gennaio-febbraio-marzo-aprile 2010
N O T I Z I E
D A L L ’ U N I V E R S I T À
newsINSUBRIAE Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 2, DCB (Varese) - Taxe perçue
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Sommario
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Inaugurato il dodicesimo Anno Accademico dell’Università dell’Insubria
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Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti”
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Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, docente per un giorno all’Università dell’Insubria
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Il ministro Gelmini nomina il professor Dionigi in una commissione di esperti Prima lettura della Fondazione Valcavi per l’Università dell’Insubria
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Prevenzione sismica e gestione del territorio: risultati del rilievo nel Lago di Garda
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Rettore dall’India in visita all’Insubria: in progetto una partnership tra Università Stipulato accordo tra Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture e l’Università dell’Insubria
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Nel Lago di Varese il persico reale è una specie in via di estinzione
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Dacia Maraini ospite all’Insubria: regole e lingue in rapporto al genere umano Dal ‘700 ad oggi: opinione pubblica, censura e consenso popolare spiegati dall’esperto
12 In copertina dall’alto: • Un momento dell’incontro tra il rettore dell’Università di Subharti (India), Vrijendra Behari Sahai e il rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, Renzo Dionigi. A destra il console generale dell'India a Milano, Sarvajit Chakravarti. • Il discorso del rettore, Renzo Dionigi, apre l’inaugurazione dell’Anno Accademico, come da tradizione • Il pubblico presente all’inaugurazione del dodicesimo Anno Accademico dell’Università dell’Insubria. In prima fila Roberto Maroni • Dacia Maraini durante l’incontro tenutosi nel Chiostro di S. Abbondio, a Como.
Cogito, ergo sum?: i Giovani Pensatori protagonisti di un nuovo modo di studiare e fare scuola Crisi e cultura: riflessioni sulla centralità del postmoderno
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Il trapianto di organi. Tra etica e deontologia Congresso su diverticolosi e malattia diverticolare
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Esperti da tutto il mondo per un confronto sul Morbo di Basedow-Graves Nuove tecnologie nella chirurgia tiroidea migliorano la qualità dell’intervento
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Carcinoma mammario: due giornate di approfondimento con esperti internazionali XV Congresso Nazionale della Società italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery
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Fede musulmana nelle aree del Mediterraneo: esperti a confronto su diritto e religione
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Come trasformare la ricerca universitaria in attività di impresa
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Workshop su materiali porosi di interesse energetico ambientale Al professor Saroglia un prestigioso riconoscimento: premiato in California il suo impegno per lo sviluppo mondiale dell’Acquacoltura
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Soppressione della Compagnia di Gesù: al via lo studio sui segreti della decisione papale La matematica al servizio della bellezza
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Un progetto di ricerca per la produzione di piante ingegnerizzate in grado di ridurre l’inquinamento La chimica che interessa ai giovani. Ecco come avvicinarli alla materia
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Le risposte al riscaldamento globale in un documentario degli studenti Conferita borsa di studio GARR per studiare la WebTV di Ateneo
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Vittorio Sereni nella sua Luino tra immagini e poesia Show ecosostenibile di Diego Parassole
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Alla Cena Romana spirito studentesco tra cultura e goliardia Corso di dismissione da fumo: consigli teorici e pratici per gli operatori del settore
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Inaugurato il dodicesimo Anno Accademico dell’Università dell’Insubria Lunedì 22 marzo 2010, nell’Aula Magna di via Ravasi, a Varese, è stato inaugurato ufficialmente l’Anno Accademico 2009-2010, il dodicesimo dalla fondazione dell’Università degli Studi dell’Insubria. Alla cerimonia ha preso parte il ministro dell’Interno, onorevole Roberto Maroni, al quale si è unito un nutrito numero di rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, sia varesine che comasche. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, impossibilitato a intervenire personalmente, ha inviato un messaggio di saluto nel quale ha sottolineato le potenzialità dell’Università dell’Insubria che, in pochi anni, ha già raggiunto buoni risultati nel panorama accademico nazionale. L’Ateneo, infatti, guadagna il quindicesimo posto su sessantotto Atenei italiani nella classifica di valutazione per la distribuzione del 7% del Fondo di Finanziamento Ordinario, come ha sottolineato nel discorso inaugurale il magnifico rettore, professor Renzo Dionigi. Il rettore ha ricordato che la crisi economica e la politica globale si ripercuotono sulle istituzioni universiLa prolusione di Fabio Minazzi tarie ed ha sottolineato come l’Università degli Studi dell’Insubria, seppure con difficoltà, si rivolga con interesse e attenzione alla proposta di riforma formulata dal ministro Gelmini: «Nel quadro del rinnovamento sarà opportuno affrontare, in particolare, alcune delle criticità emerse dall’analisi dei dati raccolti da The European House-Ambrosetti (uno studio funzionale che mira a individuare gli scopi ragionevolmente ottenibili, la migliore strategia e la progettazione della organizzazione di Ateneo più idonea) – ha spiegato il professor Dionigi – : il nostro Ateneo non è pienamente percepito come interlocutore del territorio, pur con una certa differenza tra Como e Varese; da più parti si sottolinea l’opportunità di considerare il territorio anche nella sua estensione a Nord verso la Svizzera italiana; nella grave situazione attuale di mancanza di fondi, viene avvertita, in senso generale, la necessità di compiere alcune scelte di “focalizzazione”, soprattutto con riferimento all’allocazione dei fondi. Saremo presto chiamati a suggerire e scegliere orientamenti chiari su come realizzare tale “focalizzazione”. Ne consegue che per risolvere alcuni di questi problemi l’Ateneo dovrà presto fare delle scelte che consentano di uscire da questa prima fase di crescita per meglio definire le alternative strategiche che meglio definiscano il più opportuno posizionamento dell’Università dell’Insubria nell’ambito di un territorio ad alta concentrazione universitaria». Alla relazione del professor Dionigi ha fatto seguito il discorso del professor Giorgio Conetti, rettore vicario in Como, il quale ha sottolineato come l’impegno dell’Università degli Studi dell’Insubria per il potenziamento della sede di Como si concretizL’avvocato Zuccaro riceve la Rosa Commacina zi, in primo luogo, negli sviluppi del piano edi-
Il 22 marzo, a Varese, è stato inaugurato ufficialmente l’Anno Accademico 2009-2010, dodicesimo dalla fondazione. La Rosa Commacina è stata conferita all’avvocato Ferruccio Zuccaro
lizio: in particolare nel restauro dell’edificio denominato “Manica Lunga” nel complesso di S. Abbondio; nella ristrutturazione dell’edificio di via Cavallotti e nelle modifiche strutturali apportate alla sede della Facoltà di Scienze in via Valleggio. Il professor Conetti ha, inoltre, sottolineato come «L’adeguamento alle regole e ai parametri ministeriali, quanto alle dimensioni e ai requisiti qualitativi dell’offerta formativa, ha portato, nell’anno trascorso, a iniziali momenti di incertezza e perplessità, ormai superati grazie a un tempestivo e già sufficientemente determinato avvio della progettazione di nuovi ordinamenti per uno sviluppo razionale, secondo modelli organizzativi che individuino obiettivi comuni e priorità ed evitino dispersioni e duplicazioni». Il rettore vicario ha terminato il suo intervento rimarcando l’importanza di valorizzare «con riguardo alla sede di Como, le eccellenze qualitative già affermatesi e consolidatesi che hanno guadagnato alla nostra Università, pur giovane e piccola di dimensione, prestigio e affermazioni nei campi delle scienze matematiche, fisiche, chimiche e ambientali, meglio coordinando la ricerca e l’offerta formativa, da sostenere e promuovere in questi campi anche con opportuni incentivi in settori di fondamentale importanza per l’innovazione e lo sviluppo». Successivamente sono intervenuti: Davide Sturla, rappresentante degli studenti, che ha posto l’accento sui problemi logistici, rimarcando la penuria di infrastrutture adeguate e Patrizia Scuderi, rappresentante del personale tecnico–amministrativo, la quale ha rilevato il fondamentale appor-
In platea il ministro dell’Interno Roberto Maroni
to delle tante professionalità a servizio dell’Università, richiedendo un maggiore coinvolgimento delle stesse nelle decisioni inerenti al processo di trasformazione organizzativa dell’Ateneo. Al termine del discorso, come da tradizione, il rettore ha conferito la prestigiosa Rosa Commacina all’avvocato Ferruccio Zuccaro, uno dei padri fondatori dell’Ateneo. In chiusura il professor Fabio Minazzi, ordinario di Filosofia Teoretica alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Varese e direttore del Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” per la Filosofia, l’Epistemologia, le Scienze cognitive e la Storia della Scienza e delle Tecniche, ha tenuto un’interessante prolusione dal titolo: “Teleologia della conoscenza ed escatologia della speranza: nuove prospettive del razionalismo critico”, tentando di fare luce sulla tradizionale immagine della ragione umana per risalire alla lezione del razionalismo critico inaugurato da Immanuel Kant. A conclusione della cerimonia, il coro studentesco ha intonato l’inno “Gaudeamus igitur”. 3
Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” Il Centro studi, inaugurato alla presenza di numerosi rappresentanti delle istituzioni, vanta preziosi manoscritti inediti di illustrissimi personaggi storici
Il Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” per la Filosofia, l’Epistemologia, le Scienze cognitive e la Storia della Scienza e delle Tecniche dell’Università degli Studi dell’Insubria, con sede in via Ravasi, a Varese, è nato per promuovere un articolato programma di studi filosofico-scientifici da svolgersi in stretta e feconda sinergia con la riflessione epistemologica che ha quale suo oggetto privilegiato di riflessione critica e di indagine la storia del pensiero scientifico e l’evoluzione delle tecnologie, con particolare riferimento all’approfondimento della problematica delle scienze cognitive. Alla conferenza stampa di presentazione del Centro sono intervenuti: il professor Il rettore, Renzo Dionigi, durante la presentazione del Centro Renzo Dionigi, rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria; Centro di ricerca, dall’avvocato Guido Bersellini Repetti di l’onorevole Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Milano. Tale Fondo costituisce, invero, un archivio di rilevanFederalismo; l’onorevole Daniele Marantelli, deputato del tissima importanza storica, culturale e documentaria, perché Partito Democratico; l’avvocato Attilio Fontana, sindaco di al suo interno sono conservati moltissimi documenti e autoVarese; l’avvocato Guido Bersellini, donatore del Fondo grafi inediti di alcune eminentissime personalità della storia Repetti; il senatore Fabio Rizzi, sindaco di Besozzo e il profes- europea del XIX e del XX secolo, tra le quali, a mero titolo esemplificativo, si possono indicare i seguenti principali sor Fabio Minazzi, ordinario di Filosofia teoretica. Il Centro, nato per diretto interessamento del prof. Renzo cespiti documentari inediti: - lettere di Carlo Cattaneo (indirizzate ad Agostino Bertani, Camillo Cavour, Giuseppe Garibaldi, Alessandro Repetti, Enrico Cernuschi, etc.); - lettere a Carlo Cattaneo (di personaggi come Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Ferrari, Carlo Tenca, etc.); - carte di Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo e Carlo Pisacane (materiali vari con autografi di Mazzini, autografi e minute di Cattaneo, un progetto autografo di Pisacane per un nuovo esercito dei lombardi, etc.); - lettere di diversi a diversi (di personaggi di varie epoche e stagioni come Ugo Foscolo, Stefano Jacini, Pietro Mascagni, Giuseppe Mazzini, Ada Negri, Giacomo Puccini, Gabriele Rosa, Aurelio Saffi, Carlo Tenca, Giovanni Cantoni, Benito Mussolini, etc.); - materiali relativi alla Tipografia Elvetica di Capolago (Svizzera), che consentono di ricostruire analiticamente la L’Archivio Bersellini. Da sinistra Fabio Minazzi, Umberto Bossi, Renzo Dionigi e Daniele Marantelli storia di questa storica Tipografia che costituì un punto di riferimento primario e privilegiato per tutti gli esuli politici Dionigi, ha come direttore scientifico il professor Fabio italiani democratici, repubblicani e federalisti dell’Ottocento; Minazzi, uno dei principali studiosi italiani della storia del razionalismo critico europeo, da poco chiamato ad insegnare - carte della famiglia Repetti, con particolare riferimento all’attività di Alessandro Repetti (1822-1890) e alla sua presso l’Università degli Studi dell’Insubria, dopo essere stato, partecipazione alla guerra di Secessione americana (tra per un lustro, docente di Filosofia della Scienza dell’Accademia queste carte si conserva, tra l’altro, anche una lettera autodi architettura di Mendrisio dell’Università della Svizzera italiagrafa, del 1863, di Abramo Lincoln ad Alessandro Repetti); na e, per otto anni, dell’Università degli Studi di Lecce. Per avviare le proprie ricerche storiche e teoriche questo - carte della famiglia Bersellini e del quotidiano Il Sole 24 Ore (tra queste carte si conservano, tra gli altri, alcuni inteCentro si potrà anche avvalere di uno straordinario e duplice ressanti documenti concernenti, espressamente, proprio la archivio documentario, di primaria importanza culturale e storia del quotidiano milanese Il Sole 24 Ore); scientifica, che concerne sia il XIX secolo, sia il XX secolo. Il Centro dispone, infatti, in primo luogo, di tutte le carte del - lettere di Casa d’Este (risalenti ad un arco temporale compreso tra il 1560 e il 1665, con altri vari documenti di queFondo Repetti Bersellini, donate recentemente all’Università sta famiglia risalenti al XVIII secolo e al XIX secolo). degli Studi dell’Insubria, con esplicita destinazione a questo
