenomeno da non enfatizzare, ma nemmeno da sottovalutare”, sempre esistito, e “oggi più presente per diversi motivi in ambito scolastico”. Così ANNA OLIVERIO FERRARIS, docente di psicologia dell’età evolutiva all’Università “La Sapienza” di Roma, saggista e autrice del libro di prossima uscita “Piccoli bulli crescono” (Rizzoli), commenta al SIR l’aggressione di alcuni ragazzi ad un compagno disabile in un istituto tecnico di Torino, filmata e messa in rete. Per la psicoterapeuta il bullismo non nasce per caso, ma è legato a “carenze educative, disagio scolastico e sociale”, e ad una sorta di “inquietante adattamento” di alcuni ragazzi alla violenza, indotto anche da un uso scorretto dei media. “Le nuove frontiere del bullismo” è il tema di una tavola rotonda che il Consorzio Gioventù digitale e l’assessorato alle Politiche educative del Comune di Roma promuovono il 22 novembre nella capitale. Info:
[email protected].
Quali le responsabilità delle persone adulte? “Se non ricevono un’adeguata educazione, i ragazzi tendono a guardare ogni evento dal loro punto di vista senza considerare il dolore altrui. In loro prevale una forma di egocentrismo che non sa vedere la sofferenza psicologica inflitta alla vittima e, pertanto, non ispira compassione. L’educazione ai sentimenti e alla convivenza inizia in famiglia e deve proseguire a scuola. E’ legata al modo in cui il bambino viene trattato, a come si parla in casa dei propri sentimenti ed emozioni; alla qualità del dialogo e della relazione tra genitori e figli, ma anche all’incontro con testimoni positivi, alla lettura di buoni libri, alla visione di buoni film. Oggi, invece, molti adolescenti vengono allevati dalla Tv che prendono a modello insieme ai videogames, alcuni dei quali sono di una raccapricciante crudezza. Anche il libero accesso in età molto precoce a siti Internet violenti o pornografici abitua i ragazzi a consumare per puro divertimento, e in una sorta di inquietante adattamento cognitivo, scene di violenza nelle quali la vittima è considerata un perdente”. Come intervenire? “Consolidati programmi educativi di prevenzione e recupero rivolti agli alunni delle scuole primarie e secondarie esistono già; l’importante è che vi sia la volontà di metterli in campo. E’, infatti, a discrezione delle scuole se attivarli o meno”.
Che cosa prevedono? “Si articolano principalmente in tre punti: condurre il bullo a comprendere la sofferenza causata alla vittima; capire le motivazioni che lo spingono a tali comportamenti; trovare i mezzi per rimediare al male compiuto. Si tratta di responsabilizzare il ragazzo che, sentendosi meno ricco o meno bravo di altri, tenta di mostrarsi forte picchiando o mettendo qualcuno in condizioni di inferiorità. Occorre fargli capire la gravità delle sue azioni, ma anche renderlo consapevole delle motivazioni che le sottendono, facendogli vedere che esistono manifestazioni di forza più valide della violenza esercitata sui deboli per alzare il proprio livello di autostima. La forza morale e il coraggio sono ben altro. Infine, deve essere il ragazzo stesso a proporre le modalità per rimediare al male compiuto tirando fuori le proprie risorse ed energie positive. Anche il bullo ha una parte buona; l’importante è farla emergere”. Dando risalto mediatico a episodi come questo non si rischia di provocare fenomeni di emulazione? “Questi si verificherebbero invitando i ragazzi violenti in Tv e facendone di conseguenza dei personaggi. Credo che l’informazione di questi giorni possa piuttosto servire a far riflettere su un fenomeno che non è da enfatizzare ma nemmeno da sottovalutare. Dovrebbe ispirare un serio dibattito per mettere in campo un’efficace strategia di prevenzione in famiglia, a scuola e nelle altre agenzie educative”. A CURA DI GIOVANNA PASQUALIN TRAVERSA
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EDUCAZIONE E MORALE
Percorsi di libertà Il primo dei compiti delle famiglie e delle comunità
L
“Il cammino della vita: l’educazione una sfida per la morale”. Di questo si è parlato al VII colloquio di teologia morale, organizzato dal 10 all’11 novembre, dall’“Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia” della Pontificia Università Lateranense, in collaborazione con il Servizio Cei per il progetto culturale. “La vita – ha spiegato mons. LIVIO MELINA, preside dell’Istituto – è un procedere verso una meta mediante l’esercizio della libertà: una serie di passaggi verso la crescita dell’uomo chiamato a rispondere alla sua vocazione”. In questo “cammino” nella fede “c’è bisogno” di una formazione. Per questo, “l’educazione rappresenta una sfida” per la morale, che solo assumendo il compito educativo come centrale, può aiutare l’uomo a diventare pienamente se stesso. Come ripensare la morale partendo dal problema educativo? Questo l’interrogativo di fondo affrontato da tre prospettive. La temporalità, quale dimensione in cui avviene la crescita. La comunità, punto di riferimento nel cammino di maturazione. Infine la fragilità, esperienza costitutiva dell’esistenza che, tuttavia, può trasformarsi in speranza.
A MATURITÀ FATICOSA. “La riflessio-
CRESCERE NELLA COMUNITÀ. Per il pedago-
DALLA FRAGILITÀ ALLA PIENEZZA. Svilup-
ne antropologica sulle età della vita
gista FURIO PESCI bisogna accompagnare i
pando il tema della fragilità umana, MAR-
è decisiva per l’educazione morale
giovani nella ricerca del “vero fondamen-
GUERTIE LÉNA, dell’“Ecole Cathédrale” di
in un’epoca in cui l’adolescenza rischia di
to” su cui costruire l’esistenza, mediante
Parigi, ha evidenziato che essa, in quanto
diventare permanente e si ha difficoltà a
“lo sviluppo” delle relazioni umane. Pesci
alla base dell’esperienza dell’amore nella
raggiungere la maturità”. Così GIUSEPPE
ha osservato che nell’epoca moderna “al
quale l’uomo si apre all’influsso di un altro,
ANGELINI, docente di teologia morale alla
disorientamento esistenziale si accompa-
può trasformarsi in “promessa e speranza”.
Pontificia Facoltà dell’Italia settentrio-
gna la perdita del gusto dell’incontro con
“La fragilità del bambino – ha detto - si
nale. “Il contesto odierno – ha spiegato
l’altro”. “Il senso della vita – ha detto - si
pone come richiamo, facendo dell’educa-
- vede l’adolescenza, età nella quale il
trova nella dimensione relazionale della
zione il primo dei compiti”. Quest’ultima
soggetto deve decidere di sé, prolungarsi
persona che ne costituisce la sua vocazio-
consente “di liberare il bambino dalla sua
come un tempo interminabile. Oggi si fa-
ne autentica”. Nel panorama di “un’edu-
debolezza, facendolo passare dalla dipen-
tica a diventare grandi per la difficoltà di
cazione slegata dal risvolto esistenziale”,
denza all’autonomia, attraverso l’amore
trovare un interlocutore adulto in grado di
un grosso contributo può venire dall’antro-
incondizionato su cui deve fondarsi l’agi-
fornire l’esempio. I padri, infatti, si mime-
pologia cristiana, attenta alla formazione
re educativo”. Per JOSÉ NORIEGA, del
tizzano con gli adolescenti, affidandosi a
dello spirito “dimensione in cui si dispie-
Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, “l’as-
modelli di vita estetici in cui ci si cerca at-
gano le relazioni”. Sull’importanza della
se intorno a cui ruota la questione della
traverso l’eterno esperimento”. In campo
comunità ecclesiale si è incentrata la rela-
formazione si trova nell’amore”. “Essere
morale la sfida è aiutare a trovare “criteri
zione di STANLEY HAUERWAS, docente di
amati – ha detto - comporta essere invi-
per decidere di sé”: soprattutto facendo
etica alla Duke University Divinity School
tati a uno specifico modo di rapporto. La
capire che “la libertà non è tanto facoltà
negli Usa, che ha sottolineato la necessità
persona allora è aiutata a introdursi nella
di fare, ma libertà di donarsi agli altri”.
“di insegnare il linguaggio e le pratiche di
realtà assumendo la responsabilità propria
Per MAURO COZZOLI, della Pontificia Uni-
fede”. “Le convinzioni cristiane – ha detto
nel bene comune”. Per questo compito è
versità Lateranense, si tratta di passare da
- non possono essere presentate come in-
necessaria la presenza della Chiesa “come
una “morale della legge”, che limitandosi
formazioni, perché essere cristiano è im-
comunità dell’amore nella quale Dio ci ali-
a elencare norme rischia “di restare estra-
parare un nuovo modo di vivere. Per que-
menta dei suoi doni”.
nea al soggetto”, a una morale basata sulle
sto, l’educazione va sostenuta all’interno
virtù, le quali conducono alla “maturità”
della Chiesa, formando le persone alle abi-
della persona integrandosi nel suo proget-
tudini della comunità. Il teologo, da parte
to di realizzare una “vita buona”.
sua, deve dirigere l’attenzione verso quei
A CURA DI
MICHELA CUBELLIS
maestri della fede la cui vita è stata plasmata dalla grammatica di Cristo”.