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Proprio l’importanza e la notevolissima rilevanza di questi dibattito internazionale, Preti è infine riuscito a delineare molteplici documenti, che fanno quasi tutti capo, più o meno una riflessione assai originale, che lo colloca tra le voci più direttamente, all’opera e al pensiero di Carlo Cattaneo (1801- importanti e innovative, a livello europeo, della riflessione 1869), giustificano, pertanto, la prima intitolazione di questo Centro internazionale Insubrico al grande pensatore lombardo dell’Ottocento che con la fondazione del Politecnico (1839-1869) ha rappresentato, senza dubbio, una delle voci principali della riflessione italiana dell’Ottocento, i cui spunti teorici basati su un razionalismo critico duttile e assai originale non hanno perso, ancor oggi, tutta la loro straordinaria attualità filosofica, civile, storica e anche epistemologica. In secondo luogo, il Centro Internazionale Insubrico può Da sinistra: Guido Bersellini e Fabio Minazzi inoltre disporre di tutto l’archivio autografo inedito di uno teoretica italiana, che ha sempre saputo guardare, à la dei maggiori filosofi italiani del Novecento, Giulio Preti Cattaneo, allo sviluppo del sapere scientifico senza tuttavia (1911-1972), le cui carte sono appunto messe a disposizione alimentare, nel suo seno, alcuna pregiudiziale chiusura dogdel Centro, onde avviare una ricognizione e uno studio ana- matica, proprio perché ha costantemente intrecciato, criticalitico della storia e delle proposte variamente scaturite nel- mente e liberamente, la lezione dell’empirismo logico con l’ambito del razionalismo critico italiano. Giulio Preti, pavese di nascita, ma formatosi con un filosofo milanese come Antonio Banfi, appartiene, infatti, a quella composita tradizione del razionalismo critico, già sviluppato originariamente nel secolo precedente da Carlo Cattaneo, che, proprio nel corso del Novecento, ha saputo scrivere alcune delle pagine più alte e feconde nell’ambito della riflessione sulla conoscenza scientifica studiata nei suoi molteplici rapporti con tutte le altre discipline e nella Umberto Bossi mostra un documento firmato da Carlo Cattaneo sua stessa evoluzione storica e concettuale. Dialogando criti- quella delle filosofie della prassi, nonché con la riflessione camente con autori appartenenti alla grande tradizione del fenomenologica, contaminata, a sua volta, con la filosofia analitica, senza mai dimenticare di sviluppare anche un confronto diretto con la tradizione dei grandi classici del pensiero occidentale. Avvalendosi di questi due importantissimi cespiti documentari di scritti inediti, che consentono di meglio studiare la storia delle movenze più profonde del razionalismo critico nel corso dell’Ottocento e del Novecento, il Centro Internazionale Insubrico si profila, quindi, come una realtà di ricerca di primaria importanza a livello nazionale, onde poter avviare anche una nuova e originale riflessione sulle Scienze cognitive, basata su un programma di ricerca capace di saper intrecciare criticamente e creativamente le differenti competenze disciplinari, al fine di meglio sviscerare la natura specifica della conoscenza umana in tutte le sue differenti articolazioni storiche, epistemologiche, scientifiche, etiche e culturali. Alcuni volumi del Fondo archivistico Guido Bersellini Repetti 5
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, docente per un giorno all’Università dell’Insubria Davanti a una platea affollatissima ha tenuto una lectio sul tema “Informazione e Politica”
Venerdì 30 aprile il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha tenuto una lezione sul tema “Informazione e politica” nell’Aula Magna dell’Università degli Studi dell’Insubria, a Varese. Ad accogliere l’onorevole Fini il rettore, professor Renzo Dionigi, il professor Alberto Coen Porisini, preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Varese, il professor Claudio Bonvecchio, presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e il professor Marco Marsili, docente di Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico. La lezione aperta di Fini, destinata in primis agli studenti del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, ha destato grandissimo interesse non solo nel mondo universitario ma anche fra i varesini, richiamando in aula un vasto ed eterogeneo pubblico. Il professor Marsili, organizzatore dell’evento, ha affiancato il presidente della Camera, in veste di moderatore. «Non si può affrontare il tema dell’informazione prescindendo dall’art. 21 della Costituzione» così ha esordito Fini, ricordando che la libertà di pensiero è uno dei principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale. La democraticità di un Paese si può misurare in base a come tale principio si cala nella società. Il “pluralismo”, inteso come diritto alla critica, e la “pluralità” quale strumento per la circolazione delle idee, sono due concetti strettamente legati al principio di libertà di pensiero. L’informazione ha sempre avuto un ruolo fondamentale nei grandi cambiamenti sociali, tanto da essere definita il IV potere, in aggiunta a quello legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma questo ruolo oggi è profondaDa sinistra: Alberto Coen Porisini, Renzo Dionigi, Gianfranco Fini e Marco mente in crisi. Fini ha sottoliMarsili neato quanto il progresso tecnologico abbia inciso significativa-mente nel mondo dell’informazione, cambiando completamente il modo di fare giornalismo. Oggi basta collegarsi a internet per avere qualsiasi notizia e informazione in pochi secondi. La rete è una piazza virtuale che in futuro avrà un ruolo fondamentale sia nella Affollatissima l’Aula Magna di via Ravasi, a Varese formazione che nell’informazione. «E’ una realtà - sottolinea ancora Fini - che bisogna tenere in massima considerazione». Inevitabile a questo punto che le considerazioni sul cambiamento del modo di fare informazione si colleghino a riflessioni di tipo politico: «Siamo uno strano Paese che si preoccupa della par condicio, ma che non si confronta con i nuovi mezzi di comunicazione - ha osservato il presidente della Camera -. La regola aurea del giornalismo, il rispetto delle famose 5 W, è disattesa da tempo. Oggi non sempre si risponde al chi, al
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Renzo Dionigi e Gianfranco Fini
che cosa e qualche volta solo al dove e al quando, l’informazione si basa molto sul pettegolezzo e su frasi che, in realtà, non sono mai state pronunciate. Non ci sono, però, grandi differenze con quanto esprime la società». Fini ritiene che società civile, mondo politico e mondo dell’informazione non siano l’uno l’opposto dell’altro, ma che siano sistemi strettamenti legati. Lo scarso apprezzamento di cui godono oggi la politica e le istituzioni è lo stesso di cui gode il mondo dell’informazione. Se la politica riuscirà a migliorarsi, inevitabilmente anche il mondo dell’informazione migliorerà. Il presidente della Camera è tornato poi sulla professione del giornalista e ha posto una domanda su cui riflettere: «C‘è una connessione fra l’aumento della propensione delle persone a informarsi in modo autonomo, attraverso internet, e la diminuzione della partecipazione alla vita politica?». Una considerazione importante che porta a pensare alla deontologia professionale, che oggigiorno è sempre più affidata alla personalità del giornalista, ma che ci porta sopratutto a riflettere nuovamente sull’art. 21, di cui Fini ha parlato all’inizio della lezione. In una società complessa come la nostra bisogna tener presente, ancora più che in passato, che la libertà del giornalista deve contemperarsi con altri principi fondamentali costituzionali, perchè è evidente che la spettacolarizzazione della notizia va a ledere la libertà individuale. Essere giornalisti significa comunicare, commentare e produrre informazione che a sua volta produce formazione. Gianfranco Fini ha concluso la sua lezione con una citazione di Giovanni Papini, fondatore e collaboratore di importanti riviste del ‘900: «Ogni volta che una generazione s’affaccia alla terrazza della vita pare che la sinfonia del mondo debba attaccare un tempo nuovo. Sogni, speranze, piani di attacco, estasi delle scoperte, scalate, sfide, superbie e un giornale». Il presidente della Camera ha inoltre rivolto l’augurio agli aspiranti giornalisti di saper esercitare in futuro la professione con la consapevolezza che la penna e il microfono sono come una spada che può difendere ma anche colpire i più deboli senza nemmeno rendersene conto. Il presidente della Camera ha, poi, risposto ad alcune domande del pubblico riguardo a vari temi di attualità quali le intercettazioni e il finanziamento pubblico ai giornali. In chiusura il rettore, Renzo Dionigi, ha salutato l’onorevole Fini, augurandosi di poterlo ospitare nuovamente in Ateneo in veste di docente.
Il ministro Gelmini nomina il professor Dionigi in una commissione di esperti Il rettore dell’Università dell’Insubria sarà uno degli otto esperti che studieranno i rapporti tra le Facoltà di Medicina e il Sistema Sanitario Nazionale per riequilibrarne funzioni e costi
Il rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, professor Renzo Dionigi, ha ricevuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il decreto di nomina a componente della commissione di studio sui rapporti tra le Facoltà di Medicina e il Sistema Sanitario Nazionale. Compito della comRenzo Dionigi missione è quello di svolgere, in base alla normativa vigente e alle esperienze nazionali e internazionali, lavoro istruttorio e proposte operative sui rapporti tra le Facoltà di Medicina e il Sistema Sanitario Nazionale nel campo della ricerca scientifica nel settore bio-medico e sanitario, della formazione pre e post lauree e lauree magistrali di area sanitaria e delle attività assistenziali correlate con quelle scientifico-formative, compresa l’organizzazione delle strutture assistenziali, sedi delle Facoltà di Medicina. La commissione di studio è composta da otto esperti di grande levatura in ambito medico e accademico, selezionati al fine di riequilibrare funzioni e costi nei rapporti tra Atenei e Sistema Sanitario Nazionale. La task force è presieduta e coordinata dal professor Aldo Pinchera, presidente dell’Osservatorio sulla formazione specialistica dei medici. Per raggiungere gli obiettivi della neonata commissione il MIUR ha ritenuto di avvalersi
delle competenze acquisite dal professor Dionigi nel corso della sua carriera, caratterizzata da intensa attività sia in ambito chirurgico che accademico. Renzo Dionigi è, infatti, professore ordinario di Chirurgia Generale, socio onorario del Royal College of Surgeons of Edinburgo e delle più prestigiose Società chirurgiche internazionali. Grazie alle ricerche sue e della sua scuola e al concreto contributo in campo clinico, supportato da oltre 700 pubblicazioni scientifiche, è ritenuto tra i maggiori esperti a livello internazionale nell’ambito della Chirurgia oncologica maggiore. La Presidenza del Consiglio, nel 2002, lo aveva già nominato membro del Comitato Nazionale di Bioetica. Nel dicembre dello stesso anno il Ministro della Sanità lo ha nominato membro del Consiglio Superiore della Sanità e nel 2005 è diventato membro della Commissione Ministeriale sulle Emergenze. Nel 2003 ha, inoltre, ricevuto il prestigioso Premio Invernizzi per la Medicina. Gli altri esperti nominati dal ministro Gelmini sono: Luigi Caimi, ordinario alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università di Brescia; Franco Cuccurullo, rettore dell’Università di Chieti, presidente del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca; Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale; Francesco Antonio Manzoli, presidente del Comitato del Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base; Alessandro Mazzucco, rettore dell’Università di Verona, delegato della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane; Giovanni Persico, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli “Federico II”; Aldo Pinchera, presidente dell’Osservatorio sulla formazione specialistica dei medici.
Prima lettura della Fondazione Valcavi per l’Università dell’Insubria Costituita per sostenere le attività dell’Università degli Studi dell’Insubria, la Fondazione Valcavi ha presentato la sua prima iniziativa
La Fondazione “G. Valcavi per l’Università dell’Insubria” è stata costituita per iniziativa dell’avvocato Giovanni Valcavi, in accordo con il magnifico rettore, professor Renzo Dionigi, al fine di sostenere le attività culturali e di ricerca dell’Università degli Studi dell’Insubria. Giovedì 21 gennaio 2010, Giovanni Valcavi nell’Aula Magna di via Ravasi 2, a Varese, si è svolta la prima lettura annuale della Fondazione Valcavi, dal titolo “Economia e Diritto: convergenze
e conflitti” orientata sulla possibile evoluzione degli studi in tema di Law and Economics. Protagonista della lettura il professor Roberto Pardolesi, ordinario di Diritto Privato Comparato presso la Facoltà di Economia della Luiss “G. Carli”, nonché uno dei maggiori esperti di Law and Economics in Italia. La formazione acquisita presso Università americane ha consentito al professor Pardolesi di essere uno dei primi studiosi a introdurre il discorso sulla complementarità e contiguità tra gli studi di diritto e quelli di economia in Italia. L’appuntamento, introdotto dal magnifico rettore, professor Renzo Dionigi, ha visto intervenire Alberto Sdralevich, ordinario di Politica Economica e decano della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi dell’Insubria e Paola Viviani Schlein, ordinario di Diritto Pubblico Comparato e preside della Facoltà di Giurisprudenza di Ateneo.
Lo scorso 29 gennaio 2010 all’età di 84 anni si è spento a Varese l’avvocato Giovanni Valcavi. Fine giurista, autore di molteplici scritti di diritto civile, di procedura civile e di diritto fallimentare pubblicati sulle maggiori riviste giuridiche italiane, l’avvocato Valcavi era iscritto all’albo dei Cassazionisti da molti anni. Senatore della Repubblica nella X legislatura e amministratore per numerosi anni di Istituti di credito, l’avvocato Valcavi è stato tra l’altro presidente dell’Ospedale di Circolo di Varese. Nella città di Varese è stato grande sostenitore della nascita e dello sviluppo dell’Università dell’Insubria. Nel 2005 ha istituito la “Fondazione Studi Giuridici Avv. Giovanni Valcavi” con propri adeguati capitali, avente lo scopo di promuovere corsi professionali di specializzazione e di aggiornamento per avvocati. Nel 2008 il suo impegno per l’Università dell’Insubria si è tradotto nella costituzione della “Fondazione Giovanni Valcavi per l’Università degli Studi dell’Insubria” con l’obiettivo di favorire la crescita dell’Università e di sviluppare il rapporto tra Ateneo, cittadini e istituzioni locali e di valorizzare l’attività di ricerca e di formazione dell’Ateneo, compresa l’attività di divulgazione e approfondimento di problemi e questioni di carattere giuridico.