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
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SIR REGIONE: CAMPANIA
È troppo poco Finanziati alcuni servizi a favore delle vittime della criminalità
“N
OTEVOLE RITARDO”. È quello che si accusa, a giudizio di don TONINO PALMESE, referente dell’associazione Libera per la Campania, “nell’applicazione di questi strumenti, che di per sé sarebbero sufficienti se fossero attivati”. Le due leggi, per don Palmese, insomma “esistono, ma solo sulla carta”. Per il sacerdote, “la Regione dovrebbe istituire uno sportello fisso per creare un raccordo effettivo tra la legge e le persone”. Lo stesso problema si presenta per l’altra legge. “La Campania – avverte don Palmese – è il fanalino di coda per i riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità. Tali beni dovrebbero sia produrre servizi a vantaggio della società civile sia essere un segno della concreta risposta dello Stato alla camorra. Per far questo, dobbiamo passare dall’osservazione del fenomeno all’attivazione di servizi sul fenomeno”. Sul mancato riuso dei beni, secondo il sacerdote, pesano tre questioni: “la scomparsa, nella scorsa legislatura, della figura del commissario straordinario di Governo per i beni confiscati; un problema di burocratizzazione del demanio, che non ha la forza organizzativa per riutilizzare il bene; gli enti locali, in primis la regione, non hanno strumenti economici e politici per ‘reinventare’ il bene”. Per Palmese, allora, “piuttosto che affrontare la questione nella sua totalità, è meglio sviluppare progetti concreti”.
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
Con l’approvazione del decreto n. 493 del 24 ottobre 2006, l’assessorato regionale alla Sicurezza delle città della Regione Campania ha finanziato l’attivazione di servizi di aiuto in favore delle vittime della criminalità da parte di Comuni, Province e organismi di settore. L’ammontare complessivo della cifra, di cui usufruiranno 28 Comuni, le 5 Province campane e 8 organismi, è di un milione di euro. Il decreto si collega alla legge regionale n. 11 del 2004, che prevede il finanziamento di una pluralità di azioni finalizzate non solo al sostegno delle vittime di reato e dei loro familiari, ma anche al ripristino delle condizioni di equilibrio sociale ed economico. Ma non si tratta dell’unico strumento adottato dalla regione per contrastare la criminalità organizzata: il 12 dicembre 2003 era stata approvata la legge n. 23 per il riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Questi due strumenti bastano per combattere la camorra? La domanda l’abbiamo rivolta ad alcuni esperti.
CORRESPONSABILITÀ NECESSARIA. Per MARIO DI COSTANZO, consigliere nazionale di Azione cattolica, in passato assessore al Patrimonio del Comune di Napoli ed esperto di legalità, “questi due provvedimenti regionali sono solo palliativi”. Per Di Costanzo, il problema è complesso: “se è vero che l’ordine pubblico è materia di competenza del Prefetto e del Questore, ci sono poi profili di ordine pubblico di competenza degli enti locali. Così se combattere il clan è competenza del Questore, combattere le occupazioni abusive è compito dell’assessore comunale al Patrimonio. Insomma per l’ordine pubblico si tratta di corresponsabilità”. Sulla questione delle occupazioni abusive, “la Regione – denuncia Di Costanzo - ha approvato tre sanatorie, negli ultimi 15 anni, che possono involontariamente favorire i camorristi, che spesso offrono protezione agli abusivi o, peggio, cacciano via gli assegnatari o li costringono ad ospitarli”. Al contrario, “la Regione dovrebbe preparare un’anagrafe dell’utenza delle case di proprietà degli enti locali per verificare periodicamente se ad abitarle sono i reali assegnatari”. In questo momento in cui si assiste ad un ritorno prepotente sulla scena della criminalità organizzata, “un segnale di speranza viene – dice Di Costanzo - dalla venuta a Napoli del card. Crescenzio Sepe: con i suoi messaggi alla città, è l’unico riferimento istituzionale credibile”.
TRASPARENZA E POLITICHE EFFICACI. Concorda nel giudizio positivo su Sepe il sociologo gesuita, padre DOMENICO PIZZUTI. “È grande la mobilitazione, da parte di preti, istituzioni e società civile, che si sta attivando grazie agli interventi del porporato. Anzi, potremmo dire che è l’unico elemento nuovo che si registra nella situazione attuale”. Per il religioso, comunque, “è fondamentale colpire i patrimoni della camorra, con la confisca dei beni e il riutilizzo degli stessi in breve tempo, com’è importante aiutare le vittime della camorra e i loro familiari come segno di solidarietà e di civiltà”, ma non basta: “Occorre – sottolinea padre Pizzuti – una ‘bonifica’ sociale per troncare le attività illecite ed estirpare i fortini della camorra dal territorio. Ciò si può ottenere lavorando in sinergia tra enti locali e Governo centrale, operando sul fronte educativo per le nuove generazioni, aprendo le scuole di pomeriggio e dando un sostegno morale agli insegnanti, fornendo ai giovani opportunità lavorative e luoghi di aggregazione per il tempo libero”. “È indispensabile – conclude il sociologo – prendere coscienza della gravità del fenomeno camorristico, che non è un’emergenza, ma un cancro persistente, nella consapevolezza che esistono gruppi sociali per i quali lo Stato è un’entità lontana ed ostile. Rispetto a queste sub-culture lo Stato si deve rilegittimare attraverso la trasparenza e politiche efficaci”. A CURA DI GIGLIOLA ALFARO
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SIR REGIONE: EMILIA ROMAGNA
Ambiente, nuova energia Un incentivo per produrre risorse energetiche dalle biomasse
P
Un finanziamento per le imprese agricole che intendono realizzare impianti per la produzione di energia, utilizzando biomasse di origine agricola e forestale. Lo ha stanziato la Giunta regionale dell’Emilia Romagna, in un quadro di interventi per il decollo di produzioni agroenergetiche che, utilizzando fonti energetiche rinnovabili, rispettino l’ambiente. L’obiettivo del provvedimento, che a breve verrà pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione, è sostenere alcune iniziative pilota che facciano capo a filiere “corte”, cioè incardinate su imprese agricole – singole o associate per questo scopo – che contemporaneamente producano la materia prima da trasformare (pioppo, salice, sorgo o altre coltivazioni dedicate) e l’energia elettrica e/o termica da destinare all’autoconsumo e, per la parte restante, da vendere. I contributi, per i quali sono stati messi a disposizione 1,5 milioni di euro, saranno pari al 35% (40% nelle aree montane o svantaggiate) della spesa per la creazione e gestione degli impianti, il cui tetto è fissato in 0,5 milioni di euro per le imprese singole e 1,5 milioni di euro per quelle associate.
RODUZIONE LOCALE. “L’Italia è in-
poco, per cui gli agricoltori sono propensi
anche un problema relativo all’utilizzo
dietro di circa un ventennio nel-
a investire in soluzioni innovative. Il pro-
degli organismi geneticamente modifi-
l’impiego di energie rinnovabili,
blema, però, è la loro limitata disponibi-
cati (ogm). “Quello che conta – precisa
e anche tutta l’Europa sconta un ritardo:
lità economica, che non permette di far
– è il volume-quantità. Ecco dunque che
ma qui sta il futuro delle risorse ener-
fronte a investimenti ingenti”. La soluzio-
l’utilizzo di ogm è una scelta allettante,
getiche”, spiega GIANPIETRO VENTURI,
ne sarebbe quella dei consorzi tra diverse
ma che alla lunga può portare problemi,
docente di Agronomia all’Università di
imprese, anche se, riconosce il docente,
primo tra tutti la dipendenza dalle mul-
Bologna. Le biomasse, nell’Unione euro-
“in questo mondo vi è difficoltà a lavorare
tinazionali che si spartiscono i brevetti:
pea, costituiscono oggi il 65% delle ener-
con il vicino, più spesso visto come rivale
gli ogm, infatti, non producono sementi
gie rinnovabili, che a loro volta coprono
che come alleato”.
che possono essere utilizzate con succes-
il 6% del fabbisogno energetico comples-
so negli anni seguenti, per cui bisogna
sivo. L’obiettivo dell’Ue è che nel 2010
RISCHIO OGM. Di “investimenti rilevanti”
sempre comprarle nuove di prima genera-
questa percentuale salga al 12%. “Il prov-
parla anche CLAUDIO LOSI, presidente
zione. Per non parlare della tutela della
vedimento regionale – sottolinea – è op-
dell’Unione generale coltivatori Cisl di
biodiversità e delle specificità territoriali
portuno ed è sulla linea di un interesse
Modena e titolare di un’azienda agrico-
che con l’impollinazione incrociata sa-
che si sta diffondendo. In particolare, ha
la che da un anno coltiva canapa ad uso
rebbero alterate”. Per quanto riguarda
un grosso pregio nel finanziare l’azienda
industriale per ricavarne energia alterna-
l’iniziativa della Regione, Losi sottolinea
agricola che genera energia dalle biomas-
tiva, bio-combustibile e fibra. “Per quan-
come si tratti “di un finanziamento a un
se autonomamente prodotte, secondo la
to riguarda le biomasse, occorre avere
numero limitato di aziende per progetti
logica di ‘filiera corta’”. Il rischio, infatti,
a disposizione superfici estese destinate
pilota, lodevole intenzione che potrà ac-
precisa Venturi, è che “le biomasse ven-
alle coltivazioni, punti di stoccaggio e un
celerare i tempi per giungere a risultati
gano importate, piuttosto che essere pro-
impianto di trasformazione, che genera
concreti e sfruttare anche quei terreni
dotte localmente”. In tal modo “le piante
biogas, proporzionali tra loro”. In sostan-
che oggi producono perdite economiche
dove nascono e crescono assorbono ani-
za, aggiunge, “le aziende che intendano
e domani saranno dismessi”. È urgen-
dride carbonica, che si libera durante la
cimentarsi in una produzione agricola a
te oggi, sottolinea, “cogliere le diverse
loro combustione. Se i due processi, però,
fini industriali devono essere come una
opportunità” e per questo l’istituzione
avvengono in differenti parti del mondo,
centrale, con tutto il necessario alla pro-
“dovrebbe rapportarsi con le associazioni
si crea uno squilibrio e alla fine si avrà
duzione, altrimenti i costi e il carburante
agricole che ben conoscono le peculiarità
ugualmente l’inquinamento”. Tendenza,
necessari per il trasporto degli elemen-
del territorio”, altrimenti “le pur positive
questa, “che la delibera regionale tenta
ti che la fanno funzionare vanificano lo
aspettative politiche rischiano di non tro-
di evitare”. Per quanto riguarda il mondo
sforzo, rendendo negativo anche il bilan-
vare riscontro nella pratica”.
agricolo, osserva Venturi, “vi è una crisi
cio energetico netto”. Nella produzione
delle colture tradizionali, che rendono
di energie rinnovabili, osserva Losi, vi è
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
A CURA DI
FRANCESCO ROSSI
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SETTIMANALI CATTOLICI
Storie nascoste La vita delle gente in prima pagina
Sono racconti di speranza e anche di sofferenza quelli che spesso trovano spazio sulle prime pagine dei settimanali diocesani. Difficili da trovare nei “grandi” media sono straordinari racconti di vita del territorio. Ne presentiamo due di recente pubblicazione: il primo, riportato dalla “Voce della Vallesina” di Jesi; il secondo da “Vita Trentina” di Trento.
D
IECI “FOLLI” NELL’OCEANO. “Dieci
successo a Trento. Essa vede ogni persona
di un bambino, sull’opportunità o meno
tra uomini e donne, dieci percor-
- familiare, utente o operatore sanitario
di far partecipare i compagni del piccolo
si di vita diversi, molti dei quali
– portatore di competenze specifiche che
Matteo al funerale...”. “Forse – sostiene
passati attraverso la malattia mentale, un
messe in comune rappresentano una for-
Cocola - sottovalutiamo troppo i bambini,
unico sogno: attraversare l’Atlantico, ma
midabile arma contro la malattia menta-
forse non li conosciamo affatto. Pensando
anche l’oceano che è dentro ognuno di
le, la diffidenza, l’emarginazione”. A bor-
che siano attratti dal mistero e dai fanta-
noi”. È la storia raccontata dal settima-
do infatti tutti saranno chiamati a fare di
smi, gli facciamo vedere maschere orribili
nale della diocesi di Trento, VITA TRENTI-
tutto: stare al timone, aiutare nelle ma-
e disgustose. Intanto, pensando pure che
NA, nel numero del 12 novembre. I dieci
novre di vela, cucinare, o pescare.
siano fragili, evitiamo discorsi sulla mor-
compongono la ciurma di “Margaux”, la
te e la visita ai defunti al cimitero. Ma
barca a vela che il 10 novembre è salpata
LA STORIA DI MATTEO. Si era procurato
i bambini sanno, ascoltano, capiscono e
da Cadice (Spagna) per raggiungere Cuba
una frattura degli arti correndo via, spa-
accolgono serenamente tutto ciò che gli
dopo aver navigato per circa 4.300 miglia
ventato da una maschera in una festa di
viene spiegato bene, a cui viene dato sen-
marine. L’esperienza s’inserisce nel pro-
Hallowen, e sembrava che tutto si fos-
so e significatività”. Pertanto “dovrebbe
getto “Oceano dentro”, nato dalla colla-
se risolto con un’ingessatura. Invece le
tornare a essere naturale accettare an-
borazione tra il Servizio salute mentale di
sue condizioni di salute sono peggiorate
che che un bimbo possa morire, andare
Trento e Base Italia onlus, associazione
sino alla morte, sulla quale è stata av-
in cielo”. “Importante – scrive Cocola - è
trentina che opera nel campo dell’assi-
viata un’inchiesta. È la vicenda del pic-
la collocazione: il bambino deve vedere
stenza all’handicap fisico e psichico per
colo Matteo di cui parla il settimanale
e sapere che il corpo sta da qualche par-
favorire l’integrazione dei diversamente
VOCE DELLA VALLESINA nell’editoriale
te, che non è sparito nel nulla, perché la
abili attraverso varie attività ricreative.
del 12 novembre. “Qualunque sia l’esito
morte è comunque un evento naturale, fa
Tra i dieci che partiranno ci saranno quat-
dell’autopsia disposta dalla Procura per
parte della vita”.
tro utenti del Servizio di salute mentale
motivare l’inaspettato decesso – scrive
“Matteo – sottolinea Cocola - non sarà
di Trento, uno psichiatra, due genitori
Paola Cocola sulle pagine del settimanale
morto invano se dal suo caso fioriranno
passati attraverso l’esperienza della ma-
- resta centrale la perdita di un figlio di
atteggiamenti positivi, costruttivi. Ri-
lattia mentale vissuta dai loro cari, due
sei anni che infligge ai genitori un dolo-
flessioni profonde che conducano ad una
skipper professionisti, un giornalista che
re indicibile”. E al quale “solo il tempo,
maggiore consapevolezza e gestione delle
racconterà il viaggio. “L’esperienza di
forse, e la volontà e il desiderio di dare
responsabilità, sia per la salute e l’inco-
mare – si legge sulle pagine del giornale
un significato alla morte di questo piccolo
lumità, sia educative, che noi adulti ci as-
– non è che la riproposizione del fare as-
potrà porre un rimedio”. “Questa dram-
sumiamo nei confronti del minore”
sieme, una filosofia di approccio alla ma-
matica vicenda ha posto l’interrogativo
lattia mentale sviluppata con particolare
su come dire a un bambino della morte
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
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DOPO VERONA: SETTIMANALI CATTOLICI (4)
La parola al territorio Prosegue la nostra rassegna dedicata ad alcuni passi degli editoriali
UNA CHIESA “ESTROVERSA”. “Una Chiesa di laici estroversa che
dei direttori e delle note dei collaboratori sul IV Convegno ecclesiale
condivide le preoccupazioni del Papa e dei vescovi, che vuole
nazionale di Verona (cfr SIR 74/2006).
annunciare il Vangelo della speranza nella società; consapevole che le fragilità dei poveri si affrontano non soltanto con i pan-
CATTOLICI E POLITICA. Il “dovere dei cattolici nei confronti
nicelli caldi dell’assistenza, ma con la formazione dell’uomo
dell’attività politica” va inteso non solo “come partecipazione
nuovo, liberato dall’egoismo, dall’individualismo, dal relativi-
attiva agli organismi di rappresentanza, ma anche come impe-
smo etico, dai falsi miti del benessere”. È la fotografia del Con-
gno a informarsi, ragionare, discutere della situazione politica
vegno scattata da Mimmo Pisani su LUCE E VITA, il settimanale
e delle sue prospettive, compiendo conseguenti scelte di cam-
della diocesi di Molfetta; sulle stesse pagine, Agostino Picicco
po e comportamenti elettorali”. È quanto scrive Piero Tani su
approfondisce il significato dei “testimoni” scelti dalle Regioni
TOSCANA OGGI, il settimanale regionale cattolico della Tosca-
in occasione del Convegno, che a “chi si dedica ai problemi del
na, soffermandosi su uno dei temi centrali dell’appuntamento
mondo” insegnano “il dialogo e il confronto, con l’attenzione
scaligero. Il ruolo dei cattolici in politica, prosegue l’autore
ai valori dell’accoglienza, della valorizzazione delle differenze
dell’editoriale, non è limitato “alla difesa di alcuni valori, par-
anche in campo religioso”.
ticolarmente a rischio nella situazione attuale, quali il rispetto per la vita e la famiglia”, ma si riferisce anche a “questioni
UN TEMPO FAVOREVOLE. “Noi cattolici siamo tra i più grandi
più negoziabili”. In altre parole, non è solo una questione di
custodi e portatori della bellezza in tutte le sue forme, dell’ar-
“contenuti”, ma anche del “metodo generale della politica, con
monia, della speranza, dell’amore al futuro, cittadini del cielo
particolare riferimento a una ripresa forte dell’etica pubblica.
e amanti fedelissimi della terra”. È quanto si legge in un edito-
Non è solo questione di onestà (anche di questo vi è certamente
riale pubblicato da PROSPETTIVE, il settimanale della diocesi di
bisogno); è anche questione di proporre e realizzare programmi
Catania, in cui si citano “i più grandi apologeti del cristianesi-
politici orientati non all’interesse di singole categorie o classi
mo, da Tertulliano a Rosmini, fino a don Milani e a don Tonino
sociali ma al bene comune”.