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Prevenzione sismica e gestione del territorio: risultati del rilievo nel Lago di Garda Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzatissime, per la prima volta si dispone di una carta estremamente precisa e dettagliata di un settore critico del fondo del Lago di Garda
Un momento del rilievo
Il sistema multibeam
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I terremoti sono conseguenze di movimenti improvvisi della crosta terrestre, provocati da un rilascio di energia che origina le cosiddette onde sismiche. Queste onde si propagano nel territorio circostante in maniera proporzionale alla tensione sprigionata e possono provocare danni non solo per l’esistenza dell’uomo, ma anche alla stessa morfologia della crosta terrestre. Da qui la possibilità di risalire alla storia naturale del pianeta attraverso i rilievi effettuati nei grandi bacini lacustri. Il territorio della Lombardia sembrerebbe configurarsi come una zona a rischio sismico medio-basso, caratterizzato da una più alta concentrazione di comuni sismici nell’area del Lago di Garda. Tuttavia, a mettere in discussione quest’affermazione intervengono i recenti rilievi effettuati da un gruppo di ricerca, capitanato dall’Università degli Studi dell’Insubria, nei grandi bacini lacustri lombardi che hanno evidenziato antiche sismicità in zone considerate a rischio molto basso. «I grandi bacini lacustri rappresentano un vero e proprio archivio della storia ambientale del territorio – chiarisce il professor Alessandro Michetti, docente dell’Università degli Studi dell’Insubria e coordinatore dei rilievi – ; attraverso lo studio della morfologia del fondo lacustre è possibile risalire agli eventi naturali che hanno coinvolto quell’area e definire una data per ogni evidenza rilevata. Ad esempio, il rilievo geofisico effettuato sul fondo lacustre del Lago di Como ha mostrato la presenza di lievitazioni e fratture che risalgono al terremoto di Brescia del 1222, fenomeno che non si supponeva avesse interessato quell’area». Nel mese di marzo 2010, é stata portata a termine una campagna idro-oceanografica sul Lago di Garda finalizzata al rilievo di estremo dettaglio della morfologia di un settore di particolare interesse del bacino sommerso - rilievo morfobatimetrico - allo scopo di fornire dati di base per aggiornare le attuali conoscenze in tema di tettonica attiva e di analisi di pericolosità sismica in Lombardia. Il modello digitale del terreno (DTM) derivato dal rilievo, oltre alle osservazioni sull’attuale assetto e sulla storia evolutiva del lago, rappresenta una utile base per la gestione della navigabilità e del territorio in generale. La zona oggetto di rilievo è stata quella del Garda meridionale e, precisamente, del settore compreso tra Punta San Vigilio e Sirmione (a profondità comprese tra i 3.6 e i 226 metri). Quest’area è storicamente caratterizzata da sismicità di grado elevato, supportata da evidenze di neotettonica e paleosismicità. In particolare, si ricordano due recenti terremoti di media intensità che colpirono Salò nel 1901 e, di nuovo, nel 2004. La task force che ha effettuato il rilievo è stata guidata dall’Università degli Studi dell’Insubria e ha visto la partecipazione ai lavori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Consiglio
Nazionale delle Ricerche - Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero (CNR-IAMC) di Napoli e la determinante collaborazione della Comunità del Garda. A sostegno della ricerca è intervenuta la Guardia Costiera, che ha messo a disposizione degli studiosi un proprio mezzo per effettuare il rilievo. Lo studio si inserisce nell’ambito delle attività previste dal progetto INGV-DPC S1, nato dalla Convenzione fra Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma ed il Dipartimento della Protezione Civile per la determinazione del potenziale sismogenetico in Italia. Per la prima volta nel Lago di Garda è stata utilizzata la tecnologia Multibeam – con profondità operativa di circa 500 m - che restituisce un immagine del fondo lacustre a risoluzione altissima e, quindi, estremamente dettagliata. Questa tecnica di rilievo geofisico ha consentito di visualizzare ogni minimo particolare della morfologia del fondo del lago. In cinque giorni di campagna sono stati rilevati 40 chilometri quadrati di fondale, che hanno reso disponibile una carta del Lago di Garda, con dettaglio al centimetro, di un’area significativamente estesa. I dati acquisti dal rilievo evidenziano la presenza di forme fresche di genesi recente, all’origine delle quali potrebbero concorrere diversi fattori che potranno essere oggetto di analisi in un prossimo futuro. «Grazie al basso tasso di sedimentazione del Lago di Garda, molto diverso da quello riscontrato nel Lago di Como nel corso degli ultimi studi, le immagini del rilievo ci forniscono dati di estremo interesse per l’aggiornamento delle conoscenze delle strutture tettoniche relativa alla Faglia del Garda - spiega il professor Michetti - . Sono, infatti, chiaramente visibili sul fondo lacustre, i cosiddetti “pockmarks”, ovvero depressioni circolari di varia dimensione e profondità, che sono provocati da emissioni fluide di natura gassosa o di acque interstiziali e, in alcuni casi, possono essere associati a campi di gas. La loro distribuzione sul fondale appare chiaramente controllata da zone di frattura». Questa campagna rappresenta una prima tappa di un percorso di studi il cui obiettivo sarà quello di capire di che natura siano queste depressioni; si tratterà di determinare se sono provocate da fenomeni idrotermali o se possono essere il risultato di movimenti recenti lungo la Faglia del Garda. «La formazione dei pockmarks potrebbe essere attribuita all’attività termale dell’area in esame, in particolare della vicina penisola di Sirmione, oppure potrebbe essere correlata all’attività sismica della zona» conclude il professor Michetti.
Batimetria
Rettore dall’India in visita all’Insubria: in progetto una partnership tra Università Scopo della visita: favorire scambi e collaborazioni culturali tra Italia e India
Nel mese di febbraio si sono svolti, a Varese e Como, alcuni incontri che hanno visto come protagonisti i rappresentanti dell’Università degli Studi dell’Insubria e quelli dell’Università di Subharti (vicino a Delhi), uno degli Atenei emergenti del continente indiano. Il progetto di entrambe le Università è quello di costruire un ponte tra l’Italia e l’India, avviando interessanti rapporti di cooperazione e prolifici scambi culturali tra le due istituzioni accademiche, a beneficio non solo degli Vrijendra Behari Sahai e Renzo Dionigi si stringono la mano. A destra il console studenti italiani e ingenerale dell’India a Milano, Sarvajit Chakravarti diani che avranno la possibilità di arricchire le proprie conoscenze in Paesi di culture differenti, ma anche a vantaggio di docenti e ricercatori che avranno la possibilità di collaborare con i colleghi stranieri per raggiungere risultati sempre più prestigiosi in ambito accademico a livello internazionale. Il professor Vrijendra Behari Sahai, magnifico rettore dell’Università di Subharti, nonché illustre medico di fama internaUn momento della conferenza stampa zionale, arrivato in
Italia martedì 23 febbraio, è stato accolto ufficialmente nella sede dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese dal professor Renzo Dionigi, rettore dell’Ateneo, il quale ha dato il via a una serie di incontri ufficiali volti a consolidare i rapporti tra le due Università in vista della futura partnership. Insieme al professor Sahai è stato ospitato anche il Console Generale dell’India a Milano, Sarvajit Chakravarti, che ha partecipato alla visita a testimonianza della grande attenzione del governo indiano verso la partnership tra le due Università. Nel corso del pomeriggio docenti e studenti della Facoltà di Medicina hanno potuto assistere alla lezione d’onore del professor Sahai sulla Medicina Olistica, presso l’Aula Magna del Dipartimento Scienze Biomediche, in via Dunant 5, a Varese. L’illustre studioso vanta, infatti, un prestigioso curriculum, ricco di rilevanti onorificenze e di autorevoli nomine (ad esempio, quella di presidente dell’Accademia Indiana di Medicina Forense dal 1987 al 1989), elemento che ha reso la sua lezione di estremo interesse per tutti coloro che operano nel campo della Medicina. Il giorno successivo, mercoledì 24 febbraio, il professor Sahai ha fatto visita alla sede di Como dove il rettore vicario, professor Giorgio Conetti, ha dato il benvenuto al professore e al Console indiano a Palazzo Natta e, di seguito, li ha invitati a visitare la sede lariana dell’Università degli Studi dell’Insubria. Successivamente il rettore indiano è tornato a Varese per assistere al workshop “Spin off: dalla Ricerca all’Impresa”, svoltosi nella sede della Facoltà di Economia, in via Monte Generoso, che è stato organizzato dal CrESIT – Centro di ricerca in Innovation and Life Science Management, dove ha avuto modo di discutere con scienziati, ricercatori e imprenditori interessati allo sviluppo della ricerca universitaria. Il professor Alberto Onetti, direttore del CrESIT, che segue personalmente i rapporti con l’Università indiana, ha introdotto il rettore ai presenti all’incontro.
Stipulato accordo tra Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture e l’Università dell’Insubria L’accordo intende regolare e agevolare il mercato dei contratti pubblici grazie alla collaborazione tra esperti del settore e ricercatori
E’ stata stipulata la convenzione quadro tra l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture e l’Università degli Studi dell’Insubria. L’accordo è finalizzato a favorire una fattiva collaborazione volta allo scambio periodico di informazioni sulle iniziative di studio con amministrazioni pubbliche e private aventi finalità scientifiche, di ricerca e studio, nonché un adeguato flusso di informazioni tra le due istituzioni Il presidente dell’Autorità, Luigi Giampaolino, e il rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, professor Renzo Dionigi, hanno manifestato soddisfazione per la stipulazione dell’accordo quadro di collaborazione per attività di didattica e ricerca, siglato alla presenza del consigliere dell’Autorità, Alessandro Botto e della preside della Facoltà di Giurisprudenza, professoressa Maria Paola Viviani Schlein, nonché di numerosi
docenti. «L’apporto scientifico proveniente dal mondo accademico – ha dichiarato il presidente Giampaolino – contribuirà a migliorare e rendere ancor più efficace l’azione di regolazione e agevolazione del mercato dei contratti pubblici sempre più svolta da questa Autorità e a elevare ul- Maria Paola Viviani Schlein teriormente la professionalità degli operatori del settore».
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Nel Lago di Varese il persico reale è una specie in via di estinzione La prima causa sarebbe la cattiva qualità delle acque. Lo rivela la ricerca scientifica per la gestione della risorsa ittica del Lago di Varese
Embrione di persico prima della schiusa
Sabato 20 febbraio 2010, nel corso di un seminario per la Scuola di Dottorato di Scienze Biologiche e Mediche dell’Università degli Studi dell’Insubria, sono stati presentati i risultati della ricerca triennale sul ciclo biologico del persico reale (Perca fluviatilis) nel Lago di Varese. Il seminario è stato coordinato dal direttore del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Molecolari (DBSM) dell’Università dell’Insubria, professor Giovanni Bernardini. Lo studio presentato, dal titolo Progetto PerLaVar, è stato finanziato principalmente dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia ed è stato condotto in collaborazione con l’Assessorato Provinciale competente e con i pescatori del lago. Il persico, nel Lago di Varese, è una specie che ricopre una grande importanza sia dal punto di vista degli equilibri in catena trofica, sia come risorsa economica e ricreativa per le comunità di pescatori, professionisti e dilettanti. Tra gli anni ‘70 ed ’80, nel pieno del fenomeno di eutrofizzazione del lago, la comunità ittica ha subito un forte decremento, culminato con la scomparsa delEsemplare di persico fotografato nel Lago di Varese l’alborella e una drastica diminuzione della popolazione di persico reale. Il danno economico subito dai pescatori professionisti è risultato considerevole, visto che le due specie rappresentano un’importante risorsa economica. Da qui l’avvio di uno studio finalizzato alla valutazione dello stato di “salute” della popolazione di persico, atto a determinare i principali fattori di rischio, con l’obiettivo di individuare una strategia di gestione della popolazione. Dallo sviluppo del progetto sono scaturite informazioni sul ciclo biologico del persico nel Lago di Varese, utili a indirizzare iniziative delle Amministrazioni competenti alla gestione della risorsa. Lo studio, coordinato dal professor Marco Saroglia (DBSM), ha permesso di approfondire le conoscenze relative alla specie, in particolare quelle sulle abitudini alimentari, sul ciclo riproduttivo, sull’accrescimento e sui fenomeni di competizione con altre specie alloctone presenti nel bacino come il gardon (Rutilus rutilus) e il pesce gatto (Ictalurus melas). Le ricerche, sono state oggetto di varie tesi di laurea ed in particolare della tesi di Dottorato di Ricerca del dottor Pietro Ceccuzzi. Nelle comunicazioni del professor Saroglia, del dottor Ceccuzzi e della dottoressa Simona Rimoldi sono stati presentati i risultati della ricerca triennale, grazie ai quali emer10
gono le principali problematiche che il persico incontra nel corso della propria vita nel lago, quali la predazione da parte di uccelli e pesci ittiofagi (cormorano, svasso e pesce siluro), l’eccessivo sfruttamento da parte della pesca sportiva e la qualità dell’acqua sub-ottimale. Tra gli interventi auspicabili che potrebbero contribuire sostanzialmente a una ripresa della risorsa ittica e quindi della biodiversità nel lago è stato suggerito, prima di tutto, il superamento dell’ostacolo rappresentato dalla cattiva qualità delle acque. A questo proposito, le amministrazioni competenti si devono rendere conto che prima di qualsiasi altro intervento bisognerà tassativamente intercettare tutti gli scarichi fognari che ancora insistono in alcune zone del bacino. Vi è poi necessità di incrementare la presenza del cosiddetto “pesce foraggio”, come l’alborella, scomparsa dal lago ormai da quasi venti anni. Secondo i dati raccolti, per permettere il mantenimento della popolazione di persico nel lago, il parco naturale di riproduttori non dovrebbe scendere al di sotto delle 25.000 femmine. Un costante monitoraggio annuale della produzione di uova consentirà di tenere sotto osservazione la consistenza della popolazione di riproduttori. Occorre poi facilitare la riproduzione del persico, continuando il posizionamento di fascine di legna dove le femmine potranno depositare i nastri ovarici a ogni stagione riproduttiva. Al fine di sostenere il reclutamento del persico nel lago incrementando la probabilità individuale di contribuire alla riproduzione, sarà necessario seminare giovanili svezzati (6-9 cm di lunghezza). Alcune tecniche di allevamento e di svezzamento del persico, già messe a punto nel corso dello studio, consentiranno di superare le fasi più delicate dello sviluppo in ambiente controllato. Tra l’altro le operazioni di reclutamento già effettuate hanno consentito l’immissione nel lago di circa 350.000 larve e di 50.000 giovanili di persico alla fine del 2009. Oltre alle informazioni derivanti dalle ricerche condotte sul campo, sono stati presentati i risultati di una parte dello studio condotta su marker molecolari in grado di descrivere lo standard di vita della specie nel lago, quali la risposta alle concentrazioni di ossigeno, allo stress e alla disponibilità di alimento naturale. Alla fine del seminario, il professor Bernardini ha coordinato una discussione alla quale hanno partecipato oltre che gli studenti e i dottorandi, anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, dottor Luca Ferrazzi; l’assessore alla Caccia e Pesca della Provincia di Varese, dottor Bruno Specchiarelli e l’ornitologo Piergiorgio Zanetti, in rappresentanza della Cooperativa Pescatori del Lago di Varese.