Bello”. “Il tempo che ci è dato in sorte di vivere e di abitare – è la tesi di fondo dell’editoriale – è tempo favorevole al nostro
QUESTIONE MERIDIONALE “IRRISOLTA”? “Dobbiamo chiederci,
Vangelo... L’oggi nel quale spendiamo vocazioni ed energie,
da oggi in avanti, con quale spirito continueremo a riflette-
speranze e progetti, è un oggi propizio, più di tanti altri del
re sulla questione meridionale di fronte alle prospettive che il
passato, all’accoglienza del Vangelo e al suo proporre un mondo
nostro Paese sta vivendo”. Secondo Teobaldo Guzzo, che firma
diverso e alternativo. Il tedio, la droga, lo spaesamento, l’anar-
l’editoriale di COMUNITÀ NUOVA, il settimanale della diocesi di
chia etica e la micidiale apatia che hanno già bruciato l’anima
Catanzaro-Squillace, è questo uno degli imperativi più urgenti
a diverse generazioni, hanno toccato il fondo”. Di qui la propo-
dopo Verona. Oltre che questione nazionale, osserva l’edito-
sta del settimanale, per ripartire dopo Verona: “Per risalire da
rialista, la questione meridionale “si configura come questione
queste sabbie mobili non bastano né i valori della Costituzione,
morale, in riferimento alla disuguaglianza nello sviluppo tra
né le forze i Polizia, né gli ipocriti piagnistei dei giornalisti né
Nord e Sud del paese ed alle implicazioni di un tipo di sviluppo
la loro morale laica. Come per le grandi città quando su di esse
incompiuto, distorto, dipendente e frammentato”, come an-
grava irrespirabile l’aria inquinata che corrode i polmoni, si in-
notavano i vescovi già nel 1989, nel documento “Sviluppo nella
voca il vento liberatore, così il nostro oggi inquinato ha bisogno
solidarietà, Chiesa italiana e Mezzogiorno”, e ancora prima, nel
di un altro Vento, un Soffio gagliardo che scuote tutto, libera e
documento “la Chiesa italiana e le prospettive del Paese” (1981).
ridona ristoro e vita”.
“L’auspicio di tutti – si legge nella conclusione dell’articolo – è che la soluzione di un problema antico, quanto attuale, qual è quello della cosiddetta questione meridionale possa essere il primo copioso frutto germinato dall’umile fatica compiuta a Verona dalla Chiesa italiana”.
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PRIMA PAGINA
Pellegrino di unità Benedetto XVI in Turchia (28 novembre - 1 dicembre)
Che essa sia un grande momento per la
della Repubblica, sulle orme dei suoi
Chiesa in pellegrinaggio sulla terra. Che il
predecessori Paolo VI e Giovanni Pao-
successore di Pietro possa adempiere con
lo II, Benedetto XVI si appresta a venire
successo al proprio ministero di unità e di
a visitare il nostro Paese. Per coloro che
pace di fronte ai discepoli di Cristo, a tut-
sono appassionati del dialogo, la Turchia
ti gli altri credenti e a tutti gli uomini di
è una terra inevitabile. Anche il percorso
buona volontà.
ecumenico passa necessariamente dalla
Per i cattolici della Turchia, sono previ-
sede storica e primaziale dell’Ortodossia
sti due grandi momenti: la Messa presso
mondiale. Bartolomeo I resta il punto cen-
il Santuario di Meryem Ana a Efeso il 29
trale di questo viaggio del Sommo Pontefi-
novembre e quella nella Cattedrale del
DA PAESI E DA SEDI
ce. Da molto tempo, egli desiderava viva-
Santo Spirito a Istanbul per il 1 dicembre.
ISTITUZIONALI D’EUROPA
mente questa visita e con la perseveranza
Quest’ultima celebrazione sarà prepara-
che lo caratterizza non ha mai smesso
ta dalle quattro comunità cattoliche di
di rinnovare i propri inviti pressanti. Per
Istanbul: armena, caldea, siriaca e latina.
comprendere questo evento in profondi-
Anche le Chiese ortodosse hanno da molto
tà, è necessario reimmergersi nella gran-
tempo espresso il desiderio di rallegrar-
de storia della Chiesa. È necessario risa-
ci con la loro presenza. Dopo la grande
lire fino al quarto secolo, all’epoca in cui
giornata presso il Patriarcato ecumenico,
Costantino trasferì la capitale dell’Impero
questo sarà anche un momento di pre-
romano a Bisanzio. È necessario ricordare
ghiera e di comunione profonda con colui
il primo millennio della storia cristiana
che presiede la carità, secondo la felice
che vedeva convivere nell’unità, pur non
espressione di Sant’Ignazio di Antiochia.
senza difficoltà, l’Oriente e l’Occidente
Noi ci prepariamo nel fervore a vivere
cristiano. La Chiesa del Cristo non ha mai
questo avvenimento. Molti si sono già
potuto dimenticare questa unità origina-
messi al lavoro. Grazie a tutte le buone
ria e sente intimamente che l’unità voluta
volontà che si manifestano, ognuna se-
dal Cristo la riporta incessantemente alle
condo il proprio carisma. Per accogliere
proprie origini.
il Santo Padre, ricordiamo le parole del
Siamo pronti ad entrare in un tale proces-
profeta Isaia: “ Come sono belli sui monti
so? I mass media, qui e altrove, saranno in
i piedi del messaggero di lieti annunzi che
grado di elevarsi a tale livello? È consen-
annunzia la pace, messaggero di bene che
tito dubitarne. Facciamo almeno in modo
annunzia la salvezza …” (Is. 52,7). E ri-
che le nostre comunità cristiane locali
petiamo le parole inscritte nel suo nome:
siano meglio preparate a vivere tale av-
“Benedetto colui che viene nel nome del
venimento. Nel corso dei giorni che ci se-
Signore!”. Riprendendo anche le parole
parano dall’arrivo del Santo Padre, chiedo
dell’ospitalità del nostro Paese, noi gli di-
ai cattolici di prepararsi nella preghiera a
ciamo di tutto cuore: “Hos geldiniz, siate
questo momento di grazia. Che questa vi-
il benvenuto, Padre Santissimo !”.
Marc Aellen (E*) Eric de Beukelaer (B) Miriam Diez Bosch (E) Gianni Borsa (E*) Charles Buttigieg (M) John Coughlan (E*) Brenda Drumm (EIR) Jean-Dominique Durand (F) Juan Velarde Fuertes (E) Mario Galgano (CH) Nicolas Gasparakis (GR) Marian Gavenda (SK) Gian Andrea Garancini (E*) Martin Horalek (CZ) Thomas Jansen (D) Andrej Saje (SL) Erich Leitenberger (A) Georges Marovitch (TR) Iva Mihailova (BG) Gabriel M. Nissim (E*) Sarah Numico (E*) Theo Péporté (L) Csongor Szerdahelyi (U) Zeljko Tanjic (HR) Francisc Ungureanau (R) Frank Turner (GB) Victor Khroul (RU) (E*) Sedi istituzionali europee SERVICIO DE INFORMACIÓN RELIGIOSA SERVIZIO INFORMAZIONE RELIGIOSA
SERVICE D’INFORMATION RELIGIEUSE
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RELIGIÖSER NACHRICHTENDIENST
RELIGIOUS INFORMATION SERVICE
I
nvitato ufficialmente dal Presidente
sita apostolica sia ben compresa da tutti.
LOUIS PELÂTRE
Che essa possa toccare i cuori e gli spiriti.
Vicario Apostolico di Istanbul
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GIOVANI Olanda: la giornata nazionale Si è tenuta nei giorni scorsi a Niewegein, non lontano da Utrecht, la giornata nazionale dei giovani cattolici (Kjd), cui hanno partecipato circa 1.800 giovani. Mons. Everard de Jong, referente per la pastorale giovanile all’interno della Conferenza episcopale olandese trova che l’occasione di incontro sia uno degli aspetti più importanti della giornata. “Ma è molto importante anche che i giovani si incontrino in maniera duratura durante l’anno, con cadenza settimanale. Mi sono chiesto - continua de Jong - in che mondo tornano i ragazzi dopo questa giornata. Per questo bisogna insistere sull’importanza di small christian communities (piccole comunità cristiane)”. De Jong considera un buon risultato che 1.800 giovani abbiano partecipato al raduno. Ma, continua “loro potranno garantire il futuro della fede cattolica nei Paesi Bassi? Se penso che qui ci sarebbero potuti stare circa 700.000 giovani, alcune volte persevero per il futuro”, continua de Jong, che esprime comunque molta fiducia nella nuova generazione di cattolici, soprattutto nel gruppo di giovani che hanno organizzato la Kjd per propria convinzione. Anche il card. Simonis giudica positivamente “che i giovani si siano presi la responsabilità,” ribadendo che “non sono stati i vescovi ad aver curato l’organizzazione”. A suo parere il risultato è alto: “l’anno scorso c’era ancora l’eco di Colonia, era forte l’elemento della riunione” e questo è un buon segno per il futuro della fede cattolica nei Paesi Bassi, al notiziario cattolico olandese www.katolieknederland.nl Simonis dichiara: “10 anni fa non avremmo mai potuto sperare che una giornata così sarebbe stata possibile”.