Operazioni di cattura del persico nel Lago di Varese
Dacia Maraini ospite all’Insubria: regole e lingue in rapporto al genere umano L’evento è stato promosso dalla Cattedra di Law and Humanities - Facoltà di Giurisprudenza - che si occupa di indagare le relazioni tra diritto e arti espressive quali letteratura, musica e teatro
Si narra che Dio avrebbe creato l’uomo con la parola: ma come agisce la potenza della parola sul cuore umano? E dopo Babele, quale rapporto ha uno scrittore con i suoi traduttori? Tradurre è sempre tradire? Le nuove tecnologie influiscono sull’ispirazione letteraria? A queste e a molte altre domande ha tentato di rispondere Dacia Maraini, una delle scrittrici italiane più note e tradotte al mondo, nel corso dell’interessante incontro culturale tenutosi mercoledì 17 febbraio 2010 nel Chiostro di S. Abbondio di Como, affollatissimo per l’occasione. L’evento rientra nel programma di appuntamenti organizzati dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. Promotore dell’incontro é stato il professor Giorgio Zamperetti, titolare della Cattedra di Law and Humanities, nonché socio della Società Italiana di Diritto e Letteratura. Prolifica l’attività letteraria, teatrale e poetica di Dacia Maraini, costellata di successi che vanno dalla sua prima pubblicazione “La Vacanza” (1962), all’ultimo recente libro “La ragazza di Via Maqueda” (2009). Cresciuta in una famiglia crogiuolo di diverse culture, la Maraini ha passato la sua infanzia in Giappone per seguire il padre, il celebre antropologo Fosco Maraini, nei suoi viaggi. Proprio la “genesi interlinguistica ed interSala affollatissima durante l’incontro culturale” della scrittrice l’ha resa relatrice
d’eccellenza nell’ambito dei temi proposti dalla Cattedra di Law and Humanities che si occupa di indagare le relazioni tra il diritto e quant’altro è espressione “alta” del genere umano, come la letteratura, il teatro e la musica. «La legge appare diversa dalle altre arti per la sua pretesa veritativa – ha spie- Dacia Maraini gato il professor Zamperetti - , ma punti di contatto emergono se si pensa alla legge come portatrice di una conoscenza più profonda del cuore umano. Letteratura e diritto hanno in comune lo stesso medium espressivo: la lingua. E la lingua stessa è un sistema normativo osservato da una certa collettività». Nel corso dell’incontro la Maraini ha parlato del suo rapporto con la parola e le lingue e ha avuto modo di affrontare alcuni temi a lei cari, quali la difesa dei valori laici contro i fondamentalismi religiosi che affliggono la società e la tutela dei “senza diritti” (donne e bambini oppressi, animali e ambiente). I professori Gianni Turchetta, titolare della Cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università degli Studi di Milano e Giorgio Zamperetti hanno condotto la conversazione con la scrittrice, mentre il rettore vicario, professor Giorgio Conetti e la preside della Facoltà di Giurisprudenza, Maria Paola Viviani Schlein, hanno presentato l’incontro.
Dal ‘700 ad oggi: opinione pubblica, censura e consenso popolare spiegati dall’esperto Il professor Sandro Landi, esperto di storia della stampa e della censura in Europa, ha parlato delle strategie di comunicazione utilizzate nel XVIII secolo e ha spiegato come è nato il concetto di opinione pubblica
Martedì 13 aprile, nel Padiglione Seppilli, in via Ottorino Rossi, a Varese, è stato ospite dell’Università degli Studi dell’Insubria il professor Sandro Landi, docente dell’Université Michel de Montaigne (Bordeaux), che ha tenuto un seminario estremamente interessante sulla Storia della Comunicazione dal titolo Sandro Landi “Pubblici, opinione pubblica e strategie di comunicazione nel Settecento”. L’incontro, organizzato dalla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Varese e dal Dipartimento di Informatica e Comunicazione, nell’ambito del programma Erasmus 2009-10, si inseriva nel programma dell’insegnamento di Comunicazione Scientifica - tenuto dai professori Ezio Vaccari e Andrea Candela - al secondo anno del Corso di Laurea triennale in Scienze della Comunicazione. Il professor Landi, docente di Storia dell’Italia Moderna, è esperto della cultura politica italiana dal Cinquecento al Settecento e, in particolare, della storia della stampa e della censura in Europa. Gli argomenti della lezione hanno riguardato soprattutto i concetti di “pubblico” e “opinione pubblica” nel Settecento italiano, attraverso l’esame di alcuni casi storici esemplari. In particolare Landi ha illustrato
le strategie di comunicazione della grande opera di censimento del Ducato di Milano, di cui Pompeo Neri pubblicò una Relazione nel 1750, al fine di coinvolgere un pubblico selezionato che sostenesse attivamente l’opera del governo, dedita ad un rilevamento del territorio con mezzi tecnici adeguati e per il “pubblico bene”, ma spesso percepita, invece, in termini negativi per le inevitabili ricadute sull’imposizione fiscale. Questa ricerca e costruzione del consenso presso gruppi socialmente, culturalmente ed economicamente elevati, presente anche in altri scritti dello stesso periodo nell’ambito della comunicazione politica, ha quindi determinato, secondo Landi, la definizione di un nuovo concetto di “opinione pubblica” numericamente limitata, quindi controllabile ed eventualmente censurabile: si tratta di una definizione alquanto differente dall’idea globale e incontrollata di opinione pubblica oggi comunemente utilizzata. La lezione ha quindi suscitato una vivace discussione con gli studenti, che, partendo dalla richiesta di chiarimenti sulle strategie di comunicazione adottate nel Settecento, hanno poi condotto il professor Landi a confrontare i casi storici analizzati con la situazione attuale della comunicazione, soprattutto politica, valutando il ruolo dell’opinione pubblica, della censura e della costruzione di un consenso. Dalla discussione è quindi emerso chiaramente il ruolo essenziale della conoscenza storica, al fine di poter comprendere con maggiore consapevolezza e capacità critica i principali fenomeni della comunicazione contemporanea. 11
Cogito, ergo sum?: i Giovani Pensatori protagonisti di un nuovo modo di studiare e fare scuola Il progetto ha visto la collaborazione tra Università e Scuole Secondarie Superiori di Varese, di Como e del Canton Ticino. Obiettivo comune: trasformare lo studio della filosofia da esercizio mnemonico in occasione di autonoma riflessione critica
Venerdì 26 febbraio, ha preso il via un ciclo di incontri filosofici, durato tre mesi, dal significativo titolo “Cogito, ergo Sum?”, sui temi dell’amore, della giustizia e del tempo, organizzati dal Dipartimento di Informatica e Il logo del progetto: Giovane Comunicazione e dal Corso di Pensatore con PC? Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi dell’Insubria. Gli incontri sono stati organizzati per stimolare un dibattito aperto e diretto tra alcuni filosofi contemporanei e i Giovani Pensatori provenienti dalle Scuole Secondarie Superiori di Varese, di Como e del Canton Ticino e dall’Università dell’Insubria su temi scelti dagli stessi studenti. Questi studenti hanno effettuato con i loro docenti un autonomo percorso di studio sui classici della filosofia approfondendo proprio i temi (amore, giustizia e tempo) da loro prescelti. Gli appuntamenti sono stati inquadrati nel progetto dei Giovani Pensatori, organizzato dagli insegnamenti di Filosofia teoretica, Logica e Filosofia della Scienza, Filosofia morale, Pedagogia e Sociologia dei proAlcune classi delle Scuole Secondarie Superiori di Varese cessi culturali e
comunicativi del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, Dipartimento di Informatica e Comunicazione, con il patrocinio degli Uffici Scolastici Provinciali di Varese e Como. «Obiettivo privilegiato del progetto dei Giovani Pensatori è proprio quello di restituire allo studio della filosofia quel profondo respiro concettuale e ideale che ha sempre contraddistinto la grande riflessione filosofica, ponendo al centro di questo progetto gli studenti che hanno voglia e gusto di pensare e di riflettere con le loro domande, i loro problemi, nonché la loro voglia di meglio comprendere alcuni problemi decisivi – chiarisce il professor Fabio Minazzi, ordinario di Filosofia teoretica dell’Università degli Studi dell’Insubria, nonché promotore dell’iniziativa - . In questa prospettiva occorre allora rimettere al centro dell’azione didattica ed educativa non solo le idee, i problemi e la tradizione concettuale della filosofia, ma anche l’autonoma capacità dello studente di pensare criticamente alcuni problemi aperti, avviando, sulla base dello studio dei classici, un processo di collaborazione diretta tra il mondo della Scuola Secondaria Superiore e quello dell’Università e della ricerca scientifica più avanzata». Il progetto transfrontaliero e concettualmente trasversale si è rivolto soprattutto al territorio della Provincia di Varese, della Provincia di Como e del Canton Ticino, con un libero coinvolgimento di diverse realtà scolastiche, di singoli docenti e di tutti quegli studenti che hanno voluto aderire a questa iniziativa. Numerose sono state le scuole varesine e comasche che hanno accettato di partecipare al programma di incontri che si è rivelato particolarmente ricco e articolato.
Crisi e cultura: riflessioni sulla centralità del postmoderno A Como si è svolto un interessante seminario tenuto dal professor Peter Carravetta, titolare della prestigiosa cattedra Alfonse M. D’Amato per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University di NewYork
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Lunedì 18 gennaio, l’Università degli Studi dell’Insubria, grazie alla collaborazione tra Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione - Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Varese e Corso di Laurea in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale – Facoltà di Giurisprudenza di Como, ha presentato il seminario “Del Postmoderno”. L’evento ha mutuato il titolo dal volume “Del Postmoderno” (Edizioni Bompiani), firmato dal professor Peter Carravetta, titolare della prestigiosa cattedra Alfonse M. D’Amato per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University di NewYork. In occasione della presentazione mondiale della sua ultima fatica letteraria, il professor Carravetta ha proposto ai docenti e agli studenti che hanno affollato l’Aula Magna di via Dunant, a Varese, una riflessione storico-critica sul postmoderno, una categoria che pertiene non solo all’ambito della critica letteraria, ma anche all’ambito filosofico, sociale, dei costumi e delle istituzioni. Lo studioso ha invitato i presenti a riflettere sul significato del termine “postmoderno” e ad analizzare in chiave critica le molteplici letture offerte da illustri pensatori contemporanei al fine
di comprendere la complessità e la stratificazione della cultura americana. Nel corso del seminario e in occasione del vivace dibattito ad esso seguito, il professor Carravetta ha analizzato la percezione degli statunitensi, di nascita o di ado- Peter Carravetta zione, in relazione al ruolo del Paese nello scacchiere mondiale e al rapporto con le altre culture, alla luce della fine della Guerra Fredda e degli attentati del 2001. L’interessante appuntamento culturale, frutto dell’iniziativa delle docenti di inglese di Como e Varese, professoresse Paola Baseotto e Alessandra Vicentini, è stato introdotto dai presidi della Facoltà di Giurisprudenza e della Facoltà di Scienze di Varese, Paola Viviani Schlein e Alberto Coen Porisini, insieme al professor Claudio Bonvecchio, presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e al professor Gaetano Lanzarone, docente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e direttore del Dipartimento di Informatica e Comunicazione.
Il trapianto di organi. Tra etica e deontologia Il convegno ha preso spunto dal libro scritto dal professor Mario Picozzi
Lunedì 12 aprile, nell’Aula Magna dell’Università dell’Insubria in via Ravasi, a Varese, si è svolto un convegno sul tema “Il trapianto di organi. Questioni etico – deontologiche”, organizzato dal Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica dell’Ateneo con l’Ospedale di Circolo – Fondazione Macchi, il Nord Italia Transplant (NIPT), l’Aido (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) e Swisstransplant. L’introduzione alla giornata è stata affidata a Mario Picozzi, professore associato di Medicina legale e autore del volume “Il trapianto di organi. Realtà clinica e questioni etico-deontologiche” (Franco Angeli Editore), il quale ha offerto lo spunto per il convegno ricordando ai partecipanti che «siamo tutti potenziali donatori e potenziali ricevitori di organi». Il seminario ha inteso approfondire le numerose questioni legate al trapianto di organi in un’ottica interdisciplinare dando voce a tutti i soggetti coinvolti nel processo di donazione e trapianto avvalendosi di esperti che hanno risposto alle domande complesse e drammatiche, che quotidianamente si pongono agli operatori, ai pazienti e alle loro famiglie. Quali sono i criteri per assegnare un organo? Fino a che punto offrire ai pazienti organi che presentano dei rischi e chi ha l’ultima parola in merito? Che cosa fare per aumentare la disponibilità di organi? Qual è il rapporto tra donazione da cadavere e donazione da vivente? L’atto di donazione ammette forme di restituzione?
I confini etici, deontologici e medico scientifici sono molto labili quando ci si trova di fronte a certi dilemmi. Difficoltà che però non sembrano scoraggiare i cittadini della provincia di Varese, che risultano ai primi posti in Lombardia per numero di donazioni come documentato dal coordinatore locale del Nitp. Tra gli intervenuti il professor Mario Tavani, ordinario di Medicina Legale, il professor Paolo Cattorini, ordinario di Bioetica, il professor Mario Scalamogna, direttore del centro interregionale di riferimento del Nitp e il dottor Giulio Minoja, primario di rianimazione del Circolo hanno evidenziato come «ci siano due elementi di grande coinvolgimento emotivo, quello riferito alle famiglie dei donatori, avvicinate in un momento di grande difficoltà, e quello della possibilità di migliorare la qualità della vita ai pazienti che aspettano un organo». Tra gli ospiti, anche il dottor Carlo Schonholzer del comitato direttivo Swisstransplant, che ha sottolineato come, nonostante gli sforzi, la Svizzera sia in Europa al penultimo posto per la donazione di orMario Picozzi gani da deceduti.