Spagna: cene creative con credenti e non Insieme a cena per parlare della vita e della fede, insieme a giovani credenti e non credenti. È una delle proposte della pastorale universitaria di Barcellona, che quest’anno ha ideato le cosiddette “Cene-laboratori creativi” per “creare nuovi significati interiori, psicologici ed spirituale a partire da riti, simboli e metafore dei nostri vissuti”. La prima volta è stato organizzato un incontro con un monaco del monastero benedettino di Montserrat. La volta dopo si è parlato di sessualità e vita affettiva. “Le cene non si rivolgono solo a un pubblico di credenti, ma a qualsiasi persona che voglia riflettere ed approfondire temi spirituali e umani”, spiega al Sir Elena Gelabert, organizzatrice dell’iniziativa. “Le cene-laboratori non interessano solo i giovani, ma anche gente di altre fasce di età”, e aggiunge: “Personalmente non sono credente, ma questa iniziativa offre contenuti molto solidi e necessari per aiutare a capirci meglio: non sono un manuale di auto-aiuto ma cercano di dare strumenti per la riflessione personale mentre si cena tra amici. Sono un vero successo”. Nella prossima si parlerà del Natale.
Grecia: week end con padre Guy Gilbert Un week end con padre Guy Gilbert. Dal 10 al 12 novembre giovani cattolici ateniesi si sono ritrovati per partecipare ad un incontro con padre Guy Gilbert, “equilibrista di Dio” o “kamikaze della speranza” come molti amano chiamarlo per il suo lungo servizio rivolto ai giovani in difficoltà che fanno parte di bande e gang violente. Padre Gilbert è una figura particolare: indossa un giubbotto di pelle nera piena di spille e badge, “è la mia tenuta da combattimento” è solito ripetere, alle dita numerosi anelli, e a tutti i giovani che incontra ripete che “il Vangelo è una parola invincibile”. “Tutti i giovani che vivono in questo mondo – ha detto il sacerdote francese – credono più alle loro bande che all’amore. Vivendo in mezzo a loro ho scoperto la potenza del Vangelo. Dietro quanto c’è di più sporco e lurido può esistere un essere meraviglioso che non chiede altro che emergere”. Il 10 novembre ha parlato ai giovani della “Gioia di donarsi agli altri”, e il giorno dopo per dare concretezza alla testimonianza si è recato a fare visita in un carcere a dei detenuti. Il week end è stato chiuso da una celebrazione domenicale cui è seguito un pranzo e la visita all’Acropoli con una preghiera sulla pietra di San Paolo.
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AUSTRIA Il Papa a Mariazell “Per un Paese piccolo come l’Austria, la visita papale del prossimo anno è un riconoscimento grande e niente affatto ovvio”: questo ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale austriaca, card. Christoph Schönborn, il 10 novembre, all’indomani della conclusione della plenaria dei vescovi austriaci, riunitisi a Vienna tra il 7 e il 9 novembre. I preparativi della visita, sia per quanto concerne i contenuti che l’organizzazione, sono stati al centro delle consultazioni dell’assemblea. In vista del grande evento, atteso “con grande gioia”, come riportato dalla dichiarazione finale della plenaria, la Chiesa cattolica austriaca invita i fedeli a prepararsi ad “un cammino spirituale comune verso Mariazell” con una novena di preparazione che durerà nove mesi e che verrà inaugurata da una lettera pastorale, la cui presentazione ufficiale avverrà il 3 dicembre prossimo, prima domenica di Avvento. Il card. Schönborn ha riferito del pranzo di lavoro svoltosi con i vescovi austriaci e il presidente federale austriaco Heinz Fischer, in cui questi ha condiviso “la gioia della Chiesa” per l’imminente visita del Papa al santuario mariano. Il cardinale ha altresì espresso gratitudine per il fatto “che la buona collaborazione, improntata alla fiducia, tra Chiesa e Stato si sia resa palese anche in occasione di questo evento”.
Islam, applicare il principio di reciprocità Durante la plenaria dei vescovi, una giornata di studio preliminare è stata dedicata a “ciò che unisce e divide” nel rapporto tra Cristianesimo e Islam. La giornata è stata preparata da mons. Helmut Krätzl, vescovo responsabile del dialogo interreligioso; quali referenti sono intervenuti il gesuita di Francoforte P. Christian Troll e l’incaricata per l’Islam della diocesi di Feldkirch, Elisabeth Dörler. Nella dichiarazione conclusiva, i vescovi sottolineano che “nella convivenza pratica, in Austria esistono svariate possibilità di collaborazione tra fedeli cristiani e fedeli islamici” e si richiamano al Concilio Vaticano II e al documento “Nostra Aetate”. La conferenza episcopale austriaca si impegna ad intensificare il dialogo interreligioso tra Cristiani e Musulmani “nell’interesse della pace e della convivenza”, un dialogo che deve “essere condotto con franchezza e rispetto, senza tuttavia celare le differenze”. “La premessa di una convivenza capace di futuro deve valere anche per i Cristiani nei Paesi a prevalenza islamica”, ha ribadito il card. Schönborn, aggiungendo che “il pieno rispetto della libertà di religione è un requisito dei diritti umani. Qualsiasi Paese che abbia controfirmato la dichiarazione generale dei diritti umani, è tenuto all’applicazione di questo principio”, ha concluso.
Elezioni dei consigli parrocchiali il 18 marzo 2007 I vescovi hanno rilasciato una dichiarazione sulle elezioni dei consigli parrocchiali in Austria, che si svolgeranno il 18 marzo 2007, appellandosi ai cattolici affinché si mettano a disposizione per svolgere questo “servizio prezioso” e per partecipare alle elezioni, in cui circa 30.000 persone saranno elette per cinque anni, per offrire “un importante contributo alla trasmissione della fede e alla creazione di una convivenza improntata alla vita”. Proprio su questo aspetto, nel corso della conferenza, il card. Schönborn ha dichiarato: “Cosa sarebbe l’Austria senza le oltre 3.000 comunità parrocchiali e le loro rete di amore per Dio e per il prossimo? Quanto più povero sarebbe il nostro Paese senza la vita nelle parrocchie e senza il grandioso impegno di molti fedeli”.
A servizio della riconciliazione Preoccupati per gli “sviluppi del clima politico pubblico negli ultimi mesi”, in particolare in seguito alle recenti elezioni del Consiglio nazionali i vescovi austriaci invocano un “disarmo delle parole” e auspicano una “buona cultura del dialogo”, quali “requisiti per uno sviluppo politico proficuo”. “Proprio ai giovani deve essere trasmesso” il concetto secondo cui “in democrazia deve esistere sempre e solo un’opposizione politica corretta, ma mai ostilità”. A tal fine, la Chiesa offre il proprio contributo “a servizio della riconciliazione”. Interrogato durante la conferenza stampa, il card. Schönborn ha sottolineato che “non è compito dei vescovi” formulare suggerimenti circa “una determinata costellazione di governo”.
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RUSSIA Incontro cattolico-ortodosso a Mosca L’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, della diocesi della Madre di Dio a Mosca, si è incontrato nelle scorse settimane con il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, che è inoltre responsabile del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato ortodosso di Mosca. All’incontro hanno preso parte anche il vicedirettore del citato dipartimento, l’arciprete Vsevolod Tchaplin, e il prete Igor Vyzhanov, segretario per le relazioni tra i cristiani. “La reciproca disponibilità al dialogo per risolvere i problemi che causano sospetto e malintesi è incoraggiante - ha commentato al termine del meeting l’arcivescovo Kondrusiewicz -. I fedeli cattolici in Russia non hanno nulla di cui vergognarsi. Non siamo stranieri nella nostra patria”. Con riferimento alla questione di un’informazione tempestiva sull’attività della Chiesa cattolica nelle parrocchie fuori Mosca, il presule ha affermato di avere sempre richiesto incontri con i vescovi ortodossi “al fine di esprimere loro il proprio rispetto e tenerli aggiornati sulla vita e i programmi della Chiesa cattolica in Russia”. L’arcivescovo di Mosca ha inoltre espresso l’auspicio che “dopo questo incontro con il metropolita Kirill il dialogo cattolico-ortodosso diventi più concreto e favorisca la realizzazione di nuove iniziative congiunte volte alla difesa dei valori morali e alla testimonianza cristiana”. “È necessario fare il possibile - ha concluso - in vista di un futuro incontro fra Papa Benedetto XVI e il Patriarca Alessio II, che aprirebbe una nuova pagina nelle relazioni tra cattolici e ortodossi e darebbe nuovo impulso alla difesa dei calori cristiani”.