Congresso su diverticolosi e malattia diverticolare L’evento ha rappresentato una giornata di confronto e di aggiornamento su una patologia che affligge gran parte della popolazione
Si è svolto sabato 27 febbraio 2010, nella cornice di Villa Toeplitz, a Varese, il convegno dal titolo “Diverticolosi e Malattia Diverticolare”, organizzato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, in collaboraLuigi Boni zione con il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi dell’Insubria e con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Varese. L’evento è stato presieduto dal magnifico rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, professor Renzo Dionigi. Moderatori del convegno sono stati il dottor Mario Diurni, dirigente medico ospedaliero presso la Chirurgia generale I all’Ospedale del Circolo Fondazione Macchi e il professor Luigi Boni, direttore del Centro di Ricerche in Chirurgia mini-invasiva dell’Università degli Studi dell’Insubria. I diverticoli sono piccole sacche estroflesse presenti nella parete dell’apparato digerente e, in particolare, nel colon sinistro, che si formano principalmente per predisposizione genetica e/o a causa di un regime dietetico ricco di grassi e zuccheri e povero di fibre. La presenza di queste sac-
che nell’organismo viene detta “diverticolosi”. La diverticolosi può essere definita un’anomalia congenita, più che una malattia, in quanto provoca scarsa sintomatologia nei soggetti portatori. L’incidenza nella popolazione è molto alta e aumenta in maniera esponenziale con l’avanzare dell’età: se il 30% della popolazione di 60 anni di età è colpita da diverticoli, la percentuale sale al 60% negli individui dagli 80 anni in poi. La malattia diverticolare, invece, si manifesta con l’infiammazione dei diverticoli, ed è una vera e propria patologia. Provoca dolori addominali che possono sfociare, nei casi più gravi, in una sintomatologia acuta addominale con complicanze. Questa patologia colpisce solo una parte degli individui portatori di diverticoli e necessita di intervento terapeutico sia medico, che chirurgico. Il convegno ha rappresentato un’importante occasione di confronto multidisciplinare tra diverse figure professionali ed una giornata di aggiornamento sulle più recenti acquisizioni in tema di epidemiologia e manifestazioni cliniche sulla diagnostica radiologica, sulle indicazioni all’intervento chirurgico e sulle più recenti tecniche operatorie, con particolare riguardo alle tecniche laparoscopiche mini-invasive. Obiettivo dell’incontro è stato, innanzitutto, quello di produrre linee guida e percorsi di diagnosi e terapie condivisi, affrontando, in particolare, il problema della diverticolite acuta e della diverticolite acuta complicata. Al convegno hanno preso parte non solo gli specialisti di Chirurgia Generale, Gastroenterologia e Radiologia, ma anche i medici di Medicina Generale e gli infermieri professionali. 13
Esperti da tutto il mondo per un confronto sul Morbo di Basedow-Graves È in programma un congresso di richiamo internazionale sul Morbo di Basedow-Graves, la forma più frequente di ipertiroidismo
La locandina del Corso
L’Università degli Studi dell’Insubria organizza il Secondo Corso Internazionale di Chirurgia Endocrina, dal titolo “Graves’ Disease”, in programma venerdì 2 luglio 2010, al Grand Hotel Palace di Varese. L’evento è promosso dai professori Luigi Bartalena, endocrinologo di fama internazionale, direttore della Cattedra di Endocrinologia dell’Ospedale di Circolo di Varese, nonché Segretario della European Thyroid Association (ETA) e Gianlorenzo Dionigi, direttore del Centro di Ricerche di Endocrinochirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria. Il Congresso vanta la partecipazione dei massimi esperti mondiali in endocrinologia ed endocrinochirurgia, provenienti da ogni parte del globo: Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Polonia, Spagna, Grecia, Danimarca e, naturalmente, da tutta Italia: Pisa, Roma, Siena, Padova e Pavia. Quest’anno gli illustri studiosi saranno impegnati in una giornata di confronto e di aggiornamento sul Morbo di Graves. «Il Morbo di Basedow-Graves, anche detto Morbo di Basedow e/o Flajani, è la condizione di ipertiroidismo più diffusa nella popolazione e si caratterizza per un’iperattività della ghiandola tiroidea che produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei nel sangue» spiega il professor Dionigi. «Perdita di peso, debolezza muscolare, aritmie e palpitazioni, tremore e insonnia, nervosismo, alterazioni dell’alvo, nonché ingrossamento del gozzo e esoftalmo (visibile protrusione degli occhi)
sono sintomi della patologia tiroidea» chiarisce il professor Luigi Bartalena. Il Centro diretto dal professor Bartalena rappresenta un riferimento in Italia per le ricerche sul Morbo di Basedow. Il congresso si propone di affrontare in maniera esaustiva tutti gli aspetti connessi al Morbo di Luigi Bartalena Basedow: dalle cause della malattia – di origine autoimmunitaria - alla diagnosi della patologia, alle diverse terapie d’intervento - medica, radiante e chirurgica – da adottare a seconda della tipologia di pazienti; in particolare, si discuteranno le misure da prendere per i bambini, le donne in gravidanza ed i pazienti con grave oftalmopatia. Il corso è rivolto a medici di base, specialisti in Endocrinologia e in Medicina Nucleare, chirurghi generali e otorinolaringoiatri. Il congresso è patrocinato dalle più prestigiose associazioni nell’ambito della chirurgia e della endocrinologia a livello mondiale, quali: l’American College of Surgeons Italian Chapter, la European Thyroid Association (ETA), la Società Italiana di Chirurgia (SIC), la Società Italiana di Endocrinochirurgia (SIEC), la Società Italiana di Endocrinologia. Per iscrizioni si può contattare: ARTCOM S.r.l. Tel. 02 89540427 – Fax 02 89518954 E-mail:
[email protected]. Sito web: www.artcomsrl.it.
Nuove tecnologie nella chirurgia tiroidea migliorano la qualità dell’intervento Evidenze cliniche attestano i soddisfacenti risultati post-operatori: riduzione significativa di lesioni alle corde vocali, diminuzione del dolore e miglior risultato estetico
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Neuromonitoring e chirurgia mini-invasiva sono le nuove tecniche che consentono di migliorare la qualità degli interventi di chirurgia tiroidea, non solo a beneficio dello stato di salute del paziente, ma anche a vantaggio di un miglior risultato estetico. Lo testimoniano le recenti evidenze cliniche e bibliografiche internazionali e del Centro di Ricerche in Endocrinochirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria (attivo all’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese), che attestano una effettiva riduzione delle lesioni ai nervi laringei (con il neuromonitoring), nonché una diminuzione del dolore post-operatorio e un miglior risultato estetico (con la chirurgia mini-invasiva). Il rischio maggiormente connesso agli interventi chirurgici sulla tiroide è l’alterazione della voce (disfonia), causata dal contatto involontario con i nervi laringei nel corso dell’operazione. Al fine di preservare le corde vocali, il Centro di Ricerche dell’Università dell’Insubria ha proposto e applicato, per primo in Italia, il neuromonitoring, innovativa tecnica non invasiva che consente di monitorare i nervi laringei, e quindi le corde vocali, attraverso uno strumento tecnologico che facilita l’identificazione e la preservazione dei nervi. Dopo cinque anni
di applicazione della suddetta tecnica, i risultati post-operatori evidenziano una significativa riduzione di disfonie dopo l’intervento, tanto da suscitare l’interesse di numerosi centri italiani che si accingono ad adottare la stessa tecnica di monitoraggio. Allo stesso tempo, la chirurgia mini-invasiva ha prodotto un miglioramento della qualità degli interventi sia da un punto di vista estetico che per quanto riguarda la reale riduzione di dolore dei pazienti. Infatti, durante gli interventi si tende a effettuare tagli non maggiori del centimetro e mezzo alla base del collo su soggetti che presentano piccoli noduli. L’intervento risulta, così, meno doloroso al punto che il paziente, il giorno successivo, può tranquillamente essere dimesso. Inoltre, la scarsa visibilità del taglio che, nel tempo, tende a scomparire va soprattutto a beneficio delle tante giovani pazienti affette Gianlorenzo Dionigi, direttore del Centro di Ricerche in Endocrinochirurgia da questa patologia.
Carcinoma mammario: due giornate di approfondimento con esperti internazionali Interverranno alcuni tra i massimi esperti nella diagnosi e nella cura del tumore al seno. Tra i tanti relatori: Umberto Veronesi, Laszlo Tabar, Giuseppe Viale e Monica Morrow
L’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazione con il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, organizza la quarta edizione dell’Insubria International Summer School dedicata al tema del tumore al seno. L’appuntamento è fissato per giovedì 10 e venerdì 11 giugno al Boscolo Hotel Porro Pirelli di Induno Olona (VA). «Nella prima giornata relazioneranno prestigiose personalità, quali il professor Umberto Veronesi, direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, del quale basta il nome a ricordare la sua preziosa e intensa attività di ricerca, incentrata da anni sulla prevenzione e cura del cancro ed in particolare del carcinoma mammario, e il prof. Giuseppe Viale, rinomato anatomopatologo specializzato proprio nel tumore della mammella, nonché responsabile del Laboratorio Centrale di Anatomia Patologica dell’International Breast Cancer Study Group – spiega la dottoressa Francesca Rovera, direttrice della Summer School, insieme alla dottoressa Edi Brogi -. Tra i numerosi interventi dei rappresentanti del Memorial Sloan-Kettering, va citata la presenza di Monica Morrow, personaggio di spicco nell’ambito della chirurgia del carcinoma mammario, oltre che editrice di un diffuso trattato su questa patologia. È, inoltre, importante segnalare l’intervento del professor Laszlo Tabar, proveniente dall’Università di Uppsala (Svezia), alle cui lezioni aspirano a partecipare studiosi di tutto il mondo, motivati dalla sua grande competenza nell’ambito della radiologia diagnostica». Naturalmente
prenderanno parte alla Summer School gli esperti dell’Università degli Studi dell’Insubria, coordinati dal professor Renzo Dionigi rettore dell’Ateneo, nonché direttore dell’Unità Opera-tiva di Chirurgia Gene-rale I dell’Ospedale Circolo di Varese - che introdurrà l’incontro. Al meeting verranno discussi tutti gli aspetti reFrancesca Rovera lativi al carcinoma mammario: dalla fase della diagnosi all’aspetto genetico (esistenza di geni che predispongono al tumore), all’epidemiologia, alle terapie chirurgica, medica e radioterapica, trattando anche in modo dettagliato le terapie neoadiuvanti (finalizzate a una riduzione volumetrica della massa tumorale prima dell’intervento) e adiuvanti (post-operatorie), quali la radioterapia, la chemioterapia e la terapia ormonale. Le due giornate si rivolgono a specialisti di tipo senologico. Per partecipare è necessaria l’iscrizione. Per scaricare il modulo: www.uninsubria.it/web/iiss. Il corso si svolgerà in lingua l’inglese. È garantito un servizio di traduzione simultanea.
XV Congresso Nazionale della Società italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery Presidente onorario del congresso è stato il professor Umberto Veronesi
Dal 22 al 24 aprile, a Milano, si è svolto il XV Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery (SICADS). Illustri specialisti hanno fatto il punto sulla Day Surgery, una metodica sempre più diffusa che riguarda circa il 30% degli Giampiero Campanelli interventi chirurgici nel nostro Paese. Negli ultimi anni la chirurgia ambulatoriale e il regime di Day Surgery hanno ampliato il loro raggio di azione, estendendo quindi la loro versatilità di impiego a svariati settori e diventando una metodica trasversale. «Sempre più pazienti oggi sono operati con queste metodiche - spiega il professor Giampiero Campanelli, presidente eletto della SICADS e direttore della Chirurgia Generale II dell’Unità Operativa di Day e Week surgery dell’Ospedale Multimedica di Castellanza (VA), nonchè docente di chirurgia presso l’Università dell’Insubria - . E’ giunto il momento definire linee guida universali, sicure e condivise per la gestione del paziente in tutto il periodo pre e post operatorio. E’, inoltre, necessario certificare le strutture in grado
di offrire questo tipo di servizio con la massima competenza e rispetto proprio di quelle linee guida da definire: gli interventi mini invasivi, infatti, richiedono un alto grado di specializzazione sia per quanto concerne la tecnica operatoria sia per quanto riguarda la composizione e l’affiatamento dell’equipe medica che lavora con il chirurgo. In ultimo, si vuole sottolineare come le tecniche mini invasive siano ormai considerate talmente affidabili da essere largamente usate anche in ambito oncologico, come testimonia l’apertura dello IEO 2 Day Center, struttura di eccellenza nella quale si farà ampio ricorso a tecniche ambulatoriali o di Day Surgery per il trattamento chirurgico delle malattie neoplastiche». Il professor Campanelli, insieme al dottor Leonardo La Pietra, è stato anche coordinatore scientifico del Congresso. Presidente onorario dell’evento è stato il professor Umberto Veronesi; la prima giornata dei lavori si è svolta proprio nella nuova struttura IEO (Istituto Europeo di Oncologia), nella quale sono praticati anche interventi in regime di Day Surgery. Inoltre, a sottolineare ancora una volta l’importanza della funzione didattica nell’ambito del progresso delle tecniche operative, è da sottolineare come la presidenza del Congresso sia stata affidata al professor Renzo Dionigi, magnifico rettore dell’Università dell’Insubria. 15
Fede musulmana nelle aree del Mediterraneo: esperti a confronto su diritto e religione Per la prima volta gli studiosi stanno effettuando un lavoro di raccolta, traduzione e catalogazione di normative religiose relative ad alcuni Paesi di cui si disponevano solo materiali in lingua araba. Le informazioni verranno pubblicate su due siti web, uno in italiano e uno in inglese
Il 7 e 8 aprile si è svolto nella sede di Como dell’Università degli Studi dell’Insubria, in via S. Abbondio, un workshop internazionale intitolato “Law and Religion in Mediterranean Islam”, organizzato dal professor Alessandro Ferrari, docente di Diritto Ecclesiastico e Canonico della Facoltà di Giurisprudenza. L’incontro, che ha visto l’intervento di docenti italiani e stranieri, si inseriva nel contesto del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) coordinato dal professor Ferrari sul tema “Libertà religiosa e pluralismo giuridico nell’Europa multiculturale: paradigmi di integrazione a confronto”, al quale partecipano, oltre all’Università dell’Insubria, le Università di Firenze, Messina e Torino. Momento importante delle attività di ricerca previste era proprio la creazione e il consolidamento di un network internazionale di studiosi sul tema dell’Islam nell’area del Mediterraneo; in questo senso il workshop mirava a rafforzare i contatti e la collaborazione e ad avviare la discussione su alcune iniziative future che verranno organizzate dalla Facoltà di Giurisprudenza assieme alle Da sinistra: Ghazi Gherairi, Cole Durham, Maria Paola Viviani Schlein e altre Università coinvolte. Alessandro Ferrari Il workshop ha avuto come oggetto di studio la legislazione dei Paesi a maggioranza musulmana del bacino mediterraneo relativa ai rapporti tra Stato e confessioni religiose, con particolare attenzione ai profili individuali e associativi della libertà religiosa. Un tema di respiro generale che ha aperto molte prospettive per analisi future più approfondite su aspetti più specifici. L’incontro è stato suddiviso in tre sessioni, nel corso delle quali i relatori hanno esposto Il tavolo dei relatori un report sul quadro normativo concernente il diritto e la religione nel proprio Paese. Sono intervenuti: per l’Egitto, il professor Omar El Kadi (AlAzhar University e Kingdom University di Manama, Barhein); per la Giordania, il professor Faisal Al Rfouh (University of Jordan, Amman); per il Marocco, il professor Riyad Fakhri (vice-preside della Faculté des Sciences Juridiques, Economiques et Sociales di Settat); per la Palestina, il professor Abu Moussa Ramadan (Haifa University e Academic Center Hacarmel); per la Siria, il professor Jacques El Hakim (avvocato a Damasco, già professore nella Facoltà di Giurisprudenza della medesima città); per la Tunisia, il professor Gazi Gherairi (Università di Tunisi); per la Turchia, il professor Talip Kucukcan (Marmara University, Istanbul); per l’Algeria il professor Cherif Bennadji (Università di Algeri) e, infine, per la Libia, il
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professor Ahmed Gehani dell’Università di Bengasi. Hanno partecipato ai lavori anche il professor Silvio Ferrari (Università degli studi di Milano), i professori Cole Durham e Gary Doxey (Brigham Young University, Provo, Utah) e il professor Tahir Mahmood (Law Commission of India e già preside della Faculty of Law della Delhi University). In qualità di moderatori sono intervenuti il professor Paolo Branca (Università Cattolica del Sacro Cuore) e il professor Roberto Mazzola (Università del Piemonte Orientale), entrambi membri delle unità di ricerca del PRIN coinvolte nel progetto. L’analisi svolta è risultata di particolare interesse, considerata la difficoltà a reperire informazioni e materiali normativi su tali Paesi, spesso disponibili solo in lingua araba. A questo proposito – e ciò costituisce una “prima” assoluta – il gruppo di ricerca sta raccogliendo, traducendo (in italiano, inglese e francese) e catalogando in una prospettiva comparata tutta la normativa in materia religiosa vigente nei paesi considerati: tale normativa verrà pubblicata in due siti web tra loro collegati, uno in lingua italiana e un altro in lingua inglese. A loro volta, i report nazionali presentati durante l’incontro saranno oggetto di una duplice pubblicazione, in lingua italiana e francese, per consentire un’ampia diffusione degli studi svolti. Durante il workshop si è deciso di dare seguito alla collaborazione con gli studiosi intervenuti e di creare un network stabile per la ricerca sul diritto e le religioni nell’area del Mediterraneo. Sono stati anche proposti alcuni argomenti più specifici, che potranno essere oggetto di successivi incontri: la condizione femminile; l’insegnamento delle religione; il ruolo delle norme confessionali negli ordinamenti statali. Oltre che attraverso ulteriori workshop e seminari, i contatti con i membri del network potranno continuare attraverso scambi internazionali (visiting professorship) e l’organizzazione di iniziative, come una Summer School “Droits et Religions” (ne è prevista una per l’anno prossimo in Marocco, a seguito della Convenzione tra il nostro Ateneo e Le Conseil des Communautés Marocaines à l’Etranger) o altri eventi aperti anche a giovani ricercatori e studenti. La costruzione di un gruppo che, nello spirito di una mutua collaborazione e amicizia, possa proseguire lo studio sul rapporto tra diritto e religioni nella regione mediterranea, è senz’altro uno dei principali obiettivi raggiunti dall’incontro svoltosi a Como: la splendida performance del coro della Facoltà di Giurisprudenza diretto dal Maestro Gilardoni e una bella gita a Bellagio hanno senz’altro contribuito a questo risultato.
Relatori, traduttori e assistenti che hanno preso parte al workshop
Come trasformare la ricerca universitaria in attività di impresa Il CrESIT dell’Università degli Studi dell’Insubria ha organizzato un workshop sugli Spin-off Accademici. L’evento ha favorito l’incontro tra scienziati e esperti di business
Varie e articolate sono state le attività organizzate dal CrESIT - Centre for innovation and Life Science Management dell’Università degli Studi dell’Insubria a partire dal mese di febbraio e fino al mese di marzo. La prima iniziativa del centro è stata “Spin off: dalla ricerca all’impresa”, un workshop che si è svolto mercoledì 24 febbraio 2010 presso la sede della Facoltà di Economia in via Monte Generoso 71, a Varese. «L’evento ha costituito un appuntamento innovativo per due ordini di motivi – ha dichiarato il professor Alberto Onetti, direttore del CrESIT e delegato del rettore per l’Innovazione Tecnologica e per gli Spin-off Universitari – : innanzitutto ha rappresentato una importante occasione di incontro tra rappresentanti del mondo economico e ricercatori e scienziati finalizzata a orientare questi ultimi verso un approccio imprenditoriale che favorisca una ricaduta aziendale e produttiva dei risultati della ricerca universitaria. In secondo Da sinistra: Roberta Profeta, Alberto Onetti, Vrijendra Behari Sahai, luogo, il workshop si è riveMassimo Caccia e Roberto Accolla lato un’interessante opportunità per creare un nuovo sistema università-impresa, grazie alla presenza di incubatori aziendali locali, nonché esponenti dei settori economico e finanziario interessati a incentivare gli spin-off accademici». L’iniziativa si inserisce nell’ambito del programma del Mind The Bridge Italy Tour 2010, un progetto promosso dalla Mind The Bridge Foundation - prestigiosa associazione non-profit, con sede a San Francisco (California), il cui obiettivo è favorire l’incontro dei migliori talenti imprenditoriali italiani con le opportunità e i capitali della Silicon Un momento dell’incontro sugli spin-off accademici Valley. Il tour prevede tappe nelle Università di tutta Italia allo scopo di avvicinare il settore dell’imprenditoria al mondo accademico. Ad introdurre l’incontro è intervenuto il professor Roberto Accolla, delegato del rettore per la Ricerca dell’Università degli Studi dell’Insubria, seguito dal professor Alberto Onetti, che ha aperto un discorso di estremo interesse su come gli scienziati possano diventare imprenditori e in che modo la ricerca possa trasformarsi in business. Il professor Onetti ha cercato di chiarire tutti gli aspetti relativi all’iter necessario per avviare una start-up (dal business plan al fund raising) e ha descritto in dettaglio gli aspetti dell’ “ecosistema” imprenditoriale della Silicon Valley. Hanno partecipato al workshop il professor Massimo Caccia, direttore del SiSRIT, Centro di Servizi “Sistema di Supporto alla Ricerca, Innovazione e
Trasferimento Tecnologico” dell’Università degli Studi dell’Insubria, e Roberta Profeta, innovation manager della IntesaSanPaolo Startup Initiative. Tra gli incubatori aziendali e i clusters presenti all’incontro, si sono distinte ComoNext e Asse del Ticino. Un secondo workshop ha preso spunto da una piccola impresa con sede a Gallarate che è riuscita a conquistare una posizione riconosciuta a livello internazionale attraverso una strategia di focalizzazione sugli accessori moda e sui mercati del Far East. “Orobianco: strategie di posizionamento e crescita nel settore accessorio-moda” era il titolo dell’incontro che ha avuto luogo martedì 17 marzo 2010 nella sede della Facoltà di Economia a Varese. «Aziende come Orobianco segnala il professor Alberto Onetti - sono esempi di come poter coniugare piccola dimensione di impresa e capacità innovativa. Orobianco nei suoi 14 anni di vita ha saputo creare una linea di prodotti che si sono affermati nei paesi nel Far East. La visione strategica e l’apertura internazionale fin dal primo istante sono gli ingredienti dell’affermazione di una azienda come questa. Per questo riteniamo sia un caso di grande interesse e quindi una opportunità di apprendimento per i nostri studenti». Nello stesso mese di marzo l’Università degli Studi dell’Insubria, sempre grazie alle attività del CrESIT, ha avuto l’onore di ospitare il professor Luftus Sayeed, docente di Sistemi Informativi presso il College of Business della San Francisco State University. Il professor Luftus Sayeed ha svolto in Italia un periodo di Guest Fellowship presso il CrESIT. Si tratta di uno dei massimi esperti sui temi del Green IT e delle Sustainable Technologies. Da anni collabora con il professor Onetti su questi temi ed è stato per la prima volta in Italia per lavorare a progetti di ricerca in corso. «Ospitare il professor Sayeed è stata una grande opportunità per l’Università dell’Insubria - commenta il professor Onetti -. Ho avuto occasione di conoscerlo e apprezzarlo durante la mia esperienza di visting professor a San Francisco. La sua presenza in Italia può permetterci di fare evolvere più rapidamente i progetti di ricerca in corso sui temi dell’innovazione e delle green technologies che oggi stanno assumendo una importanza crescente. Questo tema è ancora non presidiato a livello mondiale e stiamo progettando di creare un centro di studio congiunto italo-americano dedicato a questo filone di ricerca che ha fortissime ricadute sia economiche che ambientali e che pertanto richiede approcci manageriali specifici».
Gli studenti presenti in aula
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Workshop su materiali porosi di interesse energetico ambientale Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali ha prodotto materiali porosi capaci di assorbire selettivamente idrogeno, anidride carbonica e composti solforati
Il pubblico in sala
A conclusione del progetto di ricerca biennale “Sviluppo di materiali ibridi nanostrutturati per l’immagazzinamento e la separazione selettiva di gas di rilevanza energetico-ambientale” cofinanziato dalla Fondazione Cariplo, si è svolto giovedì 1 aprile, nell’Aula Magna del Chiostro di S. Abbondio, a Como, un workshop di carattere divulgativo/scientifico cui hanno partecipato docenti e ricercatori di diversi Atenei e un numeroso gruppo di studenti dei Corsi di Laurea di Chimica e Chimica Industriale della sede di Como. Nel corso dell’incontro sono stati presentati alcuni dei risultati scientifici ottenuti dal gruppo di ricerca di Chimica Strutturale e dello Stato Solido del Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali che, sotto la guida del professor Norberto Masciocchi, docente dell’Università dell’Insubria, ha prodotto nuovi materiali porosi (le cosiddette “spugne molecolari”), capaci di assorbire selettivamente molecole di vario tipo, tra cui idrogeno, anidride carbonica e composti solforati, in processi di immagazzinamento di combustibili alternativi o di purificazione di miscele di gas a elevata tossicità o di interesse industriale. Oltre all’intervento della dottoressa Diana Bozzoli, rappresentante della Fondazione Cariplo, che ha illustrato le strategie della stessa volte al finanziamento di progetti di carattere precompetitivo nell’area lombarda in materia di energia e ambiente, si sono succedute le presentazioni dei professori: Norberto Masciocchi sulla panoramica sui polimeri di coordinazione; Piera Sozzani (Università di Milano Bicocca) sulla dinamica in materiali ibridi porosi; Simona Galli (Università dell’Insubria) sui polimeri nano-
porosi e le loro attività nella separazione selettiva di gas; Silvia Bordiga (Università delgi Studi di Torino) sulla reattività e spettroscopia di materiali nanoporosi. Il tema proposto rientra in una serie di attività che da alcuni Norberto Masciocchi durante il convegno anni è svolta dal gruppo di ricerca di Chimica Strutturale, anche grazie a finanziamenti ministeriali di varia natura (PRIN, Azioni Integrate e Progetto Giovani) e di Ateneo (FAR – Fondo di Ricerca Ateneo). Le tecniche di sintesi di questi materiali spaziano dalla chimica organica a quella metallorganica e la loro estesa caratterizzazione è stata effettuata utilizzando varie tecniche diffrattometriche (anche non convenzionali), spettroscopiche e termiche. Inoltre, in stretta collaborazione con Atenei italiani ed esteri, è stato possibile determinare la funzionalità di queste specie sia in normali condizioni analitiche/strumentali di laboratorio che, negli ultimi mesi, in prototipi di colonne cromatografiche per la separazione selettiva di benzene da cicloesano, tiofene da idrocarburi e anidride carbonica da metano. L’esperienza maturata nel campo della caratterizzazione strutturale e le collaborazioni attivate durante questo progetto hanno inoltre permesso la nascita di un nuovo consorzio di Enti (Università dell’Insubria, Stazione Sperimentale della Seta, Istituto di Cristallografia del CNR, Università di Granada e Sincrotrone del PSI di Villigen - CH) che, a partire da aprile 2010 e per la durata di un biennio, vedrà diversi ricercatori impegnati in un nuovo progetto finanziato da Cariplo dal titolo “Nanocristalli di Interesse Tecnologico e Biomedicale: aspetti strutturali e funzionali”.
Al professor Saroglia un prestigioso riconoscimento: premiato in California il suo impegno per lo sviluppo mondiale dell’Acquacoltura Il conferimento è avvenuto al culmine del congresso della World Aquaculture Society, svoltosi a San Diego nel mese di marzo
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Il professor Marco Saroglia, ordinario di Zoocolture alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Varese e docente di Acqualcoltura, Biotecnologie animali e di Etologia, ha ottenuto uno speciale riconoscimento da parte della World Aquaculture Society, l’Associazione Mondiale per l’Acquacoltura che riunisce tutti i centri di Ricerca e le Università che nel mondo si occupano di Acquacoltura. La World Aquaculture Society ha un duplice impegno: da un lato si occupa di divulgazione dell’Acquacoltura nel mondo, inclusa la didattica nell’ambito di corsi universitari, dall’altro si occupa di tutto ciò che concerne la qualità dei prodotti ittici e del necessario fabbisogno di pesce nella nutrizione umana, in particolare per assicurare l’apporto di sostanze nutrizionali che si trovano soltanto nel mondo acquatico, tipo acidi grassi polinsaturi del tipo omega3 a lunga catena (EPA e DHA). Il professor Saroglia ha oltre 40 anni di attività in questo set-
tore, spesi partecipando allo sviluppo dell’acquacoltura in Italia, in Europa e nei Paesi in via di sviluppo. Tra le altre cose, negli ultimi tre anni, è stato direttore della World Aquaculture Society. Dal 27 febbraio al 5 marzo 2010 si è svolto a San Diego (California) il congresso della World Aquaculture Society nel corso del quale l’Associazione, per mano del suo presidente professor Jeff Hinshaw dell’Università Statale della North Carolina, ha attribuito al professor Saroglia un riconoscimento per il lavoro svolto per lo sviluppo dell’ac- Il momento della premiazione. quacoltura nel mondo. Da sinistra: Marco Saroglia e Jeff Hinshaw
Soppressione della Compagnia di Gesù: al via lo studio sui segreti della decisione papale Il professor Paolo Bernardini è stato selezionato dalla University of Notre Dame per inaugurare l’istituto di alta ricerca con un interessante studio storico
Paolo Bernardini
Il Notre Dame Institute for Advanced Study (NDIAS) è l’istituto di ricerca avanzata della University of Notre Dame (http://www.nd.edu), una delle principali Università cattoliche al mondo e ventesima tra gli Atenei americani, secondo la classifica stilata da UsNews. Il NDIAS, recentemente istituito negli Stati Uniti, è il secondo centro di ricerca in ordine di importanza, successivo solo a quello dell’Università di Princeton, dove, peraltro, il professor Bernardini - docente di Storia moderna alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria, sede di Como - è già stato membro nell’anno accademico 1998-1999. La stima e l’importanza di cui gode oltreoceano il professor Bernardini sono testimoniate dal fatto che è stato scelto come Inaugural Fellow del NDIAS, insieme a soli altri sette studiosi, selezionati dagli Atenei di tutto il globo, per avviare le ricerche nel neonato istituto. Ispirandosi al modello dell’Institute for Advanced Study di Princeton (http://www.ias.edu), nato nel 1930, che è suddiviso in due classi - umani-
stico/politica e scientifica - il NDIAS ha selezionato quattro docenti per le Scienze Naturali e quattro per le ricerche sulle Scienze Umane. Il professor Bernardini, che trascorrerà a Notre Dame il semestre primaverile 2011, studierà l’interessante argomento della soppressione della Compagnia di Gesù, nei suoi risvolti socio-intellettuali, in vista della pubblicazione di una monografia sul tema. «E’ per me un onore essere stato selezionato in qualità di Inaugural Fellow del NDIAS – spiega il professor Bernardini -. Il mio compito sarà quello di scrivere, per la prima volta, un volume sulla soppressione della Compagnia di Gesù e, in particolare, di indagare le motivazioni e le importanti conseguenze derivanti dalla decisione di Papa Clemente XIV, risalente al 1773. Lo studio risulta di estremo interesse, in quanto non è mai stato pubblicato un libro sulle molteplici cause e motivi della soppressione della Compagnia di Gesù. Bisognerà fare chiarezza e approfondire la veridicità di svariate fonti che restituiscono letture discordanti delle vicende che coinvolsero la Compagnia fondata da Ignazio di Loyola».