Il vescovo Hilarion sul Papa a Costantinopoli L’auspicio che “la visita di Benedetto XVI a Istanbul migliori ulteriormente le relazioni tra le Chiese di Roma e di Costantinopoli” è stata espresso nei giorni scorsi dal vescovo Hilarion di Vienna ed Austria, rappresentante della Chiesa ortodossa di Russia presso le istituzioni europee. “Poiché sono proprio le Chiese di Roma e di Costantinopoli ad avere spezzato la comunione nel 1054 - ha aggiunto il vescovo Hilarion -, questo fatto le rende responsabili in modo speciale per il ripristino dell’unità”. Per il rappresentante del Patriarcato di Mosca, “oltre ai contatti con Costantinopoli, è ugualmente importante che la Chiesa cattolica romana sviluppi relazioni bilaterali con altre Chiese ortodosse, in particolare con quella russa. Quest’ultima, la seconda per grandezza al mondo con i suoi circa 160 milioni di fedeli in diversi Paesi, è desiderosa di sviluppare tali relazioni, specialmente nell’ambito della comune testimonianza cristiana nella società secolarizzata”. Il vescovo Hilarion invita infine a non “vedere nell’imminente incontro fra Benedetto XVI e Bartolomeo l’incontro tra i leader dei rami occidentali e orientali della cristianità”. “Presentare il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli come il capo mondiale della Chiesa ortodossa è fuorviante - precisa -, così come guardare al meeting come ad un incontro tra i leader delle Chiese cattolica e ortodossa”. “Il Patriarca di Costantinopoli - conclude il vescovo Hilarion - è primus inter pares, ma si tratta di un primato d’onore, non di giurisdizione, giacché egli non ha autorità ecclesiale sulle altre Chiese”.
Il metropolita Kirill a Strasburgo “Oggi la comprensione e l’applicazione dei diritti umani portano il marchio culturale dell’Occidente, elemento molto avvertito in Oriente, Asia, America latina e Africa”. Lo ha detto nei giorni scorsi il metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, intervenuto a Strasburgo al seminario promosso dalla Commissione per i diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa e dal Consiglio per lo sviluppo delle istituzioni della società civile e dei diritti dell’uomo presso la presidenza della Federazione russa, con la partecipazione della Rappresentanza della Chiesa ortodossa russa. “Evoluzione dei principi etici e dei diritti dell’uomo nella società pluriculturale” è stato il tema dell’incontro. Se “è troppo presto per affermare che esiste una visione universale dei diritti umani - ha proseguito Kirill - stiamo iniziando a darle forma”; un’impresa alla quale “ogni cultura potrà offrire il proprio contributo”. Con riferimento alla decisione, lo scorso aprile, del Santo Sinodo di elaborare un documento sui diritti umani e la loro tutela, “non nego - ha osservato il metropolita - che l’Occidente abbia dato e continui a dare contributi significativi a questo processo, ma è essenziale ascoltare altre voci”. “Al centro dei diritti umani è il valore della persona, il cui benessere dovrebbe costituire il principale obiettivo dell’ordine sociale”. Ma non si tratta solo di benessere materiale: “Sono convinto che la sollecitudine per i bisogni spirituali dovrebbe ritornare nella sfera pubblica e che la formazione morale dovrebbe essere un obiettivo sociale”. A tale fine, ha concluso Hilarion, occorre “instaurare meccanismi di dialogo tra le istituzioni civili e religiose, e forme di interazione tra società e religione”.
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ECUMENISMO Inghilterra: la dichiarazione congiunta di Leeds “Riconosciamo l’importanza di lavorare insieme per presentare una condivisa testimonianza cristiana alla nostra società e siamo consapevoli dell’importanza di lavorare con altre denominazioni cristiane e altre fedi per promuovere il bene della stessa”. È un passaggio della dichiarazione congiunta del Primate cattolico di Inghilterra e Galles card. Cormac Murphy-O’Connor e del leader della comunione anglicana Rowan Williams che hanno partecipato all’incontro, storico, tra i vescovi cattolici e quelli anglicani, il primo dalla Riforma con la quale Enrico VIII staccò la Chiesa di Inghilterra da Roma, che si è chiusa il 15 novembre a Leeds. “Questo incontro è una parte significativa del nostro impegno reciproco al dialogo e alla testimonianza comune basata sulla nostra fede e sottolinea la nostra responsabilità a lavorare insieme come partner”, hanno aggiunto i due Primati, riconoscendo che, benché “la fede cristiana delle due Chiese sia radicata in un battesimo comune, la nostra comunione rimane imperfetta”. Il nostro entusiasmo per il dialogo significa che dobbiamo essere onesti nell’affrontare i temi sui quali non siamo d’accordo. Questo è possibile se ci affidiamo al Vangelo. Siamo sicuri che lo Spirito Santo ispirerà il nostro pellegrinaggio verso la unità e la nostra comune missione”. Organizzato per commemorare i quarant’anni dalla visita dell’allora arcivescovo di Canterbury Michael Ramsey a Paolo VI - durante la visita papa Montini consegnò il suo anello a Ramsey che si commosse - l’appuntamento fa parte del cammino previsto dalla commissione Iarccum per il dialogo. Nonostante molti passi avanti rimangono ancora ostacoli come l’ordinazione delle donne Vescovo, dei pastori omosessuali e delle unioni gay ma che non impediscono alle due chiese ottimi rapporti a livello locale. Per il nuovo anno è atteso un altro documento della commissione Iarcuum che ha preparato l’incontro di Leeds. Altro evento ecumenico sarà la visita di Rowan Williams a Benedetto XVI il prossimo 23 novembre. Williams sarà accompagnato dalla moglie Jane, dall’arcivescovo Peter Carnley copresidente della commissione per il dialogo interreligioso “Arcic”, dal vescovo David Beetge, copresidente della commissione “Iarccum” e dal vescovo John Flack, rappresentante dell’arcivescovo alla Santa Sede.
Grecia: Christodoulos da Benedetto XVI Il 14 dicembre Benedetto XVI riceverà in visita Christodoulos. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è la Chiesa ortodossa ad Atene. Si tratta della prima visita ufficiale in Vaticano per il Metropolita. Da quanto afferma la Chiesa ortodossa greca l’invito è giunto dallo stesso Vaticano sin dalla fine di ottobre del 2005. Invito che si spera serva a “segnare una tappa ulteriore nel cammino di riconciliazione e di cooperazione tra le due Chiese”. Sembrebbero, quindi, superate tutte le difficoltà del Santo Sinodo che si era opposto ad un viaggio, poi annullato, di Christodoulos, nel 2004. Secondo il protocollo Benedetto XVI dovrebbe prima incontrare il patriarca ecumenico Bartolomeo I e lo farà in Turchia a fine mese. Il cammino di riavvicinamento tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa greca è stato segnato da un altro evento, la visita di Giovanni Paolo II ad Atene, nel maggio del 2001. In quella occasione papa Wojtyla aveva chiesto scusa agli ortodossi per il sacco di Costantinopoli ad opera dei crociati nel 1204.
Turchia: grandi speranze per il dialogo L’incontro con Bartolomeo I, “che fa ben sperare per il dialogo ecumenico” e quello con il mondo islamico nella figura del Presidente degli affari religiosi: saranno questi, ad avviso di Otmar Oehring, responsabile del settore diritti umani di “Missio”, pontificia Società missionaria tedesca, esperto di islam e di Turchia, due dei punti nodali del prossimo viaggio di Benedetto XVI in Turchia (28 novembre – 1 dicembre) del quale è stato da poco reso noto il programma ufficiale. “L’importanza – spiega al Sir l’esperto – è che i temi del dialogo, ecumenico ed interreligioso, vengono affrontati ai massimi livelli, ma questo viaggio sarà anche un momento privilegiato per incontrare la Chiesa turca e conoscere le difficoltà nelle quali quotidianamente vive”. Secondo Oehring “un miglioramento delle condizioni delle minoranze religiose potrà aversi non solo con il rispetto effettivo della libertà religiosa ma anche in presenza di una corretta interpretazione del concetto di laicità. Anche in vista di un eventuale ingresso nell’Ue questo tema rappresenta una sfida e un’occasione per l’attuale governo. In questo ambito vedremo quali frutti potrà portare la visita del Papa”.
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PARLAMENTO EUROPEO
Prima le persone Approvata la Direttiva servizi che combina gli interessi di lavoratori, consumatori e mondo economico
Con un applauso liberatorio l’Emiciclo di Strasburgo sottolinea il via libera alla contrastata Direttiva servizi, provvedimento che, almeno nelle intenzioni originarie della Commissione, avrebbe dovuto aprire questo settore economico alla libera concorrenza, favorendone lo sviluppo e la contestuale creazione di nuovi posti di lavoro. Nel corso della sessione del 13-16 novembre, l’Europarlamento ha riservato attenzione anche al programma di lavoro dell’Esecutivo per il 2007, alla situazione a Gaza, alla politica energetica e alle “quote latte”.
R
ILANCIARE L’ECONOMIA. La Direttiva servizi, approvata dal Parlamento (adozione della posizione comune del Consiglio) dopo un iter di oltre due anni, “combina gli interessi dei lavoratori con quelli dei consumatori e del mondo economico”; inoltre, attraverso la soppressione “del principio del Paese d’origine, contribuisce a mettere le persone al centro della politica”. L’eurodeputata tedesca EVELYNE GEBHARDT, relatrice per il provvedimento, si dice “soddisfatta per l’accordo raggiunto” tra le forze politiche. La direttiva introduce elementi di competizione nel settore, pur evitando “una concorrenza malsana tra i sistemi sociali degli Stati membri”. Tra le attività economiche oggetto della normativa rientrano i servizi alle imprese (consulenza manageriale e gestionale, certificazione e collaudo, pubblicità…), quelli legati al settore immobiliare, i servizi ai consumatori, fra cui quelli turistici e alcune prestazioni riservate alla persona, come l’assistenza agli anziani. “La direttiva si applica soltanto ai servizi che sono prestati dietro corrispettivo economico”, mentre quelli “non economici d’interesse generale sono esclusi”. Secondo il commissario CHARLIE McCREEVY, il provvedimento “rappresenta uno sforzo fondamentale per rilanciare l’economia europea attraverso il completamento del mercato interno”. L’AGENDA DI BARROSO. Nel corso dei lavori, si è quindi svolto un dibattito sulle priorità della Commissione per i prossimi dodici
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mesi: gli eurodeputati saranno chiamati ad adottare una risoluzione in merito nella sessione di dicembre. Il presidente JOSÉ MANUEL BARROSO ha affrontato varie “questioni urgenti” (energia, migrazioni, sicurezza, innovazione…), rivendicando i successi della sua squadra e richiamando i progetti in corso. Il politico portoghese ha preso le mosse dalla necessità di moltiplicare le azioni comuni dei paesi aderenti all’Unione. Notevole enfasi è stata posta sull’ampliamento dei confini comunitari: da gennaio l’Ue accoglierà Romania e Bulgaria e ai rappresentanti di questi due paesi “saranno assegnate le deleghe per la politica dei consumatori e del multilinguismo”. “Nei prossimi secoli – ha aggiunto Barroso -, gli storici diranno che l’allargamento sarà stato il più importante strumento di pace, di prosperità e di stabilità della nostra generazione”. “2007, ANNO DELLA SVOLTA”. Secondo l’oratore, “il 2007, cinquantenario della firma dei trattati di Roma, segnerà una svolta, poiché sfrutterà tutta la potenza comunitaria per rispondere alle attese dei cittadini e potrà beneficiare di un nuovo quadro finanziario”. Il programma comprende ventuno “iniziative strategiche” e un secondo elenco “di iniziative prioritarie in altri campi rilevanti”. Tra gli ambiti di azione, Barroso ha citato la politica energetica (approvvigionamenti sicuri), i cambiamenti climatici, la “necessità di attirare migranti altamente qualificati”, la riduzione dell’immigrazione clandestina, la lotta al terrorismo.
“Ma il 2007 è anche l’anno in cui dovrà essere risolta la questione istituzionale”: a questo riguardo il capo dell’Esecutivo ha affermato che “la Dichiarazione di Berlino per celebrare il cinquantesimo anniversario dovrà essere chiara e sintetica e dovrà affermare ciò che ci unisce, ma soprattutto cosa intendiamo fare dell’Europa nei prossimi 50 anni”. LE REAZIONI DELL’AULA. Diverse le reazioni dei gruppi politici, con sottolineature ora a favore dell’operato di Barroso e dei commissari, ora molto più critiche. La popolare francese FRANÇOISE GROSSETÊTE ha apprezzato il “carattere politico” del programma e la volontà di semplificare la normativa comunitaria. Il socialista tedesco MARTIN SCHULZ ha affermato di “avere una sensazione di déjà vu” e che comunque il “programma deve essere, oltre che annunciato, effettivamente realizzato”. SILVANA KOCH-MEHRIN, liberaldemocratica tedesca, avrebbe “preferito un programma più ambizioso”. In una fase di “debolezza del Consiglio europeo”, per il verde belga PIERRE JONCKHEER “dobbiamo contare almeno sulla Commissione affinché porti avanti il progetto europeo”. Parole critiche sono giunte dalla sinistra con il deputato tedesco GABRIELE ZIMMER (scarsa attenzione a temi come la povertà, il divario sociale, la tutela della natura), e dalla destra, per voce dell’irlandese BRIAN CROWLEY (progressi troppo lenti della Strategia di Lisbona).
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BREVI UE Internet presente in una casa su due Nell’Unione europea “oltre la metà delle abitazioni dispone di un accesso a internet” e il dato è in continua crescita: è il primo elemento che emerge dal Rapporto sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione reso noto il 10 novembre da Eurostat, l’ufficio statistico della Comunità europea. Precisamente, alla fine di marzo 2006 il 52% delle famiglie dei paesi aderenti aveva la possibilità di utilizzare internet in casa; nel marzo 2005 lo stesso dato era al 48%. La disponibilità della banda larga, che consente una connessione più rapida, riguarda un terzo delle abitazioni private. Per quanto attiene le imprese, “il 94% di esse dispone di almeno 10 dipendenti con accesso a internet”. Sulla frequenza dell’utilizzo di internet, Eurostat rivela che “il 47% dei privati cittadini vi fa ricorso almeno una volta alla settimana”. Nel rapporto diffuso a Bruxelles, che dedica attenzione anche al commercio elettronico, alle competenze informatiche e ai servizi pubblici online, è presente una “classifica per Stati”: “La percentuale più elevata – vi si legge – di case che hanno accesso a internet si registra nei Paesi Bassi (80%), in Danimarca (79%) e in Svezia (77%)”. In fondo alla classifica si trovano invece Grecia (23%), Slovacchia (27%), Ungheria (32%), Lituania e Portogallo (35%). Eurostat pone in evidenza che l’uso della rete è più frequente fra gli uomini (51%) che fra le donne (43%). Infine un elemento già noto: “I principali utenti della rete sono i giovani fra i 16 e i 24 anni” (tre su quattro usano regolarmente internet), rispetto agli adulti (54%) e agli anziani (20%).
Sedentarietà e cibo, minacce per la salute Obesità, sedentarietà, alimentazione eccessiva e malsana: la salute degli europei è minacciata dalla sovrabbondanza di cibo e dai ritmi di vita quotidiani. Lo rileva un’indagine di Eurobarometro, diffusa nei giorni scorsi e commentata dal commissario alla salute e alla protezione dei consumatori Markos Kyprianou. “La maggioranza degli europei si considera in buono stato di salute – si legge nel rapporto dell’istituto demoscopico -. Ma il 38% degli intervistati dichiara” di essere sovrappeso e “il 95% vede nell’obesità una minaccia alla salute”. Kyprianou prende atto che la gran parte degli europei “indica una soluzione nella volontà di modificare il proprio stile di vita”, mentre si ritiene che “i poteri pubblici, e fra questi l’Ue, abbiano un ruolo essenziale per lottare contro l’obesità” e le sue conseguenze. Fra le soluzioni per migliorare l’alimentazione e la salute, gli europei indicano l’intenzione di “consumare più frutta e legumi e meno grassi”. D’altro canto solo il 30% dei cittadini afferma “di esercitare una attività fisica regolare”. Inoltre, “nove persone su dieci ritengono che la pubblicità influenzi i bambini nelle loro scelte” su cibi e bevande.
Gioco virtuale per diventare eurodeputati Nasce dalla Fondazione Schuman di Varsavia il primo gioco virtuale per diventare eurodeputati. La Fondazione, il cui intento è “la promozione degli ideali europei”, “era preoccupata della bassa affluenza alle elezioni europee in Polonia”. A questo scopo – spiega Michał Kwietniewski, responsabile del progetto - era stato realizzato un gioco virtuale, specialmente rivolto ai giovani, “per aumentare la consapevolezza e familiarizzare i cittadini con il più grande Parlamento del mondo”. Gli oltre tremila partecipanti polacchi hanno ora convinto l’Europarlamento a rilanciare l’iniziativa a livello continentale che, tradotta in tre lingue (polacco, inglese, francese), si trova nel sito web www.bemep.eu.
Roaming costoso: “danneggia l’Europa” Il 70% dei cittadini comunitari sostiene che è necessario un intervento dell’Ue per ridurre i costi delle telefonate dall’estero con il cellulare. È quanto emerge da un’indagine di Eurobarometro resa nota la scorsa settimana ed effettuata su un campione di 25mila cittadini dei 25 Stati membri. “I prezzi eccessivamente elevati scoraggiano l’utilizzo del telefono cellulare all’estero: ciò danneggia i consumatori, danneggia l’industria europea e danneggia l’Europa”: Viviane Reding, commissaria responsabile della società dell’informazione, commenta i dati di Eurobarometro e aggiunge: “Ridurre i prezzi del roaming non è solo una responsabilità politica della Commissione, ma può anche rappresentare un interessante modello commerciale, come dimostra l’iniziativa recente di alcuni operatori che hanno iniziato a offrire pacchetti tariffari speciali per il roaming”. Secondo il sito internet della Commissione Ue (http://ec.europa.eu/index_it.htm), “gli utenti europei continuano a pagare tra i 4 e i 6 euro per una telefonata di quattro minuti in roaming all’estero”, mentre “in alcuni casi il costo di una chiamata di questo tipo può addirittura superare i 12 euro”.