La matematica al servizio della bellezza Un ricercatore dell’Università dell’Insubria, sede di Como, ha elaborato un metodo numerico capace di fare una previsione sul danneggiamento subito da un monumento
Prevenzione: è la nuova frontiera in fatto di conservazione dei beni culturali. Non aspettare che il monumento si degradi per poi intervenire, ma prevenire il degrado stesso: è la cosiddetta “conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico”. Viene da un ricercatore dell’Università dell’Insubria l’ultima novità in fatto di conservazione programmata. Il dottor Matteo Semplice, ricercatore del Dipartimento di Fisica e Matematica della sede lariana dell’Università dell’Insubria, ha elaborato un metodo numerico capace di fare una previsione sul danneggiamento subito da un monumento. Alla ricerca del dottor Semplice è andato il Premio per la ricerca 2009 del fondo Rotary Como presso la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca. «Molti di noi, passeggiando per Como e altre città d’arte, hanno notato che sui monumenti di marmo tendono a formarsi delle croste nere sicuramente poco gradevoli alla vista – spiega il dottor Semplice -. Le croste nere sono il risultato della trasformazione del marmo in gesso causata dai composti La premiazione. Da sinistra Marco Donolato, Matteo Semplice e Monica Taborelli, segretario generale della Fondazione solforosi presenti nell’aria a causa delProvinciale della Comunità Comasca l’inquinamento. A parte il danno estetico, la pericolosità consiste nella maggiore porosità del gesso rispetto al marmo: la presenza delle croste espone la superficie interessata al deposito del particolato atmosferico (di colore scuro) e a ben più gravi danni dovuti alla possibile caduta di porzioni di materiale. Si pensi alla perdita di valore artistico di una statua a cui è caduto il naso!». Nel 2004 alcuni ricercatori dell’Istituto di Applicazioni del Calcolo (CNR di Roma), in collaborazione con l’ICR (Istituto Centrale del Restauro) e il CiSTEC (Centro di Ricerca in Scienza e Tecnica per la Conservazione del Patrimonio Storico-Architettonico - Roma La Sapienza) hanno sviluppato un nuovo modello matematico in grado di prevedere l’evoluzione dello spessore della crosta di gesso
che si forma sul marmo esposto a gas solforosi. Le conferme sperimentali in laboratorio hanno dimostrato che la crescita dello spessore è rapida inizialmente, poi col tempo va via rallentando. «Gli esperimenti condotti esclusivamente in laboratorio invecchiando artificialmente una superficie piana di marmo – continua il dottor Semplice – hanno indicato la possibilità di migliorare le tecniche attuali di conservazione e restauro decidendo se e quando rimuovere parzialmente la crosta (e quanta rimuoverne!). Noi ci siamo domandati che cosa succede su un monumento vero: il lavoro mio e dei colleghi del Dipartimento di Fisica e Matematica è consistito nella stesura di un metodo numerico che, con l’ausilio di un calcolatore, è in grado di applicare il modello matematico ad una porzione di marmo di forma arbitraria ed è quindi in grado di fare previsioni quantitativamente accurate del danneggiamento di una porzione di un monumento reale. Il vantaggio del modello matematico è che fornisce delle misure concrete per lo spessore del gesso e non solo l’indicazione generica che, ad esempio, uno spigolo tenderà ad arrotondarsi». Il matematico potrebbe supportare così il lavoro del restauratore, informandolo circa la quantità e l’estensione della crosta formatasi sul monumento, arrivando addirittura a simulare al computer un intervento di restauro. «Affinché si realizzi uno strumento utile nella pratica della conservazione monumentale - conclude Matteo Semplice - partendo dai risultati del lavoro fin qui svolto, daremo seguito ad un progetto di più ampia portata, che potrebbe vedere coinvolti l’Ateneo e gli enti locali, volto a cercare conferme sperimentali del modello e delle sue previsioni in situazioni reali, esponendo campioni di marmo botticino, materiale usato perlopiù nei monumenti di Como e procedendo ad uno studio che coinvolga anche chimici e fisici». Proprio per approfondire il tema del degrado monumentale è nato all’interno della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Como un gruppo interdisciplinare di lavoro (COMoNUM), diretto dal preside, Stefano Serra Capizzano. 19
Un progetto di ricerca per la produzione di piante ingegnerizzate in grado di ridurre l’inquinamento Al ricercatore varesino Gianluca Molla, del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Molecolari dell’Università dell’Insubria, conferito il premio della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare
Gianluca Molla
È andato al varesino Gianluca Molla il prestigioso premio Mario Rippa conferito ogni due anni dalla Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare al miglior progetto di ricerca a livello nazionale nell’ambito della Biochimica. Il dottor Molla, ricercatore del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Molecolari dell’Università dell’Insubria e del centro di ricerca The Protein Factory attivato dall’Università dell’Insubria in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha ottenuto il premio con il lavoro dal titolo: “A new mechanism of glyphosate tolerance by means of protein engineering”. Il progetto è stato scelto tra un centinaio di lavori presentati ed è stato premiato lo scorso 9 aprile al culmine del convegno nazionale Proteine 2010 della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare, svoltosi dall’8 al 10 aprile 2010 a Parma. Lo studio premiato rappresenta la prima parte di un ambizioso progetto di ricerca curato dall’Università dell’Insubria, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Perugia, che mira alla produzione di piante transgeniche in grado di ridurre l’inquinamento da erbicidi ossia di piante che contengono un enzima batterico in grado di trasformare l’erbicida in sostanze a basso impatto ambientale. Il lavoro di ricerca del dottor Molla consiste nella produzione di una forma migliorata di questo enzima, la glicina ossidasi, adatta a degradare il glifosate, l’erbicida più usato al mondo. «L’obiettivo finale del progetto al quale stiamo lavorando – spiega Gianluca Molla -
è arrivare alla produzione di piante modificate geneticamente resistenti al glifosate e capaci di trasformare tale sostanza in prodotti non pericolosi. Si pensi alla convenienza di una coltivazione, ad esempio di mais o di soia, dove il glifosate elimini selettivamente soltanto le piante infestanti oppure all’utilizzo di coltivazioni resistenti in processi di biorisanamento per eliminare l’erbicida dall’ambiente: ci sarebbero innegabili vantaggi di carattere economico ed ambientale, dovuti a una minore diffusione dei diserbanti. Il mio lavoro riguarda la prima fase del progetto: ossia l’identificazione, lo studio e l’adattamento dell’enzima per lo scopo desiderato. La seconda fase, in collaborazione con l’Università di Perugia, si occuperà della parte applicativa, cioè della produzione delle piante transgeniche. La sperimentazione è già partita: adesso si dovrà valutare come si comportano le piante modello». Secondo il professor Loredano Pollegioni, coordinatore del gruppo di Biochimica delle proteine e direttore del centro di Ricerca The Protein Factory «Questo premio sottolinea la qualità della ricerca biotecnologica dell’Ateneo dell’Insubria e identifica nell’ingegneria proteica un settore di eccellenza a livello nazionale e internazionale. Infatti è la seconda volta che il premio viene assegnato a un ricercatore dell’Insubria: nel 2003 venne premiata la dottoressa Silvia Sacchi, anche lei ricercatrice di Biochimica. E’ un grande risultato che premia il lavoro di un brillante ricercatore e di un gruppo di lavoro altamente innovativo».
La chimica che interessa i giovani. Ecco come avvicinarli alla materia Numerosi docenti delle Scuole Medie Superiori hanno partecipato a incontri formativi per capire come destare l’interesse dei loro studenti verso la chimica
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Venerdì 19 marzo 2010 si è svolto a Como un originale evento promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e organizzato dal Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali dell’Università degli Studi dell’Insubria, con la collaborazione di Federchimica: un incontro formativo per docenti di Scienze delle Scuole Secondarie di primo grado interessati ad avere suggerimenti e indicazioni per un insegnamento più attrattivo e più proficuo della chimica agli studenti della scuola media. L’incontro era aperto a docenti delle province di Como, Lecco, Varese e Sondrio. Analoghi incontri hanno avuto luogo il 24 febbraio presso l’ITIS Castelli di Brescia (per docenti delle province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova) e il 10 marzo a Milano nella sede di Federchimica (per docenti delle province di Milano, Monza-Brianza, Pavia e Lodi). L’evento, che ha visto la partecipazione di 33 docenti provenienti da 14 scuole diverse, si è articolato in tre momenti. Ha dapprima preso la parola il dottor Vittorio Maglia, direttore del Servizio Analisi economiche e Internazionalizzazione di Federchimica. Il dottor Maglia, con l’utilizzo di acGaetano Zecchi mostra un esperimento cattivanti ausili audiovisivi predisposti da
Federchimica, ha focalizzato l’attenzione sul ruolo essenziale, in parte misconosciuto, della chimica (nella duplice accezione di scienza e di industria produttiva) nella realtà che quotidianamente ci coinvolge. E’ seguito un appassionato intervento del professor Sergio Palazzi, docente di chimica presso l’ITIS di Setificio di Como, da sempre interessato alla didattica della chimica a tutti i livelli e, in tale contesto, autore di opuscoli on line finalizzati alla divulgazione della chimica e alla formulazione di esperimenti di chimica per le scuole. La terza fase dell’incontro è stata condotta dal professor Gaetano Zecchi, non tanto in qualità di direttore del Dipartimento ospitante quanto piuttosto come docente di Chimica, con l’assistenza della dottoressa Patrizia Scuderi. Dopo una breve introduzione di richiamo dei principi fondamentali della Scienza Chimica, che a suo avviso tutti dovrebbero conoscere, il professor Zecchi ha illustrato ed effettuato di fronte agli intervenuti alcuni esperimenti di chimica: significativi da un lato, ma, nel contempo, di semplicissima esecuzione e quindi riproducibili anche in una scuola media; infatti, essi hanno richiesto materie prime acquisibili nei normali negozi e supermercati e pochi pezzi di vetreria chimica normalmente presenti in qualunque, seppur misero, laboratorio di scienze.
Le risposte al riscaldamento globale in un documentario degli studenti Dalle opinioni della gente comune ai risultati della ricerca, gli studenti alimentano il discorso sulle condizioni climatiche del pianeta attraverso un filmato
Mercoledì 27 gennaio, nell’Aula Magna della sede di via Dunant, a Varese, i professori Alberto Coen e Claudio Bonvecchio - rispettivamente preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. a Varese e presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi dell’Insubria - insieme al delegato del rettore per la didattica, professor Ezio Vaccari, hanno presentato il documentario dal titolo “Il presente sostenibile”. Si tratta di un filmato in cui si alternano testimonianze di gente comune e di esperti del settore che esprimono considerazioni sul tema dei cambiamenti climatici e della sostenibilità energetica, cercando di chiarire quali comportamenti, individuali e collettivi, potrebbero porre le basi per uno sviluppo realmente sostenibile. Realizzatori del filmato sono: Giovanni Fortunato, Silvia Sommaruga Claudio Bonvecchio (a destra) presenta il filmato insieme e Anna Di Napoli, i primi stagisti del a Ezio Vaccari (al centro) e ad Alberto Coen Porisini Laboratorio Multimediale di Ateneo gestito dalla dottoressa Marta Ferrari. Si tratta di ragazzi laureandi e laureati in Scienze della Comunicazione che, dopo aver appreso le tecniche relative alla produzione di un filmato dai professori Antonio Franzi e Francesco Pierantozzi - rispettivamente docenti di Laboratorio di Giornalismo e di Teorie e Tecniche del Linguaggio Radiotelevisivo - hanno avuto modo di metterle in pratica presso il Laboratorio Multimediale, coadiuvati dalla supervisione tecnica dell’ingegner Christian Cinetto. Oltre a soffermarsi sullo stato delle La proiezione del filmato nell’Aula Magna di via Dunant a conoscenze attuali relative al clima e alle Varese energie rinnovabili, il documentario ha dato
voce ai risultati delle ricerche dei Dipartimenti della Facoltà Scienze MM.FF.NN. Varese attraverso le interviste effettuate al professor Giordano Urbini, direttore del DASS (Dipartimento Ambiente-Salute-Sicurezza), al professor Mauro Guglielmin, docente di Geomorfologia presso il DBSF (Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale) e al professor Gioacchino Garofoli, direttore del Dipartimento di Economia. «Come si evince dal filmato, l’opinione pubblica manifesta grande preoccupazione nei confronti dei futuri scenari del pianeta – afferma il professor Andrea Candela, docente di Comunicazione Scientifica al Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e coordinatore del filmato per la parte dei contenuti - e cresce in essa il senso di confusione e sfiducia, soprattutto a riguardo delle azioni che potrebbero essere intraprese per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. “Il presente sostenibile” è uno slogan con il quale divenire, oggi, protagonisti del cambiamento». Il video è visibile on line al seguente link: www.uninsubria.it/url/scienze-varese/lt-scom (alla voce: Progetti multimediali).