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RASSEGNA STAMPA
Quotidiani e periodici europei La stampa tedesca commenta la situazione mediorientale alla
“Uno dei giornali polacchi ha intitolato l’informazione sul son-
luce delle strategie Usa. Sulla questione israelo-palestinese,
daggio realizzato per la televisione pubblica italiana Il papa
la Frankfurter Allgemeine Zeitung (16/11) osserva: “Oggi si
Giovanni Paolo II idolo degli italiani. Ma, a dire la verità i cat-
vede che la politica precedente di Washington nei confronti di
tolici dovrebbero sentirsi offesi da questo titolo… No, Giovanni
Israele non ha giovato né agli interessi americani, né a quelli
Paolo II non è un idolo. No lo è perché non ha mai voluto esserlo.
israeliani… L’America deve essere interessata a ridiventare un
Non cercava né popolarità né notorietà personale. Ha solo usa-
“mediatore credibile”. Questo è il ruolo che l’Europa tenta di
to i mezzi di comunicazione come strumenti per annunciare la
svolgere in questo momento. Gli Stati europei sono attivi con
Buona Novella” scrive in questi giorni il portale cattolico WWW.
funzionari doganali e soldati ma sono deboli e non possono con-
WIARA.PL commentando il sondaggio della Rai secondo il quale
trobilanciare la politica sbilanciata dell’America. D’altro canto,
Giovanni Paolo II è il personaggio più noto del secolo. “I giova-
l’Europa e l’America non possono dividersi. Per quanto para-
ni banditi nelle scuole sono l’effetto di ideologie malate della
dossale possa sembrare, per quanto benefici oggi della presa
generazione del ‘68”: il settimanale cattolico GOSC NIEDZIELNY
di posizione americana, Israele deve essere interessato ad una
(12/11) punta l’indice contro quelli che “cercano di convincere
politica mediorientale di Washington improntata ad un maggior
i ragazzini che il loro parere è altrettanto importante quanto
equilibrio”. Sull’eventuale riavvicinamento di Usa e Gran Bre-
quello dei grandi”. Secondo il settimanale cattolico NIEDZIELA
tagna alla Siria e all’Iran per risolvere la questione irachena, su
(19/11), “in Polonia cala il numero dei giovani cattolici prati-
Die Welt (15/11) si legge: “L’avvicinamento ai due governi di
canti. Nel 1988, quasi il 50% dei giovani polacchi partecipava re-
Damasco e Teheran è carica di rischi. Il rischio maggiore è che
golarmente alle funzioni religiose. Nel 2005 questo dato è sceso
sembri un acquietamento, un appeasement, un atto disperato
al 36%. Nello stesso periodo il numero dei giovani non praticanti
dell’ultimo momento: insomma, un segno di debolezza”. E sulla
è cresciuto dal 4% al 10%”. Lo stesso sondaggio indica che l’au-
Frankfurter Rundschau (16/11): “Si può davvero dubitare se sia
torità morale della Chiesa cattolica “è riconosciuta da circa il
utile attribuire pubblicamente a Teheran e Damasco una posizio-
30% dei giovani”.
ne ancora più forte, rispetto a quella che già possiedono a causa del fallimento americano in Iraq. Esistono anche rischi reali, soprattutto se l’ambiziosa potenza locale Iran dovesse essere invitata non solo a prendersi responsabilità ma anche a dichiarare apertamente i propri interessi nei confronti dell’Iraq. […] I Paesi vicini operano nascostamente da tempo. E il conflitto iracheno non può essere disgiunto dagli altri problemi dell’area”. Anche il quotidiano cattolico francese LA CROIX (14/11) interviene sulla questione. “Una delle piste studiate a consiste nel proposito di appoggiarsi a Iran e Siria, Paesi che sono in grado di influenzare, rispettivamente, gli sciiti e i sunniti dell’Iraq” afferma Jean-Cristophe Ploquin. Solo pochi giorni fa, osserva tuttavia Ploquin, “Condoleeza Rice aveva definito la Siria paese pericoloso”, e nel frattempo “Damasco approfitta per riaffermare la volontà di recuperare il Golan”. “Paradossalmente questo obiettivo ne nasconde un altro: bloccare l’indietreggiare della Siria in Libano, iniziato l’anno scorso sotto la pressione internazionale”. “Quanto a Israele, esso dovrebbe continuare a godere del sostegno quasi incondizionato di Washington”. “I democratici - conclude Ploquin - così come i repubblicani, non considerano
“Stiamo seminando paura e dubbio nelle nostre classi, trasmettendo ai nostri bambini la sensazione di essere diversi. Giorno dopo giorno ci stiamo avviando verso una società del timore e del sospetto”. Così Soumaya Ghannoushi commenta sul quotidiano britannico THE GUARDIAN (13/11) la “demonizzazione dell’islam” seguita nel Paese alle rivelazioni, nei giorni scorsi, di Eliza Manningham-Buller, capo dell’agenzia di controspionaggio Mi5, secondo le quali in Gran Bretagna sono circa 200 le organizzazioni legate ad Al Qaeda, per un totale di circa 1.600 soggetti posti sotto sorveglianza. “Al posto della riservatezza cui siamo stati abituati dai servizi segreti - osserva il direttore di ricerca di Islam Expo - il capo di Mi5” ha tenuto “un discorso sulla minaccia terroristica” scivolando “verso l’associazione diretta dell’islam con tutto ciò che è malvagio. Non possiamo sottovalutare la gravità di questa minaccia”, ma “tali affermazioni” portano ad una “demonizzazione di tutti i musulmani”. Certamente “Al Qaeda ne è il maggior responsabile - conclude - ma non lo sono da meno i giochi sconsiderati di politici, media e razzisti religiosi. E nel bel mezzo ci troviamo noi”.
il conflitto israelo-palestinese una questione centrale”.
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APPUNTAMENTI
ITALIA
2 “VISITA
AD LIMINA”
Alla sede degli apostoli • M.Semeraro Terre di migrazione • Abruzzo-Molise Scommessa sui laici • Basilicata Le ansie e le speranze • Scheda
6
20 LUNEDÌ – VATICANO Udienza del Santo Padre al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano (ore 11) - VATICANO Visita “ad limina” dei vescovi italiani del-
CEI
Un segno di maturità • Sostentamento clero
7
Dal 20 al 26 novembre
l’Abruzzo-Molise (fino al 25) - MADRID Assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola (info: www.con-
CER
Comune gratitudine • Sicilia
8-12 13
DIOCESI
-
ENTI • ASSOCIAZIONI
ferenciaepiscopal.es) - GIORNATA UNIVERSALE DELL’INFANZIA, nell’anniversario dell’adozione da parte delle Nazioni Unite della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (1989)
BULLISMO
Vittime del nulla • int. con A.Oliverio Ferraris
14
EDUCAZIONE E MORALE Percorsi di libertà • da int. L.Melina, G.Angelini
21 MARTEDÌ – MEMORIA della presentazione della B.V.Maria - GIORNATA DELLE CLAUSTRALI, in favore delle monache e dei monasteri che si trovano in particolari necessità - GIORNATA MONDIALE della televisione (ONU)
15-16
SIR REGIONE È troppo poco • Campania
- VATICANO Presentazione della XXI Conferenza interna-
Ambiente, nuova energia • Emilia Romagna
lattie infettive”, promossa dal Pontificio Consiglio per la
zionale sul tema: “Aspetti pastorali della cura delle mapastorale della salute (ore 11.30, Aula Giovanni Paolo II
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SETTIMANALI CATTOLICI Storie nascoste • La vita della gente in prima pagina
della Sala Stampa della Santa Sede)
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22 MERCOLEDÌ – VATICANO Udienza generale del Papa
RASSEGNA STAMPA settimanali diocesani
(ore 10.30) - ELEZIONI PARLAMENTARI nei Paesi Bassi 23 GIOVEDÌ – VATICANO Udienze del Papa all’arcivescovo
EUROPA ITALIA
di Canterbury, Rowan Williams, primate di Inghilterra (ore 11) – VATICANO XXI Conferenza internazionale del Ponti-
19
PRIMA PAGINA Pellegrino di unità • L.Pelâtre
20
GIOVANI
ficio Consiglio per la pastorale della salute, sul tema “Gli aspetti pastorali della cura delle malattie infettive”, in Vaticano (fino al 25, Aula Nuova del Sinodo) – ROMA Convegno della Federazione Italiana Settimanali Cattolici, in
Olanda - Spagna - Grecia
occasione del 40° di fondazione, sul tema “Cattolici in
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politica: liberi o dispersi? I settimanali diocesani si inter-
AUSTRIA
Il Papa a Mariazell
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RUSSIA
Incontro cattolico-ortodosso a Mosca
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ECUMENISMO
rogano”. Apre i lavori il card. Camillo Ruini, presidente della Cei (ore 17.30, Jolly Hotel Midas, via Aurelia 800, tel. 06/6604841) 25 SABATO – GIORNATA INTERNAZIONALE per l’elimina-
Inghilterra, Grecia, Turchia
zione della violenza contro le donne – VATICANO Udienza
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del Papa alla Fisc (ore 12)
PARLAMENTO EUROPEO Prima le persone • E.Gebhardt, J.Barroso
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BREVI UE
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RASSEGNA STAMPA quotidiani europei
Sir n. 76 - 17 novembre 2006
26 DOMENICA – Solennità di N.S.Gesù Cristo, re dell’universo - VATICANO Angelus del Papa (ore 12)
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