Da sinistra: Christian Cinetto, Marta Ferrari, Silvia Sommaruga, Giovanni Fortunato, Mauro Guglielmin, Andrea Candela ed Ezio Vaccari
Conferita borsa di studio GARR per studiare la WebTV di Ateneo La borsa di studio è stata assegnata alla dottoressa Anna Di Napoli
Anna Di Napoli
A seguito di una selezione nazionale per il conferimento di dieci borse di studio GARR per giovani laureati, è stata assegnata una borsa di studio GARR “Orio Carlini” della durata di 12 mesi alla dottoressa Anna Di Napoli, laureata in Scienze della Comunicazione all’Università dell’Insubria. L’attività di ricerca e di formazione oggetto della borsa di studio, sul tema “Studio di una Web TV di Ateneo estendibile a una Web TV nazionale”, si svolgerà nel Laboratorio Multimediale di Ateneo, gestito dalla dottoressa Marta Ferrari, sotto la supervisione dell’ingegner Christian Cinetto, con funzioni di tutor. La dottoressa Di Napoli, già tra i primi studenti a frequentare con profitto il Laboratorio Multimediale nell’ambito dell’insegnamento di Laboratorio di giornalismo televisivo e, successivamente, stagista presso lo stesso, svolgerà la sua nuova attività dal 1 giugno 2010 al 31 maggio 2011. L’Università dell’Insubria ha creato, nell’anno 2008, il Laboratorio Multimediale di Ateneo con l’obiettivo di promuovere e sviluppare una nuova cultura di comunicazione multimediale. Il carattere innovativo del laboratorio mirava a potenziare il ruolo strategico
delle tecnologie di rete a larga banda quale leva per la creazione di valore aggiunto nel rapporto tra Università e Territorio. A partire dal coinvolgimento dei primi “docenti pilota” del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione (Teorie e tecniche del linguaggio radiotelevisivo, Laboratorio di giornalismo televisivo, Direttore della stagione concertistica di Ateneo, Storia della Scienza e delle Tecniche Comunicazione scientifica) e attraverso le prime esperienze di produzione multimediale, che testimoniano la vivacità e l’entusiasmo dei giovani alle prese con le tecnologie, oltre all’eccellente livello qualitativo del percorso formativo e professionalizzante del nostro Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, si intravede la possibilità di costituire una Web TV di Ateneo che illustri le particolarità del territorio insubre collegate alle attività dell’Ateneo e dei suoi docenti. Il modello di Web TV proposto vuole essere prototipo per un’eventuale Web TV nazionale, con l’intento di condivisione e dialogo con altre esperienze simili che esistono tra le istituzioni collegate alla rete GARR, oltre che in linea con i modelli internazionali come quello che Internet ha realizzato con il suo Research Channel. 21
Vittorio Sereni nella sua Luino tra immagini e poesia La mostra dedicata al grande scrittore e poeta ha riscosso grande successo di pubblico e critica
Il Centro di Storie Locali dell’Università degli Studi dell’Insubria in collaborazione con i Comuni di Varese e Luino e con il contributo delle associazioni Varesevive, Frontiera e Maria Corti ha presentato una mostra dedicata alla figura e all’opera del grande scrittore e poeta italiano Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 Milano, 10 febbraio 1983). L’iniziativa ha avuto luogo a Varese, nella Sala Veratti, in via Veratti, dal 27 febbraio al 20 marzo 2010, riscuotendo consensi e apprezzamenti da parte di centinaia di visitatori. L’esposizione ha ritratto nei suoi luoghi il poeta che, nato a Luino, ha sempre voluto riportare lungo le rive del Lago Maggiore - tra ‘queste’ valli rupestri e boschive, in spazi non prediletti dalle Muse - la sorgente della sua ispirazione. Vittorio Sereni a Luino, estate ‘76 L’Insubria lacustre è rimasta la sua terra esemplare, terra promessa per i suoi paesaggi e i suoi cittadini, per i volti delle cose e delle persone, piccola terra da cui muovere i passi – come uomo e come società di uomini - verso un futuro migliore. Mostrare questa straordinaria voce poetica, attraverso i suoi scritti e una scelta di carte in parte inedite, è stato possibile grazie al felice ritorno di Vittorio Sereni nella sua Luino, nel prezioso Vittorio Sereni tra Eugenio Montale e Guido Artom a casa Mondadori in occasione del 70° compleanno di Montale, archivio conservato nelle sale di Villa Hüssy, 1966 già sede della biblioteca civica. Grazie ai pro-
getti di conservazione, studio e valorizzazione promossi e sostenuti dall’assessorato alla Cultura del Comune di Luino, l’opera di Sereni può essere conosciuta e apprezzata da studiosi e appassionati. Documenti e immagini privatissime, che raccontano vicende della sua fanciullezza luinese, della guerra in Algeria, del lavoro editoriale a Milano, dell’ideale posto di vacanza (di salvezza, di riposo?) e della più popolare - in lui così stilisticamente elitaria - passione sportiva sono tra i pezzi proposti. La mostra è stata corredata da un ricco catalogo, a cura del professor Angelo Stella e della dottoressa Barbara Colli, curatrice dell’Archivio Sereni, coadiuvati dalla dottoressa Tiziana Zanetti. L’allestimento in Sala Veratti è stato curato dall’art director Franco Orsi, con la collaborazione di Filadelfo Ferri, direttore del Centro di Storie Locali. I materiali presentati alla mostra, fra testi autografi, prime edizioni e dediche dei più famosi poeti del Novecento, come Montale e Ungaretti, hanno offerto, a tutti coloro che amano le poesie e gli scritti di Sereni, l’occasione per aprire qualche squarcio su alcuni degli episodi e dei luoghi della sua esperienza e sul suo modo di scrivere e comporre. Le parole giungono così a trasfigurare «geografie e topografie»: Zenna e Creva, Varese, Capolago, Chiasso, Mendrisio, le frazioni di qua dal Tresa «montagne incerte laghi transitori» città e metropoli, che creano itinerari di ricerca, dentro di sé e gli altri. Una geografia poetica che tocca la storia quotidiana degli abitanti di quella sponda magra del Lago Maggiore, a cui ha dato voce, durante l’inaugurazione, la sensibilità del poeta varesino Silvio Raffo.
Show ecosostenibile di Diego Parassole Diego Parassole (alias Erminio Pistolazzi), noto per le sue comparsate a celebri trasmissioni televisive come Zelig e Ballarò, é stato protagonista, giovedì 11 marzo, di un pomeriggio all’Università degli Studi dell’Insubria. Un inedito Parassole, nelle vesti di comico e insegnante, ha presentato al pubblico che affollava l’Aula Magna dell’Università, in via Ravasi, a Varese, l’esilarante spettacolo:“Che Bio ce la mandi buona!”, inoltre, al termine del one man show, si è fermato per parlare con gli studenti di “Comunicazione, Informazione e Satira”. In “Che Bio ce la mandi buona!” Parassole affronta in modo divertente, popolare e anche scientifico una serie di tematiche molto attuali relative all’ambiente e all’ecologia. Quale mezzo migliore per risvegliare la coscienza ecologica degli spettatori, se non quello di una risata che susciti una riflessione critica sui comportamenti individuali dannosi per l’ambiente? «L’aria che respiriamo non è di destra o di sinistra, ma è un bene collettivo. Nonostante ciò, non di rado ci ritroviamo di fronte a decisioni sull’ambiente che sembrano prese per soddisfare Diego Parassole e Antonio Orecchia interessi economici, più che a beneficio della comunità – commenta Diego Parassole -. Il tentativo del mio spettacolo è quello di fornire al pubblico dati precisi e informazioni utili, mescolati a battute e comicità, con l’intento di sottolineare le condizioni climatiche del pianeta e proporre un ventaglio di possibili soluzioni, da attuare anche indivi-
“Che Bio ce la mandi buona!” è il titolo dello spettacolo presentato all’Università dell’Insubria dal comico di Zelig
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dualmente». Il risultato è stato certamente raggiunto, grazie al suo innato umorismo, alla sua arguzia e anche alla sua curiosità. Infatti, la preparazione dei testi di questo show ha richiesto e richiede tutt’ora un costante lavoro di aggiornamento e di documentazione. Innumerevoli sono le fonti alle quali si è ispirato Parassole, a partire da una vastissima bibliografia passando al confronto diretto con esperti e studiosi della materia. Parassole, a fine spettacolo, ha risposto alle domande degli studenti in merito al tema “Comunicazione, Informazione e Satira”. «I temi che un comico affronta e sui quali costruisce la sua comicità sono spesso seri, se non addirittura drammatici - continua Parassole - . Ho cercato di spiegare agli studenti il mio approccio a questi argomenti con battute divertenti, senza dimenticare di lasciare aperta una porta alla riflessione». Ha introdotto l’incontro il professor Antonio Orecchia, docente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e organizzatore dell’evento. Sul palco, accanto a Diego Parassole, si è esibito il musicista e compositore delle musiche dello spettacolo, Matteo Giudici. In Aula Magna, erano presenti anche il regista Marco Rampodi e l’autore Il pubblico presente all’incontro Riccardo Pifferi.
Alla Cena Romana, spirito studentesco tra cultura e goliardia Studenti, rappresentanti delle istituzioni e autorità accademiche si sono ritrovati per il consueto appuntamento al Teatro Sociale di Como
L’esibizione del coro studentesco
La Cena Romana non é semplicemente un pasto “luculliano” a base di ricette romane, litri di buon vino e miele, come potrebbe suggerire l’immaginario comune, ma rappresenta un’occasione per riunire rappresentanti del mondo accademico e civile e soprattutto studenti universitari, all’interno dello stesso originale evento che ogni anno richiama l’attenzione di molte personalità: dalle autorità accademiche fino alla matricola, dal politico più in vista al cittadino comune. L’evento, che si è svolto venerdì 26 febbraio 2010, è stato organizzato dall’associazione studentesca C.U.C. Aquila (con il coordinamento di Lorenzo Fanetti), con il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Insubria, della Regione Lombar-dia, di Mosaico Giovani e del Ministero della Gioventù. Sede dell’evento è stata la splendida cornice della Sala Bianca del Teatro Sociale di Como, inaugurato nel 1813 da Alessandro Volta. Ottanta
commensali, tra i quali numerosi studenti universitari provenienti dalle Facoltà di Como e di Varese, hanno partecipato a un momento aggregativo importante e originale. Ogni anno eccellenti cuochi preparano piatti originali della classe più elevata della tradizione romana antica, eseguendo fedelmente le ricette del cuoco romano Apicio, il cui nome si lega indissolubilmente alla cultura del mangiare bene propria del convivium romano, in netto contrasto con la logica dei fast food e paninoteche tanto in voga al giorno d’oggi. Il professor Giorgio Luraschi, titolare dell’insegnamento di Istituzioni di diritto Romano e di Storia del diritto Romano alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria, sede di Como, nonché padrino dell’iniziativa, anche quest’anno ha spiegato il significato di ogni singolo piatto, lo studio delle portate, le tradizioni dei romani, segnalando anche sorprendenti analogie tra la civiltà del passato e quella attuale, sottolineando come la civiltà frenetica del giorno d’oggi trarrebbe beneficio nel ritrovare l’approccio alla vita adottato dai nostri antenati. Il coro studentesco dell’Università degli Studi dell’Insubria, diretto da Federico Gilardoni - studente di Giurisprudenza e presidente dell’associazione culturale musicale “S. Abbondio” - ha portato un’ulteriore nota di colore al piacevole convivio: gli artisti hanno eseguito sia canzoni goliardiche che canti appartenenti alla più alta tradizione universitaria.
Corso di dismissione da fumo: consigli teorici e pratici per gli operatori del settore Il corso è stato caratterizzato da un approccio fortemente multidisciplinare
E’ giunto al termine il primo corso di perfezionamento universitario in “Dismissione da fumo di sigaretta”, promosso dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria, organizzato dall’Al.For. (Ufficio Alta Formazione) e patrocinato dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. Il corso, diretto dal professor Luca Levrini, si è svolto nel Chiostro di S. Abbondio a Como. A dare il via alle lezioni sono intervenuti il dottor Roberto Boffi, pneumologo di fama internazionale afferente all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e il professor Lorenzo Dominioni, chirurgo generale e creatore del progetto Pre.di.ca (PREcoce DIagnosi di Cancro). Gli aspetti farmacologici della nicotina sono stati affrontati dal professor Marco Cosentino e dalla dottoressa Francesca Marino, farmacologi dell’Università dell’Insubria. La relazione tra fumo e dieta è stata trattata dalla dottoressa Anna Villarini, nutrizionista e ricercatrice dell’Istituto Nazionale dei Tumori, che ha fornito indicazioni sulle modalità di sostegno dei pazienti sotto l’aspetto dell’alimentazione, seguita dalla lezione della dottoressa Antonella Cromi, ginecologa dell’Università dell’Insubria. E’ stato, poi, il turno del dottor Roberto Mazza, infermiere professionale dell’Istituto Nazionale dei Tumori, che ha raccontato la sua esperienza ospedaliera e del dottor Antonio Paddeu, pneumologo dell’Azienda Ospedaliera S. Anna di Como, che ha illustrato le implicazioni del fumo di sigaretta sul complesso respiratorio. Le dottoresse Licia Boldi e Michela Rossini, igieniste dentali dell’Associazione Igienisti Dentali Italiana e dell’Università degli Studi
Docenti e partecipanti al corso
dell’Insubria, hanno chiarito la correlazione tra fumo e cavo orale, sottolineando l’importante ruolo dell’igienista dentale in quanto figura professionale presente nella vita di ogni persona e rivilegiata nelle strategie di comunicazione con il paziente. Il professor Marco Bellani, psicologo clinico dell’Università dell’Insubria, ha fornito le conoscenze di base per capire il counselling motivazionale e per effettuare le successive simulazioni con attori professionisti nel corso delle quali i partecipanti hanno messo in pratica gli insegnamenti teorici. In questa sessione ampia parte delle lezioni è stata dedicata allo sviluppo dei project work e all’interessante intervento della dottoressa Marina Bonfanti, rappresentante della Regione Lombardia. Nell’ultima giornata di lavori il dottor Maurizio Mancuso, medico di base della Società Scientifica di Medicina Generale, ha parlato del ruolo del medico di base nella dismissione al fumo.
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Offerta didattica
Anno Accademico 2009/10 Facoltà di Economia - Varese Via Monte Generoso, 71 - 21100 Varese - Tel. 0332 39 5001-02 • Laurea in Economia e Commercio • Laurea in Economia ed Amministrazione delle Imprese (anche a Como) • Laurea specialistica in Economia Banca e Finanza • Laurea specialistica in Economia e Commercio
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UNIVERSITAS STUDIORUM INSUBRIAE Rettore: RENZO DIONIGI Rettore vicario: GIORGIO CONETTI Prorettore di Ateneo: ROBERTO VALVASSORI Prorettore di Ateneo per l’Edilizia: GIANCARLO DE LUCA Rettorato - via Ravasi 2, Varese tel. 0332/219001-2 - fax 0332/219009 www.uninsubria.it I delegati del Rettore Sistema Bibliotecario
PROF. ALBERTO SDRALEVICH Relazioni Internazionali
PROF.SSA PAOLA GRAMATICA
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Varese Via Rossi, 9 - 21100 Varese - Tel. 0332 21 7001-2 • Laurea specialistica a ciclo unico in Medicina e Chirurgia* • Laurea specialistica a ciclo unico in Odontoiatria e Protesi Dentaria* • Laurea in Infermieristica* • Laurea in Ostetricia* • Laurea in Educazione Professionale* • Laurea in Fisioterapia* • Laurea in Igiene Dentale* • Laurea in Tecniche di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare* • Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico* • Laurea in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia* • Laurea in Scienze Motorie*
Ricerca
Facoltà di Scienze MM.FF.NN. - Como Via Valleggio, 11 - 22100 Como - Tel. 031 238 6001-2 • Laurea in Chimica e Chimica Industriale • Laurea in Fisica • Laurea in Matematica • Laurea in Scienze Ambientali • Laurea in Scienze e Tecnologie dell'Informazione • Laurea interfacoltà in Scienze dei Beni e delle Attività Culturali • Laurea Specialistica in Scienze Chimiche • Laurea Specialistica in Chimica Industriale • Laurea Specialistica in Fisica • Laurea Specialistica in Matematica • Laurea Specialistica in Scienze Ambientali
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PROFF. MARCO SICA e ROSSELLA LOCATELLI Sanità
PROF. PAOLO CHERUBINO Comunicazione, Cultura e Sistemi Museali
PROF. GIUSEPPE ARMOCIDA
Attività relative al Fondo Sociale Europeo
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